domenica 15 gennaio 2012

[Dal vecchio blog] Memories of Hungaroring

03/08/2010
Mie carissime safety car che investono Taki Inoue, sono sicura come non mai che ultimamente abbiate sentito la mia assenza. Vi chiedevate indubbiamente “Ma dov’è andata a finire la LadyB? È andata in vacanza o è stata invitata alla festa di compleanno di Ferniiiii per via del suo articolo?” Ho visto che nel frattempo avete visitato il mio blog, così per ricompensarvi ho deciso di darvi prova del fatto che non sono sparita.Difficile che si possa definire articolo quell’ultima pubblicazione, ma lasciamo stare. E comunque non ero in vacanza. Diciamo solo che ho anche altro da fare oltre che scrivere su blog e forum e che ogni tanto dovrete rassegnarvi alla mia assenza. Tanto il mio blog è aperto anche quando non ci sono io ad aggiungere novità e la roba vecchia non la cancello.
Dunque, occupiamoci come da rito dell’Hungaroring e del gran premio d’Ungheria e dei suoi ultimi 10 anni di storia (nell’epoca pre-1999-2000 non avevo ancora sviluppato un’ottima collocazione temporale e per me un gran premio esisteva in quanto tale senza bisogno di collegarlo a una località) e posso anche andare con calma dato che il campionato di F1, a differenza di me, è in vacanza e non ci saranno altri sviluppi, dato che conto sulla speranza che quest’anno non ci saranno le telenovele di qualche anno fa a proposito di rivalità tra compagni di squadra, polverine, fotocopie e quant’altro…

Il gran premio d’Ungheria una volta suscitava in me una notevole sensazione di attesa. Negli ultimi anni, però, mi è entrato nella lista nera dei gran premi. La ragione è una sola: una volta c’erano tre settimane senza gran premi prima dell’Ungheria. Oggi ci sono tre settimane senza gran premi dopo l’Ungheria. Anzi, ora ce ne sono quattro, di settimane. Credo che il fatto che l’Hungaroring non mi faccia impazzire abbia una spiegazione più che logica.
Si tratta di un circuito introdotto nel mondiale di Formula 1 negli anni ’80, su cui nel corso delle stagioni sono capitati anche numerosi fatti degni di nota. Uno di fatti è quello che ha consegnato Taki Inoue al ricordo di molti appassionati.
Ma lasciamo perdere Inoue che fa parte dell’epoca in cui io ignoravo della sua stessa esistenza (da piccola nutrivo un certo disinteresse per i piloti che non guidavano né la Benetton, né la Ferrari, né la McLaren, né la Williams – uniche scuderie che conoscevo per nome, e peraltro ci sono soggetti che in quegli anni pur essendo stati piloti di queste scuderie erano per me l’ignoto, è il caso tanto per citarne alcuni di Jos Verstappen e Michael Andretti – specie quest’ultimo della cui esistenza sono venuta a sapere dopo circa 10 anni che si era ritirato dalla F1).

Vediamo di partire dagli ultimi 10 anni e di tirare fuori un po’ di ricordi scolpiti nella mente a proposito di campionati mondiali vinti in anticipo, prime vittorie, ruote male imbullonate che si innalzavano in volo… Che quest’ultimo sia solo un ricordo non proprio, dato che quest’anno addirittura sono venute meno le tre condizioni necessarie al fatto che una ruota male imbullonata prenda il volo. Ricapitoliamo. La storia passata da pochi anni del GP d’Ungheria prevedeva che, perché fosse possibile che una ruota si staccasse da una monoposto, dovessero avvenire in simultanea queste tre condizioni:
1) la vettura doveva essere una Renault;
2) doveva essere guidata da Alonso;
3) doveva essere in condizioni tali da poter vincere o almeno arrivare tra i primi tre.
Quindi mi sono detta: quest’anno di Renault ce ne sono in pista, è possibile che Alonso possa arrivare tra i primi tre, ma non essendo possibile avere Alonso a bordo di una Renault non dovrebbe capitare nulla.
Non avevo sovvenuto che tra i team c’è una sorta di new entry che in quanto a ruote male imbullonate si prospetta ancora più brillante della Renault. Ma non è di questo che voglio parlare (non in questa discussione, almeno).

Passiamo alla storia recente dell’Hungaroring. Metto in azione la mia mente e vado a scavare nel passato… Sì, eccoci! Ce l’ho un primo ricordo specifico del GP d’Ungheria, di gran lunga successivo all’epoca in cui già riuscivo a collegare i gran premi alle località in cui si svolgevano (capacità che ho sviluppato abbastanza tardi, più o meno verso gli 11 o 12 anni). Dobbiamo fermarci al 2001 (anche se del 2000 ho il ricordo che vinse Hakkinen, non saprei dire se per memoria storica o se perché l’ho letto centinaia di volte). 2001, l’anno in cui, una volta giunto in Ungheria, Michael Schumacher s’impose e ottenne vittoria e 4° titolo mondiale. Mancavano ancora quattro gare alla fine e all’epoca facesse scalpore un anticipo così largo nella vittoria del titolo. Per ritornare a un pilota che già in agosto era campione del mondo bisogna tornare indietro fino al 1992. Anche nel 2002 la gara si svolse dopo tre settimane di stop. Stavolta fu di nuovo una Ferrari ad imporsi, con la vittoria di Barrichello. Di cui, seriamente, non ho ricordi molto marcati.

Il mio ricordo più scolpito è quello del 2003. Anche perché quel giorno, nella mia mentalità di 15enne, per non “sfigurare” per via dei miei gusti sportivi in fatto di sport, feci credere a una persona per me rilevante che anch’io tifavo Valentino Rossi proprio come lui, il che naturalmente non è vero.
Ricordo che poco prima che iniziasse la gara, io, mio padre e mia nonna stavamo parlando delle probabilità di vittoria.
Mio padre osservò: “Possibile che vinca Coulthard oggi.”
Io ammisi che tutto sommato era possibile.
Occhiataccia da parte di mia nonna: “Ma che cosa dici? Oggi vince Schumi!”
Frase che ovviamente al giorno d’oggi sarebbe stata “oggi vince Alonso”. Frase che se mia nonna l’avesse pronunciata quel giorno l’avrebbe consegnata alla memoria dei pronostici azzeccati. Ma purtroppo all’epoca erano in pochi ad avere ben chiaro chi fosse Alonso.
Conclusione: prima vittoria per la Renault dopo il ritorno in F1, prima vittoria in carriera per Alonso che all’epoca diventò il più giovane pilota ad avere mai vinto una gara, record che ad oggi appartiene a Vettel.

2004. L’epopea della Ferrari giunge al culmine con la gara che segna matematicamente la vittoria del titolo costruttori da parte della Ferrari, dopo una vittoria di Schumacher non ancora ufficialmente campione del mondo (ma ufficiosamente sì, dato che l’unico pilota che ancora poteva batterlo era Barrichello) almeno per un altro paio di settimane.

La gara del 2005 invece ha segnato un altro evento epocale. Dovete sapere che ho passato tutto il periodo tra i 10-11 anni e i 16-17 anni a parlare con una mia amica di F1. Il problema: la mia amica in questione ne sapeva ben poco dato che non si era mai vista una gara in vita sua.
Il giorno successivo al GP d’Ungheria ci vedemmo e le chiesi come avesse passato la domenica. Stavo per fare un salto sulla sedia per poi rendermi conto di essere il piedi, nel momento in cui disse: “Poi mi sono messa a vedere l’ultima parte della gara di Formula 1…”
Restai pressoché a bocca spalancata e da allora ricordo quella gara come quella in cui Eli ha iniziato a seguire la F1. Prendendosi al momento una cotta per Raikkonen, che in quell’occasione portò la McLaren alla vittoria.

Anno 2006: il caos si abbatte sull’Hungaroring. Tutto inizia con una novità. Robert Kubica al posto di Villeneuve che, a detta del team, salterà la gara per le conseguenze fisiche riportare dopo un incidente nella gara precedente. La realtà sembra essere ben diversa dal momento che per Villeneuve è la fine definitiva della propria carriera in Sauber e poi BMW (carriera di cui non ricordo molte cose eccezionali, a parte la sua difficoltà nel distinguere l’acqua dall’urina proprio nella stessa occasione in cui Massa aveva difficoltà a distinguere la bottiglia di Villeneuve da un water).
Durante il primo turno di libere Alonso supera una vettura con le bandiere gialle. Risultato: penalizzato, ai suoi tempi che farà in tutte le sessioni di qualifiche verranno aggiunti due secondi. Nemmeno il tempo di chiedersi: “e questa penalità da dove diamine salta fuori? chi se l’è inventata una cosa del genere?” che in casa Renault iniziano con le loro accuse: “la Ferrari ha comprato la vittoria, ha pagato per farci penalizzare, ci stanno danneggiando”…
Tutto si risolve con una figuretta da poco, perché la Ferrari che aveva comprato la vittoria e pagato per far penalizzare la Renault a detta dei vertici del team riceve lo stesso trattamento quando nel terzo turno di libere è Schumacher a commettere un’infrazione similare a quella di Alonso.
Ancora un dubbio aleggia nella mia mente in merito a chi si fosse inventato una penalità che non si era mai vista né prima né dopo anziché il solito arretramento di un tot di posizioni. Anche perché l’unico risultato effettivo che ha dato è stato quello di far uscire Alonso e Schumacher dalla top ten prima della Q3 anziché dopo come sarebbe potuto succedere o sarebbe successo con 5 o 10 posizioni di penalità.
Potete immaginare il proliferare di polemiche, ma fortunatamente la gara del giorno successivo ci ha permesso di dimenticarcelo.
Il giorno dopo è il compleanno di Liuzzi, tra le altre cose, e proprio Liuzzi sta per essere doppiato da Raikkonen (leader) quando quest’ultimo, si dice per difendersi dagli attacchi di De La Rosa (suo compagno di squadra che doveva ancora fare il pitstop e sul cui attacco ho seri dubbi) mentre controlla la situazione dietro negli specchietti praticamente travolge il pilota della Toro Rosso. Risultato: doppio ritiro.
Tra un casino e l’altro, tra la pioggia e tutto il resto, ecco che Alonso giunge in prima posizione. Con un vantaggio notevole su Button che fa ben sperare. Ma l’imprevisto è dietro l’angolo. Quando finalmente il pilota della Renault rientra ai box per il pitstop, nella foga di rimandarlo in pista il prima possibile accade ciò che non avrebbe dovuto accadere: subito dopo l’uscita dai box, la gara di Alonso termina con una ruota male imbullonata sul punto di staccarsi mentre lui parcheggia in una via di fuga.
La strada sembra spianata per Button, che si ritrova in testa. Alle sue spalle intanto prosegue il caos. E prosegue soprattutto dal momento in cui Schumacher, che sta terminando la gara su gomme ormai logore (aveva smesso di piovere e nel dubbio sulla necessità di intermedie o gomme d’asciutto mentre riforniva non gli avevano cambiato gomme nell’indecisione… non commento neanche) inizia a perdere posizioni a ripetizione. Finisce che si ritira. Button come ho già detto era leader, dietro di lui arrivano De La Rosa e Heidfeld. Heidfeld, con la vittoria di Button (prima vittoria in carriera, con la Honda), passa automaticamente al primo posto nella classifica dei piloti arrivati tante volte tra i primi tre senza mai vincere. È l’unica gara della stagione in cui a imporsi non è né un pilota Renault né un pilota Ferrari.

2007, un dubbio che aleggia nell’aria: anche quest’anno ci saranno polemiche? E una notizia che mi spiazza: il giorno delle qualifiche dovrò andare al mare. Ora, io abito a un’ora di macchina di distanza dal mare, e la notizia me la comunica mia madre tipo alle otto di mattina: “ah, adesso ci prepariamo e poi andiamo al mare”.
Per fortuna c’è Eli (quella che ho già citato poco fa) che via SMS mi comunica tutte le notizie relative alle qualifiche. E tutto sommato non è neanche stato così male perdermele. Quello che purtroppo non ho potuto perdermi sono state le due settimane successive sull’argomento “rivalità tra Alonso e Hamilton”. E naturalmente la gara, perché sia chiaro che quella me la sono guardata (ero a casa mia, e se anche non lo fossi stata avrei trovato modo di guardarmela in un modo o nell’altro).
Insomma, la storia è quella dei presunti rallentamenti che non si sa bene quale dei due piloti abbia rallentato l’altro, con il team che si schierava spudoratamente dalla parte di uno insistendo per una penalità all’altro (nella storia della F1 dubito che sia mai successo che il team stesso voglia far penalizzare un proprio pilota).
La gara tutto sommato non è stata neanche particolare, sono arrivati tutti pressoché nelle posizioni in cui erano partiti, il che comporta che non ci sia stato un eccessivo movimento. Segnalo anche che in quell’occasione rientrava Yamamoto alla Spyker dopo che ci eravamo già scordati momentaneamente di lui.

L’edizione del 2008 me la ricorderò perché ero io a informare Eli dei risultati. Lei era appena atterrata in aeroporto a Palma di Maiorca e io le mandavo SMS a ripetizione per informarla di come stava andando la gara. Poi me la ricorderò per un altro motivo, che stavolta ha consacrato mio padre al ruolo di premonitore in anticipo di vittorie di gran premi. Peraltro uno dei pochi casi in cui ci ha azzeccato, dato che negli anni precedenti ad ogni gara era puntualmente che avrebbe vinto Coulthard, specialmente dal momento in cui Coulthard non ha più vinto una gara.
Stava guardando la TV, mio padre, e mi chiede i risultati delle qualifiche, il sabato prima di cena. Quando gli dico che Kovalainen partirà secondo ed esprimo sorpresa per quello che mi sembra un risultato memorabile, ottenuto da lui, mio padre dice: “Andrà proprio a finire che vince Kovalainen…”
Se non avessi già rischiato lo svenimento nel vedere il quoziente gufativo (ovvero la propensione a gufare in maniera smodata – non che avessi dubbi in proposito, dopo Montecarlo 2000) di Mazzoni e company, probabilmente avrei potuto rischiarlo al momento di vedere Kovalainen che tagliava il traguardo in prima posizione.
Tutto inizia con una prima fila Mclaren. Al momento del via Massa scavalca Kovalainen e Hamilton e poco dopo i distacchi tra l’uno e l’altro sono già notevoli. Nelle prime posizioni non avviene nulla di eclatante per circa metà gara, quando all’improvviso Hamilton che era secondo si ritrova con una gomma forata. Dopo il forzato pit stop ha perso circa tre posizioni. Con Kovalainen che si è ritrovato magicamente secondo.
Dato che le distanze si facevano abissali e che al momento il ruolo di Mazzoni, Capelli e soci era quello di commentare qualcosa, hanno optato per l’esaltazione incondizionata del leader di gara e hanno attaccato con: “la vittoria di Massa è un risultato importante a distanza di vent’anni dalla morte di Enzo Ferrari, eccetera eccetera eccetera” che sembrava che stessero commentando una gara già finita. Quando poi è stato notato che c’era Kubica 9° che era la BMW meglio piazzata, il quoziente gufologico si andava a incrementare nettamente.
Non so se ci abbiate mai fatto caso, ma negli ultimi anni la pronuncia della frase “il tal dei tali è 9°, la miglior piazzata delle BMW se la gara finirà in queste posizioni” ha provocato un risultato inequivocabile che ha reso il telecronista esperto nelle gufate di questo stampo.
Primo caso accertato: USA 2007, a gara decisamente inoltrata Mazzoni dice che Vettel e 9° e non c’è nessuna BMW in zona punti, aggiunge poi una fugace osservazione sul fatto che Rosberg è in zona punti e sta conducendo un’ottima gara, poco più tardi Rosberg è fuori col motore rotto e la BMW conquista un punto. Fortunatamente la BMW piazzava spesso le proprie vetture in buone posizioni, all’epoca, e il fenomeno era tutto sommato abbastanza raro.
Torniamo all’Hungaroring. A tre giri dalla fine, nel bel mezzo di una constatazione sulla meritata vittoria di Massa, viene inquadrata la sagoma della sua Ferrari da cui esce una fumata che non lascia spazio all’immaginazione. Kovalainen, magicamente secondo e ora magicamente in testa, mantiene la posizione fino al traguardo (senza troppe difficoltà, dato che c’era pressoché il vuoto tra sé e Glock che lo seguiva a distanza tallonato da Raikkonen).
Ho ancora il ricordo dell’intervista di Kovalainen in conferenza stampa. Soprattutto per tre affermazioni veramente epocali. 1) Il finlandese dichiara di essere dispiaciuto per Massa – mettetevi nei suoi panni e provate a immaginarvi quanto sareste dispiaciuti di trovarvi una vittoria servita su un piatto d’argento. 2) Sostiene inoltre che negli ultimi giri aveva recuperato un paio di secondi su Massa, il suo tono lascia intendere che avrebbe vinto comunque – peccato che i secondi di distacco erano circa una ventina e i giri mancanti tre. 3) Aggiunge che si tratta della prima di una serie di vittorie – questa non la commento, penso che possiate farlo mentalmente anche da soli.
Comunque grande Kova! Da terzo a primo per due regali, ma dopotutto la sua unica possibilità di vincere…
[Magari lo stesso Kovalainen mi smentirà vincendo parecchie gare nei prossimi anni, anche se mi permetto di esprimere qualche dubbio sull’argomento.]

Arriviamo al 2009. La gara di cui ho già parlato nel topic dell’incidente di Massa in occasione dell’anniversario dell’evento.
Segnalo un paio di cose che al momento non avevo segnalato perché c’entravano poco e niente. La gara è stata vinta da Hamilton su Mclaren. Alonso, che era partito in pole, si è ritirato dopo che ai box durante un affrettato cambio gomme una ruota era stata male imbullonata, la seconda volta che gli è capitato a distanza di tre anni, ed entrambe le volte allo stesso team. Cosa che erroneamente mi faceva credere che non avremmo visto altre ruote volare all’Hungaroring almeno fino al momento in cui Alonso ritornerà in Renault (nutrite qualche dubbio in proposito? se è vero che vista l’età potrebbe avere ancora davanti una decina d’anni di carriera, pensate che sia così assurda l’idea di rivederlo in Renault prima o poi?).
Quest’anno la ruota l’ha persa Rosberg ai box, durante le concitate fasi dei pitstop durante il momento della safety car (e tra le critiche di mio zio che ha dato a Rosberg dell’idiota per quello che è successo – perché, il cambio gomme se l’era forse fatto da solo? – ma vi suggerirei di non darci tanto peso, dato che circa una ventina di minuti prima aveva detto anche che se fosse lui a scegliere caccerebbe via a calci Massa dalla Ferrari e ci metterebbe Fisichella che senza dubbio otterrebbe risultati migliori).
Il caos ai box è stata una delle cose più emozionanti della gara, comunque, a mio parere. Prima del momento delle ruotate tra i due giovincelli, ovviamente. Perché il momento delle ruotate tra di loro, naturalmente, è stato quello più emozionante. È questo, a mio parere, che dovrebbe capitare davanti. Purtroppo è capitato intorno al decimo posto o giù di lì ed è finita in polemica, ma non si può avere tutto dalla vita. Per il momento basta questo. Dopotutto meglio le polemiche dei due giovincelli che gli articoli che ne ho letto in proposito su quotidiani nazionali che parlavano di ospizi.

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Milly Sunshine