Carissimi lettori, oggi parliamo di formule minori open wheel americane e nello specifico della Road to Indy, che ha come proprio apice la Indylights, il cui campionato è terminato la scorsa settimana in concomitanza con il weekend di Laguna Seca, dopo una serie di eventi, alcuni singoli e alcuni double header: St.Pete, Barber, Indy Road Course (double header), Detroit, Road America, Mid-Ohio, Iowa Speedway, Nashville, Madison, Portland e Laguna Seca (double header). In linea di massima anche gli altri campionati della Road to Indy hanno avuto un calendario simile, specificherò quindi solo le variazioni.
INDYLIGHTS - ricordate i tempi bui in cui solo sette o otto vetture prendevano parte alle gare? ebbene, non abbiamo raggiunto grandi fasti, ma quantomeno ce ne sono sempre state tredici o quattrodici, il che non è neanche così male, visti gli standard a cui eravamo stati abituati.
Lo svedese Linus Lundqvist, con un totale di cinque vittorie ed essenzialmente un solo risultato fuori dalla top-5 (che era un sesto posto), si è aggiudicato il titolo, battendo lo statunitense Sting Ray Robb, una sola vittoria ma numerosi piazzamenti a podio. A seguire Matthew Brabham (figlio di Geoff Brabham) e il neozelandese Hunter McElrea.
Entrambi hanno conquistato due vittorie, mentre a salire sul gradino più alto del podio sono stati anche i piloti classificati quinto, sesto e settimo in classifica, Benjamin Pedersen, Christian Rasmussen e Danial Frost, Rasmussen due, gli altri una sola ciascuno. Curiosamente i piloti classificati dall'ottava posizione in poi, oltre a non ottenere alcuna vittoria, non hanno neanche mai visto la luce del podio.
INDYPRO - in totale ci sono state diciotto gare, con molti double header e qualche triple header, con l'ovale di Lucas Oil nel memorial weekend, senza Detroit e Iowa, ma con Toronto, e poi il campionato terminato a Portland, una settimana prima di quello di Indylights. Il titolo è andato al britannico Louis Foster, rookie, autore di sette vittorie di cui a un certo punto tre consecutive.
In seconda posizione lo statunitense Reece Gold, che di gare ne ha vinte quattro comprese le ultime due della stagione, mentre in terza posizione ha chiuso una nostra vecchia conoscenza. Si tratta di Enaam Ahmed, britannico di origini indo-pakistane che ha gareggiato con licenza pakistana. Ha ottenuto podi e piazzamenti nelle zone alte della classifica, ma nessuna vittoria.
Ha vinto invece due gare Nolan Siegel, quarto classificato che ha anche fatto uno one-off in Indylights, dopodiché una ciascuno i piloti che lo seguivano in classifica, ovvero Braden Eves, Josh Green e Kiko Porto. Salvador De Alba, ottavo in classifica, invece ne ha ottenute due.
Nessuna vittoria, ma solo qualche podio sporadico, per i piloti terminati dal nono posto della classifica piloti in poi. Curiosamente il pilota giunto al nono posto, con un terzo e un secondo posto come apice, è stato Jack William Miller, ovvero il figlio del Dr Jack Miller. Si segnala inoltre una presenza femminile come pilota part-time, ha preso parte ad alcuni eventi Lindsay Brewer, che aveva in precedenza preso parte a un test della W Series non venendo selezionata.
US F2000 - diciotto eventi, calendario identico a quello della IndyPro, con Michael D'Orlando come vincitore, con pochi punti su Myles Rowe e Jace Denmark non particolarmente distante dai due. Rowe ha vinto cinque gare in corso d'opera, il campione D'Orlando e Denmark invece ne hanno conquistate quattro ciascuno.
L'unico altro pilota full time a ottenere una vittoria è stato il rookie Jagger Jones, quarto classificato a fine stagione, mentre le altre sono state ottenute da due piloti one-off. Tre le ha conquistate Alex Quinn su tre gare disputate, quelle del triple header di Indy Road Course, una se l'è aggiudicata Mac Clark nel corso del triple header che ha messo fine alla stagione. Clark ha anche partecipato in questa stagione, al campionato di USFJuniors, vincendolo, e a quello di Formula Regional Americas.
US F.JUNIORS - il livello più basso della Road to Indy è una novità di questa stagione, prima edizione di un campionato che di fatto si svolge su delle Formula 4, parallelamente al campionato di Formula 4 USA. A due eventi ha preso parte anche Bianca Bustamante, pilota W Series. Iniziata a Gravois Mills, la stagione ha visto appuntamenti su circuiti del campionato di Indycar e non, con Barber, Alton, Mid-Ohio, Road America e infine il finale proprio in questo fine settimana al Circuit of the Americas, per un totale di sedici gare totali (non sempre ce ne sono state tre per evento).
Il canadese Mac Clark si è aggiudicato il titolo, ottenendo cinque vittorie in totale. Solo i piloti che si sono classificati nelle prime quattro posizioni in classifica hanno visto il gradino più alto del podio, oltre a Clark, gli statunitensi Sam Corry, Nikita Johnson e Alessandro De Tullio. Corry e Johnson hanno vinto tre gare ciascuno, De Tullio ne ha vinte cinque. Per quanto ci siano piloti con un podio occasionale all'attivo, nessuno a parte i primi quattro vi è salito regolarmente.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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