Commento al Gran Premio del Giappone: 10 Ottobre 2010
Sabato
mi sono persa le qualifiche. In genere la cosa mi provoca un netto giramento di
sfere, ma l’avere scoperto che le “qualifiche” sono state soltanto un rimandare
di mezz’ora in mezz’ora e poi capire che la pista era pressoché trasformata in
un lago impraticabile ha permesso che la mia esistenza potesse scorrere di
nuovo lineare come prima. E quando ho letto che, se non si fosse riuscito a
fare le qualifiche neanche la domenica mattina (in Italia alle tre di notte) le
vetture si sarebbero schierate sulla griglia di partenza con l’ordine dei
numeri di vettura ero indecisa se lasciarmi andare alle risate o se mettermi le
mani tra i capelli, alla fine ho optato per una terza soluzione, ovvero
pensare: “ma a questo punto se non si riescono a fare le qualifiche neanche
domani fare la griglia di partenza con i tempi delle prove libere non sarebbe
un minimo più sensato basarsi sui tempi delle prove libere?”. Avevo dimenticato
che non sempre la Formula 1 e il termine “sensato” vanno d’accordo, ma per
fortuna le qualifiche ci sono state e ci siamo risparmiati questa pagliacciata.
Mi sono vista anche un pezzetto della Q3, così ho scoperto già alle quattro di
notte che Vettel aveva ottenuto la pole. E poi basta, me ne sono andata a letto
immediatamente, senza nemmeno pormi il dubbio sul fatto che potesse
eventualmente esserci una mezz’ora di commenti in studio. Peraltro non avevo
una gran idea della griglia di partenza complessiva, ma fa niente…
Domenica
mattina (la domenica del GP di Suzuka si intende) ho scoperto di avere un
quoziente gufativo represso che non vedeva l’ora di venire alla luce. Senza
nemmeno declamare i miei pensieri ad alta voce (non c’era nessuno ad ascoltarmi
mentre parlavo di Hulkenberg, Petrov e Massa) mi sono detta: “mhmm… Hulkenberg
e Petrov ultimamente hanno combinato meno casini del solito” – poi breve focus
sulla situazione dei ritiri “Massa è l’unico che ancora non s’è ritirato”.
Insomma, due pensieri molto azzeccati per l’occasione che mi sono ripromessa di
evitare considerazioni di questo tipo prima del via. Altra considerazione che
ho fatto è stata la mia poca sopportazione della presenza di Yamamoto,
rientrato nella propria terra natale dopo il virus intestinale o intossicazione
o qualunque cosa fosse che gli aveva fatto saltare la gara di Singapore. Ma
dato che Yamamoto era palesemente in ultima posizione sulla griglia di partenza
non ci ho dato tanto peso (di questo passo dovrei non dargli mai peso).
Ma
niente, andiamo avanti. Innanzi tutto non ho ben capito che cosa sia capitato a
Di Grassi durante il giro di schieramento, per l’esattezza non ho ben capito se
ha perso una ruota e poi è andato a sbattere oppure se è andato a sbattere e
nell’impatto ha perso una ruota, ma propenderei per questa soluzione. Quindi
già uno in meno sulla griglia di partenza, il che permetteva a Yamamoto di
essere 23esimo anziché 24esimo, un notevole passo avanti, non c’è che dire.
Veniamo
dunque al via. C’erano in prima fila Vettel e Webber, in seconda Kubica e
Alonso, dopodiché Button e qualcun altro, con Hamilton che era un po’ arretrato
per via delle cinque posizioni di penalità per la sostituzione del cambio.
Una
partenza a razzo per Kubica, che ha immediatamente rubato la seconda posizione
a Webber. Poi dando un’occhiata a quanto avveniva verso la metà dello
schieramento si è potuto notare un ingorgo degno di nota di cui ho capito una
cosa con estrema chiarezza: Petrov aveva pressoché fatto inversione di marcia
sta trascinando Hulkenberg con sé verso il ritiro, mentre qualche metro più in
là Massa ballava la samba in mezzo alla pista utilizzando Liuzzi come
ballerina. Quello che non mi è ben chiaro è: si trattava di due fatti distinti
o c’era qualche collegamento tra i due contatti? e soprattutto qual era
l’esatta posizione di Rosberg nei fatti, dato che sembrava avere rallentato
qualcuno qua e là, avere perso diverse posizioni ma esserne uscito illeso?
Ho
avuto modo di pormi queste domande senza risposta per un po’, nel vedere che la
safety car rimaneva in pista per secoli. E nel frattempo qualcuno decideva di
anticipare il cambio gomme: nella fattispecie Rosberg e qualcuno delle
pseudo-carrette (ma non Yammi).
Mentre
la safety car era in pista abbiamo potuto ammirare una di quelle scene inedite
che dopotutto non sono così inedite. E così la mia memoria è andata
immediatamente a cercare nei ricordi passati qualcosa che poteva somigliare a
quello che si stava ammirando in quel momento…
Correva
l’anno 2006. Alonso era in testa al gran premio d’Ungheria con quella Renault
gialla e azzurra dei vecchi tempi, dopo mille peripezie che avevano riguardato
diversi altri piloti. E dopo il pit-stop, avvenuto in tempi record, lo si vide
rientrare in pista… Tutto bene. Sì, tutto bene un corno, dato che una ruota
male imbullonata decideva di lasciarlo a piedi. Altro flashback. Correva l’anno
2009. Era sempre il gran premio d’Ungheria e sempre in Renault avevano deciso
di essere gli attori protagonisti. La Renault non era più gialla e azzurra, ma
gialla e arancione, il giorno prima avevamo visto con una certa difficoltà
Alonso ottenere la pole (questa frase è da interpretare: dato che i cronometri
erano in sciopero, avevamo visto Alonso ottenere la pole ma con una certa
difficoltà ce ne eravamo accorti)… Pit-stop, tutto regolare… Sì, tutto
regolare, tranne che poi una ruota si innalza in volo tipo tre anni prima.
In
conclusione stavolta è Kubica a farne le spese e mentre era secondo dietro la
safety car una ruota lo abbandona ed è costretto al ritiro. In telecronaca
ricordano come anche nel 2006 avvenne una cosa del genere, ma rimuovono
completamente il fatto del 2009, nonostante il polverone che sollevò
(squalifica, annullamento della squalifica, multa, ecc…).
Il
mio pensiero: la Renault vuole riprendere il proprio primato sulla Mercedes.
Mercedes che, lo ricordiamo, ha visto Schumacher ritirato in Malesia (era la
Malesia, almeno?) per una gomma male imbullonata, dopodiché qualche voce accusò
un complotto ai danni della Mercedes; dopodiché il plateale episodio
dell’Ungheria con il pit-stop allucinante vissuto da Rosberg.
Quando
la gara riparte tutto sembra andare per il meglio. Ovvero non capitano disastri
di particolare entità e tutto procede nel migliore dei modi. A movimentare le
cose ci pensano le due Mercedes: dopo che Schumacher ha effettuato il proprio
pitstop si ritrova settimo in scia a Rosberg e i due animano la gara per un
certo tratto. Proprio mentre la competizione si faceva più viva, però, dal box
Mercedes arriva il velato ordine di “fare manovre sensate”, il che lascia
pensare a un cosiddetto congelamento di posizioni.
Viene
notato anche come Yamamoto stia facendo una gara eclatante, a un certo punto,
essendo riuscito a mettersi dietro di qualche secondo Glock e Senna che pare
avere superato con chissà quale maestria. In realtà la verità è una sola:
Yamamoto non si è ancora fermato, gli altri sì, e Glock anche più di una volta.
Quindi immagino che sarà difficile piovere dal cielo quando si scoprirà, sul
finale, che il giapponese della HRT è arrivato ultimo, quindi non avviene nulla
di miracoloso. A proposito di Glock e Senna giungeranno rispettivamente
terzultimo e penultimo e in effetti qui un mezzo miracolo avviene, vista la
propensione al ritiro di quest’ultimo.
La
gara per il resto è abbastanza monotona se non fosse per le congetture su invertimenti
di posizioni in casa Mclaren. E in effetti Hamilton sembra avere la meglio con
una diversa strategia di pitstop, ma niente da fare, per un nuovo e ulteriore
problema al cambio è costretto a cedere la quarta posizione al compagno di
squadra, che insegue a debita distanza Vettel, Webber e Alonso.
Ad
animare questa parte di gara è Kobayashi che come un vero kamikaze si lascia
dietro un avversario dopo l’altro nonostante a un certo punto venga speronato
da una Toro Rosso. Eh, che dire, Koby è uno di cui sentiremo parlare anche in
futuro, secondo me…
E
poi la sorpresa quando mancano sei giri al termine. Una Mercedes è fuori. Una
ruota si è staccata, per compensare quanto accaduto in casa Renault. Rosberg è
palesemente fuori, mentre Mazzoni lo scambia per Schumacher (non si sa come
dato che il colore del casco è completamente diverso) dando poi la colpa a
un’errata scritta in sovrimpressione (ma quale scritta errata?). La conclusione
è una sola: la Renault sarà anche brava a perdere ruote in volo, ma la Mercedes
dopotutto ci sta mettendo un certo impegno. Ben presto la batterà.
Per
la cronaca, il risultato finale è: 1) Vettel, 2) Webber, 3) Alonso, 4) Button,
5) Hamilton, 6) Schumacher, 7) Kobayashi, 8) Heidfeld, 9) Barrichello, 10)
Buemi.
Griglia di
partenza:
1)
Vettel, 2) Webber
3)
Hamilton, 4) Kubica
5)
Alonso, 6) Button
7)
Rosberg, 8) Barrichello
9)
Hulkenberg, 10) Schumacher
11)
Heidfeld, 12) Massa
13)
Petrov, 14) Kobayashi
15)
Sutil, 16) Alguersuari
17)
Liuzzi, 18) Buemi
19)
Trulli, 20) Kovalainen
21)
Di Grassi, 22) Glock
23)
Senna, 24) Yamamoto
Risultato di
gara:
1)
Vettel, 2)
Webber, 3)
Alonso, 4)
Button, 5)
Hamilton, 6)
Schumacher, 7)
Kobayashi, 8)
Heidfeld, 9)
Barrichello, 10)
Buemi, 11)
Alguersuari, 12)
Kovalainen, 13)
Trulli, 14)
Glock, 15)
Senna, 16)
Yamamoto, RIT:
Rosberg, Sutil, Kubica, Hulkenberg, Massa, Petrov, Liuzzi DNS:
Di Grassi
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