lunedì 30 maggio 2016

Indycar 2016: #6 INDIANAPOLIS 500 (centesima edizione)

Domenica 29 Maggio 2016: a Indianapolis si svolge la 100esima edizione della Indy 500 e, per quanto questa gara sia già di per sé una delle gare automobilistiche più affascinanti al mondo, il fatto che abbia raggiunto la sua 100esima edizione la rende ancora più affascinante.
La prima che ho seguito in streaming, se non vado errata, deve essere quella del 2013 (dato che quella del 2012 ricordo di averla vista su youtube), ma ad oggi grazie a Youtube ho visto tutte le edizioni a partire dal 1996 (in realtà nel corso degli anni ho anche visto tutte le stagioni di Indycar e Cart/Champ Car dal 1996 in poi, ma quello è un altro discorso) e mi sono resa conto nel vero senso della parola di quanto possa essere ricca di colpi di scena e spesso possa portare a risultati inaspettati.
Prima di parlare del risultato inaspettato e della gara, però, è bene occuparci un po' della entry list: soltanto 33 partecipanti quest'anno, ciò significa che si sono qualificati tutti quanti.
Facciamolo con la griglia di partenza sottomano, presentando i nostri 33 eroi partendo dagli ultimi, un po' come avviene nella sorta di sfilata pre-gara. E poi partiamo dagli ultimi, perché gli ultimi saranno i primi... anzi, no, ma talvolta capita che nemmeno i primi siano i primi.

GRIGLIA DI PARTENZA

1^ fila: 1. James Hinchcliffe, 2. Josef Newgarden, 3. Ryan Hunter-Reay
2^ fila: 4. Townsend Bell, 5. Carlos Muñoz, 6. Will Power
3^ fila: 7. Mikhael Aleshin, 8. Simon Pagenaud, 9. Helio Castroneves
4^ fila: 10. Oriol Servia, 11. Alexander Rossi, 12. Takuma Sato
5^ fila: 13. Scott Dixon, 14. Marco Andretti, 15. J.R. Hildebrand
6^ fila: 16. Charlie Kimball, 17. Juan Pablo Montoya, 18. Tony Kanaan
7^ fila: 19. Sebastien Bourdais, 20. Ed Carpenter, 21. Gabby Chaves
8^ fila: 22. Max Chilton, 23. Sage Karam, 24. Conor Daly
9^ fila: 25. Pippa Mann, 26. Graham Rahal, 27. Matthew Brabham
10^ fila: 28. Bryan Clauson, 29. Spencer Pigot, 30. Stefan Wilson
11^ fila: 31. Jack Hawskworth, 32. Buddy Lazier, 33. Alex Tagliani

In ultima fila troviamo un canadese rimasto coinvolto una decina d'anni fa in una rissa con Paul Tracy, il vincitore della Indy 500 del 1996 e uno che ha un nome incomprensibile. Esattamente davanti troviamo ecologista alto un metro e novantacinque, un bambino proveniente dalla Indylights e uno che ha l'obiettivo di prendere parte a 200 gare di categorie random in un anno oltre che quello di continuare ad aggiornare il profilo twitter del suo cane. Ancora più avanti troviamo un nipote di Jack Brabham, il marito di Courtney Force e la Pippa-Man con la sua macchina rosa. Passando all'ottava fila troviamo un ragazzino, un altro ragazzino e un altro ragazzino ancora il cui nome è noto ai più perché andava piano ma sano e lontano al volante della Marussia in Formula 1. Davanti ci sono un altro ragazzino, uno che non è più un ragazzino ma non è neanche particolarmente vecchio e l'unico pilota che porta gli occhiali sotto al casco. Poi più avanti ci sono il vincitore del 2013 che ha 41 anni ma non importa a nessuno, Juanito che di Indy 500 ne ha vinte due di cui una l'anno scorso che di anni ne ha quasi 40 ma ugualmente non importa a nessuno, oltre che l'unico pilota diabetico. In quinta fila c'è quel genio che nel 2011 si è stampato contro il muro all'ultima curva mentre era in testa, c'è un sonnifero vivente e c'è un kiwi neozelandese che i telecronisti insistono a chiamare "iceman". Più avanti c'è il "piccolo samurai giapponese" alto un metro e un tappo, poi c'è uno che non è Valentino Rossi almeno 25 centimetri più alto del samurai (bellissimo vederli affiancati l'uno all'altro) e oltre a loro uno che forse è vicino ai quarant'anni. In terza fila ci sono ultraquarantenne sudamericano con i capelli sempre in ordine, uno che gli somiglia vagamente con dieci anni di meno ma senza charme sudamericano, nonché l'amichetto russo di Bourdais. In seconda fila c'è un campione di sventolamento del dito medio, con accanto a lui uno che a Indy è arrivato secondo anni fa in modo più normale di Hildy... e poi c'è nonno Townsend, decisamente il pilota più anziano presente al via! In prima fila troviamo invece uno che si porta sempre i figli al seguito (figli che rappresentano la versione Indycar di Felipinho Massa), un tipo biondo simil-Raikkonen e, in pole position, uno che l'anno scorso a Indianapolis si è rotto un po' di ossa.

Ore 18.30 o giù di lì: dopo qualcosa come un'ora e mezza di inni nazionali, inni dell'Indiana, inni di non so cos'altro, militari che pregavano, gente che urlava in branco "start your engines" e quant'altro, finalmente è arrivato il momento della bandiera verde... e dico "finalmente" in tutti i sensi.

C'è stata innanzi tutto una prima parte di gara piuttosto tranquilla, durata 48 giri, al termine dei quali c'è stata una "caution for debris", quindi tutto sommato la gara era ancora piuttosto tranquilla.
In quei 48 giri abbiamo assistito a un duello tra Hinchy e HR per la leadership, con le posizioni tra i due che si sono alternate più volte.
Dietro c'era Bell, che è un soggetto pittoresco perché chiamarsi all'incirca Campana Spedita Dalla Città renderebbe pittoresco chiunque. L'ho visto terzo, l'ho visto quarto, l'ho visto che lottava per la terza posizione con Nuovogiardino, ma quello che conta è che al 44° giro ha preso la testa della gara! #EpicWin.
Ha strappato la leadership a HR, credo, perché HR era in testa dopo il primo pitstop in regime di "green flag".
Sono andati tutti insieme e appassionatamente ai box in occasione dell'ingresso della safety car e il principale stravolgimento (oltre che Hinchy era rimasto un po' attardato) è stato che HR è tornato in testa, mandando in frantumi tutti i sogni di gloria di Campana Spedita Dalla Città. Quest'ultmo dopo avrebbe avuto occasione di vendicarsi mandando in frantumi ben altro, ma non anticipiamo le cose e occupiamoci di cose di un certo livello.
Per esempio ai box c'è stato un po' di caos.
Il sosia di Vin Diesel si è lamentato via radio che "Power put me in the wall", ma questo era il minimo. Powaaaahhhh è stato penalizzato per unsafe release, ma questo non è fondamentale per la comprensione degli avvenimenti. Quello che è fondamentale è che, dopo un duello per la leadership tra HR e Nuovogiardino al restart, Campana si è fatto vedere di nuovo nelle zone alte e ho ancora una volta ipotizzato che l'old boy della Indy 500 potesse deliziarci ancora a lungo.

Al 64° giro, incurante del fatto che il suo ruolo primario sia quello di abbattere tombini, Juanpablito è andato a stamparsi contro un muro. Quando è sceso dalla vettura mi sembrava un po' sconvolto. Nelle interviste successive, invece, mi sembrava giù più normale.
La tuta grigia metteva in mostra la sua silouette particolarmente slanciata...
...
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...Okay, okay, va bene che questo è un commento ironico, ma non perdiamoci in queste sottigliezze (dove per "sottigliezza" non mi riferisco esattamente alla corporatura di Juanpablito, che sta lievitando giorno dopo giorno, il che mi incuriosisce perché di solito i piloti iniziano a lievitare solo dopo la fine della carriera).
Sta di fatto che è entrata la safety car, sono rientrati tutti ai box in branco tranne Powahhhhh, che ha fatto il figo in prima posizione per un nanosecondo. Poi la gara è ripartita, in lotta per il primo posto c'erano Hinchy e HR, con H3lio che si è avvicinato e ha superato Hinchy dopo che quest'ultimo era già stato superato da HR.

Al 94° giro, mentre H3lio era in testa, Saggio Caramella è andato a sbattere dopo un contatto con Campana. Stranamente Campana pare non essersi beccato tutti gli accidenti che si era beccato il Grande Samurai un anno fa.
La safety car è rimasta in pista abbastanza a lungo perché c'erano delle barriere da riparare.
Nel frattempo tutti andavano ai box e per la seconda volta consecutiva non si sono riscontrati particolari danni. C'era in testa H3lio, che al restart, poco dopo la metà della gara, è stato protagonista di un duello con HR per la prima posizione. Poi è arrivato Vin Diesel che con la sua aura da trollone ha trollato tutti...
...
...
...almeno finché non è arrivato Campana, eroe della giornata. *-* Stavo iniziando davvero a sperare che potesse spaccare il cu*o a tutti, dall'alto dei suoi 44(?) anni, 44 come le vittorie di Hamilton in Formula 1, come il numero di gara di Hamilton e come i gatti in fila per sei col resto di due, che sono neri.
A proposito del resto di due, i due gatti neri erano con tutta probabilità di proprietà di Aleshinnnnn e di Dalyyyyy che, rimasti coinvolti in un incidente tra varie vetture, hanno visto la loro gara giungere al termine, Dalyyyyy in modo meno traumatico rientrando ai box, mentre Aleshinnnnn rimamendo lì, esposto allo sguardo di qualunque Sebbiiii di turno. Sebbiiii probabilmente gli faceva le linguacce di nascosto.

Okay, prima che il commento degeneri completamente, ci tengo a specificare che ciò avveniva al 114° giro, che ha provocato un ingresso della safety car e un rientro in branco ai box.
Ai box è capitato il big mess, mentre H3lio, Campana e HR erano affiancati. Campana, che stava in mezzo, ha dato una toccatina a H3lio, che ha proseguito imperterrito nonostante la probabile perdita di una delle piume rosa con la quale pensava di asciugarsi le lacrime in caso di vittoria, poi è andato a crashare contro HR... nel bel mezzo della pitlane, intendo.
Tutto ciò mentre in pista c'era Tagliani in prima posizione!!!!111!!!11!!! Ed era seguito da Alex Non Sono Valentino Rossi!!111!!11!! Niente sosta ai box per i due, che sono rimasti in pista a fare i fighi in P1 e P2 anche al restart e ci sono rimasti per un bel po' di giri alternandosi in testa alla gara.
Tornando a noi, HR era doppiato di un giro dopo l'incidente, mentre Campana di due perché dopo essere tornato in pista aveva anche dovuto scontar una penalità. Però si è sdoppiato di un giro e il fatto che in Indycar sia una pratica ricorrente non lo rende pittoresco come Kvyat al gran premio di Spagna e men che meno come Kobayashi. Kobayashi rimane il top dei top e nessuno potrà imitarlo.

C'è invece chi ha pensato bene di imitare la Mercedes dei tempi d'oro in cui perdevano ruote: al 150°, proprio mentre Helio leader della gara si fermava ai box in concomitanza con altri, Lazier (che tra parentesi, ha 47 anni quindi è decisamente più vecchio di Campana) ha perso una ruota: safety car.
Mi ci è voluto un po' per capire come funzionassero le cose e chi stesse davanti, ma ho avuto l'impressione che davanti ci fossero i Brazilian Bros.
È stato davvero così ma al restart il duello per la leadership è stato tra Vin Diesel e Nuovogiardino. H3lio aveva l'ala posteriore danneggiata, ala che è stata sostituita di un lungo pitstop avvenuto in concomitanza della safety car entrata al 163° giro, quando il Grande Samurai ha fatto la montoyata (termine orribile, lo so) di turno.
Non si è fermato ai box in glorioso Hildy, che ha mantenuto la testa della gara per un battito di ciglia al restart, poi di nuovo via con il duello tra Vin Diesel e Nuovogiardino.
Terzo c'era Hinchy, che però doveva preservare carburante. Muñozzzzz è risalito a poco a poco, fino ad andare a prendere la testa della gara, sottraendola a Nuovogiardino. Vin Diesel stava rallentando progressivamente e a otto giri dalla conclusione è rientrato ai box.
Muñozzzz, in testa fin da -10 giri è durato in pista un po' di più di tutti gli altri, ma anche lui era destinato a rientrare ai box per evitare di ritrovarsi senza benzina.
Era una di quelle scene da "ne resterà solo uno" e infatti è stato proprio così: c'è stato un solo pilota che non si è fermato nel finale, riuscendo a portare la macchina al traguardo, fermandosi poco dopo averlo superato.

Riflessione filosofica del giorno: l'imprevedibilità del motorsport non è data solo dai risultati inaspettati. È data anche dal fatto che chi un anno o un anno e mezzo fa appariva come senza speranze oggi si è ritagliato il suo enorme spazio.
Well done, Alex Rossi. <3
Non importa che tu sia stato il pilota più perculato dei miei commenti ai gran premi. Quello che conta è che oggi hai vinto la 100esima edizione della 500 miglia di Indianapolis e che per questa ragione sarai ricordato per tutta la vita e oltre.
E adesso la smetto, perché le riflessioni filosofiche mi fanno salire le lacrime agli occhi e non voglio andare a dormire con gli occhi gonfi.

RISULTATO

1. Alexander Rossi - #98 Andretti-Herta/Honda -- 200 laps
2. Carlos Muñoz - #26 Andretti/Honda -- 200 laps
3. Josef Newgarden - #21 Carpenter/Chevrolet -- 200 laps
4. Tony Kanaan - #10 Ganassi/Chevrolet -- 200 laps
5. Charlie Kimball - #42 Ganassi/Chevrolet -- 200 laps
6. JR Hildebrand - #6 Carpenter/Chevrolet -- 200 laps
7. James Hinchcliffe - #5 Schmidt/Honda -- 200 laps
8. Scott Dixon - #9 Ganassi/Chevrolet -- 200 laps
9. Sebastien Bourdais - #11 KVSH/Chevrolet -- 200 laps
10. Will Power - #12 Penske/Chevrolet -- 200 laps
11. Helio Castroneves - #3 Penske/Chevrolet -- 200 laps
12. Oriol Servia - #77 Schmidt/Honda -- 200 laps
13. Marco Andretti - #27 Andretti/Honda -- 200 laps
14. Graham Rahal - #15 Rahal/Honda -- 200 laps
15. Max Chilton - #8 Ganassi/Chevrolet -- 200 laps
16. Jack Hawksworth - #41 Foyt/Honda -- 200 laps
17. Alex Tagliani - #35 Foyt/Honda -- 200 laps
18. Pippa Mann - #63 Coyne/Honda -- 199 laps
19. Simon Pagenaud - #22 Penske/Chevrolet -- 199 laps
20. Gabby Chaves - #19 Carpenter/Honda -- 199 laps
21. Townsend Bell - #29 Andretti/Honda -- 199 laps
22. Matt Brabham - #61 Pirtek/Chevrolet -- 199 laps
23. Bryan Clauson - #88 Coyne/Honda -- 198 laps
24. Ryan Hunter-Reay - #28 Andretti/Honda -- 198 laps
25. Spencer Pigot - #16 Rahal/Honda -- 195 laps
26. Takuma Sato - #14 Foyt/Honda -- 163 laps
27. Mikhail Aleshin - #7 Schmidt/Honda -- 126 laps
28. Stefan Wilson - #25 KV/Chevrolet -- 119 laps
29. Conor Daly - #18 Carpenter/Honda -- 115 laps
30. Buddy Lazier - #4 Lazier/Chevrolet -- 100 laps
31. Ed Carpenter - #20 Carpenter/Chevrolet -- 98 laps
32. Sage Karam - #24 DDR/Chevrolet -- 93 laps
33. Juan Pablo Montoya - #2 Penske/Chevrolet -- 63 laps

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Milly Sunshine