sabato 18 novembre 2017

Commento al Gran Premio del Brasile: Interlagos, 12 Novembre 2017

[Qualifiche + Gara]

“Possiamo parlare? Ti devo dire una cosa importante.”
“Ti ascolto.”
“Hai presente quando un anno fa ti ho lasciato e poi, da un giorno all’altro, ho cambiato idea e sono tornata sui miei passi?”
“Sì.”
“L’ho fatto solo perché avevo bisogno di qualcuno che mi scarrozzasse in giro. Adesso non ho più bisogno di te, possiamo lasciarci di nuovo. Però, se vuoi, ti lascio la possibilità di dire che ci siamo lasciati di comune accordo o che è stata una tua decisione, proprio come avevi fatto l’anno scorso.”

Dopo questa premessa strappalacrime, non mi resta che darvi la possibilità di calarvi, con un certo ritardo, nell’atmosfera di Interlagos, atmosfera fatta di gente che saltella dalla mattina alla sera urlando, invocando l’avvento di un nuovo Senna (non quello che cozzò contro Vettel alla partenza di Interlagos 2012, ma i ferraristi dell’epoca forse ne furono soddisfatti), atmosfera fatta di temporali che sembrano quasi come quelli monsonici del Gran Premio della Malesia (1999-2017, #NeverForgotten), atmosfera fatta di gufi che, nascosti da qualche parte, sorvegliano l’ecosistema, il circuito e i laghi dei quali è circondato, nati dalle lacrime di Barrichello.
Vorrei segnalare che le qualifiche le ho viste in streaming e la gara anche, ma la gara l’ho vista anche sulla Rai. Mazzoni ha esordito la telecronaca della gara con “Sao Paulo, la città di Ayrton Senna”, ha parlato del fatto che il circuito sia dedicato a Carlos Pace, pilota brasiliano degli anni ’70 morto in un incidente aereo, ma non ha parlato delle case popolari del Progetto Singapura, finanziate dallo stato di Singapore e costruite laddove un tempo sorgeva una favela. Purtroppo non ha parlato neanche dal fatto che, oltre i muri del circuito, al di là dell’Arquibancadas, sorgesse la villetta in cui abitava la nonna di Barrichello e che il piccolo Rubens da bambino si arrampicasse sui muretti del circuito in compagnia di Alexandre Barros, divenuto un grande campione di motociclismo così come Rubinho è divenuto un grande campione di automobilismo. Questo significa che va bene, “via i vecchihhhh dalla Formula 1!!!111!!11!!!”, ma che prima di andarsene dovrebbero essere rimpiazzati da qualcuno che porti con sé lo strascico di qualche storiella strappalacrime che possa essere ripetuta a ogni soffio di vento. Purtroppo le storielle strappalacrime si sono ridotte notevolmente, non solo per via dell’assenza di Barrichello, ma anche e soprattutto per via dell’assenza di Adrian Sutil, il pianista di origini uruguayane, figlio di un violinista, che un tempo era il migliore amico di Hamilton, ma non si parlano da quella volta in cui Hamilton non andò a testimoniare in tribunale a favore di Sutil dopo che Sutil aveva aggredito il tizio della Renault con un bicchiere rotto, ma a Hamilton pare non interessare nulla di tutto ciò, perché non ha bisogno di altri amici a parte Roscoe, Coco e Neymar Jr. Ovviamente Mazzoni non ne parlava esattamente in questi termini, quando ne parlava, ma è bello aggiungere dettagli che rendano il tutto ancora più strappalacrime.

A proposito di eventi strappalacrime, il sabato precedente al weekend del Gran Premio del Brasile, Felipe Massa ha annunciato il proprio ritiro dalla Formula 1 e da allora si è fatto un gran parlare dei suoi lunghi anni in Formula 1, saltando di sana pianta i fatti che non avevano a che vedere con titoli persi per un punto, molle vaganti e ordini di scuderia.
Quindi, per onore di cronaca, vorrei ricordare che, dal 2002 a oggi, Massa ha fatto anche altro, oltre a perdere un titolo trentotto secondi dopo avere tagliato il traguardo dell’ultimo gran premio stagionale con tanto di festeggiamenti ai box stile assegnazione errata del premio oscar come miglior film a “La La Land”, a beccarsi una molla sulla visiera del casco e a sentirsi dire “Fernando is faster than you”.
Questi sono momenti pittoreschi della sua carriera e della sua vita a cui bisognerebbe dare molto più credito, invece che continuare a parlare delle stesse cose per anni, in caso qualcuno di voi volesse suggerimenti per intavolare un dibattito su di lui o per scrivere un articolo in proposito:
1) al Gran Premio del Brasile 2004 si è qualificato quarto con una Sauber e, approfittando di un giro di pitstop anomalo dovuto al rapido cambiamento delle condizioni della pista che andava asciugandosi dopo uno scroscio d’acqua, per alcuni giri si è ritrovato per la prima volta in carriera in testa a un gran premio, per giunta nella sua terra natale;
2) al Gran Premio del Brasile 2006, rendendo abbastanza insoddisfatti gli sponsor, ha indossato una tuta con i colori della bandiera brasiliana, divenendo il primo pilota Ferrari a disputare un gran premio con una tuta che non fosse rossa, e per giunta è partito in pole position e ha vinto il gran premio con un notevole margine sul secondo classificato;
3) al Gran Premio d’Europa 2007, dopo che Alonso l’aveva accusato di avere cercato di innescare volontariamente un contatto tra di loro mentre erano in lotta per la vittoria, l’ha mandato a quel paese in italiano, con termini piuttosto coloriti, davanti alle telecamere e, quando Ron Dennis gli ha fatto segno di calmarsi, ha mandato a quel paese Ron Dennis e, parlando ancora in italiano (lingua verosimilmente sconosciuta a Ron Dennis, che in seguito pare avere detto che pensava che Massa e Alonso stessero parlando in spagnolo), ha dato la colpa di quanto accaduto ad Alonso;
4) ha vinto tre volte dietro fila il Gran Premio della Turchia, è il pilota che detiene il maggior numero di vittorie su quel circuito e, l’ultima delle tre, l’ha ottenuta nel giorno del compleanno dell’allora team manager della Ferrari Stefano Domenicali;
5) nel 2008 ha vinto il triplo dei gran premi rispetto al suo compagno di squadra Raikkonen che era il campione del mondo in carica;
6) nel 2009 ha prodotto un figlio adorabile, che ha portato per anni e anni in giro per i circuiti e con il quale ha l’abitudine di applicare adesivi ai mezzi di trasporto di Dani-Smile;
7) al momento del suo incidente nel 2009, aveva circa il doppio dei punti in classifica rispetto al compagno di squadra Raikkonen e, al suo ritorno nel 2010, è salito sul podio al primo tentativo e, dopo il terzo(?) gran premio stagionale, è stato per lo spazio di un gran premio in testa alla classifica piloti;
8) al Gran Premio della Corea 2010 è inciampato sui gradini mentre saliva sul podio e, inquadrato in quei frangenti, si è messo a ridere;
9) insieme a Sebastian Vettel, detiene il record di essere uno dei due piloti che è salito sul podio insieme a Kamui Kobayashi (e, in seguito, nel 2014, una volta è anche stato centrato in pieno da Kobayashi al via di un gran premio);
10) al Gran Premio di Singapore 2012 ha fatto un gran sorpasso sulla Williams di Bruno Senna, mentre stava rimontando dalle ultime posizioni;
11) il Brasile 2013, ultimo gran premio con la Ferrari da lui disputato, indossava un’altra tuta celebrativa, in gran parte rossa, ma con anche i colori della bandiera brasiliana;
12) è passato alla Williams nel 2014, proprio nell’anno in cui il team, che nel 2013 aveva ottenuto in totale due piazzamenti a punti, ha conquistato un memorabile terzo posto nella classifica costruttori;
13) al Gran Premio d’Austria 2014 ha ottenuto la pole position ed è stato il primo pilota che non guidava una Mercedes a ottenere una pole position con i nuovi motori turbo;
14) al termine del Gran Premio d’Italia 2015, uscito vincente da un duello per il podio con il compagno di squadra Bottas, ha scherzato via radio osservando che era troppo vecchio per quelle cose;
15) prima del Gran Premio della Malesia 2016 è stato immortalato in un’epica foto in cui, alla festa per i 300 gran premi di Button, si lecca le labbra posando insieme a Button e Rosberg dietro a un’enorme torta con i colori della Union Jack, foto che da quasi un anno porto come avatar (anzi, come immagine al di sotto dell’avatar) su Forumcommunity, sito dove NON frequento soltanto forum a tematica motoristica.

Passiamo oltre, in attesa del momento in cui Massa “lascerà questo mondo” (Mazzoni non l’ha ancora detto, mi pare, ma c’è ancora il gran premio di Abu Dhabi a disposizione, quindi potrebbe accadere, non è giusto che questo onore tocchi solo a Webber e a Rosberg), e parliamo del fatto che a Interlagos è anche stato disputato un gran premio, tra una cosa e l’altra.
Fin dal venerdì tutto sembrava anticipare un’insindacabile doppietta Mercedes: Hamilton era stabilmente il più veloce e Bo77as era stabilmente secondo, anche se poi c’è stata un’inversione di tendenza ad un tratto e in una delle sessioni Bo77as ha portato a casa il miglior tempo.
Poi è arrivato il sabato, è arrivato il momento delle qualifiche e...
...
...
...no, niente, qualcosa ha reso molto più complicata la doppietta Mercedes, per l’esattezza il fatto che, non appena è sceso in pista, il Gangster Rapper sia andato a verniciare un muretto dopo avere perso il controllo della propria vettura.
Voce fuori campo: “Complottohhhhh! La Mercedes gli ha imposto di farlo per fare in modo che B077as ottenesse pole e vittoria e il secondo posto in classifica, perché si sa che il secondo è il primo dei perdenti, quindi tutti ambiscono a quel risultato!”
Il Gangster Rapper: “Non sono stato costretto, mi sono solo distratto pensando a una cosa bellissima.”
Voce fuori campo: “Ovvero?”
Il Gangster Rapper: “Al mio grande ammmmore completamente nudo sdraiato su un letto pieno di petali di rosa. Ho creduto per un attimo di non essere al volante e che il muro fosse il mio grande ammmmore.”
Il muro: “It’s Britney, bitch!”
Il Gangster Rapper: “È inutile che lo ripeti altre volte, ormai non ci casco più.”
Il Grande Ammmmore del Gangster Rapper: “Non sono nudo e sdraiato su un letto, per tua informazione. Sto solo smanettando con il mio nuovo I-Phone e pubblicando video in cui appare anche il mio nuovo I-Phone.”
Il Gangster Rapper: “OMG!!111!!11!!!11!! Un nuovo I-Phone!!111!!11!!11!! Anch’io vorrei avere un I-Phone tra le mani, invece di essere al volante.”
Il Grande Ammmmore del Gangster Rapper: “Infatti non sei più al volante, se ci fai caso. Meglio così, perché io sono segretamente un fanboy di B077as!”
Il Gangster Rapper: “Sarà felice di sapere che, oltre a sua nonna, ha anche un secondo fan.”
B077as: “Non prendermi per i fondelli, Prosciuttello, altrimenti ti arrostisco come un pollo.”
Sonyericsson: “Qualcuno mi ha chiamato?”
Il Gangster Rapper: “No, bada ai cavoli tuoi.”
Sonyericsson: “Siete tutti così kattivihhhh con me che, per vendicarmi, devo fare il bulletto con Werly e mettermelo dietro!”
Werly: “Mi dispiace, ma non ce la farai.”
A questo proposito, vorrei segnalare che il telecronista di Sky UK ha commentato il risultato della Q1 sostenendo che Werly avesse interrotto il “dominio di Ericsson”. È stata la prima volta, e forse anche l’unica, in cui ho sentito la locuzione “dominio di Ericsson”, quindi sono stata felice di avere assistito a un tale momento.
Il resto delle qualifiche è stato breve e indolore, non ci sono stati altri incidenti, solo qualche polemica tra Massa e Sainz, solo qualcuno che osservava che Strollino stava facendo davvero una performance eccellente, considerando che a parte Sonyericsson nessuno ha girato più lento di lui, mentre Massa in origine aveva fatto il quarto tempo proprio nella stessa sessione, poi null’altro.
Le polemiche tra Massa e Sainz hanno fatto parlare di sé per un po’, con Massa che sosteneva che Sainz aveva ammesso di averlo rallentato apposta per vendicarsi di un precedente rallentamento che diceva di avere subito proprio da Massa. Sono state polemiche di minore entità rispetto a quelle tra Renault e Toro Rosso di cui si è parlato per gran parte del tempo che precedeva le qualifiche (ho trovato il canale in streaming e mi sono collegata con un’ora d’anticipo), con la Toro Rosso che pare avere accusato la Renault di fornire loro motori scadenti in vista dell’imminente interruzione del rapporto. Sky Sport UK ha anche intervistato Alain Prost in proposito e la cosa più epica è che, parlando in inglese, Prost pronunciava il nome del team in francese: Torò Rossò. Tutto ciò mi è sembrato immensamente pittoresco.
Poi, nel pre-qualifica, si è parlato anche del ritiro di Massa. È stata trasmessa una sua intervista in cui parlavano anche del #FernandoIsFasterThanYou, idem in un’intervista a Rob Smedley, ma la cosa più eroica è che lo speaker ha definito Smeddy come il marito di Massa! #TantoAmmmmore.

Veniamo al Race Day, dove la griglia di partenza, in linea teorica, avrebbe dovuto essere la seguente, perché, incredibile ma vero, mi sono scordata di dire che Bo77as aveva fatto la pole:

1^ fila: Bottas - Vettel
2^ fila: Raikkonen - Verstappen
3^ fila: Ricciardo - Perez
4^ fila: Alonso - Hulkenberg
5^ fila: Sainz - Massa
6^ fila: Ocon - Grosjean
7^ fila: Vandoorne - Magnussen
8^ fila: Hartley - Wehrlein
9^ fila: Gasly - Stroll
10^ fila: Ericsson - Hamilton

Dico in linea teorica perché Ricciardo, Hartley, Gasly ed Ericsson sono stati retrocessi per sostituzioni di componenti del motore / del cambio, con Dani-Smile 14° in griglia (e Hartley destinato a ritirarsi per un guasto al motore). Il Prosciuttello Gangster, invece, è partito dalla pitlane perché sulla sua vettura erano stati necessari degli interventi dopo che l’aveva mezza demolita il giorno precedente.
SCATTANOHHHH LE VETTUREHHHH!...
...
...
...quella di Vettel è scattata bene, quella di Bo77as un po’ di meno, ma davanti non è successo nulla di irreparabile, perché il vero caos era dal centro dello schieramento in poi: fuori Vandoorne, Kmag e anche Dani-Smile, ma Dani-Smile ha fatto solo un testacoda e poi ha ritrovato la retta via, mentre gli altri erano out, mentre RoGro ha cozzato contro l’Oki, costringendolo al ritiro. “Primo ritiro in carriera per Ocon, che aveva portato a termine tutte le gare disputate, ventisette, un record”, cit. Mazzoni. L’Oki ha migliorato quindi il record che a suo tempo era appartenuto a Max Chilton, Chilton che interruppe la striscia di risultati positivi andando addosso al compagno di squadra in Canada 2014. Incredibile ma vero, l’Oki ha fatto la stessa cosa molte volte, ma era sempre riuscito ad arrivare al termine ed era destino che il suo primo ritiro in Formula 1 dovesse avvenire proprio per mano di colui che un tempo era visto come il terrore delle partenze.
RoGro ha commentato l’incidente con una sfilza di “beep” via radio, roba che perfino Vettel se l’avesse sentito gli avrebbe detto di comportarsi da persona educata e di dare il buon esempio ai suoi Petit Bebé, mentre avrebbe avuto modo di lamentarsi anche in seguito alla comunicazione di una penalità a lui comminata per l’incidente. Mentre il mondo litiga per stabilire chi tra i Vettelton sia il più lamentoso dei due, tutti continuano a snobbare RoGro, per qualche strana ragione. Dovrebbe fare qualche strike che coinvolga mezza griglia di partenza, forse, per farsi notare come accadeva in passato.
Per effetto degli incidenti è entrata la safety car, le vetture sono sfilate dietro Maylander nella pitlane, qualcuno ne ha approfittato per fermarsi ai box e, quando la gara è ripartita, Dani-Smile e il Gangster Rapper si sono scatenati. Anche la grafica era scatenata e, per un po’, ha indicato cose a caso, per esempio Hulkenberg in ultima posizione, nonostante a vista d’occhio entrambe le vetture color banana erano al centro del gruppo.
Intanto c’è stato un sorpasso tra i Fernipe, accolto dai telecronisti UK con le testuali parole “Felipe is faster than you”, sorpasso che ha fatto risalire l’idolo locale in quinta piazza, mentre davanti c’erano Sebby, Bo77as, Iceman e Verstappino.

Bo77as ha tentato un undercut, al momento dell’unico pitstop, ma non ce l’ha fatta per un soffio e, in realtà, non è nemmeno riuscito a rimanere così tanto vicino al leader della gara al punto tale da rendere soddisfatti i teoristi del complotto, che almeno avrebbero potuto affermare che la vittoria di Bo77as era frutto di una cospirazione anti-Hamilton, o in alternativa frutto di una cospirazione anti-Bo77as, al quale era stato concesso di vincere appunto per dimostrare l’assenza di complotti. La realtà dei fatti era che tutto lasciava pensare che non ci fosse nessuna vittoria di B077as nell’aria e che, se tra i due piloti Mercedes ce n’era uno che poteva puntare alla vittoria, era più probabile che non fosse lui.
La realtà dei fatti è che il Gangster Rapper aveva un passo gara molto diverso da quello del compagno di squadra e che anche la teoria secondo cui sia stato incredibilmente aiutato dalla safety car lascia un po’ il tempo che trova. Di fatto la safety car gli ha permesso di recuperare quei pochi secondi che aveva perso partendo dalla pitlane e non dalla griglia, non mi sembra che dopo siano intervenuti fattori esterni, se non lui e la monoposto. Era più o meno nella stessa situazione di Vettel in Malesia, l’unica situazione molto diversa era la mia, che stavo guardando la gara senza problemi, mentre l’altra volta la rete non funzionava e, quando internet ha ricominciato ad andare, il gran premio era già finito e mi sono anche beccata un mezzo spoiler.
In entrambi i casi, può darsi che in passato io abbia visto rimonte più eroiche, però questa storia dei detrattori dell’uno e dell’altro che sminuiscono i risultati così dal nulla li trovo irritanti tanto quanto quelli che se ne escono con “se il pilota tal dei tali non fosse partito dalle retrovie avrebbe sicuramente vinto con un giro di vantaggio sul secondo”, perché non è così che funziona a priori, o almeno, sono circostanze molto diverse le une dalle altre. Se il Gangster Rapper fosse partito dalla pole, avrebbe verosimilmente messo gomme a mescola più morbida come gli altri, invece di essere su una strategia completamente diversa. Sta di fatto che questa strategia diversa, quando doveva ancora effettuare il pitstop, l’ha portato a risalire in testa alla gara. Aveva superato in pista tutti ad esclusione delle Ferrari, di Bottas e di Verstappino, rientrati ai box e usciti dai box dietro di lui.
Dani-Smile, sulla sua stessa strategia dopo il pitstop al primo giro, era risalito al quarto posto, anche se poi ha lasciato passare più o meno agevolmente Verstappino.
Effettuati i pitstop anche da parte loro, i primi sei erano Vettel, B077as, Raikkonen, Verstappino, Hamilton e Ricciardo.
Settimo, ottavo e nono c’erano in quel momento Massa, Alonso e Perez, tutti abbastanza distanti gli uni dagli altri. I Fernipe, precipitati in sesta e settima posizione dopo il sorpasso da parte di Hamilton prima di rientrare, erano molto vicini prima della sosta, ma rientrando in anticipo rispetto ad Alonso, l’idolo locale aveva guadagnato terreno. Ferniiii nel frattempo sbraitava via radio, chiedendo delucidazioni su dove fosse, perché il suo intento, in apparenza, era quello di arrostirlo come un pollo o come Sonyericsson. A proposito di quest’ultimo, in pochi se lo filavano, ma ogni tanto lo si è visto duellare con Werly. Al traguardo sarebbe arrivato davanti a Werly e, siccome non è la prima volta che capita, forse bisogna anche riconoscergli un po’ di merito e accettare l’idea che magari ci sono piloti molto migliori senza volante, ma che tutto sommato risultati in linea con quelli della vettura che guida li ottiene anche lui.

Il finale è stato molto intenso sia per le cose che contano poco, come ad esempio chi sale sul podio o chi vince la gara, sia per le cose che contano molto, come ad esempio il duello per la settima posizione tra l’ex zerbino e il pilota al quale faceva da zerbino.
Occupiamoci per prima cosa della faccenda del Gangster Rapper: stava andando velocissimo e, con il passo gara che aveva, ho iniziato a pensare che fosse in grado di superare tutti, dove per tutti intendo proprio quello che ho detto.
Si è avvicinavo a Verstappen.
Ha superato Verstappen.
Si è avvicinato a Raikkonen.
Con i tempi che faceva, tutto lasciava pensare che, se le sue gomme non avessero subito un decadimento improvviso o se non avesse toppato nulla, avrebbe potuto andare a raggiungere Vettel.
I telecronisti hanno detto una cosa che mi ha fatto molto entusiasmare: hanno parlato di piloti partiti dalla pitlane e arrivati sul podio, menzionando Vettel una volta all’epoca della Redbull, e Trulli una volta nel 2009 quando era in Toyota.
Mi è salito il nazionalismo alle stelle, ricordando una probabile eroica impresa da parte di Trulli che rivedrò quando rivedrò la stagione 2009 (cosa che ho intenzione di fare nelle prossime settimane, dato che ho iniziato dal 2007 e sono già a 2008 inoltrato)... e, sarò sincera, è la prima volta che mi sale il nazionalismo alle stelle pensando a Trulli. Non sono mai stata appassionata ai piloti italiani al punto tale da preoccuparmi davvero più di tanto di loro, all’epoca in cui avere piloti italiani in Formula 1 era la prassi e non dipendeva dal collo dolorante di Wehrlein, ma di una cosa sono certa: io ero #TeamFisichella, in quel caso.
Dimentichiamoci di Trulli.
Dimentichiamoci di Hamilton che sale sul podio partendo dalla pitlane.
Hamilton non è salito sul podio partendo dalla pitlane, quindi, ferraristi all’ascolto, prestate attenzione a quello che sto per farvi notare.
Hamilton aveva verosimilmente la velocità per vincere.
Unici ostacoli che poteva trovare erano qualcuno che lo bloccasse o un errore.
Sono accadute entrambe le cose e il soggetto che è riuscito a tenerselo dietro sappiamo tutti chi è. Quindi, almeno per un giorno, evitate di dargli del bollitohhhh!!111!!11!!11! e di criticarlo, perché stavolta a parte andare più lento di Vettel non mi pare che abbia fatto nulla per cui meriti di essere criticato. E poi non ha molto senso criticarlo perché va più lento di Vettel quando in realtà tutti desiderano che vada più lento di Vettel.
Archiviata questa faccenda, con il Gangster Rapper che nei giri conclusivi si avvicinava a Iceman ma non troppo, c’era finalmente la possibilità che la regia andasse a occuparsi del duello che avrebbe sancito la fine del gran premio del Brasile 2017.
Massa.
Alonso.
Perez.
Tutti vicinissimi, in zona DRS l’uno con l’altro.
Alonso a meno di tre decimi di distanza da Massa, nel corso dell’ultimo giro, con Perez che ce li aveva a portata di peperoncino.
È stato quello il momento in cui mi sono dimenticata totalmente che quel gran premio aveva un vincitore, un secondo, un terzo, un quarto, un quinto e un sesto classificato, che a vario titolo guidavano delle Ferrari, delle Mercedes e delle Redbull.
All’improvviso ho capito che tutto aveva avuto un senso.
Ho capito che ha avuto un senso il titolo di Rosberg, il fatto che Rosberg se ne sia andato per quella ragione, il fatto che Bo77as abbia preso il suo posto e il fatto che Massa abbia preso il posto di Bo77as gareggiando in Formula 1 per una stagione in più di quanto aveva previsto. Il suo ultimo gran premio del Brasile non doveva essere quello dell’incidente e degli applausi da parte di commissari di percorso e meccanici di altri team.
No, doveva essere quello in cui si riprendeva la decima posizione in classifica, dopo avere letteralmente asfaltato l’enfant prodige-ma-non-troppo che ha per compagno di squadra per tutto il weekend, e resistendo all’attacco di colui che un tempo lo asfaltava e neanche di poco a ogni gran premio. FERNANDO IS FASTER THAN WHO? E, sia chiaro, non sono una di quelle fungirl che detesta Ferniiii per via del poco equilibrio di risultati che c’erano in Ferrari. All’epoca la cosa mi urtava molto i nervi e in realtà Ferniiii non lo consideravo il massimo della simpatia nemmeno negli ultimi tempi in Renault, ma la ragione principale per cui mi stava moooolto sulle scatole all’epoca era piuttosto che venisse sempre portato su un piedistallo così, a prescindere, sulla base di risultati che avrebbe ottenuto in futuro e che ancora non aveva ottenuto (anche MSC veniva portato su un piedistallo quando vinceva, ma quando i titoli invece di vincerli li perdeva all’ultima gara, riceveva un trattamento molto diverso da parte dell’opinione pubblica, e oltretutto MSC era un personaggio molto meno mediatico), e che lui desse l’impressione di trovare normalissimo tutto ciò. Al giorno d’oggi ho un atteggiamento neutro nei confronti di Alonso. Né lo tifo né gli tifo contro; è quello che gli appassionati di Formula 1 fanno quando guardano la GP2.

...E così ho rovinato, con una battuta trash, quello che ho vissuto come un momento solenne, uno di quelli in cui ho deciso che, per un’ultima volta, potevo lasciarmi andare e versare lacrime di gioia. Al giorno d’oggi mi ritengo una persona abbastanza neutrale, ma in passato non lo ero e il caso ha voluto che diventassi una tifosa di Massa. Non sono stata io che l’ho voluto, non sono stata io che l’ho scelto. È capitato, perché evidentemente doveva capitare. A quell’epoca speravo che potesse gareggiare in Formula 1 molto a lungo (almeno fino a 37/38 anni) e che, dopo il suo ritiro, potessi identificare qualcuno come suo “erede”.
Ho sempre saputo, dentro di me, che se Alonso fosse passato in Ferrari lui sarebbe stato relegato a un ruolo di seconda guida. Ho la sensazione che quello sia sempre stato il suo ruolo e che, se è riuscito ad emergere, sia stato perché Raikkonen non è mai stato un pilota particolarmente costante e ha sempre avuto un po’ la tendenza ad “addormentarsi”. Finito quel celebre momento di cui si è tanto parlato in occasione del suo ritiro, quei trentotto secondi in cui abbiamo avuto l’illusione che avesse vinto il titolo, il mio primo pensiero è stato che l’anno successivo fosse l’anno buono, ma che fosse l’ultima possibilità. Poi è arrivata la Brawn GP e, per giunta, un pezzo di una Brawn GP gli è anche arrivato addosso.
Al giorno d’oggi sono felice che il mio idolo adolescenziale e post-adolescenziale sia rimasto in Formula 1 per oltre undici anni e mezzo dal giorno in cui ho iniziato a sentirmi una sua tifosa e che, nei primi due anni e mezzo, abbia vinto undici gran premi e che sia stato a pochi passi dal vincere un titolo, risultati su cui molti non avrebbero scommesso un solo centesimo, dato che fino al giorno in cui il motore lo lasciò a piedi a tre giri dalla fine al GP d’Ungheria erano in molti a pensare che la Ferrari avrebbe dovuto metterlo a piedi, nonostante in quel momento avesse vinto più gare rispetto a Raikkonen e fosse anche davanti a lui in classifica.
Con questo stato d’animo ho guardato l’ultimo giro del suo ultimo gran premio di casa come pilota di Formula 1 e l’ho visto conservare, contro le aspettative, una settima posizione, il minimo che gli serviva per recuperare la posizione in classifica nei confronti di Stroll (posizione che spero possa conservare anche dopo Abu Dhabi), ed essere accolto da un team-radio di Felipinho.
Il fatto che sia riuscito a conservarla nei confronti di Alonso è stato la ciliegina sulla torta e la reazione di Alonso mi ha sorpresa. Quando è sceso dalla vettura, ha applaudito al suo passaggio. Alla fine non è colpa mia se sono diventata tifosa di Massa, credo che sia lui che emana un’aura gufica dalla quale alcuni di noi non possono sottrarsi. Questo spiega come mai perfino Alonso si sia messo ad applaudire, invece di mandarlo a quel paese, atteggiamento che mi sarebbe sembrato più naturale vedere, da parte sua.
Poi c’è stato il podio.
Poi Vettel, Bo77as e Raikkonen sono stati mandati via, perché non era finita.
Ospite sul podio è stato invitato Massa insieme al figlio, intervistato da nientemeno che un altro idolo locale, nientemeno che Rubens Barrichello, che giorno dopo giorno è sempre più tale e quale a papà Rubens detto Rubao.
Prima di lasciare il podio, Raikkonen ha sorriso vedendo Felipinho.
Anche lui deve avere ereditato l’aura gufica del padre, perché altrimenti non si spiega il fatto che Raikkonen si sia messo a sorridere.
Durante l’intervista al microfono di Barrichello, da quello che capisco di portoghese, Massa ha dichiarato che conservare la settima posizione al volante di una Williams per lui è stato più bello che vincere questo gran premio quando aveva una monoposto che gli consentiva di puntare a quel risultato. Da appassionata non più focalizzata soltanto su quello che succede davanti, è una delle cose più belle che io abbia mai sentito dire a un pilota.

A proposito di “quello che succede davanti”, aggiungerei che quella di Interlagos era la quinta vittoria stagionale della Ferrari. Il fatto che nello stesso giorno abbiano vinto sia Dani Pedrosa (il titolo l’ha vinto Marquez, e Dovizioso è anche caduto - tuttahhhh colpahhhh di Lorenzohhhh che ha ignorato gli ordini di scuderia, secondo lo speaker della radio convinto che qualunque risultato avvenga nel motomondiale sia determinato da complotti orditi dagli spagnoli) e la Ferrari ha fatto sì che il giorno dopo mi svegliassi vedendo neve che cadeva oltre la mia finestra.
Okay, in realtà no, il vetro era talmente appannato che non vedevo cosa stesse succedendo al di fuori ed è stato mio padre a dirmi che dovevo darmi una mossa, perché stava nevicando. La cosa non mi ha fatto molto piacere, perché guidare con la neve è una di quelle cose che proprio mi fanno invecchiare in anticipo. Ho sperato che lungo la strada diminuisse, ma la prima cosa che ho sentito per radio una volta che sono salita in macchina è stato il messaggio di un ascoltatore che declamata, testualmente “a Bologna sta nevicando di brutto”, e ho capito che il mio destino era quello di vedere un peggioramento delle condizioni meteo, durante il tragitto.
Alla fine non è stato neanche così terribile, ha smesso nel primo pomeriggio e alla sera, quando sono andata a casa, stava solo piovendo. Però rimango del parere che sia colpahhhh delle congiunturehhhh astralihhhh e, chissà, magari anche del Gufo di Interlagos. Era dal 2005 che non ricordavo di avere visto neve a novembre dalle mie parti, ma in quel caso si trattava della fine di novembre, non del 13.
A proposito di novembre, Mazzoni ha concluso la telecronaca osservando come quella di quest’anno fosse stata la prima vittoria della Ferrari a novembre. Gli ho creduto e, come mi è stato fatto notare sul forum, ho fatto malissimo.
Mi stupisco di me stessa.
Premesso che potevo tranquillamente dimenticarmi del fatto che il 15 novembre 1987, mentre io stavo tranquilla nell’utero di mia madre, Berger abbia vinto il gran premio d’Australia al volante di una Ferrari, come ho potuto dimenticarmi di quello che successe il 2 novembre 2008?

RISULTATO: 1. Sebastian Vettel (Ferrari), 2. Valtteri Bottas (Mercedes), 3. Kimi Raikkonen (Ferrari), 4. Lewis Hamilton (Mercedes), 5. Max Verstappen (Redbull), 6. Daniel Ricciardo (Redbull), 7. Felipe Massa (Williams), 8. Fernando Alonso (McLaren), 9. Sergio Perez (Force India), 10. Nico Hulkenberg (Renault), 11. Carlos Sainz (Renault), 12. Pierre Gasly (Toro Rosso), 13. Marcus Ericsson (Sauber), 14. Pascal Wehrlein (Sauber), 15. Romain Grosjean (Haas), 16. Lance Stroll (Williams), Rit. Brendon Hartley (Toro Rosso), Rit. Esteban Ocon (Force India), Rit. Stoffel Vandoorne (McLaren), Rit. Kevin Magnussen (Haas).

EVENTI DI CONTORNO:
> qualche giorno prima del gran premio del Brasile ho finalmente rivisto il GP del 2011, quello per cui non avevo mai scritto il commento al Gran Premio (era il Brasile, non Abu Dhabi il commento mancante) e ho scritto finalmente il commento;
> ho scoperto, in ritardo di un paio di settimane, che la Rai sta trattando con Sky per trasmettere la Formula 1 anche l’anno prossimo e, anche se c’è il rischio che la quantità delle dirette possa diminuire, ci sono buone probabilità di avere ancora la Formula 1 sulla Rai (che rimane pur sempre meglio di niente, specie considerando che in molti paesi europei nelle TV non-pay, durante la gara ci sono stacchi pubblicitari di cinque minuti);
> lunedì sera, dopo che l’Italia è stata eliminata dalle qualificazioni per i mondiali, ho scritto un tweet a proposito del fatto che non dirò che l’Italia è fuori dal mondiale 2018 e che la Svezia è dentro finché non saprò per certo che Giovinazzi non avrà un volante e che Ericsson ce l’avrà;
> nonostante non avessi taggato Giovinazzi, il giorno seguente lui ha trovato quel tweet e mi ha messo un like;
> la Toro Rosso ha confermato i Gastley per il 2018, quindi le uniche squadre che non hanno ancora confermato i propri piloti sono la Sauber (rumour: Leclerc, Ericsson, Giovinazzi) e la Williams (pare certo Strollino, mentre l’altro pilota non è ancora stato ufficializzato, anche se si attende ad Abu Dhabi un nuovo test di Kubica e se il nome di Di Resta viene fatto sempre più di rado).

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