Mentre pare non essere del tutto chiaro se Jos Verstappen sia stato rilasciato già ieri sera o no e mentre pare che Eddie Irvine abbia criticato Vettel perché non è "come Schumacher", qualsiasi cosa questa espressione significhi e qualunque sia il motivo per cui chiunque debba essere una copia spiccicata di chi possieda la sua stessa nazionalità e abbia indossato una tuta dello stesso colore, la vera notizia bomba del giorno è che Pascal Wehrlein salterà l'intero weekend del Gran Premio della Cina, sempre per quell'infortunio al collo rimediato nella Race of Champions, i cui strascichi si stanno prolungando a lungo nel tempo.
La parte più noiosa di tutto questo è che seguirà un nuovo weekend di polemiche su Twitter, in cui telespettatori della domenica ma anche addetti ai lavori ricominceranno con le loro insinuazioni a proposito del fatto che, per qualche motivo, Wehrlein stia fingendo di essere infortunato, oppure che la Sauber lo stia costringendo a fingere di essere infortunato per non metterlo al volante. A quanto pare a prescindere dal colore della tuta, il fatto di condividere la nazionalità con qualcuno il cui infortunio al collo venne creduto a suo tempo una scusa per "snobbare" il team che gli aveva offerto un volante implica di non essere creduto in caso di infortunio.
La parte più pittoresca è che avremo ancora un nostro connazionale al volante anche nel weekend del gran premio della Cina. Probabilmente l'interesse nei suoi confronti inizierà a calare per effetto dell'assuefazione (c'è stato un periodo in cui di italiani in Formula 1 ce ne avevamo tre, un decennio fa o giù di lì, ma non ricordo sfaceli per la Mitica Triade composta da Fisichella, Trulli e Liuzzi, così come dubito che qualcuno si ricordi che a fare compagnia a Fisichella e Trulli, qualche anno prima, ci siano stati anche Pantano e Bruni) e la necessità di tornare a concentrarsi sulla Ferrari, ma ad ogni modo sarà pur sempre un passo avanti. Speriamo che possa essere un buon weekend per il pilota di "casa nostra".
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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