sabato 15 aprile 2017

15.04.12: l'ultima prima fila di MSC

Ci sono momenti, nella storia del motorsport, destinati a passare inosservati, in un primo momento, ma poi arriva il giorno, a distanza di anni, in cui guardiamo indietro e ci rendiamo conto di quanto quel momento abbia avuto la sua importanza.
L'importanza è relativa, perché in molti casi le statistiche sono solo statistiche e, per quanto abbiano un certo rilievo a livello teorico, nessuno se le fila. In realtà nessuno si fila nemmeno questa, ma per me, personalmente, ha avuto una certa importanza.
Sono cresciuta con una certa ossessione per il motorsport e, per motivi difficili da spiegare, con una certa ossessione nei confronti di Michael Schumacher. Guidava una vettura che mi piaceva, quando ero piccola. Non aveva ancora vinto niente di serio, non avevo la più pallida idea di cosa significasse vincere qualcosa di serio, ma guidava una delle vetture che mi piacevano e, avendo diversi anni in meno degli altri piloti che guidavano vetture che mi piacevano, quando gli altri abbandonavano le scene o divenivano irrilevanti, lui passava in Ferrari. Di chi fosse, come personaggio, non avevo le idee molto chiare. Era quello che non stava simpatico a nessuno, ma che comunque andava amato e rispettato perché indossava una tuta rossa, in generale, nei rarissimi momenti in cui mi capitava di incontrare qualcuno a cui importasse qualcosa della Formula 1 anche nei momenti in cui non c'era nessun gran premio in corso.

Al giorno d'oggi sono cambiate tante cose, per me. Non credo che se la Milly Sunshine attuale vivesse nel passato le interesserebbe alcunché di MSC. Cambiano le situazioni, cambiano le priorità, tante volte ho guardato con più interesse a quello che succedeva dietro, invece che a quello che succedeva davanti, ma anche quando guardavo a quello che succedeva davanti l'ho sempre fatto con maggiore interesse per quello che succedeva e non per chi sarebbe emerso vincente da quella situazione. Questa nuova me stessa non esisteva, un tempo, e seppure avessi avuto degli sprazzi in cui già la intravedevo, di sicuro non era la parte predominante di me. Nel 2012 speravo ancora che MSC potesse conquistare quella famosa 92esima vittoria che non arrivò mai. Quando lo vidi partire dalla prima fila, non pensai che fosse il giorno giusto. Anzi, all'epoca ero convinta che, se fosse accaduto, sarebbe accaduto in circostanze anomale, non certo partendo davanti e rimanendo davanti tutto il tempo. Poi, in realtà, anche una terza fila conquistata "elemosinando" una seconda posizione per via della retrocessione altrui non mi sembrava un particolare di cui essere particolarmente estasiati. Tuttavia Michael Schumacher partiva dalla prima fila e ciò mi lasciava tante buone speranze destinate a non avverarsi mai.
La sua gara durò poco.
La sua gara durò molto poco.
Vennero fuori teorie del complotto assurde, perché si sa che tutte le disgrazie che capitano agli avversari sono meritate mentre quelle che accadono ai propri idoli sono parte di un disegno tracciato dall'alto per impedirgli di ottenere risultati che gli spettano di diritto (stare lontana da questa mentalità è una delle ragioni per cui, anche quando è stato difficile, mi sono sforzata, negli ultimi anni, di guardare le cose da un punto di vista neutrale).

Quel giorno MSC partì in prima fila per l'ultima volta in carriera (dal momento che fece registrare il miglior tempo a Monaco, ma anziché partire dalla pole partì sesto per una penalità rimediata dopo un incidente nel GP precedente), laddove a suo tempo aveva conquistato l'ultima vittoria. Partì in prima fila per una posizione che non si era conquistato sul campo e la sua gara terminò dopo pochissimi giri per un errore grossolano dei meccanici durante il pitstop. Non era una cosa destinata ad entrare nelle statistiche o negli annali del motorsport, di fatto... eppure quella sensazione che faceva tanto #MscFinalmenteUnoDiNoi a mio parere non ha prezzo. E poi, alla fine, tutto ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi. Non sapremo mai cosa sarebbe accaduto senza quella cappellata fatta ai box. Potrebbe avergli impedito di arrivare sul podio, ma potrebbe anche avergli impedito di ritrovarsi in qualche situazione più imbarazzante più tardi in gara. Quello che conta, peralto, è che seppure la vittoria non sia mai arrivata, il podio sia arrivato un paio di mesi più tardi, tra il caos, come mi immaginavo che avrebbe potuto essere una sua vittoria.

Curiosità per gli appassionati di statistiche pseudoapocalittiche: MSC partì dalla prima fila nel giorno del centenario dell'affondamento del Titanic, evento spesso al centro di servizi di "Voyager" e "Mistero" (data che conosco a memoria non per quei programmi, ma per via del film che uscì negli anni '90, di cui le amiche mi parlavano 24/7 in quanto ossessionate dall'attore protagonista di quel film - il fatto che il GP in questione sia anche stato vinto proprio dal sosia di quell'attore è l'ennesima prova che l'unico complotto è quello che le ossessioni altrui sovrastino sempre le ossessioni mie, come capitava appunto all'epoca in cui cercavo di parlare alle amiche di Formula 1 e loro non avevano idea di cosa parlassi o del perché mi interessasse).

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