martedì 1 marzo 2022

Indycar 2022: #1 Gran Premio di St Petersburg

Carissimi cupolini che proteggono meglio dell'halo ma surriscaldano l'abitacolo (così disse Sebastien Bourdais tempo fa) credo sia il caso di iniziare con una comunicazione di servizio: in questo post sto per commentare un evento del motorsport contemporaneo, ma dopo questo post sento di avere bisogno di staccare un po' dal commentare il motorsport contemporaneo (diciamo tra i dieci giorni e le due settimane, il tempo di schiarirmi le idee su alcune cose su cui forse potrei scrivere oppure no - in ogni caso programmo di tornare attiva almeno per l'avvio del campionato di Formula 1) e dal pubblicare su questo blog post inerenti al motorsport contemporaneo stesso.

Questo non significa che non usciranno post, anzi penso che succederà tutto il contrario, significa che, dopo avere condiviso questo post, programmerò il blog con una serie di post programmati tra quelli che ho già scritto in attesa di pubblicare (quindi cose vintage e simili). Quindi potete aspettarvi che, se dovesse accadere qualcosa anche di molto importante, non sarà qui a discuterne almeno per un po'. Detto questo, credo sia il caso di partire per la nostra strada, ovvero dalla Florida, salutando cordialmente un'autoproclamata(?) giornalista neozelandese(?) che ha deciso di non fare una breve e rapida ricerca su google, ma di sottoporsi a una figura di m*rda epocale, avvenuta mentre a casa sua era notte e cancellando il post solo dopo ore:


A St Pete si è presentata una griglia di 26 piloti tutti fulltime (a parte forse Tatiana Calderon, che non sembra sarà al via degli appuntamenti su ovali), compreso Romain Grosjean che adesso si trova su una vettura gialla del team Andretti, quella che fino all'anno scorso era guidata da Ryan Hunter-Reay che dopo avere deluso le aspettative negli ultimi anni quest'anno non ha un volante, esattamente lo stesso destino che il Vanz avrebbe tanto desiderato per Vettel, ma senza vedere il proprio desiderio realizzato. Il posto di RoGro sulla vettura viola è stato preso da Takuma Sato e guess what? la prima polemica stagionale ha avuto per protagonisti proprio loro.

I due sono prima stati protagonisti durante le prove libere di azioni più da gara che da libere in compagnia di un Simon Pagenaud quest'anno in fucsia in qualità di compagno di squadra di Helio Castroneves al team Shank. Il meglio, tuttavia, doveva ancora venire, in quanto Sato ha rallentato senza segnalazioni, mentre sopraggiungeva Grosjean ad alta velocità, che ne ha colpito il posteriore. I fan dell'uno o dell'altro sono corsi sui social a difendere il proprio idolo, sostenendo che il loro idolohhhh non fa mai casini e che l'altro è un devastatore. Ebbene sì, esistono tifosi di Sato convinti che Sato sia un pilota tranquillo e tifosi di Grosjean convinti che Grosjean sia un pilota tranquillo.

Poi questi eventi sono passati in secondo piano, dato che si avvicinava il momento delle qualifiche e Scott McLaughlin, su una Penske più rossa che di altri colori, ha deciso che le qualifiche non dovevano essere falsate e ha piazzato la suddetta vettura rossa davanti a tutti. Seguivano Power, Herta, Veekay, Grosjean, Pagenaud, Dixon, Ericsson, Newgarden e il campione in carica Palou a completare i primi dieci. L'ultima piazza invece se l'è aggiudicata Johnson, che quest'anno ci delizierà (e delizierà i suoi detrattori che potranno criticarlo più frequentemente) non gareggiando soltanto sui circuiti stradali/ cittadini, ma anche sugli ovali, invece di essere sostituito sugli ovali stessi da Tony Kanaan come accadeva nella scorsa stagione.

La gara, che ho recuperato ieri sera tramite Fast Forward, il riassunto di mezz'ora pubblicato sul profilo Youtube del campionato di Indycar nel quale vengono inclusi tutti gli eventi principali della gara, ha dato segno di essere una di quelle gare in cui non avvengono eventi strampalati che possano stravolgerne il risultato, aprendo la strada ai piloti partiti dalle retrovie su una strategia con un numero differente di pitstop. Anche i due ritirati Malukas e Kellett hanno avuto la buona intuizione di non ritirarsi in momenti che randomizzassero le cose, il che è andato a favore di McLaughlin che dopo avere ottenuto la prima pole in Indycar ha proseguito ottenendo anche la sua prima vittoria in Indycar.

Palou ha dovuto accontentarsi della seconda piazza, mentre ha chiuso la top-3 Willpowahhhh, che evidentemente nonostante sia ormai un V3KkYaCç10 per ora si difende salutando con il dito al vento quelli che pensano che sia troppo vecchio per le competizioni. Baby Herta ha chiuso con un quarto posto che dubito potrebbe ottenere se fosse in Formula 1 al volante della Haas, mentre la top-5 è stata completata da un altro che quando era al volante di una Haas difficilmente otteneva delle top-5. Scivolato indietro rispetto alla posizione di partenza nella prima fase, RoGro si è ripreso like a boss. Uno dei piloti da lui superati in gara dovrebbe essere il suo best friend forever compagno di incidenti immaginari dietro la safety car.


Veniamo adesso al vincitore: McLaughlin è neozelandese, quindi sta vicino all'Australia, quindi le tradizioni di un posto e quelle dell'altro sembrano non essere tanto lontane. Nonostante la copertura mediatica del dopo-gara non strettamente legato alle interviste non sia esattamente un granché, quando si tratta di serie americane, sono giunte a noi delle foto in cui lo si vede festeggiare alla Dani-Smile, facendo uno shoey per celebrare il proprio risultato. Per fortuna del secondo e del terzo classificato, i vincitori in Indycar festeggiano per i fatti loro, non coinvolgendo chi ha avuto la disgrazia di arrivare a podio piazzando una scarpa intrisa di sudore sotto la loro bocca, come invece Ricciardo si è sbizzarrito a fare nel corso degli anni.

RISULTATO: 1. Scott McLaughlin (Penske), 2. Alex Palou (Ganassi), 3. Will Power (Penske), 4. Colton Herta (Andretti), 5. Romain Grosjean (Andretti), 6. Rinus Veekay (Carpenter), 7. Graham Rahal (Rahal), 8. Scott Dixon (Ganassi), 9. Marcus Ericsson (Ganassi), 10. Takuma Sato (Coyne), 11. Christian Lundgaard (Rahal), 12. Pato O'Ward (Arrow McLaren), 13. Jack Harvey (Rahal), 14. Helio Castroneves (Shank), 15. Simon Pagenaud (Shank), 16. Josef Newgarden (Penske), 17. Felix Rosenqvist (Arrow McLaren), 18. Kyle Kirkwood (Foyt), 19. Callum Ilott (Juncos), 20. Alexander Rossi (Andretti), 21. Conor Daly (Carpenter), 22. Devlin De Francesco (Andretti), 23. Jimmie Johnson (Ganassi), 24. Tatiana Calderon (Foyt), Rit. Dalton Kellett (Foyt), Rit. David Malukas (Coyne).

Chiudo con un fun fact: RoGro è stato il pilota più votato nel sondaggio fatto agli appassionati di Indycar (uno di quei sondaggi terribili in cui chiedono anche se dovrebbero esserci più incidenti spettacolari per convincerti a guardare le gare) e Derek Daly ha contestato tutto ciò con un tweet in cui ha detto che non può essere vero. Purtroppo questo fatto sembra non avere generato una polemica, non perché mi piacciano le polemiche, ma perché sarebbe stata una polemica trashissima e mi sarebbe piaciuto scoprire le ragioni di questo dissing in mondovisione. Pazienza, se non ci sarà un approfondimento in tal senso. Però, sinceramente, penso che Daly dovrebbe apprezzare di più RoGro: secondo me anche lui sarebbe capace di fare prodezze tipo Montecarlo 1980.

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