mercoledì 25 gennaio 2012

[Dal vecchio blog] 22-10-06: ultima gara in Ferrari per Schumacher

22/10/2010 [dal vecchio blog]

Carissimi diffusori della Brawn GP, la vostra LadyB vi è mancata, immagino! Probabilmente eravate in apprensione, perché dato che io voglio distruggere e cancellare i ferraristi (così dicono) dalla faccia della Terra pensavate che io avessi sterminato la specie. Ma per dimostrarvi che non è così ho deciso di intraprendere una manovra suicida (perché saranno i ferraristi a sopprimere me appena nominerò il loro vecchio idolo - nel senso di idolo del passato, non di idolo attuale di età avanzata, anche se l'età avanzata non è poi così un'invenzione...

22 ottobre 2010. Quarto anniversario del 22 ottobre 2006. Una data che potrebbe non significare nulla. Potrebbe. Nella pratica invece qualcosa significa. Significa l'ultima gara di Schumacher con la Ferrari. Uccidetemi pure, antischumacheristi doc, ma non posso fare a meno di parlare di quella gara... E lo farò qualunque sia la vostra opinione in proposito, come ho sempre fatto, miei cari meccanici della HRT...

Questo è il riassunto di Interlagos 2006 che scrissi molto tempo fa (a circa un anno di distanza dai fatti) e spedii per email a una mia cara amica che si legge (forse leggeva - è da mesi che non gliene spedisco uno, ma riprenderò) tutti i miei commenti ai GP. Ho provveduto a revisionarlo già al tempo di pubblicarlo su uno dei miei vari forum tempo fa, perché avevo scritto alcune affermazioni che non ritengo esattamente indicate ad essere esposte a un pubblico non esattamente circoscritto. Nella pratica, ho tolto tutti i commenti che potrebbero risultare indigesti alla sensibilità dei lettori.

Le qualifiche
21 ottobre 2006, a San Paolo erano le 14, in Italia le 19. Hakkinen era là ad assistere alla prove e fu intervistato dai giornalisti Rai. Gli chiesero chi avrebbe vinto il mondiale tra Alonso e Schumacher, argomento che faceva molto discutere all'epoca, nonostante Alonso avesse più o meno il 99% di probabilità di vittoria. Hakkinen fu bravissimo a riassumere in una risposta della durata di circa un minuto o due tutto ciò che i giornalisti avevano detto e ripetuto in due settimane.
Le prime due sessioni di qualifica, dette altrimenti Q1 e Q2, furono abbastanza tranquille, senza colpi di scena vari, e come si potrà bene immaginare a superare l'ultimo turno furono più o meno i soliti. Tra di loro ovviamente i due ferraristi e i due piloti della Renault. Ma attenzione: mentre il campionato piloti era già al 99% tra le mani di Alonso, il campionato costruttori era ancora sufficientemente aperto perché la Ferrari potesse sperare. Inoltre la Ferrari aveva vissuto una stagione caratterizzata da un progressivo miglioramento, dall'inizio stagione in cui mancava totalmente la tenuta di strada fino alla fase centrale caratterizzata da vittorie e doppiette o almeno entrambi i piloti sul podio (una volta a caso in Francia, subito dopo che l'Italia aveva vinto i mondiali di calcio, con tanto di bandiere dell'Italia sventolate dai piloti Ferrari e spumante spruzzato da Massa in un orecchio a Schumacher)... e poi gli ultimi tre GP stagionali...
Nel primo di quei tre ultimi gran premi Massa ruppe il motore in prova. Nel secondo Schumacher lo ruppe in gara. Nel terzo e ultimo nessuno ruppe motori vari e all'inizio della Q3 tutto procedeva ancora per il meglio. Poi una constatazione dei telecronisti: Schumacher, per essere favorito nel finale delle qualifiche, stava rallentando e facendo passare tutti gli altri piloti. Fantomatico rallentamento attribuito a una causa che non stava né in cielo né in terra, nonché problema di alimentazione, tanto che il super favorito dalla strategia adottata si limitava, anziché tentare di strappare la pole position agli altri nove che si trovavano in pista, a rientrare ai box e ad abbandonare l'amata Ferrari n°5, nel penultimo giorno di un profondo amore che durava dal 1996. Gli altri restavano in pista, chiaramente (anche perché non avevano alcun problema tecnico), con Massa che praticamente volava, in modo tale che gli "uomini in rosso" erano impegnati a mettersi le mani tra i capelli e contemporaneamente a esultare. Intanto spesso e volentieri l'inquadratura principale abbandonava le nove vetture che giravano in pista e si concentrava su Schumacher, che vagava (a piedi) per la corsia dei box. Per cinque minuti buoni i telecronisti Rai sollevarono una questione internazionale... "Dove diamine starà andando Schumacher?" Era un dubbio talmente vitale che tutto il resto perdeva d'importanza. Purtroppo per noi non stava avvenendo niente di paranormale, Schumacher stava semplicemente andando ad effettuare le normali operazioni di peso del dopo-qualifiche (solo che, a differenza degli altri aveva finito le qualifiche con un quarto d'ora d'anticipo).
Ma non dimentichiamoci di ciò che accadeva altrove... Mentre si decideva se interpellare o meno i servizi segreti per pedinare Schumacher che gironzolava nella corsia dei box, uno sconosciuto in tuta verde esultava come un pazzo per la pole appena fatta segnare. Costui era sceso da una Ferrari e aveva tutta l'aria di essere Felipe Massa, il primo nella storia della Ferrari che aveva rinunciato alla tuta rossa, indossando una tuta con i colori della bandiera del Brasile, con dietro scritto "Felipe" (la tuta più spettacolare che ricordo di avere mai visto indosso a un pilota).

La gara
Il giorno successivo, 22 ottobre, Felipe Massa scattò in pole position. Subito dietro, se la mia mente non va errata, c'era Alonso, che aspettava la fine della gara per potere finalmente essere definito campione del mondo a tutti gli effetti. Tra la top-ten, ovviamente, erano compresi anche i rispettivi compagni di squadra. Fisichella non so bene che posizione occupasse, mentre Schumacher era ovviamente decimo, non avendo fatto registrare alcun tempo in Q3. Pareva comunque che i problemi di alimentazione fossero risolti e che la Ferrari potesse puntare al titolo costruttori (dato che per il titolo piloti ci voleva un mezzo miracolo: che Schumacher recuperasse nove posizioni e che Alonso ne perdesse almeno sette).
Massa, partito a razzo, faceva ormai gara a sé, mentre nella top-ten la situazione era piuttosto ingarbugliata. Mentre Massa e Alonso dominavano le prime posizioni, lì più indietro l'altra Ferrari e l'altra Renault erano a confronto. Schumacher aveva infatti recuperato diverse posizioni e chi si ritrovava davanti al momento? Nientemeno che Fisichella!

Era una fase veramente spettacolare della gara. Peccato che, come ogni fase interessante che si rispetti, accadde l'imprevisto: la collisione tra Schumacher e Fisichella? No, per il momento si trattava soltanto del mio cellulare che squillava. Mentre i miei genitori, al telefono, mi dicevano "Apparecchia la tavola che quando arriviamo si mangia", io contemplavo lo schermo televisivo su cui si vedeva un'immagine che stava sconvolgendo mezzo staff Rai:

Fisichella e Schumacher erano appunto entrati in leggero contatto. Leggerissimo come contatto, tanto più che mentre i tutti si erano accorti di questo particolare notevole, dalle interviste dei giorni successivi si comprese che gli unici a non essersene accorti erano proprio gli stessi Fisichella e Schumacher. Ma questo non ha importanza. Sempre in quelle fasi (il tutto è durato più o meno venti secondi, anche se lo sto descrivendo molto in lungo) la Ferrari n°5 si trovava in pista con una gomma a terra, e per giunta l'entrata dei box era lontana anni luce. Ciao ciao titolo costruttori...
Massa continuava a fare gara a sé nel momento in cui Schumacher usciva dai box, praticamente doppiato di un giro. Fortunatamente per lui davanti aveva solo Massa, che lo fece sdoppiare (nel senso che l'ha fatto passare avanti, non che Schumacher s'è diviso in due XD) regalando una visione di notevole impatto emotivo: le due Ferrari affiancate, scena commovente al massimo (ma non chiedetemi perché mi abbia fatto così effetto... comunque se vi può consolare non sono scoppiata a piangere - non mi capita mai di mettermi a piangere mentre guardo un gran premio). In conclusione, comunque, al termine di quella fase di gara, il ferrarista in tuta verde era primo, quello in tuta rossa pure, ma a partire dalla fine.
La parte restante del gran premio fu movimentata. Almeno nella zona del fondo, perché davanti le posizioni erano più che stabili. Fortunatamente gli eventi avevano deciso che dovevamo vedere qualche sorpasso: non dimentichiamoci che c'era una Ferrari ultima e una lunga serie di Super Aguri, Midland-Spyker, Toro Rosso, Red-Bull e quant'altro da superare. Per giunta vuoi che Schumacher si rassegnasse a stare dietro a Yamamoto? Comunque nel giro di un'oretta, mentre davanti non accadeva praticamente nulla, Schumacher si apprestava a sopravanzare i vari Yamamoto, Sato, Albers, Sutil... ah, no, quello ancora non c'era!, Speed, Liuzzi, Doornbos... tanto che prima o poi si ritrovò anche ai margini della zona punti e poi ci rientrò anche (perché alla fine, se ci guardiamo bene, quando è andato a effettuare il cambio gomme dopo la foratura, i meccanici hanno provveduto anche a riempirgli il serbatoio di benzina, cosicché anziché fermarsi altre due volte si è fermato una volta sola).
E a un certo punto Schumacher si ritrovò sesto, dietro a nientemeno che Fisichella (e davanti nientemeno che a Barrichello, ma questa non mi sembra una gran novità). Mentre davanti continuava a non accadere nulla stavolta Fisichella non poté fare nulla per impedire il sorpasso e si ritrovò dietro. Fine della fase dei sorpassi portati avanti da Michael Schumacher e continuazione della fase in cui le vetture viaggiavano a distanze chilometriche l'una dall'altra, con ciascuno che faceva gara a sé.

Ma attenzione!! Mancavano pochi giri alla fine (penso quattro o cinque) quando venne inquadrato nientemeno che Kimi Raikkonen, giunto all'ultima gara a bordo di una McLaren. Il finlandese aveva fino a quel momento una posizione più che ottima dato che si trovava in quarta posizione. Sì, ancora per poco. Che cos'era quella sagoma rossa che gli stava prima poco dietro, poi di fianco, poi davanti? Ah, già, la Ferrari di Schumacher. E con il sorpasso del ferrarista quasi ex ferrarista sul futuro ferrarista si concludevano i sorpassi di quella gara. In zona punti si erano classificati Massa, Alonso, Button, M.Schumacher, Raikkonen, Fisichella, Barrichello, De La Rosa. Le due Ferrari, le due Renault, le due Honda, le due McLaren, anche se non in quest'ordine. E con il termine di quella gara finì l'epoca contraddistinta così: Alonso-Renault, Schumacher-Ferrari, Raikkonen-McLaren, mai più si sarebbero rivisti quei piloti al volante di quelle vetture (N.D.*L.B*: scritto nel 2007).
Per onore di cronaca ci tengo a precisare che fu anche l'ultima gara di De La Rosa alla McLaren. Si trattò inoltre dell'ultima apparizione in pista dei seguenti piloti: Michael Schumacher (N.D.*L.B*: scritto nel 2007), Pedro De La Rosa (N.D.*L.B*: scritto nel 2007), Robert Doornbos, Tiago Monteiro. Sembrava che potesse essere l'ultima gara anche per Sakon Yamamoto, ma gli eventi hanno disposto diversamente.

Il risultato finale comunque fu:
1) Felipe Massa (Ferrari)
2) Fernando Alonso (Renault)
3) Jenson Button (Honda)
4) Michael Schumacher (Ferrari)
5) Kimi Raikkonen (Mclaren)
6) Giancarlo Fisichella (Renault)
7) Rubens Barrichello (Honda)
8) Pedro De La Rosa (Mclaren)

Curiosità. In quella gara:
– Massa fu il quinto brasiliano a vincere il gran premio del Brasile (e non il secondo, come dissero certi giornali)
– Alonso divenne ufficialmente il più giovane pilota ad avere vinto due titoli
– quello di Button fu l'ultimo podio per la Honda

*LadyB.*

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