giovedì 13 aprile 2017

Who's that woman?

Ricordate quando scherzavo sul cognome della donna che salì sul podio a rappresentare il team Mercedes nel Gran Premio di Abu Dhabi 2015, in quanto omonima di un certo pilota di cui tutti, in particolare Alonso, ignorano l'esistenza? Probabilmente no, essendo passato già un anno e mezzo.
Non fa niente, la citazione era questa:

Come rappresentante della Mercedes c’era una donna sconosciuta.
“Non sono una sconosciuta! Mi chiamo Kim Stevens.”
“Stevens... ora è tutto chiaro! Mi sembra ovvio che nessuno ti conosce!”


Kimberly Stevens è una degli ingegneri della Mercedes, è americana e... non saprei dire altro di lei, se non che, a quanto ho scoperto tramite le mie fonti (il fatto che io non posti più su Tumblr da settimane non significa che io non lo usi per raccogliere informazioni, dato che alle Tumblrere generalmente non sfugge nessun post di Twitter o Instagram o nessuna "Instagram Story", qualsiasi cosa siano le Instagram Stories) che lo scorso ottobre la Mercedes dedicò alla signora Stevens un post nell'ambito di un'iniziativa chiamata "Follow a team member Friday", in cui, in pratica, alcuni componenti del team spiegavano quale fosse il loro ruolo.

Kimberly spiegava: "una delle parti più importanti del mio lavoro è assicurarmi che le vetture abbiano il livello più alto possibile di performance aerodinamica, ma anche che la performance sia uguale in entrambe le vetture per assicurare che possano lottare equamente per il campionato."
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...quindi, facendo 2+2, altro che complotti pro-Rosberg o complotti pro-Hamilton e motori che si rompevano a comando, lì l'unico segreto per il successo era fare gli occhi dolci a Kim Stevens!


...ecco, appunto, ho detto "fare gli occhi dolci a Kim Stevens" non "mostrare la lingua dopo essersi assicurati di utilizzarla come appoggia-gomiti allo scopo di mostrare in primo piano i propri tatuaggi". :-P

^ Eventuali social justice warrior all'ascolto, Vi comunico ufficialmente che questo post è stato fatto così, per scherzare, non per screditare o deridere le donne che lavorano in contesti che secondo lo stereotipo popolare sono prevalentemente maschili, quindi andate a rompere le scatole a qualcun altro, se proprio non avete altro da fare. ;-)

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