giovedì 26 gennaio 2012

[Dal vecchio blog] I team del 2010 in my opinion

26/10/2010

Il 2010 sta terminando ma non per questo dobbiamo sottovalutare i protagonisti della stagione. Per la precisione eccovi qui una perfetta e memorabile descrizione dei team che hanno dominato le scene, dal primo all’ultimo. Se non altro vi farete quattro risate.

Redbull
Si tratta di un team di recente formazione, che soltanto pochi anni fa metteva in pista lattine guidate da gente che amava travestirsi da Superman o in alternativa competere contro Ronn Moss per il titolo di uomo con la mascella più larga di tutti i tempi. Il team si è evoluto quando finalmente è riuscito a far spuntare le ali sulle proprie monoposto, cosa avvenuta proprio in questa epoca. Quindi dopo qualche anno passato nelle retrovie (zona al giorno d’oggi occupata in maniera agevole dai nuovi team) ha trovato finalmente la propria formazione attuale con l’unico pilota ad avere vinto una gara sulla Toro Rosso e l’unico pilota a non avere concluso niente per un intero decennio prima di ritrovarsi magicamente in lotta per il titolo. Sfortunatamente nella prima stagione in cui avrebbe potuto puntare in alto, decisamente più in alto ci stava un team di cui parlerò tra poco. In questa stagione la Redbull ha messo le ali praticamente ogni sabato, arrivando a conquistare una proporzione di pole position decisamente esorbitante. Sfortunatamente molte volte la domenica le ali in questione cadevano, probabilmente per la filosofia della Redbull che l’importante è dimostrare di poter vincere, e poi si possono lasciare vincere anche gli altri. È il team preferito di qualche divoratore di lattine di Redbull, e tutti i suoi fan vengono prontamente snobbati e considerati degli imbecilli perché tifano per una scuderia che non ha un glorioso passato alle spalle, oltre che spesso insultati su blog di elevati livelli culturali.

Ferrari
Venuta alla luce più o meno all’epoca degli antichi Egizi, da secoli su secoli domina, anche se in fasi alterne, i campionati di Formula 1. Su circa otto miliardi di persone presenti sulla faccia della Terra, si stima che abbia circa dieci miliardi di fans, di cui una buona parte tifosi da bar (siccome la maggioranza dei tifosi sono tifosi da bar, la legge delle proporzioni vuole che anche i fans dell’As… ehm, della Ferrari, rispettino questa legge matematica). Per la legge del Made in Italy i fans italiani, qualora scoprano che un loro connazionale non è simpatizzante del team suddetto, si sconvolgono urlando allo scandalo tirando in ballo l’orgoglio nazionale, la storia, le elevate performance, ecc… Altra particolarità dei fans è l’essersi dimenticati che negli anni ’80 e ’90 il team in questione non portò a casa nulla, cosicché si stravolgono ogniqualvolta la Rossa ottenga un risultato di scarsa entità, come ad esempio è un terzo posto. È un team che da parecchi anni a questa parte è convinto ogni anno di avere una macchina superiore, generalmente però c’è chi ce l’ha ancora più performante. Quindi nonostante un siparietto vincente durato per qualche era geologica, attualmente la Rossa non riesce più a spopolare portandosi a casa il titolo alla prima gara stagionale, facendo rimanere in apprensione circa dieci miliardi di persone (questo soltanto sulla Terra, non abbiamo considerato gli altri pianeti). Attualmente la Ferrari conta come unico illuminante pilota il migliore amico di Briatore, che è stato da sempre l’idolo di tutti gli appassionati che lo adoravano soprattutto all’epoca in cui correva per la McSpy. Come comparsa viene utilizzato anche il figlio segreto del Gufo di Interlagos, uno dotato di una capacità di sopportazione piuttosto notevole.
Una curiosità sulla Ferrari è che, ogni volta in cui il sopra citato migliore amico di Briatore vince una gara, una quarantina di persone si fiondano nella sezione Formula 1 di Answers Yahoo per fare domande sulla gara, mentre generalmente in ogni altra occasione tale sezione è pressoché deceduta.

McLaren
La nota agenzia di spionaggio, per via della propria lunga storia, anch’essa ha una sconfinata quantità di fans. Purtroppo essi non ammontano a dieci miliardi di persone, ma soltanto a un miliardo o giù di lì. Qualcuno si spinge a sostenere che un tempo i fan della McSpy fossero molti di più, ma che poi nella stagione 2007 non riuscendo a distinguere molto bene la McSpy dalla Ferrari molti di costoro si siano convertiti al Rosso team. Altra spiegazione plausibile pare essere che questi fans siano stati rapiti dagli alieni che volevano indagare sulla ragione per cui esistesse una parte della popolazione umana non attratta dall’equino rampante (e con il termine equino li accontento tutti). Le buone performance di questo team l’hanno portato ad essere quasi sempre tra i protagonisti della stagione, ma puntualmente da una ventina d’anni a questa parte non è mai riuscito a spopolare dall’inizio alla fine, dovendo scontrarsi sempre con qualche nemico di uguale o superiore entità. In questa stagione il team poteva contare su gli unici due piloti inglesi ad avere vinto il titolo su una vettura col numero 22 battendo un rivale brasiliano al gran premio del Brasile, nonché gli ultimi due campioni del mondo. Le performance di minore rilievo rispetto a quelle di altri (sfortunatamente la McSpy non è ancora riuscita a copiare il progetto delle ali della Redbull) l’hanno relegata a seconda/terza forza del mondiale e attualmente sembra che non possa fare molto più che rimanere ad ammirare lo scontro epocale tra Rossa e Redbull. Ma mai dire mai.

Mercedes
Il team è pressoché lo stesso che lo scorso anno si chiamava Marrone GP in onore di Rosso Marrone, un divoratore di banane che ha avuto parecchi anni or sono a che fare con la Ferrari. Un anno fa naturalmente tutti gridavano allo scandalo per via delle alte performance di un team privo di storia, cosa ormai dimenticata dato che in Mercedes a fare scandalo è ben altro. Circa dieci miliardi di persone sono infatti sconcertate e giacciono a terra con il cuore spezzato per via della presenza in tale team dell’ex pilota che volevano adottare come nonno. C’è da dire però che le prestazioni non esaltanti del loro ex nonno preferito hanno portato una buona metà di questi appassionati a rialzarsi da terra. Si stima che l’altra metà si sia rialzata dopo che il migliore amico di Briatore è passato in testa al mondiale al gran premio di Corea. L’altro pilota della Mercedes è un sosia di Leonardo Di Caprio che in questa stagione ha surclassato il compagno di squadra, nonostante ciò c’è chi urla allo scandalo per eventuali favoritismi fatti da Rosso Marrone & company nei confronti del giovincello sopra citato. Pare che qualche esponente della setta dei ferraristi, in passato affezionato al giovincello, si sia convertito alla Mercedes, con grande sconcerto dei propri parenti che l’hanno diseredato per questa ragione. Come obiettivo per il proprio futuro, si pone probabilmente quello di vincere il campionato mondiale di lancio della ruota, anche se in testa alla classifica c’è ancora il team di cui parlerò tra poco.

Renault
La vecchia tana di Flavio Gregoraccio aveva esordito lanciato il proprio proposito di chiudere la baracca e di abbandonare il mondo della Formula 1 dopo le prestazioni in evidente calo nella scorsa stagione, a cui nulla aveva potuto l’azzeccatissima mossa di sostituire un collaudatore di muri affascinante e figlio d’arte con un altro collaudatore di muri né affascinante né figlio d’arte. Incredibilmente la Renault ha deciso di rimanere in piedi, affrettandosi a cambiare radicalmente la propria livrea. Al giorno d’oggi e gialla e nera e non piace a nessuno, a parte a me che trovo quei colori un accostamento azzeccato. Ha così ingaggiato l’ex pilota della BMW dalla statura abbondante e dal naso altrettanto abbondante, oltre che il più performante pilota russo di sempre (cosa non molto difficile essendo l’unico) che specie nelle occasioni in cui ha le occhiaie più pronunciate ha l’aspetto alquanto cadaverico. Curiosamente nonostante il proposito dichiarato di abbandonare la Formula 1, i risultati della Renault sono cambiati da così a così, tanto che perfino il cadavere ambulante citato un attimo fa è riuscito ad andare a punti in più di un’occasione, nonostante in molte altre occasioni si sia dimostrato un degno erede dei due collaudatori dei muri nominati poco prima. I dieci miliardi di persone nominate agli inizi di questo topic vorrebbero strappare alla Renault il suo pilota di punta (non il cadavere ambulante, naturalmente) e rifilarle il figlio segreto del Gufo di Interlagos, nella convinzione segreta che il pilota di punta della Renault si calerebbe perfettamente nel ruolo dello zerbino. Al momento non sappiamo che scenari ci riserverà il futuro, ma per il momento è difficile che la Mercedes possa eguagliarla nella specialità del lancio della ruota.

Williams
Ecco un altro dei team storici, che come team storico è amato e apprezzato da tutti i miliardi di fans che ha sparsi in giro per il mondo. Ehm, no, non proprio… Pare che più di un decennio di risultati altalenanti verso il medio-basso e il basso abbiano fatto sì che sia il team storico che per eccellenza ha meno fans rispetto a tutti gli altri. C’è da notare però come quest’anno, dopo un inizio decisamente disastroso, le cose siano lievemente migliorate. Al posto dei piloti delle scorse stagioni, il sosia di Leonardo Di Caprio e il personaggio uscito da Dragon Ball, quest’anno sono giunti in Williams l’ex zerbino per eccellenza e l’unico tedesco che non riesce a mettersi dietro l’ex zerbino per eccellenza. Quest’ultimo (non l’ex zerbino, quello che non se lo mette dietro) pare essere un pilota pagante che per il prossimo anno si cercherà un altro volante dal momento che non ha intenzione di continuare a sborsare soldi per rimanere alla Williams. Non siamo tenuti a sapere quale sarà il futuro di questo giovane pilota, così come non siamo tenuti a sapere altre cose a proposito del team. Che cosa? Beh, per esempio: vincerà mai un’altra gara, prima o poi? Perché ormai abbiamo celebrato (o è imminente la celebrazione) dell’ultima vittoria risalente a sei anni fa…

Force India
Eccoci di fronte a un team che si è lungamente contraddistinto per essere carico e stracarico di debiti. Il titolare, tale Vijay Mallya (e non DJ Mallya come lo chiamano alcuni) è un soggetto quantomeno memorabile, una sorta di gioielleria ambulante che porta sempre una quantità notevole di anelli indosso. Questa scuderia è sorta dalle ceneri della Jordan, che avevano a loro tempo cambiato urna in diverse occasioni (il team si era trasformato prima nell’anonima Midland e poi nella ditta di sfasciacarrozze Spyker), al momento attuale è già da qualche anno che resiste con il nome attuale nonostante sia sempre stata presentata come vicina al fallimento. Nel corso della prima metà di questi anni è sempre stata l’ultima ruota del carro, soltanto in qualche caso capitava che il pianista sfiorasse l’arrivo in zona punti. Curiosamente in queste occasioni per il pianista c’erano semplicemente due soluzioni possibili: la prima era che Raikkonen gli andasse addosso, la seconda era che lui andasse addosso a Raikkonen. Ma anche per la Force India la maledizione è finita e nel corso della stagione scorsa ha iniziato a sorprendere, tanto che il genio incompreso dell’automobilismo è riuscito a ottenere una pole che ha sconvolto mezzo mondo e se non è riuscito a vincere è soltanto perché una Ferrari gliel’ha impedito. Appunto speranzoso di vittoria il genio incompreso dell’automobilismo è passato di lì a poco in Ferrari, Ferrari che pare in cambio del genio incompreso avere cancellato alcuni dei debiti della Force India. Tutti i debiti della Force India paiono peraltro essere improvvisamente scomparsi dato che nessuno ne parla più. I piloti sono il pianista (da sempre) e uno che ha un gusto quantomeno particolare in fatto di abbigliamento. Pare però che al termine della stagione potrebbe esserci qualche stravolgimento, soprattutto per il fatto che in vista dell’inserimento del gran premio d’India nella prossima stagione il team indiano potrebbe ingaggiare un pilota indiano nonché un mito di elevata rilevanza.

Toro Rosso
Scuderia satellite della Redbull, grazie a questo fatto si è ritrovata ad avere il nome più ridicolo che un team abbia mai avuto. Voi mi direte: ma è semplicemente la traduzione del nome Redbull. Beh, certo, però se Redbull può suonare anche bene, Toro Rosso come nome mi pare che lasci vagamente a desiderare! È apparsa un anno dopo la Redbull, rilevando la Minardi. Si è salvata dall’essere l’eterna ultima arrivata grazie alla presenza della Midland anche nelle versioni di Spyker e Force India, con un picco nel 2008 quando l’unico pilota ad avere vinto una gara sulla Toro Rosso si appropriò appunto di quella definizione. Sfortunatamente il pilota in questione emigrò in Redbull e nel corso della stagione successiva i risultati furono tutt’altro che buoni. Per lungo tempo il requisito fondamentale per guidare la Toro Rosso è stato quello di chiamarsi Sebastian, cosa che è stata smentita quando il primo pilota nato nel ’90 ha sostituito l’unico pilota che porta gli occhiali sotto al casco. Attualmente il primo pilota nato nel ’90 (altrimenti conosciuto come Algersauro – dato che nessuno sa pronunciare il suo cognome) costituisce insieme al più talentuoso pilota svizzero dell’epoca moderna la coppia di compagni di squadra più giovani (ma come? Io credevo che fossero Schumacher e Barrichello… XD). Lo scorso anno la Toro Rosso è stata l’ultima ruota del carro anche grazie al risveglio della Force India. Carica che ha perso quest’anno? Il motivo qual è? Che ha migliorato le proprie performance? Mhm, a questo non ci ho fatto molto caso, ma direi di non sottovalutare l’ingresso dei nuovi team…

Sauber
La verità è che in un’epoca di impegno per salvare l’ambiente, qualche anno fa anziché demolire completamente la Sauber la si era semplicemente smaltita con la raccolta differenziata. Di lì è stata riciclata e riproposta in questo campionato. Numerose fonti però discordano da questa verità matematica. Unico dato certo è che la Petronas, sua storica partner, è emigrata in Mercedes. E su questo non ci piove. Così come non ci piove sul fatto che la livrea attuale, praticamente totalmente bianca, non è esattamente la cosa migliore che mi sia mai capitato di vedere. Per il rientro la Sauber ha potuto contare su uno storico torero spagnolo di età ormai avanzata mai divenuto celebre se non per un paio di email spedite al migliore amico di Briatore quando entrambi erano alla McSpy. Oltre al torero ha deciso di ingaggiare un “piccolo samurai giapponese” (come dice Mazzoni mediamente una volta ogni cinque minuti) che ha l’aspetto di un bambolotto telecomandato. Nel corso della prima metà della stagione il team ha cucinato numerose grigliate e allo scopo si è servito dei motori fumanti delle vetture messe in pista. Fortunatamente la cosa è migliorata, infatti il bambolotto telecomandato è riuscito a cogliere diversi risultati accettabili. Soltanto un cieco potrebbe dire la stessa cosa del torero e infatti costui è stato pregato di prendere le sue cose e andarsene. Al suo posto nelle ultime gare è sopraggiunto un pilota che si taglierà la barba soltanto in occasione della sua prima vittoria (in altri termini: mai) e che sogna di essere il migliore pilota in attività tra i suoi connazionali (purtroppo per lui è nato in Germania, e la Germania conta altri sei esponenti nel campionato di F1 attuale), che però non ha il contratto per la prossima stagione, dato che verrà rimpiazzato da un ventenne messicano.
Al momento attuale la Sauber è riuscita a sorprendere tutti i suoi appassionati sostenitori (ricevendo motori dalla Ferrari, i supporter non la detestano allo stesso modo in cui detestano le altre scuderie, ma pur guardandola dall’alto al basso non invocano la sua distruzione), dato che è da un po’ di gare che non ci sono né problemi idraulici né motori rotti. Altro dato di fatto è che pare che il bambolotto telecomandato sia spesso e volentieri davanti al pilota con la barba.

Lotus
Questo team malese pare avere speso tutti i propri fondi per acquistare lo storico marchio. Di conseguenza non gliene sono rimasti per le vetture di questa stagione, in modo tale che ha messo in piedi delle carrette non indifferenti. Come tutti i nuovi team, e anche come la Williams, è dotata di motore Cosworth. Cosworth che si era ritirata dalla Formula 1 alla fine del 2006 con l’intento di non rientrarvi mai più ma che è ritornata quest’anno, dimostrando che l’hobby di rientrare dopo essersi ritirati alla fine del 2006 non è una pratica svolta esclusivamente dai piloti. Ma non divaghiamo. Torniamo alla nostra Lotus, che si mostra in tutto lo splendore del suo colore verde, il colore che una volta avevano le monoposto inglesi. Infatti questa di inglese ha qualcosa: il nome. Questo team, a cui si associavano prima che iniziasse la stagione nomi di piloti malesi (qualcuno aveva osato ipotizzare un ritorno di Yoong – ma c’è davvero qualcuno, oltre a me, che si ricorda di Yoong?!), ha in realtà deciso di ingaggiare nientemeno che una gloria dell’automobilismo italiano che fino a cinque minuti prima era dato come senza un volante, oltre che il centesimo pilota ad avere vinto un gran premio nella storia della Formula 1 (che ancora si sta chiedendo come sia riuscito a vincere), uno che ha sempre preso tutti gli eventi con una certa filosofia dato che anche ai tempi della Mclaren quando lo intervistavano dopo che aveva conquistato il quindicesimo tempo sulla griglia di partenza si lasciava andare alle risate. L’esordio della Lotus è stato strabiliante: su tre “nuovi team” era palesemente il meglio piazzato. Dopo una stagione fatta di problemi tecnici, il sorridente finlandese è riuscito a conquistare una storica 12esima posizione che, salvo imprevisti in Brasile e Abu Dhabi, è il miglior risultato di un team debuttante e consacra la Lotus a decimo team in classifica (ovvero ultimo team che prenderà una percentuale economica). Per riuscirci però ha dovuto affrontare innumerevoli peripezie, da ultima quella di rischiare di prendere fuoco e di atteggiarsi a pompiere nel corso della gara precedente allo storico exploit.

Virgin
Dopo il grande successo ottenuto grazie alla sponsorizzazione della Brawn GP nella scorsa stagione, Richard Branson ha deciso di puntare su un team proprio, e allo scopo ha acquistato un’ampia percentuale del team Manor (di chi?!?!?!) allestendo una sorta di teatro dell’assurdo fin dai primi momenti di questo campionato. Come progettista di questa eccellente monoposto, che è stata progettata più o meno il giorno prima di sbarcare in Bahrein, è un certo Nick Wirth, uno spilungone alto circa tre o quattro chilometri che pare sia stato in passato progettista in alcuni celebri team (ah, davvero? buono a sapersi) e che ebbe un passato addirittura come titolare del team che fece debuttare Taki Inoue (quello che venne investito dalla safety car). La Virgin ha dimostrato fin dagli albori della stagione di avere tutti i numeri vincenti per farsi ridere dietro, soprattutto quella volta in cui i due piloti si sono dovuti ritirare entrambi perché il serbatoio non era abbastanza grande per contenere la benzina sufficiente a terminare la gara. Nonostante queste storiche trovate, spesso e volentieri ha battuto abbondantemente la HRT, salvo rare occasioni in cui un pilota della Virgin, il solito, decideva che voleva una posizione in ultima fila. Il pilota in questione è un cafone che a Montecarlo ha osato evitare di fare strada al migliore amico di Briatore atteggiandosi a doppiato pur non essendolo, e il migliore amico di Briatore gli è dovuto rimanere dietro un giro o due in più del previsto, mettendo a serio repentaglio la propria strada verso il titolo. La presenza di un pilota che, in vista di un avversario di un team più importante, anziché stendergli il tappeto rosso sotto le ruote osava cercare di mantenere la posizione poteva portare notevoli critiche alla Virgin, che quindi per evitare troppi problemi ha deciso di affiancarlo con un pilota che, in vista di un avversario di un team più importante, in passato aveva affrontato la situazione senza opporre la benché minima resistenza. Curiosamente questi due piloti, uno nel presente e uno nel passato, sono stati insultati dagli stessi dieci miliardi di ferraristi per motivi radicalmente opposti l’uno rispetto all’altro. Un record memorabile, non potete negarlo. Attualmente la Virgin sta arrivando a concludere la stagione nel migliore dei modi, ovvero restando palesemente davanti alla HRT, perlomeno in qualifica, perché in gara generalmente la Virgin si ritira e ultimamente qualche HRT al traguardo la si vede.

HRT
Eccoci arrivati al primo team spagnolo che sfortunatamente non riscuote in Spagna lo stesso successo che la Ferrari riscuote in Italia. Ciò è un vero peccato per questa gloriosa scuderia che, proprio come la Virgin, ha deciso di esordire con un bel teatro dell’assurdo. O meglio, era la Campos Meta, da me denominata Campos Senza Meta, che aveva deciso di inscenare un teatro dell’assurdo vendendo il team una settimana prima del mondiale. Ancora più assurdo è il fatto che il team in questione sia stato acquistato da qualcuno, se non che forse la cosa più assurda di tutte è che sia pieno di piloti disposti a sborsare milioni di euro a ripetizione pur di guidare le sue monoposto. Le vetture sono state progettate più o meno nel corso della giornata di inizio del campionato, e hanno dimostrato di potere ottenere elevatissime performance e dominare la prima fila: la prima fila a partire dalla fine. Fin dall’inizio della stagione i piloti di questo strabiliante team sono stati un ballerino di samba che intervistato a ogni ritiro è solito piegarsi in due dalle risate (vista la frequenza dei suoi ritiri la cosa avviene molto spesso) il che può portare a pensare che sia il gemello segreto del finlandesino ridente (bisognerà indagare in proposito) e da un mitico pilota indiano che pare non si sia mai depilato le sopracciglia una sola volta da quando è nato a oggi. I risultati non sono arrivati praticamente mai, e la stagione è stata costeggiata di ritiri. A ciò si è aggiunto che i supporter di questo team hanno dovuto affrontare una triste realtà: dopo che il ballerino di samba si era dimostrato estremamente avaaaanti spedendo per errore al team manager un’email destinata ad altri in cui il team manager veniva pesantemente insultato, il team ha deciso di metterlo a piedi ingaggiando il figlio di una miliardaria giapponese che è ben lieta di spendere milioni di euro per far gareggiare il figlio in Formula 1, nonostante sia ben evidente che il figlio farebbe meglio a cambiare mestiere. Dopo una gara disputata dal figlio della miliardaria, il ballerino di samba è andato a casa a prendere varie carriole di banconote, fornendole ai vertici del team. Ciò ha comportato che potesse riprendersi il suo posto, ma non è altrettanto vero che il figlio della miliardaria sia stato mandato a fare altro. Anzi, questo ha preso il posto del mitico pilota dalle sopracciglia folte, facendoci venire i capelli dritti dalla disperazione. Cosicché il ballerino di samba e il figlio della miliardaria sono attualmente la formazione stabile della HRT. Anche se in un’occasione, mentre il figlio della miliardaria era impossibilitato da problemi intestinali, al suo posto ha disputato un gran premio il sosia austriaco di Anthony Davidson e Scott Speed. Nulla si sa sul futuro di tale team, se non che una sua possibile fusione con la Epsilon Eskaudi (con chi???!!!).

A questo punto mi era venuta la tentazione di parlare anche della USF1, ma ho deciso di lasciar perdere.

*LadyB.*

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