domenica 21 gennaio 2018

Riviviamo i Commenti ai Gran Premi: Germania 2010

Nel 2007/2008 nascevano i commenti ai Gran Premi, quando ancora guardavo il web come spettatrice.
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010.

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Germania 2010: I don't wanna hear, I don't wanna know, please don't say you're sorry

L'estate è ormai entrata nel vivo, la lotta per il titolo è ancora qualcosa di molto teorico, dato che al leader della classifica basterebbe ritirarsi al prossimo gran premio per rischiare di ritrovarsi terzo o quarto in classifica, e analogamente al campionato di Formula 1 è partito un campionato alternativo: quello di lancio del sasso tentando di nascondere la mano, senza riuscire né a nascondere il sasso né a nascondere la mano.
Non solo l'estate, ma anche la stagione 2010, è ormai entrata nel vivo e, seppure sono consapevole di avere visto eventi a cui era molto più difficile dare una spiegazione logica, nel corso degli anni, inizio ad apprezzare il modo in cui gli autori degli eventi a cui era difficile dare una spiegazione logica si comportavano quando si sollevava inevitabilmente un polverone. Allo stesso modo, seppure sono consapevole che spesso la competizione sia basata sul trovare un modo per aggirare le regole, rimango convinta che il modo migliore per aggirare le regole sia quello di lasciare il beneficio del dubbio. E no, per lasciare il beneficio del dubbio non intendo nascondersi dietro un "non so di che cosa tutti stiano parlando", fingendo di cadere dalle nuvole...
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...ma è ancora sabato, non è ancora ora di parlare di quello che è successo domenica.
È sabato e, per la prima volta in questa stagione, ma sicuramente non per l'ultima, Chandy non sta prendendo parte alle qualifiche. Chandy se n'è andato, rimpiazzato dai soldi di Yamamoto dopo avere finito i soldi propri. Seppure l'idea di rivedere Yamamoto in pista non mi entusiasmi particolarmente perché non so che cosa possa regalare alla Formula 1 e perché non mi è chiaro che cos'abbia fatto esattamente per essere meritevole di gareggiare in Formula 1 (in termini di risultati nelle serie minori, intendo, perché quantomeno anche i piloti con la reputazione peggiore, tra quelli attuali, hanno comunque ottenuto vittorie o piazzamenti in GP2 e, in molti casi, anche posizioni di un certo livello nella classifica finale), mi rendo conto che i team minori di oggi non sono tanto diversi dai team minori di un tempo. Semplicemente mi dispiace che non ci sia più Chandy: mi ero affezionata a lui.
Vorrei parlare di Chandy, dedicargli il doveroso spazio nel mio commento al gran premio, ma a volte quelli come Chandy vengono sacrificati alle dinamiche di chi sta più in alto.
Siccome è sabato, non accadrà oggi.
Arriva il momento della Q1. Tutto procede regolarmente finché un errore di Liuzzi non lo fa precipitare nel dimenticatoio, tenendo dietro di sé soltanto Yamamoto e Di Grassi. Immagino che quest'ultimo si senta piuttosto demoralizzato, nell'essere arrivato dietro a Yamamoto. La prima fila, tuttavia, sarà tutta Virgin: sia Glock sia Di Grassi verranno retrocessi di cinque posizioni per avere sostituito il cambio, di fatto quattro posizioni per Glock e nessuna per Di Grassi.
Arriva anche il momento della Q2: fuori le Toro Rosso, fuori le Sauber, fuori Sutil (che sulla griglia sarà retrocesso dalla 14^ alla 19^ posizione: sostituzione del cambio anche per lui), fuori una Renault e fuori una Mercedes. Nonno Michael, vuoi darti una svegliata?
Arriva la Q3: le Williams sono arrivate entrambe in top-ten e i due piloti vanno ad affiancare Kubica e Rosberg nelle ultime posizioni della top-ten. Le McLaren si piazzano in terza fila. Davanti è tutto un mix di Redbull e Ferrari, con la pole position che va a Vettel.
In sintesi, questo è il risultato (penalità escluse): Vettel, Alonso, Massa, Webber, Button, Hamilton, Kubica, Barrichello, Rosberg e Hulkenberg in top-ten, con Schumacher, Kobayashi, Petrov, Sutil, De La Rosa, Alguersuari e Buemi fuori in Q2 e, fuori in Q3, Liuzzi, Kovalainen, Senna, Liuzzi, Yamamoto e Di Grassi.
È sabato e siamo tutti carichi di speranze.
Quella di domani potrebbe essere una buona gara.
Il lato di tifosa che è in me - per intenderci, quel lato di tifosa che adesso non si prende troppo sul serio perché i piloti in lotta per il titolo sono altri e se il titolo lo vincesse un pilota McLaren non sarebbe neanche un dramma - si prende addirittura il lusso di sentirsi soddisfatta. Un terzo posto sulla griglia di partenza, con un po' di fortuna, può essere conservato e tramutato in un podio.
Aveva ragione Leopardi: la cosa più bella della domenica è il sabato, in cui si può fantasticare su quello che succederà la domenica. Poi, la domenica, non si avvera niente e lo si prende in cu*o.
Anzi, no, va addirittura meglio che nei sogni a occhi aperti del sabato, sulla carta. Il problema è che tra quello che succede sulla carta e quello che succede nella realtà c'è un abisso e che i gran premi si vivono guardandoli e non leggendo il risultato in internet, sul televideo o sul giornale fregandosene altamente di tutto quello che è successo come contorno.

Arriva la domenica.
Inizia la gara.
Inizia una gara che per la Toro Rosso è peggio di quelle dei vecchi tempi: Alguersuari tampona Buemi e rompe l'ala anteriore. A Buemi va peggio e si ritira.
Inizia una gara che neanche Trulli e Yamamoto termineranno: entrambi si ritireranno per problemi al cambio, nella prima parte di gara.
Soltanto molto più tardi si ritireranno anche Di Grassi, per la rottura di una sospensione, e Kovalainen per un contatto con De La Rosa.
Nessun altro incidente, nessun altro evento degno di nota per i "signori nessuno" che popolano le posizioni più arretrate della griglia di partenza, mentre davanti si parlerà di problemi tecnici che condizioneranno la gara di Webber.
Webber, infatti, alla partenza scivolerà dietro le McLaren, ritrovandosi sesto, con Hamilton quarto e Button quinto. Sono le stesse posizioni con cui arriveranno al traguardo, precedendo le Renault e le Mercedes in ordine sparso come ultime vetture classificate a punti.
Quella che ho appena riassunto è quella parte di gara che si perderà ancora più in fretta di quanto non avvenga di frequente, sacrificata alle dinamiche di chi sta davanti.
Un po' mi dispiace che Hockenheim 2010 non possa essere ricordata, in futuro, come il gran premio in cui le Toro Rosso cozzarono l'una contro l'altra.
Anzi, mi dispiace che Hockenheim 2010 verrà ricordata: ci sono state gare di ben altro livello, nel corso della stagione. Potrei citare per esempio il duello per la vittoria tra i piloti Redbull all'Istanbul Park, che è culminato in un incidente e in un successivo duello per la vittoria tra i piloti McLaren...
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...duelli tra compagni di squadra, duelli tra compagni di squadra... mhm, seriamente parlando, che cosa sono i duelli per la vittoria tra compagni di squadra? Esistono? E, se esistono, davvero UcCiDoNo La kOmPeTiZiOnE tRa SkUaDrE? E, se esistono, non sono frutto di OrDiNi Di SkUdErIa finalizzati a far credere che gli ordini di scuderia non esistono?

Va beh, andiamo avanti.
È domenica, sono le 14.00.
Il lato di tifosa che è in me si risveglia per un attimo alla partenza.
Vettel parte al rallenty.
Quando lo fa, tenta di chiudere Alonso.
Non è stata una buona idea, dato che Massa supera entrambi e si porta in prima posizione.
Alonso si accoda.
Vettel si accoda ad Alonso.
Le 14.00 in punto sono passate da pochi istanti e la tifosa e l'appassionata che sono in me non sono sulla stessa linea di pensiero: l'appassionata pensa che un preziosissimo gran premio stia iniziando e che sia doveroso guardarlo con gli occhi incollati al televisore per la durata totale dei suoi 67 giri, la tifosa che è in me sa che la cosa migliore da fare sarebbe scappare a gambe levate, perché quello che è successo negli ultimi dieci secondi non porterà a niente di positivo.
Alla fine la tifosa e l'appassionata giungono a un accordo.
Dopotutto è finalmente arrivata quella domenica attesa con tanti sogni a occhi aperti al sabato e tutto potrebbe essere molto breve e indolore.
Qualcosa come Suzuka 2006, per esempio.
Massa partiva dalla pole, Schumacher partiva dalla seconda posizione.
Un giro più tardi, Schumacher superava Massa senza troppe difficoltà e si portava in testa alla gara, dove sarebbe rimasto fino alla rottura del motore, molto più avanti.
Passa un giro.
Ne passano due.
Ne passano tre.
La tifosa e l'appassionata che sono in me superano i giri iniziali con un po' di stupore, uno stupore che non porta a niente di positivo.
Non sarà breve e indolore come sperato, si dicono entrambe. Non sarà breve e indolore, perché bisognerà attendere il momento del pitstop, come accadeva nei giorni di gloria in cui prima della sosta Massa era davanti a Raikkonen e dopo la sosta Raikkonen era davanti a Massa. Però là c'era l'aiuto della strategia. Senza i rifornimenti di benzina e con differenze minime tra una mescola di gomme e l'altra, non ha da essere facile. Peraltro i pitstop attualmente sono molto più rapidi che quando c'erano i rifornimenti di benzina, quindi è tutto molto più complesso del previsto.
Il momento della verità arriva intorno al 15° giro.
Rientra Alonso.
Un giro più tardi rientra Massa.
Nulla è cambiato rispetto a prima, forse il gap si è un po' ridotto.
Infatti alcuni giri più tardi Alonso si avvicina a Massa, tenta di affiancarlo, ma Massa rimane davanti, mentre Alonso si mette a sbraitare via radio che tutto ciò è ridicolo...
...
...
...oh, a proposito, ecco che certe cose iniziano a uscire allo scoperto. Forse la deduzione che nel caos del 2007 Alonso vs Hamilton fosse tutta colpa di Hamilton e della McLaren, mentre Alonso non aveva la benché minima responsabilità, non corrispondeva del tutto a realtà.
Qualche volta ho visto Hamilton e Button lottare tra di loro, quest'anno.
Non mi ricordo di avere sentito Hamilton lamentarsi che trovava ridicolo il fatto che al suo compagno di squadra fosse consentito tentare un attacco o tentare di difendersi.
Forse, tra le tante cose incompatibili l'una con l'altra, nel 2007 in McLaren, c'era l'esuberanza di Hamilton, ma c'era anche Alonso che non tollerava l'idea che, oltre alla competizione con gli altri team, ci fosse anche competizione interna al team.
Che poi Hamilton fosse più felice di avere Kovalainen che Button, come compagno di squadra, ne sono molto convinta, ma la realtà dei fatti è che se un pilota scappa via a gambe levate da un team che può vincere il mondiale per andare in Renault, dove le garanzie di successo sono molto basse, forse non dipende solo dall'esuberanza di Hamilton, ma anche dalla capacità altrui di accettare l'idea di doversi confrontare con Hamilton.

Riprendiamo.
È il 22°(?) giro quando Alonso si lamenta che il tentativo di Massa di rimanergli davanti è ridicolo.
Massa, però, sembra non pensarla come lui e mantiene la posizione.
La tifosa e l'appassionata che sono in me non riescono a credere ai loro occhi. La sensazione che Alonso taglierà il traguardo davanti a Massa permane altissima, ma si fa sempre più viva la celestiale sensazione che sì, Alonso supererà Massa, in un modo o nell'altro, ma che finalmente anche la Ferrari si sia convertita all'idea che la competizione tra membri dello stesso team è possibile.
Questa sensazione celestiale è un'illusione lunga e intensa.
È una di quelle illusioni lunghe e intense che ti fanno vivere i gran premi al cardiopalma, cosa che non succederebbe se il destino fosse già scritto.
Il destino è già scritto, l'appassionata e la tifosa che sono in me lo sanno.
Succederà qualcosa.
Succederà qualcosa e per la tifosa che è in me anche questa sarà una lunga giornata di sofferenza, ma è consolatorio sapere che l'appassionata vedrà finalmente qualcosa di positivo e di incoraggiante.
Invece no.
La tifosa è condannata a una lunga giornata di sofferenza, ma se la caverà.
I tifosi hanno molte consolazioni che vanno dal banale "sarà per un'altra volta" al sadico "sulla vettura del mio pilota preferito probabilmente non ci sarà mai un numero 1, ma limitatamente all'anno prossimo non ci sarà nemmeno un numero 2", passando per il nostalgico "avevo sempre saputo che se Massa non fosse riuscito a vincere qualcosa di concreto prima che arrivasse Alonso non ci sarebbe riuscito mai più" o per una realtà che, per vie traverse, hanno cercato di nascondere: è il 25 Luglio e il 25 Luglio di un anno fa Massa è stato colpito da una molla in testa, adesso, un anno più tardi, è vivo e vegeto e ha passato più di metà gara in prima posizione.
Gli appassionati non hanno niente di tutto ciò.
Vedono.
Vedono e sentono.
Si fanno delle idee.
È quello che succede a me, dopo un'ora di gara, forse più.
Alonso ha passato gli ultimi giri avvicinandosi progressivamente a Massa.
Al 48° giro tutti sentiamo quello che l'ingegnere di Massa ha da dire.
È un messaggio in codice.
O meglio, in teoria è un messaggio in codice, in pratica avrebbe fatto più bella figura se avesse detto tutto chiaro e tondo.
Un giro più tardi, Massa si fa da parte.
Nel caso ci fosse ancora qualcuno al mondo che non ha capito cos'è appena successo (magari ci sono telespettatori che hanno la vaschetta dei pesci rossi di fronte alla TV e qualche pesce rosso era distratto), Smedley completa l'opera con un "good job, sorry".
Ma... maledizione, se non vuoi farti cogliere sul fatto e lasciar pensare che Massa abbia frenato perché ha avuto uno svarione, gli vai anche a dire "ben fatto" dopo che si è fatto sorpassare?!

Torniamo al momento in cui viene fatto notare a Massa che, nonostante gli sia dietro e tengano più o meno lo stesso passo gara, il suo compagno di squadra è più veloce di lui.
La tifosa e l'appassionata che sono in me non riescono a credere alle loro orecchie, nel senso più negativo del termine. Si chiedono entrambe perché... ma, a scanso di equivoci, non si chiedono perché a Massa sia appena stato ordinato, velatamente e tra le righe (in modo alquanto maldestro, peraltro, dato che tutti hanno capito) di lasciare passare Alonso. Ci sono tante spiegazioni e la classifica, tutto sommato, parla abbastanza chiaramente. Poi, parlando sempre chiaramente, dice anche che i piloti McLaren e i piloti Redbull sono stabilmente davanti ad Alonso e che la Ferrari ha vinto solo due gran premi, quindi non è comunque la favorita per il titolo, ma questo è un altro discorso.
La tifosa e l'appassionata che sono in me capiscono questo aspetto.
Quello che non capiscono è altro.
Alonso partiva davanti a Massa.
Se fosse stato messo in chiaro con Massa, prima della gara, che non doveva assolutamente superare Alonso al via o che, se succedeva, doveva cedergli la posizione nell'immediato, non sarebbe successo niente di tutto ciò.
Guardiamo in faccia la realtà: la tifosa e l'appassionata che sono in me seguono la Formula 1 da tanto tempo e sanno che certe cose succedono. Hanno visto tante volte piloti opporre una resistenza pressoché nulla, o comunque non sufficiente a difendere davvero la propria posizione, quando venivano attaccati dal compagno di squadra.
L'appassionata che è in me non comprende le dinamiche di questa gara: al 22° giro Alonso attacca Massa, Massa si difende e nessuno sembra avere nulla da ridire a proposito di tutto ciò, dopo più di mezz'ora, invece, viene ordinato a Massa di lasciare passare Alonso.
Che senso ha?
E con questo voglio dire: che senso ha, se un pilota deve vincere e l'altro deve arrivare secondo, ordinare a quello che deve arrivare secondo di lasciare passare il compagno di squadra dopo un'ora di gara, in modo plateale, quando c'è sempre stata, in quell'ora di gara, la possibilità di fare invertire le posizioni?
Di risposte ne sento tante.
Al 90%, queste risposte contengono i termini "Schumacher", "Barrichello", "Todt", "Austria 2002", "quello fu un vero scandalo". Questo, a mio avviso, è un grosso problema.
Non siamo nel 2002.
Schumacher, Barrichello e Todt non c'entrano nulla con quello che succede ai giorni nostri.
L'episodio di Zeltweg 2002 fu decisamente nonsense e nessuno ne uscì con una bella immagine, ma rimane il fatto che 1) all'epoca era consentito, al giorno d'oggi no, 2) il fatto che ci sia chi ha fatto di peggio non significa che si debbano chiudere gli occhi e smettere di farsi domande su quello che succede in Formula 1 adesso, perché se andiamo avanti di questo passo, nel mondo succedono tante cose molto più brutte di un ordine di scuderia durante un gran premio di Formula 1.
Infine vorrei ricordare che, per quanto non riesco tuttora a vedere il senso di quanto accaduto a Zeltweg 2002, nessuno all'epoca di Zeltweg 2002 finse che nulla fosse accaduto e nessuno sembrò aspettarsi che quanto successo venisse completamente ignorato.
Siamo nel 2010.
Il GP di Germania è terminato.
Via radio si sentono complimenti nei confronti di Alonso.
Qualcosa del tipo: bellissima giornata, bellissima gara, sei sempre stato il più veloce, era scontato che saresti riuscito a dominare.
Si sentono anche complimenti nei confronti di Massa.
Qualcosa del tipo: complimenti, sei tornato quello di una volta. Sì, come no, quello che frenava per Schumacher e per Raikkonen.
Poi c'è il podio.
C'è un clima di imbarazzo generale, l'unico esente è Vettel.
Poi c'è tutto quello che viene dopo al podio...
...
...
...
...ed è lì che l'appassionata che è in me ne ha davvero abbastanza.
Non so se mi spiego, ma l'ultima cosa che mi aspettavo era ascoltare interviste di questo stampo:
"Pensate che ci saranno polemiche per il sorpasso?"
"Quale sorpasso?"
Se è vero che il fine giustifica i mezzi, almeno mi aspetterei un po' di coerenza. Un "probabilmente sì, ma se vogliamo puntare al mondiale dobbiamo correre questo rischio" o un "effettivamente ci siamo fatti sorprendere più di quanto avremmo voluto" era l'unica speranza che mi era rimasta.
Quando l'ho vista crollare, ho capito definitivamente che le logiche di squadra non sono qualcosa che fa per me, perché sì, è vero "anche gli altri team hanno un numero uno e un numero due ed è così da sempre!!!!!!!!!", ma intanto io di compagni di squadra che almeno occasionalmente lottavano per posizioni o addirittura vittorie ne ho visti.
Sarei felice di vedere Hamilton vincere il mondiale contro Button, o viceversa.
Sarei felice di vedere Webber vincere il mondiale contro Vettel, o viceversa.
Infine, solo per oggi, sono felice di vedere Schumacher concludere la gara contemplando il retrotreno di Rosberg. Non mi risulta che si sia messo a sbraitare mentre succedeva o che abbia trovato la cosa particolarmente ridicola, quindi è un segnale incoraggiante: arrivati a una certa età, forse, si comincia a rinsavire.
Curiosità: il giorno successivo al Gran Premio d'Austria 2002, quello del famoso ordine di scuderia a causa del quale all'ultimo giro Barrichello lasciò passare Schumacher, che andò a vincere il gran premio, fu il giorno in cui, più di ogni altro, sentii parlare di Formula 1 in contesti in cui abitualmente era raro sentire parlare di Formula 1. A scuola, durante l'ora di storia, eravamo in molti a passarci un giornale e, tenendolo sotto al banco, a leggere l'articolo che parlava del gran premio. Terminò l'ora e, quando la professoressa uscì dall'aula, si fermò in corridoio a parlare del gran premio con la bidella.
Altra curiosità, un po' decontestualizzata: nella lingua locale "gran premio" è "Grosser Preis", che suona un po' come "grossa presa"... per i fondelli, ovviamente, e mi pare una definizione perfetta per quello che abbiamo visto.

RISULTATO: 1. Fernando Alonso (Ferrari), 2. Felipe Massa (Ferrari), 3. Sebastian Vettel (Redbull), 4. Lewis Hamilton (McLaren), 5. Jenson Button (McLaren), 6. Mark Webber (Redbull), 7. Robert Kubica (Renault), 8. Nico Rosberg (Mercedes), 9. Michael Schumacher (Mercedes), 10. Vitaly Petrov (Renault), 11. Kamui Kobayashi (Sauber), 12. Rubens Barrichello (Williams), 13. Nico Hulkenberg (Williams), 14. Pedro De La Rosa (Sauber), 15. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 16. Vitantonio Liuzzi (Force India), 17. Adrian Sutil (Force India), 18. Timo Glock (Virgin), 19. Bruno Senna (HRT), RIT. Heikki Kovalainen (Lotus), RIT. Lucas Di Grassi (Virgin), RIT. Sakon Yamamoto (HRT), RIT. Jarno Trulli (Lotus), RIT. Sebastien Buemi (Toro Rosso). /// CLASSIFICA: Hamilton 157, Button 143, Webber 136, Vettel 136, Alonso 123... McLaren 300, Redbull 272, Ferrari 208...

In finale di commento, vorrei rispondere ad alcune F.A.Q. a proposito della mia presunta indignazione sugli eventi del Gran Premio di Germania, perché si sa che spesso, nel fare un'affermazione si rischia di aprire un dibattito interminabile, specie se sono coinvolti personaggi che si vestono di rosso.
In tal modo, chiunque abbia dei dubbi a proposito del mio punto di vista, che ho cercato di esporre nel modo più imparziale possibile, dovrebbe avere le idee chiare... Anche se dubito che accadrà, perché gli ambasciatori dell'Unica Verità hanno l'abitudine di sentirsi attaccati anche quando nessuno li sta attaccando.

1) Perché critichi la Ferrari per avere fatto passare Alonso? Ha molti più punti di Massa in classifica.
Infatti concordo, Alonso ha più punti di Massa in classifica e già li aveva prima del gran premio di Germania. Appunto per questa ragione - e non solo per questa - non appena ho visto Massa in testa davanti ad Alonso ho capito che quelle non sarebbero state le posizioni che avrei visto al traguardo. Tuttavia, come ho già citato, ci sono molti modi in cui un team può invertire le posizioni tra i due piloti, la maggior parte dei quali mi sembrano ben più etici e ben più sensati del dare un ordine di scuderia a oltre due terzi di gara. Le alternative non erano impossibili; anzi, erano molto plausibili. Infine, se proprio dovevano scegliere questa, avrebbero potuto gestire la situazione in modo meno imbarazzante. Affermare nella stessa frase "non c'è stato nessun ordine di scuderia" e "alla fine lo fanno anche gli altri" mi sembra abbastanza contradditorio così come fingere che Alonso non sia mai passato davanti a Massa.

2) Quando accadde tra Schumacher e Barrichello non ti indignasti così tanto, vero? e all'epoca Schumacher era stabilmente in testa alla classifica.
Questa domanda è più complessa di quello che potrebbe sembrare, perché parte da un'idea di chi me la sta ponendo. Nel 2002 avevo quattordici anni, non possedevo un computer e una connessione internet, non sapevo usare internet e a malapena sapevo usare un computer, l'unica persona con cui parlavo di Formula 1 per il momento non aveva mai visto un solo gran premio e non le importava un bel nulla di Schumacher e Barrichello e tutto ciò che facevo era, quando non avevo argomenti più interessanti, scrivere le mie impressioni sui gran premi sul mio diario segreto. Il caso vuole che in terza media preferissi scrivere a proposito di amici, amiche, ragazzini che mi piacevano e dell'imminente esame di licenza media, quindi mi limitassi ad appuntare il risultato, e neanche sempre. Quindi in base a che cosa si afferma che non mi indignai tanto?
Per il resto sì, è vero, non mi indignai tanto, per quello che ricordo, però ero al contempo probabilmente convinta che ogni problema tecnico che capitava a Barrichello fosse derivante dal fatto che in quell'occasione la sua vettura andava più forte di quella di Schumacher e che fosse necessario fermarlo per impedire che gli arrivasse davanti. Era ovviamente una teoria campata in aria: la realtà era semplicemente che Barrichello era nella maggior parte dei casi meno veloce di Schumacher, che era pagato per arrivargli dietro anche quando era realisticamente possibile arrivargli davanti e che Schumacher non si sarebbe accontentato di arrivare dietro al suo compagno di squadra.
Se un fatto del genere accadesse oggi, con le stesse modalità, probabilmente sarei molto indignata. Però vorrei aggiungere che riconosco alla Ferrari nel 2002 il pregio di avere detto sinceramente come stavano le cose, qualcosa del tipo: "è vero, Schumacher ha un vantaggio notevole, ma dobbiamo essere pronti a ogni eventualità e basterebbe un infortunio per fargli perdere terreno in classifica, pertanto abbiamo pensato di fargli vincere questo gran premio; una volta che avrà vinto il mondiale non faremo più la stessa cosa e anche Barrichello potrà lottare per vincere dei gran premi". Se qualcuno avesse affermato senza nascondersi e fin da subito che se la Ferrari vuole provare a vincere il titolo Alonso deve accumulare punti il più possibile e che quello che è successo era necessario, non mi sarei indignata così tanto. Non sono nata ieri. So che Massa non ha frenato troppo presto al GP del Giappone del 2006, così come so che se Massa ha fatto di tutto per farsi passare da Raikkonen tramite pitstop al GP del Brasile 2007 c'era una precisa logica. Semplicemente mi aspettavo che succedesse la stessa cosa anche in questo gran premio. Se fosse successo, nessuno avrebbe dovuto giustificare nulla.

3) Sì, ma sei pur sempre una fan di Massa e non l'hai mai nascosto... Non puoi nasconderlo adesso.
Chi lo nasconde? Il 90% delle persone con cui parlo di Formula 1 sanno perfettamente di chi sono tifosa e sanno perfettamente che sono consapevole fin dal lontano 2006 che Massa stava in Ferrari come seconda guida. Se ti può consolare, quando al GP di Turchia 2006 entrò la safety car e tutti rientrarono ai box, quando Massa era primo e Schumacher secondo, sono stata molto felice che Alonso sia uscito dai box in seconda posizione mettendosi tra Massa e Schumacher, perché sapevo che in quel modo era impossibile che Massa potesse cedere la prima posizione a Schumacher. Sapevo che, se non ci fosse stato Alonso tra di loro, sarebbe verosimilmente accaduto. In questa occasione ho sperato finché ho potuto che Vettel potesse mettersi in mezzo a Massa e Alonso, ma era troppo lontano per impensierirli, quindi non è successo.
Il mio punto di vista sull'accaduto - che, lo ribadisco ancora una volta, permane lo stesso: se dovete farlo, fatelo con decenza, dato che ne avete la possibilità - non mi sembra particolarmente influenzato dal tifo, anche perché in giro per il web ho trovato ben più di una persona che condivide, almeno in parte, il mio parere. Guarda caso, quelli più estremisti sono in grande maggioranza fanboy della Ferrari, fanboy di Alonso o fanboy della Ferrari che fino a un anno fa dicevano tutto il male possibile di Alonso e che al giorno d'oggi lo portano su un piedistallo. Quindi, prima di accusare gli altri di essere acciecati dal tifo solo perché si pongono delle domande su un fatto che comunque è vietato dal regolamento (cfr. Articolo 39.1, che sostiene che gli ordini di scuderia volti a stravolgere il risultato di un gran premio non sono consentiti, applicato a partire dal 2003 proprio in risposta al fattaccio di Zeltweg 2002), bisognerebbe farsi qualche domanda.

4) Anche la Redbull ha fatto la stessa cosa al GP di Turchia. In quel momento, però, non ti sei indignata.
Non so che cosa il box Redbull abbia ordinato ai suoi piloti a Instanbul, però ammesso che abbiano ordinato a qualcuno di far passare qualcun altro, non mi sembra che i piloti abbiano preso quegli ordini molto alla lettera.
Stiamo parlando di ordini di scuderia volti a far vincere chi è secondo e a far arrivare secondo chi è in testa. Al GP di Turchia non è accaduto niente di tutto ciò. Anzi, è accaduto che i due piloti siano venuti a contatto, con uno costretto al ritiro e uno che ha perso due posizioni, mentre erano stavano duellando per la prima posizione.
Vedere parallelismi laddove non ce ne sono, mi sembra fin troppo campato in aria per poterla usare come argomentazione, campato in aria al punto tale che questo commento può anche terminare, con l'augurio di ritrovarci dopo il GP d'Ungheria della prossima settimana con tante cose più "normali" di cui parlare.

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Milly Sunshine