giovedì 2 febbraio 2023

In ricordo di Roger Williamson (02.02.1948 - 29.07.1973)

Oggi è il 2 febbraio 2023 e sarebbe stato il 75° compleanno di Roger Williamson, nato nel 1948 e deceduto nel 1973 nel GP d'Olanda. Era solo il suo secondo gran premio di Formula 1, aveva infatti fatto il suo esordio al precedente GP di Gran Bretagna al volante di una March. La gara si svolgeva di sabato, il 14 luglio, sulla pista di Silverstone che ospitava l'evento inglese un anno sì e un anno no. C'era una griglia di ventotto vetture in Gran Bretagna e Williamson si era qualificato 22°. Dalla pole scattava Ronnie Peterson, precedendo le McLaren di Denny Hulme e Peter Revson. Quarto e quinto sulla griglia c'erano i championship contenders, Jackie Stewart su Tyrrell ed Emerson Fittipaldi, mentre seguiva Jody Scheckter su una sesta McLaren.
Stewart ha fatto una buona partenza portandosi secondo, per poi superare anche Peterson nel corso del primo giro. Al termine della prima tornata, tuttavia, Scheckter è finito in testacoda andando a sbattere piuttosto violentemente e rimbalzando sulla pista. Si è innescato un incidente a catena, che ha coinvolto a vario titolo un totale di almeno dieci vetture.

La gara è stata redflaggata e tutti i piloti sono usciti in autonomia dalle proprie vetture, eccetto uno: Andrea De Adamich, che aveva cozzato contro Mike Hailwood. Il pilota italiano ha riportato una frattura a una caviglia ed è stata necessaria una buona mezz'ora per estrarlo dalla monoposto. È seguita poi un'ora per ripulire la pista.
Al momento del restart le vetture sulla griglia sono scese da ventotto a diciannove, per via dell'assenza della Jackie Oliver, uscito per un contatto al via con la BRM di Niki Lauda, e ben otto piloti coinvolti nell'incidente al via, sette oltre a De Adamich. James Hunt, che guidava una March del team Hesketh, è riuscito a ripartire, ma avendo distrutto l'airbox gliene è stato montato uno della vettura di Mike Beuttler.
Nove piloti fuori dai giochi, uno dei piloti costretti al ritiro prima ancora della seconda partenza era proprio Williamson. Frattanto le vetture si allineavano sulla griglia nella loro posizione originale.

Con un ottimo spunto Lauda si è portato secondo alle spalle di Peterson, ma non è durata molto a lungo. Stewart si è riportato in tempi brevi al secondo posto, mentre Lauda ha in seguito perso varie posizioni. In testacoda di Stewart ha poi fatto risalire Fittipaldi secondo dietro al compagno di squadra, mentre Revson si è installato in terza piazza.
I primi tre erano piuttosto vicini e vi sono rimasti fintanto che Fittipaldi a poco più di metà gara si è ritrovato ritirato a causa di un guasto. Pochi giri dopo Revson ha superato Peterson e si è portato in testa. Hunt frattanto è risalito al terzo posto con un sorpasso su Hulme, che tuttavia in seguito si sarebbe ripreso la posizione.
Nel frattempo la pioggia ha iniziato a cadere, con le vetture che sono rimaste in pista con gomme da asciutto. Revson è riuscito ad allungare, ma il terzetto Peterson/ Hulme/ Hunt era piuttosto vicino e hanno chiuso la gara in quelle posizioni. François Cevert su Tyrrell e Carlos Reutemann su Brabham hanno completato la zona punti, mentre la Ferrari di Jackie Ickx ha concluso all'ottavo posto dietro alla BRM di Clay Regazzoni.

Il gran premio seguente si svolgeva a Zandvoort quindici giorni dopo, il 29 luglio. Stavolta di vetture ce n'erano solo ventiquattro (anche a causa dell'assenza della Ferrari da questo gran premio) e Williamson aveva il 18° tempo, per una gara che sembrava volgere a favore di Stewart: qualificato secondo alle spalle di Peterson, aveva l'occasione di allungare nei confronti del diretto avversario Fittipaldi, solo 16° in griglia dopo un incidente in cui era rimasto infortunato.
Ha preso parte alla gara (che prevedeva settantadue giri), ma è stato costretto al ritiro dopo appena un giro per problemi fisici. Peterson ha mantenuto la testa della gara al via, mentre tra le due Tyrrell di Stewart e Cevert si è inserita per breve tempo la Brabham di Carlos Pace. Poteva sembrare una gara normale, che altrimenti sarebbe passata alla storia solo per essere l'ultima gara di Formula 1 in cui in ogni fila sulla griglia di partenza erano allineate tre vetture anziché due, ma non lo sarebbe sembrata molto a lungo. Già nel corso dell'ottavo giro, infatti, sarebbe avvenuto uno degli incidenti più drammatici della storia della Formula 1.

Prima di venire al punto, liquido velocemente la faccenda della gara: qualcosa come un'ora e mezza più tardi le Tyrrell di Stewart e Cevert avrebbero fatto doppietta, approfittando del ritiro di Peterson a causa di un guasto, dopo che era stato leader fino quasi alla fine. Hunt avrebbe conquistato il suo primo podio, precedendo Revson e Beltoise, infine Gijs Van Leppen, al ritorno in Formula 1 dopo una comparsa one-off due anni prima, al volante della Iso Marlboro avrebbe ottenuto il suo primo punto, in una gara con un notevole attrition rate.
Tutto questo, però, è passato inosservato, fin da quel momento, all'ottavo giro in cui, a causa di una probabile foratura, Roger Williamson è rimasto coinvolto in un gravissimo incidente: dopo l'impatto contro le barriere ad altissima velocità ed essere rimbalzato sulle barriere stesse, la vettura si è ribaltata. Non aveva ferite gravi, era solo intrappolato nell'abitacolo e, quando la vettura ha preso fuoco, non ha avuto scampo.

Non ha avuto scampo a causa di livelli di sicurezza tali da rendere nonsense parlare di "sicurezza". L'unico che ha tentato di fare qualcosa è stato il pilota della LEC, David Purley, che prima ha attraversato la pista per andare a prendere un estintore e che, quando l'intero contenuto non è stato sufficiente per spegnere il fuoco, ha letteralmente tentato di sollevare la vettura a mano per cercare di liberare Williamson.
Quell'estintore era l'unico presente sul posto e i commissari, non indossando nemmeno tute ignifughe, non potevano avvicinarsi a causa dell'elevato calore del rogo. Gli addetti alla sicurezza hanno allontanato Purley. Un mezzo antincendio è partito dalla pitlane(?) giungendo sul posto otto minuti più tardi. Quando Williamson è stato estratto dalla vettura, era già morto asfissiato da tempo.
Nel frattempo la gara è continuata con bandiere gialle locali, senza la benché minima interruzione (nonostante il precedente gran premio sia una prova che all'occorrenza in caso di incidente in altre occasioni è stata data regolarmente bandiera rossa), perché la Formula 1 vintage che tanto amiamo e che tanto ci sembra bella e poetica, purtroppo era anche questo.

Vari aspetti di questa fin troppo ingloriosa vicenda vengono al giorno d'oggi discussi apertamente, mentre altri passano inevitabilmente in secondo piano. Uno di questi è il soffermarsi sul fatto che, a parte Purley, tutti i piloti abbiano continuato a girare come se niente fosse. Comprendo la critica, ma in primo luogo dovrebbe essere rivolta alla direzione gara, che aveva sicuramente le idee più chiare su cosa stesse accadendo rispetto ai piloti che passavano attraverso una nuvola di fumo nero (alcuni dei quali avrebbero dichiarato di avere creduto che Purley stesse tentando di spegnere l'incendio della propria monoposto).
Un'altra faccenda è appunto quella del focalizzarsi solo sul fatto che non sia stata interrotta la gara mentre un pilota stava bruciando vivo: un aspetto sicuramente da considerarsi nel fare una valutazione etica, ma che dovrebbe essere affiancato da considerazioni pratiche. C'era un'enorme nuvola di fumo nero, un viavai di commissari e addetti vari che attraversavano da un lato all'altro, nonché mezzi di sicurezza che viaggiavano per la pista.

È vero, è profondamente disdicevole continuare un gran premio così come se niente fosse mentre un pilota sta facendo una fine atroce come quella di Williamson, questo non va assolutamente negato, ma a mio parere fa ancora più inorridire il livello di pericolo a cui la direzione gara, in quei frangenti, ha scelto di esporre i piloti ancora in pista e gli addetti ai lavori, come se la prospettiva di dovere proseguire la giornata con un cadavere coperto da un telo non fosse abbastanza, come se si volessero cercare a tutti i costi altre disgrazie.
Quando i piloti erano verihhhh uominihhhh a volte andava a finire così, e ironia della sorte Zandvoort nel 1973 tornava in Formula 1 dopo un anno di assenza dovuto a migliorie in termini di sicurezza. Migliorare la sicurezza di un circuito, tuttavia, serve a poco se c'è un altro elemento stonato, in questo caso l'assenza di commissari preparati e addirittura l'assenza di indumenti ignifughi per i commissari stessi o addirittura di estintori. Ed è così che all'improvviso succede il disastro e svanisce la poesia del motorsport.

2 commenti:

  1. Fu tutto uno schifo... E' vero che il pilota sa di fare un mestiere pericoloso ma, di certo, non é un aspirante suicida. Adorare quei tempi, criticare le misure di sicurezza odierne e piangere per il decesso di un pilota, a mio avviso, mostrano incoerenza e ipocrisia.

    Bel lavoro.

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  2. Ti ringrazio.
    Per quanto i vecchi tempi abbiano fascino per *altre* ragioni c'erano problemi seri che purtroppo vengono romanticizzati.
    Meno male che le cose sono cambiate, in termini di sicurezza, quello che successe a Williamson in particolare fu agghiacciante.

    Un saluto,
    Milly

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