Carissimi lettori, mi sembra doveroso darvi di nuovo il benvenuto nel 1986, quando le gare erano belle e movimentate e tenevano con il fiato sospeso fino all'ultima curva. O almeno quella di cui andiamo a parlare appartiene a questa categoria. Siamo a Jerez, è la seconda gara della stagione e nelle prime posizioni troviamo le Lotus, le Williams e le McLaren. O per meglio dire, troviamo LA Lotus, le Williams e le McLaren perché Johnny Dumfries, esordiente al volante della vettura color John Player Special, non si trova esattamente nelle prime posizioni, nonostante il suo compagno di squadra Ayrton Senna scatti dalla pole position. Si invola in prima posizione, seguito dalla Williams di Nelson Piquet, mentre Nigel Mansell in un primo momento si ritrova quarto tra le McLaren di Keke Rosberg e Alain Prost. Il baffuto pilota inglese, tuttavia, riesce a superare il baffuto pilota finlandese dopo qualche giro, portandosi terzo.
Non serve molto per comprendere che il terzo posto non è il modo in cui vuole concludere quella giornata, quindi eccolo che si incolla agli scarichi del compagno di squadra. Piquet regge ancora un po' in seconda posizione, ma non c'è niente da fare, è Mansell a spuntarla e si lancia all'inseguimento di Senna. La gara di Piquet, un po' più avanti, termina per un guasto al motore, solo una Williams vedrà la luce del traguardo. In casa McLaren, frattanto, Rosberg sembra accusare qualche difficoltà: pare abbia sia problemi di gomme sia consumato troppo carburante nella prima parte di gara, ritrovandosi quindi costretto a rallentare il ritmo e a cedere la quarta posizione al compagno di squadra Prost. Mansell, però, osserva "basta parlare di Prost e di Rosberg, sono io il protagonista di questo evento" e supera Senna portandosi in prima posizione. Questi eventi (avvicendamento tra le McLaren, ritiro di Piquet, sorpasso di Mansell) accadono intorno a metà gara.
Nel frattempo si sta consumando il dramma, quello di cui non importa niente a nessuno, ma che tocca da vicino le elegantissime e tamarre Ligier. René Arnoux e Jacques Laffite procedevano in top-ten con la possibilità anche di artigliare un punto o due, se fossero riuscite a rimanere in pista in quella posizione fino al traguardo, ma la gara di Arnoux è terminata già da tempo, lasciando il solo Laffite a puntare alla bassa zona punti. Va male anche a Laffite, poco dopo metà gara infatti è costretto a sua volta al ritiro, entrambi per dei guasti di varia natura. L'exploit visto nella prima gara della stagione in Brasile (Laffite terzo, Arnoux quarto dopo un bel duello tra di loro) purtroppo non si ripeterà in questa occasione. In compenso viaggia in quinta posizione Dumfries, la cui gara comunque termina anzitempo. Con le prime quattro posizioni già assegnate - tra poco ci torno - la quinta e la sesta vanno alle Benetton di Teo Fabi e Gerhard Berger.
Solo otto vetture arriveranno al traguardo, in settima e in ottava posizione si classificheranno Thierry Boutsen sulla Arrows e Patrick Tambay sulla Lola Haas. Spero che i ferraristi abbiano conservato un po' di ammirazione per il loro ex idolo, perché potrebbe essere l'unica soddisfazione della loro giornata. Le Ferrari si sono entrambe ritirate, Stefan Johansson per incidente dopo pochi giri, Michele Alboreto per un problema tecnico un po' più avanti. Pare che Johansson abbia anche preso una botta non indifferente, Murray Walker riferisce in telecronaca che è stato portato in ospedale per controlli, ma che fortunatamente è pressoché illeso. A proposito di squadre italiane figurano tra i ritirati, per problemi tecnici, anche l'unica Minardi (Andrea De Cesaris) e le due Osella (Piercarlo Ghinzani e Christian Danner). Neanche i piloti italiani sembrano avere molte soddisfazioni, Riccardo Patrese ed Elio De Angelis (compagni di squadra in Brabham) sono ritirati entrambi per un guasto alla trasmissione.
"Io sono ancora in testa alla gara e nessuno mi sta prendendo in considerazione" protesta Mansell, ricordandomi che devo parlare anche dei primi quattro. Anzi, archiviamo Rosberg, il quale si trova in modalità risparmio carburante e gomme e si trova già doppiato ma in una stabile quarta posizione, dopo avere effettuato anche una sosta ai box(?). Mansell nel frattempo si trova sui carboni ardenti, perché Senna gli si porta negli scarichi. Non sono soli, c'è anche Prost in trenino ed è il love triangle più affascinante del motorsport anni '80. Invece di prendersi a bottigliate tra di loro come se fosse già il 1989/90, i Prosenna sono entrambi a caccia di Mansell che inizia ad avere problemi di gestione gomme. Mansell tenta di mantenere la prima posizione, ma è costretto a cedere a entrambi nello stesso momento. Ritrovandosi terzo, si precipita ai box. Non mancano molti giri di gara, ma con un set di gomme nuove ha buone probabilità di riprendersi i Prosenna e di andare, chissà, magari a vincere la gara.
Inizia a recuperare su Prost e gli si porta a ridosso. Prost tenta di mantenere la posizione e in effetti un po' di tempo glielo fa anche perdere. Non riesce comunque a reggere il confronto con le nuove gomme di Mansell ed è costretto a cedere: Prost porterà a casa una terza piazza. Per Mansell si tratta invece di ripetere la stessa operazione e di mettersi a caccia di Senna. Recupera in tempi record nei suoi confronti e gli si porta ormai negli scarichi. Manca un ultimo giro di gara e il gap continua a scendere. La gara finisce al photofinish e Senna conserva la prima posizione: 14 millesimi di gap tra i due, è record (o meglio, siccome ci sono dei dubbi in tal senso, il record ufficiale è 0.010 al GP Italia 1971, ma ai tempi si misuravano i distacchi fino al centesimo, quindi può essere un 0.010 così come un 0.019) e lo resterà fino al GP degli Stati Uniti 2002, in cui Rubens Barrichello vincerà la gara con 11 millesimi di margine su Michael Schumacher, per motivi mai veramente chiariti.
Ci sono varie teorie al riguardo, tipo che Schumacher - leader fino a quel momento - abbia rallentato per fare un arrivo in parata col compagno di squadra venendo accidentamente superato dallo stesso dopo avere scambiato la safety car line con la linea del traguardo, oppure che i due tentassero proprio di realizzare il minor gap di sempre tra primo e secondo classificato, comunque tutto ciò non ci riguarda, siamo nel 1986 e abbiamo appena visto una Lotus precedere di un soffio una Williams. Tutto ciò ci risveglia sicuramente dei grandi Kekelio vibes, visto il finale tra De Angelis e Rosberg in Austria nel 1982, anche se ci sono buone probabilità che Rosberg non sia così felice di essere paragonato a Mansell, ma soprattutto la certezza che De Angelis non apprezzerebbe per niente il paragone con Senna. A noi, però, tutto ciò non ci tocca, abbiamo assistito a una gara meravigliosa e non ci resta che sperare che evocare altre gare meravigliose in modo assolutamente random.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
giovedì 8 settembre 2022
Duello al photofinish tra i Sensell // GP Spagna 1986
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