martedì 10 gennaio 2012

[Dal vecchio blog] Yamamoto is back!

14/07/2010
Dopotutto sapevamo che il 2010 era l’anno dei ritorni. Sono ritornati i motori Cosworth, la Mercedes e la Lotus, i due piloti che hanno 80 anni in due, la moda di prendersi a sportellate tra compagni di squadra, i team che prendono 7 secondi al giro… E dato che siamo in vena di ritorni è proprio con un ritorno che questo blog si appresta ad aprire, arrivando a tralasciare il gran premio di Gran Bretagna e conseguentemente le varie critiche che terrò tra me e me. Mi dispiace, ma il ritorno che abbiamo avuto di fronte prevale su tutto…
Il ritorno in questione è probabilmente quello che più entrerà nella storia di questa stagione. Pensavamo che Yamamoto fosse stato chiuso in un pacco postale e rispedito alla madre-sponsor, scomparso una volta per tutte. E invece Yamamoto è tornato… Sulla storia del ritorno del nostro amato Sakon ci sono molti punti interrogativi. A dire la verità già un mese fa era apparsa l’indiscrezione che avrebbe rimpiazzato Bruno Senna a causa delle prestazioni incredibilmente e clamorosamente scarse di quest’ultimo. Non avevo dato troppo peso a questa notizia. Primo perché un pilota che costantemente prende 6 secondi al giro su una monoposto che prende mediamente 6 secondi al giro non mi pare così tanto più scarso degli altri che prendono 6 secondi al giro su quel genere di carrette. Secondo perché se per rimpiazzare un pilota scarso ingaggiano Yamamoto la loro conoscenza della Formula 1 è inferiore addirittura rispetto a quella che ha mia madre, che l’ultima volta che ha visto un gran premio era più o meno l’epoca in cui Damon Hill guidava una Williams blu con il numero 0.
Infatti pare che la ragione del ritorno di Yamamoto non sia quella della necessità di avere un pilota eccezionale (vista la gara di Silverstone, soprattutto…) e né tanto meno questioni economiche (sappiamo già dal 2007 che Sakon ha una madre che gli fa da sponsor rifilandogli qualche modica cifra tipo i quattro milioni di euro richiesti dalla Spyker per farlo correre, anni fa. Pare semplicemente che Bruno Senna avesse scritto a non si sa bene chi un’email in cui insultava Kolles, Solo che, rivelandosi estremamente avaaaaanti, ha indirizzato quell’email proprio a Kolles.

La versione ufficiale dell’arrivo di Yamamoto in HRT per il GP di Gran Bretagna quindi c’è. Ma a me andava di inventarne un’altra, e quindi ho deciso di rifilarvi questa storiella divertente (spero sia divertente, almeno) sull’approdo dell’inimitabile Sakon (verrebbe da dire meno male che è inimitabile), che ha avuto anche l’onore di dare vita a un pronostico azzeccato da parte dei telecronisti Rai, che prevedevano per lui una pessima qualifica. In genere le previsioni di Mazzoni e soci, non sono mai particolarmente azzeccate, ma stavolta, parlando di Yamamoto, sembrava di avere di fronte il polpo Paul in versione formula 1. Ma non divaghiamo. Torniamo a Sakon.


YAMAMOTO IS BACK!

È tempo di svolta per Yamamoto. È consapevole di essere l’unico vero eroe giapponese del mondo dei motori (almeno dal momento in cui Ide è svanito nel nulla – non sarebbe il caso di andare a “Chi l’ha visto”?) e ha intenzione di dimostrarlo ai suoi fan che si sono follemente innamorati di lui all’epoca della Spyker. Dal momento che la Spyker non esiste più, Sakon ha esitato lungamente a tornare in Formula 1. Sospetta che se tornasse 3 anni dopo con un altro team i suoi stessi fan affezionati che tenevano le sue gigantografie appese alle pareti dei loro soggiorni, cucine, stanze da letto, garage e WC inizierebbero a criticarlo dandogli del traditore. Progettava infatti di lasciar passare un po’ di tempo e di tornare in Formula 1 tra più di un decennio, magari all’età di 41 anni tanto per sparare un numero a caso.
Ma ha deciso che non ne può più. Così ecco che è riuscito a infiltrarsi alla HRT con il fittizio ruolo di collaudatore (ruolo fittizio perché da quando non ci sono test durante la stagione il ruolo di collaudatore è generalmente quello di rigirarsi i pollici indossando una maglietta con gli sponsor del team), nell’attesa di riuscire a disputare almeno una gara e di diventare l’idolo incontrastato della celebre scuderia spagnola che quest’anno si è fatta notare monopolizzando spesso la prima fila (a partire dal fondo, è chiaro). Concorderete con me che non è un obiettivo semplice: diventare l’idolo incontrastato di un team in cui c’è un pilota strabiliante come Chandhok è un’impresa alquanto impossibile e complicata. Ma Sakon ha deciso di non arrendersi.
E così in attesa del weekend di Silverstone, mentre girava per il paddock senza meta, con la disperazione addosso per non essere ancora riuscito a disputare nemmeno una gara, ecco che sente un suono familiare: la colonna sonora di “Inuyasha”. È la suoneria del suo cellulare, che gli ha passato Kobayashi col bluetooth (il dente blu? XD) e immediatamente il nostro mitico giapponesino legge sul display che è sua madre che gli sta telefonando. Gli occhi gli brillano al punto tale che gli compare il simbolo del dollaro come a zio Paperone, pensando che sua madre lo stia chiamando per comunicargli che gli ha aperto un nuovo conto in banca in cui gli ha versato vari milioni di euro come regalo di compleanno (venerdì 9 luglio è il suo 28esimo compleanno).
– Ehi, ciao! Grazie per avermi chiamato…
– Ciao Sakon! Volevo chiederti se come regalo di compleanno preferisci uno yacht o un jet privato.
– Mhm… non saprei. Ci posso pensare ancora un po’?
– Certo. Ti richiamo stasera, okay?
E quella sera infatti la signora Yamamoto richiama il figlio, invano. Sakon non le risponde. È riuscito infatti a ottenere una chance incredibile dai vertici del team: fare una partita a briscola contro Bruno Senna e chi la vincerà gareggerà a Silverstone. Gli occhi di Sakon brillano nuovamente, così si reca sul posto che gli è stato comunicato, alla presenza dei vertici del team, trascinando con sé il suo zaino da campeggio all’interno del quale tiene nascosti i suoi amuleti portafortuna: una ventina di Pokemon che ormai sono le sue incontrastate mascotte e attraverso il cui potere è riuscito a farsi strada in parecchie occasioni.
Sakon fa la sua entrata trionfale proprio nel momento più critico di tutta la serata: Bruno stava infatti per riuscire a convincere sua madre a cambiare pettinatura dato che è più o meno trent’anni che ha lo stesso taglio a caschetto… Sakon interrompe proprio questo importante momento e la madre di Bruno Senna se ne va, augurando al figlio buona fortuna per la partita a briscola che determinerà la sua presenza sulla griglia di partenza di Silverstone e lanciando un’occhiataccia allo zaino che Yamamoto ha lasciato aperto e dal quale si intravedono alcune sfere sospette (le sfere dei suoi Pokemon portafortuna).
I due avversari si guardano negli occhi e, pensando ai propri Pokemon che lo assisteranno, gli occhi di Sakon brillano. Bruno abbassa lo sguardo. Gli occhi che brillano di Sakon lo stanno abbagliando.
– Credo che tu non abbia speranze, il volante della Hispania numero 21 sarà mio – dice Sakon, mentre una modella in bikini inizia a mescolare le carte per la partita a briscola.
– Invece credo che sia tu a non avere speranze – risponde Bruno, sorridendo mentre i suoi occhi si portano sulla finestra aperta.
I due si siedono al tavolo (non l’ho detto, ma c’è anche un tavolo in quel luogo, che si scopre essere una suite d’albergo affittata da Vijay Mallya per organizzare una maxi festa qualora Liuzzi dovesse arrivare vincere il gran premio di Silverstone – difficile che ciò accada, ma per ogni evenienza la suite è già prenotata) e non degnano di uno sguardo la modella in bikini, delusa dal fatto dato che è segretamente innamorata di entrambi. La modella avrebbe una gran voglia di lanciare il mazzo di carte giù dalla finestra ma le distribuisce comunque, mentre Sakon dispone sul tavolo tutti i suoi Pokemon tirandoli fuori dagli appositi contenitori. I Pokemon iniziano immediatamente a fare la ola.
– Come pensi di battermi? – chiede Sakon. – Io ho loro che mi assistono.
– E io ho un mio concittadino ad assistermi – risponde Bruno.
Vi chiederete immediatamente chi sia il suo concittadino venuto ad assisterlo e a portargli fortuna. Ebbene, eccolo entrare dalla finestra battendo le sue ali e andando ad appollaiarsi sul tavolo, guardando con aria di sfida Yamamoto.
Sakon ci rimane veramente di sasso. Non so se abbiate visto “Cars – motori ruggenti”, ma nel caso l’abbiate visto avete presente la scena in cui il muletto azzurro svolge il cambio gomme a Saetta McQueen in un tempo veramente lampo e si vedono i componenti della squadra avversaria che restano a bocca spalancata con un rumore metallico? A Sakon accade la stessa cosa, e si sente il rumore metallico nonostante abbiamo di fronte un essere umano e non un mezzo meccanico. Il volatile appena entrato è nientemeno che il gufo di Interlagos e, alla vista della scena, i Pokemon vanno a nascondersi sotto al tavolo, rossi per l’imbarazzo. Rossi per l’imbarazzo, ho detto, ovvero per l’imbarazzo hanno subito una mutazione genetica trasformandosi in Rossi, ed escono dal tavolo esclamando “fastweb, vero spettacolo!” prima di riprendere le loro normali sembianze di Pokemon.
Il gufo di Interlagos raccoglie nel proprio becco le carte che spettano a Bruno e gliene porge, iniziando a suggerirgli quali carte giocare (è sicuro che sarà Bruno a vincere, perché il gufo sa perfettamente quali carte abbia in mano Sakon).
Ma Sakon ha un asso nella manica (non un asso del mazzo di carte, dico in senso retorico): afferra il proprio cellulare e preme il pulsante su cui sta scritto “fonte interminabile di milioni di euro”. Premendo quel pulsante si mette in contatto immediato con sua madre.
La signora Yamamoto capta immediatamente la sua richiesta d’aiuto. E agisce. Va verso l’acquario. Dentro ci sono due vaschette, una con la bandiera del Giappone e una con la bandiera del Brasile.
– So che non mi deluderai, Paul – dice la donna. – Se entrerai nella vaschetta con la bandiera del Giappone, ti comprerò un acquario enorme dal costo di 1 milione di euro. Ti conviene pensarci due volte.
Il polpo Paul ci pensa una volta sola. In certi casi si fa presto a decidere.
– Ma certo! – esclama, tuffandosi nella vaschetta con la bandiera del Giappone.
Immediatamente i risultati si vedono. Sakon si ritrova in mano tutte le carte migliori e Bruno invece pesca in successione il due di coppe, il due di spade, il due di bastoni e il due di denari. Quando sono finiti i due inizia a pescare i quattro, sotto lo sguardo depresso del gufo di Interlagos, suo fedele amico e assistente.
Inutile dire che il risultato della partita a briscola volge immediatamente a favore di Sakon. Perché il gufo di Interlagos le sa tutte ed è uno degli esseri più potenti dell’intero globo terrestre. Ma non il più potente. Quello che conta più di tutti è il polpo Paul.

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