giovedì 20 aprile 2017

20.04.2003: Gran Premio di San Marino

È il 20 Aprile 2017 e questo significa che sono passati quattordici anni dal giorno in cui si svolse il Gran Premio di San Marino del 2003.
Era la quarta gara stagionale, con la situazione che non era ancora molto chiara. Coulthard aveva vinto la gara inaugurale, Raikkonen aveva ottenuto la prima vittoria nel secondo gran premio stagionale mentre nel terzo, in Brasile, c'era stato il caos assoluto e, dopo due trionfi della McLaren, aveva vinto la Jordan con Fisichella al volante.

Il Gran Premio di San Marino del 2003 fu, essenzialmente, un gran premio come tanti altri. Per quanto posso ricordare, non fu una di quelle gare piene di colpi di scena o di fatti particolarmente anomali, ma fu anche l'evento che mi fece vedere le cose da un'altra prospettiva.
Avevo poco meno di quindici anni, all'epoca, e per la prima volta quel giorno mi resi conto nel vero senso del termine di quanto i piloti, quando sono al volante, siano capaci di lasciare da parte tutto il resto.

Il giorno precedente, mentre la loro madre era in punto di morte, Michael e Ralf Schumacher conquistarono entrambi la prima fila. Abbandonarono entrambi il circuito subito dopo le qualifiche e c'erano dei rumour sul fatto che avrebbero addirittura potuto non esserci, il giorno dopo.
Tornarono, dopo che la signora Elisabeth era già morta, la domenica mattina. Tornarono e gareggiarono normalmente.

Ralf superò Michael alla partenza e rimase in esta fino al primo pit-stop. Ripartì troppo lentamente e si ritrovò secondo. Dopo il secondo pit-stop, invece, era terzo e Raikkonen era risalito in seconda posizione. Rimase giù dal podio, perché venne superato da Barrichello nelle fasi conclusive della gara.
Michael, che dopo il primo pit-stop era andato in testa, ci rimase fino al traguardo e vinse per la prima volta in quella stagione. Ne seguirono altre cinque e anche quella, come tutte le altre, alla fine contribuì alla conquista del suo sesto titolo mondiale.

Un paio d'anni dopo, per caso, mi ritrovai a parlare di quel gran premio con la mia compagna di banco, A., una ragazza che di tanto in tanto frequento tuttora.
Sapeva che mi piaceva la Formula 1, mentre lei non ci trovava nulla. Aveva poche conoscenze sul motorsport, ma quando sei non solo connazionale ma addirittura corregionale della Ferrari è difficile non averne affatto. SMR 2003 era qualcosa di cui aveva sentito parlare e, una volta, mi chiese, quasi sconcertata: "ma com'è possibile che un pilota gareggi mentre sua madre sta morendo?"
Mi rendo conto che per una persona che non segue la Formula 1 la cosa poteva sembrare strana. Me ne rendo conto pienamente.

Per me, che seguivo la Formula 1 praticamente da tutta la vita, nel 2003, non ci fu nessuna sorpresa, né mi chiesi se fosse o non fosse la cosa giusta da fare. Sapevo che, durante i giorni di gara, per i piloti non c'è null'altro che la gara. Quel giorno ebbi piuttosto una conferma di quanto ciò che fino a quel momento consideravo puramente teorico si era tradotto in realtà.
Mi sembrò normalissimo che Michael e Ralf Schumacher prendessero parte alla gara, anche se guardando la cosa per come potrebbe apparire a una persona che non segue il motorsport probabilmente non mi apparirebbe tale.
Ricordo che quel giorno pensai che il pilota che aveva vinto la gara aveva saputo essere un cyborg al 100%. All'altro concessi un buon 90% di cyborg.

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