domenica 14 gennaio 2018

Riviviamo i Commenti ai Gran Premi: Australia 2010

Nel 2007/2008 nascevano i commenti ai Gran Premi, quando ancora guardavo il web come spettatrice.
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010.

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Australia 2010: E se tutto iniziasse dall'Albert Park?


Ci eravamo lasciati due settimane fa con la Ferrari che otteneva una doppietta nel Gran Premio del Bahrein, quello inaugurale della stagione, ma sappiamo tutti che non è la prima gara a dettare le sorti del campionato. E poi sappiamo tutti che il campionato non inizia mai davvero finché non viene disputato il gran premio d'Australia, quindi possiamo fare finta che tutto ricominci da zero all'Albert Park di Melbourne.
Non c'è nessuna ragione specifica per cui dovremmo farlo, se non quella di sperare che il GP d'Australia potesse essere più movimentato di quello del Bahrein, ma dopotutto, visto come sono andate le cose a Sahkir il 14 Marzo, non era poi così difficile che potesse accadere.
Non ho visto le qualifiche e la gara non l'ho guardata in diretta, però quella, diversamente dalle qualifiche, l'ho guardata.
In qualifica non devo essermi persa molto: tutto è stato abbastanza prevedibile, con l'eccezione di Hamilton 11° in Q2 e fuori dalla top-ten. Tuttavia, visto come sono andate le cose nel 2009, in particolare nella prima parte della stagione, non sono nemmeno tanto sorpresa quanto avrei potuto essere se avessi avuto la mia mentalità del 2007/2008. Inoltre la ragione per cui Hamilton ha fatto parlare di sé in questo weekend non è il risultato ottenuto, quanto la movimentata vigilia del gran premio: apparentemente è stato infatti fermato dalla polizia australiana mentre faceva dei burnout per strada su un'auto stradale, la quale è stata sequestrata.
La Sauber ha arrancato un po', però può tranquillamente cavarsela in mezzo alle varie Toro Rosso di turno, mentre il reparto "nuovi team" continua a non convincere. Tuttavia vorrei fare i miei vivi complimenti alla HRT: due secondi di gap dalle Lotus e un secondo di gap dalle Virgin non era nemmeno un risultato così terribile.
In testa alla classifica c'erano le Redbull, con Vettel autore della seconda pole position di fila. Alonso si è dimostrato il più veloce dei ferraristi, Button si è dimostrato il più veloce dei piloti McLaren essendo passato in Q3 e avendo anche rimediato una seconda fila, mentre Schumacher...
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...va beh, lasciamo perdere Schumacher, le battute sui suoi potenziali problemi di vista e il fatto di essersi qualificato per la seconda volta consecutiva dietro a Rosberg. Il risultato della qualifica, tutto sommato, non era neanche da buttare via, avrei scoperto, dato che avrebbe avuto modo di fare di peggio il giorno seguente.
La griglia di partenza, in linea teorica, avrebbe dovuto essere la seguente, anche se poi Trulli e le Virgin sono partiti dalla pitlane (e sul fatto che uno di loro sia partito avrei anche qualche dubbio):

1^ fila: Vettel - Webber
2^ fila: Alonso - Button
3^ fila: Massa - Rosberg
4^ fila: Schumacher - Barrichello
5^ fila: Kubica - Sutil
6^ fila: Hamilton - Buemi
7^ fila: Liuzzi - De La Rosa
8^ fila: Hulkenberg - Kobayashi
9^ fila: Alguersuari - Petrov
10^ fila: Kovalainen - Trulli
11^ fila: Glock - Di Grassi
12^ fila: Senna - Chandhok

La partenza, avvenuta con pista bagnata, è stata breve e indolore sia davanti sia dietro.
Davanti, infatti, si sono toccati Button, Alonso e Schumacher.
Team Mercedes: "Box, box, box. Ti serve una nuova ala anteriore."
Schumacher: "Va beh, poteva andarmi peggio. Ho visto Alonso girato al contrario di tutti gli altri."
Alonso: "Però mi sono girato dalla parte giusta."
Button: "Sì, ma sei ultimo. Io, invece, ho proseguito senza danni e mi preparo per vincere questo gran premio."
Vettel: "Ah ah ah, che battuta divertente."
Button: "Taci e mettiti il biberon in bocca. Ne riparleremo quando la gara sarà finita... e intendo quando la MIA gara sarà finita. Quando finirà la tua, io sarò ancora impegnato a gareggiare."
Vettel, nel frattempo, era in testa davanti a Massa e a Webber, ma questi sono fatti poco rilevanti: dobbiamo occuparci della partenza breve e indolore nelle retrovie: Kobayashi ha rotto l'ala anteriore, ha perso il controllo della vettura e ha travolto Buemi e Hulkenberg, con il ritiro di tutti e tre ed è entrata la safety car.
Per qualche ragione, i telecronisti hanno scambiato Kobayashi per Hulkenberg e Hulkenberg per Kobayashi.
Kobayashi: "Che problema c'è? Ci assomigliamo moltissimo. E poi ci siamo ritirati tutti e due per incidente, quindi tecnicamente anche Hulkenberg potrebbe essere un giapponese onorario."

Facciamo il punto. Tempo poche curve ed eravano rimaste solo ventuno vetture in pista, anzi, venti, perché quella di Trulli non era nemmeno riuscita a partire.
Nei primi dieci giri di gara sono uscite di scena anche la HRT di Senna (problemi tecnici), la Renault di Petrov (si è impantanato in una via di fuga) e la Force India di Sutil (motore).
In occasione del ritiro di Petrov, Mazzoni l'ha scambiato per Kubica, per via del suo "casco giallo". In realtà il casco di Petrov è rosso e ciò è molto consolatorio: a inizio gara quando ho visto una Mercedes incidentata, il casco del pilota era giallo a mia insaputa e di conseguenza non si trattava di Schumacher.
Intanto la pista andava asciugandosi: Button è stato il primo a montare gomme da asciutto e la scelta ha pagato.
Quando tutti i piloti di testa si sono fermati era secondo.
In testa c'era Vettel, terzo c'era Kubica, altro che aveva azzeccato la giusta strategia, mentre Massa era stato relegato in quarta posizione, sempre davanti a Webber.
Quest'ultimo, così come Hamilton che lo seguiva, avrebbe fatto un'ulteriore pitstop, ma non mettiamo il carro davanti ai buoi e, anzi, non parliamo di cose di cui potrebbe essere irrilevante parlare. Parliamo di Alonso...
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...eh sì, perché il mondo ruota intorno ad Alonso e, a quanto pare, i miei commenti non fanno differenza.
A parte gli scherzi, è normale che si parli di Alonso. Ha vinto la gara inaugurale e, anche dopo l'Albert Park, è ancora in testa al campionato. È normalissimo che si parli di Alonso. Quello che non è normale è come se ne parla, come non si tenga conto del fatto che qualche anno fa era uno dei piloti che venivano maggiormente screditati, perché le vie di mezzo, a quanto pare, non esistono. Non che io osi spingermi così tanto in la da desiderare davvero delle vie di mezzo come se fossero possibili, ma credo che ci siamo spiegati e che si sia capito che cosa intendo. Avevo sempre avuto la vaga sensazione che potesse andare a finire così, ma ci sono delle grosse differenze tra l'avere delle sensazioni e tra vedere quelle stesse sensazioni mentre si concretizzano. Comunque questo è un commento a un gran premio, le sensazioni possiamo anche mandarle al diavolo e possiamo parlare di dettagli inutili ai fini del commento, come ad esempio il fatto che oltre a Webber e a Hamilton anche Rosberg si sia fermato per una successiva sosta, più avanti nella gara, oltre che di dettagli utili, come ad esempio il fatto che, ancora prima di vedere la metà della gara, Vettel ha avuto un grosso problema ed è finito a parcheggiare nel bel mezzo del prato.
Button: "Te l'avevo detto, ma tu non hai voluto credermi..."
Vettel: "Taci, se non vuoi che ti prenda a colpi di biberon."
Button: "Come ti permetti di dire queste cose? Lo sa il tuo baby sitter che ti comporti così male?"
Vettel: "No, non lo sa. In questo momento si sta impegnando per cercare di perdere più posizioni possibili."
Webber: "Taci, poppante."
Vettel: "Smettetela di dirmi che devo tacere. Non sono Kimi Raikkonen."
Webber: "Appunto, non sei Raikkonen, sei un poppante."

Appurato che Vettel è un poppante, una volta che si è levato di torno Button è risalito in prima posizione, mentre Kubica si è ritrovato secondo.
Terzo c'era Massa e, quando Webber e Hamilton si sono levati di torno per il loro secondo pitstop, appunto, Alonso è risalito al quarto posto.
In certi momenti lo si è visto molto vicino a Massa, tanto da temere che potessero rigarsi le fiancate delle vetture e litigare in mondovisione sul podio.
Massa: "Ma stiamo lottando per il terzo posto! Solo uno di noi due salirà sul podio."
Alonso: "Ti sbagli. Anche Button potrebbe fare la stessa fine di Vettel, a breve."
Button: "Ti piacerebbe, vero?"
Alonso: "Sì, molto, e in realtà mi piacerebbe che si ritirassero anche Kubica e Massa, così potrei vincere a mano basse. Secondo te ho qualche possibilità di essere accontentato?"
Si è scoperto che Alonso non aveva nessuna possibilità, mentre le Virgin non avevano possibilità di arrivare al traguardo: in quanto ad affidabilità mi sono sembrate messe addirittura peggio delle HRT, perché non dimentichiamoci che, per quanto la cosa possa sembrare miracolosa e fortuita, l'alter-ego indiano di Sakon Yamamoto è riuscito a vedere il traguardo! È arrivato ultimo e doppiato di cinque giri, ma non penso che ci potessero essere aspettative più alte.
Seppure una vettura non sia nemmeno partita, la Lotus Team Malaysia ha visto il traguardo con quell'altra e Kovalainen ha portato a termine la seconda gara consecutiva. Credo che possa esserne soddisfatto.
Kovalainen: "Invece non lo sono affatto. Fino allo scorso novembre mi trovavo esattamente dove si trova Button in questo momento."
Button: "Cioè sul gradino più alto del podio? Ne dubito fortemente."
Perché sì, è andata a finire così: Button ha vinto, è salito sul podio davanti a Kubica e Massa, e quest'ultimo ha consolidato il suo secondo posto in classifica allo stesso modo in cui, seppure arrivando solo quarto, Alonso ha consolidato la sua prima posizione. Considerando qual era la situazione un anno fa, i ferraristi sono abbastanza su di giri. Nessuno di loro afferma che la prima gara non significa niente, per quanto riguarda la classifica finale, nessuno di loro afferma che nemmeno l'Australia, sotto sotto, significa davvero qualcosa.
Il Bahrein significava che la Ferrari era in testa.
L'Australia significa che non è scontato trovare la Ferrari in testa, anche se tutto sommato se la cava.
Vettel ha ottenuto due pole position, la Redbull ha addirittura monopolizzato la prima fila, all'Albert Park. Tuttavia la prima fila completa si è tradotta in appena due punti, con Webber che ha terminato la gara addirittura dietro a dei piloti che potrebbero essere visti come outsider.

RISULTATO: 1. Jenson Button (McLaren), 2. Robert Kubica (Renault), 3. Felipe Massa (Ferrari), 4. Fernando Alonso (Ferrari), 5. Nico Rosberg (Mercedes), 6. Lewis Hamilton (McLaren), 7. Vitantonio Liuzzi (Force India), 8. Rubens Barrichello (Williams), 9. Mark Webber (Redbull), 10. Michael Schumacher (Mercedes), 11. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 12. Pedro De La Rosa (Sauber), 13. Heikki Kovalainen (Lotus), 14. Karun Chandok (HRT), RIT. Timo Glock (Virgin), RIT. Lucas Di Grassi (Virgin), RIT. Sebastian Vettel (Redbull),  RIT. Vitaly Petrov (Renault), RIT. Adrian Sutil (Force India), RIT. Bruno Senna (HRT), RIT. Sebastien Buemi (Toro Rosso), RIT. Nico Hulkenberg (Williams), RIT. Kamui Kobayashi (Sauber).

Cosa resterà di tutto questo?
Che cosa mi resterà impresso, del GP d'Australia 2010?
Non lo so, non ne ho idea.
Con due gran premi disputati, non ho ancora capito quali siano gli equilibri di questo campionato, e questo può significare tutto e niente.
L'unica cosa che so è che di questi due gran premi il campione del mondo in carica ne ha vinto uno, mettendo a tacere almeno per il momento quelli che sostenevano che avrebbe rimediato figuracce, adesso che ha come compagno di squadra uno che, senza ombra di dubbio, ha sempre avuto una reputazione migliore della sua.
Inizia quasi a piacermi, quel campione del mondo in carica che in tanti hanno snobbato e considerato uno che non meritava di vincere.
Inizia quasi a piacermi, ma sto facendo lo stesso gioco di quelli che l'hanno snobbato per un'intera stagione per poi osservare che, se interessava a una squadra importante come la McLaren, tutto sommato qualcosa da dire poteva avercelo anche lui.
Non accettare facilmente Button vincitore al volante di una Brawn GP e prenderlo come un semplice dato di fatto quando vince un gran premio al volante di una McLaren è un segnale forte e chiaro che il mio inconscio mi sta mandando.
So cosa significa.
So benissimo cosa significa.
Significa che forse, tutto sommato, un'epoca è finita per sempre e adesso non resta che raccogliere quello che verrà.
E allora è così che ti ritrovi a leggere l'ordine d'arrivo e a renderti conto che, tutto sommato, sei di fronte a un momento epocale e a un incredibile colpo di scena.
Un pilota per cui non tifi ha vinto un gran premio al volante della vettura che in linea teorica detesti più di ogni altra e, tutto sommato, ne sei contenta per quello che sta a significare. A Button è stato rinfacciato più volte di non avere dimostrato abbastanza di meritare di vincere o di non meritare la McLaren. Ha vinto ed è stato il primo pilota McLaren a vincere una gara in questa stagione. Magari avranno avuto ragione tutti gli altri, ma per il momento tutto lascia pensare che, a conti fatti, avesse ragione lui.
Approfittando del fatto che quattro giorni dopo la gara era il 1° Aprile, ne ho approfittato per fare un pesce d'Aprile al mio amico fan di Button, scrivendogli che Button era stato ingaggiato dalla Ferrari per il 2011. La sua risposta: "noooooooo, ci avevo creduto!"
Concludo questo commento parlando di Nick Wirth, il progettista della Virgin, che a suo tempo era stato il titolare della Simtek a metà degli anni '90 e, a seguire, aveva lavorato anche per la Benetton.
Mazzoni ha raccontato un curioso episodio, di una volta in cui Alesi non si era fermato ai box per il rifornimento e il team gli esponeva un cartello per comunicargli che doveva fermarsi. Siccome Wirth è alto all'incirca due metri, era quello che poteva sporgersi maggiormente, quindi fu lui a esporgli il cartello. Purtroppo non servì per essere visto dal pilota: Alesi tirò dritto per la propria strada e rimase senza carburante.

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Milly Sunshine