Non è il modo migliore per iniziare la stagione quando sei un pilota snobbato e la gente pensa che non sarai il principale candidato al titolo, ma chi si ritira è fuori e dimenticato, messo da parte per le logiche di gara altrui. Un paio di giri più tardi tocca a Piquet mettersi alle spalle di Senna e attaccarlo, stavolta tutto riesce e ci ritroviamo Piquet in testa e Senna secondo da cui non si schioderanno più per tutta la durata della gara. O meglio, le posizioni cambieranno a seconda delle finestre di pitstop, ma i due effettueranno entrambi (come i loro colleghi, pare) due cambi gomme e la situazione finirà ogni volta per riallinearsi. Direi quindi che possiamo lasciare Piquet e Senna 1/2 e occuparci adesso di tutte le faccende interessanti che capitano nel corso della gara, iniziando dalla Minardi e dalla risalita di Andrea De Cesaris, in questa stagione pilota del team faentino.
Partito abbastanza arretrato come si addice chiaramente a chi guida una Minardi, De Cesaris inizia ad andare like a boss arrivando addirittura ad appropriarsi della sesta posizione in tipo un quinto di gara. Peccato che per fare ciò stia spigendo più di quanto il motore possa sopportare, quindi a un certo punto la macchina gli dice "adesso basta, non ti permetto più di continuare a guidarmi" e ci lascia ad andare a occuparci di altre vetture italiane, come ad esempio le Ferrari. Stefan Johansson si trova in bassa zona punti quando si ritira per testacoda, mentre Michele Alboreto nel primo stint sembra doversela vedere con Alain Prost per il terzo posto. La spunta Prost, ma finisce male per entrambi, Alboreto ritirato per un problema di natura meccanica, Prost quando rompe il motore come già accaduto in precedenza sull'altra McLaren guidata da Keke Rosberg.
In tutto questo stiamo perdendo di vista le bellissime e tamarre Ligier, guidate da René Arnoux e Jacques Laffite. Il numero 25, che stazionava intorno alla quarta/ quinta posizione fin da inizio gara si ritrova infatti terzo, ignorato abbastanza dalla regia brasiliana che si divide tra le inquadrature di Piquet e quelle di Senna. All'età di trentasette anni, si tratta del suo ritorno in Formula 1 dopo essere stato appiedato dalla Ferrari un anno prima e vuole dimostrare a quelli che dicono che avrebbe fatto meglio a rimanere ritirato che il suo ritorno non è tempo sprecato. La gente che negli anni 2020 si è dimenticata di questa gara, tuttavia, affermerà senza mezzi termini che avrebbe fatto meglio a restare a casa invece di stare in pista a sognare il podio, lo champagne e la gloria della terza piazza. Laffite, intanto, valuta come sottrarre al compagno di squadra la gioia di podio, champagne e terza piazza.
Il numero 26, sei gare vinte in passato e reduce da un secondo posto al GP d'Australia 1985, ultimo finora disputato, sul podio insieme al compagno di squadra Philippe Streiff terzo nonostante una collisione tra di loro all'ultimo giro, di anni ne ha ben quarantadue e come ogni vecchio volpone che si rispetti finisce per raggiungere Arnoux e portarsi negli scarichi della sua vettura. È paziente, attende che sia il momento giusto invece di lanciarsi a cannone tirandogli in testa una baguette al grido di "io ce l'ho enormehhhh e tu ce l'hai piccolohhhh", il che è più o meno quanto ha fatto Streiff qualche mese prima ad Adelaide nel pieno della sua irruenza giovanile. Tra gli Arfitte si innesca un duello tranquillo e pacato, con i due che preferiscono non esagerare, perché sta andando tutto bene e non è detto che la stagione prosegua viaggiando verso il podio a ogni gran premio.
La spunta Laffite, che coglie di sorpresa Arnoux e si appropria della terza piazza, del podio e della gloria dello champagne, niente male per essere un V3KkYaCçY0 che dovrebbe ritirarsi e andare in pensione. Arnoux è costretto ad accontentarsi del quarto posto (anche questo comunque niente male per un V3KkYaCçY0 perché ricordiamoci che ha pur sempre trentasette anni quindi anche lui dovrebbe andare in pensione, secondo l'opinione pubblica), mentre la zona punti viene completata dalla Tyrrell di Martin Brundle e dalla Benetton di Gerhard Berger. Per la Benetton si tratta di un ottimo esordio nel mondiale di Formula 1, dopo avere acquistato ciò che restava del team Toleman. Dieci piloti in totale vedono la bandiera a scacchi, dalla settima posizione in poi si piazzano Philippe Streiff (Tyrrell), Elio De Angelis (Brabham), Johnny Dumfries (Lotus) e Teo Fabi (Benetton).
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