martedì 21 febbraio 2012

Commento al GP di Malesia 2011

14/04/2011: dal mio vecchio blog.

Campionato 2011: Capitolo 2
Gran Premio di Malesia: Ancora Vettel...

Sepang, Kuala Lumpur / 8-9-10 aprile 2011

I tempi in cui gli appassionati di motori riuscivano a resistere tutto dicembre, gennaio, febbraio e marzo senza gare sembravano ormai passati… Stavolta, dopo due settimane di attesa, molti dei suddetti appassionati già non ne potevano più e in questo momento hanno gli occhi che brillano per via del fatto che stavolta ci sarà da aspettare una sola settimana.
Questa stagione iniziava due settimane fa nel segno della Redbull, con pole position e vittoria conquistate dal campione del mondo in carica. Rimanevano aperti numerosi dubbi:
> l’autrice dei commenti avrebbe finalmente capito come si calcola il 107%?
> la Mclaren avrebbe recuperato il gap con la Redbull?
> la Ferrari avrebbe recuperato il gap con la Redbull e la Mclaren?
> la Lotus Renault con la sua terza posizione in Australia era soltanto un fuoco di paglia o qualcosa di concreto?
> Schumacher era sobrio quando diceva che la Mercedes era la seconda forza del mondiale dietro alla Redbull?
> la HRT sarebbe mai riuscita a oltrepassare la soglia del 107% e a deliziarci con una doppietta a partire dagli ultimi posti?
> tra la Lotus Renault e la Lotus Made In Malesia chi si terrà il nome Lotus?
> il gran premio del Bahrein si svolgerà mai?
Naturalmente per queste ultime due domande amletiche ci sarà da aspettare almeno fino alla prossima era geologica per scoprirlo. Sulla questione del nome Lotus la sentenza era attesa per la fine di marzo, ma ho come l’impressione che finirà anche aprile e non si saprà niente. Per quanto riguarda il gran premio del Bahrein, forse addirittura si farà a dicembre. Non si sa però ancora niente di preciso su quando sarà presa una decisione in proposito. Forse una settimana prima…
Sugli altri dubbi, qualcosa di più chiaro credo che sia uscito fuori, dal gran premio di questo weekend e che le nostre menti possano dormire sonni tranquilli (sì, adesso potranno dormire tranquilli anche i sostenitori della HRT e gli apparirà senza dubbio in sogno Karthyyyy mentre diventa campione del mondo 2011 – un sogno, ovviamente, soltanto il mitico Chandyyyy avrebbe potuto vincere un titolo con la HRT).
E sul calcolo del 107% assicuro che l’autrice al momento ne è perfettamente informata. Ho capito splendidamente come funziona e che semplicemente non è più il 107% del tempo della pole position ma quello del miglior tempo ottenuto dal leader della Q1. Ebbene sì, ora l’ho capito perfettamente. Sono decisamente avaaaaaaanti! Più avaaaaaanti di così non lo ero mai stata!

Il gran premio di Malesia, secondo capitolo del mondiale 2011, si svolge a Sepang, che è stato il primo circuito realizzato dall’architetto austriaco Herman Tilke (non sapevo che fosse austriaco – ma l’ho scoperto durante la telecronaca delle qualifiche), probabilmente il migliore di quelli realizzati da lui (e ad essere migliore degli altri non ci vuole tanto) e fu introdotto nel mondiale 1999 (e in quell’occasione avvenne l’ultima vittoria in carriera per Irvine). È già da moltissimi anni che si svolge durante le fasi iniziali della stagione e non alla fine come capitava una volta.
Okay, okay, mi fermo qui, le descrizioni mazzoniane con le relative statistiche sono più che sufficienti per conoscere la storia del circuito.
Come al solito le prove libere sono state indicative ma non troppo, chissà se sarà la volta buona che chi si basa esclusivamente sul risultato delle prove libere per fare previsioni smetterà di farlo, ma ne dubito… Ad ogni modo le prime notizie interessanti sono arrivate sabato, quando sono iniziate le qualifiche. E per me la prima notizia interessante in assoluto è che ho toppato in pieno l’orario delle qualifiche. Pensavo che fossero alle nove. Alle nove di sabato mattina mi sono messa davanti alla TV, ho acceso Raidue… e niente. Ho cambiato su Raiuno e ancora niente. Sono passata a Raitre e non c’era niente nemmeno lì. Dopo qualche riflessione accurata mi sono detta che forse avevo sbagliato orario. Infatti era proprio così: le qualifiche iniziavano alle dieci.

Alle dieci, finalmente, è stata la volta buona. Gli appassionati erano già in apprensione, si preparavano a festeggiare la pole position di Karthikeyan, sempre se fosse riuscito a restare davanti al compagno di squadra e alle Virgin… Cosa che, tutto sommato, ha fatto: basta guardare le posizioni all’inverso e Karthyyyy dominerà indiscutibilmente questa stagione. L’epoca della Q1 è stata dominata da una certezza: sarebbero precipitati fuori i sei dei “nuovi team” (ma questi team saranno chiamati nuovi team anche tra vent’anni?, mi chiedo… Ah, già, dimenticavo, tra vent’anni saranno già falliti da tempo) e un altro fortunato concorrente, che avrebbe colto non più della diciottesima posizione. Quest’anno, però, il dubbio si sta facendo più atroce, oltre la prima scontata domanda (chi sarà diciottesimo) ce n’è un altro: chi è dentro e chi è fuori dal 107time?
Dopo circa due minuti che le qualifiche erano iniziate, dalla Toro Rosso di Buemi si è staccato un pezzo della fiancata, cosa che ha portato all’esposizione della bandiera rossa, con le qualifiche che sono riprese regolarmente dopo circa dieci minuti.
C’è poi da dire che il Team Lotus (insomma, la Lotus Made in Malesia, per intenderci), per una certa parte della Q1, è rimasto ampiamente fuori dalla zona di esclusione. Io stessa per un attimo ci ho riflettuto con gli occhi che mi vagavano per le orbite per lo stordimento. Poi il più grande esperto di arte gufatoria ha fatto la gufata del secolo. Parlo di Mazzoni, che si è accorto delle posizioni che in quel momento avevano le Lotus malesi. Nel giro di un nanosecondo praticamente tutti quelli che erano dietro, a parte le Virgin e le più grandi carrette della storia, hanno rimontato, facendo precipitare le Lotus malesi in una zona senza via d’uscita.
La sorpresa più grande della Q1 sono state le HRT. Liuzzi, 23esimo, è rientrato nel 107time e ci è riuscito addirittura Karthyyyy che aveva fatto una prestazione straordinaria, prendendo un secondo di distacco perfino dal compagno di squadra. Sì, io ne sono davvero convinta: questo è un pilota che ci sorprenderà. E tra tutti i piloti che sono stati in HRT credo proprio che sia quello che passerà alla storia più di ogni altro (anche se questo è, lo ammetto, un insulto al sommo Chandy). Così l’ultima fila è stata sommersa dal grande team spagnolo, che ha piazzato entrambe le sue vetture lì per la gara. La penultima fila, naturalmente, è stata tutta della Virgin. Glock ha conquistato il 21esimo tempo seguito dal compagno di squadra D’Ambrosio. Le straordinarie Lotus malesi, che prima che Mazzoni ci facesse caso occupavano zone decisamente più alte del solito non hanno potuto fare a meno che accaparrarsi le posizioni della decima fila, con 19esimo Kovalainen e 20esimo Trulli.
Per quanto riguarda l’ultimo posto disponibile che includeva l’esclusione dalla Q2, è andato di diritto a Maldonado, l’unico pilota che non riesce a percorrere più di nove giri senza essere costretto al ritiro (chiedo scusa per avervi rivelato questo spoiler sconcertante sul futuro svolgimento degli eventi – d’altronde avrei dovuto considerare che qualcuno pensava che Maldonado fosse il principale concorrente alla vittoria…).

Passiamo alla Q2. La Q2, che per Mazzoni e company è generalmente il momento in cui ritengono necessario fare la seguente considerazione: le Toro Rosso stanno dimostrando una competitività ben più elevata di quanto si pensava, indubbiamente hanno buone possibilità di arrivare in Q3. Questa considerazione produce generalmente un effetto esattamente contrario a quello ipotizzato e generalmente è accostata ad altre considerazioni più generali, che possono riguardare la presunta competitività della Mercedes o della Force India, o il fatto che qualche pilota in particolare sta facendo meglio del compagno di squadra. Gli effetti, in genere, sono catastrofici. Stavolta, in ogni caso, Mazzoni ha scelto con cura le vittime sacrificali delle sue gufate, concentrandosi decisamente sulle Toro Rosso e sui loro risultati. Inoltre, qualora a qualcuno interessasse, ha passato cinque minuti buoni a narrare come al via della scorsa gara in Australia c’era stato un contatto tra le due TR e Buemi e “Alghersauro” (stavolta non l’ha chiamato così, ovviamente, ma quella volta in cui l’ha fatto è passata alla storia) non si erano più parlati da allora.
Direi di non soffermarmi troppo su queste narrazioni, però, e di andare avanti. Dopo i quindici minuti della Q2, Sutil si è fermato al 17esimo tempo, andando ad affiancare Maldonado sulla griglia di partenza e rimpiangendo sicuramente i bei tempi in cui la Force India poteva, anche se di rado, puntare alle prime posizioni (per intenderci, in queste occasioni potevano accadere due cose: 1) Sutil entrava in collisione con Raikkonen e si ritirava, 2) Sutil risaliva fino a una buona posizione e, non appena Mazzoni se ne accorgeva e faceva una gufata in proposito, andava a impantanarsi fuori pista).
In ottava fila sono andati a piazzarsi Perez, 16esimo, e Barrichello, 15esimo. 14esimo invece Di Resta (ci è stato fatto notare che avesse battuto il compagno di squadra Sutil per la seconda volta di seguito in qualifica). Poi, 12esima e 13esima, le due Toro Rosso, con Buemi davanti ad Alguersuari (o “Alghersauro”, per chi preferisse la pronuncia mazzoniana). L’11esimo tempo è andato a Schumacher (unico pilota che durante le telecronache viene chiamato puntualmente non con il solo cognome ma con nome e cognome – sempre!)… sì, di nuovo.
In questi momenti è capitato che Mazzoni prendesse una delle rare cantonate (rare?!), anzi, due in una. Ha detto che:
> Alguersuari è l’unico pilota nato negli anni ’90, quando in realtà anche Perez è nato nel 1990;
> era dai primi anni ’80 che nessun pilota correva in Formula 1 a 42anni come sta facendo Schumacher ora, mentre in realtà ce ne sono stati anche negli anni ’90.

È arrivata la Q3. Mi pare che qui ci sia stato qualche commento a proposito del fatto che la McLaren era più performante della Redbull e che per la RB non sarebbe stato scontato conquistare la pole. Potrei ricordare male, ma mi è sembrato di sentire una cosa del genere.
Dato che la stragrande maggioranza dei piloti avevano consumato praticamente tutti i set di gomme, la maggior parte dei dieci rimanenti hanno effettuato un solo tentativo. Nella prima parte dei dieci minuti della Q3, infatti, in pista c’erano molte meno di dieci vetture.
La pole è andata a Vettel, al termine di quei dieci minuti. Nelle prime cinque posizioni, ci è stato fatto notare, andavano a piazzarsi gli stessi piloti che erano partiti in top-five in Australia: Vettel, Hamilton, Webber, Button e Alonso. Seguiva poi la Lotus di Heidfeld, che finalmente ha fatto una buona prestazione, dopodiché Massa, Petrov, Rosberg e Kobayashi.

La domenica c’era rischio di pioggia torrenziale, che però era attesa per il finale della gara, anche se il fattore meteo sembrava decisamente rilevante fin da subito.
Al via della gara il Ferrari Man, attorno al quale si concentravano tutti gli appassionati, invocando un suo passaggio da quinto al primo posto, ha compiuto un’azione straordinaria: sbagliare la partenza per la seconda volta di seguito. Ma niente paura, c’è chi ha fatto peggio di lui: Webber, che per problemi al kers si è fatto sfilare da quasi mezzo schieramento. Tra quelli che hanno perso una marea di posizioni ci aggiungerei anche Rosberg, giusto per non dimenticarci che, se anche per tutta la durata della gara non lo si è visto neanche una volta, in pista c’era anche lui.
Chi ha compiuto un’azione clamorosa è stato Heidfeld, che se continua così penso che ci sorprenderà positivamente. Ma è da vedere se continuerà così. In ogni caso si è accaparrato la seconda posizione, a seguire le Mclaren di Hamilton e Button, dopodiché Petrov davanti alle Ferrari di Massa e Alonso. Sì, in quest’ordine. Seguivano poi Schumacher, Kobayashi e Webber, con quest’ultimo che prima di riuscire a passare il giapponese ce ne ha messo un po’, di tempo…
Dopo pochi giri, mentre Petrov faceva il figo sulla sua Lotus Renault con scritto “I’m faster than you” (ehm, sì, questo particolare me lo sono leggermente inventata, lo ammetto), purtroppo per lui Massa l’ha superato. Petrov ha ripreso a fare il figo con la scritta “I’m faster than you”, specie stavolta che era seguito da Ferniiii, ma probabilmente a causa delle maledizioni che Ferniiii gli stava lanciando si è ritrovato a vagare per un attimo fuori pista. In quell’attimo il Ferrari Man non ha esitato e si è inserito immediatamente davanti al pilota russo.

Dopo nove giri Maldonado si è ritirato, è stato anche stavolta il primo dei ritirati e si è ritirato come anche la volta proprio dopo avere percorso nove giri. Per l’altra Williams le cose non sono andate molto meglio, ma di questo ne parleremo più avanti.
Dopo una decina di giri, sui 56 previsti, sono iniziati i primi pit-stop. Per l’esattezza sono iniziati con Webber che è rientrato ai box, rimettendo le gomme a mescola morbida, nello sconvolgimento generale dello staff Rai, che facevano notare come cadessero le prime gocce di pioggia, che avrebbero potuto modificare categoricamente lo stravolgimento della gara. Tutti i piloti delle prime posizioni, di lì a poco, iniziano a fare il primo pit-stop, montando tutti quanti o quasi le gomme morbide, ancora tra lo sconvolgimento totale di tutti.
Vettel è rimasto in testa, seguito da Hamilton, Kobayashi, Button, Alonso, Heidfeld, Webber e Massa. Le Lotus Renault infatti hanno “perso tempo” durante il pit-stop (sfortunatamente essendo Lotus e non Ferrari non è seguito un quarto d’ora di spiegazioni sulle ragioni per cui ci fosse stato questo svantaggio). Idem è capitato a Massa, ma dato che si trovava al volante di una monoposto rossa almeno qualche informazione l’abbiamo avuta, scoprendo che c’era stato un problema tecnico durante il pit-stop.
Dopo qualche giro il tifoso medio stava già imprecando perché le Ferrari non sono in testa alla gara, fortunatamente ad alleviare le sue sofferenze c’è stata un’azione del Ferrari Man, che ha sorpassato il paracarro e… ehm, che cosa stavo dicendo?! Intendevo dire che il Ferrari Man ha superato Button, conquistando la terza posizione (sì, sarebbe quarto, considerando che Vettel, Hamilton e Kobayashi gli erano davanti, ma di lì a poco il giapponese sarebbe rientrato ai box, quindi si può dire che Ferniiii praticamente era quarto).
Ad incrementare la commozione del tifoso medio, quando la gara era intorno al ventesimo giro, il Ferrari Baby ha superato Webber. Ah, già, dimenticavo: questo genere di cose lasciano del tutto indifferente il tifoso medio.

Il secondo giro di pit-stp è iniziato qualche giro dopo. Praticamente tutti o quasi hanno rimontato le gomme morbide. La pioggia sembrava non essere più un problema e per la prima volta è stato chiaro che, molto probabilmente, il tanto atteso acquazzone non sarebbe affatto arrivato. Tra chi ha messo le gomme dure c’era Hamilton e i telecronisti si sono chiesti se per caso fosse possibile, con quel genere di gomme, arrivare fino in fondo alla gara. Dal momento che Mazzoni si era posto un simile dubbio, considerando il suo coefficiente gufativo, trovare una risposta a questa domanda non dovrebbe essere poi così difficile.
Mentre c’era chi faceva ancora il secondo pit-stop, a poco più di metà gara Webber è rientrato per il terzo. A proposito di Webber, per tutto il tempo ha ricevuto dai telecronisti lo stesso trattamento che in genere riceve un pilota Ferrari: era partito male per colpa del kers, non aveva rimontato posizioni per colpa del kers, dell’ala mobile e delle prestazioni scadenti della sua vettura (eh sì, se non ve ne siete accorti la Redbull è scadente), ma per anche un solo centesimo che recuperava su un avversario era merito suo.
Nel frattempo, mentre a circa venti giri dall’inizio si era ritirato Karthyyyy, Barrichello e Perez, si ritirava anche la Lotus Made in Malesia di Trulli.
Lasciamo perdere queste considerazioni e andiamo avanti. Intorno al quarantesimo giro o giù di lì anche la maggior parte degli altri piloti della top-ten avevano cambiato gomme, con Vettel ancora in testa e Button che si era appropriato della seconda posizione, approfittando anche del potere delle gufate di Mazzoni. Il telecronista, infatti, aveva notato come Button, che solitamente consuma le gomme meno di Hamilton, stavolta non le avesse consumate meno, non riuscendo a recuperare niente sul compagno di squadra. Immancabilmente, a causa delle difficoltà di Hamilton dovute al consumo delle gomme, Button si è ritrovato secondo.
Sempre in quei giri si ritiravano la Virgin di D’Ambrosio e la HRT superstite, ma credo che tutto ciò non sia particolarmente interessante.

Al 45esimo giro, dopo circa trenta giri che si alternavano i sorpassi di Kobayashi su Schumacher a quelli di Schumacher su Kobayashi, ben più avanti è capitato uno dei fatti principali della gara. Entrava di nuovo in azione il grande Ferniiii! Il Ferrari Man ha tentato il sorpasso su Hamilton (per la terza posizione, direi, sperando di non avere perso le mie capacità di calcolo). Naturalmente Hamilton non stava lì a dargli strada e infatti Ferniiii non è riuscito a compiere il sorpasso. Purtroppo per lui, però, è andato a sbattere contro il retrotreno della vettura di Hamilton, danneggiando l’ala anteriore, cosa che l’ha costretto a un ulteriore pitstop, dopo il quale si è ritrovato settimo.
Mentre finalmente Webber dava segni di vita, lo si è visto avvicinarsi a Massa. Dopo un po’ l’australiano è riuscito a portare a termine il sorpasso, mentre il Ferrari Baby, che si è ritrovato in sesta posizione, iniziava a perdere terreno, cosa che mi ha portata a fare una riflessione che si è rivelata curiosamente errata. La verità era semplicemente che era più lento di chi lo precedeva e di chi lo seguiva, mentre io, inspiegabilmente, pensavo che si stesse preparando a rendere credibile Smedley qualora quest’ultimo gli avesse comunicato qualcosa tipo “Ferniiii is faster than you”. A proposito di Ferniiii, c’è da dire che, per una volta, si trovava davanti a Petrov, che era (ancora per poco) stabilmente in top-ten.
La Lotus Renault di Heidfeld, nel frattempo, probabilmente per via dell’effetto contrario alla gufata di Mazzoni che aveva dichiarato tempo prima qualcosa che somigliava ad affermare che le Lotus nonostante fossero partite bene avrebbero portato a casa ben poco, ha conquistato la terza posizione una volta che Hamilton è rientrato ai box, a pochi giri dalla conclusione, per l’ultimo cambio gomme. Heidfeld ha comunque dovuto difendersi da Webber, negli ultimi giri: il pilota della Redbull si era notevolmente avvicinato.

A quattro giri dalla fine, poi, l’ultima emozione della gara: Petrov ha praticamente preso il volo, con il volante che gli rimaneva in mano. La gara si è conclusa con la vittoria di Vettel, che è arrivato al traguardo seguito da Button, Heidfeld, Webber, Massa, Alonso (sì, in quest’ordine), Hamilton, Kobayashi, Schumacher e Di Resta in top ten.
A seguire Hamilton e Alonso sono stati penalizzati di venti secondi a gara già conclusa, quindi molto tempestivamente come solito, per i fatti del 45esimo giro. Ovvero Hamilton per avere cambiato traiettoria e Alonso per avere tamponato Hamilton. In conclusione Alonso, che era arrivato al traguardo con circa trenta secondi di vantaggio su Kobayashi, ha conservato la sesta posizione, mentre Hamilton che ne aveva 17 o 18 è passato da settimo a ottavo.
Lasciamo stare, su queste penalizzazioni non mi pronuncio… Prima fanno i regolamenti in modo da aumentare lo spettacolo (mi correggo: dicono che i regolamenti sono fatti in modo da aumentare lo spettacolo), poi penalizzano chiunque tenti un sorpasso e chiunque si difenda da un sorpasso!
E così si è concluso anche il secondo gran premio stagionale, ma stavolta ci sarà una sola settimana da aspettare con grande gioia di molti appassionati (tra cui immancabilmente ci sono anch’io).

Risultati:
1) Vettel (Redbull), 2) Button (Mclaren), 3) Heidfeld (Lotus Renault), 4) Webber (Redbull), 5) Massa (Ferrari), 6) Alonso (Ferrari)*, 7) Kobayashi (Sauber), 8) Hamilton (Mclaren)*, 9) Schumacher (Mercedes), 10) Di Resta (Force India), 11) Sutil (Force India), a 1 giro: 12) Rosberg (Mercedes), 13) Buemi (Toro Rosso), 14) Alguersuari (Toro Rosso), 15) Kovalainen (Team Lotus), a 2 giri: 16) Glock (Virgin), 17) ritirato a 4 giri Petrov (Lotus Renault). Ritirati: Liuzzi (HRT), D’Ambrosio (Virgin), Trulli (Team Lotus), Perez (Sauber), Barrichello (Williams), Karthikeyan (HRT), Maldonado (Williams). – Alonso e Hamilton penalizzati di 20 secondi erano arrivati rispettivamente 6° e 7° al traguardo.

Classifiche:
PILOTI 1) Vettel 50, 2) Button 26, 3) Hamilton 22, 4) Webber 22, 5) Alonso 20, 6) Petrov 15, Heidfeld 15, 8) Massa 16, 9) Kobayashi 6, 10) Buemi 4, 11) Sutil 2, Schumacher 2 13) Di Resta 2. TEAM 1) Redbull 72, 2) McLaren 48, 3) Ferrari 36, 4) Lotus Renault 30, 5) Sauber 6, 6) Toro Rosso 4, 7) Force India 4, 8) Mercedes 2.

Appuntamento con il commento al gran premio della Cina che si terrà nel weekend del 17 aprile. A presto!

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