Se siete dei V3KkYaCçY appassionati della Formula 1 dei very uominy o lettori del mio blog, sicuramente conoscerete gli eventi di quel mondiale, però perfino dei driverstosurvivers potrebbero scovare questo mio post, quindi mi sembra doveroso dare loro un'infarinatura generale. Esattamente quarant'anni fa si svolgeva un mondiale in cui condensati in tipo sei mesi sono capitati accadimenti che, di solito, avrebbero bisogno di avere almeno dieci anni per accadere. Il mondiale è iniziato con il ritorno di Niki Lauda dopo tre anni di stop ed è terminato con un gran premio su un circuito trashissimo ricavato all'interno di un parcheggio, passando per eventi tragici come la morte di Gilles Villeneuve e quella di Riccardo Paletti. Ci sono stati undici vincitori in sedici gare e un totale di diciotto piloti diversi sono saliti sul podio, mentre in più della metà dei gran premi la Renault metteva una vettura in pole position finendo per ritirarsi per i soliti problemi di motore e, se non c'erano problemi al motore, c'erano altro tipo di problemi.
Il mondiale è stato caratterizzato da grandi polemiche off track, con tanto dello sciopero dei piloti giusto per iniziare bene la stagione. Lo scontro FISA vs FOCA delle stagioni precedenti è continuato, anche se arrivando a placarsi almeno in corso d'opera. C'erano vetture turbo e vetture non turbo e in generale di solito non c'era la benché minima correlazione tra il risultato di un gran premio e quello che era successo nel gran premio precedente e quello che sarebbe successo nel gran premio successivo. Nei primi mesi del mondiale John Watson è sembrato emergere come principale concorrente al titolo, salvo poi collezionare una lunga serie di risultati non proprio di prima fascia. La leadership del mondiale è quindi passata a Didier Pironi e, dopo il grave infortunio di quest'ultimo, ecco che è emerso Keke Rosberg, che per tutta la stagione era sempre stato non troppo in alto in classifica, ma comunque sembra abbastanza vicino alla zona punti oppure al podio nel corso delle singole gare, il tutto con una vettura con la quale il suo compagno di squadra Derek Daly non è neanche mai arrivato sul podio.
Ci sono stati eventi altisonanti di vario livello, come ad esempio la celeberrima rissa tra Nelson Piquet ed Eliseo Salazar accaduta dopo un incidente innescato da Salazar mentre era doppiato, evento che ha spianato la strada per la prima vittoria in carriera a Patrick Tambay... sempre ammesso che Piquet potesse vedere la bandiera a scacchi, cosa che per chi guidava una Brabham turbo non era per niente scontata. In un'epoca in cui non c'erano vincoli in termini di rifornimenti e cambi gomme, la Brabham sperimentava frattanto i rifornimenti a gara in corso per i quali servivano attrezzature che, diversamente dal fare rifornimento pre-gara, consentissero di farlo nel minore tempo possibile. C'era chi invece sperimentava la possibilità di fare un cambio gomme in corso d'opera, con la necessità di avere già le gomme in temperatura, ed eravamo agli albori dell'epoca delle termocoperte. Poi c'era chi, come la Toleman, occasionamente partiva a serbatoio scarico e con gomme ultramorbide e superava vetture a oltranza esclamando "ciao sponsor, guarda, sono in TV!"
Detto questo, veniamo a Hilton. Sembra un po' attention seeker, dato che spesso ci spiega il *suo* lavoro prima ancora di quello che accadeva in pista e dintorni, però anche questa parte a mio parere offre un insight interessante. Hilton era un inviato del Daily Express, che a partire dal GP di Detroit è stato mandato come inviato in giro per il mondo a coprire il campionato di Formula 1, quando fino a quel momento si era sempre occupato di altri sport e non sembra nemmeno fosse un grande appassionato di motori in precedenza. Questo mi sembrerebbe un grande insegnamento per molte tumblrine e per molti driverstosurvivers: non sempre si diventa giornalisti di motorsport perché un giorno si diventa appassionati incalliti di motorsport e si urla e ci si emoziona alla vista dei piloti e delle monoposto. Sembra che l'autore sia stato mandato a coprire il campionato di Formula 1 e che si sia fatto, per motivi lavorativi, una cultura in proposito. Ha spiegato inoltre che l'essere a stretto contatto con il pericolo e con la morte è stato per lui una sorta di punto di rottura rispetto a quando seguiva altri sport, al quale non si è mai abituato.
Il libro copre allo stesso modo gli eventi ai quali Hilton era presente e quelli o antecedenti o nei quali non era presente come inviato, con una narrazione abbastanza precisa degli eventi, focalizzandosi in particolare si quanto accaduto in pista e raccogliendo occasionalmente le impressioni di alcuni dei piloti che hanno disputato quella stagione (sono citate interviste a John Watson e a Keke Rosberg soprattutto) oltre che addetti ai lavori (ci sono interviste anche a membri di team e quant'altro). In corso d'opera smentisce anche alcune storie che vengono occasionalmente tramandate da articoli vari (ricordo di avere letto che Riccardo Paletti non sapeva di essere stato raggiunto in Canada dalla madre, Hilton invece racconta che Paletti avesse cenato proprio insieme alla madre la sera prima della gara) oppure conferma quelli che vengono ancora tramandati come rumour (la faccenda della Toleman partita con mezzo serbatoio di carburante in Gran Bretagna per farsi inquadrare, con la ragione del ritiro di Derek Warwick attribuita ufficialmente a un guasto alla trasmissione viene confermata esplicitamente da un membro della Toleman).
Tra le critiche che ho letto nelle varie recensioni c'è quella di essere troppo pro-Rosberg, cosa a mio parere non particolarmente vera, anzi, mi sembra quasi che parli più di Watson che di Rosberg. Inoltre ho letto commenti secondo cui il libro di Hilton racconterebbe le gare come se fossero eventi a se stanti e non come parte integrante dello stesso campionato. Sono un po' perplessa in proposito. A me, personalmente, sembra che, se dà questa impressione, sia proprio per come è andato il campionato. Ogni gran premio letteralmente saltava fuori un vincitore diverso, vari piloti si sono alternati in testa alla classifica, c'erano letteralmente team che avevano degli exploit con qualche performance di alto grido e poi tornavano a centro griglia (vedi l'Alfa Romeo, che a Long Beach ha fatto pole position con Andrea De Cesaris, il quale ha anche leaderato la prima parte della gara)... non è che sia il libro di Hilton a coprire degli eventi "a caso", è proprio che davvero i gran premi sembravano essere un susseguirsi di risultati a caso (seppure ciascuno dettato da vari fattori) tutti riuniti in una sola stagione.
Detto questo, ci sono stati anche alcuni momenti cringe, tipo quelli in cui l'autore si è messo a fare apprezzamenti estetici nei confronti di piloti, poi peraltro nei confronti di Pironi e Tambay, neanche nei confronti di gente particolarmente attraente. Il primo viene definito "handsome" per almeno cinque volte nel corso del libro, il secondo viene definito "handsome" una volta sola ma viene detto che potrebbe essere scambiato per un attore di Hollywood. Sono stati momenti molto in stile Tumblr, comunque questa cosa secondo cui i francesi sarebbero attraenti così di default continuo a non spiegarmela. Ci sono stati anche momenti piuttosto interessanti, con gossip vari a proposito di cose destinate a stimolare l'interesse dei lettori, nella fattispecie: piloti vicini di casa, risse tra piloti, pennuti da fattoria, gente che dovrebbe grattarsi abbondantemente perché data erroneamente per morta, nonché furti vari. Viene citato che a un certo punto la casa di Rosberg sia stata svaligiata e che nel weekend del GP d'Italia ci siano stati giornalisti e spettatori derubati di auto, biciclette e portafogli. Mi raccomando italiani, facciamoci sempre riconoscere.
Capitolo vicini di casa: John Watson viveva insieme alla compagna (la vedova di Ronnie Peterson) in Inghilterra nei pressi della sede della McLaren. Anche Keke Rosberg viveva da quelle parti ed erano vicini di casa. In più Watson pare avere ospitato a casa sua Niki Lauda diverse volte e, quando Alain Prost è passato in McLaren, pare che ospitasse a casa propria anche Prost. Non è chiaro invece dove abitasse Nigel Mansell, ma viene citata una sua intervista con Hilton nella quale parla anche dei propri animali domestici, nella fattispecie due oche, che si dice nella settimana precedente abbiano deposto in totale sette uova. Sebastian Vettel sarebbe molto contento di sapere tutto ciò a proposito del suo idolo. Tornando a Watson, a un certo punto nel weekend di un gran premio pare che qualcuno abbia telefonato alla BBC spacciandosi per Murray Walker e dato la fake news che Watson fosse morto in un incidente stradale dopo una serata in discoteca e che per qualche motivo qualcuno della BBC abbia riportato male la fake news, dalla quale sembrava fosse Walker ad essere morto in un incidente stradale.
Veniamo infine alle risse: ne viene citata una ai tempi della Formula 2 tra i compagni di squadra Derek Warwick e Brian Henton, che poi nel 1981 sono stati compagni di squadra anche in Formula 1, alla vigilia della gara finale del campionato. In più, nel 1982 sembrano essere capitate almeno quattro risse tra piloti post-gara/ post-sessioni varie. Oltre a quella dei Piquezar ce n'era stata una ripresa dalle telecamere dopo le prove libere in Canada tra Chico Serra e Raoul Boesel, ne vengono citate altre due: Michele Alboreto vs Derek Daly dopo il GP d'Olanda a causa di un incidente innescato da Daly, tacciato da Alboreto di averlo fatto apposta, un'altra dopo le qualifiche del GP di Svizzera, tra Mansell e Henton (ancora lui!) dopo che Mansell aveva accusato Henton o di averlo ostacolato o di avere innescato un incidente. Il top, comunque, risale all'inizio della stagione: pare che durante lo sciopero del Sudafrica le wags avessero organizzato una cena tra di loro e che, quando nello stesso posto è comparso anche Balestre, gli abbiano tirato addosso dei piatti. Cosa dire, non ci siamo fatti mancare proprio niente, altro che dieci anni condensati in un mondiale, direi anche quindici o venti.
Il grande pregio del reportage di Hilton, a mio parere, è che non solo ti racconta il mondiale 1982, ma proprio ti ci trascina dentro, parlando un po' di tutto, non solo degli accadimenti più celebri e non solo dei piloti e dei team di alta fascia. Anzi, seppure questo presumo sia influenzato dai suoi contatti personali e dalle persone con cui è venuto effettivamente ad avere a che fare, mi sembra che sia dato spazio a eventi legati ai front runner e a eventi legati a ciò che succedeva nel fondo della griglia (certo, non la stessa quantità di spazio, ma per dire, viene citato un paio di volte anche Tommy Byrne, che ha guidato la Theodore per un numero ristretto di eventi, arrivando a qualificarsi appena due volte). L'immagine che ne esce è di un campionato con molte sfaccettature, con storie che si incrociano, o che si limitano a sfiorarsi, che vengono consegnate alla storia oppure che vengono messe da parte. In sintesi, è una lettura che mi sento di consigliare? Dipende. Per chi conosce già gli eventi direi di sì. Per chi non sa altro a parte ciò che ho raccontato in questo post, prima mi guarderei almeno qualche gara o highlight (possibilmente extended).
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