venerdì 29 giugno 2018

Quello che i mondiali di calcio potrebbero insegnare agli appassionati di motori

Più rileggo il titolo di questo post è più mi dico che i mondiali di calcio sono qualcosa da cui nessuno ha nulla da imparare. Con tutto il rispetto per gli appassionati di calcio e di quelli che guardano le partite di calcio solo durante i mondiali, ho molti dubbi sul fatto che la tifoseria calcistica sia un esempio molto costruttivo, ma facciamo finta di niente.
I mondiali di calcio sono qualcosa che mettono d'accordo tutti: c'è un mese di tempo a disposizione per dare sfogo ai propri pregiudizi e agli stereotipi, facendo commenti che in altre circostanze verrebbero visti quantomeno come velatamente xenofobi.
Invece durante i mondiali ecco che gente latimo-americana ma non messicana afferma che i messicani sono tutti mafiosi... Attendo con ansia il giorno in cui qualcun dirà che i messicani mangiano sempre pineapple pizza, dopodiché sentirò di avere una nazionale che mi rappresenta! ;-)

A parte gli scherzi, credo che questi mondiali senza l'Italia (parto dal presupposto che la maggioranza dei miei lettori siano italiani o che comunque vivano in Italia), possano essere considerati come una fonte di ispirazione.
Nel periodo in cui seguivo i mondiali (quelli del 1998, 2002, 2006 li ho seguiti) non mi sarei mai aspettata che un giorno avremmo visto un mondiale senza l'Italia. Davo per scontato che si sarebbe sempre qualificata, invece non è stato così.
L'interesse degli italiani per i mondiali sicuramente è inferiore rispetto a quello dei mondiali a cui l'Italia prendeva parte, ma mi sembra lampante che la maggior parte dei disertori del mondiale 2018 siano quelli che l'avrebbero guardato solo ed esclusivamente per l'Italia.
Ci sono molti appassionati di calcio che stanno facendo quello che un appassionato di calcio in genere fa: guardare partite di calcio, poco importa chi c'è e chi non c'è.
Credo che questa sia l'illuminazione più grande che questi mondiali dovrebbero fornirci: esistono appassionati di un certo tipo di competizione che lo guardano a prescindere, sia che abbiano qualcuno per cui tifare sia che non ce l'abbiano.
L'Italia non c'è, ma loro non hanno abbandonato il loro presupposto di guardare il mondiale, allo stesso modo in cui molti di noi continueranno a seguire la Formula 1 una volta che il nostro eventuale pilota preferito si sarà ritirato o avrà perso il volante.
Uno sport è uno sport, non è una specifica squadra o uno specifico sportivo.

Seconda lezione di vita, nella quale dovrò scomodare un numero esiguo di persone con cui ho a che fare al lavoro, tre autisti originari del Marocco. La loro nazionale ha perso due partite e ne ha pareggiata una. Eppure, sebbene nessuno si sia scomodato di parlare del pareggio con e o con l'altra ragazza dell'ufficio, uno ha affermato, dopo avere visto la sua nazionale perdere una partita, che avevano perso ma che era rimasto impressionato da come avevano giocato.
Vi ricorda niente, questo? No, perché la mia impressione è che una cosa del genere sarebbe da sbattere in faccia a quelli che affermano che se tifi per il pilota X non particolarmente vincent, non ha senso che continui a seguire la Formula 1.
Ne approfitto per farlo ora: non è necessario tifare per il più vincente di tutti i tempi per potere essere impressionati dai suoi risultati positivi.
Aggiungo un dettaglio: nella *real life* non mi è capitato di sentire nessuno, rappresentato dalla propria nazionale ai mondiali, che facesse commenti sarcastici del tipo "noi ci siamo e voi no!!!11!!!", altro segnale incoraggiante. Allo stesso tempo non ho sentito nessun italiano prendere per i fondelli il trio degli autisti marocchini quando la loro nazionale è uscita di scena. Anzi, domenica scorsa ho sentito, davanti a un bar, un uomo che informava una sua presunta conoscente di probabile origine polacca che la Polonia stava perdendo 3:0 ma che "almeno voi ci siete arrivati".
La lezione di vita che dovremmo dedurne è che, se c'è anche gente che segue il calcio riuscendo a non sbeffeggiare gli altri tifosi, per gli appassionati di motori dovrebbe essere un passo molto facile.

Un'altra tendenza, in questi giorni, è stata quella di sentire che non c'è più l'Argentina del 1986, non c'è più il Brasile del 1970, al giorno d'oggi le partite sono tutte noiose, i calciatori odierni sono molto più scarsi di quelli del passato e nelle partite ci sono pochi goal...
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...credo fermamente che noi appassionati di motori dovremmo fare la stessa cosa, lamentandoci 24/7 che i vecchi tempi non torneranno più, che non ci sono Fangio, Lauda, Senna e Schumacher, che non ci sono piloti canadesi al volante di una Ferrari, che non c'è più il gran premio di Digione, che i piloti di oggi sono troppo scarsi in confronto a quelli di una volta e che i gran premi sono noiosi per l'assenza di duelli e sorpassi.
Dal momento che tali lamentele vengono generalmente esternate dagli appassionati di calcio quando sono insoddisfatti dei risultati, credo che noi appassionati di motori dovremmo lamentarci costantemente quando i risultati non ci soddisfano...
Come dite? Che sono stati proprio gli appassionati di motori a fare da maestri agli appassionati di calcio? Nooooohhhhh, è solo un'impressione!

Altra cosa che dovremmo assolutamente imparare è che i giapponesi sono scarsi. È necessario prenderli per i fondelli in ogni occasione possibile, cosa che ho sentito fare alla radio una sera della scorsa settimana. Mi pare che fino a quel momento il Giappone avesse vinto una partita, e poi in ogni caso non credo che una radio italiana potrebbe prendersi il lusso di deridere una nazionale che ai mondiali c'è arrivata.
Ricordo che alla radio hanno anche menzionato uno specifico calciatore, che in passato era in una squadra italiana (non ricordo né il nome né la squadra), essenzialmente facendo passare il messaggio che i risultati di tutti i calciatori giapponesi debbano essere per forza rappresentati dai risultati di un singolo calciatore giapponese.
Credo fermamente che noi appassionati di motori dovremmo iniziare ad etichettare tutti i giapponesi, in branco, come degli scarsi, e che i risultati di un pilota giapponese (possibilmente il meno competitivo che ci viene in mente) debbano essere rappresentativi di tutti i suoi connazionali...
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...oh, ancora una volta pare che i maestri di vita degli appassionati di calcio siano stati gli appassionati di motori. Il calcio e la Formula 1 si confondono l'uno con l'altra, a volte. Un telecronista brasiliano, durante la partita tra Svezia e Germania della settimana scorsa, si è confuso nel nominare un calciatore, e ha tirato fuori il nome di Timo Glock.

Tornando a parlare di cose positive, ho notato un certo interesse nei confronti degli outsider, con la convinzione generale che questo campionato mondiale sia abbastanza imprevedibile proprio grazie alle performance di tanti outsider. Ho notato, da parte del pubblico non solo italiano, un particolare interesse nei confronti dell'Islanda, che mai fino a quest'anno si era qualificata per un campionato mondiale. Per quanto l'Islanda mi lasci abbastanza indifferente, ma che differenza c'è, in fondo, tra l'Islanda che pareggia contro l'Argentina e Sato che su una Super Aguri superava Alonso al volante di una McLaren 2007?
Tifare l'Islanda così, per farsi quattro risate e senza prendersi sul serio, non è tanto diverso che provare coinvolgimento emotivo nei confronti dei piccoli team in Formula 1. Ci sarebbe bisogno anche di questo, per noi appassionati di motori. Quelli che contano sono fuori? E allora preoccupiamoci un po' di quelli che per noi non contavano, con quel romanticismo un po' ironico che non può fare altro che migliorare la nostra vita.
Infine, in generale, gli outsider: che differenza c'è, ancora una volta, tra la Corea del Sud che batte la Germania e Sato che superava Alonso quella volta? Peccato che anche la Corea sia stata eliminata in concomitanza, perché le schegge impazzite da cui ci si potrebbe aspettare qualsiasi cosa fanno sempre bene allo spettacolo. Mai sottovalutare gli outsider...
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...e mai sottovalutare la Corea, che si scontrò con l'Italia nel giorno in cui terminavo gli esami di terza media.

Nell'attesa di scoprire se noi appassionati di motori riusciremo a trarre qualche insegnamento dai mondiali di calcio (a parte quello che è giusto evitare le teorie del complotto se un pilota ha una costola incrinata o un virus intestinale, dato che non gareggiare in condizioni di salute precarie è sicuramente più edificante che stare stesi a terra per dieci minuti dopo avere ricevuto un calcio), vi anticipo che probabilmente a mondiale finito parlerò di nuovo di quello che è successo.
Queste sono le nazionali che accedono agli ottavi: Uruguay vs Portogallo, Francia vs Argentina, Brasile vs Messico, Belgio vs Giappone, Spagna vs Russia, Croazia vs Danimarca, Svezia vs Svizzera, Colombia vs Inghilterra.
Guardando gli abbinamenti, se Brasile e Inghilterra dovessero andare avanti, non si incontrerebbero prima della finale. Il mio pronostico è che la finale sia Brasile vs Inghilterra e che l'Inghilterra vinca in extremis. Indizi a sostegno della mia teoria: l'aura gufica dei telecronisti brasiliani e i mondiali infestati dal fantasma di Glock!

4 commenti:

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Milly Sunshine