Nel 2007/2008 nascevano i commenti ai Gran Premi, quando ancora guardavo il web come spettatrice.
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010, per la quale è stato difficile reperire tutti i gran premi. Per alcuni di essi sono stata costretta ad accontentarmi di highlight o video dei momenti salienti.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010. ||| Nel review basta cliccare sui link di ciascun gran premio per andare a leggere il commento al gran premio in oggetto. |||
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Review 2010: Nuovi equilibri e nuovi squilibri
La stagione 2010 è iniziata con diverse novità, sia dal punto di vista della entry list, sia dal punto di vista dei regolamenti.
BMW e Toyota hanno lasciato la Formula 1, BMW per essere acquistata nuovamente da Sauber, Toyota uscendo definitivamente di scena. È tornato in Formula 1 il marchio Lotus su un team malese che, come le altre scuderie entranti, Virgin e Hispania Racing, era destinato a diventare fanalino di coda del campionato. Si parlava anche dell'arrivo di un team statunitense (USf1) e di un team dell'Europa dell'est (Stefan GP), ma questi progetti non si sono concretizzati. Tuttavia, con dodici team e ventiquattro vetture, quella del 2010 è stata la griglia di partenza più ampia di questo secolo.
Così come Michael Schumacher e Pedro De La Rosa usciti di scena al termine del 2006, anche i motori Cosworth hanno fatto il proprio ritorno, fornendo motori ai nuovi team e alla Williams. Sono spariti i rifornimenti di carburante in gara ed è stato introdotto un nuovo sistema di punteggio, che assegna punti ai primi dieci classificati.
Una delle grosse novità, dal punto di vista della line-up, è stato il passaggio di Fernando Alonso in Ferrari: il 14 Marzo il pilota spagnolo ha vinto la gara inaugurale in BAHREIN seguito dal compagno di squadra Felipe Massa, al rientro dopo l'infortunio del GP d'Ungheria 2009, e alla McLaren di Lewis Hamilton, dopo un problema tecnico occorso alla Redbull di Sebastian Vettel mentre era in testa alla gara.
Si sono alternate McLaren e Redbull nei gran premi successivi: due settimane dopo, in AUSTRALIA, infatti, il campione del mondo in carica Jenson Button ha vinto per la prima volta con i colori della McLaren davanti alla Renault di Robert Kubica. Per quanto riguarda la Ferrari, mentre Massa ha chiuso in terza posizione, Alonso ha passato la gara rimontando dopo un incidente avvenuto nelle prime fasi di gara, che l'aveva fatto precipitare nelle retrovie.
La Formula 1 è tornata in Asia per i gran premi della MALESIA e della CINA, il 4 e il 18 Aprile: a Sepang le Redbull di Sebastian Vettel e Mark Webber hanno ottenuto la prima doppietta stagionale, mentre sono state le McLaren a fare doppietta a Shanghai e ha fatto molto discutere la seconda vittoria stagionale di Button. Pur essendo il campione del mondo in carica, infatti, erano in molti, tra opinionisti e tifosi, a non ritenerlo valido abbastanza da essere il primo pilota a ottenere la seconda vittoria stagionale. Sia in Cina sia in Malesia, Nico Rosberg è salito sul gradino più basso del podio, il che ha contribuito ad incrementare le prese per i fondelli nei confronti di Michael Schumacher, accusato ogni soffio di vento (quando non c'erano altre cose di cui parlare, tipo criticare Button perché vinceva) di avere risultati inferiori a quelli del compagno di squadra.
La Formula 1 è arrivata in Europa nel weekend del 9 Maggio, con il gran premio di SPAGNA: è tornata alla vittoria la Redbull, questa volta con Webber, che si è imposto davanti alla Ferrari di Alonso e alla Redbull del compagno di squadra, che ha dovuto accontentarsi del gradino più basso del podio. Michael Schumacher ha chiuso la gara in quarta posizione, il suo miglior risultato dall'inizio della stagione, destinato a non essere migliorato, ma ad essere eguagliato due volte, in Turchia e in Corea.
Mark Webber ha ottenuto la seconda vittoria consecutiva una settimana più tardi al gran premio di MONTECARLO: quella del Principato è stata un'altra doppietta per la Redbull, mentre Robert Kubica è salito sul terzo gradino del podio. Un sorpasso irregolare compiuto da Schumacher su Alonso all'ultimo giro, per il quale il pilota della Mercedes è stato penalizzato, ha sollevato una nuova ondata di polemiche.
Il 30 Maggio, al gran premio di TURCHIA, Webber era nuovamente in testa alla gara, ma un incidente tra lui e il compagno di squadra Vettel ha messo fuori gioco quest'ultimo e ha fatto precipitare Webber al terzo posto, posizione nella quale ha concluso la gara. Davanti a lui sono passate le McLaren di Hamilton e Button: anche tra di loro c'è stato un acceso duello, ma sono riusciti a raggiungere entrambi il traguardo. Il campione del mondo 2008 ha preceduto il campione del mondo in carica, vincendo per la prima volta nel corso della stagione. Due settimane più tardi ha vinto di nuovo, in CANADA, davanti al compagno di squadra e alla Ferrari di Alonso.
Nel weekend del 27 Giugno la Formula 1 è tornata in Europa dopo la breve tappa nord-americana a Montreal. È stato disputato il gran premio d'EUROPA a Valencia, dove le Redbull si sono dimostrate più veloci delle McLaren. Al traguardo, tuttavia, ne è arrivata una soltanto, quella di Sebastian Vettel. Il suo compagno di squadra è rimasto in pista soltanto finché, dopo il pitstop avvenuto nelle fasi iniziali della gara, si è ritrovato nelle retrovie e, nel tentativo di superare la Lotus di Kovalainen, ha urtato la vettura del finlandese spiccando il volo. Le McLaren di Hamilton e Button hanno occupato i due gradini più bassi del podio.
Il gran premio di GRAN BRETAGNA è stato disputato due settimane più tardi ed è stato disastroso per le Ferrari, che hanno portato a casa solo una 14^ e una 15^ posizione, con Massa precipitato nelle retrovie già al via dopo una foratura rimediata in un contatto alla partenza proprio con il compagno di squadra e quest'ultimo più tardi, quando è stato penalizzato con un drive through per un sorpasso irregolare su Kubica, al quale non ha restituito la posizione anche perché, poco dopo, il pilota della Renault è stato costretto al ritiro. La vittoria è tornata alla Redbull, con Mark Webber sul gradino più alto del podio, mentre il compagno di squadra Vettel ha chiuso in settima posizione: partito dalla pole position, era stato costretto a rientrare ai box al primo giro per una foratura. La McLaren ha dovuto accontentarsi della seconda posizione, ottenuta da Hamilton, mentre la Mercedes ha ottenuto il terzo e ultimo podio stagionale, in quanto Rosberg si è classificato in terza posizione.
Il 25 Luglio si è svolto il gran premio di GERMANIA, in cui la Ferrari è tornata alla vittoria, ma tra le polemiche. La pole position è andata a Sebastian Vettel, come spesso è accaduto in questa stagione (ne ha ottenute cinque in totale), che però non è riuscito a concretizzarla. In partenza, infatti, mentre cercava di mantenere la posizione nei confronti della Ferrari di Fernando Alonso, l'altra Ferrari guidata da Felipe Massa si è portata al comando della gara. Alonso si è accodato dietro di lui, mentre Vettel si è dovuto accontentare della terza posizione, che ha mantenuto fino al traguardo. Massa è rimasto in testa per circa due terzi di gara, finché il team non gli ha ordinato, neanche troppo velatamente, di lasciar passare il compagno di squadra che, in questo modo, ha ottenuto la sua seconda vittoria stagionale. Vista la pratica vietata dal regolamento, la cosa ha avuto degli strascichi, con un'udienza in tribunale qualche giorno prima del GP d'Italia.
Prima di Monza, tuttavia, ci sono stati i gran premi d'UNGHERIA e del BELGIO, disputati l'1 e il 29 Agosto: all'Hungaroring Vettel è partito dalla pole position, ma la gara è stata vinta da Webber, con Vettel che ha chiuso solo in terza posizione dietro ad Alonso, dopo essere stato penalizzato con un drive through per avere messo troppa distanza tra sé e un'altra vettura dietro la safety car, mentre a Spa Francorchamps la sua gara è stata condizionata da un incidente con Button, avvenuto su pista bagnata, che ha costretto il campione del mondo in carica al ritiro, mentre il suo compagno di squadra Lewis Hamilton vinceva il gran premio, davanti a Webber e a Kubica. Quello del GP del Belgio è stato l'ultimo podio stagionale ottenuto dalla Renault che con Kubica aveva già ottenuto un secondo e un terzo posto prima di quel momento.
Una decina di giorni dopo il tribunale ha scelto di non penalizzare la Ferrari (eccetto la multa già comminata) e in seguito gli ordini di scuderia sono stati consentiti a partire dalla stagione 2011. Dopo la vittoria in tribunale, per la Ferrari è arrivata la vittoria in pista al gran premio d'ITALIA: Fernando Alonso ha vinto davanti a Jenson Button, con il quale era uscito senza eccessive conseguenze da una collisione al via. Alla partenza erano venute a contatto anche le vetture dei loro compagni di squadra, con Hamilton costretto al ritiro, mentre Massa è riuscito a proseguire fino a chiudere la gara sul gradino più basso del podio.
Quello di Monza è stato l'ultimo dei gran premi europei, con i piloti della Redbull, quelli della McLaren e Alonso racchiusi in classifica in poco più di una ventina di punti e con le posizioni in classifica in costante mutamento. Esauriti i gran premi iniziali in cui erano stati al comando della classifica i ferraristi, si sono infatti alternati in testa alla classifica, in più di un'occasione, Webber, Button e Hamilton.
Per i due piloti della McLaren, tuttavia, si avvicinavano tempi poco positivi (per Button erano già arrivati, in realtà): il 26 Settembre, nel gran premio di SINGAPORE, Hamilton si è ritirato di nuovo, dopo un contatto con Webber. Quest'ultimo è riuscito ad arrivare al traguardo e, seppure distante di circa mezzo secondo dai primi due, ha chiuso sul gradino più basso del podio. Alonso ha ottenuto la seconda vittoria consecutiva, davanti alla Redbull di Vettel. Due settimane più tardi, in GIAPPONE, Sebastian Vettel si è ripreso vincendo davanti al compagno di squadra e alla Ferrari di Alonso.
Il 24 Ottobre, tuttavia, Fernando Alonso si è portato in testa alla classifica, che gli mancava ormai da mesi, vincendo il gran premio di COREA; che era iniziato (in ritardo a causa della forte pioggia) nel segno della Redbull: Vettel e Webber si trovavano in prima e seconda posizione durante i lunghi giri percorsi dietro alla safety car, con l'australiano che, non appena la gara è ripresa, è stato protagonista di un incidente che l'ha costretto al ritiro. Vettel ha proseguito, mantenendo la prima posizione davanti ad Alonso, fintanto che a una decina di giri dal termine è stato lasciato a piedi dalla rottura del motore, il che ha permesso ad Alonso di portare a casa la vittoria davanti alla McLaren di Hamilton e alla Ferrari di Massa. Jenson Button, arrivato fuori dalla zona punti, era ancora aritmeticamente in lotta per il titolo, ma vedeva le sue speranze ormai ridotte al lumicino. Due settimane più tardi, a Interlagos, si è ritrovato ufficialmente fuori dai giochi.
L'evento più curioso avvenuto al gran premio del BRASILE è sicuramente quello avvenuto al termine delle qualifiche: sulla pista bagnata che andava asciugandosi, Nico Hulkenberg, pilota della Williams che non rivedremo al volante il prossimo anno, ha azzardato una strategia diversa e, riuscito a qualificarsi su gomme slick mentre gli altri giravano ancora sulle intermedie, ha ottenuto a sorpresa la pole position! Il giorno dopo è stato superato già al via dalle Redbull di Sebastian Vettel e Mark Webber, resistendo fino al settimo giro in terza posizione, per poi soccombere all'attacco di Fernando Alonso e di diversi altri piloti: avrebbe chiuso ottavo. Vettel ha vinto davanti a Webber, mentre Alonso ha chiuso in terza posizione. La Redbull ha vinto il titolo costruttori con un gran premio d'anticipo, mentre la situazione, in classifica piloti, sembrava ormai compromessa anche per la decisione di non far invertire le posizioni a Vettel e Webber, nonostante fosse quest'ultimo ad avere più punti in classifica.
Il campionato è terminato una settimana più tardi, il 14 Novembre, ad ABU DHABI, con quattro piloti ancora in lotta per il titolo, Alonso, Webber, Vettel e Hamilton, anche se tuttavia va detto che le probabilità di quest'ultimo di uscirne vincitore erano pressoché nulle e l'attenzione era focalizzata in prevalenza sui primi tre... anzi, sui primi due.
Vettel ha ottenuto la pole position, Alonso si è qualificato terzo: in prima fila, accanto ai due, c'erano i piloti della McLaren, mentre Webber non iniziava bene il weekend, relegato in quinta posizione. Alonso, in partenza, ne ha persa una venendo sopravanzato da Button, che si è accodato a Vettel e a Hamilton. Il quarto posto, vista la posizione di Webber, era il minimo sindacale che gli serviva per diventare campione del mondo anche se Vettel avesse vinto il gran premio. La situazione si è stravolta quando Webber ha sfiorato un muretto e, dopo pochi giri, è dovuto rientrare ai box per cambiare gomme. In Ferrari hanno optato per fare la stessa cosa poco dopo: Alonso è rientrato e ha mantenuto la posizione su Webber, con i due che si sono ritrovati nelle retrovie in mezzo a un lungo trenino di vetture. In questo trenino di vetture, davanti ai due, c'erano anche quella di Rosberg e quella di Petrov: i due erano rientrati ai box al secondo giro, approfittando di una fase di safety car in seguito a un incidente in partenza tra Schumacher e Liuzzi, e non dovevano più fermarsi. Ciò significava che Alonso doveva superare entrambi in pista, se non voleva correre il rischio di terminare la gara soltanto in sesta posizione. Tuttavia ha trascorso pressoché tutta la gara negli scarichi di Petrov, con anche Kubica che, rimandando il pitstop, si è inserito in quinta posizione tra Rosberg e Kubica. Le McLaren di Hamilton e Button hanno chiuso sul podio.
Sebastian Vettel ha vinto la gara e, pur non essendo mai stato in testa alla classifica fino a quel momento, ha portato a casa anche il titolo mondiale, diventando all'età di 23 anni il più giovane campione del mondo di sempre.
Ci sono state polemiche, ovviamente. L'opinione pubblica ferrarista si è scagliata contro la Redbull, colpevole in realtà di avere "rubato" il titolo al loro idolo, nonostante preferissero tutti dire o scrivere che avevano "rubato" il titolo a Webber. Al di là della soddisfazione per il fatto che un mio coetaneo abbia vinto il campionato di Formula 1, personalmente non riesco a vedere nessuno scandalo in tutto ciò. La mia impressione è che, arrivati all'ultima gara del campionato, solo due dei contendenti al titolo abbiano fatto una buona gara. Uno è stato quello che ha vinto il mondiale. L'altro è stato quello che, essendo arrivato ad Abu Dhabi con 24 punti di distacco dalla vetta, non aveva comunque speranze... ma questa è solo una mia impressione, appunto.
Per la prossima stagione ci saranno alcune novità, oltre alla "legalizzazione" degli ordini di scuderia, in primis il ritorno del 107% per accedere alle qualifiche.
L'avevamo già visto nella seconda parte degli anni '90 e all'inizio degli anni '00: prevede che acceda alla griglia di partenza chi fa un tempo che non sia oltre il 7% più lento del miglior tempo. Esempio pratico, con numeri semplici: il miglior tempo è di 1 minuto e 40 secondi (100 secondi). Chiunque abbia un tempo di qualifica che sta entro 1 minuto e 47 (quindi 107 secondi) è qualificato, chi è più lento no. Questo permetterà di non avere vetture "troppo lente", che intralcino, durante le gare.
Dal punto di vista tecnico una delle novità sarà l'introduzione del Drag Reduction System, un'ala mobile che consentirà di incrementare la velocità in una particolare zona della pista, durante i tentativi di sorpasso, azionabile soltanto quando si è ad un gap di meno di un secondo dalla vettura che precede. Il KERS, vietato nel 2010, ritornerà nel 2011, ma l'uso sarà opzionale.
Inoltre un'altra grossa novità per il 2011 è l'uscita di scena della Bridgestone. Al suo posto, il nuovo fornitore di gomme scelto per la Formula 1 sarà la Pirelli.
In vista del 2011, Ferrari, McLaren, Redbull e Mercedes hanno confermato già da mesi i loro piloti, mentre solo oltre la metà di Dicembre si è scoperto che anche Vitaly Petrov è stato confermato dalla Renault, altro team che manterrà la line-up invariata nel 2011. In Williams, Barrichello ha conservato il volante, ma non è accaduta la stessa cosa a Hulkenberg, nonostante la pole ottenuta. Il suo posto sarà preso da Pastor Maldonado, vincitore del campionato di GP2. Sergio Perez, secondo classificato, affiancherà invece Kobayashi come pilota della Sauber. Force India e Toro Rosso annunceranno prossimamente i loro piloti, mentre per quanto riguarda i nuovi team entrambi i piloti della Lotus sono stati confermati, così come Glock in Virgin. Il compagno di squadra di quest'ultimo sarà Jerome D'Ambrosio, mentre la HRT annuncerà anch'essa prossimamente i propri piloti.
CLASSIFICA PILOTI:
1) Sebastian Vettel - Redbull 256
2) Fernando Alonso - Ferrari 252
3) Mark Webber - Redbull 242
4) Lewis Hamilton - McLaren 240
5) Jenson Button - McLaren 214
6) Felipe Massa - Ferrari 144
7) Nico Rosberg - Mercedes 142
8) Robert Kubica - Renault 136
9) Michael Schumacher - Mercedes 72
10) Rubens Barrichello - Williams 47
11) Adrian Sutil - Force India 47
12) Kamui Kobayashi - Sauber 32
13) Nicolas Hulkenberg - Williams 22
14) Vitantonio Liuzzi - Force India 21
15) Vitalij Petrov - Renault 27
16) Sebastien Buemi - Toro Rosso 8
17) Pedro De La Rosa - Sauber 6
18) Nick Heidfeld - Sauber 6
19) Jaime Alguersuari - Toro Rosso 5
20) Heikki Kovalainen - Lotus 0
21) Jarno Trulli - Lotus 0
22) Karun Chandhok - Hispania Racing 0
23) Bruno Senna - Hispania Racing 0
24) Lucas Di Grassi - Virgin 0
25) Timo Glock - Virgin 0
26) Sakon Yamamoto - Hispania Racing 0
27) Christian Klien - Hispania Racing 0
CLASSIFICA COSTRUTTORI:
1) Redbul/Renault 498
2) Mclaren/Mercedes 424
3) Ferrari 196
4) Mercedes 214
5) Renault 163
6) Williams/Cosworth 69
7) Force India/Mercedes 68
8) Sauber/Ferrari 44
9) Toro Rosso/Ferrari 13
10) Lotus/Cosworth 0
11) Hispania Racing/Cosworth 0
12) Virgin/Cosworth 0
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
mercoledì 31 gennaio 2018
martedì 30 gennaio 2018
Riviviamo i Commenti ai Gran Premi: Abu Dhabi 2010
Nel 2007/2008 nascevano i commenti ai Gran Premi, quando ancora guardavo il web come spettatrice.
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010.
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Abu Dhabi 2010: Tra i due litiganti che guardano il retrotreno di Petrov il terzo vince il mondiale
Fa sempre un certo effetto quando arriva il weekend dell'ultimo gran premio della stagione.
È proprio allora che ci si sente impotenti, di fronte alla consapevolezza di essere più combattuti che mai: quando arriva l'ultimo gran premio della stagione, poco dopo arriveranno anche anche i quattro mesi che vanno dalla metà di novembre alla metà di marzo.
Il desiderio è quello che il campionato non finisca mai, ma è altrettanto vero che vogliamo vedere che porterà a casa il titolo.
E poi, forse, è solo per attaccamento alla Formula 1 che voglio che questo campionato non finisca.
Questo campionato deve finire.
È arrivato il momento di guardare avanti e, da parte mia, forse anche di trovare altre prospettive.
Gli anni dello scontro Ferrari vs McLaren, gli anni dell'ottica Ferrari vs McLaren, ormai non esistono più. La Milly di un tempo che dava contro alla McLaren e che, all'occorrenza, metteva la Ferrar su un piedistallo, non esiste più.
Tutto è cambiato.
Non so se la Formula 1 abbia raggiunto un nuovo equilibrio o se l'equilibrio sia solo un'illusione, quello che so è che quando arriva la vigilia della gara finale non è più tempo di pensare al passato, ma di concentrarsi su un futuro che presto diventerà presente.
Tutto va come deve andare, tranne la qualifica di Webber. Andava così forte, quando andare forte era meno rilevante di quanto non lo fosse al momento decisivo...
Da parte mia inizio a capire che il momento delle illusioni è terminato.
Vada come vada, lunedì sarà un altro giorno e tutto questo sembrerà lontano.
Finiscono le qualifiche.
Ricomincia l'attesa, quell'attesa che ha sempre una fine.
Rimane la griglia di partenza e non c'è nemmeno la soddisfazione che ci sarebbe stata in un altro momento, nel vedere la quarta fila.
Cosa conta, adesso?
Non ha importanza, c'è qualcos'altro che conta davvero, ovvero le prime cinque posizioni sulla griglia di partenza:
1^ fila: Vettel - Hamilton
2^ fila: Alonso - Button
3^ fila: Webber - Massa
4^ fila: Barrichello - Schumachr
5^ fila: Rosberg - Petrov
6^ fila: Kubica - Kobayashi
7^ fila: Sutil - Heidfeld
8^ fila: Hulkenberg - Liuzzi
9^ fila: Alguersuari - Buemi
10^ fila: Trulli - Kovalainen
11^ fila: Glock - Di Grassi
12^ fila: Senna - Klien
Finisce il pomeriggio, inizia la sera.
Vado a ballare e mentre ballo penso ai motori.
Tra le canzoni che sento, una mi colpisce. È "Alejandro" di Lady Gaga e uno dei suoi versi recita "I'm not your babe, Fernando".
Mi fa sorridere.
In fondo è così che mi sento, in un mondo che tuttavia è così Alonso-centrico da potere avere almeno la possibilità di essere quasi compresi, se non si è Alonso-centrici.
Finisce la serata.
Vado a dormire, in attesa del nuovo giorno.
C'è il pranzo dalla nonna, come ogni domenica, poi giunge l'ora del gran premio.
Vada come vada, sarà una liberazione.
Guardo accendersi i semafori, mentre Vettel e Hamilton occupano la prima fila.
La gara parte, Hamilton tenta di affiancare Vettel, ma deve resistere. È una gara strana, la loro: dovrebbero interpretare la parte di chi non ha nulla da perdere, ma la realtà è che nulla sembra scontato.
Button, nel frattempo, si installa in terza posizione, con Alonso che è costretto ad accodarsi al quarto posto.
Non fa niente, per ora.
Vincerebbe il campionato con due punti di vantaggio su Vettel e addirittura dieci su Webber, che lo segue, in quinta posizione, tallonato a sua volta da Massa.
Settimo c'è Barrichello.
Ottavo c'è Rosberg.
O Schumacher.
I due sono affiancati, vicinissimi a Barrichello.
Poi Schumacher si gira, da solo, senza essersi toccato con nessuno dei due.
Rimane girato dalla parte opposta, fermo.
Tutti lo schivano.
O meglio, tutti lo schivano, tranne Liuzzi.
La Force India finisce sopra alla Mercedes, c'è fumo e l'immagine non è chiara. In un primo momento ho paura, non vorrei che dall'assistere alla gara che assegna il titolo fossimo passati ad assistere a un incidente serio.
Allarme rientrato, l'incidente è meno serio di quanto sembrava.
Entra la safety car, seguiranno minuti e minuti per pulire la pista.
Schumacher e Liuzzi l'hanno presa bene, sembra.
Ridono e scherzano rientrando a piedi nella pitlane.
Nel frattempo qualcuno decide di fermarsi ai box, effettuando il cambio gomme al primo giro per passare alle gomme di mescola più dura, quelle che consentono di arrivare fino alla fine della gara.
Rientra Rosberg.
Rientra Petrov.
Rientra Alguersuari.
Rientrano le HRT.
Al 6° giro c'è il restart.
Ci sono vetture dei "nuovi team" che hanno vetture più veloci dietro di loro.
Rosberg supera Glock.
Petrov sta per farlo, quando l'inquadratura si sposta.
Si vedono alcuni duelli, uno tra Kubica e Sutil, l'altro tra Barrichello e Kobayashi. Quest'ultimo scontro (non in senso letterale) è pittoresco: Kobayashi supera Barrichello, poi fa uno svarione e perde subito la posizione.
Tutto questo è notevole, ma non è questo che più ci interessa, oggi.
In quarta posizione, il Ferrari Man è inseguito da Webber. Il pilota della Redbull si trova "a sandwich" tra le due Ferrari, forse condannato a rimanere in quella posizione.
Poi, al 9° giro, succede qualcosa.
Per l'esattezza succede che Webber va a sfiorare un muretto, rischiando di mandare all'aria le proprie ultime chance da un momento all'altro.
Quali ultime chance, mi chiederete voi.
Ecco, esatto, questa è proprio una bella domanda: quali ultime chance?
Passa un giro.
Non succede nulla.
Ne passano due.
Non succede ancora nulla.
Poi arriva il 12° giro e Webber, che pare avere danneggiato una gomma sfiorando il muretto, rientra ai box.
Esce nelle retrovie, dietro ad Alguersuari.
Passa un giro.
Non succede nulla.
Arriva il 14° e la Ferrari risponde facendo rientrare ai box il Ferrari Baby. Torna in pista dietro ad Alguersuari e Webber, con quest'ultimo che nel frattempo supera la Toro Rosso, ma ha perso terreno.
Quando Alonso rientrerà ai box, riuscirà a rimanergli senz'altro davanti.
Rientra al 16°.
Rischia di commettere uno svarione, ma tutti fila liscio.
Via radio gli dicono che Webber ha perso tempo dietro ad Alguersuari ai box.
La posizione su Webber, per il Ferrari Man, sembra preservata.
All'apparenza è tutto a posto...
...
...
...
...
...
...invece non è tutto a posto per niente. Tempo pochi giri e, mentre il Ferrari Man è dietro a Petrov, gli viene data un'istruzione abbastanza chiara: "I know you're doing your best, but it's critical to pass".
Webber si sta avvicinando, la posizione di Alonso potrebbe essere a rischio...
...
...
...
...e questa è solo la parte minore del problema. Il VERO problema è che Petrov si è già fermato ai box e come lui anche Rosberg che si trova di due posizioni davanti rispetto a Petrov, con Hulkenberg in mezzo ai due, ma destinato a levarsi di torno quando verrà il momento del suo pitstop.
Se Alonso terminasse la gara dietro a Rosberg e a Petrov, oltre che ai piloti che erano davanti a lui prima della sosta, finirebbe sesto.
Se Vettel dovesse vincere, Alonso dovrebbe arrivare quarto, per diventare campione del mondo.
Vettel è nella posizione migliore per vincere, mentre Alonso non è nella posizione migliore per arrivare quarto.
Al 23° giro Alonso tenta l'attacco su Petrov.
Va male.
Rischia di finire fuori, ma conserva la posizione su Webber.
Un giro più tardi Hamilton si ferma ai box.
Dopo di lui si ferma anche Vettel.
Button è momentaneamente in testa alla gara, ma dovrà fermarsi.
Vettel esce secondo, davanti a Kobayashi e Kubica che sono in lotta tra di loro.
Hamilton supera Kobayashi e si lancia all'inseguimento di Kubica.
Dietro ci sono Sutil, Buemi, Rosberg, Hulkenberg e Petrov, dietro al quale c'è Alonso, che gli sta prendendo le misure. O almeno immagino che gli stia prendendo le misure e che intenda tentare un attacco, prima o poi: DEVE provarci, perché se la matematica non è un'opinione, una volta che avrà superato Petrov avrà comunque altro da fare.
Hamilton, nel frattempo, è negli scarichi di Kubica.
Nelle retrovie l'ala anteriore di Trulli collassa e striscia a terra. Rientra ai box e i meccanici fanno fatica a smontarla per sostituirla.
Kubica mantiene la posizione su Hamilton per diversi giri.
A Hamilton, via radio, ricordano di continuare a provarci.
Nel frattempo MSC, inquadrato ai box, si gira a salutare la telecamera.
Al 34° giro Kobayashi va ai box e Alonso entra in zona punti. Nel frattempo è vicinissimo a Petrov, ma da Sutil fino a Webber sono tutti molto vicini, un po' come in un trenino. Una HRT si fa di lato per lasciare passare tutti.
Hulkenberg esce di escena al 37° giro, quando rientra ai box. Poco dopo è la volta di Buemi, mentre Button attende fino al 40°: tornerà in pista dietro a Hamilton, ma non proprio vicino al compagno di squadra. Kubica e Sutil non si sono ancora fermati.
Alonso è ottavo e nulla è cambiato, se non che ha circa una ventina di secondi di gap nei confronti di Kubica e che Kubica ha pista libera davanti a sé. Nel caso in cui il Ferrari Man riesca a superare Petrov e Rosberg, potrebbe ritrovarsi ad avere a che fare anche con Kubica...
Ventuno secondi.
Ventidue secondi.
Ventitré secondi.
Il trenino ormai non c'è più, Rosberg ha messo spazio tra sé e Petrov, quindi Alonso dovrà recuperargli quattro secondi, prima di andare a superarlo.
Via radio gli ricordano che ha talento e che deve usarlo.
Il gap nei confronti di Kubica diminuisce leggermente, mentre quello nei confronti di Rosberg aumenta.
I giri rimanenti diminuiscono: adesso sono solo dodici e Abu Dhabi non è un tracciato che favorisce i sorpassi...
...
...
...
...
...quindi ci sarà comunque la scusa pronta, più da parte di chi commenta la gara sul web che da parte di chi vi ha preso parte.
Al 46° giro ho la sensazione che succeda qualcosa, nel momento in cui vedo che ci sono bandiere gialle. Non succede nulla: è solo la Virgin di Glock, ferma a lato della pista, in fumo.
Kubica si ferma ai box poco dopo.
Esce davanti a Petrov.
Sutil è l'ultimo a fermarsi, al 48° giro, tornando nelle retrovie da dove era venuto molto tempo prima.
Vettel.
Hamilton.
Button.
Rosberg.
Kubica.
Petrov.
Alonso.
Webber.
Alguersuari.
Massa.
Mancano sette giri, Alonso è a tre posizioni di distanza dal titolo mondiale ed è ancora negli scarichi di Petrov, senza che nulla cambi.
Accenna quasi a un tentativo di sorpasso, quando mancano pochi giri alla fine.
Mette le ruote fuori dalla pista e via radio dicono a Webber che Alonso è vicino e che può tentare di superarlo. Forse dovrebbero anche spiegargli di che cosa stiano parlando, perché è da qualcosa come tre quarti d'ora che Webber si limita a fissare il retrotreno di Alonso... Ma 3' TuTtA KoLpA DeLLa rEdBuLL 3 Dy VèTtéL K3 gL1 StAnNo RuBaNd0 iL MoNdIaL3, peccato che da quando è arrivato a Yas Marina non abbia fatto nulla per dimostrare che stava tentando di vincerlo.
Mancano pochissimi giri, ormai.
Ne mancano due quando un pezzo si stacca dalla Lotus di Trulli.
Rimane in mezzo alla pista, le vetture lo schivano.
Inizia il penultimo giro.
Nulla cambia.
Inizia l'ultimo giro.
Finisce l'ultimo giro.
Vettel taglia il traguardo.
Passano una decina di secondi.
Arriva Hamilton, poi arriva anche Button.
Gli altri sono molto lontani.
Le inquadrature vanno su Alonso.
È vicino a Petrov come non mai.
Ho l'impressione che stavolta ce la farà, che lo supererà poco prima di arrivare sulla linea del traguardo.
La grafica mi informa che sulla linea del traguardo è appena passato Rosberg accaparrandosi la quarta posizione a cui Alonso ambiva, però ho la sensazione che gli insulti non toccheranno a lui.
Non toccheranno neanche a Kubica, che arriva diversi secondi più tardi.
Passa Petrov.
Passa Alonso, settimo.
Passa Webber, ottavo.
Vorrei fare i miei vivi complimenti a Massa, per la sublime gara che ha trascorso fissando il retrotreno di Alguersuari, ma sarebbe un po' stonato: c'era gente più altolocata di lui che oggi faceva la stessa cosa, e non solo nel suo stesso team.
Vettel vince il titolo e piange mentre parla via radio durante il giro d'onore.
Nel giro d'onore Alonso affianca Petrov e si mette a gesticolare contro di lui.
Petrov risponde gesticolando a sua volta e mi auguro che non si incontrino una volta che scenderanno dalle rispettive vetture.
È curioso come il ruolo di Petrov si sia totalmente stravolto, rispetto a un paio d'ore prima. Prima era uno sfasciacarrozze dalle dubbie performance, adesso è uno sfasciacarrozze dalle dubbie performance che ha, a suo modo, condizionato l'esito di un campionato mondiale. È il pilota più detestato dai ferraristi e dai tifosi di Alonso, mentre gli anti-ferraristi e i tifosi degli altri piloti lo considerano un idolo delle folle.
Sul web circolano battute di un certo livello; cose del tipo "Petrov is faster than you, can you confirm you understood that message?"
Giù dal podio vengono inquadrati il padre di Button, la madre di Hamilton e le compagne dei due piloti. Vettel sarà anche un bambino piccolo, ma a quanto pare ad Abu Dhabi c'è andato da solo o, se c'è qualche suo familiare, si guarda bene dall'esporsi all'occhio delle telecamere.
Mi sento leggera.
Mi sento molto più leggera di prima.
Mi sento finalmente libera e non so se sia perché le cose siano andate molto meglio di quanto pensavo oppure se perché sta salendo in me la sensazione che fosse questo il finale dettato da un destino in cui non credo.
Vorrei ridere, vorrei ricordare a tutti che la mia generazione sta arrivando a dominare il mondo.
Vorrei ricordare a qualche simpaticone che se oggi sono felice non devo per forza essere una tifosa della McLaren frustrata che gode delle sofferenze altrui.
Non sono una tifosa della McLaren frustrata.
Non sono una tifosa della McLaren, però non mi sento particolarmente offesa.
Non c'è nulla di offensivo nel tifare per la McLaren e per i suoi piloti e una delle ragioni per cui sarò immensamente grata a questo 2010 è che ho maturato questa conclusione.
Però non concluderò mai di essere una tifosa McLaren, qualunque cosa ne pensi la gente di Answers Yahoo. Posso essere felice del fatto che un pilota abbia vinto il mondiale al volante di una Redbull perché l'idea di un mio coetaneo campione del mondo mi commuove oppure perché mi sta più simpatico di altri piloti anche senza essere una tifosa McLaren. Anzi, la logica suggerisce che la McLaren non c'entri un cavolo in tutto ciò. Se non vado errata tutto ciò che ha ottenuto in questo weekend è stato di piazzare entrambi i suoi piloti sul podio.
RISULTATO: 1. Sebastian Vettel (Redbull), 2. Lewis Hamilton (McLaren), 3. Jenson Button (McLaren), 4. Nico Rosberg (Mercedes), 5. Robert Kubica (Renault), 6. Vitaly Petrov (Renault), 7. Fernando Alonso (Ferrari), 8. Mark Webber (Redbull), 9. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 10. Felipe Massa (Ferrari), 11. Nick Heidfeld (Sauber), 12. Rubens Barrichello (Williams), 13. Adrian Sutil (Force India), 14. Kamui Kobayashi (Sauber), 15. Sebastien Buemi (Toro Rosso), 16. Nico Hulkenberg (Williams), 17. Heikki Kovalainen (Lotus), 18. Lucas Di Grassi (Virgin), 19. Bruno Senna (HRT), 20. Christian Klien (HRT), 21. Jarno Trulli (Lotus), Rit. Timo Glock (Virgin), Rit. Michael Schumacher (Mercedes), Rit. Vitantonio Liuzzi (Force India). ||| VETTEL 256, ALONSO 252, WEBBER 242, HAMILTON 240.
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010.
***
Abu Dhabi 2010: Tra i due litiganti che guardano il retrotreno di Petrov il terzo vince il mondiale
Fa sempre un certo effetto quando arriva il weekend dell'ultimo gran premio della stagione.
È proprio allora che ci si sente impotenti, di fronte alla consapevolezza di essere più combattuti che mai: quando arriva l'ultimo gran premio della stagione, poco dopo arriveranno anche anche i quattro mesi che vanno dalla metà di novembre alla metà di marzo.
Il desiderio è quello che il campionato non finisca mai, ma è altrettanto vero che vogliamo vedere che porterà a casa il titolo.
E poi, forse, è solo per attaccamento alla Formula 1 che voglio che questo campionato non finisca.
Questo campionato deve finire.
È arrivato il momento di guardare avanti e, da parte mia, forse anche di trovare altre prospettive.
Gli anni dello scontro Ferrari vs McLaren, gli anni dell'ottica Ferrari vs McLaren, ormai non esistono più. La Milly di un tempo che dava contro alla McLaren e che, all'occorrenza, metteva la Ferrar su un piedistallo, non esiste più.
Tutto è cambiato.
Non so se la Formula 1 abbia raggiunto un nuovo equilibrio o se l'equilibrio sia solo un'illusione, quello che so è che quando arriva la vigilia della gara finale non è più tempo di pensare al passato, ma di concentrarsi su un futuro che presto diventerà presente.
Tutto va come deve andare, tranne la qualifica di Webber. Andava così forte, quando andare forte era meno rilevante di quanto non lo fosse al momento decisivo...
Da parte mia inizio a capire che il momento delle illusioni è terminato.
Vada come vada, lunedì sarà un altro giorno e tutto questo sembrerà lontano.
Finiscono le qualifiche.
Ricomincia l'attesa, quell'attesa che ha sempre una fine.
Rimane la griglia di partenza e non c'è nemmeno la soddisfazione che ci sarebbe stata in un altro momento, nel vedere la quarta fila.
Cosa conta, adesso?
Non ha importanza, c'è qualcos'altro che conta davvero, ovvero le prime cinque posizioni sulla griglia di partenza:
1^ fila: Vettel - Hamilton
2^ fila: Alonso - Button
3^ fila: Webber - Massa
4^ fila: Barrichello - Schumachr
5^ fila: Rosberg - Petrov
6^ fila: Kubica - Kobayashi
7^ fila: Sutil - Heidfeld
8^ fila: Hulkenberg - Liuzzi
9^ fila: Alguersuari - Buemi
10^ fila: Trulli - Kovalainen
11^ fila: Glock - Di Grassi
12^ fila: Senna - Klien
Finisce il pomeriggio, inizia la sera.
Vado a ballare e mentre ballo penso ai motori.
Tra le canzoni che sento, una mi colpisce. È "Alejandro" di Lady Gaga e uno dei suoi versi recita "I'm not your babe, Fernando".
Mi fa sorridere.
In fondo è così che mi sento, in un mondo che tuttavia è così Alonso-centrico da potere avere almeno la possibilità di essere quasi compresi, se non si è Alonso-centrici.
Finisce la serata.
Vado a dormire, in attesa del nuovo giorno.
C'è il pranzo dalla nonna, come ogni domenica, poi giunge l'ora del gran premio.
Vada come vada, sarà una liberazione.
Guardo accendersi i semafori, mentre Vettel e Hamilton occupano la prima fila.
La gara parte, Hamilton tenta di affiancare Vettel, ma deve resistere. È una gara strana, la loro: dovrebbero interpretare la parte di chi non ha nulla da perdere, ma la realtà è che nulla sembra scontato.
Button, nel frattempo, si installa in terza posizione, con Alonso che è costretto ad accodarsi al quarto posto.
Non fa niente, per ora.
Vincerebbe il campionato con due punti di vantaggio su Vettel e addirittura dieci su Webber, che lo segue, in quinta posizione, tallonato a sua volta da Massa.
Settimo c'è Barrichello.
Ottavo c'è Rosberg.
O Schumacher.
I due sono affiancati, vicinissimi a Barrichello.
Poi Schumacher si gira, da solo, senza essersi toccato con nessuno dei due.
Rimane girato dalla parte opposta, fermo.
Tutti lo schivano.
O meglio, tutti lo schivano, tranne Liuzzi.
La Force India finisce sopra alla Mercedes, c'è fumo e l'immagine non è chiara. In un primo momento ho paura, non vorrei che dall'assistere alla gara che assegna il titolo fossimo passati ad assistere a un incidente serio.
Allarme rientrato, l'incidente è meno serio di quanto sembrava.
Entra la safety car, seguiranno minuti e minuti per pulire la pista.
Schumacher e Liuzzi l'hanno presa bene, sembra.
Ridono e scherzano rientrando a piedi nella pitlane.
Nel frattempo qualcuno decide di fermarsi ai box, effettuando il cambio gomme al primo giro per passare alle gomme di mescola più dura, quelle che consentono di arrivare fino alla fine della gara.
Rientra Rosberg.
Rientra Petrov.
Rientra Alguersuari.
Rientrano le HRT.
Al 6° giro c'è il restart.
Ci sono vetture dei "nuovi team" che hanno vetture più veloci dietro di loro.
Rosberg supera Glock.
Petrov sta per farlo, quando l'inquadratura si sposta.
Si vedono alcuni duelli, uno tra Kubica e Sutil, l'altro tra Barrichello e Kobayashi. Quest'ultimo scontro (non in senso letterale) è pittoresco: Kobayashi supera Barrichello, poi fa uno svarione e perde subito la posizione.
Tutto questo è notevole, ma non è questo che più ci interessa, oggi.
In quarta posizione, il Ferrari Man è inseguito da Webber. Il pilota della Redbull si trova "a sandwich" tra le due Ferrari, forse condannato a rimanere in quella posizione.
Poi, al 9° giro, succede qualcosa.
Per l'esattezza succede che Webber va a sfiorare un muretto, rischiando di mandare all'aria le proprie ultime chance da un momento all'altro.
Quali ultime chance, mi chiederete voi.
Ecco, esatto, questa è proprio una bella domanda: quali ultime chance?
Passa un giro.
Non succede nulla.
Ne passano due.
Non succede ancora nulla.
Poi arriva il 12° giro e Webber, che pare avere danneggiato una gomma sfiorando il muretto, rientra ai box.
Esce nelle retrovie, dietro ad Alguersuari.
Passa un giro.
Non succede nulla.
Arriva il 14° e la Ferrari risponde facendo rientrare ai box il Ferrari Baby. Torna in pista dietro ad Alguersuari e Webber, con quest'ultimo che nel frattempo supera la Toro Rosso, ma ha perso terreno.
Quando Alonso rientrerà ai box, riuscirà a rimanergli senz'altro davanti.
Rientra al 16°.
Rischia di commettere uno svarione, ma tutti fila liscio.
Via radio gli dicono che Webber ha perso tempo dietro ad Alguersuari ai box.
La posizione su Webber, per il Ferrari Man, sembra preservata.
All'apparenza è tutto a posto...
...
...
...
...
...
...invece non è tutto a posto per niente. Tempo pochi giri e, mentre il Ferrari Man è dietro a Petrov, gli viene data un'istruzione abbastanza chiara: "I know you're doing your best, but it's critical to pass".
Webber si sta avvicinando, la posizione di Alonso potrebbe essere a rischio...
...
...
...
...e questa è solo la parte minore del problema. Il VERO problema è che Petrov si è già fermato ai box e come lui anche Rosberg che si trova di due posizioni davanti rispetto a Petrov, con Hulkenberg in mezzo ai due, ma destinato a levarsi di torno quando verrà il momento del suo pitstop.
Se Alonso terminasse la gara dietro a Rosberg e a Petrov, oltre che ai piloti che erano davanti a lui prima della sosta, finirebbe sesto.
Se Vettel dovesse vincere, Alonso dovrebbe arrivare quarto, per diventare campione del mondo.
Vettel è nella posizione migliore per vincere, mentre Alonso non è nella posizione migliore per arrivare quarto.
Al 23° giro Alonso tenta l'attacco su Petrov.
Va male.
Rischia di finire fuori, ma conserva la posizione su Webber.
Un giro più tardi Hamilton si ferma ai box.
Dopo di lui si ferma anche Vettel.
Button è momentaneamente in testa alla gara, ma dovrà fermarsi.
Vettel esce secondo, davanti a Kobayashi e Kubica che sono in lotta tra di loro.
Hamilton supera Kobayashi e si lancia all'inseguimento di Kubica.
Dietro ci sono Sutil, Buemi, Rosberg, Hulkenberg e Petrov, dietro al quale c'è Alonso, che gli sta prendendo le misure. O almeno immagino che gli stia prendendo le misure e che intenda tentare un attacco, prima o poi: DEVE provarci, perché se la matematica non è un'opinione, una volta che avrà superato Petrov avrà comunque altro da fare.
Hamilton, nel frattempo, è negli scarichi di Kubica.
Nelle retrovie l'ala anteriore di Trulli collassa e striscia a terra. Rientra ai box e i meccanici fanno fatica a smontarla per sostituirla.
Kubica mantiene la posizione su Hamilton per diversi giri.
A Hamilton, via radio, ricordano di continuare a provarci.
Nel frattempo MSC, inquadrato ai box, si gira a salutare la telecamera.
Al 34° giro Kobayashi va ai box e Alonso entra in zona punti. Nel frattempo è vicinissimo a Petrov, ma da Sutil fino a Webber sono tutti molto vicini, un po' come in un trenino. Una HRT si fa di lato per lasciare passare tutti.
Hulkenberg esce di escena al 37° giro, quando rientra ai box. Poco dopo è la volta di Buemi, mentre Button attende fino al 40°: tornerà in pista dietro a Hamilton, ma non proprio vicino al compagno di squadra. Kubica e Sutil non si sono ancora fermati.
Alonso è ottavo e nulla è cambiato, se non che ha circa una ventina di secondi di gap nei confronti di Kubica e che Kubica ha pista libera davanti a sé. Nel caso in cui il Ferrari Man riesca a superare Petrov e Rosberg, potrebbe ritrovarsi ad avere a che fare anche con Kubica...
Ventuno secondi.
Ventidue secondi.
Ventitré secondi.
Il trenino ormai non c'è più, Rosberg ha messo spazio tra sé e Petrov, quindi Alonso dovrà recuperargli quattro secondi, prima di andare a superarlo.
Via radio gli ricordano che ha talento e che deve usarlo.
Il gap nei confronti di Kubica diminuisce leggermente, mentre quello nei confronti di Rosberg aumenta.
I giri rimanenti diminuiscono: adesso sono solo dodici e Abu Dhabi non è un tracciato che favorisce i sorpassi...
...
...
...
...
...quindi ci sarà comunque la scusa pronta, più da parte di chi commenta la gara sul web che da parte di chi vi ha preso parte.
Al 46° giro ho la sensazione che succeda qualcosa, nel momento in cui vedo che ci sono bandiere gialle. Non succede nulla: è solo la Virgin di Glock, ferma a lato della pista, in fumo.
Kubica si ferma ai box poco dopo.
Esce davanti a Petrov.
Sutil è l'ultimo a fermarsi, al 48° giro, tornando nelle retrovie da dove era venuto molto tempo prima.
Vettel.
Hamilton.
Button.
Rosberg.
Kubica.
Petrov.
Alonso.
Webber.
Alguersuari.
Massa.
Mancano sette giri, Alonso è a tre posizioni di distanza dal titolo mondiale ed è ancora negli scarichi di Petrov, senza che nulla cambi.
Accenna quasi a un tentativo di sorpasso, quando mancano pochi giri alla fine.
Mette le ruote fuori dalla pista e via radio dicono a Webber che Alonso è vicino e che può tentare di superarlo. Forse dovrebbero anche spiegargli di che cosa stiano parlando, perché è da qualcosa come tre quarti d'ora che Webber si limita a fissare il retrotreno di Alonso... Ma 3' TuTtA KoLpA DeLLa rEdBuLL 3 Dy VèTtéL K3 gL1 StAnNo RuBaNd0 iL MoNdIaL3, peccato che da quando è arrivato a Yas Marina non abbia fatto nulla per dimostrare che stava tentando di vincerlo.
Mancano pochissimi giri, ormai.
Ne mancano due quando un pezzo si stacca dalla Lotus di Trulli.
Rimane in mezzo alla pista, le vetture lo schivano.
Inizia il penultimo giro.
Nulla cambia.
Inizia l'ultimo giro.
Finisce l'ultimo giro.
Vettel taglia il traguardo.
Passano una decina di secondi.
Arriva Hamilton, poi arriva anche Button.
Gli altri sono molto lontani.
Le inquadrature vanno su Alonso.
È vicino a Petrov come non mai.
Ho l'impressione che stavolta ce la farà, che lo supererà poco prima di arrivare sulla linea del traguardo.
La grafica mi informa che sulla linea del traguardo è appena passato Rosberg accaparrandosi la quarta posizione a cui Alonso ambiva, però ho la sensazione che gli insulti non toccheranno a lui.
Non toccheranno neanche a Kubica, che arriva diversi secondi più tardi.
Passa Petrov.
Passa Alonso, settimo.
Passa Webber, ottavo.
Vorrei fare i miei vivi complimenti a Massa, per la sublime gara che ha trascorso fissando il retrotreno di Alguersuari, ma sarebbe un po' stonato: c'era gente più altolocata di lui che oggi faceva la stessa cosa, e non solo nel suo stesso team.
Vettel vince il titolo e piange mentre parla via radio durante il giro d'onore.
Nel giro d'onore Alonso affianca Petrov e si mette a gesticolare contro di lui.
Petrov risponde gesticolando a sua volta e mi auguro che non si incontrino una volta che scenderanno dalle rispettive vetture.
È curioso come il ruolo di Petrov si sia totalmente stravolto, rispetto a un paio d'ore prima. Prima era uno sfasciacarrozze dalle dubbie performance, adesso è uno sfasciacarrozze dalle dubbie performance che ha, a suo modo, condizionato l'esito di un campionato mondiale. È il pilota più detestato dai ferraristi e dai tifosi di Alonso, mentre gli anti-ferraristi e i tifosi degli altri piloti lo considerano un idolo delle folle.
Sul web circolano battute di un certo livello; cose del tipo "Petrov is faster than you, can you confirm you understood that message?"
Giù dal podio vengono inquadrati il padre di Button, la madre di Hamilton e le compagne dei due piloti. Vettel sarà anche un bambino piccolo, ma a quanto pare ad Abu Dhabi c'è andato da solo o, se c'è qualche suo familiare, si guarda bene dall'esporsi all'occhio delle telecamere.
Mi sento leggera.
Mi sento molto più leggera di prima.
Mi sento finalmente libera e non so se sia perché le cose siano andate molto meglio di quanto pensavo oppure se perché sta salendo in me la sensazione che fosse questo il finale dettato da un destino in cui non credo.
Vorrei ridere, vorrei ricordare a tutti che la mia generazione sta arrivando a dominare il mondo.
Vorrei ricordare a qualche simpaticone che se oggi sono felice non devo per forza essere una tifosa della McLaren frustrata che gode delle sofferenze altrui.
Non sono una tifosa della McLaren frustrata.
Non sono una tifosa della McLaren, però non mi sento particolarmente offesa.
Non c'è nulla di offensivo nel tifare per la McLaren e per i suoi piloti e una delle ragioni per cui sarò immensamente grata a questo 2010 è che ho maturato questa conclusione.
Però non concluderò mai di essere una tifosa McLaren, qualunque cosa ne pensi la gente di Answers Yahoo. Posso essere felice del fatto che un pilota abbia vinto il mondiale al volante di una Redbull perché l'idea di un mio coetaneo campione del mondo mi commuove oppure perché mi sta più simpatico di altri piloti anche senza essere una tifosa McLaren. Anzi, la logica suggerisce che la McLaren non c'entri un cavolo in tutto ciò. Se non vado errata tutto ciò che ha ottenuto in questo weekend è stato di piazzare entrambi i suoi piloti sul podio.
RISULTATO: 1. Sebastian Vettel (Redbull), 2. Lewis Hamilton (McLaren), 3. Jenson Button (McLaren), 4. Nico Rosberg (Mercedes), 5. Robert Kubica (Renault), 6. Vitaly Petrov (Renault), 7. Fernando Alonso (Ferrari), 8. Mark Webber (Redbull), 9. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 10. Felipe Massa (Ferrari), 11. Nick Heidfeld (Sauber), 12. Rubens Barrichello (Williams), 13. Adrian Sutil (Force India), 14. Kamui Kobayashi (Sauber), 15. Sebastien Buemi (Toro Rosso), 16. Nico Hulkenberg (Williams), 17. Heikki Kovalainen (Lotus), 18. Lucas Di Grassi (Virgin), 19. Bruno Senna (HRT), 20. Christian Klien (HRT), 21. Jarno Trulli (Lotus), Rit. Timo Glock (Virgin), Rit. Michael Schumacher (Mercedes), Rit. Vitantonio Liuzzi (Force India). ||| VETTEL 256, ALONSO 252, WEBBER 242, HAMILTON 240.
lunedì 29 gennaio 2018
IMSA 2018: 24 Ore di Daytona
In questo weekend è iniziato il campionato IMSA, per intenderci l'endurance americana. Per essere ancora più chiari: il campionato che inizia con la 24 Ore di Daytona, un campionato sul quale ho intenzione di scrivere qualche aggiornamento, nel corso di questa stagione.
Già in passato mi è capitato in alcune occasioni di seguire qualche highlight della 24 Ore di Daytona, di vedere qualche spezzone in diretta o di seguire qualche livetiming: ricordo di avere tifato spudoratamente per Barrichello anni fa, per poi vedere il suo team arrivare secondo, dopodiché ricordo anche le critiche a Taki Inoue a Katherine Legge e alla sua strana vettura di due anni fa.
Al di là della 24 Ore di Daytona il mio intersse si è sempre esaurito dopo la gara più celebre ed è appunto questo che vorrei che cambiasse: nel corso degli ultimi anni mi sono accorta che seguire più serie almeno a livello di highlight o di notizie è una cosa abbastanza fattibile e, per quanto qualcuno potrebbe guardarmi storto quando faccio questa affermazione, lo ribadisco. Seguire più campionati non è tanto diverso dal seguire tre o quattro serie TV, anche se apparentemente molte persone preferiscono guadare tre o quattro serie TV.
Sul sito imsa.tv era possibile seguire la gara in tutti i paesi che non fossero gli States, dove immagino che ci sia una TV che se ne è accaparrata i diritti televisivi, ed è quello che ho fatto in alcuni momenti compresi tra le 20.30 di sabato e le 20.30 di domenica.
Ho seguito un po' subito dopo il termine della prima ora, tra le 21.40 e le 22.15, vedendo dei pitstop e vedendo Filipe Albuquerque in testa con pochi secondi di vantaggio su Tristan Vautier e Felipe Nasr (Felip Nasser, secondo i telecronisti).
Albuquerque era in team con João Barbosa e Christian Fittipaldi, Vautier con Matt McMurry ed Eddie Cheever III (il figlio di quello che noi chiamiamo Eddie Cheever e che gli americani chiamano Eddie Cheever Jr - quello che ha litigato con Marco Andretti quella volta dello spoiler sul GP di Russia, se non sapete di cosa sto parlando ignoratemi), Nasr con Mike Conway, Eric Curran e Stuart Middelton.
In quei frangenti è successo l'inverosimile: una vettura uscita dal pitstop ha perso una ruota, la ruota è finita sull'erba ed è andata a sbattere contro un pannello della Rolex. I telecronisti non se ne sono accorti. Motivazione: stavano parlando di Fernando Alonso. Erano telecronisti americani, non i telecronisti spagnoli di Telecinco.
Nel frattempo, in quella mezz'ora o poco più, ho avuto l'onore di sentire parlare per ben due volte del fatto che Ricky Taylor abbia avuto l'influenza in questi giorni. Purtroppo Taylor lo si è visto rientrare ai box poco dopo per un contatto: i suoi compagni di squadra sono Helio Castroneves e Graham Rahal e, per quanto mi importi poco e niente di Rahal, penso che si sia capito che non provo la stessa indifferenza per H3lio. Anzi, oserei dire che H3lio era il mio preferito, in pista.
Penso che si sia capito che la mia vita è basata su orari un po' "anormali", ma mi sono guardata una decina di minuti di gara intorno alle quattro di notte.
Era già buio anche a Daytona, doveva essere più o meno il bed time dei bambini piccoli come Lando Norris... ma parliamo di cose serie. La prima cosa che ho notato era Castroneves in testa! In quei dieci minuti il suo vantaggio su Albuquerque è variato tra il mezzo secondo scarso e i sette secondi.
Il momento clou è stato quando si è vista una vettura che rallentava, probabilmente direzione box. Poco dopo i telecronisti hanno notato come una vettura si fosse fermata in una via di fuga. A me sembrava la stessa, quindi o ero rintronata io o erano rintronati loro.
Sono andata a letto mentre le vetture iniziavano a fermarsi per un giro di pitstop, consapevole che vedere Castroneves davanti a tutti era bello, ma che mancavano sedici ore e mezza al termine dela gara.
Circa otto ore più tardi, prima di andare a pranzo dalla nonna, ho voluto accertarmi di come fosse la situazione: davanti a tutti c'era João Barbosa, compagno di squadra di Albuquerque e Fittipaldi, mentre in seconda posizione, staccato di venticinque secondi, c'era Castroneves. Al terzo posto, doppiato di un giro, c'era Pippo Nasr, mentre doppiati di ulteriori giri c'erano Bruno Senna e Loic Duval a completare la top-5. A proposito di nostre vecchie conoscenze, erano più indietro di diversi giri Montoya e Alonso. C'era chi al contempo scriveva su Twitter che si aspettava un duello tra di loro e chi invece osservava che c'erano due giri di gap tra di loro. In realtà pare che fossero nello stesso giro.
Alle 15.00 ho appreso con estremo disappunto che Castroneves & team si erano ritirati per problemi tecnici da un paio d'ore. La leadership non era cambiata: in testa c'era Christian Fittipaldi, seguito a breve distanza da Conway. Rimaneva in testa posizione la vettura di Senna / Di Resta / Owen, guidata in quel momento da Will Owen.
La vettura di Conway ha avuto dei problemi e si è ritrovata doppiata, ma sempre comunque in seconda posizione. A consolidare la sua seconda posizione i problemi occorsi al pitstop alla vettura guidata da Owen, ancora ferma quando è transitata in terza posizione la vettura di Romain Dumas (compagno di squadra di Duval). Owen è riuscito a ripartire a spinta ritrovandosi in quinta posizione, dietro anche a Ho-Pin Tung... anzi, per essere più precisi la vettura è ripartita, ma con Paul Di Resta al volante.
Ho seguito fino alle 15.45, più o meno. A quel punto mancavano poco meno di cinque ore al termine della gara.
Due ore dopo, quando di ore ne mancavano tre e mi sono collegata per un breve update, le posizioni in top-3 non erano cambiate: c'era Barbosa al volante, con tre giri di vantaggio su Nasr e quattro su Duval.
Sui social media nel frattempo la situazione si stava calmando, perfino le polemiche tra i tifosi di Montoya e i tifosi di Alonso. Dati i problemi e l'irrilevanza per le posizioni di prestigio dei due (ovviamente citati da soli, perché chi sono Jordan Taylor e Simon Pagenaud? chi sono Lando Norris e Phil Hanson?), presumo che i tifosi dell'uno e i tifosi dell'altro fossero andati a recuperare il sonno perduto o al centro commerciale. La ragione delle polemiche è un'immaginaria polemica tra Montoya e Alonso dovuta a un'intervista in cui Montoya *elogiava* Alonso. Meno male che ci sono anche persone più culturalmente elevate, dove per persone più culturalmente elevate intendo quelle che andavano in giro per il web ad affermare che Pippo Nasr è un FiGoNe B3LiXiMo!!11!!!11!! e Bruno Senna anche, nonostante non possa reggere il confronto con Pippo Nasr.
Quando mancava un'ora al termine della gara, le 19.40 italiane, c'era al comando Albuquerque con un giro di vantaggio nei confronti di Conway, con Colin Braun (compagno di squadra di Duval e Dumas) in terza posizione davanti a Bruno Senna e Antonio Felix Da Costa.
Castroneves era in pista: andando a fare qualche ricerca sui social media ho scoperto che già da ore e ore la sua vettura era tornata in pista. La cosa mi ha fatto piacere, anche se era abbastanza indietro.
Sono tornata per vedere la fine: hanno vinto Filipe Albuquerque, João Barbosa e Christian Fittipaldi (team Mustand Sampling/ Cadillac), con Albuquerque al volante nel momento in cui ha tagliato il traguardo. In seconda posizione si sono classificati Mike Conway, Eric Curran, Stuart Middleton e la nostra vecchia conoscenza Felipe Nasr (Whelen Engineering/ Cadillac), mentre hanno chiuso in terza posizione Jon Bennet, Colin Braun, Romain Dumas e Loic Duval (Core Autosport/ Oreca).
Vorrei segnalare che in quarta posizione hanno concluso due nostre vecchie conoscenze, Bruno Senna e Paul Di Resta, in eam con William Owen e Hugo De Sadeleer (United Autosport/ Ligier). Al quinto posto, segnalo invece Ho-Pin Tung e colleghi (team Jackie Chan/ Oreca), colleghi che nello specifico erano Alex Brundle, Antonio Felix Da Costa e Ferdinand Habsburg.
Oltre alla LMP2, ci sono altre due categorie, GTLM e GTD: le vittorie sono andate rispettivamente a Ryan Briscoe, Scott Dixon e Richard Westbrook (Chip Ganassi/ Ford) e Mirko Bortolotti, Rick Breukers, Rolf Ineichen e Franck Pereira (Grasser/ Lamborghini). Appuntamento al 17 Marzo, con la 12 Ore di Sebring.
Già in passato mi è capitato in alcune occasioni di seguire qualche highlight della 24 Ore di Daytona, di vedere qualche spezzone in diretta o di seguire qualche livetiming: ricordo di avere tifato spudoratamente per Barrichello anni fa, per poi vedere il suo team arrivare secondo, dopodiché ricordo anche le critiche a Taki Inoue a Katherine Legge e alla sua strana vettura di due anni fa.
Al di là della 24 Ore di Daytona il mio intersse si è sempre esaurito dopo la gara più celebre ed è appunto questo che vorrei che cambiasse: nel corso degli ultimi anni mi sono accorta che seguire più serie almeno a livello di highlight o di notizie è una cosa abbastanza fattibile e, per quanto qualcuno potrebbe guardarmi storto quando faccio questa affermazione, lo ribadisco. Seguire più campionati non è tanto diverso dal seguire tre o quattro serie TV, anche se apparentemente molte persone preferiscono guadare tre o quattro serie TV.
Sul sito imsa.tv era possibile seguire la gara in tutti i paesi che non fossero gli States, dove immagino che ci sia una TV che se ne è accaparrata i diritti televisivi, ed è quello che ho fatto in alcuni momenti compresi tra le 20.30 di sabato e le 20.30 di domenica.
Ho seguito un po' subito dopo il termine della prima ora, tra le 21.40 e le 22.15, vedendo dei pitstop e vedendo Filipe Albuquerque in testa con pochi secondi di vantaggio su Tristan Vautier e Felipe Nasr (Felip Nasser, secondo i telecronisti).
Albuquerque era in team con João Barbosa e Christian Fittipaldi, Vautier con Matt McMurry ed Eddie Cheever III (il figlio di quello che noi chiamiamo Eddie Cheever e che gli americani chiamano Eddie Cheever Jr - quello che ha litigato con Marco Andretti quella volta dello spoiler sul GP di Russia, se non sapete di cosa sto parlando ignoratemi), Nasr con Mike Conway, Eric Curran e Stuart Middelton.
In quei frangenti è successo l'inverosimile: una vettura uscita dal pitstop ha perso una ruota, la ruota è finita sull'erba ed è andata a sbattere contro un pannello della Rolex. I telecronisti non se ne sono accorti. Motivazione: stavano parlando di Fernando Alonso. Erano telecronisti americani, non i telecronisti spagnoli di Telecinco.
Nel frattempo, in quella mezz'ora o poco più, ho avuto l'onore di sentire parlare per ben due volte del fatto che Ricky Taylor abbia avuto l'influenza in questi giorni. Purtroppo Taylor lo si è visto rientrare ai box poco dopo per un contatto: i suoi compagni di squadra sono Helio Castroneves e Graham Rahal e, per quanto mi importi poco e niente di Rahal, penso che si sia capito che non provo la stessa indifferenza per H3lio. Anzi, oserei dire che H3lio era il mio preferito, in pista.
Penso che si sia capito che la mia vita è basata su orari un po' "anormali", ma mi sono guardata una decina di minuti di gara intorno alle quattro di notte.
Era già buio anche a Daytona, doveva essere più o meno il bed time dei bambini piccoli come Lando Norris... ma parliamo di cose serie. La prima cosa che ho notato era Castroneves in testa! In quei dieci minuti il suo vantaggio su Albuquerque è variato tra il mezzo secondo scarso e i sette secondi.
Il momento clou è stato quando si è vista una vettura che rallentava, probabilmente direzione box. Poco dopo i telecronisti hanno notato come una vettura si fosse fermata in una via di fuga. A me sembrava la stessa, quindi o ero rintronata io o erano rintronati loro.
Sono andata a letto mentre le vetture iniziavano a fermarsi per un giro di pitstop, consapevole che vedere Castroneves davanti a tutti era bello, ma che mancavano sedici ore e mezza al termine dela gara.
Circa otto ore più tardi, prima di andare a pranzo dalla nonna, ho voluto accertarmi di come fosse la situazione: davanti a tutti c'era João Barbosa, compagno di squadra di Albuquerque e Fittipaldi, mentre in seconda posizione, staccato di venticinque secondi, c'era Castroneves. Al terzo posto, doppiato di un giro, c'era Pippo Nasr, mentre doppiati di ulteriori giri c'erano Bruno Senna e Loic Duval a completare la top-5. A proposito di nostre vecchie conoscenze, erano più indietro di diversi giri Montoya e Alonso. C'era chi al contempo scriveva su Twitter che si aspettava un duello tra di loro e chi invece osservava che c'erano due giri di gap tra di loro. In realtà pare che fossero nello stesso giro.
Alle 15.00 ho appreso con estremo disappunto che Castroneves & team si erano ritirati per problemi tecnici da un paio d'ore. La leadership non era cambiata: in testa c'era Christian Fittipaldi, seguito a breve distanza da Conway. Rimaneva in testa posizione la vettura di Senna / Di Resta / Owen, guidata in quel momento da Will Owen.
La vettura di Conway ha avuto dei problemi e si è ritrovata doppiata, ma sempre comunque in seconda posizione. A consolidare la sua seconda posizione i problemi occorsi al pitstop alla vettura guidata da Owen, ancora ferma quando è transitata in terza posizione la vettura di Romain Dumas (compagno di squadra di Duval). Owen è riuscito a ripartire a spinta ritrovandosi in quinta posizione, dietro anche a Ho-Pin Tung... anzi, per essere più precisi la vettura è ripartita, ma con Paul Di Resta al volante.
Ho seguito fino alle 15.45, più o meno. A quel punto mancavano poco meno di cinque ore al termine della gara.
Due ore dopo, quando di ore ne mancavano tre e mi sono collegata per un breve update, le posizioni in top-3 non erano cambiate: c'era Barbosa al volante, con tre giri di vantaggio su Nasr e quattro su Duval.
Sui social media nel frattempo la situazione si stava calmando, perfino le polemiche tra i tifosi di Montoya e i tifosi di Alonso. Dati i problemi e l'irrilevanza per le posizioni di prestigio dei due (ovviamente citati da soli, perché chi sono Jordan Taylor e Simon Pagenaud? chi sono Lando Norris e Phil Hanson?), presumo che i tifosi dell'uno e i tifosi dell'altro fossero andati a recuperare il sonno perduto o al centro commerciale. La ragione delle polemiche è un'immaginaria polemica tra Montoya e Alonso dovuta a un'intervista in cui Montoya *elogiava* Alonso. Meno male che ci sono anche persone più culturalmente elevate, dove per persone più culturalmente elevate intendo quelle che andavano in giro per il web ad affermare che Pippo Nasr è un FiGoNe B3LiXiMo!!11!!!11!! e Bruno Senna anche, nonostante non possa reggere il confronto con Pippo Nasr.
Quando mancava un'ora al termine della gara, le 19.40 italiane, c'era al comando Albuquerque con un giro di vantaggio nei confronti di Conway, con Colin Braun (compagno di squadra di Duval e Dumas) in terza posizione davanti a Bruno Senna e Antonio Felix Da Costa.
Castroneves era in pista: andando a fare qualche ricerca sui social media ho scoperto che già da ore e ore la sua vettura era tornata in pista. La cosa mi ha fatto piacere, anche se era abbastanza indietro.
Sono tornata per vedere la fine: hanno vinto Filipe Albuquerque, João Barbosa e Christian Fittipaldi (team Mustand Sampling/ Cadillac), con Albuquerque al volante nel momento in cui ha tagliato il traguardo. In seconda posizione si sono classificati Mike Conway, Eric Curran, Stuart Middleton e la nostra vecchia conoscenza Felipe Nasr (Whelen Engineering/ Cadillac), mentre hanno chiuso in terza posizione Jon Bennet, Colin Braun, Romain Dumas e Loic Duval (Core Autosport/ Oreca).
Vorrei segnalare che in quarta posizione hanno concluso due nostre vecchie conoscenze, Bruno Senna e Paul Di Resta, in eam con William Owen e Hugo De Sadeleer (United Autosport/ Ligier). Al quinto posto, segnalo invece Ho-Pin Tung e colleghi (team Jackie Chan/ Oreca), colleghi che nello specifico erano Alex Brundle, Antonio Felix Da Costa e Ferdinand Habsburg.
Oltre alla LMP2, ci sono altre due categorie, GTLM e GTD: le vittorie sono andate rispettivamente a Ryan Briscoe, Scott Dixon e Richard Westbrook (Chip Ganassi/ Ford) e Mirko Bortolotti, Rick Breukers, Rolf Ineichen e Franck Pereira (Grasser/ Lamborghini). Appuntamento al 17 Marzo, con la 12 Ore di Sebring.
domenica 28 gennaio 2018
Riviviamo i Commenti ai Gran Premi: Brasile 2010
Nel 2007/2008 nascevano i commenti ai Gran Premi, quando ancora guardavo il web come spettatrice.
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010.
***
Brasile 2010: A volte si può essere eroi per un giorno, ma se quel giorno è sabato allora era il giorno sbagliato
Quando è sabato e a Interlagos la pista si sta asciugando, potrebbero succedere tante cose.
Potrebbero succedere tante cose, ma non succedono.
La Q1 non dà risultati che vanno oltre le aspettative:
24° Senna
23° Klien
22° Di Grassi
21° Kovalainen
20° Trulli
19° Glock
18° Sutil
Non c'è più Yamamoto.
Non è chiaro dove sia andato a finire. Forse non aveva abbastanza sponsor per finire la stagione, quindi gli è venuto un altro attacco di diarrea.
Sutil retrocesso di cinque posizioni per l'incidente con Kobayashi a Yeongam.
Si passa alla Q2. Anche stavolta non è che si vada poi così tanto oltre le aspettative:
17° Liuzzi
16° Heidfeld
15° Buemi
14° Alguersuari
13° Rosberg
12° Kobayashi
11° Button
Anche Buemi viene retrocesso di cinque posizioni, per l'incidente con Glock a Yeongan.
Ad ogni modo è appena successa una cosa di un certo livello: una sola Mercedes è passata in Q3 e si tratta della Mercedes di Schumacher!
In Q3 la pista è asciutta abbastanza che qualcuno potrebbe azzardare, passando alle gomme slick invece che alle intermedie.
Solo Hulkenberg, di fatto, decide di passar alle slick.
Il mondo ride di lui.
10° Petrov
9° Massa
8° Schumacher
7° Kubica
6° Barrichello
5° Alonso
4° Hamilton
3° Webber
2° Vettel...
...
...
...
...ed è esattamente adesso, quando Hulkenberg stacca Vettel di oltre un secondo e si porta in testa alla classifica, che il mondo smette di ridere.
Cose che in Formula 1 raramente succedono, ma che comunque possono succedere: mentre i contendenti al titolo cercano di accaparrarsi un'ambita pole, arriva un ragazzino che rischia di essere a piedi tra appena una settimana che, al volante di una Williams motorizzata Cosworth, mette in fila tutti.
Qualcuno potrebbe osservare che è una storia bellissima, una di quelle che un giorno racconteremo ai nostri figli.
No.
No.
No.
Non possiamo raccontare nulla di tutto ciò ai nostri figli.
Non possiamo traumatizzare dei bambini raccontandogli: sai, un sabato di tanti anni fa un certo Nicolas Hulkenberg ottenne una pole position. Il giorno dopo partì davanti a tutti, con la consapevolezza di non avere nessuna chance e che tanti piloti avrebbero terminato la gara davanti a lui.
La pole position di Hulkenberg è l'ennesima prova che la teoria di Leopardi secondo cui la cosa più bella della domenica è il sabato corrispondesse a verità.
Arriva la domenica.
Arriva il tardo pomeriggio.
Arriva l'ora del gran premio del Brasile, stavolta senza pioggia.
Si parte e Vettel va in testa.
Hulkenberg ha anche provato a sbarrargli la strada, ma penso che in quel momento Vettel gli abbia suggerito di andare a comprare una crema che fa scomparire i brufoli o qualcosa del genere.
Poco dopo tocca a Webber.
Hulkenberg si accomoda al terzo posto, con la consapevolezza che il prossimo è nientemeno che Fernando Alonso, eroe dei ferraristi.
Ha passato Hamilton, in qualche momento, ma eravamo tutti troppo impegnati a seguire le gesta di Hulkenberg per prenderlo in considerazione.
Sììììì, snobbiamo Alonso per Hulkenberg: almeno per cinque minuti ci possiamo permettere di farlo e acclamare a nostro eroe uno che fino a poco più di ventiquattro ore fa non prendevamo neanche in considerazione!
Per la questione della mia gerarchia di preferenze, per l'identità del prossimo campione del mondo, in cima alle quali non sta sicuramente il Ferrari Man, sono anche soddisfatta di quello che vedo.
Ad Alonso tocca aspettare fino al settimo giro, per prendersi il terzo posto. Nel frattempo Hulkenberg cerca di rimanere aggrappato a quella posizione più che può.
Poi, quando lo passa Alonso, è l'inizio della fine, quella fine che in realtà è già iniziata quando si sono spente le luci rosse e la gara ha avuto inizio.
Quello successivo è Hamilton.
Dopo di Hamilton ne verranno altri.
Ormai, comunque, a nessuno importa più niente di Hulkenberg: l'unica gara che sembra degna di essere seguita è quella che va in scena davanti, dove le Redbull sono in prima e seconda posizione, con Alonso terzo a inseguire.
La situazione sembra stabile, davanti. Tutto lascia pensare che Webber vincerà e che Alonso arriverà terzo. Alonso resterebbe in testa alla classifica, ma con appena un punto di margine.
Nel frattempo la gara procede tranquilla, senza particolari colpi di scena. Si segnala che:
> Button e Massa anticipano la sosta, fermandosi dopo pochi giri di gara;
> dopo il pitstop Massa deve rientrare per una ruota non fissata bene, tornando in pista nelle retrovie;
> a Button le cose vanno bene e, nel corso della gara, si porterà al quinto posto con un sorpasso su nientemeno che Kobayashi (che però concluderà la gara ai margini della top-ten;
> entra la safety car dopo una cinquantina di giri per un incidente di Liuzzi;
> oltre a Liuzzi non si ritira nessuno, anche se si segnala che Klien è partito con alcuni giri di ritardo dai box per problemi tecnici e che non è chiaro che cosa succeda a Di Grassi, che è ancora in pista al termine del gran premio, ma che non ha completato il 90% della percorrenza.
La situazione davanti è ancora stabile.
È un po' troppo stabile per le aspettative mie e di tutti.
Vettel.
Webber.
Alonso.
Non succede nulla.
Non succede quello che, in un modo o nell'altro, dovrebbe succedere.
È la penultima gara della stagione.
È la gara in cui a Vettel dovrebbe capitare qualche genere di problema campato in aria e in cui qualcuno dovrebbe dirgli che deve risparmiare carburante e rallentare.
La Redbull fa doppietta e porta a casa il campionato costruttori.
Webber, che avrebbe potuto essere ad appena 1 punto di distacco da Alonso, è più indietro di 8 punti. Vettel è staccato di 15 punti e, ironia della sorte, anche Hamilton è ancora in lotta per il titolo, perché ha 24 punti di meno di Alonso. Ad Abu Dhabi il titolo se lo giocheranno in quattro, o almeno questo è quanto dice la matematica.
ALONSO VINCE IL MONDIALE SE:
> vince la gara o arriva secondo;
> arriva terzo o quarto e Webber non vince;
> arriva quinto e la gara non viene vinta da Webber o Vettel;
> arriva sesto, se Webber e Vettel non vincono e Webber non arriva secondo;
> arriva settimo o ottavo, se Webber arriva dalla quarta posizione in poi e Vettel non vince;
> arriva nono, se Webber arriva dalla quinta posizione in poi e Vettel non vince;
> arriva decimo, se Webber arriva dalla sesta posizione in poi e Vettel né vince e arriva secondo;
> non arriva a punti, se Webber arriva dalla sesta posizione in poi, Vettel dalla quarta posizione in poi e Hamilton non vince;
WEBBER VINCE IL MONDIALE SE:
> vince la gara con Alonso dalla terza posizione in poi;
> arriva secondo, con Alonso dalla sesta posizione in poi, e Vettel non vince;
> arriva terzo, con Alonso dalla settima posizione in poi, e Vettel non vince;
> arriva quarto, se Alonso arriva dall'ottava posizione in poi e Vettel non vince;
> arriva quinto, se Alonso arriva dalla nona posizione in poi e Vettel non vince o non arriva secondo;
VETTEL VINCE IL MONDIALE SE:
> vince la gara, con Alonso quinto o peggio;
> arriva secondo, se Alonso arriva dalla nona posizione in poi e Webber non vince;
HAMILTON VINCE IL MONDIALE SE:
> vince la gara, Alonso non arriva a punti, Webber arriva dalla settima posizione in poi e Vettel non arriva secondo...
...
...
...Hamilton: "Praticamente mi stai dicendo che ho il mondiale in tasca."
L'Autrice(C): "In un certo senso..."
Hamilton: "Dopotutto è facilissimo che succeda tutto quello che hai esposto all'ultimo punto. Ad ogni modo se Alonso, Webber e Vettel arrivassero in quelle posizioni, non vedo chi altro potrebbe vincere la gara."
Button: "Ci sono io."
Hamilton: "Non so perché, ma non mi ispiri fiducia."
Button: "Neanche al resto della popolazione mondiale, purtroppo."
Hamilton: "Va beh, c'è di peggio."
Button: "Del tipo?"
Hamilton: "La posizione finale di Hulk."
Button: "Deve essere l'effetto degli accidenti che gli abbiamo tirato tutti quanti in branco per averci ridicolizzati ieri. Quel poppante dovrebbe stare al posto suo."
Hamilton: "Ovvero?"
Button: "Ovvero la scuola materna."
Hamilton: "Ho sempre saputo che sotto sotto sei ancora un bullo e che hai l'abitudine di maltrattare i bambini piccoli."
Button: "E l'anno scorsi eri anche tu un bambino piccolo."
Hamilton: "Non è vero."
Button: "Lo sei ancora."
Hamilton: "Noi bambini piccoli veniamo maltrattati da tutto il paddock."
Schumacher: "A me pare che ci sia anche qualche bambino piccolo che maltratta noi anziani."
Button: "Taci, nonno."
Hamilton: "Vedo che fai il bullo proprio con tutti... devi averla come abitudine."
Button: "Sì, perché io sono figo e voi no."
Hulk: "Perché non la smettete di parlare e non state a sentire che cos'ha da dire il vero eroe di questo campionato?"
Button: "Saresti tu?"
Hulk: "No, non sono io, ma il gallo cedrone."
Kova: "Perché dovrei avere qualcosa da dire? Io voglio solo andare a bere alcool e a rintanarmi in una sauna."
Hulk: "Smettila di comportarti come se fossi Iceman!"
Kova: "A proposito, chissà dov'è Iceman..."
Hulk: "A nessuno importa niente di quel pupazzo di neve."
Hamilton: "A me importa tanto, invece. A parte avermi sottratto un mondiale, quando ero un bambino piccolo mi ha sempre rispettato. Di solito preferiva tacere, piuttosto che criticarmi perché non mi era ancora spuntata la barba."
Hulk: "Cos'è la barba?"
Heidfeld: "Se vuoi te lo spiego io."
E mentre Heidfeld prova a spiegare a Hulkenberg che cosa sia la barba, non mi resta altro da fare che darvi appuntamento al Gran Premio di Abu Dhabi!
RISULTATO: 1. Sebastian Vettel (Redbull), 2. Mark Webber (Redbull), 3. Fernando Alonso (Ferrari), 4. Lewis Hamilton (McLaren), 5. Jenson Button (McLaren), 6. Nico Rosberg (Mercedes), 7. Michael Schumacher (Mercedes), 8. Nico Hulkenberg (Williams), 9. Robert Kubica (Renault), 10. Kamui Kobayashi (Sauber), 11. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 12. Adrian Sutil (Force India), 13. Sebastien Buemi (Toro Rosso), 14. Rubens Barrichello (Williams), 15. Felipe Massa (Ferrari), 16. Vitaly Petrov (Renault), 17. Nick Heidfeld (Sauber), 18. Heikki Kovalainen (Lotus), 19. Jarno Trulli (Lotus), 20. Timo Glock (Virgin), 21. Bruno Senna (HRT), 22. Christian Klien (HRT), 23. Lucas Di Grassi (Virgin), Rit. Vitantonio Liuzzi (Force India).
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010.
***
Brasile 2010: A volte si può essere eroi per un giorno, ma se quel giorno è sabato allora era il giorno sbagliato
Quando è sabato e a Interlagos la pista si sta asciugando, potrebbero succedere tante cose.
Potrebbero succedere tante cose, ma non succedono.
La Q1 non dà risultati che vanno oltre le aspettative:
24° Senna
23° Klien
22° Di Grassi
21° Kovalainen
20° Trulli
19° Glock
18° Sutil
Non c'è più Yamamoto.
Non è chiaro dove sia andato a finire. Forse non aveva abbastanza sponsor per finire la stagione, quindi gli è venuto un altro attacco di diarrea.
Sutil retrocesso di cinque posizioni per l'incidente con Kobayashi a Yeongam.
Si passa alla Q2. Anche stavolta non è che si vada poi così tanto oltre le aspettative:
17° Liuzzi
16° Heidfeld
15° Buemi
14° Alguersuari
13° Rosberg
12° Kobayashi
11° Button
Anche Buemi viene retrocesso di cinque posizioni, per l'incidente con Glock a Yeongan.
Ad ogni modo è appena successa una cosa di un certo livello: una sola Mercedes è passata in Q3 e si tratta della Mercedes di Schumacher!
In Q3 la pista è asciutta abbastanza che qualcuno potrebbe azzardare, passando alle gomme slick invece che alle intermedie.
Solo Hulkenberg, di fatto, decide di passar alle slick.
Il mondo ride di lui.
10° Petrov
9° Massa
8° Schumacher
7° Kubica
6° Barrichello
5° Alonso
4° Hamilton
3° Webber
2° Vettel...
...
...
...
...ed è esattamente adesso, quando Hulkenberg stacca Vettel di oltre un secondo e si porta in testa alla classifica, che il mondo smette di ridere.
Cose che in Formula 1 raramente succedono, ma che comunque possono succedere: mentre i contendenti al titolo cercano di accaparrarsi un'ambita pole, arriva un ragazzino che rischia di essere a piedi tra appena una settimana che, al volante di una Williams motorizzata Cosworth, mette in fila tutti.
Qualcuno potrebbe osservare che è una storia bellissima, una di quelle che un giorno racconteremo ai nostri figli.
No.
No.
No.
Non possiamo raccontare nulla di tutto ciò ai nostri figli.
Non possiamo traumatizzare dei bambini raccontandogli: sai, un sabato di tanti anni fa un certo Nicolas Hulkenberg ottenne una pole position. Il giorno dopo partì davanti a tutti, con la consapevolezza di non avere nessuna chance e che tanti piloti avrebbero terminato la gara davanti a lui.
La pole position di Hulkenberg è l'ennesima prova che la teoria di Leopardi secondo cui la cosa più bella della domenica è il sabato corrispondesse a verità.
Arriva la domenica.
Arriva il tardo pomeriggio.
Arriva l'ora del gran premio del Brasile, stavolta senza pioggia.
Si parte e Vettel va in testa.
Hulkenberg ha anche provato a sbarrargli la strada, ma penso che in quel momento Vettel gli abbia suggerito di andare a comprare una crema che fa scomparire i brufoli o qualcosa del genere.
Poco dopo tocca a Webber.
Hulkenberg si accomoda al terzo posto, con la consapevolezza che il prossimo è nientemeno che Fernando Alonso, eroe dei ferraristi.
Ha passato Hamilton, in qualche momento, ma eravamo tutti troppo impegnati a seguire le gesta di Hulkenberg per prenderlo in considerazione.
Sììììì, snobbiamo Alonso per Hulkenberg: almeno per cinque minuti ci possiamo permettere di farlo e acclamare a nostro eroe uno che fino a poco più di ventiquattro ore fa non prendevamo neanche in considerazione!
Per la questione della mia gerarchia di preferenze, per l'identità del prossimo campione del mondo, in cima alle quali non sta sicuramente il Ferrari Man, sono anche soddisfatta di quello che vedo.
Ad Alonso tocca aspettare fino al settimo giro, per prendersi il terzo posto. Nel frattempo Hulkenberg cerca di rimanere aggrappato a quella posizione più che può.
Poi, quando lo passa Alonso, è l'inizio della fine, quella fine che in realtà è già iniziata quando si sono spente le luci rosse e la gara ha avuto inizio.
Quello successivo è Hamilton.
Dopo di Hamilton ne verranno altri.
Ormai, comunque, a nessuno importa più niente di Hulkenberg: l'unica gara che sembra degna di essere seguita è quella che va in scena davanti, dove le Redbull sono in prima e seconda posizione, con Alonso terzo a inseguire.
La situazione sembra stabile, davanti. Tutto lascia pensare che Webber vincerà e che Alonso arriverà terzo. Alonso resterebbe in testa alla classifica, ma con appena un punto di margine.
Nel frattempo la gara procede tranquilla, senza particolari colpi di scena. Si segnala che:
> Button e Massa anticipano la sosta, fermandosi dopo pochi giri di gara;
> dopo il pitstop Massa deve rientrare per una ruota non fissata bene, tornando in pista nelle retrovie;
> a Button le cose vanno bene e, nel corso della gara, si porterà al quinto posto con un sorpasso su nientemeno che Kobayashi (che però concluderà la gara ai margini della top-ten;
> entra la safety car dopo una cinquantina di giri per un incidente di Liuzzi;
> oltre a Liuzzi non si ritira nessuno, anche se si segnala che Klien è partito con alcuni giri di ritardo dai box per problemi tecnici e che non è chiaro che cosa succeda a Di Grassi, che è ancora in pista al termine del gran premio, ma che non ha completato il 90% della percorrenza.
La situazione davanti è ancora stabile.
È un po' troppo stabile per le aspettative mie e di tutti.
Vettel.
Webber.
Alonso.
Non succede nulla.
Non succede quello che, in un modo o nell'altro, dovrebbe succedere.
È la penultima gara della stagione.
È la gara in cui a Vettel dovrebbe capitare qualche genere di problema campato in aria e in cui qualcuno dovrebbe dirgli che deve risparmiare carburante e rallentare.
La Redbull fa doppietta e porta a casa il campionato costruttori.
Webber, che avrebbe potuto essere ad appena 1 punto di distacco da Alonso, è più indietro di 8 punti. Vettel è staccato di 15 punti e, ironia della sorte, anche Hamilton è ancora in lotta per il titolo, perché ha 24 punti di meno di Alonso. Ad Abu Dhabi il titolo se lo giocheranno in quattro, o almeno questo è quanto dice la matematica.
ALONSO VINCE IL MONDIALE SE:
> vince la gara o arriva secondo;
> arriva terzo o quarto e Webber non vince;
> arriva quinto e la gara non viene vinta da Webber o Vettel;
> arriva sesto, se Webber e Vettel non vincono e Webber non arriva secondo;
> arriva settimo o ottavo, se Webber arriva dalla quarta posizione in poi e Vettel non vince;
> arriva nono, se Webber arriva dalla quinta posizione in poi e Vettel non vince;
> arriva decimo, se Webber arriva dalla sesta posizione in poi e Vettel né vince e arriva secondo;
> non arriva a punti, se Webber arriva dalla sesta posizione in poi, Vettel dalla quarta posizione in poi e Hamilton non vince;
WEBBER VINCE IL MONDIALE SE:
> vince la gara con Alonso dalla terza posizione in poi;
> arriva secondo, con Alonso dalla sesta posizione in poi, e Vettel non vince;
> arriva terzo, con Alonso dalla settima posizione in poi, e Vettel non vince;
> arriva quarto, se Alonso arriva dall'ottava posizione in poi e Vettel non vince;
> arriva quinto, se Alonso arriva dalla nona posizione in poi e Vettel non vince o non arriva secondo;
VETTEL VINCE IL MONDIALE SE:
> vince la gara, con Alonso quinto o peggio;
> arriva secondo, se Alonso arriva dalla nona posizione in poi e Webber non vince;
HAMILTON VINCE IL MONDIALE SE:
> vince la gara, Alonso non arriva a punti, Webber arriva dalla settima posizione in poi e Vettel non arriva secondo...
...
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...Hamilton: "Praticamente mi stai dicendo che ho il mondiale in tasca."
L'Autrice(C): "In un certo senso..."
Hamilton: "Dopotutto è facilissimo che succeda tutto quello che hai esposto all'ultimo punto. Ad ogni modo se Alonso, Webber e Vettel arrivassero in quelle posizioni, non vedo chi altro potrebbe vincere la gara."
Button: "Ci sono io."
Hamilton: "Non so perché, ma non mi ispiri fiducia."
Button: "Neanche al resto della popolazione mondiale, purtroppo."
Hamilton: "Va beh, c'è di peggio."
Button: "Del tipo?"
Hamilton: "La posizione finale di Hulk."
Button: "Deve essere l'effetto degli accidenti che gli abbiamo tirato tutti quanti in branco per averci ridicolizzati ieri. Quel poppante dovrebbe stare al posto suo."
Hamilton: "Ovvero?"
Button: "Ovvero la scuola materna."
Hamilton: "Ho sempre saputo che sotto sotto sei ancora un bullo e che hai l'abitudine di maltrattare i bambini piccoli."
Button: "E l'anno scorsi eri anche tu un bambino piccolo."
Hamilton: "Non è vero."
Button: "Lo sei ancora."
Hamilton: "Noi bambini piccoli veniamo maltrattati da tutto il paddock."
Schumacher: "A me pare che ci sia anche qualche bambino piccolo che maltratta noi anziani."
Button: "Taci, nonno."
Hamilton: "Vedo che fai il bullo proprio con tutti... devi averla come abitudine."
Button: "Sì, perché io sono figo e voi no."
Hulk: "Perché non la smettete di parlare e non state a sentire che cos'ha da dire il vero eroe di questo campionato?"
Button: "Saresti tu?"
Hulk: "No, non sono io, ma il gallo cedrone."
Kova: "Perché dovrei avere qualcosa da dire? Io voglio solo andare a bere alcool e a rintanarmi in una sauna."
Hulk: "Smettila di comportarti come se fossi Iceman!"
Kova: "A proposito, chissà dov'è Iceman..."
Hulk: "A nessuno importa niente di quel pupazzo di neve."
Hamilton: "A me importa tanto, invece. A parte avermi sottratto un mondiale, quando ero un bambino piccolo mi ha sempre rispettato. Di solito preferiva tacere, piuttosto che criticarmi perché non mi era ancora spuntata la barba."
Hulk: "Cos'è la barba?"
Heidfeld: "Se vuoi te lo spiego io."
E mentre Heidfeld prova a spiegare a Hulkenberg che cosa sia la barba, non mi resta altro da fare che darvi appuntamento al Gran Premio di Abu Dhabi!
RISULTATO: 1. Sebastian Vettel (Redbull), 2. Mark Webber (Redbull), 3. Fernando Alonso (Ferrari), 4. Lewis Hamilton (McLaren), 5. Jenson Button (McLaren), 6. Nico Rosberg (Mercedes), 7. Michael Schumacher (Mercedes), 8. Nico Hulkenberg (Williams), 9. Robert Kubica (Renault), 10. Kamui Kobayashi (Sauber), 11. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 12. Adrian Sutil (Force India), 13. Sebastien Buemi (Toro Rosso), 14. Rubens Barrichello (Williams), 15. Felipe Massa (Ferrari), 16. Vitaly Petrov (Renault), 17. Nick Heidfeld (Sauber), 18. Heikki Kovalainen (Lotus), 19. Jarno Trulli (Lotus), 20. Timo Glock (Virgin), 21. Bruno Senna (HRT), 22. Christian Klien (HRT), 23. Lucas Di Grassi (Virgin), Rit. Vitantonio Liuzzi (Force India).
sabato 27 gennaio 2018
Grand Prix, uno dei più famosi film sulla Formula 1
Penso che siano ben pochi gli appassionati di motori che non hanno mai sentito parlare di "Grand Prix", film del 1966, prodotto dal regista statunitense John Frankenheimer. Questo film è spesso usato come termine di paragone, specie allo scopo di sminuire gli altri film, talvolta da persone che l'hanno visto, talvolta da persone che ripetono a pappagallo quello che hanno sentito dire da altri. Questa è una delle ragioni per cui non ho mai parlato di "Grand Prix" finora: perché non l'avevo mai visto e, finché non fossi riuscita a guardarlo, non avrei voluto esprimere il mio punto di vista in proposito.
Adesso quel momento è arrivato, la scorsa settimana ho avuto modo di guardare il film, e finalmente sono pronta per parlarne.
Voglio tuttavia fare alcune precisazioni: prima di tutto questa non è da ritenersi una vera e propria recensione e, in secondo luogo, da ignorante in materia di cinema (dopotutto scrivo commenti ironici ai gran premi, quando sono in giro per il web, non mi faccio una cultura cinematografica), non saprei giudicare attori per le loro qualità di recitazione o quant'altro e sinceramente il nome del regista e i nomi degli attori, quando li ho letti, mi sono sembrati semplicemente dei nomi, non sapevo di chi si trattasse.
Finite le precisazioni, andiamo con quello che conta davvero.
Il film fu realizzato con la collaborazione di vari team di Formula 1 e piloti. Tra i team si segnalano BRM, Ferrari.
Per le scene di gara vennero utilizzati in parte filmati di vere gare e, per il resto, scene registrate utilizzando vetture di Formula 3. Ci furono anche inquadrature on-board e inquadrature dall'alto e, tenendo conto dei tempi (si tratta pur sempre di un film di oltre mezzo secolo fa), fu qualcosa di molto innovativo.
Nel film apparivano i circuiti di Monaco, Clermont-Ferrandi, Spa, Brands Hatch e Monza.
Il film segue le vicende, legate alle competizioni e alla vita privata, di quattro piloti: un veterano italo-francese e un giovane italiano che gareggiano per la Ferrari, un britannico pilota della BMR che si infortuna all'inizio del film e ritorna in gara sul finale, nonché un americano ingaggiato da un team giapponese tale Yamura (per tale team furono utilizzate delle McLaren ridipinte).
Alla fine tutti e quattro sono ancora in lotta per il titolo: l'italo-francese ha un incidente mortale mentre sta rimontando dalle retrovie, il suo compagno di squadra non finisce la gara in quanto il team si ritira e rimangono il britannico e l'americano a duellare fino all'ultima curva: la vittoria va all'americano e, nel corso dei festeggiamenti (ai quali come in ogni film sul motorsport che si rispetti partecipa con gioia anche il secondo classificato), giunge la notizia della morte del loro collega.
La parte del film dedicata alle gare è a mio parere molto ben fatta e, da questo punto di vista, condivido in pieno il giudizio che va per la maggiore: non solo è ben fatta, ma è anche molto coinvolgente. Il film si apre con diversi minuti ambientati nel corso del gran premio di Montecarlo e ciò affascina... a mio parere un po' di più della vita privata dei protagonisti: quella parte l'ho trovata a lungo andare un po' pesante, specie alla luce del fatto che il film dura tre ore e la parte sul privato sembra avere come unico scopo quello di mostrare che i piloti non riescono ad avere un matrimonio/ fidanzamento felice, tuttavia preferiscono essere infelici dal punto di vista sentimentale, ma avere necessariamente una moglie o una fidanzata fissa. In più il pilota americano ha anche una breve relazione con la moglie del britannico, suo ex compagno di squadra, nella parte iniziale del film.
In sintesi, film molto ben fatto per la parte legata alle gare, trama non troppo coinvolgente per il resto. Come ultima nota negativa aggiungerei che i risultati del campionato non sono molto chiari. Mi è parso di capire che tutto il film sia ambientato nella stessa stagione. Tuttavia il pilota che si infortunava all'inizio, è in lotta per il titolo fino all'ultima curva dell'ultimo gran premio stagionale, e questo aspetto non l'ho compreso molto bene.
In sintesi: ottimo film, ma un po' troppo lungo ed estenuante per i miei standard. Non sono una grande fan dei film che durano tre ore.
EDIT. Si ringrazia il mio lettore S.C. per avermi fatto notare che il pilota inglese ha vinto al Nurburgring e a Watkins Glen, alle quali si accenna soltanto.
Adesso quel momento è arrivato, la scorsa settimana ho avuto modo di guardare il film, e finalmente sono pronta per parlarne.
Voglio tuttavia fare alcune precisazioni: prima di tutto questa non è da ritenersi una vera e propria recensione e, in secondo luogo, da ignorante in materia di cinema (dopotutto scrivo commenti ironici ai gran premi, quando sono in giro per il web, non mi faccio una cultura cinematografica), non saprei giudicare attori per le loro qualità di recitazione o quant'altro e sinceramente il nome del regista e i nomi degli attori, quando li ho letti, mi sono sembrati semplicemente dei nomi, non sapevo di chi si trattasse.
Finite le precisazioni, andiamo con quello che conta davvero.
Il film fu realizzato con la collaborazione di vari team di Formula 1 e piloti. Tra i team si segnalano BRM, Ferrari.
Per le scene di gara vennero utilizzati in parte filmati di vere gare e, per il resto, scene registrate utilizzando vetture di Formula 3. Ci furono anche inquadrature on-board e inquadrature dall'alto e, tenendo conto dei tempi (si tratta pur sempre di un film di oltre mezzo secolo fa), fu qualcosa di molto innovativo.
Nel film apparivano i circuiti di Monaco, Clermont-Ferrandi, Spa, Brands Hatch e Monza.
Il film segue le vicende, legate alle competizioni e alla vita privata, di quattro piloti: un veterano italo-francese e un giovane italiano che gareggiano per la Ferrari, un britannico pilota della BMR che si infortuna all'inizio del film e ritorna in gara sul finale, nonché un americano ingaggiato da un team giapponese tale Yamura (per tale team furono utilizzate delle McLaren ridipinte).
Alla fine tutti e quattro sono ancora in lotta per il titolo: l'italo-francese ha un incidente mortale mentre sta rimontando dalle retrovie, il suo compagno di squadra non finisce la gara in quanto il team si ritira e rimangono il britannico e l'americano a duellare fino all'ultima curva: la vittoria va all'americano e, nel corso dei festeggiamenti (ai quali come in ogni film sul motorsport che si rispetti partecipa con gioia anche il secondo classificato), giunge la notizia della morte del loro collega.
La parte del film dedicata alle gare è a mio parere molto ben fatta e, da questo punto di vista, condivido in pieno il giudizio che va per la maggiore: non solo è ben fatta, ma è anche molto coinvolgente. Il film si apre con diversi minuti ambientati nel corso del gran premio di Montecarlo e ciò affascina... a mio parere un po' di più della vita privata dei protagonisti: quella parte l'ho trovata a lungo andare un po' pesante, specie alla luce del fatto che il film dura tre ore e la parte sul privato sembra avere come unico scopo quello di mostrare che i piloti non riescono ad avere un matrimonio/ fidanzamento felice, tuttavia preferiscono essere infelici dal punto di vista sentimentale, ma avere necessariamente una moglie o una fidanzata fissa. In più il pilota americano ha anche una breve relazione con la moglie del britannico, suo ex compagno di squadra, nella parte iniziale del film.
In sintesi, film molto ben fatto per la parte legata alle gare, trama non troppo coinvolgente per il resto. Come ultima nota negativa aggiungerei che i risultati del campionato non sono molto chiari. Mi è parso di capire che tutto il film sia ambientato nella stessa stagione. Tuttavia il pilota che si infortunava all'inizio, è in lotta per il titolo fino all'ultima curva dell'ultimo gran premio stagionale, e questo aspetto non l'ho compreso molto bene.
In sintesi: ottimo film, ma un po' troppo lungo ed estenuante per i miei standard. Non sono una grande fan dei film che durano tre ore.
EDIT. Si ringrazia il mio lettore S.C. per avermi fatto notare che il pilota inglese ha vinto al Nurburgring e a Watkins Glen, alle quali si accenna soltanto.
venerdì 26 gennaio 2018
Riviviamo i Commenti ai Gran Premi: Corea 2010
Nel 2007/2008 nascevano i commenti ai Gran Premi, quando ancora guardavo il web come spettatrice.
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010.
***
Corea 2010: Plot-twist
Ci sono momenti in cui decidi di lasciare che il mondo vada avanti senza di te. Lasci che le qualifiche facciano il proprio corso.
Dormi.
Qualcuno potrebbe dirti che te ne freghi, ma non è così.
La verità è che in realtà non te ne freghi affatto, ma sai che non puoi stare dietro a tutto e che questa è l'unica notte in cui ti è permesso di dormire.
Arriverà il momento di leggere il risultato delle qualifiche.
Arriverà e ti dirai che tutto prosegue con gli standard a cui sei abituata e questa è la griglia di partenza (prima della retrocessione di Petrov di cinque posizioni per l'incidente innescato al via del GP del Giappone):
1^ fila: Vettel - Webber
2^ fila: Alonso - Hamilton
3^ fila: Rosberg - Massa
4^ fila: Button - Kubica
5^ fila: Schumacher - Barrichello
6^ fila: Hulkenberg - Kobayashi
7^ fila: Heidfeld - Sutil
8^ fila: Petrov - Alguersuari
9^ fila: Buemi - Liuzzi
10^ fila: Trulli - Glock
11^ fila: Kovalainen - Di Grassi
12^ fila: Yamamoto - Senna
Finisce il sabato.
Arriva la domenica.
Quello che succede ricorda il gran premio della Cina 2008: videoregistratore programmato, con l'intenzione di vedere la gara nel pomeriggio; poi sveglia di soprassalto quando la gara è ancora in corso.
È domenica, a Yeongam, e piove di brutto.
L'asfalto, applicato di recente, è già svigoloso di suo, figurarsi con la pioggia.
Dieci minuti di ritardo.
Partenza dietro la safety car.
Dopo dieci giri viene esposta bandiera rossa.
Tra i commenti, citerei quello di Alonso: quelle sono le peggiori condizioni meteo con le quali abbia mai guidato.
...
...
...
...
...
Si riparte dopo quasi un'ora, dietro la safety car, che rimane in pista fino alla fine del diciassettesimo giro.
Per fortuna nel mondo della Formula 1 succedono molte cose interessanti per esempio la fidanzata di Kovalainen giovedì ha festeggiato il proprio compleanno e il giorno seguente è finita in ospedale per un virus intestinale.
Oppure, di ritorno dal gran premio del Giappone, i meccanici della McLaren hanno vinto novanta casse di birra in una scommessa con l'amministratore delegato del team, in quanto sono riusciti a fare pitstop di durata inferiore a quattro secondi.
Poi, finalmente, la gara inizia nella sua valenza agonistica.
Vettel primo.
Webber secondo.
Alonso terzo.
Hamilton quarto... sì, gli piacerebbe rimanerci.
Viene superato da Rosberg, si accoda in quinta posizione.
Dietro di lui c'è Massa.
Massa è inseguito da Button e Button da Schumacher.
Nelle retrovie la Lotus di Trulli e la HRT di Senna finiscono in testacoda, probabilmente per un contatto tra di loro, ma a nessuno importa davvero quello che succede nelle retrovie.
Il dramma si consuma al 19° giro.
Webber, che sta inseguendo Vettel ma già a distanza, sbanda e finisce in testacoda.
Colpisce il muro.
Attraversa la pista, andando a impantanarsi dall'altra parte.
La sua traiettoria si incrocia con quella di Rosberg.
Fuori anche lui.
Dopo neanche due giri ritorna in pista la safety car.
Quando la SC si leva di torno MSC supera Button.
Poi, davanti, non succede più nulla per un bel po'.
Dietro, invece, ne succedono di tutti i colori:
> si ritira Trulli, per problemi tecnici;
> si ritira Di Grassi, dopo un testacoda;
> al 31° giro ritorna la safety car (e vanno quasi tutti ai box, montando gomme intermedie perché le condizioni meteo sono molto migliorate), per un incidente tra Buemi e Glock, quando quest'ultimo si trovava in 11^ posizione, che sarebbe stato un risultato preziosissimo per la Virgin, dato che l'avrebbe fatta risalire in decima posizione in classifica e la decima posizione in classifica è l'ultima che assegna il budget basato sulla classifica costruttori;
> più tardi si ritira anche Petrov (che prima del ritiro, in realtà, non è poi così indietro), per incidente;
> si ritira anche Yamamoto, per problemi tecnici.
Il dramma sembra ormai lontano.
Tutto è stabile.
Vettel.
Alonso.
Hamilton.
Massa.
Schumacher.
Barrichello...
Queste due posizioni suscitano commenti da parte di Mazzoni, che sostiene che i due "vecchi nemici" siano vicini... ma si intendeva "nemici di vecchia data", eh, nessuno insinuava che fossero vecchi.
Barrichello è destinato a terminare il gran premio di alcune posizioni più indietro rispetto a Schumacher (a questo ci arriverò), ma è destinato anche a diventare eroe della telecronaca con due settimane d'anticipo.
Mazzoni, infatti, ci ricorda che il prossimo gran premio sarà quello di Interlagos, dove da bambino Rubens "guardava le monoposto affacciandosi dal terrazzo della casa dei nonni".
Qualcuno può chiedersi: e poi? Perché stai parlando di Barrichello?
Me lo chiedo anch'io.
È il 46° giro e il dramma è dietro l'angolo, proprio mentre Mazzoni da diversi minuti parla del fatto che sia ormai il crepuscolo, che la gara potrebbe essere interrotta anzitempo e che è quello che probabilmente stanno sperando nel box della Redbull, perché ormai il 75% della gara è completato e se la gara finisse adesso Vettel sarebbe sicuro di vincere.
Linea alle interviste.
La parola va a Petrov.
Nel frattempo, in pista, la storia di questo campionato viene scritta.
Alonso affianca Vettel.
O meglio, Alonso supera Vettel.
Non è un normale sorpasso, nel senso, non è che Vettel si accodi e termini la gara in seconda posizione.
Un attimo dopo il suo motore esplode in una nuvola di fumo.
Entrambe le Redbull sono fuori.
Alonso è in testa.
I giri totali sono cinquantacinque, ne mancano nove e Alonso mantiene la posizione, mai messa in discussione.
Hamilton secondo.
Massa terzo.
Schumacher quarto.
Barrichello è quinto, ma le sue gomme sono ormai usurate e perde due posizioni. Andrà peggio al suo compagno di squadra Hulkenberg, costretto a rientrare ai box a pochi giri dal termine per un cambio gomme.
Uno dei piloti che hanno superato Barrichello è Kubica, l'altro è Liuzzi: la Force India porta a casa un settimo posto, mentre quell'altra, quella di Sutil, ritirato poco dopo Vettel per via di un incidente con Kobayashi, con il quale era costantemente in lotta per la posizione da qualcosa come una ventina di minuti.
La gara finisce.
Arriva il momento del giro d'onore, con Alonso che celebra urlando e ridendo in modo sguaiato via radio.
Poi arriva il momento del podio.
Massa e Hamilton salgono le scale.
Alonso è più indietro di loro, insieme al rappresentante del team.
La scala è interminabile.
Massa inciampa sui gradini e cade.
Si rialza e ride.
Hamilton ride a sua volta.
Una delle ultime cose che si vedono è un testacoda di Button, che non urta niente, ma finisce la gara dodicesimo.
ALONSO 231.
WEBBER 220.
HAMILTON 210.
VETTEL 206.
BUTTON 189.
REDBULL 426.
MCLAREN 399.
FERRARI 374.
Arriva il momento di staccare.
A Yeongam è tutto finito.
Cinque piloti sono ancora ufficialmente in lotta per il titolo, ma se Alonso vincesse a Interlagos, Webber non arivasse tra i primi quattro e Hamilton non arrivasse secondo, potrebbe vincere il mondiale con un gran premio d'anticipo.
Quello che è certo è che molto difficilmente, dopo il gran premio del Brasile, ci saranno ancora cinque piloti in lotta per il titolo, e che è molto improbabile vedere il numero 1 su una McLaren il prossimo anno.
RISULTATO: 1. Fernando Alonso (Ferrari), 2. Lewis Hamilton (McLaren), 3. Felipe Massa (Ferrari), 4. Michael Schumacher (Mercedes), 5. Robert Kubica (Renault), 6. Vitantonio Liuzzi (Force India), 7. Rubens Barrichello (Williams), 8. Kamui Kobayashi (Sauber), 9. Nick Heidfeld (Sauber), 10. Nico Hulkenberg (Williams), 11. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 12. Jenson Button (McLaren), 13. Heikki Kovalainen (Lotus), 14. Bruno Senna (HRT), 15. Sakon Yamamoto (HRT), Rit. Adrian Sutil (Force India), Rit. Sebastian Vettel (Redbull), Rit. Vitaly Petrov (Renault), Rit. Timo Glock (Virgin), Rit. Sebastien Buemi (Toro Rosso), Rit. Lucas Di Grassi (Virgin), Rit. Jarno Trulli (Lotus), Rit. Mark Webber (Redbull), Rit. Nico Rosberg (Mercedes).
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010.
***
Corea 2010: Plot-twist
Ci sono momenti in cui decidi di lasciare che il mondo vada avanti senza di te. Lasci che le qualifiche facciano il proprio corso.
Dormi.
Qualcuno potrebbe dirti che te ne freghi, ma non è così.
La verità è che in realtà non te ne freghi affatto, ma sai che non puoi stare dietro a tutto e che questa è l'unica notte in cui ti è permesso di dormire.
Arriverà il momento di leggere il risultato delle qualifiche.
Arriverà e ti dirai che tutto prosegue con gli standard a cui sei abituata e questa è la griglia di partenza (prima della retrocessione di Petrov di cinque posizioni per l'incidente innescato al via del GP del Giappone):
1^ fila: Vettel - Webber
2^ fila: Alonso - Hamilton
3^ fila: Rosberg - Massa
4^ fila: Button - Kubica
5^ fila: Schumacher - Barrichello
6^ fila: Hulkenberg - Kobayashi
7^ fila: Heidfeld - Sutil
8^ fila: Petrov - Alguersuari
9^ fila: Buemi - Liuzzi
10^ fila: Trulli - Glock
11^ fila: Kovalainen - Di Grassi
12^ fila: Yamamoto - Senna
Finisce il sabato.
Arriva la domenica.
Quello che succede ricorda il gran premio della Cina 2008: videoregistratore programmato, con l'intenzione di vedere la gara nel pomeriggio; poi sveglia di soprassalto quando la gara è ancora in corso.
È domenica, a Yeongam, e piove di brutto.
L'asfalto, applicato di recente, è già svigoloso di suo, figurarsi con la pioggia.
Dieci minuti di ritardo.
Partenza dietro la safety car.
Dopo dieci giri viene esposta bandiera rossa.
Tra i commenti, citerei quello di Alonso: quelle sono le peggiori condizioni meteo con le quali abbia mai guidato.
...
...
...
...
...
Si riparte dopo quasi un'ora, dietro la safety car, che rimane in pista fino alla fine del diciassettesimo giro.
Per fortuna nel mondo della Formula 1 succedono molte cose interessanti per esempio la fidanzata di Kovalainen giovedì ha festeggiato il proprio compleanno e il giorno seguente è finita in ospedale per un virus intestinale.
Oppure, di ritorno dal gran premio del Giappone, i meccanici della McLaren hanno vinto novanta casse di birra in una scommessa con l'amministratore delegato del team, in quanto sono riusciti a fare pitstop di durata inferiore a quattro secondi.
Poi, finalmente, la gara inizia nella sua valenza agonistica.
Vettel primo.
Webber secondo.
Alonso terzo.
Hamilton quarto... sì, gli piacerebbe rimanerci.
Viene superato da Rosberg, si accoda in quinta posizione.
Dietro di lui c'è Massa.
Massa è inseguito da Button e Button da Schumacher.
Nelle retrovie la Lotus di Trulli e la HRT di Senna finiscono in testacoda, probabilmente per un contatto tra di loro, ma a nessuno importa davvero quello che succede nelle retrovie.
Il dramma si consuma al 19° giro.
Webber, che sta inseguendo Vettel ma già a distanza, sbanda e finisce in testacoda.
Colpisce il muro.
Attraversa la pista, andando a impantanarsi dall'altra parte.
La sua traiettoria si incrocia con quella di Rosberg.
Fuori anche lui.
Dopo neanche due giri ritorna in pista la safety car.
Quando la SC si leva di torno MSC supera Button.
Poi, davanti, non succede più nulla per un bel po'.
Dietro, invece, ne succedono di tutti i colori:
> si ritira Trulli, per problemi tecnici;
> si ritira Di Grassi, dopo un testacoda;
> al 31° giro ritorna la safety car (e vanno quasi tutti ai box, montando gomme intermedie perché le condizioni meteo sono molto migliorate), per un incidente tra Buemi e Glock, quando quest'ultimo si trovava in 11^ posizione, che sarebbe stato un risultato preziosissimo per la Virgin, dato che l'avrebbe fatta risalire in decima posizione in classifica e la decima posizione in classifica è l'ultima che assegna il budget basato sulla classifica costruttori;
> più tardi si ritira anche Petrov (che prima del ritiro, in realtà, non è poi così indietro), per incidente;
> si ritira anche Yamamoto, per problemi tecnici.
Il dramma sembra ormai lontano.
Tutto è stabile.
Vettel.
Alonso.
Hamilton.
Massa.
Schumacher.
Barrichello...
Queste due posizioni suscitano commenti da parte di Mazzoni, che sostiene che i due "vecchi nemici" siano vicini... ma si intendeva "nemici di vecchia data", eh, nessuno insinuava che fossero vecchi.
Barrichello è destinato a terminare il gran premio di alcune posizioni più indietro rispetto a Schumacher (a questo ci arriverò), ma è destinato anche a diventare eroe della telecronaca con due settimane d'anticipo.
Mazzoni, infatti, ci ricorda che il prossimo gran premio sarà quello di Interlagos, dove da bambino Rubens "guardava le monoposto affacciandosi dal terrazzo della casa dei nonni".
Qualcuno può chiedersi: e poi? Perché stai parlando di Barrichello?
Me lo chiedo anch'io.
È il 46° giro e il dramma è dietro l'angolo, proprio mentre Mazzoni da diversi minuti parla del fatto che sia ormai il crepuscolo, che la gara potrebbe essere interrotta anzitempo e che è quello che probabilmente stanno sperando nel box della Redbull, perché ormai il 75% della gara è completato e se la gara finisse adesso Vettel sarebbe sicuro di vincere.
Linea alle interviste.
La parola va a Petrov.
Nel frattempo, in pista, la storia di questo campionato viene scritta.
Alonso affianca Vettel.
O meglio, Alonso supera Vettel.
Non è un normale sorpasso, nel senso, non è che Vettel si accodi e termini la gara in seconda posizione.
Un attimo dopo il suo motore esplode in una nuvola di fumo.
Entrambe le Redbull sono fuori.
Alonso è in testa.
I giri totali sono cinquantacinque, ne mancano nove e Alonso mantiene la posizione, mai messa in discussione.
Hamilton secondo.
Massa terzo.
Schumacher quarto.
Barrichello è quinto, ma le sue gomme sono ormai usurate e perde due posizioni. Andrà peggio al suo compagno di squadra Hulkenberg, costretto a rientrare ai box a pochi giri dal termine per un cambio gomme.
Uno dei piloti che hanno superato Barrichello è Kubica, l'altro è Liuzzi: la Force India porta a casa un settimo posto, mentre quell'altra, quella di Sutil, ritirato poco dopo Vettel per via di un incidente con Kobayashi, con il quale era costantemente in lotta per la posizione da qualcosa come una ventina di minuti.
La gara finisce.
Arriva il momento del giro d'onore, con Alonso che celebra urlando e ridendo in modo sguaiato via radio.
Poi arriva il momento del podio.
Massa e Hamilton salgono le scale.
Alonso è più indietro di loro, insieme al rappresentante del team.
La scala è interminabile.
Massa inciampa sui gradini e cade.
Si rialza e ride.
Hamilton ride a sua volta.
Una delle ultime cose che si vedono è un testacoda di Button, che non urta niente, ma finisce la gara dodicesimo.
ALONSO 231.
WEBBER 220.
HAMILTON 210.
VETTEL 206.
BUTTON 189.
REDBULL 426.
MCLAREN 399.
FERRARI 374.
Arriva il momento di staccare.
A Yeongam è tutto finito.
Cinque piloti sono ancora ufficialmente in lotta per il titolo, ma se Alonso vincesse a Interlagos, Webber non arivasse tra i primi quattro e Hamilton non arrivasse secondo, potrebbe vincere il mondiale con un gran premio d'anticipo.
Quello che è certo è che molto difficilmente, dopo il gran premio del Brasile, ci saranno ancora cinque piloti in lotta per il titolo, e che è molto improbabile vedere il numero 1 su una McLaren il prossimo anno.
RISULTATO: 1. Fernando Alonso (Ferrari), 2. Lewis Hamilton (McLaren), 3. Felipe Massa (Ferrari), 4. Michael Schumacher (Mercedes), 5. Robert Kubica (Renault), 6. Vitantonio Liuzzi (Force India), 7. Rubens Barrichello (Williams), 8. Kamui Kobayashi (Sauber), 9. Nick Heidfeld (Sauber), 10. Nico Hulkenberg (Williams), 11. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 12. Jenson Button (McLaren), 13. Heikki Kovalainen (Lotus), 14. Bruno Senna (HRT), 15. Sakon Yamamoto (HRT), Rit. Adrian Sutil (Force India), Rit. Sebastian Vettel (Redbull), Rit. Vitaly Petrov (Renault), Rit. Timo Glock (Virgin), Rit. Sebastien Buemi (Toro Rosso), Rit. Lucas Di Grassi (Virgin), Rit. Jarno Trulli (Lotus), Rit. Mark Webber (Redbull), Rit. Nico Rosberg (Mercedes).
Riviviamo i Commenti ai Gran Premi: Giappone 2010
Nel 2007/2008 nascevano i commenti ai Gran Premi, quando ancora guardavo il web come spettatrice.
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010.
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Giappone 2010: La fine si avvicina ma è ancora lontana
Il circuito di Suzuka si trova a circa 160 chilometri di distanza da Osaka, città nelle cui vicinanze è venuto alla luce Kamui Kobayashi, i cui familiari gestiscono un ristorante di Sushi. È l'unico circuito a forma di otto e, situato sull'isola di Honshu, nella regione di Kansai, fu realizzato all'interno di un parco giochi di proprietà della Honda. A questo circuito si è ispirato Fernando Alonso per far progettare un kartodromo di sua proprietà, ispirandosi ad alcune curve presenti sul tracciato giapponese. Nella seconda metà degli anni '90 e nella prima metà degli anni '00 è spesso capitato che il campionato terminasse con il Gran Premio del Giappone, intorno alla metà di ottobre o addirittura anche prima, in certi casi. Adesso tutto è cambiato, ma non il periodo dell'anno in cui il gran premio viene disputato, nella stagione dei tifoni.
Nel 2004, a causa di un tifone, le qualifiche furono sospese e rimandate alla domenica mattina. Stavolta c'è stato un caso di deja-vu, con le vetture spesso rintanate nel box e tanto tempo da dedicare alle curiosità, per esempio al casco di Button o alla partita di bowling di Hamilton.
Button, infatti, aveva un casco particolare, con raffigurato un ideogramma del termine "ichiban", "il numero 1", quello che porterà sul musetto della propria vettura per ancora un mese ma che, per come è messa la classifica al momento attuale, molto probabilmente verrà rimpiazzato da un altro numero per il prossimo anno, anche se devo ammettere che un po' mi dispiace, perché va bene che l'anno scorso snobbare Button era la regola, ma guardiamo in faccia la realtà: erano tutti convinti che avrebbe sfigurato nei confronti di Hamilton, ma non mi pare che sia avvenuto nulla di tutto ciò.
A proposito di Hamilton, in qualche momento non ben precisato del weekend è andato a giocare a bowling con vari membri del team: ha vinto Paddy Lowe, il capo degli ingegneri della McLaren, per un punto su Gary Paffett, il pilota di riserva che, anni fa, si vociferava potesse fare il proprio debutto come titolare al team Prodrive, se il team Prodrive fosse mai entrato in Formula 1, cosa che non è successa.
Per chi non l'avesse capito: al sabato era pressoché impossibile scendere in pista. Nelle prove libere ci hanno provato in pochi. Alguersuari ha ottenuto il miglior tempo, seguito dalle Virgin di Glock e Di Grassi. Quest'ultimo è solo sceso in pista, senza nemmeno tentare un giro: il fatto che sia stato classificato in terza posizione sta a indicare quanto fosse affollata la pista in quel momento.
In compenso c'è chi ha trovato un modo per passare il tempo, durante l'interminabile attesa: Webber e i suoi meccanici hanno realizzato una zattera attaccandoci delle lattine di Redbull e hanno tentato di farla scivolare sull'asfalto bagnato della pitlane.
Intervistato da Stella Bruno su come stesse trascorrendo l'attesa, Massa ha risposto, testualmente: "vivo come te, perché non c'è niente da fare". L'onore di Stella Bruno sarebbe stato prontamente vendicato domenica da Mazzoni, che avrebbe ricordato che Massa era l'unico pilota che, finora, aveva completato tutte le gare.
Era.
Aveva.
Non ho scritto: è.
Non ho scritto: ha.
Tutto ciò non è avvenuto per caso, ma non è il momento di parlarne, dopotutto nella mia trasposizione di quanto accaduto nel weekend del 10 Ottobre non sono ancora state disputate nemmeno le qualifiche, non è certo il momento di mettersi a pensare alla gara.
Il sabato è stato un susseguirsi di voci di corridoio poco informate che, in giro per la rete, parlavano di quello che sarebbe successo se fosse stato impossibile disputare le qualifiche. Non importava essere al corrente dei fatti, quello che contava era armarsi di copia e incolla e di riferire le notizie che circolavano altrove senza prendere in considerazione l'idea che il fanboy che andava sui blog motoristici per insultare gli avversari del suo idolo in italiano sgrammaticato potesse non essere una fonte degna di considerazione.
C'era chi raccontava che la griglia di partenza potesse essere stilata in base ai numeri di gara, ovvero che potesse seguire quest'ordine: Button, Hamilton, Schumacher, Rosberg, Vettel, Webber, Massa, Alonso, Barrichello, Hulkenberg, Kubica, Petrov, Sutil, Liuzzi, Buemi, Alguersuari, Trulli, Kovalainen, Yamamoto (bentornato!), Senna, Heidfeld, Kobayashi, Glock e Di Grassi... e addirittura chi polemizzava per questa griglia di partenza, sostenendo che non sarebbe stato un buon metodo per realizzarla. Non mi è ben chiaro cosa dica il regolamento a proposito di tutto ciò.
Il regolamento, infatti, sostiene che, in caso vengano interrotte le qualifiche per avverse condizioni meteo, la griglia di partenza viene stilata in questo modo:
> vetture con tempi cronometrati;
> vetture senza tempi cronometrati, ma scese in pista;
> vetture che non sono uscite dalla pitlane;
> vetture che non sono uscite dal box.
Ovviamente solo le vetture con tempi cronometrati non causano "problemi". Se ci sono diverse vetture senza tempi cronometrati ma sono andate in pista, l'ordine di queste viene stilato in base ai numeri di gara. Idem con quelle che non sono uscite dalla pitlane che, in base al numero di gara, vanno posizionate dietro a quelle che sono andate in pista. Infine succede la stessa cosa per quelle che non sono uscite dal box.
Quello che continua a non essermi chiaro è che cosa succeda se nessuna vettura è scesa in pista. Si va direttamente con i numeri di gara? Si va con i tempi delle prove libere? In tal caso, di quale sessione?
...
...
...domande a cui non abbiamo risposta e in effetti non ci serve nemmeno: qualifiche rimandate a domenica mattina orario giapponese, in piena notte in Italia. La pioggia aveva smesso di cadere e ne è uscita fuori una griglia di partenza non troppo fuori dagli schemi:
1^ fila: Vettel - Webber
2^ fila: Hamilton - Kubica
3^ fila: Alonso - Button
4^ fila: Rosberg - Barrichello
5^ fila: Hulkenberg - Schumacher
6^ fila: Heidfeld - Massa
7^ fila: Petrov - Kobayashi
8^ fila: Sutil - Alguersuari
9^ fila: Liuzzi - Buemi
10^ fila: Di Grassi - Glock
11^ fila: Senna - Yamamoto...
...
...
...e tutti sappiamo che, quando Yamamoto è ultimo, è tutto regolare.
Il cambio di Hamilton, frattanto, è stato sostituito, facendolo scivolare in ottava posizione accanto a Barrichello. Alonso è risalito in seconda fila, rendendo tutti soddisfatti. Anche Kubica, Button, Rosberg e Barrichello hanno recuperato una posizione, ma la dura legge della Formula 1 chiarisce che a nessuno importa nulla di quello che succede a Kubica, Button, Rosberg e Barrichello: Kubica esiste soltanto in funzione delle voci di corridoio che lo vogliono in Ferrari, mentre gli altri può darsi che non esistano davvero.
El Barry: "Infatti io sono talmente giovane che devo ancora nascere."
Hamilton: "Ah, ecco, mi sembrava di avere preso posto di fianco a un embrione."
El Barry: "E tu che cosa ci fai qui tutto solo? Non lo sai che i bambini piccoli devono essere accompagnati dai loro genitori? Dov'è tuo padre?"
Hamilton: "Spero che si sia perso dentro al Labirinto del Minotauro. Anzi, meglio di no. Sono certo che sarebbe in grado di farsi inquadrare al mio posto anche da là."
M.Schumacher: "Io invece sono molto anziano, ho bisogno di qualcuno che si occupi di me, infatti per questa ragione ho invitato mio fratello nel paddock, questo weekend."
Yamamoto: "Mi hai dato un'ottima notizia. È sempre bello rivedere soggetti la cui esistenza era talmente lontana nel tempo da farli apparire leggendari."
R.Schumacher: "Tu intanto stai attento che sei lontano dai tempi fatti dagli altri piloti."
Yamamoto: "Infatti sono tutti individui leggendari, che non esistono davvero. La pole position, quindi, l'ho ottenuta io in quanto sono l'unico pilota presente in pista. Continuo a non capire perché ci sia gente convinta che Vettel debba partire dalla pole...
...
...
...dov'è Vettel? chi è Vettel? Esiste? Io ne dubito."
Anch'io ne dubito tanto quanto Yamamoto, ma dal momento che sono anch'io assoggettata alle false informazioni che prevedono l'esistenza di altri ventitré piloti oltre al kamikaze errante della HRT, continuerò a portare avanti questa strana illusione.
La gara è partita.
Vettel ha mantenuto la prima posizione.
Kubica ha superato Webber per la seconda.
Petrov e Hulkenberg si sono toccati.
Petrov è finito fuori, andando a schiantarsi contro a un muro.
Anche Hulkenberg si è ritirato.
Intanto si sono toccati anche Massa e Liuzzi: sono finiti fuori entrambi.
Quattro ritirati in una sola partenza, ma quantomeno Petrov, Hulkenberg, Massa e Liuzzi hanno avuto l'onore di finire fuori dopo che la gara era già iniziata, diversamente da Di Grassi che si è ritirato per incidente nel giro di formazione. Rimarrà comunque un eroe, per il suo terzo posto nelle prove libere del sabato.
È entrata in pista la safety car e, quando la gara è ripartita, c'erano le Redbull in prima e seconda posizione.
Vettel: "Kubica dov'è?"
Webber: "Non lo so, ad un tratto è sparito."
Kubica: "Ho perso una ruota. Neanche fossi Rosberg."
Voce fuori campo: "Parliamo di cose serie. Dietro alle Redbull c'erano Alonso, Hamilton e Button."
Schumacher: "Parliamo di cose serie. Ho superato Barrichello."
Voce fuori campo: "Ordine di scuderia!"
Schumacher: "Veramente io e Barrichello non siamo più compagni di squadra da anni."
Voce fuori campo: "Ma hai l'abitudine di appropriarti di posizioni a spese dei tuoi compagni di squadra."
Schumacher: "Guardando la classifica piloti non si direbbe."
Ecco, a proposito, Schumacher si è anche ritrovato dietro al suo compagno di squadra, via radio è stato avvertito che non ci sarebbero stati ordini di scuderia, ma in TV hanno insistito sull'esatto opposto, parlando del fatto che il sorpasso di Schumacher su Rosberg fosse stato frutto di un ordine di scuderia.
Schumacher: "Perché, quando mai l'avrei superato?"
Voce fuori campo: "Non l'hai ancora fatto, ma mettersi avanti con i lavori è sempre positivo. Se bisogna stare ad aspettare te, il momento potrebbe non arrivare mai."
A proposito di posizioni invertite tra compagni di squadra, l'unica inversione è stata quella tra Hamilton e Button a circa due terzi di gara, ma dovuta a un problema al cambio da parte di Hamilton, che tra parentesi aveva il cambio nuovo. Visto il peggioramento delle condizioni della propria vettura Hamilton ha dovuto rallentare, cedendo quindi la quarta posizione a Button, e mantenendo la quinta posizione senza problemi perché gli altri piloti erano tutti molto più lontani.
Chi si è ritirato per problemi tecnici è stato Sutil, che è finito in testacoda dopo che il suo motore era andato in fumo.
A sette giri dalla fine anche Alguersuari ha rischiato grosso, quando Kobayashi l'ha superato tentando di abbatterlo nel frattempo, ma i due hanno potuto vedere la luce del traguardo.
Rosberg non ha avuto lo stesso onore dato che a quattro giri dalla fine ha perso una ruota ed è uscito di pista andando a sbattere. Il suo commento immagino che sarà stato "neanche fossi Kubica". Dato che il suo incidente è avvenuto dopo che aveva già completato il 90% della distanza, è stato classificato in ultima posizione, salvando Yamamoto da questo disonore. A proposito di Yamamoto, lo si è visto impegnato in un duello con Glock, ad un certo punto, ma Glock ha visto il traguardo decisamente più avanti di lui. L'eroe di casa, inoltre, a quanto pare era destinato ad essere un altro.
Ad ogni modo di eroi non ne nascono soltanto in Giappone, ma qualcuno anche in Finlandia. Kovalainen dodicesimo! *________* Questa sì che è una notizia che non passa inosservata, altro che Vettel e Webber che fanno doppietta separati da meno di un secondo. Qualcuno si chiede perché non ci siano stati ordini di scuderia, in Redbull.
Altre osservazioni: Schumacher ha chiuso la gara in sesta posizione, portando a casa otto punti in un colpo solo, e anche Heidfeld ha chiuso in zona punti. Il suo futuro, comunque, sembra essere lontano dalla Sauber, che per il 2011 ha annunciato l'ingaggio del pilota messicano Sergio Perez, coetaneo di Alguersuari, che attualmente gareggia in GP2.
RISULTATO: 1. Sebastian Vettel (Redbull), 2. Mark Webber (Redbull), 3. Fernando Alonso (Ferrari), 4. Jenson Button (McLaren), 5. Lewis Hamilton (McLaren), 6. Michael Schumacher (Mercedes), 7. Kamui Kobayashi (Sauber), 8. Nick Heidfeld (Sauber), 9. Rubens Barrichello (Williams), 10. Sebastien Buemi (Toro Rosso), 11. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 12. Heikki Kovalainen (Lotus), 13. Jarno Trulli (Lotus), 14. Timo Glock (Virgin), 15. Bruno Senna (HRT), 16. Sakon Yamamoto (HRT), 17. Nico Rosberg (Mercedes), Rit. Adrian Sutil (Force India), Rit. Robert Kubica (Renault), Rit. Nico Hulkenberg (Williams), Rit. Felipe Massa (Ferrari), Rit. Vitaly Petrov (Renault), Rit. Vitantonio Liuzzi (Force India), Rit. Lucas Di Grassi (Virgin).
Dal punto di vista del campionato, Vettel ha raggiunto Alonso a quota 206. In cima alla classifica c'è Webber, con 220 punti. I due piloti della McLaren sono un po' più indietro del duo Alonso/Vettel: Hamilton ha 192 punti e Button ne ha 189.
La Redbull, nel frattempo, sembra essere stabilmente al comando sulla McLaren. Tuttavia il 426 vs 381 potrebbe portarmi a pensare: stabilmente, ma non abbastanza.
Corea.
Brasile.
Abu Dhabi.
Tre gran premi ci separano dalla fine di questo avvincente campionato, in cui sono successe tante cose.
Negli ultimi tempi mi sono fatta qualche domanda e mi sono chiesta su chi vadano le mie speranze, per questo mondiale. Sono una voce fuori dal coro e una delle ragioni per cui credo di essere una voce fuori dal coro (oltre a quella di non desiderare di vedere il pilota per cui tifo portare un numero 2 sulla propria vettura l'anno prossimo) è che il coro, spesso e volentieri, mi sembra fin troppo irritante. Non ho niente contro il concetto di tifare Alonso, di per sé. Però ho molto contro il concetto di tifare Alonso da parte di fanboy che non fanno altro che portarlo su un piedistallo screditando tutti gli altri piloti, insultando chi non porti altrettanto su un piedistallo Alonso o la Ferrari, specie alla luce del fatto che gran parte di questi fanboy, fino a poco più di un anno fa, spargevano quintali di m*rda sullo stesso pilota che al giorno d'oggi trattano come una divinità dell'Olimpo.
Tornando a me, mi sono chiesta su chi vadano le mie speranze.
La classifica dice molte cose.
Una delle cose che mi dice è che ho ancora la possibilità di sperare che a vincere il titolo sia Webber e non Alonso. Però, se vogliamo essere realistici, a guardarci bene i potenziali campioni del mondo sono cinque e Webber oscilla tra il terzo e il quarto posto nella mia scala di preferenze, come strascico della mia identità anti-McLaren di un tempo. Se Hamilton non avesse vinto un mondiale con la McLaren all'epoca in cui odiavo la McLaren, non si parlerebbe di oscillazione, ma Webber scenderebbe direttamente al quarto posto.
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010.
***
Giappone 2010: La fine si avvicina ma è ancora lontana
Il circuito di Suzuka si trova a circa 160 chilometri di distanza da Osaka, città nelle cui vicinanze è venuto alla luce Kamui Kobayashi, i cui familiari gestiscono un ristorante di Sushi. È l'unico circuito a forma di otto e, situato sull'isola di Honshu, nella regione di Kansai, fu realizzato all'interno di un parco giochi di proprietà della Honda. A questo circuito si è ispirato Fernando Alonso per far progettare un kartodromo di sua proprietà, ispirandosi ad alcune curve presenti sul tracciato giapponese. Nella seconda metà degli anni '90 e nella prima metà degli anni '00 è spesso capitato che il campionato terminasse con il Gran Premio del Giappone, intorno alla metà di ottobre o addirittura anche prima, in certi casi. Adesso tutto è cambiato, ma non il periodo dell'anno in cui il gran premio viene disputato, nella stagione dei tifoni.
Nel 2004, a causa di un tifone, le qualifiche furono sospese e rimandate alla domenica mattina. Stavolta c'è stato un caso di deja-vu, con le vetture spesso rintanate nel box e tanto tempo da dedicare alle curiosità, per esempio al casco di Button o alla partita di bowling di Hamilton.
Button, infatti, aveva un casco particolare, con raffigurato un ideogramma del termine "ichiban", "il numero 1", quello che porterà sul musetto della propria vettura per ancora un mese ma che, per come è messa la classifica al momento attuale, molto probabilmente verrà rimpiazzato da un altro numero per il prossimo anno, anche se devo ammettere che un po' mi dispiace, perché va bene che l'anno scorso snobbare Button era la regola, ma guardiamo in faccia la realtà: erano tutti convinti che avrebbe sfigurato nei confronti di Hamilton, ma non mi pare che sia avvenuto nulla di tutto ciò.
A proposito di Hamilton, in qualche momento non ben precisato del weekend è andato a giocare a bowling con vari membri del team: ha vinto Paddy Lowe, il capo degli ingegneri della McLaren, per un punto su Gary Paffett, il pilota di riserva che, anni fa, si vociferava potesse fare il proprio debutto come titolare al team Prodrive, se il team Prodrive fosse mai entrato in Formula 1, cosa che non è successa.
Per chi non l'avesse capito: al sabato era pressoché impossibile scendere in pista. Nelle prove libere ci hanno provato in pochi. Alguersuari ha ottenuto il miglior tempo, seguito dalle Virgin di Glock e Di Grassi. Quest'ultimo è solo sceso in pista, senza nemmeno tentare un giro: il fatto che sia stato classificato in terza posizione sta a indicare quanto fosse affollata la pista in quel momento.
In compenso c'è chi ha trovato un modo per passare il tempo, durante l'interminabile attesa: Webber e i suoi meccanici hanno realizzato una zattera attaccandoci delle lattine di Redbull e hanno tentato di farla scivolare sull'asfalto bagnato della pitlane.
Intervistato da Stella Bruno su come stesse trascorrendo l'attesa, Massa ha risposto, testualmente: "vivo come te, perché non c'è niente da fare". L'onore di Stella Bruno sarebbe stato prontamente vendicato domenica da Mazzoni, che avrebbe ricordato che Massa era l'unico pilota che, finora, aveva completato tutte le gare.
Era.
Aveva.
Non ho scritto: è.
Non ho scritto: ha.
Tutto ciò non è avvenuto per caso, ma non è il momento di parlarne, dopotutto nella mia trasposizione di quanto accaduto nel weekend del 10 Ottobre non sono ancora state disputate nemmeno le qualifiche, non è certo il momento di mettersi a pensare alla gara.
Il sabato è stato un susseguirsi di voci di corridoio poco informate che, in giro per la rete, parlavano di quello che sarebbe successo se fosse stato impossibile disputare le qualifiche. Non importava essere al corrente dei fatti, quello che contava era armarsi di copia e incolla e di riferire le notizie che circolavano altrove senza prendere in considerazione l'idea che il fanboy che andava sui blog motoristici per insultare gli avversari del suo idolo in italiano sgrammaticato potesse non essere una fonte degna di considerazione.
C'era chi raccontava che la griglia di partenza potesse essere stilata in base ai numeri di gara, ovvero che potesse seguire quest'ordine: Button, Hamilton, Schumacher, Rosberg, Vettel, Webber, Massa, Alonso, Barrichello, Hulkenberg, Kubica, Petrov, Sutil, Liuzzi, Buemi, Alguersuari, Trulli, Kovalainen, Yamamoto (bentornato!), Senna, Heidfeld, Kobayashi, Glock e Di Grassi... e addirittura chi polemizzava per questa griglia di partenza, sostenendo che non sarebbe stato un buon metodo per realizzarla. Non mi è ben chiaro cosa dica il regolamento a proposito di tutto ciò.
Il regolamento, infatti, sostiene che, in caso vengano interrotte le qualifiche per avverse condizioni meteo, la griglia di partenza viene stilata in questo modo:
> vetture con tempi cronometrati;
> vetture senza tempi cronometrati, ma scese in pista;
> vetture che non sono uscite dalla pitlane;
> vetture che non sono uscite dal box.
Ovviamente solo le vetture con tempi cronometrati non causano "problemi". Se ci sono diverse vetture senza tempi cronometrati ma sono andate in pista, l'ordine di queste viene stilato in base ai numeri di gara. Idem con quelle che non sono uscite dalla pitlane che, in base al numero di gara, vanno posizionate dietro a quelle che sono andate in pista. Infine succede la stessa cosa per quelle che non sono uscite dal box.
Quello che continua a non essermi chiaro è che cosa succeda se nessuna vettura è scesa in pista. Si va direttamente con i numeri di gara? Si va con i tempi delle prove libere? In tal caso, di quale sessione?
...
...
...domande a cui non abbiamo risposta e in effetti non ci serve nemmeno: qualifiche rimandate a domenica mattina orario giapponese, in piena notte in Italia. La pioggia aveva smesso di cadere e ne è uscita fuori una griglia di partenza non troppo fuori dagli schemi:
1^ fila: Vettel - Webber
2^ fila: Hamilton - Kubica
3^ fila: Alonso - Button
4^ fila: Rosberg - Barrichello
5^ fila: Hulkenberg - Schumacher
6^ fila: Heidfeld - Massa
7^ fila: Petrov - Kobayashi
8^ fila: Sutil - Alguersuari
9^ fila: Liuzzi - Buemi
10^ fila: Di Grassi - Glock
11^ fila: Senna - Yamamoto...
...
...
...e tutti sappiamo che, quando Yamamoto è ultimo, è tutto regolare.
Il cambio di Hamilton, frattanto, è stato sostituito, facendolo scivolare in ottava posizione accanto a Barrichello. Alonso è risalito in seconda fila, rendendo tutti soddisfatti. Anche Kubica, Button, Rosberg e Barrichello hanno recuperato una posizione, ma la dura legge della Formula 1 chiarisce che a nessuno importa nulla di quello che succede a Kubica, Button, Rosberg e Barrichello: Kubica esiste soltanto in funzione delle voci di corridoio che lo vogliono in Ferrari, mentre gli altri può darsi che non esistano davvero.
El Barry: "Infatti io sono talmente giovane che devo ancora nascere."
Hamilton: "Ah, ecco, mi sembrava di avere preso posto di fianco a un embrione."
El Barry: "E tu che cosa ci fai qui tutto solo? Non lo sai che i bambini piccoli devono essere accompagnati dai loro genitori? Dov'è tuo padre?"
Hamilton: "Spero che si sia perso dentro al Labirinto del Minotauro. Anzi, meglio di no. Sono certo che sarebbe in grado di farsi inquadrare al mio posto anche da là."
M.Schumacher: "Io invece sono molto anziano, ho bisogno di qualcuno che si occupi di me, infatti per questa ragione ho invitato mio fratello nel paddock, questo weekend."
Yamamoto: "Mi hai dato un'ottima notizia. È sempre bello rivedere soggetti la cui esistenza era talmente lontana nel tempo da farli apparire leggendari."
R.Schumacher: "Tu intanto stai attento che sei lontano dai tempi fatti dagli altri piloti."
Yamamoto: "Infatti sono tutti individui leggendari, che non esistono davvero. La pole position, quindi, l'ho ottenuta io in quanto sono l'unico pilota presente in pista. Continuo a non capire perché ci sia gente convinta che Vettel debba partire dalla pole...
...
...
...dov'è Vettel? chi è Vettel? Esiste? Io ne dubito."
Anch'io ne dubito tanto quanto Yamamoto, ma dal momento che sono anch'io assoggettata alle false informazioni che prevedono l'esistenza di altri ventitré piloti oltre al kamikaze errante della HRT, continuerò a portare avanti questa strana illusione.
La gara è partita.
Vettel ha mantenuto la prima posizione.
Kubica ha superato Webber per la seconda.
Petrov e Hulkenberg si sono toccati.
Petrov è finito fuori, andando a schiantarsi contro a un muro.
Anche Hulkenberg si è ritirato.
Intanto si sono toccati anche Massa e Liuzzi: sono finiti fuori entrambi.
Quattro ritirati in una sola partenza, ma quantomeno Petrov, Hulkenberg, Massa e Liuzzi hanno avuto l'onore di finire fuori dopo che la gara era già iniziata, diversamente da Di Grassi che si è ritirato per incidente nel giro di formazione. Rimarrà comunque un eroe, per il suo terzo posto nelle prove libere del sabato.
È entrata in pista la safety car e, quando la gara è ripartita, c'erano le Redbull in prima e seconda posizione.
Vettel: "Kubica dov'è?"
Webber: "Non lo so, ad un tratto è sparito."
Kubica: "Ho perso una ruota. Neanche fossi Rosberg."
Voce fuori campo: "Parliamo di cose serie. Dietro alle Redbull c'erano Alonso, Hamilton e Button."
Schumacher: "Parliamo di cose serie. Ho superato Barrichello."
Voce fuori campo: "Ordine di scuderia!"
Schumacher: "Veramente io e Barrichello non siamo più compagni di squadra da anni."
Voce fuori campo: "Ma hai l'abitudine di appropriarti di posizioni a spese dei tuoi compagni di squadra."
Schumacher: "Guardando la classifica piloti non si direbbe."
Ecco, a proposito, Schumacher si è anche ritrovato dietro al suo compagno di squadra, via radio è stato avvertito che non ci sarebbero stati ordini di scuderia, ma in TV hanno insistito sull'esatto opposto, parlando del fatto che il sorpasso di Schumacher su Rosberg fosse stato frutto di un ordine di scuderia.
Schumacher: "Perché, quando mai l'avrei superato?"
Voce fuori campo: "Non l'hai ancora fatto, ma mettersi avanti con i lavori è sempre positivo. Se bisogna stare ad aspettare te, il momento potrebbe non arrivare mai."
A proposito di posizioni invertite tra compagni di squadra, l'unica inversione è stata quella tra Hamilton e Button a circa due terzi di gara, ma dovuta a un problema al cambio da parte di Hamilton, che tra parentesi aveva il cambio nuovo. Visto il peggioramento delle condizioni della propria vettura Hamilton ha dovuto rallentare, cedendo quindi la quarta posizione a Button, e mantenendo la quinta posizione senza problemi perché gli altri piloti erano tutti molto più lontani.
Chi si è ritirato per problemi tecnici è stato Sutil, che è finito in testacoda dopo che il suo motore era andato in fumo.
A sette giri dalla fine anche Alguersuari ha rischiato grosso, quando Kobayashi l'ha superato tentando di abbatterlo nel frattempo, ma i due hanno potuto vedere la luce del traguardo.
Rosberg non ha avuto lo stesso onore dato che a quattro giri dalla fine ha perso una ruota ed è uscito di pista andando a sbattere. Il suo commento immagino che sarà stato "neanche fossi Kubica". Dato che il suo incidente è avvenuto dopo che aveva già completato il 90% della distanza, è stato classificato in ultima posizione, salvando Yamamoto da questo disonore. A proposito di Yamamoto, lo si è visto impegnato in un duello con Glock, ad un certo punto, ma Glock ha visto il traguardo decisamente più avanti di lui. L'eroe di casa, inoltre, a quanto pare era destinato ad essere un altro.
Ad ogni modo di eroi non ne nascono soltanto in Giappone, ma qualcuno anche in Finlandia. Kovalainen dodicesimo! *________* Questa sì che è una notizia che non passa inosservata, altro che Vettel e Webber che fanno doppietta separati da meno di un secondo. Qualcuno si chiede perché non ci siano stati ordini di scuderia, in Redbull.
Altre osservazioni: Schumacher ha chiuso la gara in sesta posizione, portando a casa otto punti in un colpo solo, e anche Heidfeld ha chiuso in zona punti. Il suo futuro, comunque, sembra essere lontano dalla Sauber, che per il 2011 ha annunciato l'ingaggio del pilota messicano Sergio Perez, coetaneo di Alguersuari, che attualmente gareggia in GP2.
RISULTATO: 1. Sebastian Vettel (Redbull), 2. Mark Webber (Redbull), 3. Fernando Alonso (Ferrari), 4. Jenson Button (McLaren), 5. Lewis Hamilton (McLaren), 6. Michael Schumacher (Mercedes), 7. Kamui Kobayashi (Sauber), 8. Nick Heidfeld (Sauber), 9. Rubens Barrichello (Williams), 10. Sebastien Buemi (Toro Rosso), 11. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 12. Heikki Kovalainen (Lotus), 13. Jarno Trulli (Lotus), 14. Timo Glock (Virgin), 15. Bruno Senna (HRT), 16. Sakon Yamamoto (HRT), 17. Nico Rosberg (Mercedes), Rit. Adrian Sutil (Force India), Rit. Robert Kubica (Renault), Rit. Nico Hulkenberg (Williams), Rit. Felipe Massa (Ferrari), Rit. Vitaly Petrov (Renault), Rit. Vitantonio Liuzzi (Force India), Rit. Lucas Di Grassi (Virgin).
Dal punto di vista del campionato, Vettel ha raggiunto Alonso a quota 206. In cima alla classifica c'è Webber, con 220 punti. I due piloti della McLaren sono un po' più indietro del duo Alonso/Vettel: Hamilton ha 192 punti e Button ne ha 189.
La Redbull, nel frattempo, sembra essere stabilmente al comando sulla McLaren. Tuttavia il 426 vs 381 potrebbe portarmi a pensare: stabilmente, ma non abbastanza.
Corea.
Brasile.
Abu Dhabi.
Tre gran premi ci separano dalla fine di questo avvincente campionato, in cui sono successe tante cose.
Negli ultimi tempi mi sono fatta qualche domanda e mi sono chiesta su chi vadano le mie speranze, per questo mondiale. Sono una voce fuori dal coro e una delle ragioni per cui credo di essere una voce fuori dal coro (oltre a quella di non desiderare di vedere il pilota per cui tifo portare un numero 2 sulla propria vettura l'anno prossimo) è che il coro, spesso e volentieri, mi sembra fin troppo irritante. Non ho niente contro il concetto di tifare Alonso, di per sé. Però ho molto contro il concetto di tifare Alonso da parte di fanboy che non fanno altro che portarlo su un piedistallo screditando tutti gli altri piloti, insultando chi non porti altrettanto su un piedistallo Alonso o la Ferrari, specie alla luce del fatto che gran parte di questi fanboy, fino a poco più di un anno fa, spargevano quintali di m*rda sullo stesso pilota che al giorno d'oggi trattano come una divinità dell'Olimpo.
Tornando a me, mi sono chiesta su chi vadano le mie speranze.
La classifica dice molte cose.
Una delle cose che mi dice è che ho ancora la possibilità di sperare che a vincere il titolo sia Webber e non Alonso. Però, se vogliamo essere realistici, a guardarci bene i potenziali campioni del mondo sono cinque e Webber oscilla tra il terzo e il quarto posto nella mia scala di preferenze, come strascico della mia identità anti-McLaren di un tempo. Se Hamilton non avesse vinto un mondiale con la McLaren all'epoca in cui odiavo la McLaren, non si parlerebbe di oscillazione, ma Webber scenderebbe direttamente al quarto posto.
giovedì 25 gennaio 2018
Riviviamo i Commenti ai Gran Premi: Singapore 2010
Nel 2007/2008 nascevano i commenti ai Gran Premi, quando ancora guardavo il web come spettatrice.
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010.
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Singapore 2010: Arctic Fire
Il Gran Premio di Singapore, introdotto nel campionato di Formula 1 nel 2008, è giunto alla sua terza edizione e a poco a poco mi sto abituando al circuito, che a primo impatto non mi era piaciuto affatto.
Era l'ormai lontano 2008, era l'anno in cui Ferrari e McLaren lottavano per il campionato, quando le Redbull portavano a casa al massimo qualche punto e la Formula 1 era, per certi versi, diversa da come la conosciamo.
Simile, diverso, tutta questione di punti di vista: forse a volte cambiano i colori delle vetture che si trovano tra le prime posizioni, ma la situazione cambia molto di meno di quanto credevamo.
L'anno scorso Ferrari e McLaren lottavano per il terzo posto in classifica e la Redbull era seconda solo alla Brawn GP. La Redbull è rimasta in competizione per il titolo, mentre McLaren e Ferrari sono tornate protagoniste.
È dall'inizio dell'anno che c'è una situazione di incertezza, ci sono stati numerosi avvicendamenti in vetta alla classifica e, negli ultimi tempi, i protagonisti sono stati in particolare Hamilton e Webber, con Alonso, Vettel e Button lasciati a inseguire.
Nel weekend che abbiamo visto due di questi ultimi tre non sembravano particolarmente destinati ad inseguire gli altri due... ma alla fine che cosa importa tutto questo? Mentre uno dei contendenti al titolo vinceva con un altro contendente al titolo quasi negli scarichi, le inquadrature erano tutte per un eroe incontrastato che, al volante di una verde vettura malese che per convenzione si fa chiamare Lotus, si guadagnava i suoi due minuti di popolarità. È stata una scena eroica, ma purtroppo di Kovalainen parleremo in un altro momento, perché come ogni commento che si rispetti, anche questo deve approfondire almeno un po' l'argomento qualifiche.
Prima di parlare delle qualifiche dobbiamo fermarci un attimo a parlare di due argomenti di un certo livello, in quanto due piloti hanno fatto il loro ritorno al volante:
> Nick Heidfeld, nella prima parte della stagione terzo pilota della Mercedes, è stato ingaggiato dalla Sauber per sostituire Pedro De La Rosa da qui fino alla fine della stagione;
> Christian Klien, che non vedevamo in F1 da quando fu appiedato dalla Redbull nel tardo 2006, era stato vicino a tornare in Formula 1 alla Spyker nel 2007 prendendo il posto che era stato di Albers e di Winkelhock, ma al suo posto venne scelto Yamamoto, e finalmente si è preso la propria rivincita rimpiazzando nientemeno che Yamamoto alla HRT, pare temporaneamente.
Nel frattempo, auguri di pronta guarigione a Yamamoto, appiedato da un'intossicazione alimentare. Curiosità: Klien si è addirittura salvato dal disonore dell'ultima fila (disonore fino a un certo punto, guida pur sempre un'HRT, non possiamo aspettarci miracoli), grazie al giro sottotono fatto dal suo compagno di squadra e al cambio di Massa che ha impedito a quest'ultimo di completare un singolo giro.
Oltre a Massa, in Q3 sono usciti di scena, come facilmente prevedibile, i piloti dei "nuovi team", mentre in Q2 sono crollate le Force India, le Toro Rosso, Hulkenberg, Petrov e Heidfeld. In Q3 Alonso ha ottenuto la pole, davanti alle McLaren e alle Redbull in ordine sparso. Ha chiuso al sesto posto Barrichello, davanti alle Mercedes, Kubica e Kobayashi in ordine sparso.
In sintesi i primi dieci sono stati Alonso, Vettel, Hamilton, Button, Webber, Barrichello, Rosberg, Kubica, Schumacher e Kobayashi. Il primo degli esclusi in Q2 è stato Alguersuari, seguito da Hulkenberg (retrocesso in 12^ posizione per la sostituzione del cambio), Petrov, Buemi, Heidfeld, Sutil e Liuzzi, mentre in origine, i primi a lasciare le qualifiche erano stati Glock, Kovalainen, Di Grassi, Trulli, Klien, Senna e Massa. Quest'ultimo ha cambiato il motore per la gara, oltre che il cambio, ma non ha scontato nessuna retrocessione in quanto era già ultimo e più ultimo di così non poteva partire. La sua gara era sicuramente vista con ottimismo: è meglio partire ultimi che partire in testa e ripetere la performance del 2008, anche se tuttavia ripetere la performance del 2008 sarebbe impossibile, visto che non ci sono più i rifornimenti di benzina. Io sono una persona fiduciosa, dopotutto, anche se la fiducia del sabato in genere svanisce quando arriva la domenica.
Oh, che sorpresa: è già arrivata la domenica.
Three.
Two.
One.
GOOOOOOOOOOO!
Si parte, anzi, forse Alguersuari non parte nemmeno... In realtà è partito, ma dalla pitlane, in quanto ha avuto problemi durante il giro di formazione.
La gara è partita in modo breve e indolore, anche se sono certa che Heidfeld e Liuzzi non concorderebbero con me, Liuzzi soprattutto: il pilota della Force India, infatti, è giunto a contatto con Heidfeld e dopo che questo era già giunto a contatto con Sutil. Risultato: Sutil incolume, Heidfeld ai box per un pitstop non previsto, Liuzzi ritirato. Frattanto al secondo giro Massa è rientrato ai box per effettuare l'unico cambio gomme della sua gara.
Subito dopo è entrata la safety car per via dell'incidente iniziale e vari piloti sono rientrati ai box. Tra quelli della top-5 l'unico è stato Webber, che ha subito iniziato a superare vetture.
Visto che vari piloti erano rientrati tornando in pista dietro alle Virgin, si sono viste varie inquadrature di queste ultime quando subivano dei contatti. Tra Glock e Hulkenberg c'è stato anche un lieve contatto, ma non ci sono stati danni eccessivi e la gara è stata caratterizzata da un certo periodo di calma piatta, senza ritiri fino quasi a metà gara, quando Trulli è andato a parcheggiare ai box per problemi tecnici.
Kobayashi: "Che gara tranquilla. Forse dovrei pensarci io."
Schumacher: "Che cosa intendi fare?"
Kobayashi: "Non saprei, magari potremmo sfiorarci l'uno con l'altro, per vedere che cosa capita."
Non è capitato nulla di irreparabile: Schumacher è andato a sfiorare un muro e ha perso terreno, mentre Kobayashi sembrava non avere fatto altri danni.
Kobayashi, tuttavia, ha deciso di stupirci e poco dopo è andato a schiantarsi a muro. Non è finita lì, perché è arrivato il momento d'oro della HRT: Senna è uscito nello stesso punto e si è schiantato contro la vettura di Kobayashi. Per il team spagnolo era ormai giunta la fine: pochi giri dopo anche Klien si è ritirato, per problemi tecnici, mentre la gara proseguiva dietro la safety car per via delle vetture incidentate.
Mi rendo conto solo ora di non avere parlato minimamente di quello che succedeva davanti, quindi mi sembra ora di fare una digressione a proposito di come Alonso avesse mantenuto la testa della gara fin dal via e di come Vettel fosse stabilmente secondo, posizioni rimaste invariate nonostante i pitstop.
Quando la safety car si è levata di torno, Hamilton e Webber si sono ritrovati a lottare per la terza posizione. Hamilton ha affiancato e superato Webber, per poi essere toccato da quest'ultimo. La sua gara è terminata, quella del leader della classifica no: Webber intendeva tornare a casa da Marina Bay ancora in testa alla classifica.
Da quel momento in poi nulla ha più cambiato le posizioni della top-6: Alonso, Vettel, Webber, Button, Rosberg e Barrichello, destinati ad arrivare in quelle posizioni fino al traguardo, traguardo che, come ho già detto due righe più in su, Hamilton non ha visto affatto, per la seconda volta consecutiva, e ciò ha il suo rilievo sulla classifica. Dato che ho già specificato chiaramente quali siano state le posizioni di arrivo dei piloti che lottano per il campionato, posso provvedere a trattare anche questo argomento: Webber si è portato a 202 punti, mentre Alonso è salito in seconda posizione a 191. Hamilton è terzo, fermo a 182 punti, mentre alle sue spalle è risalito al quarto posto Vettel, dato che mi sa che nel commento al GP d'Italia avevo invertito la sua posizione con quella di Button... e dire che ho anche copiato le classifiche da internet, non le ho calcolate a mano. Ad ogni modo Vettel ha 181 punti, mentre Button ne ha 177. Se vincesse in Giappone e Webber si ritirasse, tuttavia, andrebbe a eguagliare il pilota della Redbull.
Webber: "Non mi piacciono queste proiezioni. Perché le fai?"
L'Autrice(C): "Per dare una visione più completa della situazione."
Button: "A me piace quella proiezione, ma visto che adesso sto vedendo la vetta della gara con il binocolo, non sono così sicuro di potere ricominciare a vincere gran premi da un giorno all'altro."
Alonso: "Se ti può consolare, nemmeno io sono sicuro che tu possa riuscirci."
Button: "Grazie. Avevo proprio bisogno di queste parole di conforto."
Schumacher: "Va beh, qui ho già capito che, se voglio farmi notare, devo continuare le mie battaglie con le Sauber. Dov'è Heidfeld?"
Heidfeld: "Sono esattamente contro di te."
Schumacher: "Sì, me ne sono accorto!"
Heidfeld si è ritirato, mentre Schumacher è stato costretto a una sosta ai box in più ed è tornato in pista nelle retrovie, mentre la gara si è evoluta nuovamente verso una situazione di calma piatta, che non è stata interrotta dal ritiro di Glock per problemi tecnici.
Di Schumacher se ne è sentito parlare un po' alla fine, quando era all'inseguimento di Kovalainen, che si trovava in 13^ posizione, un risultato di tutto rispetto per un pilota della Lotus. Superato indenne un contatto con Buemi, il finlandesino ha però avuto una terribile sorpresa: al sessantesimo giro, su un totale di sessantuno, la sua monoposto ha deciso di andare a fuoco.
Voce fuori campo: "Che peccato. Adesso sarà costretto a rientrare ai box e..."
Kova: "No way!"
Mi è sembrato che abbia avuto una piccola indecisione, che sia stato al punto di imboccare la corsia dei box, ma che poi abbia scelto di rimanere in pista, nel tentativo di arrivare in fondo. Peccato che la sua auto non fosse nelle condizioni ideali e, all'ultimo giro, si è dovuto arrendere. Ha parcheggiato e, dopo essersi fatto passare un estintore dai commissari, ha spento lui stesso l'incendio della sua macchina. Intanto, mentre dal terzo in poi erano distanti di parecchio, i primi due erano staccati di meno di un secondo... ma voglio dire, Vettel doveva avvicinarsi proprio adesso ad Alonso? Stavamo parlando di cose molto più serie, come ad esempio l'incendio spento da Kovalainen!
Kova: "Sapevo che prima o poi sarei stato riconosciuto universalmente come un eroe."
L'Autrice(C): "Finalmente questo importante giorno è arrivato. Il 26 Settembre 2010 è un giorno che merita di essere ricordato da qui all'eternità."
Per finire vorrei dare qualche piccola spiegazione, a questo proposito. Mi rendo conto che un evento come la vettura di Kovalainen andata a fuoco non è stato l'evento più memorabile di questo gran premio o di questa stagione e che, in realtà, c'è anche tanta gente che non si è nemmeno accorto della presenza di Kovalainen, nel corso di questa stagione. Quando dico che questo evento è stato importante, parlo chiaramente in tono scherzoso... ma un fondamento di verità c'è.
Quando guardiamo un gran premio spesso non ce ne accorgiamo, perché siamo troppo focalizzati a chiederci chi vincerà o chi salirà sul podio, ma la realtà dei fatti è che non ci sono solo loro. In pista ci sono ventiquattro vetture, non solo le due che lottano per la vittoria - nel caso di oggi, oppure addirittura solo una, nei casi in cui il gap tra i primi due è maggiore di quello che c'era tra Alonso e Vettel a Singapore - anche se talvolta non ce ne rendiamo conto.
A volte è bello anche guardare oltre. È bello vedere che c'è qualcosa, oltre alla lotta per il titolo o allo scontro per la vittoria dei singoli gran premi. Per quanto le Lotus, le Virgin, le HRT e in realtà anche quasi tutti gli altri piloti presenti sulla griglia di partenza possano sembrarci inutili, ci siamo mai chiesti cosa succederebbe se non ci fossero?
Niente HRT.
Niente Virgin.
Niente Lotus.
Niente Sauber, dopotutto la BMW era uscita di scena.
Anche la Renault era sul punto di lasciare il campionato...
Quattro o cinque in meno significherebbero avere appena quattordici o sedici vetture in pista. Magari non ci sarebbero "doppiati che intralciano" durante il gran premio di Montecarlo, ma a quale prezzo?
Fine.
Non insisterò più su quanto Kovalainen e i suoi compari abbiano la loro importanza, mi limiterò a elencare il risultato, specificando che Hulkenberg era arrivato in nona posizione al traguardo, ma poi è stato retrocesso per un taglio di chicane, ritrovandosi in decima posizione. La penalizzazione è arrivata dopo un reclamo della Force India... guardando la posizione in cui è stato classificato Sutil, mi verrebbe da dire che non è poi così strano che in Force India abbiano deciso di fare ricorso!
Sutil: "Il mio team ha fatto benissimo. Quella posizione mi spettava di diritto."
Hulkenberg: "Ma nessuno ti prende in considerazione, io invece sono una star."
Sutil: "Sul fatto che tu sia una star ho qualche dubbio, così come sul fatto che nessuno mi prende in considerazione. Che cosa credi che stia facendo l'Autrice(C) in questo momento?"
Hulkenberg: "Probabilmente si sta pentendo di averci lasciato la parola."
Sutil: "Lo pensi anche tu, allora? Anche a me sta venendo questo orribile dubbio."
Hulkenberg: "Allora possiamo andare a nasconderci e, dato che ci siamo, ridere alle spalle di Petrov, che ancora una volta non ha cavato un ragno dal buco."
Petrov: "Taci, poppante."
Hulkenberg: "Non sono un poppante. Sono più vecchio di Buemi."
Petrov: "Non vale. Tutti sono più vecchi di Buemi."
Hulkenberg: "Alguersuari non sarebbe d'accordo con te."
Petrov: "Chi?"
Hulkenberg: "Prova a guardare dietro di te."
Petrov: "Vedo un bambino piccolo che cammina a quattro zampe. Spero che la sua baby sitter venga a prenderlo."
RISULTATO: 1. Fernando Alonso (Ferrari), 2. Sebastian Vettel (Redbull), 3. Mark Webber (Redbull), 4. Jenson Button (McLaren), 5. Nico Rosberg (Mercedes), 6. Rubens Barrichello (Williams), 7. Robert Kubica (Renault), 8. Felipe Massa (Ferrari), 9. Adrian Sutil (Force India), 10. Nico Hulkenberg (Williams), 11. Vitaly Petrov (Renault), 12. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 13. Michael Schumacher (Mercedes), 14. Sebastien Buemi (Toro Rosso), 15. Lucas Di Grassi (Virgin), 16. Heikki Kovalainen (Lotus), Rit. Timo Glock (Virgin), Rit. Nick Heidfeld (Sauber), Rit. Lewis Hamilton (McLaren), Rit. Christian Klien (HRT), Rit. Kamui Kobayashi (Sauber), Rit. Bruno Senna (HRT), Rit. Jarno Trulli (Lotus), Rit. Vitantonio Liuzzi (HRT).
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010.
***
Singapore 2010: Arctic Fire
Il Gran Premio di Singapore, introdotto nel campionato di Formula 1 nel 2008, è giunto alla sua terza edizione e a poco a poco mi sto abituando al circuito, che a primo impatto non mi era piaciuto affatto.
Era l'ormai lontano 2008, era l'anno in cui Ferrari e McLaren lottavano per il campionato, quando le Redbull portavano a casa al massimo qualche punto e la Formula 1 era, per certi versi, diversa da come la conosciamo.
Simile, diverso, tutta questione di punti di vista: forse a volte cambiano i colori delle vetture che si trovano tra le prime posizioni, ma la situazione cambia molto di meno di quanto credevamo.
L'anno scorso Ferrari e McLaren lottavano per il terzo posto in classifica e la Redbull era seconda solo alla Brawn GP. La Redbull è rimasta in competizione per il titolo, mentre McLaren e Ferrari sono tornate protagoniste.
È dall'inizio dell'anno che c'è una situazione di incertezza, ci sono stati numerosi avvicendamenti in vetta alla classifica e, negli ultimi tempi, i protagonisti sono stati in particolare Hamilton e Webber, con Alonso, Vettel e Button lasciati a inseguire.
Nel weekend che abbiamo visto due di questi ultimi tre non sembravano particolarmente destinati ad inseguire gli altri due... ma alla fine che cosa importa tutto questo? Mentre uno dei contendenti al titolo vinceva con un altro contendente al titolo quasi negli scarichi, le inquadrature erano tutte per un eroe incontrastato che, al volante di una verde vettura malese che per convenzione si fa chiamare Lotus, si guadagnava i suoi due minuti di popolarità. È stata una scena eroica, ma purtroppo di Kovalainen parleremo in un altro momento, perché come ogni commento che si rispetti, anche questo deve approfondire almeno un po' l'argomento qualifiche.
Prima di parlare delle qualifiche dobbiamo fermarci un attimo a parlare di due argomenti di un certo livello, in quanto due piloti hanno fatto il loro ritorno al volante:
> Nick Heidfeld, nella prima parte della stagione terzo pilota della Mercedes, è stato ingaggiato dalla Sauber per sostituire Pedro De La Rosa da qui fino alla fine della stagione;
> Christian Klien, che non vedevamo in F1 da quando fu appiedato dalla Redbull nel tardo 2006, era stato vicino a tornare in Formula 1 alla Spyker nel 2007 prendendo il posto che era stato di Albers e di Winkelhock, ma al suo posto venne scelto Yamamoto, e finalmente si è preso la propria rivincita rimpiazzando nientemeno che Yamamoto alla HRT, pare temporaneamente.
Nel frattempo, auguri di pronta guarigione a Yamamoto, appiedato da un'intossicazione alimentare. Curiosità: Klien si è addirittura salvato dal disonore dell'ultima fila (disonore fino a un certo punto, guida pur sempre un'HRT, non possiamo aspettarci miracoli), grazie al giro sottotono fatto dal suo compagno di squadra e al cambio di Massa che ha impedito a quest'ultimo di completare un singolo giro.
Oltre a Massa, in Q3 sono usciti di scena, come facilmente prevedibile, i piloti dei "nuovi team", mentre in Q2 sono crollate le Force India, le Toro Rosso, Hulkenberg, Petrov e Heidfeld. In Q3 Alonso ha ottenuto la pole, davanti alle McLaren e alle Redbull in ordine sparso. Ha chiuso al sesto posto Barrichello, davanti alle Mercedes, Kubica e Kobayashi in ordine sparso.
In sintesi i primi dieci sono stati Alonso, Vettel, Hamilton, Button, Webber, Barrichello, Rosberg, Kubica, Schumacher e Kobayashi. Il primo degli esclusi in Q2 è stato Alguersuari, seguito da Hulkenberg (retrocesso in 12^ posizione per la sostituzione del cambio), Petrov, Buemi, Heidfeld, Sutil e Liuzzi, mentre in origine, i primi a lasciare le qualifiche erano stati Glock, Kovalainen, Di Grassi, Trulli, Klien, Senna e Massa. Quest'ultimo ha cambiato il motore per la gara, oltre che il cambio, ma non ha scontato nessuna retrocessione in quanto era già ultimo e più ultimo di così non poteva partire. La sua gara era sicuramente vista con ottimismo: è meglio partire ultimi che partire in testa e ripetere la performance del 2008, anche se tuttavia ripetere la performance del 2008 sarebbe impossibile, visto che non ci sono più i rifornimenti di benzina. Io sono una persona fiduciosa, dopotutto, anche se la fiducia del sabato in genere svanisce quando arriva la domenica.
Oh, che sorpresa: è già arrivata la domenica.
Three.
Two.
One.
GOOOOOOOOOOO!
Si parte, anzi, forse Alguersuari non parte nemmeno... In realtà è partito, ma dalla pitlane, in quanto ha avuto problemi durante il giro di formazione.
La gara è partita in modo breve e indolore, anche se sono certa che Heidfeld e Liuzzi non concorderebbero con me, Liuzzi soprattutto: il pilota della Force India, infatti, è giunto a contatto con Heidfeld e dopo che questo era già giunto a contatto con Sutil. Risultato: Sutil incolume, Heidfeld ai box per un pitstop non previsto, Liuzzi ritirato. Frattanto al secondo giro Massa è rientrato ai box per effettuare l'unico cambio gomme della sua gara.
Subito dopo è entrata la safety car per via dell'incidente iniziale e vari piloti sono rientrati ai box. Tra quelli della top-5 l'unico è stato Webber, che ha subito iniziato a superare vetture.
Visto che vari piloti erano rientrati tornando in pista dietro alle Virgin, si sono viste varie inquadrature di queste ultime quando subivano dei contatti. Tra Glock e Hulkenberg c'è stato anche un lieve contatto, ma non ci sono stati danni eccessivi e la gara è stata caratterizzata da un certo periodo di calma piatta, senza ritiri fino quasi a metà gara, quando Trulli è andato a parcheggiare ai box per problemi tecnici.
Kobayashi: "Che gara tranquilla. Forse dovrei pensarci io."
Schumacher: "Che cosa intendi fare?"
Kobayashi: "Non saprei, magari potremmo sfiorarci l'uno con l'altro, per vedere che cosa capita."
Non è capitato nulla di irreparabile: Schumacher è andato a sfiorare un muro e ha perso terreno, mentre Kobayashi sembrava non avere fatto altri danni.
Kobayashi, tuttavia, ha deciso di stupirci e poco dopo è andato a schiantarsi a muro. Non è finita lì, perché è arrivato il momento d'oro della HRT: Senna è uscito nello stesso punto e si è schiantato contro la vettura di Kobayashi. Per il team spagnolo era ormai giunta la fine: pochi giri dopo anche Klien si è ritirato, per problemi tecnici, mentre la gara proseguiva dietro la safety car per via delle vetture incidentate.
Mi rendo conto solo ora di non avere parlato minimamente di quello che succedeva davanti, quindi mi sembra ora di fare una digressione a proposito di come Alonso avesse mantenuto la testa della gara fin dal via e di come Vettel fosse stabilmente secondo, posizioni rimaste invariate nonostante i pitstop.
Quando la safety car si è levata di torno, Hamilton e Webber si sono ritrovati a lottare per la terza posizione. Hamilton ha affiancato e superato Webber, per poi essere toccato da quest'ultimo. La sua gara è terminata, quella del leader della classifica no: Webber intendeva tornare a casa da Marina Bay ancora in testa alla classifica.
Da quel momento in poi nulla ha più cambiato le posizioni della top-6: Alonso, Vettel, Webber, Button, Rosberg e Barrichello, destinati ad arrivare in quelle posizioni fino al traguardo, traguardo che, come ho già detto due righe più in su, Hamilton non ha visto affatto, per la seconda volta consecutiva, e ciò ha il suo rilievo sulla classifica. Dato che ho già specificato chiaramente quali siano state le posizioni di arrivo dei piloti che lottano per il campionato, posso provvedere a trattare anche questo argomento: Webber si è portato a 202 punti, mentre Alonso è salito in seconda posizione a 191. Hamilton è terzo, fermo a 182 punti, mentre alle sue spalle è risalito al quarto posto Vettel, dato che mi sa che nel commento al GP d'Italia avevo invertito la sua posizione con quella di Button... e dire che ho anche copiato le classifiche da internet, non le ho calcolate a mano. Ad ogni modo Vettel ha 181 punti, mentre Button ne ha 177. Se vincesse in Giappone e Webber si ritirasse, tuttavia, andrebbe a eguagliare il pilota della Redbull.
Webber: "Non mi piacciono queste proiezioni. Perché le fai?"
L'Autrice(C): "Per dare una visione più completa della situazione."
Button: "A me piace quella proiezione, ma visto che adesso sto vedendo la vetta della gara con il binocolo, non sono così sicuro di potere ricominciare a vincere gran premi da un giorno all'altro."
Alonso: "Se ti può consolare, nemmeno io sono sicuro che tu possa riuscirci."
Button: "Grazie. Avevo proprio bisogno di queste parole di conforto."
Schumacher: "Va beh, qui ho già capito che, se voglio farmi notare, devo continuare le mie battaglie con le Sauber. Dov'è Heidfeld?"
Heidfeld: "Sono esattamente contro di te."
Schumacher: "Sì, me ne sono accorto!"
Heidfeld si è ritirato, mentre Schumacher è stato costretto a una sosta ai box in più ed è tornato in pista nelle retrovie, mentre la gara si è evoluta nuovamente verso una situazione di calma piatta, che non è stata interrotta dal ritiro di Glock per problemi tecnici.
Di Schumacher se ne è sentito parlare un po' alla fine, quando era all'inseguimento di Kovalainen, che si trovava in 13^ posizione, un risultato di tutto rispetto per un pilota della Lotus. Superato indenne un contatto con Buemi, il finlandesino ha però avuto una terribile sorpresa: al sessantesimo giro, su un totale di sessantuno, la sua monoposto ha deciso di andare a fuoco.
Voce fuori campo: "Che peccato. Adesso sarà costretto a rientrare ai box e..."
Kova: "No way!"
Mi è sembrato che abbia avuto una piccola indecisione, che sia stato al punto di imboccare la corsia dei box, ma che poi abbia scelto di rimanere in pista, nel tentativo di arrivare in fondo. Peccato che la sua auto non fosse nelle condizioni ideali e, all'ultimo giro, si è dovuto arrendere. Ha parcheggiato e, dopo essersi fatto passare un estintore dai commissari, ha spento lui stesso l'incendio della sua macchina. Intanto, mentre dal terzo in poi erano distanti di parecchio, i primi due erano staccati di meno di un secondo... ma voglio dire, Vettel doveva avvicinarsi proprio adesso ad Alonso? Stavamo parlando di cose molto più serie, come ad esempio l'incendio spento da Kovalainen!
Kova: "Sapevo che prima o poi sarei stato riconosciuto universalmente come un eroe."
L'Autrice(C): "Finalmente questo importante giorno è arrivato. Il 26 Settembre 2010 è un giorno che merita di essere ricordato da qui all'eternità."
Per finire vorrei dare qualche piccola spiegazione, a questo proposito. Mi rendo conto che un evento come la vettura di Kovalainen andata a fuoco non è stato l'evento più memorabile di questo gran premio o di questa stagione e che, in realtà, c'è anche tanta gente che non si è nemmeno accorto della presenza di Kovalainen, nel corso di questa stagione. Quando dico che questo evento è stato importante, parlo chiaramente in tono scherzoso... ma un fondamento di verità c'è.
Quando guardiamo un gran premio spesso non ce ne accorgiamo, perché siamo troppo focalizzati a chiederci chi vincerà o chi salirà sul podio, ma la realtà dei fatti è che non ci sono solo loro. In pista ci sono ventiquattro vetture, non solo le due che lottano per la vittoria - nel caso di oggi, oppure addirittura solo una, nei casi in cui il gap tra i primi due è maggiore di quello che c'era tra Alonso e Vettel a Singapore - anche se talvolta non ce ne rendiamo conto.
A volte è bello anche guardare oltre. È bello vedere che c'è qualcosa, oltre alla lotta per il titolo o allo scontro per la vittoria dei singoli gran premi. Per quanto le Lotus, le Virgin, le HRT e in realtà anche quasi tutti gli altri piloti presenti sulla griglia di partenza possano sembrarci inutili, ci siamo mai chiesti cosa succederebbe se non ci fossero?
Niente HRT.
Niente Virgin.
Niente Lotus.
Niente Sauber, dopotutto la BMW era uscita di scena.
Anche la Renault era sul punto di lasciare il campionato...
Quattro o cinque in meno significherebbero avere appena quattordici o sedici vetture in pista. Magari non ci sarebbero "doppiati che intralciano" durante il gran premio di Montecarlo, ma a quale prezzo?
Fine.
Non insisterò più su quanto Kovalainen e i suoi compari abbiano la loro importanza, mi limiterò a elencare il risultato, specificando che Hulkenberg era arrivato in nona posizione al traguardo, ma poi è stato retrocesso per un taglio di chicane, ritrovandosi in decima posizione. La penalizzazione è arrivata dopo un reclamo della Force India... guardando la posizione in cui è stato classificato Sutil, mi verrebbe da dire che non è poi così strano che in Force India abbiano deciso di fare ricorso!
Sutil: "Il mio team ha fatto benissimo. Quella posizione mi spettava di diritto."
Hulkenberg: "Ma nessuno ti prende in considerazione, io invece sono una star."
Sutil: "Sul fatto che tu sia una star ho qualche dubbio, così come sul fatto che nessuno mi prende in considerazione. Che cosa credi che stia facendo l'Autrice(C) in questo momento?"
Hulkenberg: "Probabilmente si sta pentendo di averci lasciato la parola."
Sutil: "Lo pensi anche tu, allora? Anche a me sta venendo questo orribile dubbio."
Hulkenberg: "Allora possiamo andare a nasconderci e, dato che ci siamo, ridere alle spalle di Petrov, che ancora una volta non ha cavato un ragno dal buco."
Petrov: "Taci, poppante."
Hulkenberg: "Non sono un poppante. Sono più vecchio di Buemi."
Petrov: "Non vale. Tutti sono più vecchi di Buemi."
Hulkenberg: "Alguersuari non sarebbe d'accordo con te."
Petrov: "Chi?"
Hulkenberg: "Prova a guardare dietro di te."
Petrov: "Vedo un bambino piccolo che cammina a quattro zampe. Spero che la sua baby sitter venga a prenderlo."
RISULTATO: 1. Fernando Alonso (Ferrari), 2. Sebastian Vettel (Redbull), 3. Mark Webber (Redbull), 4. Jenson Button (McLaren), 5. Nico Rosberg (Mercedes), 6. Rubens Barrichello (Williams), 7. Robert Kubica (Renault), 8. Felipe Massa (Ferrari), 9. Adrian Sutil (Force India), 10. Nico Hulkenberg (Williams), 11. Vitaly Petrov (Renault), 12. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 13. Michael Schumacher (Mercedes), 14. Sebastien Buemi (Toro Rosso), 15. Lucas Di Grassi (Virgin), 16. Heikki Kovalainen (Lotus), Rit. Timo Glock (Virgin), Rit. Nick Heidfeld (Sauber), Rit. Lewis Hamilton (McLaren), Rit. Christian Klien (HRT), Rit. Kamui Kobayashi (Sauber), Rit. Bruno Senna (HRT), Rit. Jarno Trulli (Lotus), Rit. Vitantonio Liuzzi (HRT).
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