giovedì 19 aprile 2018

La Formula 1 non mi piace perché entra troppo spesso la safety car e le strategie influenzano i risultati, disse l'appassionato di Indycar

Ladies and gentlemen, start your engines, perché stasera parliamo di un argomento che ha molto a che vedere con le ship war e che, diversamente dalle ship war, è portato avanti da persone che dovrebbero essere in grado di portare avanti discorsi culturalmente elevati. Eppure, nonostante tutto, ogni volta che si svolge un evento del campionato di Indycar, preferibilmente non su un ovale, ecco che ricomincia la solita storia che, a guardarci bene, non trova mai quel punto di svolta che trovano le ship war. Le ship war, prima o poi, finiscono, e nello specifico finiscono quando le fungirl esaltate si rendono conto che i Raikkonettel sono dolci e kawaii insieme, ma che il loro idolo con gli occhi azzurro shoking merita un Grande Ammmmore con un soggetto che non abbia ancora le zampe di gallina intorno agli occhi, quindi anche le fungirl dei Vettelton hanno diritto di esistere, essendo anche i Vettelton dolci e kawaii (oltre che essere due gabbiani in incognito).
Purtroppo a questa situazione di stallo tanto dolce e kawaii non ci si arriva mai quando si dibatte di quale serie sia migliore delle altre e di chi abbia il diritto ad esprimere un'opinione, se solo gli appassionati di Formula 1, solo gli appassionati di Indycar, solo gli appassionati di endurance... o quelli di qualunque altra categoria, a seconda di quale sia il pensiero di nicchia del momento, perché è questo che conta, essere di nicchia e far passare per caproni ignoranti tutti quelli che non sono di nicchia abbastanza.

Purtroppo uno dei lati negativi del web è che certe prese di posizione, che nella vita quotidiana non sarebbe necessario prendere, diventano un'imposizione.
Per esperienza personale, posso dire che nella *real life* nessuno mi ha mai detto che non è possibile che mi piaccia sia leggere sia andare in discoteca, perché una cosa deve escludere l'altra. Nessuno mi ha nemmeno mai detto che non posso scrivere racconti se mi piaceva la matematica finanziaria. Nessuno ha neanche mai insistito affinché scegliessi se mi piace la Coca Cola e mi fa schifo la Pepsi oppure viceversa.
Potrei fare centinaia di esempi, perché il mondo del web si presta molto a queste situazioni e c'è la convinzione generale che se ti piace una cosa non te ne possa piacere un'altra o addirittura che, se una cosa non ti piace, un'altra debba piacerti per forza. Vieni messo di fronte alla scelta tra essere mainstream o essere di nicchia e il concetto che non si viva all'interno di un'enorme gara tra A e B in cui è necessario prendere una posizione.
Non stiamo parlando di decisioni fondamentali per la sopravvivenza. Non stiamo parlando di decisioni che potranno condizionare in qualche modo la nostra vita. Non possiamo neanche parlare, in realtà, di decisioni: in genere non siamo noi a decidere se qualcosa ci piace oppure no, non è una scelta consapevole e volontaria.

Domenica mattina si è svolto il Gran Premio della Cina, per quanto riguarda il campionato di Formula 1, mentre alla sera, dall'altra parte dell'oceano, si è svolto il Gran Premio di Long Beach, terzo appuntamento stagionale del campionato 2018 di Indycar.
Come vuole ormai la tradizione, mi sono alzata alle otto del mattino per guardare il gran premio. Ho dormito pochissimo quella notte e ho pensato che alla sera avrei disertato la gara di Indycar.
Poi sono arrivate le dieci e mezza di sera e ho deciso che tutto sommato ce la potevo fare, che se avessi trovato uno streaming quella gara l'avrei vista per intero.
Ho trovato uno streaming e, dopo avere iniziato la giornata guardando una gara di Formula 1, l'ho guardata terminando una gara di Indycar. Mi sembrava un comportamento completamente normale...
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...e forse lo era davvero, perché secondo la prassi, avrei dovuto alzarmi alle otto di mattina per guardare la gara di Formula 1 con lo sguardo di una purista della Indycar e vederla in funzione di quanto sarebbe accaduto di lì a diverse ore dall'altro lato dell'oceano.
Avrei dovuto guardare l'undercut di Bottas ai danni di Vettel pensando che una gara che si decide per via delle strategie è uno spettacolo inguardabile.
Avrei dovuto assistere all'incidente tra Gasly e Hartley pensando che fosse uno scandalo vedere entrare la safety car in pista a causa dei detriti.
Poi avrei dovuto pensare che la guida di Verstappen fosse troppo aggressiva e che ciò danneggiasse lo spettacolo.
Infine, ciliegina sulla torta, avrei dovuto storcere il naso nel vedere Ricciardo vincere dopo essere partito dalla terza fina e dopo avere superato tutte le cinque vetture che aveva davanti, perché certe cose proprio fanno venire l'orticaria.

Tutto giusto.
O forse no.
In primo luogo dico forse no perché l'impressione è sempre la solita: che di una serie si elogino certe cose che si criticano nelle altre.
Quindi è bellissimo che in Indycar possa vincere chi è partito dall'ultima posizione, mentre se in Formula 1 vincesse un outsider perderebbe di credibilità.
Quindi è bellissimo che in Indycar possano entrare delle safety car per la semplice presenza di detriti, mentre ogni ingresso della safety car in Formula 1 viene demonizzato, anche quando non sembrano esserci molte alternative diverse (tranne quella di rischiare che i commissari di percorso vengano falciati mentre puliscano la pista).
Quindi è bellissimo che in Indycar possano esserci piloti che prendono a sportellate i loro avversari, ma se succede in Formula 1 all'improvviso diventano troppo pericolosi e sono un male da estirpare. Poi che i piloti che fanno a sportellate in Indycar abbiano già raggiunto la drinking age e altri soggetti no, quello è un altro discorso.

Ne viene fuori che sì, di una serie si esaltano certe cose e di un'altra no, perché in fondo da due serie diverse è giusto aspettarsi due cose diverse...
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...il problema è che poi, guardandole, ci si aspetta di vedere le stesse cose. Quindi si contano il numero di sorpassi che avvengono in una gara di Indycar e li si paragona a quelli che avvengono in una gara di Formula 1, quando poi magari ci si lamentava, nel vedere tale gara di F1, che i sorpassi distraevano da quello che contava davvero, ovvero la cavalcata trionfale di chi stava davanti indisturbato.
Oppure si osserva che la Formula 1 è morta, perché in Indycar c'è stato un sorpassohhhh beliximohhhh!!11!!!1!!!!!! e in Formula 1 non si vedono cose del genere.
In caso ci siano state F1 e Indycar nello stesso giorno, poi, tutto si intensifica e viene fuori che se Alexander Rossi vince una gara dalla pole non importa a nessuno di lamentarsi, perché ci sono stati dei duelli per le posizioni dalla seconda fino alla ventesima. Il fatto che il risultato di Bourdais sia andato in fumo a causa dell'ingresso di una safety car non ha importanza. La Formula 1 non ha presentato lo stesso tipo di spettacolo, quindi ORROREHHHHHH!!!!!11!!!!!11!!...
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...è un po' come dire che la Indy 500 è noiosa perché nessuno tenta sorpassi alla Rascasse, ma nevermind.
La cosa più pittoresca, tuttavia, è che poi, le stesse persone, siano spesso le prime ad affermare che i piloti di Indycar sono tutti degli scarsi ogni volta in cui un pilota che non ha mai fatto punti in Formula 1 vince una gara. Che poi ci sia differenza tra non fare punti in un top-team e non fare punti su una carretta non importa, quello è un dettaglio trascurabile.

In sintesi, sono convinta che si possano tranquillamente apprezzare serie diverse, senza avere la necessità di vedere da una parte quello che si vede dall'altra. Anzi, proprio perché si tratta di serie diverse sarebbe opportuno aspettarsi di assistere a tipi di spettacolo diverso.
Ovviamente non ho nulla contro chi apprezza soltanto una serie e non apprezza l'altra, però continuo a non comprendere la necessità di sbattere in faccia ad altri il fatto di considerarli dei coglioni perché hanno gusti non abbastanza raffinati.
Non siamo tutti esposti alle stesse cose nello stesso modo e non apprezziamo tutti le stesse cose allo stesso modo, anche perché se così fosse avremmo già risolto da molto tempo il fatto che sia difficile trovare persone con cui parlare seriamente di motorsport.
Il mio suggerimento continua ad essere, e lo sarà ancora per molto tempo, quello di smetterla con la versione serie-motoristiche-friendly delle ship war.
Facciamolo per Sebby, nostro idolo, e per i suoi quattro titoli...
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...e piantatela di fare i caproni ignoranti, sto parlando di quello con gli occhiali sotto al casco. :-P

Milly Sunshine(C)
Post scritto per doppia pubblicazione su F1GC e sul mio blog

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