lunedì 30 gennaio 2012

Stagione 2011: #17 Commento al GP dell'India

12/11/2011: dal mio vecchio blog.

Campionato 2011: capitolo 17
Gran Premio d’India: Massa & Hamilton: attrazione fatale


Jaipee Circuit, Greater Noida / 28-29-30 ottobre 2011

Prima legge della gravità: qualora la monoposto di Massa e quella di Hamilton raggiungano un distacco inferiore a un secondo, è inevitabile che l’attrazione gravitazionale che le lega conduca suddette monoposto una contro l’altra.

Un cordiale saluto ai miei cari lettori, l’evento più atteso dell’anno ha visto la luce, ben più del gran premio di Singapore con la sua illuminazione artificiale. So che è straziante pensare a gran premi che non hanno come contorno una ruota panoramica il cui giro dura una quarantina di minuti, ma spero che siate riusciti ad arrivare comunque in fondo al weekend senza fare un esposto ufficiale alla FIA in cui vi lamentavate per l’assenza di una ruota panoramica che rispondesse a tali requisiti.
Dopo anni e anni dall’annuncio finalmente la Formula 1 è giunta fino alla patria che ha prodotto eroi dei motori del calibro di Chandhok e Karthikeyan, due piloti senza ombra di dubbio di un certo livello, forse entrambi dello stesso livello... non so, ma mi pare comunque un livello piuttosto basso in entrambi i casi.
Già da un po’ di tempo ci era stato preannunciato che Karthyyyy, un genio che in una gara è riuscito, anni fa, ad arrivare addirittura in quarta posizione nonostante corressero ben sei piloti, un risultato di un certo livello, tenendo conto del fatto che si è tenuto dietro piloti del calibro di Albers e Friesacher (“chi sono Albers e Friesacher?”, CIT. chiunque non conosca per filo e per segno tutti i piloti della gloriosa storia della Minardi; “due piloti che se anche in pista non ci fossero stati non se ne sarebbe accorto nessuno”, CIT. di chiunque invece conosca per filo e per segno tutti i piloti della gloriosa storia della Minardi, senza dimenticarsi di gente tipo Zsolt Baumgartner – con un nome del genere del resto è impossibile dimenticarselo, Nicolas Kiesa e Thomas Enge, anche se in effetti non sono completamente certa che quest’ultimo abbia corso per la Minardi, forse era alla Arrows oppure alla Toyota, anche se devo ammettere che la mia memoria storica a proposito di Enge è piuttosto scarsa, mi ricordo che qualche anno fa, leggendo il suo nome da qualche parte, mi sono chiesta “ma questo ha davvero mai gareggiato in Formula 1?”). Originariamente pensavamo che Karthyyyy sarebbe ricomparso in pista al posto di Ricciardo, un genio che sta facendo risaltare il talento dei piloti australiani. Ehm, non il proprio, mi pare, intendevo dire che, essendo australiano come Webber, sta facendo risaltare l’eccelso e impressionante talento di Webber, un pilota incompreso da tutti che avrebbe vinto millemila titoli se non fosse stato ostacolato dalle avversità della sorte e dal kers.
La realtà è stata ben diversa... no, nonostante sembri non sto parlando di Webbiiii, ma di Karthyyyy e Ricciardo: il più talentuoso pilota indiano, o meglio, quello che può competere con il suo degno avversario Chandy per il ruolo di miglior pilota indiano, non avrebbe sostituito Ricciardo bensì Liuzzi. La cosa mi ha sconcertata: mi stavo giusto chiedendo se Liuzzi, che ultimamente si sta adeguando alla filosofia indiana di ricercare l’ultimo posto, sarebbe riuscito a competere con il compagno di squadra e con Chandy per l’ultima posizione, per poi scoprire che Liuzzi nemmeno sarebbe sceso in pista, dal momento che Karthy avrebbe sostituito lui. Il colpo di grazia, però, è stato scoprire che quel pilota estremamente talentuoso che è Chandy, nonostante ci fosse la possibilità di vederlo in pista durante la gara, non era stato minimamente preso in considerazione dalla Lotus Made in Malesia, team originario dallo stesso paese che ha dato i natali ad Alex Yoong, altro pilota estremamente talentuoso della storia della Minardi, altrimenti detto il collaudatore delle vie di fuga, che sfortunatamente per lui la legge del caso ha voluto che anziché essere compagno di squadra di gente tipo Albers o Baumgartner fosse il compagno di squadra di Alonso, cosa che ha contribuito a mettere le sue prestazioni addirittura sotto terra. A proposito della storia della Minardi, dimenticavo che ha avuto tra i suoi piloti anche Webber, che addirittura in Australia nel 2002 arrivò in quinta posizione e poi mostrò un pupazzo a forma di canguro (NB. questa cosa del pupazzo l’ho vista davvero in una foto, non è un’invenzione come i pupazzi di Winnie the Pooh di cui parlo da circa un mese e mezzo), quinta posizione, un risultato abbastanza similare a quelli che ottiene al giorno d’oggi con la Redbull... del resto ditemi voi, vedete qualche differenza tra la Minardi del 2002, l’antenata della Toro Rosso, e la Redbull di oggi? Io non ne vedo nessuna: con quel team Vettel ha vinto una gara e Webber non ha vinto nulla, con la Redbull Vettel ha vinto due titoli mentre Webber...
Va beh, lasciamo perdere, lasciamo stare Webber, mi pare finalmente di non essere più l’unica che non lo vede affatto come un fenomeno, anche se ce n’è voluto di tempo. Stavo parlando di Chandy, come sono finita a parlare di Webbiiii? Permane un mistero, direi. Per chi se lo fosse scordato il sommo Chandy aveva già partecipato antecedentemente a una gara a metà stagione, con un risultato alquanto penoso, prendendolo notevolmente in quel posto dal compagno di squadra e da gente del calibro di Ricciardo e D’Ambrosio. Questo mi sembra che la dica lunga, anche se in effetti come pilota della Lotus Made in Malesia Kovalainen non mi sembra affatto male: finisce spesso quindicesimo o sedicesimo, posizione a cui aspirava anche nel 2009 in McLaren in molteplici occasioni. Non escludo che un giorno o l’altro possa anche vincere una gara, con una media di sedici monoposto davanti alla sua basta che otto piloti forino una gomma e che altri otto rompano il motore quando mancano pochi giri al traguardo, e Kovalainen vincerà finalmente un secondo gran premio.
Tutto questo, una pagina di Word in carattere Arial dimensione 11 (immagino che questo dettaglio, cari lettori, sia di vostro immenso interesse), per dire che la sfida tutta indiana per la conquista dell’ultimo posto ce la possiamo anche togliere dalla testa: la Lotus Made in Malesia non aveva la benché minima intenzione di rimettere in pista Chandy, cosa che tutto sommato mi pare abbastanza logica, quindi l’utente medio pensava rassegnato: “ci sarà in pista soltanto un talento indiano, anziché due”.

Venerdì 28 ottobre, giorno delle prove libere: finalmente l’atmosfera iniziava a delinearsi, ce l’avrebbe fatta Karthyyyy a dominare? Tutti si aspettavano qualcosa del genere e non vedevano l’ora che iniziassero le libere appunto per appurare la spiccata superiorità del loro indiscusso idolo, al volante di una monoposto estremamente performante e competitiva, la gloriosa Hispania Racing as know as HRT, team per cui hanno gareggiato piloti di un certo livello, compreso lo stesso Chandy nella scorsa stagione, e che ha cambiato più piloti in due anni di quanti ne abbia cambiati la Ferrari negli ultimi quindici anni (no, in effetti forse ne ha cambiati di più la Ferrari negli ultimi quindici anni – otto in totale se non ho dimenticato nessuno – che la HRT in due anni che è rimasta ferma a sette) e che di piloti talentuosi ne ha avuti un’infinità, in primo luogo il sommo imbattibile Yammiiii, un vero insulto al talento Made in Japan... A proposito, rassegnatevi: Yammiiii ha la pessima abitudine di ricomparire in pista ad anni alterni, quindi è probabile che la prossima stagione ce lo dovremo sorbire di nuovo.
Dunque, di cosa stavamo parlando? Ah, già, delle prove libere. La cosa più spettacolare è stata scoprire che sono state rimandate per via della presenza di un cane randagio comparso in pista quando le qualifiche dovevano iniziare. Insomma, io non so cosa dire, mi pare che questi cani randagi abbiano un po’ troppe manie suicide. Comunque pare che questo cane, diversamente da quello di Istanbul 2008 che nel bel mezzo della gara di GP2 si fiondò sotto le ruote della monoposto di Bruno Senna, non sia stato investito. È stato inseguito dalla safety car prima di essere cacciato via dalla pista... o almeno così pare, comunque deve essere stato esilarante vedere un cane mentre veniva inseguito dalla safety car. Secondo altre fonti non sarebbe comparso in pista un solo cane, bensì alcuni... in ogni caso non ho dubbi: questi cani indiani sono senza ombra di dubbio dei fan indiscussi di Chandyyyy e di Karthyyyy, avete qualche dubbio per caso? Spero di no, è davvero oltraggioso avere dubbi su queste cose.

Finalmente è iniziata la prima sessione di libere, stranamente il miglior tempo non è stato conquistato dal cane, bensì da Hamilton, che per un mancato rispetto delle bandiere gialle è stato penalizzato con meno tre posizioni sulla griglia di partenza, stessa cosa che è capitata a Perez anche lui per mancato rispetto delle bandiere gialle. Inoltre la Virgin di D’Ambrosio, stando a quanto ho capito, è andata a sbattere da qualche parte; il suddetto pilota peraltro è stato autore dell’ultimo tempo.
A seguire, dopo Hamilton, hanno fatto registrare i tempi immediatamente successivi le Redbull di Vettel e Webber, la McLaren di Button, le Mercedes di nonno Schumiiii e di Rosberg, dopodiché Massa in settima posizione, mentre Ferniiii che aveva fatto in tutto tre o quattro giri era rimasto soltanto 23esimo alle spalle di Karthikeyan. Chandyyyy, che sostituiva Kovalainen nelle libere, ha fatto una prestazione davvero da urlo: il 19esimo tempo è stato suo, un evento di tutto rispetto.

Passiamo alle libere 2. L’impressione è che siano state molto meno movimentate del primo turno, per intenderci stavolta non sono comparsi cani in pista, la safety car non ha inseguito cani, né tantomeno c’erano Chandhok e Karthikeyan in pista. I due talenti indiani sarebbero stati due schegge ma purtroppo non hanno potuto mostrare le loro performance. Gli ultimi tempi a cui potevano ambire sono stati conquistati da Liuzzi e Ricciardo, mentre noto che le Lotus Made in Malesia sono state più veloci delle Mercedes, che si sono potute accaparrare il 19esimo tempo (Rosberg) e il 21esimo (Schumacher).
È stato Massa a conquistare il miglior tempo (sì, c’è scritto proprio esattamente quello che avete letto), seguito da Vettel, Alonso, Hamilton, Webber, Button e a seguire tutti gli altri. Il nostro dubbio a quel punto era uno soltanto: che cosa sarebbe accaduto il giorno successivo al momento delle qualifiche? Abbiamo iniziato a farci fantasie su Karthyyyy che otteneva la pole position, con la triste certezza che era matematicamente impossibile... o no? Solo il tempo ci avrebbe risolto questo dubbio esistenziale che ci impediva di prendere sonno.
Prima che i nostri dubbi potessero essere risolti è sopraggiunto l’orario della terza sessione di libere, che ci ha riservato un’enorme sorpresa: incredibilmente è stato Vettel a conquistare il miglior tempo. Sicuramente ciò è avvenuto per il semplice fatto che non c’era in pista Chandhok, se no il talento Made in India si sarebbe fatto sentire come non mai, avete qualche dubbio? Anche Karthy comunque ha fatto una prestazione più che dignitosa in questo terzo turno: tenendo conto che con un 23esimo posto già avrebbe fatto bella figura, pensate un po’, è stato addirittura 22esimo tenendosi dietro D’Ambrosio e Ricciardo, insomma, una prestazione di tutto rispetto per un paracarro a bordo di una HRT. Intanto qualcuno si chiedeva ancora se tale paracarro, dall’alto della sua scuderia extra-performante, avrebbe potuto puntare alla pole. Qualcuno arrivava a sostenere che, se le posizioni fossero state attribuite al contrario, ciò sarebbe stato possibile... soltanto il tempo ci ha dato una risposta.

Ho acceso su Raidue alle 10,25 di domenica mattina, notando con estremo disappunto che c’era la pubblicità di Tecnocasa al posto di quella del Bostick. Mi sono detta: “speriamo di vederla almeno domani prima della gara”. Dico io, come si può sopravvivere senza la pubblicità del Bostick? È ancora più rilevante di quella della schiuma da barba Intesa Pour Homme (che poi non so perché ci sia stato bisogno di chiamarla Intesa POUR HOMME, c’è per caso qualche donna che si rasa la barba?).
Va bene, va bene, lasciamo stare la schiuma da barba. Finalmente la pubblicità è finita e ho potuto deliziarmi della voce di Mazzoni, il Nostradamus del ventunesimo secolo, che tra gufate effettive e potenziali ci ha messo un certo impegno, le potenziali gufate chissà, mi sono detta, avrebbero magari trovato realizzazione il giorno successivo. Prima delle gufate, però, era necessario che Nostradamus 2 illustrasse la nuova location in cui la Formula 1 è approdata, con un circuito che tutto sommato non mi pare neanche così tanto pessimo come pensavo inizialmente, si è visto senza dubbio di peggio (leggi: Bahrein). L’India pare essere anche un paese carico di personaggi pittoreschi legati al mondo dei motori, in primis l’inimitabile Vijay Mallya. Mazzoni ci ha illustrato per filo e per segno che possiede 44 case in giro per il mondo, 3 yacht, una compagnia aerea e non so cos’altro. Ha parlato inoltre della Force India di cui una certa quota azionaria è stata acquistata da una società indiana e che ora la quota di Mallya è più bassa rispetto al passato. È indiana inoltre la team manager della Sauber, unica donna team manager, di cui non si era più parlato tanto negli ultimi tempi ma che invece era stata nominata parecchie volte all’inizio della stagione. Per non parlare di Karthy, il geniale pilota indiano della HRT, e di Chandy, terzo pilota della Lotus Made in Malesia a cui stranamente la Lotus Made in Malesia non ha voluto dare un volante per questa gara. Chissà perché...
Mazzoni ha anche aggiunto che in India Schumacher è più famoso di Vettel, il che forse non è solo in India. Se andate da mia madre e le chiedete chi è Vettel, la sua risposta sarà più o meno: “CHI?!” Se invece le chiedete Schumacher, invece, sa che si tratta di un pilota, questo ve lo posso assicurare (ma non chiedetele per che team corre, suppongo che abbia molte difficoltà a darvi una risposta, ma del resto l’ultima volta che ricordo che mia mamma abbia guardato un gran premio dall’inizio alla fine Schumacher correva ancora per la Benetton e il giorno dopo io ho raccontato gli eventi di quel gran premio alla mia maestra d’asilo, quindi si trattava di parecchio tempo fa). Mazzoni non ci ha però svelato un mistero che mi sarebbe piaciuto chiarire: se è vero che Schumacher è più famoso di Vettel, in India, è anche più famoso dei due loro grandi talenti Chandhok e Karthikeyan? Purtroppo questo non lo scopriremo mai, ma ciò non ci impedisce di immaginarci che la risposta sia affermativa.

Altro argomento trattato è stato quello dei caschi dei piloti, molti avevano caschi particolari in questa occasione. Cinque piloti avevano caschi con dediche a Marco Simoncelli, che ci ha lasciati domenica 23 ottobre, e al pilota di Indicar Dan Wheldon, che è deceduto circa due settimane prima del gran premio d’India. Questi erano Trulli, Massa, Alonso, Barrichello e Button, con Barrichello che aveva un casco di colori particolari e Trulli che aveva il casco con gli stessi colori di quello del Sic.
Per quanto riguarda altre modifiche ai caschi Mazzoni ci ha anche avvertito che Vettel indossava un casco su cui era stampata una fotografia dei meccanici Redbull (ma generalmente in una gara sì e una gara no Vettel ha un casco “fotografico”) e Hamilton un casco verdastro con un’immagine di Bob Marley. Non ho ben capito in che modo, ma sembra che questo casco sia stato correlato in qualche modo alla “rottura con la sua fidanzata, che è stata confermata anche da suo padre Anthony Hamilton che vedete inquadrato al box della Force India e che è anche il manager di Paul Di Resta” [CIT. Mazzoni]. Peraltro il casco di Hamilton a me sembrava veramente inguardabile, ancora più del casco indossato da Senna che ho notato in un’inquadratura, che rappresentava in cima quello che mi è sembrato un nido di serpenti (ma presumibilmente non era questa l’intenzione di chi l’ha disegnato) con scritto “06 88” o qualcosa del genere, di cui Mazzoni non ha fornito alcun dettaglio.

La Q1 è iniziata terminando ben presto per Glock, che ha potuto percorrere solamente tre giri prima che il cambio lo abbandonasse. Il pilota della Virgin ha conquistato così l’ultima posizione, cosa che ci ha fatto capire che, nemmeno se le posizioni fossero state attribuite a partire dal fondo, Karthy avrebbe ottenuto la pole. Sempre per un problema al cambio Ricciardo ha dovuto sostituirlo quando non avrebbe potuto farlo, per cui sarebbe partito arretrato di cinque posizioni sulla griglia di partenza, nell’improbabile caso in cui ci fossero stati cinque piloti posizionati alle sue spalle.
Nel frattempo il Nostradamus di oggi ha iniziato a dare prova della sua arte gufatoria fin da subito. Quando ha detto che Senna aveva sempre danneggiato la propria vettura in tutte le gare che ha disputato tranne Monza ho alzato gli occhi al cielo, quando ha aggiunto che Kobayashi aveva ottenuto 25 punti nelle prime sette gare, soltanto 2 in seguito e non andava a punti da sei gare li ho riabbassati per lo sconforto e quando ha specificato che Schumacher e Petrov avevano avuto incidenti l’uno con l’altro in tre gran premi precedenti ho pensato che forse un giorno Mazzoni si ritroverà questi piloti ad aspettarlo sotto la cabina di commento, dato che temo che sia in parte dovuto anche alle sue gufate se uno va sempre a sbattere, l’altro non fa punti e gli altri due scambiano i circuiti di Formula 1 per la pista degli autoscontri. Stranamente Nostradamus ha evitato di infierire sulle Toro Rosso e sulle Force India, forse non è un caso che alla fine entrambe le Toro Rosso e Sutil siano arrivati in Q3, mentre tutti i piloti precedentemente nominati no.
A dire il vero Sutil è stato nominato nell’angolo mercato piloti, in cui ci sono state svelate alcune sorprendenti rivelazioni per il futuro:
> pare che il prossimo anno Raikkonen sarà alla Williams, sponsorizzato da qualche sceicco degli Emirati, e che in occasione del prossimo gran premio di Abu Dhabi potrebbe arrivare un annuncio ufficiale;
> la Virgin che, guarda caso, ha confermato Glock ma non D’Ambrosio (ma che casualità inimmaginabile!) per la prossima stagione potrebbe affiancare a Glock un pilota francese che ha come manager l’ex pilota Olivier Panis, il nome di questo giovane pilota francese – la cui età e il cui curriculum motoristico non ci sono ancora stati narrati per filo e per segno – sarebbe qualcosa tipo Pic o Pik o Pig, così almeno mi è parso di capire;
> Sutil rischia il posto alla Force India, in quanto potrebbe essere sostituito dal pilota di riserva Hulkenberg; pare che Sutil voglia discutere la cosa con i vertici della Force India... chissà se lo farà armato di bottiglia rotta!

Temo di essermi allontanata troppo dal tema scottante di cui mi stavo occupando in origine, ovvero della Q1. Ho già fatto qualche spoiler a proposito di come è andata a finire per diversi piloti, ma non ho ancora narrato il succo essenziale della prima sessione di qualifiche.
Tutti sono scesi in pista sulle gomme dure, inizialmente, e i tempi erano piuttosto sorprendenti, addirittura Karthikeyan per un certo periodo è stato più veloce delle Mercedes. Mi stavo giusto chiedendo che diamine fosse capitato quando è stato svelato l’arcano: con le gomme soft i risultati cambiavano radicalmente, per fortuna di Button che fino a quel momento aveva rimediato una 15esima posizione. La situazione ha iniziato a tornare molto simile alla normalità, con i sei piloti dei nuovi team che guarda caso erano andati a finire nelle ultime sei posizioni.
La sorpresa è indubbiamente stata il pilota di casa: Karthy ha sorpreso tutti quelli che credevano sarebbe arrivato ultimo come al solito. Accantonando la filosofia indiana giusto per il weekend di casa ha strappato un clamoroso 22esimo tempo, relegando D’Ambrosio in 23esima posizione, in perfetta linea con la filosofia belga, che sembra essere quella di arrivare penultimo. Si è salvato dall’ultima fila e il suo 22esimo tempo gli avrebbe fornito addirittura una 21esima posizione sulla griglia di partenza, in quanto Ricciardo che è stato 21esimo era accreditato dell’ultima posizione dovendo essere retrocesso.
In terzultima fila si sono posizionati naturalmente Kovalainen in 19esima posizione e Trulli 20esimo, un copia e incolla della maggior parte delle qualifiche di questa stagione e anche della scorsa, mentre l’unico pilota estraneo ai nuovi team precipitato fuori alla prima sessione è stato Kobayashi, uno degli obiettivi preferiti dalla gufata del Nostradamus delle telecronache.
Con le gomme soft Petrov aveva ottenuto il miglior tempo, dimostrando tutto il potenziale della Lotus Renault. Come no! Il potenziale della Lotus Renault mi pareva lievemente inferiore e quel miglior tempo più dettato dalla legge del caso che da altro.
Da rimarcare anche la strabiliante performance della Ferrari, che pare avere mandato in pista Massa con un treno di gomme soft all’ultimo minuto, in modo da consumare le gomme senza che riuscisse a far registrare un qualsiasi tempo... Tipica strategia in perfetto Ferrari Style, direi.

Si è passati alla Q2, dove parecchi dubbi sarebbero stati svelati. Purtroppo l’idolo di casa Karthyyyy non sarebbe più stato presente in pista, cosicché non avrebbe potuto dimostrare le proprie elevatissime performance, che un giorno lo faranno entrare nell’olimpo motoristico dei piloti più sorprendenti di sempre, in abbinato a gente tipo Yammiiii.
Le cose non parevano ancora molto delineate, con i top team che di sicuro potevano puntare alla Q3 (e per top team intendo Redbull, Mclaren e Ferrari), mentre gli altri che erano ancora in una posizione di incertezza, in quanto potevano passare tranquillamente le Force India oppure le Lotus Renault a seconda dei casi. Ah ah, le Lotus Renault in Q3? Ma non diciamo cavolate! Però senza ombra di dubbio le Toro Rosso, se non fossero state soggette a gufate mazzoniane, avrebbero avuto molteplici speranze. Con mia notevole sorpresa Nostradamus non si è accorto per lungo tempo delle discrete performance delle due monoposto di Faenza, evitando di sottoporle alle pressioni della gufata e, di fatto, permettendo loro l’accesso alla Q3.
Sono rimasti fuori in Q3: Petrov (che aveva fatto lo stesso identico tempo di Alguersuari, ma dato che quest’ultimo l’aveva fatto registrare prima era stata attribuita a lui la decima posizione) che comunque sarebbe stato retrocesso di cinque posizioni per il contatto provocato con Schumacher nella gara precedente, Schumacher che aveva ottenuto il dodicesimo tempo e a seguire Di Resta, Maldonado, Senna, Barrichello e Perez, con quest’ultimo che in ogni caso sarebbe stato retrocesso di tre posizioni per via delle bandiere gialle ignorate nelle libere del venerdì.
A quel punto sono passati in Q3 i due piloti della Redbull, i due della Mclaren, i due della Ferrari, Rosberg, Sutil e le Toro Rosso.

L’ultima sessione di qualifica è iniziata nel modo più tranquillo e normale, poi, non appena Massa è stato inquadrato, Nostradamus si è dedicato a una rosea previsione: Felipe stava disputando un ottimo weekend, su una pista che ricordava vagamente quella della Turchia, e poteva fare un ottimo risultato e poteva senza ombra di dubbio puntare a posizionarsi davanti ad Alonso. In quel momento ho provato il desiderio di sotterrarmi. Purtroppo non c’era terra nel salotto di casa mia, quindi non ho potuto farlo. Da lì in poi ho capito che il destino di Felipe era tristemente segnato: la gufata mazzoniana, su di lui, ha sempre fatto effetto. Mi stavo chiedendo cosa gli sarebbe successo e mi stavo convincendo quasi che non sarebbe capitato nulla di grave, semplicemente sarebbe finito più indietro del dovuto come al solito. Invece no: praticamente quando mancava un nanosecondo alla fine delle qualifiche gli è capitato uno di quegli eventi che pensavo potessero capitare soltanto a Montoya nei rari casi in cui non era andato a sbattere per i fatti suoi contro qualche muretto o più frequentemente contro le vetture degli altri piloti.
Massa ha rotto una sospensione su un cordolo ed è andato a schiantarsi fuori pista, rallentato dal terreno che costeggiava la pista. A proposito del terreno in questione, ogni volta che qualcuno ci passava sopra, cosa abbastanza frequente dato che la maggior parte hanno passato tanto tempo nelle vie di fuga quanto in pista, si alzava un polverone tale che sembrava di vedere il fumo che usciva dal retrotreno della Mclaren di Raikkonen in qualsiasi gara del 2004.
La sessione è stata interrotta anzitempo senza che il risultato potesse in qualche modo cambiare radicalmente: pole position a Vettel, con il secondo tempo conquistato da Hamilton che per la penalità di cui ho già parlato sarebbe stato retrocesso in quinta posizione. In seconda posizione sarebbe quindi scalato Webber che aveva il terzo tempo, in terza posizione sarebbe risalito Alonso che era quarto, dopodiché Button. Quinto quindi Hamilton, seguito dai piloti che si erano posizionati dalla sesta posizione in poi: Massa e Rosberg, con dietro Sutil, Buemi e Alguersuari che non avevano fatto registrare alcun tempo, anche se Sutil un giro di pista mi pare che l’abbia fatto.
Una delle emozioni più forti del sabato è stato comunque quando hanno intervistato Hermann Tilke: non avevo mai visto quale fosse il suo aspetto e ho scoperto con estrema sorpresa che somiglia vagamente a un professore che ho avuto lo scorso anno all’università, il cui esame l’ho passato con una misera sufficienza.

Toglietemi tutto, ma non l’orribile pubblicità del Bostik! Anche la domenica mi sono ritrovata a vedere lo spot della Tecnocasa invece che quello a cui mi ero ormai abituata prima che gli orari di Giappone e Corea facessero sì che mi piazzassi davanti al televisore giusto in tempo per vedere la partenza e non dieci minuti prima. La prima cosa che ho sentito, prima dello spot Tecnocasa, è stata la mancanza del cordiale saluto. Il nostro Nostradamus infatti non dice più da tempo immemorabile “un cordiale saluto”, ma “buona domenica”, e sento irreparabilmente la mancanza del suo cordiale saluto che è stato con noi nel corso degli anni.
Altra cosa piuttosto sconcertante è stata scoprire che sul circuito dell’India, che è stato completato circa una settimana fa, le curve non hanno nomi contorti, bensì sono riconosciute soltanto con delle diciture numeriche (curva 1, curva 2, eccetera)… mi aspettavo chissà quali nomi strampalati e invece niente! Sono sopravvissuta, sperando che Mazzoni potesse sopperire all’assenza di stranezze facendo qualche dichiarazione di particolare interesse. Oppure, in alternativa, ho sperato che fossero in grado di consolarmi il casco di Bob Marley e quello del nido di serpenti che senza dubbio non era un nido di serpenti.
Prima della partenza Mazzoni ha iniziato a parlare a raffica, avendo iniziato millemila discorsi mentre le luci rosse stavano per spegnersi, e tra le varie cose ha riscontrato come Webber in genere avesse perso posizioni in partenza, se non sbaglio per undici occasioni in questa stagione. Nostradamus ha anche osato sovvertire le leggi della Formula 1, insinuando che le prestazioni di Vettel siano superiori a quelle del compagno di squadra. Mazzoni, come ti permetti?! Webber è un fenomeno di prima qualità e c’è da sorprendersi che non abbia ancora vinto dieci titoli, ma dopotutto è una giovane promessa, ha solo trentacinque anni e corre in Formula 1 da dieci anni, era troppo presto per dimostrare che lui è il futuro della F1!
Vettel ha mantenuto la posizione, con Webbiiii che è riuscito per un pelo a non farsi sorpassare da Ferniiii. Nel frattempo Button, che se ne stava lì a fischiettare con aria indifferente, si è avvicinato prendendosi la posizione sul Ferrari Man, per poi andare a prendere anche Webber di lì a poco. Webbiiii non ha perso posizioni nelle immediate fasi della partenza, ma una se n’è andata immediatamente non appena Button gli ha strappato la seconda piazza, dimostrando che la seconda posizione nella classifica piloti non è ancora stata assegnata definitivamente, ma lui ci sta andando molto vicino, casomai qualcuno avesse ancora dei dubbi. L’ex paracarro si è messo all’inseguimento di Vettel, senza però riuscire ad avvicinarsi eccessivamente, dato che il pilota della Redbull stava ormai andando via. Seguiva quindi Webber, dopodiché le Ferrari del Ferrari Man e del Ferrari Baby, con dietro Hamilton, Rosberg, Schumacher che aveva recuperato varie posizioni in partenza, Sutil, Senna, Alguersuari e Buemi.

Nelle retrovie erano capitati parecchi casini, intanto: Kobayashi, soggetto alle gufate del moderno Nostradamus, stavolta era andato a finire peggio del solito, in testacoda alla prima curva, andando addosso a qualcuno che mi pare fosse Barrichello e coinvolgendo anche altra gente, dato che Barrichello e Perez si sono immediatamente recati ai box e che Glock di lì a poco s’è ritirato. Anche Petrov è subito rientrato dopo un giro, sostituendo le gomme hard che aveva con le soft. Di conseguenza ha fatto con le soft quasi tutta la gara, dal momento che è tornato a montare soft anche al secondo pit-stop.
Sempre nelle fasi della partenza anche Trulli è finito in testacoda in un contatto con una non meglio precisata HRT, mentre proprio le HRT avevano recuperato in partenza un certo numero di posizioni, con il genio indiano che stava facendo una prestazione neanche tanto inferiore a quella standard di Liuzzi e Ricciardo. Se non sbaglio aveva recuperato qualcosa come otto posizioni, per il momento, anche grazie al groviglio di vetture che c’era stato all’inizio della gara.
Naturalmente non appena ho scoperto che era stato Kobayashi l’unico ritirato al momento del via (Glock si è ritirato un paio di giri più tardi, mi è parso di capire) mi sono chiesta per quale ragione il sommo telecronista insista a gufarlo ormai da mesi, ma poi mi sono resa conto che il sommo telecronista non si limita a gufare Koby: la gufata è un’arte per lui e quando è diretta nei confronti dei soggetti più esposti in genere produce effetti sconsiderati. Visto le osservazioni che aveva fatto in qualifica sono già stata abbastanza sorpresa dal fatto che Petrov e Schumacher non si siano tamponati a vicenda “come è già successo tre volte in questa stagione” e che Senna non abbia “danneggiato la propria vettura come in tutte le gare a parte Monza”. Purtroppo però per Kobayashi c’era ormai ben poco da fare e chissà se almeno ad Abu Dhabi e a Interlagos riuscirà a portare a casa qualche punto.

Nel frattempo Webbiiii ha deciso di dare dimostrazione che anche lui aveva qualcosa da dire e che avrebbe dato il proprio contributo all’andamento della gara, cosa che si ricorda in media per cinque o sei giri a ogni gara, e ha provato a strappare la seconda posizione a Button. Chiaramente dopo questi giri è caduto nuovamente nel dimenticatoio e dopo il secondo giro di pit-stop sarebbe stato superato anche da Alonso.
Button, invece, procedeva in seconda posizione, sempre più vicino, anche se non ancora matematicamente, al secondo posto nel mondiale, un mondiale in cui, a mio parere, si merita davvero il secondo posto e, se ce ne fossero state le circostanze, probabilmente avremmo potuto vederlo lottare per il titolo con Vettel. Briatore, quando lo definì “paracarro”, penso proprio che stesse esagerando di gran lunga.

Dopo dieci giri di gara si è ritirato Maldonado. Era fuori dalla zona punti, piazzato dietro alle Toro Rosso e alla Lotus Renault di Senna, e via radio gli comunicavano facendo un certo fracasso di tentare il sorpasso, dicendogli che era più veloce e ce la poteva fare.
La gara di Pastor è finita mestamente, fuori pista, quando è stato messo fuori gioco da un problema tecnico.
Anche Buemi è stato soggetto a un problema tecnico, se non vado errata la rottura del motore, mentre si trovava nelle posizioni finali della zona punti, non prima di essere soggetto a una gufata che sarà inserita nella Platinum Collection a fine commento.

A differenza di Button di cui ho parlato poco fa, la gara di Hammiiiii non è stata particolarmente calma. Mentre si avvicinava la metà dei cinquantotto giri previsti era ormai a ridosso di Massa (e ciò ha sottoposto entrambi alle sconcertanti gufate di Nostradamus Secondo) e l’attrazione gravitazionale tra i due si è rivelata ancora una volta fatale.
Mentre mi cascavano le braccia ho ammirato Hammiiii che sorpassava Feliiii, o meglio che ci provava, dal momento che Feliiii in versione distruttore ha tentato di opporre resistenza. Era già abbastanza strano che opponesse resistenza a un tentativo di sorpasso, in effetti, quindi non si poteva pretendere che lo facesse anche nel modo adeguato... ma niente, speravo che non si toccassero, anche se ero a conoscenza dell’impossibilità della cosa.
Di fatto Feliiii ha finito per tagliare la strada all’avversario, cosa che ha portato i due all’ennesimo tamponamento. Peccato che quei due siano uomini entrambi, mi sono detta, se no farebbero davvero una coppia perfetta! ^^
Hamilton ha forato e ha perso posizioni, mentre Felipe ne ha perse successivamente quando è stato penalizzato con un drive through per il contatto. La sua gara, in ogni caso, non è durata per molto. Praticamente a metà gara si è ritirato, dopo che per la seconda volta in due giorni è finito su un cordolo rialzato.
Successivamente lo si è visto tornare ai box a piedi, col casco in testa come Raikkonen quando si ritirava da una gara, e ad un certo punto c’era accanto a lui suo fratello, nonché sosia, che inizio a sospettare porti un po’ sfiga: ogni volta che lo inquadrano ai box generalmente le gare di Felipe vanno male! Sì, ora mi direte: le gare di Felipe vanno quasi sempre male, quindi non c’entra il fratello. Ma vi ripeto, quando c’era il fratello ai box, le cose tendevano ad andare peggio del solito anche all’epoca in cui le gare che per Felipe andavano male erano la minoranza (ovvero in quel periodo ormai dimenticato in cui lui e Hamilton, anziché scontrarsi ad ogni gara, si stavano giocando un mondiale).
Hammiii, per tornare a lui, dopo è stato per un certo tempo dietro alla Toro Rosso di “Alghersauro”, per poi riuscire finalmente a superarlo, portandosi in settima posizione.

Ricapitoliamo: primo c’era Vettel, qualora aveste qualche dubbio, secondo Button, qualora aveste ancora qualche dubbio, dopodiché Alonso, Webber e, a una certa distanza da chi li precedeva, le Mercedes di Rosberg e Schumacher.
Mazzoni ha osservato come Hamilton, a circa 15-16 secondi di distacco da Rosberg quando quest’ultimo aveva appena effettuato l’ultima sosta (ed era quindi sesto, dato che Schumacher non si era ancora fermato) avrebbe potuto superare entrambe le Mercedes non appena queste avessero avuto problemi di gomme. Naturalmente mi sembrava un po’ strano che Hamilton potesse raggiungerli e i problemi di gomme non mi sembravano evidenti dato che Schumacher è stato l’ultimo a rientrare, tra i piloti nelle zone alte, e prima di rientrare era più veloce di Rosberg. Ha recuperato parecchio in quei giri, dato che i problemi di gomme erano evidentemente inesistenti, per una volta, ed è uscito dai box palesemente davanti al compagno di squadra.

Schumacher, Rosberg, Hamilton e Alguersuari erano stabilmente in quinta, sesta, settima e ottava posizione. Dopo di loro c’era Sutil e Perez è entrato in top ten in extremis, quando Senna che era decimo se non sbaglio (sì, doveva essere decimo dato che era davanti a Perez) è rientrato ai box per l’ultima sosta a pochi giri dalla fine, dopo che Mazzoni aveva fatto notare che era su una strategia su una sosta sola (cosa matematicamente impossibile, dato che fino a quel momento si era fatto tutta la gara su una sola mescola di gomme, ma evidentemente Mazzoni non ricordava l’esistenza del regolamento).

A fine gara Vettel ha confermato il giro veloce che unito a pole position, gara condotta in testa dall’inizio alla fine e vittoria faceva sì che conquistasse il primo grand chelem della sua carriera, con grande gioia di Mazzoni che da tempo immemore elencava a ogni gran premio statistiche sul grand chelem, in attesa che qualche pilota lo ottenesse (l’ultimo, qualora non ve ne foste accorti nonostante le millemila volte in cui è stato ripetuto, era stato Alonso a Singapore nella passata stagione).

Prima di arrivare però al riassunto delle posizioni, ecco la Platinum Collection di Nostradamus che vi avevo promesso prima:
1) Kobayashi si è ritirato dopo che Mazzoni aveva ricordato nelle qualifiche che non otteneva punti da ben sei gare;
2) poco prima della partenza vi è stata la segnalazione che per undici volte Webber aveva perso posizioni in partenza, e infatti dopo poche curve anche stavolta Mark è stato superato da Button;
3) Buemi s’è ritirato dopo un’osservazione a proposito dell’ottima gara che stava facendo la Toro Rosso;
4) The best of the best! Mentre Hamilton si avvicinava a Massa il nostro Nostradamus ci ha ricordato come tra i due vi fossero stati numerosi incidenti nel corso della stagione;
5) “l’incidente tra Hamilton e Massa ha mostrato la solidità delle monoposto e specie della Ferrari”: puntualmente la solida monoposto di Massa uscita intatta dall’incidente non è uscita altrettanto intatta dal passare sopra un cordolo;
6) Kovalainen in 12esima posizione, sarebbe stata la miglior posizione ottenuta dalla Lotus Made in Malesia in questa stagione... se non fosse che dopo dieci secondi o giù di lì il finlandese è stato superato da Petrov;
7) un’osservazione poco azzeccata è stata che la Lotus Renault sono monoposto dall’elevata velocità e dalle prestazioni performanti: entrambi i piloti sono arrivati fuori top ten.

Rimangono sorprendenti alcune cose:
1) nonostante ieri Mazzoni in qualifica avesse detto che generalmente Schumacher otteneva buoni risultati sulle piste nuove entrate nel mondiale, è arrivato quinto per giunta davanti al compagno di squadra;
2) la gufata sulle Toro Rosso ha fatto effetto soltanto su Buemi, non producendo danni di particolare entità su Alguersuari;
3) nonostante già da dieci giri prima della gara stava considerando che Vettel avrebbe potuto ottenere un grand chelem (con grande eccitazione, come ogni volta che capita l’occasione di parlare del grand chelem), nessuno è riuscito a strappargli il giro veloce.

Risultati:
11. Sergio Perez - Suaber-Ferrari - 1'40"874
12. Vitaly Petrov - Lotus Renault - 1'40"919
13. Sebastien Buemi - Toro Rosso-Ferrari - 1'41"009
14. Bruno Senna - Lotus Renault - 1'41"079
15. Jaime Alguersuari - Toro Rosso-Ferrari - 1'41"162
16. Kamui Kobayashi - Sauber-Ferrari - 1'41"240
17. Pastor Maldonado - Williams-Cosworth - 1'41"760*

Classifiche:
PILOTI: 1) Vettel 364, 2) Button 240, 3) Alonso 227, 4) Webber 221, 5) Hamilton 202, 6) Massa 98, 7) Rosberg 73, 8) Schumacher 70, 9) Petrov 36, 10) Heidfeld 34, 11) Sutil 28, 12) Kobayashi 27, 13) Alguersuari 26, 14) Di Resta 21, 15) Buemi 16, 16) Perez 13, 17) Barrichello 4, 18) Senna 2, 19) Maldonado 1.
TEAM: 1) Redbull 595, 2) McLaren 52 3) Ferrari 325, 4) Mercedes 143, 5) Lotus Renault 72, 6) Force India 49, 7) Sauber 41, 8) Toro Rosso 41, 9) Williams 5.

NB. Classifiche da verificare.

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