martedì 31 gennaio 2012

Commento al GP di Abu Dhabi 2011

AVVISO AI LETTORI: sono in mostruoso ritardo, lo so. Non mi era mai capitato di pubblicare un commento a un gran premio così in ritardo, so anche questo. Non mi era mai capitato di iniziare un anno solare con i commenti dell’anno precedente ancora da terminare. So anche questo. Molti dei miei lettori avranno pensato che ero morta, ma sfortunatamente per loro il mio soggiorno sulla Terra non è ancora terminato e sono pronta a recuperare il tempo perduto e a dare vita a un nuovo entusiasmante commento, che riceverà l’approvazione totale e cristallina da parte di tutti i fan di Ferniiii, pilota che adoro con tutta me stessa e che sposerei anche domani se ne avessi la possibilità!
Il commento non è ancora iniziato e già sto sparando cavolate, forse i tre mesi di assenza dai commenti non mi hanno fatto molto bene.
Lasciamo perdere, però, e concentriamoci sul gran premio di Abu Dhabi, che fu disputato a metà novembre (due mesi e mezzo fa – quando ci penso mi viene voglia di nascondere la testa sotto la sabbia come se fossi uno struzzo, o come se stessi ascoltando Mazzoni mentre commenta il possibile accesso in Q1 delle Toro Rosso).

5, 4, 3, 2, 1... GOOOOOOOOOOOOOO!

Campionato 2011: capitolo 18
Gran Premio di Abu Dhabi: Il ritorno di Lewis


Yas Marina, 11-12-13 novembre 2011


Petrov is faster than you, can you confirm you understood this message?
Strano a dirsi, ma è passato un anno da quando gli occhi di noi fan di Ferniiii si riempirono di lacrime di commozione perché il nostro idolo non aveva vinto il campionato. Avrei voluto scavarmi la fossa già quel giorno, oppure dipingere le pareti della mia stanza di rosso con lo stemma del Cavallino, ma ho scelto di non farlo. Mi sono ricordata per tempo che io Ferniiii non lo sopporto! XD
...Ma torniamo a Petrov. Che c’entra Petrov? Direi niente, ma ho approfittato di quest’ampia parentesi per giungere a una conclusione: la Formula 1 è ritornata ad Abu Dhabi, in mezzo al deserto, deserto in cui è passata soltanto una volta nel corso della stagione, per via dell’annullamento del gran premio del Bahrein.
Eccoci quindi nella terra degli sceicchi, dove la Formula 1 ha dimostrato che nulla è scontato. Per esempio, tutti pensavamo che Vettel avrebbe vinto, dato che era la storia di ogni singolo gran premio, e probabilmente ciò era il pensiero anche dei principali gufi che siano mai esistiti su questo pianeta. Infatti s’è visto il risultato...

Okay, non devo spoilerare prima del tempo e devo accettare la regola base dei commenti ai gran premi: non importa se sono passati tre mesi dalla bandiera a scacchi, potrebbero essere passati anche dodici anni, ma il punto di vista del lettore è quello della persona ignara dei fatti. Per esempio, se stessi scrivendo il commento al gran premio di Abu Dhabi dell’anno scorso, il lettore dovrebbe restare con il fiato sospeso dall’inizio alla fine, nella speranza che Ferniiii sia diventato campione del mondo.

Bene, la smetto di scrivere assurdità che non hanno un senso logico facendo il nome di Ferniiii, Petrov e compagnia bella tanto per dare l’idea che la frase in questione abbia a che vedere con la Formula 1, mi scolo una bottiglia di vodka in Raikkonen-style e mi appresto a elencare i fatti di Abu Dhabi.
Scherzo naturalmente sulla vodka, ma penso che questo l’avevate capito anche da soli... Beh, forse no, rileggendo i miei commenti mi rendo conto che talvolta il sospetto potrebbe venire!

5, 4, 3, 2, 1, GOOOOOOOOOOOOO!
(Ma non l’avevo già scritto prima?! Sto diventando più ripetitiva di Mazzoni quando parla delle prime sette gare concluse in zona punti da Kobayashi! Vediamo di venire al punto sul serio, stavolta.)

“Un cordiale saluto ai nostri telespettatori”, con queste parole Mazzoni esordiva la telecronaca delle qualifiche del sabato del penultimo weekend di gufate di questa stagione. A proposito dell’argomento gufate c’è stato un notevole passo avanti. Per la prima volta dopo mesi, infatti, il nostro telecronista non ha minimamente accennato a pronunciare la frase fatidica “Kobayashi è arrivato in zona punti nelle prime sette gare stagionali e ha ottenuto soltanto due punti nelle gare successive”. La reazione tipica del telespettatore era quella di rimanere a bocca spalancata e di riprendersi dallo shock dopo circa mezz’ora, andando immediatamente ad accendere un cero all’incenso per celebrare l’evento. Non ho fatto nulla di tutto ciò e ho stabilito che non vi era alcun motivo per cui Kobayashi non avrebbe dovuto ottenere punti nella gara del giorno successivo. So che non dovrei spoilerare, ma finisco per farlo ancora una volta: stranamente il giorno dopo il pilota giapponese in questione è riuscito ad arrivare in zona punti.
Kobayashi è stato l’eccezione: gli altri piloti spesso protagonisti delle gufate più agghiaccianti della telecronaca sono stati tirati in mezzo come al solito, con effetti abbastanza devastanti, in particolare su quelli della Toro Rosso e della Lotus Renault. Infatti nessuno dei quattro è riuscito a concludere nulla che contasse e in particolare Buemi si è ritirato mentre si ritrovava in zona punti, e non era certo la prima volta in cui gli capitava.
Il periodo del gran premio di Abu Dhabi era quello del tormentone “team che cambieranno nome nella prossima stagione”, a cui chiaramente è stato dedicato il giusto rilievo.
Veniamo ai cambiamenti significativi.

CAMBIAMENTO NUMERO UNO: LA LOTUS
Sottotitolo: quale Lotus?
Stiamo parlando della Lotus Renault (o Renault che dir si voglia), per intenderci quella con i colori della John Player Special nonostante non sia sponsorizzata dalla John Player Special, che ha visto la luce all’inizio della stagione e il buio più totale dopo la pausa estiva (Heidi gli avrà fatto il malocchio dopo essere stato licenziato, molto probabilmente). La Lotus Renault altrimenti detta Renault, nella stagione 2012 avrà il nome di Lotus: ha infatti vinto l’interminabile causa contro la Lotus malese (ma non era stata quest’ultima a vincere la causa? Mistero...) a cui toccherà cambiare nome.

CAMBIAMENTO NUMERO DUE: LA LOTUS
Sottotitolo: l’altra, ovviamente!
La Lotus verde, quella con il colore che avevano una volta le vetture inglesi (nonostante non sia affatto inglese, ma malese proprio come Alex Yoong, pilota che mi ha fatto più effetto per il suo aspetto estetico piuttosto che per le prestazioni, ma questo è solo un parere femminile che non ha nulla a che vedere con il commento al gran premio di Abu Dhabi), su cui Trulli e Kovalainen hanno inseguito invano la zona punti per due stagioni, e con cui Kovalainen è riuscito a raggiungere la Q2 in più occasioni, ha perso la causa di cui sopra (come già avevo detto, ma ripetersi non fa mai male), gareggerà nel 2012 con il nome di Caterham, e si spera che entro l’inizio della stagione io riesca a ricordarmi dove va l’H. Dubito fin da ora che ciò accadrà, per cui aspettatevi di vedere nei miei commenti del 2012 osservazioni del tipo:
1) si tratta della prima vittoria nella storia della Caterham (si scrive così?);
2) pole position per Kovalainen al volante di una Catehram (si scrive così?);
3) Kovalainen vince il suo primo titolo mondiale su una Catheram (si scrive così?).

Per il momento le uniche osservazioni degne di nota sono:
1) Una vittoria di chi?!
2) Una pole position di chi?!
3) Kovalainen campione del mondo?!
4) Ma che razza di sogno è questo?!
5) L’autrice di questo commento ha fumato sostanze illegali?!
Temo di avere dedicato fin troppo spazio alla Lotus Made in Malesia altrimenti detta Caterham, inizio a sospettare che sia il caso di passare oltre.

CAMBIAMENTO NUMERO TRE: LA VIRGIN
Sottotitolo: ma quale Virgin? Si chiama Marussia, adesso.
In teoria già quest’anno la Virgin avrebbe dovuto chiamarsi Marussia Virgin, mentre il prossimo anno si chiamerà Marussia, dal nome della casa automobilistica russa che l’ha acquistata. La Virgin e Richard Branson resteranno come sponsor, in attesa di ripetere il successo ottenuto quando sponsorizzava la Brawn GP, cosa che visti i risultati della Virgin in questi ultimi due anni dubito che potrà mai accadere. Dopotutto a suo tempo non abbiamo mai visto la Pacific trasformarsi da team che partiva in ultima fila e che non arrivava praticamente mai al traguardo in un team che scalava le classifiche.
Ma come sono finita a parlare della Pacific e delle sue vetture color argento o giù di lì, che successivamente sono diventate blu? E soprattutto, perché sto parlando anche delle vetture color argento? Che poi non era un granché come color argento, per intenderci è molto meglio quello della Mercedes! ...ma tutto sommato anche la Pacific aveva il suo fascino.
Dove eravamo rimasti? Mhm, dunque... La Virgin, anzi, la Marussia, assumerà nazionalità russa. Qualora un pilota della Marussia dovesse mai vincere un gran premio, sarebbe la prima volta nella storia della Formula 1 in cui si sentirà l’inno nazionale russo.
Qualora abbiate appena visto una gara di Formula 1 e l’inno nazionale russo stia risuonando, comunque, la soluzione più probabile è che stiate sognando. Non preoccupatevi: a breve vi sveglierete, scoprirete che vi siete addormentati davanti alla TV e che la gara in realtà l’ha vinta Chandhok, un grande fenomeno del mondo dei motori.

I cambiamenti non si riassumono qui, il secondo dato di fatto è che alcuni team hanno cambiato proprietà o comunque quote di proprietà. Si tratta dei due casi che sto per elencare.

CAMBIAMENTO NUMERO QUATTRO: LE QUOTE DELLA FORCE INDIA
Sottotitolo: ma la Force India non doveva fallire molti anni fa?
Sottotitolo del sottotitolo: tra l’altro molti anni fa la Force India era l’ultima ruota del carro.
Sottotitolo del sottotitolo del sottotitolo: sì, ma all’epoca non c’erano la HRT, la Virgin e la Lotus Made in Malesia.
Sottotitolo del sottotitolo del sottotitolo del sottotitolo: la Virgin?! Come ho osato?! Intendevo dire la Marussia.
Altro sottotitolo del sottotitolo del sottotitolo del sottotitolo: la Lotus Made in Malesia?! Come ho osato?! Intendevo dire la Catheram.
Sottotitolo del sottotitolo del sottotitolo del sottotitolo del sottotitolo: temo che l’H non andasse lì.
Ultimo sottotitolo di una serie interminabile di sottotitoli: mi sono resa conto che non ho ancora accennato come si deve alla Force India.
La novità ci era già stata accennata nel corso del gran premio d’India. Già da tempo Vijay Mallya, a causa di notevoli problemi economici, ha dovuto cedere una quota del team a una società indiana di cui non ricordo il nome. Qui mi sono chiesta da dove provengano i problemi economici di Vijay Mallya, ripensando a tutto quello che possiede, elencato da Mazzoni nella telecronaca del gran premio d’India.

CAMBIAMENTO NUMERO CINQUE: LA HISPANIA RACING TEAM
Sottotitolo: ma un anno fa non dicevano che avrebbe dovuto fondersi con la Epsilon Eskaudi?
Sottotitolo del sottotitolo: che diamine è la Epsilon Eskaudi?
Sottotitolo del sottotitolo del sottotitolo: avevo addirittura smesso di chiedermelo.
La HRT, altrimenti detta Hispania Racing Team, nome che per esteso suona meglio che in sigla a mio parere, che ha nazionalità spagnola, ma che ho scoperto avere la propria base in Germania, è stata acquistata da una società spagnola e il prossimo anno trasferirà la propria base in Spagna.
Sarà ovviamente l’inizio della gloriosa storia di un team davvero spettacolare, sempre se riuscirà a competere con la Virgin! Oops, ho sbagliato: la Marussia! Indubbiamente i due team in questione domineranno sembra ombra di dubbio il campionato 2012, provocando in me numerosi vaneggiamenti nei futuri commenti.
...Perché i futuri commenti ovviamente ci saranno, possibilmente più puntuali rispetto a quelli di questa stagione. Quello che probabilmente non ci sarà è un dominio della HRT e della Virgin... ehm, volevo dire Marussia!

E così, dopo tre pagine di vaneggiamenti, l’autrice si rese conto che era il caso di commentare qualcosa anche in merito ai fatti del weekend, oltre a chiacchiere e retroscena che hanno fatto sì che nelle ultime due pagine Word non si sia fatto nemmeno una volta il nome di Petrov.
Cosa preoccupante: stavo pensando ad Alonso e ho scritto il nome di Petrov. Cosa ancora più preoccupante: nonostante la mie mani si rifiutassero di premere sulla tastiera i tasti che servivano a scrivere il nome di Ferniiii, sono riuscita a nominarlo per ben due volte, il che è una sorpresa estremamente positiva per me che sono la sua più grande fan.
Certo, come no. Io fan di Ferniiii... Ah ah!

Riassumiamo ciò che è accaduto nelle prove libere del venerdì. Nella prima sessione è stato Jenson Button a far registrare il miglior tempo, seguito da Webbiiiii, Hammiiii e Sebbiiii. Il quinto e il sesto tempo sono stati ottenuti rispettivamente da Ferniiii e da Feliiii.
Passiamo alle cose più curiose: al posto di Buemi, ha preso parte alla prima sessione di prove libere Jean Eric Vergne, terzo pilota della Toro Rosso. Per quanto riguarda la Virgin (non la posso chiamare Marussia, è un gran premio del 2011, e nel 2011 è soltanto Virgin) un certo Robert Wickens che non avevo mai sentito nominare prima ha sostituito D’Ambrosio, il principale inseguitore della penultima posizione, che spesso raggiunge il proprio obiettivo esistenziale con un certo successo.
Altri dettagli degni di nota: le HRT volavano in questa sessione, Liuzzi ha fatto registrare il 20esimo e Ricciardo il 21esimo. Dietro di loro entrambe le Virgin di Glock e Wickens e infine in 24esima posizione nonno Rubinho, che non ha fatto registrare alcun tempo.
Anche la seconda sessione di prove libere è andata avanti nel segno della McLaren: stavolta è stato Hammiiii a scalare la vetta della classifica, con Jensiiii secondo. In seconda fila virtuale le due Ferrari: il Ferrari Man ha conquistato la terza posizione, seguito dal compagno di squadra. Solo quinta e sesta le due Redbull: Webbiiii quinto e Sebbiiii sesto. In settima posizione invece si è piazzato Michael Schumacher, cosa che mi ha fatto strabuzzare gli occhi perché per una volta era davanti e non di poco al compagno di squadra. Il mio stupore è durato poco: Rosberg, 20esimo, probabilmente aveva avuto qualche problema, dato che girava alla stessa velocità delle Virgin. Si sono rivisti in pista Buemi e D’Ambrosio, con le HRT con gli ultimi tempi e Ricciardo ultimo in assoluto.
Hammiiii ha ottenuto il miglior tempo anche nelle libere 3 del sabato mattina. Il dubbio era uno solo: sarebbe riuscito a conquistare la pole position, o ci sarebbe riuscito per caso il suo compagno di squadra?

La telecronaca delle qualifiche non è stata particolarmente diversa dal solito. Naturalmente è stato dato il dovuto spazio al fatto che il padre di Hamilton è il manager di Paul Di Resta.
Fin dalle prime inquadrature sono iniziati gli attacchi di daltonismo: una Mercedes è stata scambiata per una McLaren. Mio padre, che non si era ancora addormentato davanti alla TV, ha criticato il fatto. Poteva risparmiarselo, il giorno successivo è arrivato un suo epic fail.
Situazione: domenica, a casa di mia nonna, dopo avere pranzato, con la TV accesa in cucina, io che impreco perché mio padre sta davanti alla TV e che cerco di trovare un varco che consenta ai miei occhi di vedere il televisore. Inquadratura: una Lotus altrimenti detta Renault altrimenti detta Lotus Renault, sulla griglia di partenza.
Mio padre guarda e poi commenta, rivolgendosi a me (che nella mia famiglia sono la fonte inesauribile di risposte a dubbi sulla Formula 1): – Quello chi è, Massa?
Dunque, se un giorno fosse mia madre a vedere l’inquadratura della Renault e a chiedermi se quello inquadrato è Massa, non ci farei molto caso: mia madre non sa per che team corra Massa, nella migliore delle ipotesi, nella peggiore non sa nemmeno chi sia Massa. Mio padre, però, è un caso diverso: si addormenta dopo cinque minuti (ma non solo con la F1, con qualsiasi cosa stia guardando in TV), ma almeno che Massa corre per la Ferrari lo sa.
Con un certo sconcerto la mia reazione è stata: – Ti pare possibile che una Ferrari possa essere nera e gialla?
Mio padre dà un’occhiata al casco del pilota e dice: – Sì, ma il casco è uguale!
Oh, bene, quindi per riconoscere i piloti non guardiamo al colore della monoposto, ma solo a quello dei caschi... e poi il problema è confondere una McLaren con una Mercedes?!
Veniamo alla storia dei caschi: mio padre aveva veramente ragione su quel punto, i caschi almeno sopra erano identici. I piloti in questione erano Bruno Senna e Felipe Massa, che portavano caschi diversi rispetto al solito, che sarebbero stati venduti a un’asta di beneficienza, con sopra il logo della Fondazione Senna, ovvero il simbolo che nel corso del commento al gran premio d’India avevo descritto come somigliante a un nido di serpenti e che, ho scoperto, lo guardavo al contrario di come avrei dovuto vederlo, ovvero la parte sopra pensavo fosse quella sotto e viceversa.

Mi piacerebbe continuare a parlare di caschi per ancora un paio di pagine, ma non è il caso, dell’argomento “caschi particolari celebrativi” me ne occuperò prossimamente, nel corso del commento al gran premio del Brasile, dove l’argomento sarà piuttosto approfondito, anche per via di tutti i dettagli forniti da Mazzoni. Ora, però, basta.

Momento epico: la Q1, qualcosa andrà diversamente dal solito?
Mi piacerebbe dire che la risposta a questo interrogativo è no, ma non posso dirlo. Barrichello non ha potuto far registrare alcun tempo e questo è bastato a far sì che gli equilibri della Q1, che vedono i sei piloti dei “nuovi team” nelle ultime sei posizioni, fossero irreparabilmente sconvolti, la 24esima posizione se l’è aggiudicata nonno Rubinho.
Restavano sei posti riservati ai piloti che sarebbero usciti in Q1, chissà a chi sarebbero toccati? Questo dubbio ci attanagliava e, con un certo sconcerto, ci siamo resi conto tutti quanti che lo sapevamo perfettamente: il migliore è stato stranamente Heikki Kovalainen, che con il 18esimo tempo è stato il meglio qualificato dei piloti dei “nuovi team”, con il compagno di squadra Trulli subito dietro. Al 20esimo posto si è piazzato Glock, il meglio qualificato dei due piloti della Virgin. In penultima fila Ricciardo ha portato la HRT al 21esimo posto, con accanto a lui D’Ambrosio, mentre a Liuzzi è andato l’onore dell’ultima fila, 23esimo.

Si passa alla Q2 e poi alla Q3...
Si è passati così alla Q2, dove è accaduto qualcosa di miracoloso: i piloti della Force India non sono stati soggetti a clamorose gufate, oppure le gufate in questione erano minori a quelle relative ai piloti della Lotus Renault, della Toro Rosso e della Sauber (il che è strano, non ricordo che Kobayashi sia stato nominato molte volte). Sutil e Di Resta sono arrivati in Q3, mentre tutti quelli che ho nominato finora erano out: 11esimo Perez, 12esimo Petrov, 13esimo Buemi, 14esimo Senna, 15esimo Alguersuari (alias Alghersauro!), 16esimo “il piccolo samurai giapponese” e oltre a loro 17esimo tempo Maldonado che se non sbaglio sarebbe stato retrocesso di non so quante posizioni per non ricordo quale motivo.
La Q3 è terminata nel più consueto dei modi: Vettel ha ottenuto la pole position, con le due McLaren di Hammiiii e Jensiiii al secondo e al terzo posto. In quarta posizione si è piazzato Webbiiii, seguito dalle Ferrari di Ferniiiii e Feliiiii. In settima e in ottava posizione si sono qualificate le due Mercedes, con Rosberg davanti a nonno Schumiiii... anche questa è una novità davvero sorprendente, eh? Sutil ha conquistato la nona posizione, mentre Di Resta, che non ha fatto registrare alcun tempo in Q2, si è qualificato decimo.

Domenica, ore 14,00: SCATTANO LE VETTUREEEEEEEEEEEEEEEEE!
Nessuna sorpresa in partenza, anzi sì. Che cos’era quella sagoma dai colori della Redbull che si era “impantanata” fuori pista forando una gomma su una via di fuga? Domanda senza alcuna risposta...
La vettura in questione era quella di Vettel, che è andato incontro al suo primo ritiro stagionale, cosa che avrebbe dovuto rendere scatenato Webbiiii, portandolo a dimostrare che se non dovesse stare dietro al compagno di squadra lui vincerebbe qualsiasi gran premio, e oltre a questi anche tutti i tornei di briscola organizzati nel paddock. Strano a dirsi, nulla di tutto ciò è accaduto, ma non disperatevi: un giorno o l’altro Webbiiii dimostrerà al mondo che se lui non ha vinto mondiali a ripetizione è solo ed esclusivamente perché ha sempre dovuto rimanere dietro a Vettel. Il fatto che Webbiiii abbia debuttato all’epoca in cui probabilmente Vettel frequentava ancora le scuole medie, naturalmente, non è un dettaglio degno d’importanza, è comunque lui il futuro campione del mondo dei prossimi vent’anni.
Ma perché in ogni singolo commento devo prendere per i fondelli i sostenitori della teoria secondo la quale Webber è il miglior pilota di questi ultimi anni, nonostante di migliori di lui ce ne siano palesemente più d’uno? Ciò mi fa riflettere: non ho nemmeno accennato a quelli che sostengono il tormentone secondo cui Maldonado sarebbe un pilota estremamente promettente! Va beh, non fa niente, ci saranno ulteriori occasioni per parlare di Maldonado.

Hammiiii si è preso la leadership della gara, deludendo notevolmente tutti gli scommettitori, citati da Mazzoni, che avevano puntato dei soldi su un suo incidente con Massa. Feliiii era infatti troppo lontano da lui, al punto tale che le calamite che evidentemente devono essere state installate sulle loro vetture non sono state prese dall’attrazione che porta una vettura addosso all’altra. Ciò ha impedito che mi cascassero le braccia nel momento di qualche possibile gufata mazzoniana in proposito. Non ci sono state gufate relative a tutto ciò: come ho già detto, i due erano troppo lontani. Chi non era lontano da Hammiiii era Ferniiii, che all’inizio della gara era abbastanza vicino a quello che per tutto il 2007 e anni immediatamente successivi venne descritto come il suo peggior nemico.
Che frase: chi non era lontano era Ferniiii, che era vicino...
Dopo una simile constatazione dovrei come minimo cliccare sulla X che vedo in alto a destra nella schermata di Word e lasciare perdere, ma il ritardo è troppo e devo assolutamente terminare questo commento oggi stesso!

In terza, quarta e quinta posizione si sono installati Button, Webbiiii e Feliiii, dopodiché le Mercedes, con Rosberg davanti a nonno Schumiiii, le Force India, con Sutil davanti a Di Resta (guarda caso, ma non era Di Resta che batteva sempre costantemente Sutil? Ho sempre avuto qualche dubbio, ma con il passare del tempo questi dubbi si sono trasformati in una certezza!
Dietro le Force India c’era Buemi, almeno finché non è sopraggiunto il momento canonico a cui va incontro in molte occasioni, quando è stato lungamente gufato: il ritiro.
Le strategie di molti non hanno pagato, mentre per Kobyyyy le cose sono andate al meglio, dal momento che è riuscito a raggiungere la zona punti. Lo stesso è accaduto a Petrov. No, ma che cosa sto dicendo?! Petrov non è affatto arrivato in zona punti... ho per caso le visioni?!
La gara, di per sé, non è stata particolarmente eccitante, anche se in alcune occasioni ho fatto un salto sul divano, nel vedere dei doppiaggi in cui i doppiati si facevano totalmente gli affari loro. I doppiati in questione erano in particolare Senna e Maldonado, che si sono beccati un drive through (questo è un dejà vu). Anche qualche Toro Rosso se non sbaglio in fase di doppiaggio ha fatto un po’ di casino, ma non ricordo con esattezza.

La gara è terminata con Schumacher che per la prima volta ha tagliato il traguardo (in settima posizione) al tramonto (Mazzoni ha insistito per lungo tempo con probabili problemi di vista legati alla sua età eccessivamente avanzata che gli impedirebbero di ottenere risultati accettabili qualora il gran premio non parta alle due del pomeriggio). Ha tagliato il traguardo con una gomma forata, ma almeno l’ha tagliato. Peccato che le teorie mazzoniane siano state smentite...
Ovviamente in tutto questo contesto c’è stato anche e soprattutto Hamilton che ha vinto, seppure la cosa potesse essere poco chiara. Forse i risultati vi schiariranno un po’ le idee, perché effettivamente ho commentato nel più caotico dei modi. Sto iniziando ad essere delusa da me stessa.

RISULTATI
1. Lewis Hamilton (McLaren), 2. Fernando Alonso (Ferrari), 3. Jenson Button (McLaren), 4. Mark Webber (Redbull), 5. Felipe Massa (Ferrari), 6. Nico Rosberg (Mercedes), 7. Michael Schumacher (Mercedes), 8. Adrian Sutil (Force India), 9. Paul Di Resta (Force India), doppiati di un giro 10. Kamui Kobayashi (Sauber), 11. Sergio Perez (Sauber), 12. Rubens Barrichello (Williams), 13. Vitaly Petrov (Lotus Renault), 14. Pastor Maldonado (Williams), 15. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 16. Bruno Senna (Lotus Renault), 17. Heikki Kovalainen (Team Lotus futura Caterham), doppiati di due giri 18. Jarno Trulli (Team Lotus futura Caterham), 19. Timo Glock (Virgin futura Marussia), 20. Vitantonio Liuzzi.
RITIRATI: Daniel Ricciardo (HRT) a 7 giri, Sebastien Buemi (Toro Rosso) a 36 giri, Jerome d’Ambrosio (Virgin futura Marussia) a 37 giri, Sebastian Vettel (Redbull) a 54 giri.

NB. A che serve mettere le classifiche? Direi a niente, visto che quelle finali sono già definitive da “appena” due mesi. Nel prossimo commento al gran premio del Brasile, naturalmente, inserirò le classifiche finali.

Ora che il commento è terminato rinnovo le mie scuse ai lettori per il consistente ritardo con cui l’ho prodotto e pubblicato, augurandomi di riuscire ad essere più puntuale nel prossimo futuro. Spero di poter realizzare il prima possibile anche il commento al gran premio del Brasile... e soprattutto spero che questi mesi di assenza di commenti non abbiano portato voi, cari lettori, a ritenere inutile e superfluo aspettare i miei commenti, con la convinzione che non avrebbero mai visto la luce.
...Invece questo commento la luce l’ha vista eccome, ed è limpida e cristallina come quella emanata dai lampioni di Singapore, che rischiarano uno scenario suggestivo in cui svetta una suggestiva ruota panoramica con 28 cabine che percorre un giro in una quarantina di minuti.

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