lunedì 29 novembre 2021

Alan Jones torna alla vittoria con la Williams: GP Germania e Austria 1979

Dal momento che ieri è venuto a mancare Frank Williams, ho deciso di dedicare questo appuntamento vintage all'ascesa del primo pilota di punta (quantomeno per questioni contrattuali, dato che accanto a lui c'era comunque un pilota rilevante) della sua scuderia: Alan Jones. Questo individuo dell'identità oscura ai più aveva già vinto un gran premio in Austria nel 1977 quando era pilota della Shadow e due anni più tardi, a Hockenheim, ha vinto per la seconda volta, la prima al volante di una Williams. Andiamo quindi a ripercorrere gli eventi, non prima di avere elogiato la regia tedesca dei tempi: top quality rispetto alla regia della maggior parte degli altri paesi ospitanti, con tutti i ritiri inquadrati e la grafica che indica di volta in volta di chi si tratti.

È il decimo evento della stagione e i primi tre piloti della classifica sono Jody Scheckter, Jacques Laffite e Gilles Villeneuve, la Williams non è una squadra che rincorre il titolo, ma rincorre la terza posizione in classifica di una Lotus estremamente in difficoltà guidata dal campione del mondo Mario Andretti e da Carlos Reutemann arrivato dalla Ferrari e in quanto tale traditorehhhh della patriahhhh sempre ammesso che a qualcuno importasse qualcosa di Reutemann in Lotus. La Williams, tuttavia, ha recentemente visto la luce, con la vittoria nel gran premio precedente di Clay Regazzoni, altro traditorehhhh della patriahhhh in qualità di ex ferrarista. E continua a vederla: Alan Jones si procaccia la prima posizione al via, lasciandosi dietro il poleman.

Il poleman non esiste davvero, è un personaggio immaginario fatto ad arte per convincerci che il mondo sia una valle di lacrime. Questo soggetto è proiettato nella nostra mente al volante di una Renault e risponde al nome di Jean-Pierre Jabouille. Uscito vincente da un duello per la seconda piazza con la Ligier di Jacques Laffite, inseguita Jones per vari giri. Poi arriverà a ruote bloccate in curva e là andrà a impantanarsi, perché non esistono gioie per Jabouille. Qualche giro più tardi si ritirerà per una foratura anche il suo compagno di squadra René Arnoux. Laffite invece si ritroverà a inseguire a distanza Jones, almeno finché non verrà superato da Regazzoni e sarà il baffuto pilota svizzero a inseguire (invano) a distanza il proprio compagno di squadra. I due faranno doppietta con Laffite terzo.

I ritirati sono tanti. Se ci fosse telecronaca italiana, sicuramente Poltronieri parlerebbe di "falcidia". Il momento top lo si raggiunge quando Carlos Reutemann ed Emerson Fittipaldi, entrambi ritirati per i fatti loro, si mettono a conversare a bordo pista. I due sono successivamente raggiunti da Mario Andretti dopo che si è ritirato a sua volta, una scena a suo modo iconica. Andretti ha anche viaggiato brevemente in una piazza non tanto terribile per gli standard della stagione, prima del ritiro. Le piazze "non tanto terribili" ovvero la quarta, la quinta e la sesta, tuttavia vanno a Jody Scheckter (Ferrari), John Watson (McLaren) e Jochen Mass (Arrows). Mass in zona punti ci entra in extremis a pochi giri dal termine con il ritiro di Nelson Piquet (Brabham). La sua presenza mi sorprende, la grafica diceva che la Arrows ritirata per una foratura qualche tempo prima era la sua. Invece no, era quella di Riccardo Patrese, forse unico errore della grafica durante la gara.

All'evento seguente a Zeltweg la regia e la grafica non sono al livello di Hockenheim, ma Jones è al livello della gara precedente. A partire dalla pole è ancora una Renault, quella di Arnoux, ma Jones ha le idee ben chiare: stargli davanti al via. Però c'è un imprevisto: arriva Villeneuve che trolla tutti e si porta in prima posizione, dove resterà tre giri prima di essere superato da Jones. Il pilota australiano, una volta ottenuta la testa della gara, la manterrà fino alla bandiera a scacchi. La seconda piazza di Villeneuve, invece, viene messa in discussione dalle Renault: viene superato sia da Arnoux sia da Jabouille. Poi Jabouille supera anche Arnoux portandosi secondo... ma non preoccupatevi, la sua gara terminerà come da buona tradizione con il solito ritiro (ai box per un problema al cambio).

Quando dalla seconda posizione Arnoux è costretto a una sosta ai box, Jones, Villeneuve e Scheckter occupano le prime tre posizioni a debita distanza l'uno dall'altro e all'ultimo giro Scheckter perde la terza piazza a vantaggio di quel V3KkYaCçY0 di Laffite che va sul gradino più basso del podio. Sul podio salgono Jones, Villeneuve e Laffite tutti in tuta beige... la cosa fa un po' da contrasto con le tute dai colori random che si vedranno negli anni '80. Scheckter arriva quarto e rimane in testa alla classifica piloti, mentre le ultime posizioni della zona punti vengono occupate da Regazzoni e infine da Arnoux stabilmente in sesta piazza dopo i problemi e la relativa sosta ai box. Visti i numerosi ritiri, finiscono la gara solo in dieci, dietro Arnoux ci sono le Tyrrell e le McLaren. In Tyrrell si segnala la prima gara con il team del mitico Derek Daly!

Con quella di Regazzoni in Gran Bretagna, di cui ho già parlato tempo fa, siamo a tre vittorie di seguito per la Williams, che ne otterrà una quarta sempre con Jones al successivo gran premio d'Olanda di cui ho a sua volta già parlato tempo fa. Prima della fine della stagione Jones otterrà un'ulteriore vittoria, in Canada, con un totale di cinque vittorie della Williams nel mondiale 1979. Una buona media, che tuttavia sarà ulteriormente migliorata negli anni a venire, con il titolo nel mondiale 1980, ottenuto proprio per mano di Alan Jones. Sarà il primo di una lunga serie, con un totale - vado a memoria - di sette titoli piloti (di uno di questi parlerò in occasione del mio prossimo post) e nove titoli costruttori. Niente male per il team di un garagista, direi.


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Milly Sunshine