giovedì 18 luglio 2019

Qualcosa che avrei dovuto dire molto tempo fa

Ci sono molti modi in cui potrei iniziare questo post, ma ho deciso di sceglierne uno un po' inconsueto, relativo a un fatto che accadde nel 2004. Era il weekend del gran premio di San Marino, mi pare, e in studio a "Pole Position" sentii parlare per la prima volta del Grande Dubbio Esistenziale, ovvero "chi è stato il pilota più forte di tutti i tempi tra..." provate un po' a indovinare chi.
Uno dei due, seppure avesse già vinto sei titoli e fosse al momento il più affermato tra quelli in attività, era comunque un pilota in attività. Al giorno d'oggi, se qualcuno osasse affermare che un certo pilota ancora inattività che non è poi così tanto lontano da quota sei titoli si solleverebbe un polverone pazzesco.
Non è questo ciò di cui voglio parlare, voglio solo dire che quello è il primo esempio di qualcosa che ricordo, tra gli argomenti di discussione di "Pole Position", che al giorno d'oggi mi sembrerebbe un po' strano.
Di cose strane, in realtà, ne ho sentite parecchie nel corso degli anni ed è arrivato un certo punto in cui pensavo che, per quanto agli ascoltatori fosse consentito tifare per un pilota o per l'altro, per chi commentava un pre-gara o un post-gara in uno studio televisivo sarebbe stato più adatto un comportamento neutrale. Non era così... ma l'ho accettato. Per anni ho pensato con fermezza che sì, in studio fossero troppo schierati a favore di certi piloti e troppo contro altri (in alcuni casi che non mi piacevano nemmeno, quindi non era questa la ragione che mi infastidiva), ma non avrei mai creduto che bastasse qualche cambio di team per stravolgere completamente la loro versione dei fatti.

Il 2010 è stato l'anno in cui ho aperto gli occhi e, a poco a poco, abbandonando i pre-gara e i post-gara in TV e iniziando sempre più spesso a leggere commenti online mi sono resa conto che c'era una linea di fondo comune: esistono luoghi comuni a cui anche gli stessi appassionati in rete fanno affidamento, ci sono cose che danno per scontate per sentito dire e non fanno altro che ripetere ciò che qualcun altro ha già detto. Non ripetono necessariamente le stesse cose che hanno letto sul giornale o che hanno sentito alla televisione, a volte si limitano a ripetere quello che hanno letto in un commento a caso scritto da uno che aveva sentito dire la stessa cosa con passaparola random.
C'è una grossa differenza tra le due cose: chi commenta durante un pre-gara o un post-gara in uno studio televisivo o chi commenta una gara su un giornale è una persona che sta facendo il proprio lavoro. Con tutta probabilità ha una linea editoriale alla quale attenersi. Si può discutere a proposito di quanto sia opportuno, ma rimane il fatto che molti di noi, nel loro piccolo, qualunque lavoro facciano, non hanno sempre la possibilità di fare di testa propria.
Chi scrive commenti a caso in rete, però, non è pagato per quello che fa. Sceglie di farlo liberamente e, se è disinformato, rischia di non fare altro che accodarsi a certe scuole di pensiero che di tanto in tanto nascono fondate sul nulla.
Mi rendo conto che chi è solo e spaesato su una zattera in mezzo al mare non fa altro che andare dove va la corrente, ma credo che ci sia modo e modo di andare dove va la corrente.

Faccio un solo esempio, relativo al gran premio di Gran Bretagna della scorsa settimana (quello di cui non ho ancora scritto il commento - spero che vogliate perdonarmi, non ho ancora avuto tempo di scriverlo, o meglio, l'avrei avuto, ma ho preferito concentrarmi prima su altre serie). Come probabilmente ricorderete, a una quindicina di giri dal termine, Vettel si è spalmato esattamente nel posteriore di Verstappen (ho visto una meme bellissima, a proposito del fatto che a quel modo vengono concepite le Toro Rosse). La ragione dei commenti negativi che si sono scatenati nei confronti di Vettel non dipendono dal fatto che abbia speronato Verstappen. Dipendono dal fatto che abbia speronato Verstappen e che sia stato il solo a rimetterci. Se fosse riuscito a proseguire, a mantenere la posizione nonostante tutto con Verstappen ritirato e ad arrivare al traguardo nella posizione in cui si trovava, lo stesso incidente sarebbe stato valutato in modo diverso.
Questo è un modo di seguire la corrente che va verso la santificazione alternata, ma non è a mio parere un modo così inaccettabile di seguire la corrente. Tende piuttosto a fare un po' ridere, a fare riflettere su quanto ci sia gente che non ha idee e che non faccia altro che ripetere le idee degli altri, parlando solo ed esclusivamente di quello di cui parlano gli altri.
L'ignoranza è un problema, questo è vero, ma non sempre porta a comportamenti che fanno venire l'orticaria. C'è chi utilizza la propria ignoranza per dedicarsi alle meme oppure ai commenti decontestualizzati che divertono. Non è la cosa che prediligo, quando si tratta di commentare il motorsport, ma ha il suo senso di esistere.

Quello che non tollero è qualcos'altro a cui, nella giornata di ieri, sono stata nuovamente sottoposta.
Molti anni fa ho preso un impegno con me stessa: contrastare una delle affermazioni più ridicole che io abbia mai sentito, ovvero la convinzione che un certo pilota, i cui risultati venivano commentati PRIMA della loro stessa esistenza, fosse uno scarso solo ed esclusivamente perché aveva lo stesso manager di un altro pilota che, per quei tempi, era considerato uno scarso.
C'era anche un utente di Answers Yahoo con cui mi sentivo spesso per email, di cui a volte parlavamo di quei commenti all'epoca dilaganti. Un giorno mi ha scritto: sai che anche Maldonado ha lo stesso manager?
Eppure nel caso di Maldonado c'erano delle altre cose di cui parlare: il presidente del Venezuela, i petrolieri venezuelani, gli sponsor, gli incidenti, la sua oltraggiosahhhh vittoriahhhh che aveva negato una vittoria della Ferrari... quindi a nessuno importava un fico secco di andare a informarsi a proposito di cui fosse il suo manager.
Il suo manager era (e credo che sia tuttora) Nicolas Todt. Era il manager di Massa, visto come scarso, e Bianchi che all'epoca era terzo pilota della Force India veniva visto come altrettanto scarso e il suo posto in Formula 1, che non esisteva ancora, era immeritato.

La cosa che ritengo la massima espressione del trash è il fatto che per anni quasi chiunque nei fandom motoristici scrivesse tutto il male possibile su di lui come pilota e che poi, magicamente, dopo la sua morte siano sempre stati tutti pronti a parlare di quanto fosse un fenomeno.
Per anni ho pensato che un giorno o l'altro quel vecchio tormentone ricominciasse, che ci fosse qualcun altro preso di mira per la questione Todt Jr. Invece no, c'è anche chi ha come manager Todt Jr e questo è segno di essere un predestinato.
Non è tutto. C'è anche sempre più gente che sostiene che, se in Ferrari ci fosse lui, la Ferrari avrebbe già vinto non so quanti mondiali.
Ora, di per sé questo non significa che gli esaltatori di oggi siano i detrattori di ieri. Questo non significa nemmeno che non ci sia nessuno che ha genuinamente cambiato idea andando a informarsi sulla sua carriera.
I problemi di fondo sono due: il primo è che i detrattori sembrano completamente spariti nel nulla e si moltiplichino come cavallette i tifosi postumi e ciò di per sé è molto sospetto, il secondo è che non c'è mai nessuno che fa un passo indietro e che ammette di avere avuto un'idea alla quale non crede più.

Non direi che il fandom motoristico non è pieno zeppo di ipocrisia se fosse solo per questo. Il punto è che ne ho avuto le prove anche in altre occasioni.
Ho visto un certo traditorehhhh della patriahhhh tornare ad essere un santohhhh subitohhhh casualmente proprio dopo essere rimasto presumibilmente paralizzato a seguito di un incidente sciistico.
Ho visto un certo pilota che aveva rubato un mondiale di MotoGP a Valentino Rossi essere riconosciuto improvvisamente meritevole del mondiale che aveva vinto a scoppio ritardato dopo che era stato investito da un'auto ed era in punto di morte.
Più indizi non fanno una prova, ma danno sicuramente il loro contributo. È questo che nel corso degli anni mi ha sempre e costantemente mandata in crisi. C'è un'ignoranza tollerabile, c'è un'ignoranza colta che invece è tossica come l'eternit.
Odio l'idea di essere circondata da queste persone, che magari nella loro vita quotidiana sono persone perfettamente a modo.
Odio l'idea che la stessa gente che sostiene che Bianchi era l'unico che poteva salvare la Ferrari dall'oblio è la stessa che probabilmente gliene direbbe contro di tutti i colori se fosse ancora vivo e se fosse in Ferrari.

Lo ripeto, non è un comportamento da fanboy ignorante. Il fanboy ignorante probabilmente non sapeva nemmeno chi fosse Bianchi fino al suo debutto e probabilmente neanche dopo. Il fanboy ignorante si è già scordato che è morto, molto probabilmente, e va in giro ad affermare che è da troppo tempo che non c'è un incidente mortale che renda la Formula 1 romantica.
Ne ho visti ieri, di quelli. Posso fare anche un esempio concreto. Ieri uno degli ex colleghi di Bianchi ha scritto un post commemorativo su di lui sul suo profilo instagram. Era un post scritto in francese e si tratta di un pilota che non è di madrelingua francese. Ho visto almeno tre o quattro utenti che, senza preoccuparsi minimamente del contenuto, gli hanno scritto dei commenti che suonavano tipo "hai sbagliato a coniugare dei verbi e fatto degli errori di ortografia, sei mai stato a scuola???2222????222???22"
Ecco, a lungo andare questi tipi mi fanno spalancare gli occhi e chiedermi perché non siano andati a fare un giro al centro commerciale piuttosto che stare lì a scrivere commenti così cretini, ma non sono questi quelli che mi disturbano nel profondo dell'anima.
Una parte di me avvertirà sempre un lieve senso di perdita per un pilota al quale ero affezionata e per il quale avrei sperato che potesse smentire i suoi detrattori in un altro modo, ma più il tempo passa e più un certo tipo di atteggiamento fa peggiorare la situazione.

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