Ci sono piloti che, quando arrivano su un certo circuito,
iniziano ad inanellare una cappella dopo l’altra. Se arrivano al traguardo, ci
arrivano nell’anonimato. Se non ci arrivano, vanno a raccontare, desolati, al
microfono di chi li sta intervistando, che quello non è certo il loro circuito
preferito. Incredibile ma vero, anche piloti dalla reputazione impeccabile dal
punto di vista dei risultati, come era Michael Schumacher nel 2004, potevano
trovare il loro circuito maledetto. Fu quello di cui tutti si convinsero nel
biennio 2004/2005.
Nel 2004, il primo del circuito cinese, che venne
piazzato terzultimo prima di Suzuka e Interlagos, MSC fece una cappellata in
qualifica e partì ultimo. In gara fu protagonista dei seguenti episodi,
scollegati l’uno dall’altro: un contatto con Klien, un testacoda, una foratura.
Chiuse soltanto 12°, dietro anche a Jacques Villeneuve, tornato in Formula 1
dopo quasi un anno per sostituire Jarno Trulli, che era stato appiedato dalla
Renault. Pantano, invece, se n’era andato spontaneamente dalla Jordan, venendo
rimpiazzato da Glock, che nelle sue prime apparizioni in Formula 1 non rimase
impresso tanto quanto quando ritornò nel 2008. Tornò Ralf Schumacher, che
alcuni mesi prima era rimasto infortunato a Indianapolis. Barrichello conquistò
la pole e la vittoria, precedendo sulla linea del traguardo nientemeno che la
BAR del suo futuro compagno di squadra Button. Terzo si classificò Raikkonen,
su McLaren. Come rappresentante della Ferrari, salì sul podio Montezemolo,
episodio ricordato in lungo e in largo da Mazzoni durante le telecronache delle
edizioni successive.
Nel 2005 Michael Schumacher riuscì a fare anche di peggio
rispetto al 2004: ebbe un incidente con Albers durante il giro di schieramento, partì dai box
e si ritirò nel corso della gara per un testacoda. Non a caso il GP della Cina
2005 viene tuttora descritto da molti come il peggior gran premio della
carriera di MSC. Alonso, proclamato campione del mondo già due gran premi
prima, concluse la stagione con una vittoria (nel 2005 a Shanghai fu disputato
l’ultimo gran premio stagionale) che confermò la Renault nel campionato
costruttori, davanti alla McLaren di Raikkonen e alla Toyota di Ralf
Schumacher. Fu proprio in questa edizione che accadde l’episodio da me
anticipato nella premessa: ad un tratto, in gara, un tombino uscì dalla sede
stradale. Montoya ci finì sopra e forò. Quell’episodio era destinato ad essere
consacrato negli annali del motorsport.
Nel 2006 il GP della Cina tornò ad essere il terzultimo:
seguivano Suzuka e Interlagos, come nel 2004. Vi si arrivò con Alonso in testa
al mondiale e autore della pole position. Partì dalla prima fila accanto a
Fisichella, dietro di lui le Honda di Barrichello e Button, la McLaren di
Raikkonen e, solo sesta, la Ferrari di Michael Schumacher. Circuito maledetto,
si iniziava a borbottare. Non proprio. Le condizioni meteo proibitive
probabilmente furono un elemento chiave, ad ogni modo sta di fatto che MSC quel
gran premio lo vinse, davanti alle Renault di Alonso e Fisichella. Per la prima
e ultima volta in tutto il 2006 e in tutta la carriera si ritrovò in testa alla
classifica, anche se a pari punti con Alonso aveva infatti ottenuto una
vittoria in più dell’avversario, per il momento. In quel momento nessuno lo
sapeva, ma quella era destinata ad essere la sua ultima vittoria in carriera.
Episodi curiosi accaduti nel corso del weekend: la Redbull mise a piedi Klien e
lo sostituì con Doornbos, ma siccome Klien era direttamente in Redbull e non in
Toro Rosso nessuno trovò opportuno indignarsi o parlare del fatto che la
gestione RB stroncasse la carriera a giovani piloti in erba!
Penultimo gran premio del campionato 2007, il GP della
Cina di quell’anno era quello che avrebbe dovuto far salire Lewis Hamilton
nell’olimpo del motorsport. Il pilota della McLaren, però, fu inspiegabilmente
lasciato in pista più del dovuto e le sue gomme ne ebbero abbastanza
all’imboccatura della pitlane. Non riuscì a raggiungere i box e fu costretto al
ritiro. Ciò riaprì le speranze sia per la Ferrari, vista la vittoria di Kimi
Raikkonen, sia l’altro pilota McLaren, Alonso, che si era ritrovato attardato
in classifica rispetto al compagno di squadra dopo il ritiro rimediato una
settimana prima al Fuji. Alla fine sarebbe stato Raikkonen a portarsi a casa il
titolo, ma ciò non ci riguarda. Ci riguarda invece Alex Wurz, all’epoca pilota
della Williams, che dopo quel gran premio decise di ritirarsi dalle
competizioni senza disputare il gran premio successivo in Brasile, dove fu
sostituito da Nakajima. Poi divenne terzo pilota della Honda e della Brawn GP
negli anni a venire, ma quello è un altro discorso.
Penultimo appuntamento del campionato anche nel 2008, il
GP della Cina fu l’ennesimo teatro di uno scontro a distanza tra McLaren e
Ferrari che portò la McLaren di Hamilton ad un passo dal titolo, dopo avere
conquistato quella vittoria. Massa, suo avversario per la rincorsa al mondiale,
chiuse secondo su concessione di Raikkonen, che si accontentò del terzo posto. Fu
l’ultimo GP della Cina disputato in ottobre, dal momento che dal 2009 in poi fu
spostato in aprile.
La prima versione primaverile venne dopo Australia e
Malesia, in cui la Brawn GP aveva ottenuto nel primo caso una doppietta e nel
secondo caso una vittoria. Era l’epoca in cui la Brawn GP appariva avere già il
mondiale in tasca nonostante la stagione fosse appena iniziata, ma quel giorno
Button fu costretto ad accontentarsi del terzo gradino del podio arrivando
dietro a *PLOT TWIST* Vettel e Webber sulle due Redbull. Fu la prima vittoria
della Redbull e per il team suonò l’inno britannico invece che quello
austriaco, visto qualche problema legato alla licenza con cui la squadra
gareggiava all’epoca. Tra gli episodi curiosi va segnalato che Sutil stazionò
per un po’ di tempo in zona punti prima di finire per prati e che, dopo tre
gran premi stagionali, la Ferrari era ancora ferma a zero punti in classifica.
Nel 2010 il weekend, il quarto della stagione, iniziò con
una sospensione che si rompeva sulla Toro Rosso di Buemi, dalla quale si
staccarono entrambe le ruote anteriori durante una sessione di prove libere.
Proseguì con una prima fila tutta Redbull, ma il team austriaco non si ripeté
in gara, dove fu doppietta McLaren e vinse Button davanti a Hamilton. Terzo si
classificò Rosberg, su Mercedes. Il gran premio, comunque, fu ricordato per un
curioso episodio accaduto durante la gara, riguardante le Ferrari. Suppongo che
ormai questa memoria sia stata rimossa da molti, il che è un vero peccato
perché il film “Giorni di Tuono” di almeno quindici anni prima se non di più,
ne conteneva un’incredibile premonizione. Protagonista del film era un pilota
di NASCAR la cui carriera promettente era stata stroncata da un infortunio.
Quando tornava finalmente alle competizioni, doveva convivere con un compagno
di squadra ingombrante che, in un’occasione, lo asfaltava con un sorpasso nella
corsia dei box. A Shanghai, quell’anno, accadde la versione Formula 1 e Real
Life dell’episodio del film, con Massa e Alonso come protagonisti. Curiosità:
MSC chiuse solo in decima posizione, ma portò a casa un punto. Gli andò
decisamente meglio un anno dopo, in cui si classificò ottavo, soltanto tre
posizioni più indietro rispetto al suo compagno di squadra, e di punti ne portò
a casa ben tre, in una gara in cui le Redbull dovettero accontentarsi dei
gradini più bassi del podio: partito in pole position davanti alle McLaren,
Vettel fu sopravanzato da Hamilton nel corso della gara, mentre Webber risalì
dalle retrovie in cui era partito per un errore strategico durante le
qualifiche. Curiosità: Button, che giunse quarto al traguardo, ad un certo
punto si era fermato per sbaglio nel box della Redbull. Chiusero al sesto e al
settimo posto le Ferrari, in una gara in cui la tempistica e il numero dei
pitstop fu tale da far fischiare molto le orecchie agli strateghi del team.
Mentre la bandiera a scacchi salvò in extremis Alonso da essere superato da
vari piloti che lo seguivano, MSC compreso, il logoramento delle gomme di
Alonso salvò Massa dal dovergli cedere la sesta posizione. Quella sera stessa,
invece, il fatto che una lite scoppiata per accaparrarsi un tavolo in un locale
non fosse una ragione valida per prendere qualcuno a bottigliate, non salvò
Eric Lux dal bicchiere lanciatogli addosso da Sutil.
Incredibile ma vero, a Shanghai MSC riuscì anche a
partire in prima fila, una volta, e fu nel 2012, quando partì dalla seconda
casella dello schieramento e poi partì dai box con tre ruote imbullonate e una
no, con un meccanico che si disperava e si metteva le mani tra i capelli. Vinse
Rosberg e fu la prima vittoria Mercedes dal 2010 oltre che la prima vittoria in
carriera di Rosberg. Al secondo e al terzo posto arrivarono le McLaren di
Button e Hamilton. Alla fine del weekend ero molto su di giri perché vedevo
tante belle prospettive e la possibilità, per MSC, di riuscire finalmente a
vincere una gara, in un gran premio o nell’altro. Alla fine, però, la Mercedes
si ritrovò a lottare con la Sauber per il quarto posto in classifica. Curiosità:
su Answers Yahoo qualcuno si sbizzarrì decretando che il gran premio della Cina
di quell’anno era stato falsato e i risultati erano stati pianificati a
tavolino, perché era impossibile che Rosberg e Schumacher partissero dalla prima
fila e che Rosberg vincesse una gara. Allo stesso modo un mesetto e mezzo più
tardi il miglior tempo di MSC a Montecarlo venne visto come un altro risultato
pianificato a tavolino, perché ogni volta che c’era una Mercedes davanti
significava che i risultati erano stati definiti dall’alto e che quindi erano
falsati. Poi, a completare l’opera, nel frattempo aveva vinto un gran premio
anche Maldonado sulla Williams, e anche quello era la prova insindacabile di un
complotto (lo dico e lo ribadisco, prima o poi dovrò approfondire l’argomento
2012).
Forse ho divagato troppo. Anche le qualifiche del 2013
furono falsate e definite dall’alto in quanto fu Hamilton, passato in Mercedes,
a conquistare la pole. Per fortuna nessuno ebbe da ridire sulla gara, in cui
Hamilton precipitò al terzo posto, dietro alla Lotus di Raikkonen classificato
secondo, a sua volta dietro al vincitore, Fernando Alonso su Ferrari. O forse,
in realtà, essendo stato un gran premio vinto da Alonso e di conseguenza della
Ferrari, quello non era falsato nonostante il risultato delle qualifiche.
Quello del 2014 è il famoso gran premio in cui la
bandiera a scacchi fu sventolata con due giri d’anticipo per errore. In quei giri
conclusivi Kobayashi si sdoppiò da Vettel facendolo irritare abbastanza, dopodiché
superò Bianchi per la penultima(?) posizione, sorpasso che venne “annullato”
dal finale anticipato della gara. E qualcuno osò addirittura dire che il
risultato complessivo non era cambiato a causa di quell’errore... come se le
Caterham e le Marussia non fossero state vetture presenti in pista. Considerando
però che a molti non interessa davvero nulla delle Marussia e delle Caterham,
dobbiamo occuparci anche di chi stava davanti: Alonso arrivò terzo dietro a
Hamilton e Rosberg, ma tutti erano già entrati nell’ottica secondo cui le
Mercedes che stavano davanti ed erano irraggiungibili non erano frutto di un
complotto ma la realtà, pertanto il risultato fu accolto con una certa
soddisfazione vista la presenza di Alonso sul podio. Idem nel 2015, quando le
posizioni di Hamilton e Rosberg rimasero immutate rispetto all’anno precedente
e terzo arrivò Vettel su Ferrari.
Sul 2015 non penso di dovere aggiungere altro, mentre il
2016... premesso che vinse Rosberg partendo dalla pole e con questo non ho
altro da dire a proposito del vincitore, accadde qualcosa di pittoresco che
riguardava il secondo e il terzo classificato, ovvero il ferrarista Vettel e
l’allora pilota Redbull Kvyat. Ci mancò poco che, prima di salire sul podio, si
ripetesse una scenetta del tipo “vinci e dici cose così? Vinci e dici cose
così? Vinci e dici cose così?”... e il meglio (o il peggio?) doveva ancora
venire, perché al via del gran premio successivo ci fu un gran botto tra i due,
del quale Kvyat sta tuttora pagando le conseguenze.
Curiosità: in quel gran premio Hamilton partì ultimo per
un problema al motore in qualifica, ma sia i sostenitori della teoria del
complotto anti-Hamilton in cui i motori gli venivano sabotati per fargli
perdere il mondiale sia i sostenitori della teoria del complotto pro-Hamilton
in cui i motori gli venivano sabotati per non far vedere che c’era un complotto
a suo favore (i sostenitori della seconda teoria hanno tutta la mia stima: io
mi vergognerei profondamente di andare a scrivere pubblicamente una teoria così
nonsense, loro invece lo fanno senza battere ciglio) se n’erano già dimenticati
verso la fine dell’anno, quindi dedicarono tutte le loro attenzioni al motore
rotto in Malesia.
Qualifiche: sabato
h.9.00.
saranno trasmesse dalla Rai su Raidue alle 14.00.
Gara: domenica
h.8.00.
sarà trasmessa dalla Rai su Raiuno alle 14.00.
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