giovedì 19 gennaio 2012

[Dal vecchio blog] Spa...

Nel weekend del 29 agosto la Formula 1 è giunta a Spa Francorchamps. Così, in attesa che il tempo passasse, miei cari lettori, io ho scritto questo articolo. Che non ho potuto pubblicare subito per problemi di connessione e che vi ripropongo adesso narrando la storia recente del GP del Belgio. Sono andata a ripescare gli eventi eclatanti che potevo collegare a questa località. E ne ho trovati tanti, nella F1 moderna.
Certe cose chi se le dimentica più… e tra le cose indimenticabili, presumo che abbiate già notato l’immagine che ho messo in cima. Qualcuno sostiene che quello è stato il più bel sorpasso della storia della F1. Qualcun altro sostiene che nulla di tutto ciò è paragonabile alla F1 degli anni ’60, ’70, ’80, primi ’90…
Personalmente ritengo che questi ultimi abbiano ragione a lamentarsi della crescente commercializzazione della Formula 1. Però non butterei né gli anni ’90 né tanto meno gli anni ’00. Perché se qualcuno confonde il concetto di Formula 1 con quello di fotocopie passate e settantenni sadomasochisti, io non so che farci…

Spa Francorchamps è stata la pista in cui nel 1991 debuttò Michael Schumacher. Ci sono stati debutti migliori nella storia della Formula 1, ma dopotutto è il caso di soffermarsi anche su questo episodio.
Michael debuttò alla Jordan. Un nome che, al giorno d’oggi, ci evoca memorie di vario genere, tra cui Fisichella che vinceva la sua prima gara in caotico GP del Brasile del 2003. Negli ultimi tempi, poi, la situazione del team era letteralmente colata a picco, tanto che non poteva a distinguersi se non contro la Minardi. Ma nel 1991 le cose erano diverse. La Jordan non era un team ormai giunto al capolinea, bensì appena debuttato. Era solo dagli inizi del 1991 che prendeva parte al campionato di F1.
Il debutto di Schumacher, ormai è risaputo, avvenne al posto di un pilota ormai anonimo, un certo Bertrand Gachot (che poi vedemmo in Larrousse e in Pacific negli anni immediatamente successivi). Quest’ultimo, un pilota belga che correva per la Jordan fin dall’inizio della stagione, era recentemente finito in carcere in Inghilterra dopo avere aggredito un tassista e avergli spruzzato addosso uno spray urticante. Al suo posto, appunto, apparve Schumacher. Nelle qualificazioni di quell’ultimo weekend di agosto ottenne un settimo posto sulla griglia di partenza, battendo il compagno di squadra Andrea De Cesaris. Qualcuno sostiene, oggi, che fin da quel giorno tutti furono concordi sul fatto che prima o poi sarebbe diventato una celebrità del mondo dei motori, ma dato che la cosa è stata detta più o meno di chiunque non mi sorprende. E soprattutto, a distanza di quindici o vent’anni si fa molto presto a dire “già vent’anni fa credevo che il tale fosse un mito”. Tanto nessuno si ricorda cosa dicevi vent’anni fa…
Il debutto di Schumacher fu eccellente in qualifica, ma quel 25 agosto 1991 era già out alla prima curva. Qualcuno, a posteriori, ma molto a posteriori, dichiarò che tutto sommato quella gara avrebbe anche potuto vincerla. Dopotutto se era andato vicino a vincere il suo compagno di squadra (per un breve tratto fu in testa, nel finale, ma poi un problema tecnico lo mise fuori gioco proprio negli ultimi giri) che era partito più indietro, poteva toccare anche a lui…
A me questi ragionamenti non interessano. Che senso ha stare a guardare quello che sarebbe potuto essere quando è chiaro che così non è stato?
L’unico fatto chiaro, a proposito di Schumacher e di Spa, è che proprio lì, il 30 agosto di un anno dopo, sotto la pioggia, tagliò per la prima volta il traguardo in prima posizione, a bordo di una Benetton motorizzata Ford. Una vittoria che, a quanto ho letto, fu favorita da un po’ di caos nei pitstop alla Williams. Io ero troppo piccola per ricordarmi.

Nei cinque anni a seguire Spa vide due vittorie consecutive di Damon Hill e ancora tre consecutive per Michael Schumacher. Mentre nel 1998 vi fu un caotico gran premio in cui la Jordan trionfò per la prima volta.
Aveva piovuto nel 1997 e nel 1998 la cosa incrementò. La gara fu segnata già all’inizio dall’incidente che coinvolse più vetture nella storia della Formula 1. Alla prima partenza ben in tredici furono coinvolti in un ingorgo originato dal fatto che Coulthard fosse finito in testacoda. Badate bene, non sto accusando il solo Coulthard. È troppo facile dire: questo ha provocato il tale incidente. Le altre dodici vetture però non erano esattamente calamitate addosso a lui quindi si presume che qualcun altro che un minimo di responsabilità ce l’ha ci sia stato.
All’epoca le cose andavano molto diversamente da adesso e, alla seconda partenza, più d’uno dei tredici incidentati allo start erano sulla griglia di partenza con la vettura di riserva. In ogni caso, per giungere a un nuovo evento degno di nota, fu necessario attendere un po’. Per l’esattezza il momento X fu quello in cui Schumacher, in testa alla gara, giunse a ridosso della McLaren di Coulthard, da doppiare.
Ferraristi e antiferraristi hanno dibattuto dieci anni su come andarono veramente le cose. Poi Schumacher passò in Mercedes e i ferraristi persero ogni minimo interesse per la cosa. Sta di fatto che Schumacher tamponò Coulthard, a cui seguì l’epica scena in cui, dopo il ritiro, si diresse inca**ato come non mai al box della McLaren (da cui fu immancabilmente cacciato fuori) accusando il rivale di avere tentato di ucciderlo. Qualcuno sostiene che Coulthard rallentò apposta, in modo tale da mettere fuori gioco il rivale del suo compagno di squadra (già ritirato) alla conquista del mondiale. A conti fatti non è ben chiaro come siano andate le cose e lo stesso Coulthard, molti anni dopo, dichiarò di essere il responsabile di quell’incidente. Non siamo tenuti però a sapere che cosa intendesse il mascellone: se si riteneva responsabile di avere provocato quell’incidente involontariamente oppure volontariamente. Certo è che, tra quelli che urlavano al complotto anti-Ferrari, indubbiamente qualcuno arrivò a dimenticarsi totalmente di quell’episodio all’epoca del crashgate, in modo tale da dire che nessuno aveva mai provocato incidenti per favorire il compagno di squadra.
Per onore di cronaca, il GP del Belgio del 30 agosto 1998 vide la vittoria di Damon Hill, sua prima vittoria con la Jordan. Fu l’unica doppietta della Jordan, dato che Ralf Schumacher giunse secondo. E vi furono polemiche a proposito di ipotetici ordini di squadra impartiti dai vertici del team. Quello che è uscito negli anni seguenti, però, sembra essere questa versione: non vi fu nessun ordine di scuderia vero e proprio, intendendo per ordine di scuderia l’inversione di posizioni, in quanto semplicemente ai due piloti fu imposto di mantenere le posizioni per non compromettere il risultato. Pratica a mio avviso di gran lunga più legittima rispetto a certe sceneggiate che si sono viste nel corso degli anni (ho detto nel corso degli anni, quindi non mi riferisco a fatti recenti – o almeno non solo ad essi).

Il 27 agosto 2000, poi, a Spa avvenne quell’indimenticato sorpasso che ancora fa sognare anche i ferraristi più accaniti. Indubbiamente io colloco quel sorpasso tra il migliore del decennio ’00. Chiaramente potete non essere d’accordo con me, ma…
Insomma, tutto iniziò con Schumacher che sembrava dominare, quel giorno a Spa. Hakkinen aveva disputato una gara difficile e, finalmente, nelle fasi conclusive della gara, era riuscito a collocarsi in seconda posizione. Era un’epoca in cui tra i team di vertice e i team di coda vi erano soltanto un paio secondi di differenza sul giro, a differenza dei 7 o 8 che ora distaccano la Redbull dalla HRT e dalla Virgin. Di conseguenza i doppiaggi erano piuttosto scarsi, su una pista di 7 km come Spa.
A due giri dalla fine, in ogni caso, Schumacher si ritrovò a dover doppiare Ricardo Zonta, brasiliano, allora compagno di Villeneuve in uno dei team di coda dell’epoca (la B.A.R.). Dietro di lui sopraggiungeva Hakkinen. Hakkinen, che per secondo iniziò il doppiaggio ma che per primo lo finì.
Indimenticabile la moglie di Mika, ai box (al giorno d’oggi ex moglie, dato che i due hanno divorziato già da almeno un paio d’anni). Erja, che all’epoca era incinta del loro primo figlio, esultò con fervore al momento del sorpasso… Sorpasso che portò il pilota della McLaren più vicino al titolo, anche se la situazione fu solo momentanea, dato che di lì in poi le quattro gare residue furono vinte da Schumacher, che già alla penultima gara fu campione del mondo.

Dopo un paio di vittorie da parte di Michael Schumacher, si giunse a una stagione 2003 sprovvista del gran premio del Belgio. Esso fu reintrodotto nel 2004: vittoria di Kimi Raikkonen con la McLaren, unica vittoria McLaren in una stagione dominata dalla Ferrari (oltre a quella di Raikkonen, le uniche altre vittorie non Ferrari furono quella di Trulli con la Renault a Montecarlo e quella di Montoya con la Williams in Brasile – ad oggi ultima vittoria della Williams).

Nel 2005 la gara fu vinta di nuovo da Raikkonen. Sinceramente ho ben pochi ricordi di quell’evento, se non un famoso tamponamento ai danni di Schumacher da parte della B.A.R. di Takuma Sato. Famoso perché Sato, che in quella stagione non fu esattamente brillante (considerate che ottenne meno punti quell’anno su una dignitosa B.A.R. rispetto al 2008 su una Super Aguri che non era l’ultima ruota del carro solo perché la Force India era peggio), non si esibì soltanto in quel tamponamento nel corso di quella stagione.
Nel 2006 ancora niente Spa, mentre Raikkonen si impose nel gran premio del 2007. Di quell’occasione ho un chiaro ricordo: il finlandese della Ferrari al termine della premiazione infilò la bottiglia di champagne all’interno del trofeo, guadagnandosi da parte della mia amica Eli sua fan il tale commento: “ma è proprio un alcolista!”…

Anche nel 2008 Raikkonen andò vicino alla vittoria. Teoricamente avrebbe anche potuto vincere, ma poi nei giri finali in un confronto con Hamilton ebbe la peggio andando a finire a muro (peraltro non era l’unica volta in cui gli capitava di andare a muro nella stagione 2008, come si può evincere dalla mia vignetta disegnata all’epoca e pubblicata tempo fa nell’articolo “Crazy Art” dedicata al GP di Singapore di quell’anno). Hamilton fu accusato di averlo superato tagliando una chicane e di avere aspettato troppo tempo a restituirgli la posizione e venne penalizzato con un drive through attribuito a posteriori che lo fece slittare da primo a terzo. La vittoria andò a Felipe Massa e naturalmente diede origine a un nuovo epico scontro di opinioni tra ferraristi e simpatizzanti della Mclaren che terminò soltanto parecchi mesi dopo quando sia la Ferrari sia la Mclaren dovettero mettere fine alle loro speranze di vittoria nella stagione seguente.

La gara del 2009 vide una storica pole position di Fisichella con la Force India, unica pole ottenuta dal team indiano. Purtroppo il risultato non divenne altrettanto storico il giorno seguente, quando Raikkonen, su Ferrari, non ebbe troppe difficoltà a superarlo già nelle prime fasi di gara, potendo anche contare sul kers assente sulla Force India. Fisichella fu così costretto ad accontentarsi del secondo posto, ma comunque poté consolarsi con il suo passaggio alla Ferrari al posto di Badoer già dalla gara seguente, in cui per lui iniziarono tempi migliori… anzi, forse peggiori.

Quest’anno Spa ha visto la vittoria di Hamilton, che si è portato in testa alla classifica in una gara vissuta in perenne attesa della pioggia, tutto sommato abbastanza movimentata. Il futuro della pista pare non essere particolarmente roseo. Nel senso che potrebbe anche uscire, a partire dal campionato 2012 (il che sarebbe drammatico), oppure alternarsi con il Nuerburgring un anno uno e un anno l’altro (un minimo meno drammatico, dato che almeno il Nuerburgring c’è già un anno sì e un anno no). Non ci resta comunque che incrociare le dita nella speranza di potere rivedere una pista storica e (almeno a mio parere) una delle più belle dell’intero campionato.

Chiedendovi scusa per il ritardo con cui ho potuto postare questo articolo, vi saluto.

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