Damon Hill e Mika Hakkinen sono gli unici piloti di squadre di primo piano destinati a non cambiare volante, rimanendo il primo in Williams e il secondo in McLaren. Tuttavia, prima di pensare alla gara o addirittura al mercato piloti c'è altro di cui occuparsi e riguarda proprio lo sventurato Hakkinen. Al venerdì, infatti, è vittima di violentissimo incidente innescato da una foratura. Le sue condizioni sono molti gravi e solo i soccorsi tempestivi gli salvano la vita. Trasferito in ospedale, rimane in coma per alcuni giorni e in ospedale per circa due mesi. Si riprenderà in tempo per il mondiale 1996 e, contro le aspettative, avrà una seconda parte di carriera piena di successi (in contrasto con la sua guida caotica nei suoi primi anni in Formula 1), con venti vittorie e due titoli mondiali, nonostante il ritiro che avverrà in giovane età nel 2001. Ah no, si tratta di un anno sabbatico di durata ultraventennale, in attesa del suo imminente ritorno!
La gara inizia con le Williams 1/2 ma lo spunto di Hill, che partiva dalla pole, non è propriamente buono e di conseguenza lo ritroviamo secondo alle spalle del compagno di squadra, che nel corso della stagione l'ha occasionalmente battuto ma non sembra avere avuto molte chance di dare il meglio di sé. Questa è finalmente la volta buon-... ah, no, la sua gara terminerà andando a sbattere contro una barriera, il che di per sé non sarebbe neanche così tanto imbarazzante, se non fosse che è una barriera della pitlane e che ci sbatterà sopra perdendo il controllo della vettura mentre sta rientrando per la sosta. Più avanti nella gara anche Roberto Moreno sulla Forti arriverà vicino a imitarne le performance, ma diversamente da Coulthard riuscirà a ripartire. Tornando a noi, con il ritiro di Coulthard, Hill si ritrova al comando del gran premio, inseguito da tanta gente che ogni tre per due si perde per strada. Schumacher, che era terzo nel primo stint, adesso si trova in seconda posizione, a debita distanza.
Si trova secondo, ma non molto a lungo. Dietro di lui infatti c'è Alesi che deve ancora fermarsi ai box ma che con Schumacher ingaggia un duello piuttosto acceso, che si conclude con un contatto. Incidente curioso, Alesi sta per passare in Benetton, Schumacher sta per passare in Ferrari. L'ultima gara di ciascuno nel proprio "vecchio" team termina così, in quanto entrambi sono costretti a rientrare ai box nel tentativo di riprendere la gara, ma nessuno dei due tentativi va a buon fine (anche se Schumacher in realtà viene rimandato in pista, però deve rientrare di nuovo poco dopo). La gara della Rossa è a questo punto nelle mani di Berger, che però viene costretto al ritiro da questioni di affidabilità. Vanno in pensione così, con un doppio ritiro, i numeri 27/28: dalla stagione 1996 si cambierà infatti sistema di numerazione (e in ogni caso, con l'ingaggio di Michael Schumacher, campione del mondo 1995, anche con la numerazione vecchio stile la Ferrari dovrebbe portare i numeri 1/2)... triste finale per una coppia di numeri leggendaria.
Triste finale, ma direi abbastanza in linea con le quindici stagioni in cui questa coppia di numeri è stata presente sulle vetture di Maranello (a partire dal 1981, con la sola esclusione del 1990 per via della presenza di Alain Prost campione del mondo in carica e dei numeri 1/2), sulle quali direi di soprassedere in quanto stiamo andando off topic. Torniamo a noi e andiamo a scoprire, mentre Hill fa il vuoto, a chi sia andato il secondo posto vacante. Occupato brevemente da Heinz-Harald Frentzen sulla Sauber, che a un certo punto viene inquadrato anche mentre fa un saluto "stile Will Power" nei confronti di Mark Blundell mentre doppia la McLaren, va a Johnny Herbert, alla sua ultima gara sulla Benetton. Prima Frentzen e poi Herbert vengono comunque fermati da problemi tecnici, ritirandosi e lasciando Hill con nientemeno che due giri di vantaggio sul suo diretto inseguitore: si tratta di Olivier Panis.
Fortunatamente il pilota della Ligier ha un vantaggio abbondante sul terzo classificato, quindi riesce a conservare la posizione anche quando a fine gara è costretto a rallentare per via del fumo che sta uscendo dal suo motore. Il gradino più basso del podio se lo aggiudica Gianni Morbidelli sulla Footwork: per il pilota italiano si tratta dell'unico podio in Formula 1. Dopo il poco elegante saluto ricevuto da Frentzen, Blundell conclude la gara in quarta posizione, mentre Mika Salo su Tyrrell e Pedro Lamy su Minardi completano la zona punti. Solo otto vetture arrivano al traguardo, il che significa che troviamo una Forti e una Pacific in posizioni che potrebbero apparire di tutto rispetto. Settimo conclude Pedro Diniz (mentre Moreno sembra essersi ritirato poco dopo essere ripartito dal botto in pitlane) e ottavo Bertrand Gachot. Per il pilota più urticante della storia della Formula 1 si conclude così, con un risultato neanche troppo male visto cosa guida, la carriera nella massima categoria.
PS. A proposito di 1995, oggi è il 10 settembre, quindi l'anniversario del GP d'Italia, ma non credo vi faccia piacere ricordarlo!
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