Cronache random di gare del passato: Gran Premio di Suzuka 1998
Ci eravamo lasciati ieri sera con il gran premio d'Italia del 1998. Era il quattordicesimo gran premio del 1998, a cui seguì il Nurburgring e infine, come da buona tradizione dell'epoca, il campionato finì a Suzuka... che poi, "buona tradizione dell'epoca" fino a un certo punto: fino al 1995 era finito ad Adelaide, nel 1997 era finito a Jerez, nel 1999 sarebbe finito a Sepang... Riassumendo, nel corso degli anni '90 il campionato è finito due volte a Suzuka e una di queste due volte era il 1998. Che sia un po' poco per parlare di "buona tradizione dell'epoca"?
So che la cosa che dovrebbe avere maggiore rilievo di quell'evento sia il fatto che Rosset abbia girato oltre il 107% nelle qualifiche e che per tale ragione sia stato mandato a giocare a briscola mentre gli altri prendevano il via alla gara, ma per dovere di cronaca è opportuno che vi informi che (dettaglio da me sottovalutato nel post di ieri sera) dopo il GP d'Italia Hakkinen e Schumacher erano appaiati in testa alla classifica con 80 punti, con vantaggio per Hakkinen per il maggior numero di vittorie, credo... ma è irrilevante, perché comunque dopo il GP del Lussemburgo (sì, il Nurburgring è in Lussemburgo tanto quanto Imola è nella Repubblica di San Marino e tanto quanto Baku è in Europa... avete qualche problema?) la situazione era Hakkinen 90 Schumacher 86, insomma, per farla breve al Nurburgring aveva vinto Hakkinen. Posizioni sulle prime due file della griglia di partenza: Schumacher / Hakkinen, Coulthard / Irvine, Ferrari-McLaren, McLaren-Ferrari, e questo sì, è abbastanza in linea con le "tradizioni" dell'epoca, direi.
Ma ecco giunto il momento della partenza... mhm... sì, una partenza che in confronto sarebbe stato meno travagliato un parto gemellare in una fan fiction m-preg (se non sapete di che cosa sto parlando, buon per voi).
Here we go, si parte per il formation lap!
Here we go, si parte per............. no, niente, non si parte, ci sono luci gialle e rosse, i semafori sembrano un albero di Natale. #MerhiChristmas.
Non è chiaro quale sia la ragione, solo dopo numerosi dubbi da parte dei telecronisti Deutsch, si scopre che una delle Prost è rimasta ferma. E' Panis. No, è Trulli. No, è Panis. Però c'è Trulli fermo... Sì, insomma, la cosa non è essenziale, a quanto pare (comunque si tratta di Trulli).
Here we go, si parte per il secondo formation lap!
Here we go................................................................................. anzi, no, non si parte: Schumi Primo Ma Non Unico, con tanto di casco celebrativo con i colori di una bandiera a scacchi, si sta sbracciando: altro "aborted start", con uno dei pretendenti al titolo mandato a tenere compagnia ai vari Nakano nelle retrovie, sotto lo sguardo attento di Montezemolo.
Here we go: stavolta si parte sul serio, a parte Herbert, però a lui vengono riservate solo un po' di bandiere gialle, anche perché se no, se andavano avanti così, avrebbero fatto in tempo a partite per il GP del Giappone del 1999, invece che per quello del 1999.
La gara è stata sostanzialmente divisa in due parti: la prima, quella in cui Schumi Primo Ma Non Unico inseguiva le altre vetture (davanti c'erano, tra i primi, Hakkinen, Irvine, Frentzen e Coulthard, ma nessuno se li filava): era già decimo dopo un paio di giri e, prima della sosta, avrebbe raggiunto addirittura la quinta posizione.
Momenti clou:
- Diniz è finito fuori;
- la macchina di Schumi Secondo è andata a fuoco.
Hakkinen e Irvine sono rimasti primo e secondo anche dopo la sosta, mentre dopo la sosta terzo c'era nientemeno che Schumi Primo Ma Non Unico.
Seconda parte: a 21 giri dalla fine Tuero e Takagi hanno finalmente trovato modo di conquistarsi un attimo di popolarità, quando Tuero ha tentato di usare Takagi come trampolino di lancio. Purtroppo per loro è durata poco, perché tempo un minuto contato e una delle gomme di Schumi Primo Ma Non Unico è esplosa, costringendolo a parcheggiare e a dire definitivamente addio all'eventualità di potere ancora sperare di vincere il titolo.
Nei giri che rimanevano sembra non essere accaduto niente tranne il ritiro di Nakano, in pista, o comunque non ce ne saremmo potuti accorgere ugualmente, dato che la regia inquadrava più ciò che succedeva fuori dalla pista... ovvero Schumi Primo Ma Non Unico che fuggiva per i prati braccato da un giornalista, Schumi Primo Ma Non Unico che due minuti contati più tardi indossava un maglioncino a collo alto, Schumi Primo Ma Non Unico che gironzolava... anche Schumi Secondo in realtà stava gironzolando, ma non era degno di essere preso in considerazione!
Top 6: Hakkinen, Irvine, Coulthard, Hill, Frentzen, Villeneuve, con Platinum Jacques che è stato superato dal pilota più gossippato di tutti i tempi all'ultima curva.
Il sorpasso subito da Platinum Jacques, comunque, perdeva d'importanza di fronte al cataclisma imminente preannunciato da un chiaro segnale di apocalisse: Erja Hakkinen sembrava in preda all'eccitazione, saltellava e correva come una Nicole Scherzinger qualsiasi e RIDEVA in modo abbastanza sfrenato.
Frattanto Schumi Primo Ma Non Unico aspettava che i primi tre classificati giungessero al parc fermé: ha abbracciato Irvine, ha ignorato Coulthard (OLTRAGGIOHHHHHH!!!11!!!! XD) e poi è andato a complimentarsi con Hakkinen.
Bonus: poco più tardi, al di sotto del podio, Erja stava ancora ridendo. O_________O
Doppio bonus: il podio si è concluso con Irvine e Coulthard che sollevavano Hakkinen... e sollevare Hakkinen non deve essere esattamente come sollevare uno di quei pilotini di 1,65*50kg.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
mercoledì 11 maggio 2016
Riflessioni serali sul giorno in cui la donna senza espressione facciale si mise a ridere in modo sguaiato
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