12 settembre 1999 - non so che cosa stavo facendo, non ne ho la più pallida idea, considerando che erano i giorni che precedevano l'inizio della prima media, probabilmente invece di essere a casa mia a guardare il gran premio ero a casa della mia amica dell'epoca, quella che di lì a un paio di mesi avrebbe smesso di salutarmi perché, mentre lei aveva già le mestruazioni, io ero troppo "indietro" dato che non stava nemmeno lontanamente iniziando a spuntarmi il seno.
Molto probabilmente ero nel cortile della palazzina in cui abitava, magari con qualcuna delle ragazzine che abitavano nei dintorni, probabilmente impegnate a spettegolare sugli argomenti che a loro interessavano maggiormente: quali nostre coetanee avevano già le mestruazioni, quali avevano già le tette, quali fingevano di averle più grosse indossando il reggiseno imbottito, quali tra i nostri coetanei/e avevano fratelli o sorelle maggiori fidanzati/e, quali avevano fratelli o sorelle maggiori fumatori...
Non saprei dire quante domeniche ho sprecato così nel corso degli anni '90, probabilmente troppe. Però, tutto sommato, forse è stato meglio che io non abbia visto (o che non ricordi di avere visto) quella gara in diretta.
Era il gran premio d'Italia 1999 che in realtà oserei dire che non ho proprio mai visto (invece per fortuna ho visto quello successivo, il gloriosissimo GP d'Europa), vinto da Heinz Harald Frentzen, quello di cui si parlava in genere non per la sua carriera: era l'ex fidanzato di Corinna Schumacher, era il figlio del titolare di una ditta di pompe funebri, era figlio di madre spagnola...
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...e in pratica tutti sapevamo i fatti privati di Frentzen, ma tendevamo a ignorarlo costantemente, anche quando incredibilmente lottava per il mondiale al volante di una Jordan che in realtà era una macchina niente male a quei tempi, ma che rendeva comunque la cosa molto più pittoresca.
Ricordo che nella pizzeria in cui andavo a pranzo quando passavo qualche giornata al mare con mio nonno e con i miei parenti, avevano bottiglie d'acqua la cui marca probabilmente era un suo sponsor, dove c'era un'etichetta con attaccata una piccola foto della Jordan e sotto la dicitura "Jordan Mugen Honda". Che emozione, peraltro: HHF lottava per il titolo, in qualche modo, al volante di una vettura motorizzata Honda, cose che al giorno d'oggi non accadranno mai. No, scherzo, mi ero dimenticata che la Redbull è motorizzata Honda e la darei per spacciata per gli anni futuri: è la Redbull, non certo la McLaren!
La vittoria di HHHHHHH è stata un effetto. La causa, il punto di partenza, è stata l'incidente di Mika Hakkinen, principale contendente al titolo, che all'epoca doveva vedersela con nientemeno che Eddie Irvine, che si apprestava nella stagione seguente a passare alla Jaguar e già vincitore di diversi titoli di maggiore playboy della Formula 1. In più amava camminare nelle scarpe Valleverde.
Fuori Hakkinen e poi le inquadrature lo andavano a cercare mentre scoppiava a piangere nella boscaglia che circonda il circuito di Monza, con la regia italiana che intendeva demolirlo, perché dopotutto non era una seconda guida della Ferrari in caso di vittoria (non che all'epoca ci fossero seconde guide che piangevano in caso di vittoria, in Ferrari, il trend sarebbe iniziato nel 2000), ma era il nemicohhhh della società e soprattutto come si permetteva? i finlandesi non hanno emozionihhhh!!11!!11!!!
Ricordo un momento successivo, nel corso dell'inverno, in cui ho appreso di quell'evento. Ero a casa dei miei zii, non ricordo se li eravamo andati a trovare sotto Natale o, siccome hanno cambiato casa più volte, se li fossimo andati a trovare perché avevano appena cambiato casa.
Io avevo undici anni, mio cugino ne aveva nove. Mentre i suoi genitori e i miei parlavano, noi sfogliavamo un giornale o una rivista che parlava di sport.
Mio cugino diceva di tifare Ferrari, mi faceva vedere la foto di Hakkinen in lacrime e ricordo di avere riso insieme a lui.
Fun fact, parecchi anni più tardi, una volta, penso alla festa di compleanno di un altro cugino che all'epoca non era neanche un pensiero lontano, qualcuno stava parlando del famoso sorpasso con Zonta in mezzo. Domanda di mio cugino, quello che prendeva per i fondelli Hakkinen: "ma Hakkinen era uno che correva ai tempi in cui Schumacher era giovane, giusto?"
Evidentemente il suo status di tifoso della Ferrari doveva essere cambiato nel corso degli anni.
Sono felice di non avere visto la diretta di quel GP d'Italia, perché a undici anni avrei sicuramente pensato cose di cui mi sarei pentita amaramente negli anni a venire.
Era l'epoca in cui vedevo tutto come bianco o nero, in cui c'era il Benehhhh Assolutohhhh e in cui c'era il Malehhhh Assolutohhhh, in cui un pilota veniva inquadrato in una categoria e l'altro veniva inquadrato nell'altra, peraltro in modo random.
A pensarci bene, all'epoca degli Schukkinen ce n'era uno che aveva la propensione a infilarsi di propria spontanea volontà dentro situazioni alquanto polemiche (incidenti con i rivali all'ultima gara della stagione compresi) e uno che se ne stava sempre ben lontano da qualsiasi polemica. Attribuire i ruoli in modo diverso forse sarebbe stato più coerente, anche se fosse stato per far passare Hakkinen come troppo "fesso" per uscire dagli schemi e per mettere su un piedistallo chi invece girava sempre su quel limite e a volte lo oltrepassava, pur di raggiungere il successo.
A vent'anni di distanza per me non è tutto bianco e nero e la mia essenza di "non tifosa" (lo so, ho detto più volte di avere un favorito, ma se alla fine la cosa che mi emoziona di più è vedere la Toro Rosso ad arrivare a podio al punto da fregarmene di tutto quello che le succede intorno, allora forse ero più legata all'idea di tifare qualcuno che tifosa) mi porta a cercare spesso di vedere le situazioni da molte diverse sfaccettature. Però una cosa l'ho notata, ovvero che per molti è ancora tutto bianco o nero, forse addirittura in modo più confusionario che a quei tempi, in cui tutto era ben definito e in cui il massimo problema era quello di non riuscire ad appioppare un ruolo a Frentzen. Dopotutto Frentzen non doveva essere per forza il bene o il male, poteva essere anche semplicemente una figura di contorno, che è quello che si è rivelato effettivamente più ci si avviava verso la fine della stagione.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
venerdì 13 settembre 2019
Monza 1999
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