Un cordiale saluto, miei cari lettori, è Milù Sunshine che vi aggiornerà sui risultati della gara di oggi, 25 marzo 2012, che si è svolta sul circuito di Sepang, nei pressi di Kuala Lumpur, capitale della Malesia. Ieri vi erano due certezze: la prima era che le McLaren avevano conquistato e monopolizzato la prima fila, la seconda che c’era un abbondante rischio pioggia per la gara di oggi; ma ciononostante nessuno aveva dubbi, con qualunque condizione meteo la McLaren avrebbe dominato. Adesso, che la gara è già finita da un po’, mi sovviene il dubbio che non sia andata proprio così. In ogni caso direi che è meglio lasciare da parte i discorsi introduttivi e portarci subito al momento in cui descriverò Karthyyyy come il signore e padrone dell’universo.
Va beh, non esageriamo, però c’è da segnalare come in un solo weekend Karthyyyy sia riuscito in una serie di imprese storiche:
– ha battuto il compagno di squadra più esperto e competente di lui in ben due turni su tre di prove libere;
– è rientrato nel 107% ed è stato ammesso alla gara;
– si è tolto il lusso di farsi qualche giro in top ten;
– è ringiovanito di due anni (Mazzoni ha detto che Karthyyyy ha 33 anni, quando in realtà ne ha 35!);
– seppure totalmente incolpevole, è stato tamponato nel corso della stessa gara dagli ultimi due campioni del mondo;
– è arrivato al traguardo davanti al compagno di squadra.
Insomma, non c’è che dire, ci ricorderemo senz’altro di lui, sperando di poter ricordare un giorno questa gara come quella in cui ci siamo accorti che Narain Karthikeyan (tradotto: nella pioggia col kart dell’Ikea, CIT. Tiger, mio “socio” nel nostro forum dedicato ai motori – e in effetti oggi era nella pioggia e la HRT per via delle prestazioni potrebbe essere tranquillamente definita “kart dell’Ikea”) non è solo un nome che compare tanto per fare numero aggiunto in ultima posizione nei risultati di gara, ma che è un pilota realmente esistente che può mettere in serio pericolo il titolo di più importante pilota indiano che spetta indubbiamente al sommo Chandyyyy. E poi Karthyyyy ha anche un vantaggio in più, rispetto a Chandyyyy: ha preso parte a quella che è stata la più avvincente, movimentata e intrigante gara di tutti i tempi, piazzandosi in quarta posizione (ogni riferimento a una gara disputata su un circuito americano a cui parteciparono solamente sei vetture è puramente casuale, anche se è esaltante sapere che Karthyyyy se n’è tenuti dietro ben due – quando uno dei due, se non vado errata, era anche davanti a lui in partenza).
Voce fuori campo: “Milù, torna su questo pianeta...”
Credo che questa voce fuori campo abbia ragione. Prima della partenza, collocata alle ore 16,00 malesi, ovvero alle dieci (con ora legale) in Italia, hanno iniziato a cadere le prime gocce di pioggia, ma si è deciso che la gara sarebbe partita con le intermedie, non con le heavy rain. Mi veniva da chiedermi se la pioggia sarebbe aumentata o calata e nel momento in cui la gara è partita ho notato che si sollevava un polverone d’acqua pazzesco. Polverone d’acqua? O.O Questa è anche più assurda del guizzo felino di cui ho parlato parecchio ultimamente.
Guizzo felino: locuzione introdotta da Milù Sunshine per descrivere manovre similari a quella di Grosjean in partenza, che si è infilato tra Schumacher e Webber, cosa che di conseguenza ha fatto perdere una posizione a Webber, come da buona consuetudine. Grosjiiiiiii si è portato in terza posizione, mentre Hamilton e Button iniziavano ad andarsene. Grosjiiii per l’emozione stava probabilmente saltellando all’interno della sua monoposto urlando frasi incomprensibili per celebrare il suo risultato strepitoso. Proprio mentre era convinto che fosse opportuno girarsi indietro e fare una pernacchia a nonno Schumiiii per celebrare l’evento al meglio è entrato in collisione con lo stesso nonno Schumiiii, cosa che ha portato i due a perdere parecchie posizioni e a ritrovarsi nelle retrovie. Stranamente pareva che anche stavolta Grosjiiii non fosse in grado di combinare nulla di utile alla società, nonostante sia uno dei piloti più promettenti e talentuosi tra quelli che hanno debuttato in questi ultimi anni (spero che se un giorno Perez leggerà questo commento non correrà a vomitare per via di quella definizione attribuita al paracarro della Renault... ehm, sì, questa non è la definizione corretta per Grosjiiii, lo ammetto: paracarro della Renault non va bene, molto meglio paracarro della Lotus ^^).
Approfittando dei casini iniziali, Webber e Vettel si sono portati in terza e quarta posizione, con Alonso quinto, seguito da Rosberg, Maldonado, Raikkonen, Kobayashi e Massa in top ten. La pioggia comunque si era fatta più intensa ed era chiaro che presto sarebbero iniziate le prime soste per montare le gomme da bagnato estremo. Al terzo giro infatti sono rientrati ai box Di Resta, Perez e Senna, i primi tre piloti che hanno montato le heavy rain. Un giro dopo è rientrato Massa, un giro dopo Massa sono rientrati per la prima sosta anche Hamilton, Button e la maggioranza degli altri piloti della top ten.
Proprio mentre Feliiii si ritirava, Grosjiiii ha coronato la propria gara con una manovra eclatante: è finito ad impantanarsi nella ghiaia, lamentandosi perché nessuno lo spingeva in pista, ed è stato il primo ritirato della giornata. Addio Grosjiiii, le tue speranze sono finite, almeno per stavolta... anche per stavolta! Guarda un po’ che caso...
Vergne e Karthikeyan, che non avevano ancora sostituito le gomme, si sono ritrovati in top ten, con Karthyyyy che era addirittura ottavo. In quel momento ho strabuzzato gli occhi in maniera notevole, mentre la direzione gara, impegnata probabilmente in una partita a Monopoli, prendeva decisioni contrastanti sul futuro della gara. 7° giro: esposta la bandiera rossa. No, ma quale bandiera rossa, ritiriamola e facciamo entrare la safety car. 8° giro: esposta di nuovo la bandiera rossa, stavolta senza ritirarla, mentre nelle prime dieci posizioni, dietro la safety car, c’erano Lewiiiiis, Button, Perez, che aveva recuperato numerose posizioni avendo anticipato la sosta, Webbiiii, Ferniiii, Vettel, Vergne (con le intermedie), Rosberg, Feliiii e Karthyyyy (con le intermedie).
Le vetture si sono piazzate, sotto al diluvio, sulla griglia di partenza in attesa del nuovo via, che per il momento sembrava che tardasse ad arrivare. Mazzoni ne ha approfittato per raccontare qualche gossip, ma meno del solito, dedicando più spazio all’ibisco, il fiore tipico della Malesia. Però siamo stati informati che Jensiiii ha avuto un calo di zuccheri nel frattempo e che si è ripreso mangiando un piatto di pasta al sugo nel box della McLaren. Intanto sono stati inquadrati molti piloti sotto ombrelli enormi sostenuti da fisioterapisti e soggetti affini, oltre che Massa e Schumacher che a un certo punto cazzeggiavano per i fatti loro seduti per terra.
Intanto era stato intervistato anche il padre di Massa, cosa di cui non ho capito molto bene l’utilità, ma dato che trovo quell’uomo estremamente spassoso non posso far altro che essere felice del fatto che sia stato intervistato.
Se il diluvio avesse proseguito fino al tramonto, quando gareggiare sarebbe stato impraticabile, sarebbero stati assegnati punti dimezzati e la decima posizione di Karthyyyy sarebbe stata consacrata, cosa che avrebbe reso molto felice la HRT, che quasi sicuramente si sarebbe conquistata in quel modo la decima posizione a fine stagione in classifica (ammettendo che Caterham e Marussia non facciano punti, cosa che al momento appare molto probabile) e di conseguenza le entrate relative alla ripartizione dei diritti televisivi, ma per il team spagnolo con sede a Colonia (dovevano cambiare sede, ma non l’hanno fatto per questioni economiche, nonostante alla fine dello scorso anno Mazzoni ci avesse annunciato che avrebbero spostato la loro sede in Spagna) non c’è stato nulla da fare. Erano le 17,00 in Malesia, le undici qui in Italia, quando è stato annunciato che la gara sarebbe partita di lì a un quarto d’ora dietro la safety car. Infatti la pioggia era calata notevolmente, direi che aveva praticamente smesso, anche se la pista era ancora piuttosto allagata.
I meccanici della HRT, dato che per il momento le cose andavano per il meglio (avevano una vettura in top ten e l’altra ancora in gara) hanno pensato di complicarsi la vita da soli: sono rimasti qualche secondo di troppo nei pressi della vettura di nonno Pedroooo, con il risultato che questo è stato successivamente penalizzato con un drive through. Ma prima dovevano accadere altre cose di notevole intensità emotiva. Parlo di Jensiiii e di un’azione che ha avuto a che vedere con Karthyyyy.
Andiamo però con ordine: ore 17,15 malesi SCATTANO LE VETTUUUUUUREEEEEEE! Sì, ma dietro la safety car, il che significa che Mazzoni non ha avuto bisogno di sgolarsi, ma che ha potuto tranquillamente spiegare che cos’è la safety car line, di cui abbiamo appreso l’esistenza soltanto nel lontano e piuttosto vicino gran premio di Montecarlo del 2010, in cui nonno Schumiiii superò prima della safety car line, o forse dopo... Sì, dopo, ma era l’ultimo giro e non si poteva. Nonostante la safety car line esistesse dal 2006, fino a quel momento non era mai stata menzionata prima.
Cinque giri dietro la safety car, dopodiché, dato che la pioggia ormai aveva smesso di cadere e la pista iniziava ad essere troppo poco bagnata per le heavy rain, Button è stato il primo a rientrare ai box. Tutti gli altri piloti della top ten sono rimasti in pista ancora per un giro, dopodiché sono rientrati ai box tutti quanti in branco in perfetto stile gran premio del Canada 2008. Stavolta non c’erano semafori rossi e quindi non è accaduto nulla, il che comunque è notevole dato che c’era una confusione notevole. ^______^ Qui c’è stata l’ennesima sorpresa della giornata: dato che in casa McLaren se non si mettevano la zappa sui piedi da soli non erano contenti, sono riusciti nella memorabile impresa di far perdere posizioni a entrambi i piloti, con Alonso che si è ritrovato davanti a Button e a Hamilton. Sì, avete letto bene, Button e poi Hamilton, segno evidente che se Jensiiii avesse represso il suo istinto suicida molto probabilmente sarebbe arrivato al traguardo davanti al compagno di squadra, tanto per cambiare. Il fatto è che Button non s’è astenuto da manovre autolesioniste e, quando si è ritrovato davanti la HRT di Karthyyyy ha agito più o meno come avrebbe fatto Raikkonen se fosse stato dietro alla Force India di Sutil nel gran premio di Montecarlo. Mentre quella volta il tamponamento portò Sutil al ritiro immediato, stavolta Karthyyyy si è limitato ad affondare nella pioggia col suo kart dell’Ikea, anche se non c’era pioggia, ed è finito nuovamente nelle retrovie. Button si è ritrovato con l’ala anteriore rotta, con Hammiiii negli scarichi che l’ha immediatamente superato, e con la necessità di rientrare ai box, dove gli hanno cambiato ala anteriore e già che c’erano anche le gomme, manovra che non ho capito molto bene, dal momento che era rientrato a cambiarle già il giro precedente. O.O A completare l’opera, come se ancora non fosse stata completata, una volta che si è ritrovato nelle retrovie Jensiiii ha avuto problemi con il set di gomme in questione e ci ha messo mezzo secolo solo per andare a recuperare posizioni sulle Marussia e sulle Caterham, per poi rientrare al 25° giro per cambiare gomme un’altra volta. Dopo le peripezie di Button, intanto, c’era Alonso in testa, che staccava Perez, che a sua volta staccava Hamilton e tutti gli altri, con Rosberg, Vettel, Raikkonen, Massa, Di Resta e Vergne a completare la top ten.
Dal 23° al 27° giro il triste destino della Mercedes è stato scritto una volta per tutte: la velocità nelle qualifiche non serve se poi in gara hanno sempre dei problemi, e Rosberg dalla sua quarta posizione nel corso di due giri si è ritrovato settimo, venendo superato prima da Vettel, poi da Iceman, poi da Webbiiii. Schumiiii, fuori top ten, non era messo molto meglio: era impossibilitato a recuperare, aveva Senna negli scarichi e Senna l’ha superato. Al 27° giro finalmente Rosberg è rientrato ai box per un cambio gomme e quando è uscito dai box si è rimesso in pista per farsi una seconda metà di gara che più anonima non si poteva, con lo stucchevole risultato di essere ripartito notevolmente davanti al compagno di squadra alla seconda partenza, ma di essere riuscito in maniera inequivocabile a non limitarsi a prenderlo in quel posto durante le qualifiche, ma a ripetersi perfino in gara, nonostante tutte le rosee prospettive che gli erano state aperte dal contatto in partenza tra Schumiiii e Grosjiiii.
Anche qualcun altro aveva delle difficoltà, si tratta di Massa, che al 28° giro ha provato l’ebbrezza di mettere le ruote sull’erba mentre era ottavo, con il risultato che è stato superato immediatamente da Di Resta. Vergne, che era decimo, si è avvicinato a Feliiii e ha l’ha attaccato. Con mia immensa sorpresa Feliiii ha sovvertito il proprio modo di guidare facendo quello che era un tentativo di difendersi dal sorpasso del pilota della Toro Rosso, ma la cosa non è andata a buon fine in quanto il francese si è portato davanti. A quel punto Feliiiii aveva ormai negli scarichi anche Senna, suo compagno di autoscontri nello scorso gran premio in Australia. Prima di un nuovo tamponamento Massa si è portato ai box per il cambio gomme, montando un altro set di intermedie, che di fatto non hanno cambiato granché l’esito della sua gara, se non quello che si è ritrovato ancora più indietro di quanto era prima.
Se Feliiii aveva avuto un notevole deperimento delle gomme, non si poteva dire che la gara del suo compagno di squadra, seppure molto migliore della sua, stesse procedendo senza alcun intoppo: la leadership di Ferniiii era ancora notevole, ma Perez, stava lentamente risalendo, anzi, neanche troppo lentamente. Insomma, le cose sembravano non mettersi nel migliore dei modi: se il Ferrari Man pensava di potersi portare a casa la vittoria indisturbato, doveva comunque prima vedersela con Speedy Gonzales, che sembrava non avere intenzione di rimanere lì a rigirarsi i pollici e che faceva un giro veloce dopo l’altro. Intanto la pista si stava asciugando e, anche se la pioggia sembrava minacciare il futuro della gara, non era così anomalo aspettarsi che presto qualcuno montasse le slick.
Al 39° giro Ricciardo, che si trovava nelle retrovie, è stato il primo a rientrare al box della Toro Rosso per montare le gomme da asciutto. Credo che sia stato proprio in quell’occasione che Mazzoni, ammirando i meccanici della Toro Rosso pronti ad accogliere uno dei loro piloti, si sia chiesto se aspettavano Vettel o Webber, segno evidente che ancora una volta ha confuso la Toro Rosso con la Redbull. Al 40° giro anche Massa e Button, che si ritrovavano nelle retrovie (con Button che aveva superato da pochi giri Massa per la 16esima posizione) sono rientrati a montare le slick. Massa ha avuto problemi al montaggio della posteriore destra, cosa che spesso accadeva anche nella scorsa stagione.
Intanto era evidente che i tempi di Ricciardo erano molto migliori rispetto a quelli dei piloti che montavano le intermedie: era evidente che era ora di montare le slick. Alonso è rientrato al 41° giro, quando ormai Perez si era portato a un secondo e mezzo, anche tutti i piloti di testa sono rientrati in branco, con Perez che ha atteso un ulteriore giro. È stato un grave errore da parte della Sauber: Speedy Gonzales è uscito dai box in seconda posizione, staccato di sette secondi da Ferniiii. Ormai tutto era già scritto.
Tutto era già scritto, sì, ma fino a un certo punto. È stato immediatamente evidente che la supremazia di Alonso era ancora tutta da vedere: era in testa alla gara e a parte Perez nessuno poteva impensierirlo, ma dalla quarta e dalla quinta posizione le Redbull giravano più veloci di lui. Questo era irrilevante, ma non era irrilevante il fatto che al 46° passaggio, seppure avesse dovuto doppiare Karthyyyy, Perez ha continuato ad avvicinarsi, guadagnando ben sette decimi su Ferniiii. Al 47° giro il suo ritardo si è abbassato a meno di due secondi, mentre per Kobayashi la gara non andava altrettanto bene: si trovava decisamente più indietro e proprio in quel momento è andato a parcheggiare ai box, con la sua gara che terminava a causa di un problema tecnico.
Un giro più tardi altro colpo di scena: Vettel, che non stava brillando come in altre occasioni ma che comunque era sul punto di portarsi a casa un prezioso quarto posto, ha emulato Button in una manovra suicida. Mentre tentava di doppiare Karthyyyy ha finito per entrarci in collisione, ancora una volta pare che il kart dell’Ikea non abbia subito danni, mentre lo stesso non si può dire del bambino che beve ancora la Redbull dal biberon, che era rimasto con la posteriore destra forata. È rientrato ai box per un ultimo cambio gomme, con il risultato che è uscito dalla pitlane in 13esima posizione.
Maldonado, che prima si trovava in 11esima posizione, ha avuto accesso alla top ten, i cui primi nove piloti erano: Alonso, Perez, Hamilton, Webber, Raikkonen, Senna, Di Resta, Vergne e Hulkenberg. Le Mercedes erano ancora arretrate, nonno Schumiiii era 11° mentre Rosberg addirittura 15°, ma nessuno ovviamente ci teneva a rimarcare il fatto.
49° giro: è il momento della standing ovation. Con la bocca spalancata e quasi le lacrime agli occhi per la commozione vedo Perez che è a circa mezzo secondo di distacco da Ferniiiii! O________O Nel el mezzo del salotto, in piedi davanti al televisore, non riesco a trattenere la voce: «Vai Perez, vai Perez, vai Perez...» Speedy Gonzales può già usare l’ala mobile. Non faccio a meno di pensare: “ora lo supera, ora lo supera, ora Perez lo supera e vince lui.”
Niente da fare: Perez è andato lungo in una curva e mentre andava vicino a vagare per i prati ha avuto modo di perdere cinque secondi da Alonso, mentre via radio gli comunicavano di non forzare troppo, che il secondo posto era prezioso e che non doveva gettarlo in un cesso. Naturalmente non hanno usato proprio queste parole, ma il concetto era quello.
Dopo tre giri Perez ha ripreso a recuperare su Alonso, ma era ancora distaccato di quattro secondi e mezzo, era il 53esimo giro e la gara sarebbe durata soltanto 56 giri. Il pilota della Sauber ha continuato a recuperare decimi preziosi, due giri dopo era a meno di tre secondi... Intanto, a un giro dalla fine, una fumata bianca proveniente dal retrotreno di una Williams sanciva la fine della gara di Maldonado, per una volta che non era andato in giro a combinare danni (cosa che peraltro non aveva fatto nemmeno il suo compagno di squadra, che era risalito fino alla sesta posizione). Con il ritiro di Maldonado, Schumacher ha recuperato una posizione, entrando in top ten e regalando alla Mercedes il primo punto stagionale.
All’ultimo giro le comunicazioni dal box Redbull a Vettel superavano la decisione di esporre o non esporre bandiera rossa. “Rientra ai box, c’è un problema”, “Continua la gara”, “Ferma la vettura”. Il bambino che beve ancora la Redbull dal biberon ha proseguito, mostrando grande attenzione alle istruzioni del team... certo che il team non è che potesse pretendere molto, nel giro di quaranta secondi hanno cambiato idea tre volte...
L’ultimo giro è stato entusiasmante quasi come il giro della standing ovation. Perez ha terminato in seconda posizione, staccato di due secondi da Alonso. Non oso immaginare cosa sarebbe accaduto se la gara fosse durata soltanto due giri in più, ma non ha troppa importanza: la Formula 1 è fatta di gare che terminano dopo un certo numero di giri, non conta niente quello che sarebbe successo se fosse finita due giri prima oppure due giri dopo. Sta di fatto che Alonso ha fatto una gara straordinaria che mi ha ricordato l’epoca in cui correva per la Renault (la prima epoca Renault, quella dei due titoli) e Perez ha fatto una gara ancora più straordinaria, che mi ha fatto molto riflettere.
Tante volte sentiamo parlare bene dei “giovani talenti”, tutti i debuttanti o quasi vengono etichettati con questi termini e puntualmente descritti come il top del top, a condizione che non siano asiatici. Guardiamo la realtà così come sta: non sempre è vero, anzi... molti si sono rivelati di gran lunga inferiori rispetto alle aspettative. Non è il caso di Perez oggi, anzi, personalmente, parlando delle mie specifiche aspettative, credo che abbia compiuto un miracolo. Finora pensavo che si avviasse a diventare un pilota da top ten, ma mi sto rendendo conto che può valere molto di più. Attenzione: se volete dire “non è da una gara che si capisce il valore di un pilota”, potete risparmiarvelo. Sto valutando Perez non alla luce di quello che ha fatto oggi, ma di quello che ha fatto da quando ha debuttato fino a oggi. Quando Nelsinho Piquet arrivò secondo in Germania nel 2008, mi guardai bene dal definirlo un talento o chissà che altro. Avevo visto le sue gare precedenti e non ho valutato quel risultato specifico come un segnale di qualcosa di grandioso ormai alle porte. Quello che sto dicendo oggi di Perez, è quello che ho detto in passato di altri, e di sicuro non l’ho detto di Piquet Jr., Grosjean e compagnia bella. Prendetemi per visionaria, ma dopotutto ci sono abituata. Dopo un 2004 passato a sentirmi rispondere “certo, come no che Alonso vincerà dei titoli, e per giunta con la Renault, e meno male che pensi di saperne qualcosa di Formula 1”, dopo un 2004 passato a sentire dire “Button che vincerà? Ma quando mai”, dopo un 2008 passato a sentirmi dire “Vettel futuro campione del mondo? Ma non dire idiozie”, non ho problemi a sentire dire qualcosa del genere anche tuttora. E se Perez dovesse rivelarsi un flop, per me non sarà un problema: ho già visto le mie previsioni avverarsi tre volte, non morirò di crepacuore se stavolta non dovesse accadere nulla di tutto ciò! ^^
Insomma, questo ragionamento sta a significare: è la quarta volta in totale, da quando seguo la Formula 1 con occhio abbastanza critico da saper dire “X è il più grande rivale del pilota Y, io sono una fan del pilota Y, ma riconosco che X ha un talento a dir poco imbarazzante”, che mi sento di sbilanciarmi a fare una previsione del genere. Non ho problemi a dire che nel periodo 2007-2008 io stessa pensavo di avere sbagliato di gran lunga le mie previsioni su Button e che anche quando ha vinto il titolo e per tutto il 2010 l’ho considerato davvero un pilota che non meritava tanto. L’anno scorso, però, mi è capitato di pensare che forse, tutto sommato, su Button ci avevo davvero visto giusto molti anni fa. È la quarta volta in totale che, nelle fasi iniziali della carriera di un pilota, mi spingo a dire che diventerà qualcuno. Non l’ho fatto per tanti altri descritti come nuove promesse, anche per piloti che poi hanno vinto, ma stavolta non sono riuscita a farne a meno. Lo dico esplicitamente: se Perez in futuro dovesse trovarsi in una scuderia che lo valorizzerà come si deve, farà grandi cose. Il mio più grande timore è che finisca a fare lo zerbino di Alonso nel prossimo futuro e che il suo talento vada sprecato.
N.d.M.: onde evitare polemiche, dato che so qual è l’interpretazione che si dà spesso alle mie parole, è giusto fare una precisazione. Molti di voi stanno pensando: “quella testa vuota dell’autrice è una fangirl dagli occhi foderati di prosciutto che pensa che Massa sia un pilota strepitoso e che non vuole che venga rimpiazzato da Perez.” Ecco, questo punto è da chiarire, per evitare potenziali polemiche: 1) non sto valutando il futuro di Perez in base al futuro di Massa, in quando non vedo alcuna correlazione tra le due cose, anche perché Perez ha nove anni di meno e con tutta probabilità raggiungerà l’apice della propria carriera quando Massa sarà già in pensione o comunque ci sarà vicino, 2) fangirl dagli occhi foderati di prosciutto è quella che sbava dietro a un pilota solo perché è attraente e si convince in automatico che è il miglior pilota di sempre – mai tifato un pilota perché è attraente e per giunta non ho mai ritenuto di particolare bellezza nessuno dei piloti per cui ho mai tifato, 3) tifare un pilota non significa in automatico ritenerlo il migliore, il tifo è qualcosa che ci viene da dentro e non ha una ragione logica – tifare per un pilota per il semplice fatto che vince mi sembra la regola numero 1 per diventare un “tifoso da bar”, 4) mi rendo conto che le prestazioni di Massa – già non eccellenti dal momento del suo ritorno in F1 nel 2010 e ancora più in calo nel 2011 – stanno toccando i minimi storici e che la Ferrari ha tutti i diritti di guardare al futuro, 5) a me non frega nulla del punto di vista della Ferrari, in ogni caso, io tifo Massa, non il suo team, e capisco che il suo meglio non è rimanere lì, dove evidentemente non si ritrova più per niente, ma ricominciare da zero da qualche altra parte, nella speranza che, magari in un team “minore” (non la HRT, è chiaro) possa ricominciare ad avere dei risultati discreti, 6) in tutta sincerità speravo già da quest’anno di vedere Felipe in un altro team e sono rimasta delusa dal ritrovarlo sempre lì, penso che sarebbe stato molto meglio per lui scegliere lui stesso di andarsene a fine 2011, piuttosto che rimanere lì per essere messo a piedi a fine stagione (se ci arriva, a fine stagione, cosa che al momento non mi sento di dare per scontata), 7) una volta che Massa sarà via dalla Ferrari, non mi cambia la vita sapere chi ci sarà al posto che prima era suo... anzi, l’idea di vedere Perez in Ferrari e Massa in Sauber al suo posto, tanto per fare un esempio, non è certo una cosa che, da fan di Massa, mi dispiacerebbe. Ecco, ho finito, ma credo che queste precisazioni fossero doverose. Chiedo scusa se mi sono dilungata troppo, ma preferisco evitare fraintendimenti e, dato che mi è capitato più di una volta in passato di essere vista come una che non ne capisce mezza di motori per affermazioni dello stampo di quella che ho fatto prima, volevo almeno che fosse chiaro che forse di motori posso capirne meno di altri, ma quello che scrivo è dettato da ragionamenti che, se anche a qualcuno potrebbero non apparire come logici, a me lo sembrano.
A questo punto ci vuole una menzione speciale per alcuni piloti che in questa gara si sono distinti nonostante le mie aspettative: Bruno Senna, che per una volta non ha guidato in kamikaze-style e ha portato a casa un sesto posto, dimostrando che tutto sommato lì dov’è ci può stare tranquillamente senza suscitare troppo scandalo, Jean Eric Vergne, che ha portato a casa un’ottava posizione niente male, che ha battuto Ricciardo senza troppi problemi e anche lui ha dimostrato che la sua presenza in pista non è affatto scandalosa, Pastor Maldonado che tutto sommato aveva fatto una gara accettabile ma ha visto svanire l’ultimo punto disponibile.
Chi ha deluso, secondo il mio punto di vista, è stato in primo luogo Jenson Button, che ha gettato in un cesso quello che poteva essere un podio sicuro, dopodiché Vettel, che ha mandato anche lui punti preziosi al vento, entrambi andando addosso all’incolpevole Karthyyyy... e perché non parlare anche di Rosberg? E soprattutto di Massa? Lasciamo stare che è meglio! ;-)
Riassumendo, il risultato è questo: 1 Alonso (Ferrari), 2 Perez (Sauber), 3 Hamilton (McLaren), 4 Webber (Redbull), 5 Raikkonen (Lotus), 6 Senna (Williams), 7 Di Resta (Force India), 8 Vergne (Toro Rosso), 9 Hulkenberg (Force India), Schumacher (Mercedes). Fuori dalla zona punti 11 Vettel (Redbull), 12 Ricciardo (Toro Rosso), 13 Rosberg (Mercedes), 14 Button (McLaren), 15 Massa (Ferrari), doppiati di 1 giro 16 Petrov (Caterham), 17 Glock (Marussia), 18 Kovalainen (Caterham), 19 Maldonado (Williams) RIT a 2 giri, a 2 giri 20 Pic (Marussia), 21 Karthikeyan (HRT), 22 De La Rosa (HRT). Ritirati Kobayashi (Sauber) a 10 giri, Grosjean (Lotus) a 53 giri.
Ultima cosa, che non c’entra niente: sono soddisfatta di questo commento. *-* Credo che sia uno dei più dettagliati che ho scritto negli ultimi due anni, e spero che vi possa salvare da una lunga notte piena di noia.