sabato 3 febbraio 2018

Il legame non troppo sottile tra l'abolizione delle grid girl e il marketing, in un mondo che crede che Liberty Media non pensi al marketing

Ladies and gentelmen, pare che ci sia un nuovo tormentone di cui parlare, quindi io stessa ho deciso di parlarne, non perché mi sembri particolarmente rilevante (la Formula 1 tecnicamente è incentrata su corse automobilistiche, non su tutto quello che c'è a fare da contorno), ma perché ci sono delle sfaccettature che mi intrigano. Non credo che siano le stesse sfaccettature che intrigano la maggior parte delle persone che stanno dibattendo dell'argomento, dimostrando di avere dimenticato in gran fretta il logo, l'halo e le pay TV, ma non ha importanza. Se qualcuno dovesse sentirsi offeso dal mio punto di vista amen, sentirsi offesi è l'hobby di molte persone in giro per la rete.

L'argomento di dibattito è quello delle grid girl, sulle quali essenzialmente il mio punto di vista si sintetizza nella seguente maniera:
> se ci devono essere dei/delle "grid people", non vedo perché debbano esserci solo donne e non sia donne sia uomini, come era avvenuto invece al GP del Brasile di qualche anno fa;
> se tali modelle e modelli indossassero un abito tradizionale del paese ospitante del gran premio o indumenti con gli sponsor del team che rappresentano sulla griglia di partenza, la cosa mi sembrerebbe più logica di come è stata finora;
> quando c'erano non mi strappavo le vesti per protesta, ora che non ci sono nemmeno, anzi, ciò non toccherà minimamente il mio modo di vedere i gran premi;
> esistono persone che intraprendono la carriera di modelle o modelli e tali persone accettano il fatto di avere funzione "decorativa", non la vedo come una cosa scandalosa o offensiva (anzi, avere un rapporto così tanto positivo con il proprio corpo non è neanche che sia necessariamente un male), semplicemente non vedo la necessità di avere modelle o modelli sulla griglia di partenza di un gran premio;
> dato che mostrare le spalle e dieci centimetri di coscia non è essere nude, credo che gli uomini arrapati per via della presenza delle grid girl abbiano, prima ancora che quei problemi di maschilismo di cui si parla in questi giorni, molti problemi nel tenere sotto controllo i propri ormoni #SorryNotSorry;
> visto che mostrare le spalle e dieci centimetri di coscia non equivale ad essere nude, credo che chi si lamenta della *nudità* delle grid girl abbia qualche problema di eccessivo puritanesimo o di eccessivo bigottismo #SorryNotSorry;
> se le grid girl non saranno più presenti, perderanno un'opportunità professionale quindi potenzialmente una parte del proprio reddito, pertanto non capisco perché ci sia da stupirsi se si dicono contrarie alla cancellazione della loro "figura professionale";
> andare a scrivere alle grid girl che sui social si lamentano risposte del tipo "6 1 ZoKkOlOnA SkIfOsA Ke NoN Si RiBeLlA Al PaTrIaRkAtO!!!111!" o "se una donna mostra le ginocchia non è degna di parlare, quindi stai zitta" non mi sembra esattamente un comportamento educato e in realtà non mi sembra nemmeno il modo migliore per combattere il patriarcato;
> tutto ciò non ha nulla a che vedere con i diritti umani, perché stiamo parlando semplicemente dell'abolizione di una figura professionale di dubbia utilità, non di una situazione in cui i diritti di qualcuno sono violati;
> sono felice che le bambine che guardano la TV e che apparentemente si sentono imbarazzate dalla presenza delle grid girl abbiano potuto superare il loro imbarazzo, però rimango del parere che, siccome le auto non provocano imbarazzo a nessuno, adesso sarebbe opportuno guardare oltre, dimenticarsi delle grid girl e di occuparsi anche del fatto che, con il passaggio alle Pay TV, non solo non vedremo più le grid girl, ma difficilmente vedremo anche i gran premi (sì, volendo il mezzo si trova, ma quello è un altro discorso);
> non vedo una grande correlazione tra grid girl e donne pilota, mi sembra palese che chi intraprende la carriera di modella in genere ha ambizioni diverse e dubito che l'assenza delle grid girl permetta alle kartiste o alle ragazze che gareggiano nelle formule minori di trovare maggiori sponsor;
> per quanto ritengo dubbia l'utilità di avere modelle su un circuito, andare a ripescare foto dove ci sono piloti accanto a grid girl e commentarle come "il pilota X non è imbarazzato nel posare per una foto accanto a una grid girl, è sicuramente una personahhhh orribilehhhh" mi sembra abbastanza irrispettoso sia nei confronti di grid girl sia di piloti, dato che significa 1) trattare le modelle come delle appestate, 2) essere offesi da chi non le tratta come tali.

Immagino che alcune delle cose che ho affermato non facciano piacere a chi ha l'abitudine di trascorrere il proprio tempo puntando un coltello alla gola altrui accusandoli di essersi macchiati di azioni oltraggiose e offensive (probabilmente sono offensiva anch'io, dato che dico che le modelle sui circuiti non ci stanno a dire niente, ma non per questo invoco la loro condanna a morte con l'accusa di non essersi ribellatehhhh al patriarcatohhhh) o di provare meno interesse per questo argomento piuttosto che per altri (dopotutto perché mai dovrei sentire il bisogno di parlare di gare, invece che di cerimonie pre-gara o post-gara), ma la vita continua, almeno per quanto mi riguarda.
Appurato che guardare oltre e scegliere pratiche meno "arcaiche" ha sicuramente i suoi lati positivi, rimane comunque il fatto che non avrei perso il sonno se nulla fosse cambiato. La cosa più interessante di tutto ciò, a mio parere, è quella di cui non parla nessuno: il fattore marketing.
Quando Liberty Media dichiara che la decisione è stata presa perché le grid girl non sono conformi ai valori del loro brand, affermano tra le righe che il problema non li tocca minimamente, ma dato che il gusto del consumatore cambia e che al giorno d'oggi il consumatore è più propenso ad avere qualcosa da ridire se le grid girl ci sono piuttosto che un tempo, in nome dei big money Liberty Media si sta adeguando ai nuovi gusti del consumatore. In particolare, come dimostra anche la faccenda del cambiamento degli orari dei gran premi (ne parlerò un'altra volta), Liberty Media si sta adeguando ai gusti del consumatore americano, perché vede gli States come un terreno fertile sul quale investire.

Ho frequentato social network popolati da ragazzi americane e ragazzi americani e, in generale, osservo: 1) molta teledipendenza (quindi maggiore propensione a vedere pre-gara e post-gara, invece che accendere la TV alle 14.00 in punto - orario indicato a titolo di esempio - e spegnerla non appena viene esposta la bandiera a scacchi), 2) molta ossessione per il dress-code femminile (quindi indossare una gonna corta = essere nuda) e per il corpo femminile (quindi la convinzione che fare la modella = essere una body-shamer, allo scopo di mettere in imbarazzo chi ha problemi ad accettare il proprio corpo), 3) molta propensione a contestare con toni non propriamente pacati ciò che offende il loro senso del politically correct (al punto che in certi casi la decisione sul seguire o non seguire una serie automobilistica dipende dall'assenza o dalla presenza di grid girl).
Probabilmente quello che io ho osservato sui social network rispecchia la società americana tanto quanto la società italiana potrebbe essere rispecchiata, in ambito motorsport, da chi che commenta la notizia con un "ma chi se ne frega se ci sono o non ci sono le grid girl, quello che conta è che l'orario di inizio dei gran premi non coincida con le partite della serie A e che la Ferrari vinca".

Andando un po' oltre Liberty Media, quando parlo di adeguamento ai gusti del consumatore non lo dico con una connotazione negativa, per me il marketing non è il Malehhhh Assolutohhhh (peraltro ne ho fatto a suo tempo la mia materia di studio): chi vende guadagna e chi usufruisce del prodotto ha qualcosa che rispecchia di più i suoi gusti...
Al di fuori del mio corso di studi di un tempo ho visto molte persone avere un'opinione negativa del marketing (una mia compagna di corso della specializzazione in direzione aziendale, che veniva dal corso triennale in economia aziendale, considerava il marketing come "parlare di aria fritta") o percepirlo addirittura come un inganno nei confronti del consumatore. A me sembra un po' azzardato. L'economia si basa sull'incontro tra domanda e offerta e se chi compra è talmente fesso da credere che chi vende voglia solo soddisfare chi compra e non anche guadagnare, la colpa non è di chi vende...
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...quindi, se vogliamo continuare su questo standard, tornando a Liberty Media speriamo che prima o poi tengano conto anche del consumatore che gradirebbe continuare a guardare i gran premi... Purtroppo mi risulta che negli States guardare gare di automobilismo significhi guardare tre ore di pubblicità di hamburger e pizze dall'aspetto sgradevole, intervallate di tanto in tanto da qualche scena di gara, quindi lo standard del consumatore americano in materia di visione dei gran premi sicuramente non è molto elevato.

Torno sull'argomento grid girl, da cui mi ero un po' allontanata, e concludo citando quanto hanno dichiarato Susie Wolff e la Formula E in proposito, perché mi sembrano osservazioni molto interessanti.
Secondo Susie Wolff, le grid girl non la offendono ma le sembra che la loro eliminazione sia un passo in avanti per la figura femminile nel motorsport, tuttavia si chiede se non sia ora di iniziare a pensare anche a qualcos'altro.
Il comunicato della Formula E è, a mio parere, condivisibile quanto quello della Wolff: secondo loro, anche la Formula E ha eliminato le grid girl già da tempo, però l'ha fatto senza sbandierarlo ai quattro venti per farsi pubblicità.
Piccola postilla finale: niente grid girl = può darsi che al GP degli States venga messo in scena un ulteriore spettacolo trash come quello dell'anno scorso, ma quantomeno non ci saranno ragazze con pacchiani abiti da cheerleader e pacchiani pon-pon. Però non vorrei che sfruttassero un buco nel regolamento: se le grid girl non esistono più, nulla impedisce che gli organizzatori del gran premio di Austin trovino altre figure - che ne so, i finalisti di un torneo per mangiatori di hamburger - da far vestire in modo pacchiano e ai quali fare agitare pon-pon.

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