venerdì 13 gennaio 2012

Commento al Gran Premio d'Australia 2011

27/03/2011: dal mio vecchio blog.

Campionato 2011: Capitolo 1
Gran Premio d'Australia: Petrov is faster than youuuu! (di nuovo)

Albert Park, Melbourne / 25-26-27 marzo 2011

Era passato tanto tempo da quel fantomatico 14 novembre 2010 in cui Vettel era divenuto il più giovane campione del mondo della storia della Formula 1. Gli appassionati di F1 iniziavano a non poterne più dell’attesa, cosicché avevano accolto con scarsissima soddisfazione il fatto che il gran premio del Bahrein del weekend del 13 marzo fosse saltato (sì, okay, è una pista che lascia molto desiderare, ma non è l’unica e se le cancellassimo tutte resterebbero ben pochi gran premi). Che poi, saltato o non saltato non si sa. Lo scopriremo tra un mese, forse tra due. Si vedrà.
Tra le novità previste per il mondiale 2011, oltre alla reintroduzione del kers, sono comparsi diversi debuttanti:
> Sergio Perez, alla Sauber;
> Pastor Maldonado, alla Williams;
> Jerome D’Ambrosio, alla Virgin;
> Paul Di Resta, alla Force India.
Quattro debuttanti, contro i cinque dell’anno scorso. Di cui quattro hanno perso il volante (a dire la verità Chandyyyy l’aveva perso già da un po’), anche se comunque la maggior parte di loro risultano ad oggi essere test driver di vari team (a parte Di Grassi, quello sembra essere proprio sparito nel nulla).
Altra novità è stato il rientro di Karthikeyan. Qualcuno lo descrive un vero talento: insomma, è uno che è arrivato quarto con una Jordan, una cosa non da poco! Questa considerazione è vera, ma non bisogna rimuovere, a mio parere, tutto il resto: Karthy arrivò quarto in quella celebre gara di Indianapolis del 2005, a cui presero parte in totale sei monoposto di cui due più lente della sua. E se la memoria non mi inganna, rischiò anche di farselo mettere in quel posto da Albers sulla Minardi. Comunque il ritorno di Karthyyyy è stato davvero dirompente: ci aspettavamo tutti grandi cose, per lui, alla HRT. Quindi la portata di questo rientro era paragonabile per importanza soltanto al ritorno del mantenuto giapponese nel corso della scorsa stagione (mantenuto giapponese che risulta al momento essere test driver della Virgin).
Infine, dopo l’infortunio di Kubica nel rally, un dubbio invadeva le menti di ogni appassionati: sarebbe riuscito il suo sostituto Heidfeld a dimostrarsi finalmente competitivo e a ottenere quella vittoria che insegue da anni? Soltanto l’inizio della stagione avrebbe potuto svelare questo mistero, anche se qualcuno si azzardava a propendere per il no (non tanto per la competitività, quanto per la prima vittoria).

Il gran premio d’Australia è stato spostato a Melbourne nel 1996, dove divenne gara introduttiva della stagione, mentre precedentemente era collocato ad Adelaide, dove era la gara conclusiva e bla bla bla. Non ho intenzione di narrare tutta la storia del circuito, per quello va benissimo Mazzoni quando è in fase di elencazione di statistiche a non finire.
Dunque veniamo alle prove libere. Il miglior tempo nella sessione 1 di venerdì è arrivato da parte di Vettel, seguito dal miglior tempo di Button nella sessione 2. A quel punto è stato evidente che o i test prestagionali erano tutt’altro che indicativi e la McLaren non era davvero in ritardo, o che le libere non erano per nulla indicative e che la McLaren era in ritardo. La sessione 3 di sabato, invece, ha visto il miglior tempo di Vettel.
A quel punto i tempi che contavano poco e niente sono terminati e finalmente, nella giornata di sabato 26, è arrivato il momento della verità.

Le prime qualifiche dopo la reintroduzione del 107% dopo dieci anni sono state fatali per le HRT. A proposito del 107% ho approfittato anche della giornata di sabato per capirne il loro funzionamento esatto. A venire esclusi sono i piloti che hanno impiegato oltre il 7% del tempo del miglior giro in Q1, non oltre il 7% della pole come credevo. Quindi, a logica, da adesso in poi non sarà al via della gara chi non riuscirà a stare entro il 107% del tempo dell’unico escluso non appartenente a un “nuovo team”.
Sono stati quindi esclusi dalla gara Liuzzi, distaccato di oltre un secondo e mezzo - quasi due secondi, dal 107time, e il suo compagno di squadra Karthikeyan, distaccato circa un secondo mezzo non dal 107time bensì da Liuzzi. Che dire, un’apertura di stagione davvero spettacolare per la HRT. Peccato che non sia riuscita a passare in gara. Commentare i risultati di gara delle HRT è stato per tutta la stagione 2010 uno dei miei hobby. Infatti credo che non siano mai mancati i commenti sul nuovo idolo del mondo dei motori, sullo sfigato che dopo il canonico ritiro non faceva che ridere, sul mantenuto giapponese che farebbe bene a cambiare mestiere, sul riciclato che è stato ripescato dopo secoli. Bei tempi, quelli. Quest’anno difficilmente Liuzzi e Karthikeyan saranno presenti al via, quindi gli unici commenti che potrò fare saranno eventualmente quelli sulle loro qualifiche.
A completare le ultime due file sono stati, quindi, in 10^ fila Kovalainen e Trulli e in 11^ Glock e D’Ambrosio. Escluso, con il 18° tempo, nientemeno che Heidfeld. A questo modo, mi è venuto da pensare, si era giocato quasi definitivamente (mai dire mai) il sogno di conquistare in Australia la sua prima vittoria in carriera, evento che a mio parere non accadrà mai (non per gufare, ma per realismo).

In Q1, quindi, nessuna particolare sorpresa. Qualcuno ha ipotizzato che fosse sorprendente il fatto che la Lotus Made in Malesia non avesse fatto progressi e non avesse recuperato parzialmente l’abisso che la distaccava dagli altri team. Io sinceramente non me ne sorprendo affatto. Ma io non faccio testo.
La Q2 ha visto l’esclusione istantanea di Barrichello, fuori prima di riuscire a far registrare un tempo. È andato quindi ad affiancarsi a Heidfeld, in 17^ posizione. Problemi in Q2 anche per Sutil, che si è dovuto accontentare della 16^ posizione dopo un’uscita di pista. Ai due non è rimasto quindi che prenderlo in quel posto dai loro compagni di squadra, Di Resta 14° e Maldonado 15°. Il 13° tempo è andato all’altro debuttante Perez che, nato il 26 gennaio 1990, è il secondo pilota più giovane, dopo Alguersuari – o Alghersauro come disse Mazzoni tanto tempo fa. A proposito di “Alghersauro”, è rimasto escluso anche lui dalla Q3, con il 12° tempo. Ma la cosa che ha fatto più scalpore è stata l’uscita di Schumacher, 11° tra le risatine sataniche dei ferraristi da bar, che stavano pensando di celebrare l’esclusione del “traditore”.
In Q3 sono passate quindi le Redbull, le McLaren, le Ferrari, la Renault di Petrov, la Sauber di Kobayashi, la Mercedes di Rosberg e la Toro Rosso di Buemi. Chi avrebbe portato a casa la pole? La risposta non è stata poi così complicata. Il mondiale 2010 non è così lontano, la Redbull ha ancora un certo vantaggio sugli avversari e… Vettel ha conquistato la prima posizione, con parecchio distacco su Hamilton. In seconda fila, Webber e Button. A seguire Alonso, con disperazione dei ferraristi naturalmente, con Petrov accanto in sesta posizione (immagino la gioia di Alonso nell’avere Petrov nelle vicinanze). Hanno conquistato la quarta fila Rosberg e Massa, dopodiché la quinta fila è andata a Kobayashi e Buemi.

La giornata di sabato ha fatto sorgere nella mente di molti appassionati un dubbio atroce: ma la Mercedes ha avuto una performance scarsa soltanto in questa occasione, o sarà un’altra cantonata come quella dell’anno scorso? C’è da dire che la cantonata non era certa al momento: Schumacher aveva avuto problemi col kers in Q2, Rosberg aveva avuto altri problemi in Q3… “La Mercedes si riprenderà alla grande domani” pensava il tifoso medio (nel caso del tifoso da bar, il pensiero era leggermente diverso: “La Mercedes di Rosberg si riprenderà alla grande domani, mentre il traditore non porterà a casa neanche un punto dato che saremo tutti impegnati a gufarlo come non mai” – che le gufate siano contate, almeno nella seconda parte? Lo ritengo non solo possibile, ma probabile). Non restava che aspettare pazientemente che il tempo scorresse fino alle 8,00 della domenica mattina.
Nel frattempo nella sezione Formula 1 del sito governato dai criceti assassini (leggi: Yahoo Answers) la gente si sbizzarriva facendo domande molto serie e sensate. Ad esempio: “stanotte bisogna mettere l’orologio avanti di un’ora e domani la gara è alle otto. A che ora inizia, quindi?” A qualcuno ho risposto, ma unicamente perché punto al livello 7 e mi mancano quasi undicimila punti per arrivarci. Conquistarne due rispondendo a una domanda così, sarebbe stato un lievissimo passo avanti. E poi avrei dato un aiuto fondamentale a un utente (anche se partivo sfiduciata: mi sembravano proprio il genere di domande delle quali non vengono più guardate le risposte neanche per sbaglio), particolare da non sottovalutare.

Alla fine è arrivata la domenica e sono arrivate le otto del mattino. Che a Melbourne dovevano essere le cinque del pomeriggio o giù di lì, se non sbaglio. Il tifoso medio si interrogava su quanto sarebbe accaduto di lì a poco, le opinioni degli appassionati erano molto confuse. O meglio, c’erano diverse correnti di pensiero:
> il baby campione del mondo si sarebbe fatto fregare in partenza da Hamilton, che avrebbe dominato la gara dimostrando l’evidente superiorità della McLaren;
> il baby campione del mondo sarebbe partito bene ma a metà gara qualche problema l’avrebbe costretto al ritiro, questa considerazione era supportata dal fatto che Vettel avesse dovuto rinunciare alla vittoria nella gara inaugurale della scorsa stagione a causa di un problema tecnico (e allora?! Certi ragionamenti a volte mi sconcertano);
> “chi se ne importa di quello che farà il baby campione del mondo”, si dicevano i sostenitori incalliti del signore e padrone dell’universo (quello nuovo, non “il traditore”, quello ha già perso l’anno scorso il titolo onorario di signore e padrone dell’universo, dato che il mondo ha eletto all’unanimità il suo nuovo idolo), i cui occhi erano tutti per lui nonostante partisse semplicemente dalla quinta posizione. E avesse accanto Petrov.

Ore 8,00: è scattato il via ai 58 giri previsti. Vettel è scattato bene, ha conservato la posizione, con Webber che per un istante ha cercato di tenere testa a Hamilton (la cosa non gli è riuscita perfettamente, però, dato che Hamilton è rimasto saldamente secondo). Una catastrofe naturale, però, si stava abbattendo sull’Albert Park. Il serial killer più pericoloso di tutti i tempi, definito anni fa paracarro (chissà di chi sto parlando) stava attentando al risultato del Ferrari Man. Quest’ultimo è finito su un cordolo, perdendo diverse posizioni (come ci hanno tenuto a precisare circa una quarantina di volte tutti gli opinionisti intervenuti, ingiustamente e in modo del tutto innocente), tanto che vari piloti l’hanno sfilato senza difficoltà. Anche Button ha perso qualche posizione, con Petrov che poteva tranquillamente girarsi verso di loro e dire: “I’m faster than youuuuu!” Il pilota della Renault che adesso si chiama Lotus Renault esattamente come quella Made In Malesia (quella si chiama Team Lotus, ma il motore è Renault, quindi…) si è appropriato della quarta posizione, seguito da Massa risalito dall’ottava posizione e finalmente da Button. Un altro paio di avversari si sono infilati davanti ad Alonso e verso il centro dello schieramento stava accadendo qualcos’altro.
Nell’eterna sfida tra baby piloti e nonnetti era una gara a chi fa più caos. Alguersuari e Schumacher si sono toccati, mentre Barrichello, non ho ben capito se coinvolto insieme a loro o per i fatti suoi, è finito fuori pista… ma niente paura, sia pur perdendo terreno, la sua gara è potuta proseguire nella più totale tranquillità (fino a quando non ha avuto un abbaglio credendo di ritrovarsi su un autoscontro, ma per il momento tutto sembrava andare ancora discretamente. Nonno Michael, dopo il contatto, è stato costretto a una sosta subito nelle fasi iniziali, cosa che l’ha portato ad essere doppiato nel giro di un nanosecondo. Una distesa di ferraristi da bar di proporzioni elevate esultava per l’evento, sperando che Michael si ritirasse. Ma non anticipo, per il momento, se la legge del caso ha ascoltato le gufate dei tifosi da bar oppure no.

Nelle fasi iniziali Button è in fase d’azione (è la prima gara, generalmente prima di dedicarsi alla sua attività preferita, ovvero rigirarsi i pollici, Jenson ci tiene a fare una mezza stagione buona), cerca in tutti i modi di recuperare la posizione persa su Massa, ma… Per un po’ è costretto ad aspettare, in attesa del tempo e del luogo propizio per sopravanzarlo. La scelta risulterà di lì a poco essere non esattamente quella più azzeccata. Infatti Button ha effettuato il sorpasso tagliando una curva. Quindi, senza nemmeno attendere la proclamazione del nuovo paracarro più forte di tutti i tempi, curiosamente i commissari di gara hanno optato in fretta per il drive-through. Ma facciamo un passo indietro.
Eravamo rimasti a Button che sorpassava il Ferrari Baby. Proprio in quel momento infatti, dietro di loro si è fatto notare il Ferrari Man, che aveva già scavalcato un paio di avversari (uno dei quali era Rosberg, se non vado errata) e che stava proseguendo la sua scalata verso il successo, con gli occhi dei suoi fan (l’intera popolazione mondiale, più o meno) che brillavano per l’emozione, producendo riflessi simili a quelli del sole che stava ormai calando sull’Albert Park. Il Ferrari Baby, nonostante fosse in pieno shock da sorpasso subito dal paracarro, è riuscito a ricordarsi la prima regola di sopravvivenza per chi indossa una tuta rossa ma non è il signore e padrone dell’universo: non solo non opporre la benché minima resistenza nei confronti di quest’ultimo, ma nemmeno prendere in considerazione alla lontana l’ipotesi. Quindi per il momento pare che la carriera alla Rossa del Ferrari Baby sia ancora salva. Contento lui, contenti tutti.

Successivamente sono iniziati i pit-stop, chi ne faceva due e chi ne faceva tre. Soltanto Perez era su una strategia di una sola sosta. Ma per il momento nessuno pensava ancora a Perez. Piuttosto l’attrazione della gara sembrava essere al momento Barrichello, che stava rimontando con decisione, dopo il risultato di scarso rilievo delle qualifiche e la partenza tutt’altro che buona.
A proposito di pseudo-anziani, la Mercedes di Schumacher (già doppiato fin dalla collisione nelle prime fasi di gara) dava segni di non riuscire ad arrivare in fondo, come notato profeticamente da Mazzoni. Puntualmente nonno Michael ha parcheggiato la propria monoposto ai box.
La Mercedes di Rosberg, però, era in una posizione di un certo livello. Insomma, se non sbaglio era settimo o ottavo (qualche posizione mi è sfuggita, lo ammetto). È arrivato nonno Rubinho, che aveva già infilato parecchi avversari e, nel tentativo di sopravanzare Nico, ha optato per tentare di farlo finendogli addosso. Dopo circa mezzo minuto la Mercedes superstite risultava ritirata a tre giri di distanza da quella del compagno di squadra, mentre Rubens era costretto a una sosta ai box, che si sarebbe ulteriormente concretizzata in un drive-through. Tutto questo naturalmente prima del ritiro, ma siccome all’epoca si era sul ventesimo giro o giù di lì, sarebbe passato ancora parecchio tempo (Rubens si sarebbe ritirato, infatti, quando mancavano una decina di giri dalla fine e quasi in contemporanea anche Glock si sarebbe ritirato).
Schumacher non era il primo ritirato della giornata, il primo era stato Maldonado dopo avere percorso nove giri di gara. Più o meno in quei giri (nota dell’autrice: riferito al ritiro di Schumacher, non a quello di Maldonado) si ritirava anche Kovalainen, successivamente inquadrato all’interno del box della Lotus Made in Malesia, che naturalmente ha svolto una delle attività che gli riescono meglio: girarsi verso la telecamera che lo riprendeva e farsi una risatina da solo. Ma del resto Kovalainen ce l’ha per abitudine, quella di ridere quando si ritira o arriva tra le ultime posizioni, il che mi fa pensare che rida molto spesso.

Ma non perdiamo di vista tutto il resto. Vettel in testa, seguito da Hamilton, Webber, Petrov, Alonso, Massa, le Sauber, Button e tutto il resto. I pit-stop non hanno stravolto particolarmente la situazione, a parte che, dopo il secondo pit-stop, Alonso aveva recuperato una posizione su Petrov. Ma Petrov tra sé e sé pensava al momento più propizio per mandare al Ferrari Man una comunicazione: “I’m faster than youuuuuu”!
Verso la metà della gara, forse un po’ dopo, Hamilton è stato protagonista di un fuori pista. Ha danneggiato il fondo della monoposto, e naturalmente Mazzoni ne ha approfittato per fare una gufata: non sarebbe riuscito ad arrivare in fondo. E, se fosse arrivato in fondo, sarebbe stato squalificato, perché il fondo della vettura si ritrovava ad essere troppo basso. Tutti gli opinionisti, in vari momenti, ci hanno tenuto a concordare con quella versione. È stato citato l’esempio: una volta, al gran premio del Belgio, Schumacher venne squalificato perché il fondo della monoposto con cui aveva gareggiato si era abbassato dopo un’uscita di pista. Splendida ricostruzione, se non per due dettagli.
1) Quella squalifica di Schumacher attribuita a un non ben precisato momento della storia dell’umanità, non risale esattamente all’altro ieri. Si trattava del gran premio del Belgio del ’94, quindi all’incirca sedici anni e mezzo fa. Dato che i regolamenti della Formula 1 e le sanzioni variano da una settimana all’altra, mi pare comprensibile che in diciassette anni possano essere presi provvedimenti diversi in corrispondenza di fatti simili.
2) Ancora più importante, quella volta Schumacher non venne squalificato per avere danneggiato il fondo della monoposto: la ragione della squalifica fu che venne riconosciuta un’irregolarità tecnica (il fondo troppo basso) e fu su quella che venne basata la penalità. Che poi la Benetton abbia tentato (fallendo) il ricorso sostenendo che quella vettura era troppo bassa per via di un danno capitato in un’uscita di pista, è un’altra storia.

Okay, mi sono soffermata anche troppo su Hamilton e sulla sua McLaren danneggiata. Danneggiata ma non troppo, dal momento che gli ha permesso di arrivare in fondo e di conservare la seconda posizione. Chi non ha conservato la posizione sono stati Alonso e Webber, costretti a un terzo stop. I due si sono dovuti accontentare quindi di una quarta e di una quinta posizione, dietro a Petrov che era risalito in zona podio (mentre il suo compagno di squadra Heidfeld era già doppiato da tempo immemorabile). Intanto il paracarro, dopo essersi lasciato dietro le Sauber, ha raggiunto il suo obiettivo iniziale, quello che aveva seguito fin dai primi giri della gara. Si è ritrovato alle spalle del Ferrari Baby e, con estrema facilità, ha compiuto quello che durante i commenti a fine gara è stato definito l’unico sorpasso in cui si è vista l’utilità delle ali mobili. Button si è ritrovato sesto, Massa si è ritrovato ai box (le gomme lo stavano abbandonando, mentre le Sauber iniziavano a sopraggiungere – cioè aveva Perez distaccato di pochi centesimi).
Nei giri finali ci siamo ritrovati con Felipe decimo alle spalle della Toro Rosso di Buemi. Un Mazzoni profetico come non mai ha iniziato la storiella del caso: la Toro Rosso ha fatto passi notevoli, bla bla bla, Massa è in difficoltà con questo treno di gomme, bla bla bla, Buemi guadagna terreno su Massa, bla bla bla…
La storiella si è conclusa come da rito. Come ogni appassionato di Formula 1 sa, la gufata mazzoniana si può concludere in due modi: o con un effetto uguale o contrario a quanto pronosticato. Stavolta è stato il caso dell’effetto contrario: non solo Massa, che era in difficoltà con quelle gomme e che perdeva terreno, ha superato Buemi, ma ha anche fatto registrare il giro più veloce (così almeno hanno detto).
Il finale è stato acceso da Alonso, che guadagnava su Petrov. Ma niente da fare, Petrov ha consegnato la posizione fino alla bandiera a scacchi… Petrov is faster than youuuuu…

Vincitore Vettel, seguito da Hamilton, Petrov, Alonso, Webber (che si è fermato subito dopo avere tagliato il traguardo – benzina finita??), Button, Perez, Kobayashi, Massa e Buemi. Successivamente le due Sauber di Perez e Koby sono state squalificate per irregolarità tecniche, cosa che è stata senza dubbio gradita alla Force India: sono infatti risaliti in zona punti Sutil e Di Resta, che al traguardo erano giunti 11esimo e 12esimo.
Chiaramente, durante la premiazione, è iniziata la narrazione di come Petrov sia stato il primo pilota russo a salire sul podio, anche se ci eravamo arrivati anche da soli dal momento che è stato l’unico pilota russo, finora, della storia della Formula 1.
Sì, la sorpresa della giornata è stato lui. Io credevo che sarebbe stato Karthyyyy, invece mi sono dovuta ricredere. Comunque, complimenti a Petrov. È più o meno la seconda o terza buona gara della sua carriera. E complimenti alla Lotus Renault, ovvero alla Renault. Credo che ne sentiremo parlare ancora, quest’anno, anche se la posizione di Heidfeld mi spaventa… sì, davvero il suo 14esimo posto trasformato in 12esimo mi spaventa.
Va beh, staremo a vedere. Il prossimo capitolo del campionato 2011 sarà tra due settimane in Malesia, a un orario per giunta molto più comodo rispetto a questo.
Per il resto, altre novità non ce ne sono. Se non che Boccafogli, in studio, a fine gara, ha dimostrato di avere avuto un’allucinazione: ha visto infatti Button sorpassare Alonso tagliando una curva (in realtà Button aveva sorpassato Massa, tagliando quella famosa curva – e Alonso non l’ha proprio sorpassato in tutta la gara). O forse no, non si tratta di un’allucinazione.
Ci sono altre possibili spiegazioni a questo fatto:
> Alonso si era sdoppiato in due e guidava contemporaneamente entrambe le monoposto dell’Equino Rampante, di conseguenza è stato sorpassato da Button;
> Massa era posseduto da Alonso, quindi Button pur avendo materialmente sorpassato il Ferrari Baby ha in realtà sorpassato Alonso (questo spiegherebbe anche altre cose, ma lasciamo stare)…

Risultati:
1) Vettel (Redbull), 2) Hamilton (McLaren), 3) Petrov (Renault), 4) Alonso (Ferrari), 5) Webber (Redbull), 6) Button (McLaren), 7) Massa (Ferrari), 8) Buemi (Toro Rosso) a 1giro, 9) Sutil (Force India), 10) Di Resta (Force India), 11) Alguersuari (Toro Rosso), 12) Heidfeld (Renault), 13) Trulli (Lotus) a 2giri, 14) D’Ambrosio (Virgin) a 4 giri. RIT: Glock (Virgin), Barrichello (Williams), Rosberg (Mercedes), Kovalainen (Lotus), Schumacher (Mercedes), Maldonado (Williams). Non qualificati: Liuzzi (HRT), Karthikeyan (HRT). Squalificati: Perez (Sauber), Kobayashi (Sauber).

Classifiche:
PILOTI 1) Vettel 25, 2) Hamilton 18, 3) Petrov 15, 4) Alonso 12, 5) Webber 10, 6) Button 8, 7) Massa 6, 8) Buemi 4, 9) Sutil 2, 10) Di Resta 1. TEAM 1) Redbull 35, 2) McLaren 26, 3) Ferrari 18, 4) Renault 15, 5) Toro Rosso 4, 6) Force India 3.

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