venerdì 6 aprile 2012

Review Indycar 2011: #15 Motegi

Nel weekend del 18 settembre la Indycar si sposta in Giappone per la Japan Indy 300, che si svolge a al Twin Ring di Motegi.
È dodicesimo sulla griglia di partenza l’eroe di casa, Takuma Sato, mentre a partire dalla pole position è Scott Dixon per il team Ganassi. Will Power ha il secondo tempo, mentre Dario Franchitti è soltanto decimo. I giri previsti sono 63 in totale.
Tra i piloti mai visti in questa stagione troviamo il giapponese Hideki Mutoh e il brasiliano(?) João Paulo De Oliveira.

Griglia di partenza
1   Scott Dixon   Honda   9   109.143 mph
2   Will Power   Honda   12   109.113 mph
3   Graham Rahal   Honda   38   108.919 mph
4   Ryan Briscoe   Honda   6   108.793 mph
5   Sebastien Bourdais   Honda   19   108.748 mph
6   Oriol Servia   Honda   2   108.723 mph
7   Charlie Kimball   Honda   83   108.702 mph
8   James Jakes   Honda   18   108.671 mph
9   Giorgio Pantano   Honda   22   108.628 mph
10   Dario Franchitti   Honda   10   108.611 mph
11   Marco Andretti   Honda   26   108.576 mph
12   Takuma Sato   Honda   5   108.561 mph
13   James Hinchcliffe   Honda   06   108.558 mph
14   Mike Conway   Honda   27   108.542 mph
15   Hideki Mutoh   Honda   17   108.538 mph
16   E.J. Viso   Honda   59   108.521 mph
17   Helio Castroneves   Honda   3   108.501 mph
18   João Paulo de Oliveira   Honda   34   108.472 mph
19   Alex Tagliani   Honda   77   108.428 mph
20   Ryan Hunter-Reay   Honda   28   108.391 mph
21   JR Hildebrand   Honda   4   108.183 mph
22   Vitor Meira   Honda   14   108.116 mph
23   Simona De Silvestro   Honda   78   108.097 mph
24   Ana Beatriz   Honda   24   107.958 mph
25   Danica Patrick   Honda   7   107.951 mph
26   Tony Kanaan   Honda   82   107.927 mph

Cronaca della gara
Dixon conserva la prima posizione, mentre dietro Power e Rahal sono in lotta per la seconda posizione, è Power a conservare la seconda posizione, mentre segue Rahal, dopodiché Briscoe e Hinchcliffe, mentre Castroneves finisce nell’erba al primo giro dopo; Kimball intanto risale, fino a portarsi in quarta posizione alle spalle di Rahal, mentre dietro di lui, in quinta posizione, si porta invece Franchitti, che al nono giro supererà Kimball portandosi al quarto posto.
Alcuni dei piloti che partivano nelle retrovie tentano una strategia a tre soste, mentre quelli che si trovano in posizioni di maggiore rilievo sono su due soste – tra i piloti che si fermano per la prima volta nei primi dieci giri c’è anche Castroneves, che aveva perso posizioni dopo il fuoripista poco dopo il via.
A circa un terzo di gara i piloti su due soste si fermano per effettuare la prima, mentre al 22° giro De Oliveira, che era stato in precedenza protagonista di una collisione con Sato, si ritira: vista la posizione della sua vettura, vengono esposte le bandiere gialle ed entra in pista la pace-car, dietro alla quale i primi dieci sono Dixon, Power, Briscoe, Rahal, Franchitti, Kimball, Kanaan, Jakes, Andretti e Servia.
Il restart è al 26° giro e vi è immediatamente un contatto che coinvolge Rahal, Briscoe e Franchitti, innescato proprio da quest’ultimo: è caution una seconda volta. Tutti e tre riescono a proseguire la gara, anche a causa dell’incidente e dei danni riportati che li hanno costretti a soste ai box, si trovano nelle ultime posizioni, mentre adesso in top-ten ci sono Dixon, Power, Jakes, Servia, Kanaan, Tagliani, Andretti, Bourdais, Hunter-Reay e Viso.
La gara riparte al 29° giro, con Servia che si porta in terza posizione, mentre Jakes e Andretti sono quarto e quinto.
Dopo il secondo giro di pit-stop – a circa due terzi di gara – nella top-five ci sono Dixon, Power, Andretti, Servia e Tagliani. Conway è sesto, ma a otto giri dal termine verrà superato da Viso e Bourdais. Conway perde ulteriori posizioni nei giri successivi, venendo superato anche da altre vetture, compreso Hunter-Reay che a sei giri dalla fine finisce sulla sabbia dopo una collisione con Bourdais: l’uscita di pista provoca l’ingresso della pace-car.
La vettura di Hunter-Reay viene sollevata da una gru col pilota all’interno e rimessa in pista, tipo Hamilton al Nürburgring nel 2007 (con l’unica differenza che il regolamento della Indycar non lo vieta).
La gara riprende a due giri dalla fine, Viso, Sato, Briscoe e Meira finiscono fuori pista dopo una collisione (con conseguenze minori per Sato rispetto agli altri), mentre Dixon, Power e Andretti sono in top-3 a posizioni invariate e Tagliani è quarto davanti a Servia e a Bourdais. Non ci sono altri stravolgimenti fino alla fine, con la vittoria di Dixon.

Risultato
1   Scott Dixon   9   Honda   63   
2   Will Power   12   Honda   63    
3   Marco Andretti   26   Honda   63  
4   Alex Tagliani   77   Honda   63
5   Oriol Servia   2   Honda   63   
6   Sebastien Bourdais   19   Honda   63 
7   JR Hildebrand   4   Honda   63 
8   Dario Franchitti   10   Honda   63  
9   Mike Conway   27   Honda   63  
10   Takuma Sato   5   Honda   63  
11   Danica Patrick   7   Honda   63   
12   Graham Rahal   38   Honda   63    
13   James Jakes   18   Honda   63   
14   Simona De Silvestro   78   Honda   63  
15   James Hinchcliffe   06   Honda   63   
16   Giorgio Pantano   22   Honda   63  
17   Tony Kanaan   82   Honda   63   
18   Hideki Mutoh   17   Honda   63   
19   Ana Beatriz   24   Honda   63 
20   Ryan Briscoe   6   Honda   63
21   E.J. Viso   59   Honda   63    
22   Helio Castroneves   3   Honda   63   *
23   Charlie Kimball   83   Honda   62   
24   Ryan Hunter-Reay   28   Honda   62  
25   Vitor Meira   14   Honda   61  
26   João Paulo de Oliveira   34   Honda   19  
* Retrocesso per una penalità, era arrivato 7° al traguardo.

DUBBIO ESISTENZIALE: perché i telecronisti spagnoli chiamano Scott Dixon “el Kiwi”? O.O

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