Carissime monoposto di seconda mano di una stagione precedente riverniciate e acquistate da un team privato, oggi parliamo del Gran Premio di Brands Hatch del 1980, iniziato con un tentativo di qualificazione da parte di Desiré Wilson al volante di una vecchia Williams. Di vecchie Williams ce n'erano due, una guidata dalla sudafricana, l'altra guidata da Rupert Keegan. Voci di corridoio narrano che nella prima sessione di prove libere il motore della vettura di Keegan abbia dato segni di malfunzionamento. Il team privato che schierava le due vetture, allora, avrebbe optato per scambiare i motori, rifilando per le qualifiche il motore malfunzionante alla Wilson.
Com'è andata a finire? Purtroppo non con una donna in griglia, in quanto Keegan si è qualificato e la Wilson no. Voci di corridoio narrano che nell'unica sessione disputata con il motore funzionante si aggirasse in una qualche posizione tra la 15^ e la 20^. Di fatto, se avesse continuato così, avrebbe potuto qualificarsi davanti al suo più illustre connazionale Jody Scheckter, autore di una gloriosa 23^ piazza su ventiquattro qualificati. Sinceramente non so cosa sia più debilitante per l'animo del tifoso, se sperare di vedere qualificata una donna per un gran premio, oppure se essere un tifoso della Ferrari nel 1980. Direi che più o meno le due cose potrebbero equivalersi, non deve essere tanto diverso.
Siamo nel 1980 quindi è doveroso che una scuderia francese che schiera vetture tamarre monopolizzi la prima fila. Stavolta, però, le Renault che abbiamo visto tanto competitive in alcune qualifiche precedenti non sembrano in grado di ottenere risultati altrettanto altisonanti. L'unica cosa che non cambia sarà la iella smisurata di Jean-Pierre Jabouille che, pur non essendosi qualificato nelle prime posizioni, non solo si ritirerà per un guasto al motore, ma sarà addirittura il primo ritirato. Il suo compagno di squadra René Arnoux resterà in pista fino alla fine della gara, pare, ma con problemi vari tanto che non sarà considerato classificato perché non completerà il 90% dell'intera percorrenza. Insomma, sembra andare tutto come da routine, più o meno.
Scattano quindi dalla prima fila le Ligier di Didier Pironi e Jacques Laffite, che rimangono 1/2 fintanto che le loro gare non prendono, in momenti diversi, una svolta molto simile a quella che prendono di solito le gare di Jabouille. Leader nel primissimo tratto di gara, Pironi ha una foratura ed è costretto a rientrare ai box per un cambio gomme. Tornerà in pista nelle retrovie, per poi risalire fino alla bassa zona punti e verso fine gara ritirarsi a causa di un'altra foratura. Il vero pathos però è lasciato nelle mani di Laffite che, presa la testa della gara ci rimane fino quasi verso metà percorrenza. Poi tentando di rimanere in pista senza rallentare nonostante una foratura, va a sbattere e scende dalla vettura imprecando.
Alan Jones, che fino a quel momento ha pazientemente atteso che le vetture tamarre che aveva davanti si levassero di mezzo ed è stato ricompensato per la paziente attesa, si ritrova quindi in testa alla gara come da copione, con la Brabham di Nelson Piquet al secondo posto e a completare la zona podio virtuale, destinata a diventare un podio effettivo, la Williams del suo compagno di squadra Carlos Reutemann. La zona punti verrà completata dalle Tyrrell sponsorizzate Candy di Derek Daly e Jean-Pierre Jarier oltre che dalla McLaren di Alain Prost, in una gara in cui ben quattordici vetture riescono a vedere la bandiera a scacchi (ho considerato Arnoux tra di loro), un numero che non sempre si vede nel 1980.
Per quanto riguarda il capitolo Ferrari e Alfa Romeo, le cose vanno decisamente male. Il campione del mondo in carica, che abbiamo lasciato 23° sulla griglia, riesce ad arrivare al traguardo decimo, precedendo di una sola posizione il già citato Keegan... e niente, almeno lui al traguardo ci arriva. Gilles Villeneuve è costretto al ritiro da un guasto, sorte analoga all'Alfa di Patrick Depailler. Bruno Giacomelli invece termina la gara anzitempo per incidente. Va beh, almeno possiamo consolarci con l'Osell-... no, non ci consoliamo nemmeno con l'Osella stavolta: l'unica vettura, guidata da Eddie Cheever, figura a sua volta ritirata per problemi tecnici. Vedo che anche le squadre italiane si sono impegnate al massimo per emulare le gare di Jabouille!
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
lunedì 31 gennaio 2022
domenica 30 gennaio 2022
Gli ultimi momenti della barba di Watson e l'ultimo gran premio della Lombardi // GP Austria 1976
Secondo la dura legge del motorsport esiste una categoria di gare definite non importanti e consiste in quelle gare a cui non prende parte la Ferrari. Oggi, però, credo sia doveroso parlare di una "gara non importante", per via di una polemica a cui ho partecipato di recente su Twitter, che di per sé non ha assolutamente nulla a che vedere con questa specifica gara, ma che vi si collega indirettamente per qualcosa di cui parleremo più avanti. Prima, però, credo sia doveroso dare un po' di contesto storico e soprattutto di spiegare cosa succeda nel corso della gara, se non avete niente in contrario. E se anche avete qualcosa in contrario pazienza...
Innanzi tutto siamo nel 1976 e in particolare al GP d'Austria. È la gara esattamente successiva a quella dell'incidente di Niki Lauda in Germania. Prima ancora erano accaduti alcuni eventi di cui si parla anche in "Rush", con una squalifica alla McLaren poi annullata. Mi pare di capire che, per protestare contro questo annullamento di squalifica, la Ferrari decida di non prendere parte alla gara. Specifico subito che non è questa la ragione per cui ho deciso di vederla, anzi, quando ho iniziato a vederla non mi ero nemmeno accorta dell'assenza delle Rosse. Ad ogni modo la McLaren se la passa bene, in quanto James Hunt scatta dalla pole position.
Scatta in testa, ma non è mai leader, nemmeno per un giro. Inizialmente assistiamo a un duello per la prima posizione tra John Watson (Penske) e Ronnie Peterson (March), con il pilota svedese che sembra uscirne vincente. Hunt al momento è terzo, ma il peggio deve ancora venire, dato che finisce per ritrovarsi addirittura quinto, alle spalle di Jody Scheckter (Tyrrell - quella a sei ruote) e Gunnar Nilsson (Lotus). Da parte sua anche Peterson, inizialmente in testa alla gara, inizia a passarsela non troppo bene. Scheckter supera tutti e si porta in testa, ma vi resta solo un giro, poi perde inesorabilmente alcune posizioni.
Non solo posizioni, in realtà, la vettura lo abbandona, esattamente come farà l'altra Tyrrell a sei ruote più tardi nei confronti di Patrick Depailler. Abbiamo quindi di nuovo Peterson in testa, ma non dura a lungo neanche lui, Watson lo supera e si porta di nuovo davanti a tutti, dove era stato per i primi due giri di gara. Peterson sembra avere problemi a conservare la seconda posizione, infatti Nilsson lo passa di lì a qualche giro. Ne perderà un altro paio e a succedergli virtualmente sul gradino del podio sarà una sagoma turchese piuttosto stylish e tamarra: è la Ligier di Jacques Laffite, che sembra piuttosto scatenato nella fase finale della gara.
Si porta infatti negli scarichi di Nilsson e ci rimane abbastanza a lungo. Poi fa quello che Poltronieri e Mazzoni definirebbero rompere gli indugi. Lo supera e si porta secondo, staccandolo non di poco. Si lancia anche all'inseguimento di Watson, ma ormai non c'è più molto da fare, il pilota irlandese sarà il primo a tagliare il traguardo per la prima volta in carriera. In precedenza, criticato dal suo team principal perché portava la barba folta, aveva scommesso che se la sarebbe rasata in occasione della sua prima vittoria in Formula 1, impegno che ha mantenuto, rimanendo sbarbato per tutti gli anni a venire
Specifico peraltro di avere visto questa gara il 28/01, in cui un parlamentare o rappresentante di una regione piuttosto estroso, nel corso della quinta(?) votazione ha votato Mario Andretti come Presidente della Repubblica. Voci di corridoio (Twitter) raccontano che su LA7 in studio da Mentana qualcuno abbia commentato la cosa con le parole "ma è morto". Quindi invito Marione a darsi un'abbondante grattata alle parti intime e poi basta, chiusa parentesi, torniamo nel 1976, in cui sta al volante di una Lotus e giunge al traguardo davanti a Peterson, che completa la zona punti. Seguono Jochen Mass (McLaren), Harald Ertl (Hesketh), Henri Pescarolo (Surtees) e Brett Lunger (Surtees).
Quelli che ho citato sono i primi dieci, in pista al momento ci sono altre tre vetture (non li ho citati nel corso della mia narrazione, ma ci sono stati parecchi piloti che si sono visti mentre si ritiravano specie per guasti). L'undicesima piazza va a una Tyrrell di un team privato, il pilota è Alessandro Pesenti-Rossi. Poi ci sono due Brabham private del team RAM. La numero 32 la guida Loris Kessel, che ha avuto problemi tecnici piuttosto seri ed è sotto di tanti giri, tanto che nell'ordine d'arrivo viene dato non classificato e ha percorso anche meno strada rispetto all'ultimo ritirato. Poi c'è la Brabham-RAM numero 33, di cui trovate uno screenshot dalla griglia di partenza.
A guidarla è Lella Lombardi e questo sarà il suo ultimo gran premio. Ad oggi è l'ultima partecipazione femminile A UNA GARA di Formula 1 (dove per gara si intende qualificarsi ed essere presente in griglia). O meglio, ci sarebbe Desiré Wilson al GP del Sudafrica 1981, ma quello era considerato un gran premio ufficiale nel momento in cui si è svolto, poi è stato declassato a non championship event, quindi l'ultima presenza femminile ad una gara rimane quella della Lombardi, presente in modo sporadico alla stagione 1976 così come era stata presente in modo sporadico in quelle precedenti, tendenzialmente al volante di team privati random.
Adesso veniamo al punto dolente. La polemica a cui ho preso parte non riguarda Lella Lombardi, ma le due più prominenti donne del motorsport open-wheel della storia recente, ovvero Danica Patrick (che ha all'attivo una vittoria, alcune pole e qualche piazzamento a podio in Indycar) e Simona De Silvestro (l'ultima donna ad essere salita sul podio in Indycar), forse le due donne più valide del motorsport a ruote scoperte recente, anche se profondamente diverse... e diverse anche nell'aspetto: la Patrick dipinta come una sorta di bomba sexy, la De Silvestro una ragazza molto acqua e sapone. Il grande dubbio è: perché si è arrivati a parlare di questo?
È sempre la stessa solita storia, sembra che le personalità femminili del motorsport debbano per forza essere giudicate dall'aspetto. La persona con cui ne ho discusso ha criticato Danica Patrick perché, a causa del suo aspetto, le donne percepite come meno attraenti tipo Simona De Silvestro sono state messe da parte. A causa dell'aspetto di Danica Patrick. A CAUSA DELL'ASPETTO DI DANICA PATRICK. Se qualcuno dice a una donna "non sei bella abbastanza per essere presa sul serio" non è colpa della mentalità. No, sono le donne più belle, colpevoli di esistere e di mostrarsi per quello che sono. Se si sforzassero di essere meno appariscenti, allora ci sarebbe un mondo più equo.
La Patrick ha perfino i buchi alle orecchie e porta gli orecchini, per questa ragione le donne senza buchi alle orecchie come la De Silvestro non hanno sponsor. SORRY WHAT?! Siamo nel 2022 e la parità di genere passa per una guerra tra donne, per decidere quali sono dolci e kawaii e quali sono delle z*ccolonehhhh che rovinano la vita a quelle dolci e kawaii. Perché le vere donne sono solo quelle che non vengono percepite come abbastanza femminili, le altre sono feccia da evitare come la peste. SORRY WHAT AL QUADRATO?! Grazie al cielo almeno questo sembra essere un uomo, ma ho avuto modo di sentire categorizzazioni di questo genere anche alcune donne e lo trovo piuttosto debilitante.
A proposito, siamo nel 2022 e la nostra mentalitàhhhh illuminatahhhh ci dice questo, ma vorrei segnalare che nei "bui" anni '70 Lella Lombardi, dall'aspetto moooolto tomboy decisamente più tomboy della De Silvestro, ha partecipato a un'edizione della 24 Ore di Le Mans alternandosi al volante con una tale Marie-Claude Beaumont, pilota di rally e di endurance, la quale aveva un aspetto diametralmente opposto al suo. Perché ho il vago sentore che negli anni '70 (quando la gente aveva mediamente molti più pregiudizi di adesso ma la sana abitudine di non divulgare pubblicamente ogni proprio pensiero) fossero decisamente in pochi a volere stabilire che tra la Lombardi e la Beaumont ci dovesse essere un modo giusto e uno sbagliato di essere?
Concludo questo post con un appello a chi mi legge, specie se sono ragazze e se sono giovani: la parità di genere a mio parere passa anche e soprattutto per non cadere in questa trappola. Nello stesso modo in cui insistete nell'affermarvi sostenendo che non possono essere gli uomini a decidere come dovete essere, siate altrettanto insistenti nel comprendere che nemmeno le altre donne dovrebbero avere il potere di decidere come dovete essere. Quando qualcuna vi dice che l'affermazione femminile passa per "andare tutte nella stessa direzione" significa che è convinta che la sua direzione sia quella giusta e che chi non la segue sia una traditricehhhh della kausahhhh. Non lo siete, non siete obbligate ad essere i cloni di altre persone.
Innanzi tutto siamo nel 1976 e in particolare al GP d'Austria. È la gara esattamente successiva a quella dell'incidente di Niki Lauda in Germania. Prima ancora erano accaduti alcuni eventi di cui si parla anche in "Rush", con una squalifica alla McLaren poi annullata. Mi pare di capire che, per protestare contro questo annullamento di squalifica, la Ferrari decida di non prendere parte alla gara. Specifico subito che non è questa la ragione per cui ho deciso di vederla, anzi, quando ho iniziato a vederla non mi ero nemmeno accorta dell'assenza delle Rosse. Ad ogni modo la McLaren se la passa bene, in quanto James Hunt scatta dalla pole position.
Scatta in testa, ma non è mai leader, nemmeno per un giro. Inizialmente assistiamo a un duello per la prima posizione tra John Watson (Penske) e Ronnie Peterson (March), con il pilota svedese che sembra uscirne vincente. Hunt al momento è terzo, ma il peggio deve ancora venire, dato che finisce per ritrovarsi addirittura quinto, alle spalle di Jody Scheckter (Tyrrell - quella a sei ruote) e Gunnar Nilsson (Lotus). Da parte sua anche Peterson, inizialmente in testa alla gara, inizia a passarsela non troppo bene. Scheckter supera tutti e si porta in testa, ma vi resta solo un giro, poi perde inesorabilmente alcune posizioni.
Non solo posizioni, in realtà, la vettura lo abbandona, esattamente come farà l'altra Tyrrell a sei ruote più tardi nei confronti di Patrick Depailler. Abbiamo quindi di nuovo Peterson in testa, ma non dura a lungo neanche lui, Watson lo supera e si porta di nuovo davanti a tutti, dove era stato per i primi due giri di gara. Peterson sembra avere problemi a conservare la seconda posizione, infatti Nilsson lo passa di lì a qualche giro. Ne perderà un altro paio e a succedergli virtualmente sul gradino del podio sarà una sagoma turchese piuttosto stylish e tamarra: è la Ligier di Jacques Laffite, che sembra piuttosto scatenato nella fase finale della gara.
Si porta infatti negli scarichi di Nilsson e ci rimane abbastanza a lungo. Poi fa quello che Poltronieri e Mazzoni definirebbero rompere gli indugi. Lo supera e si porta secondo, staccandolo non di poco. Si lancia anche all'inseguimento di Watson, ma ormai non c'è più molto da fare, il pilota irlandese sarà il primo a tagliare il traguardo per la prima volta in carriera. In precedenza, criticato dal suo team principal perché portava la barba folta, aveva scommesso che se la sarebbe rasata in occasione della sua prima vittoria in Formula 1, impegno che ha mantenuto, rimanendo sbarbato per tutti gli anni a venire
Anni peraltro in cui vincerà, con la McLaren, quattro altre gare partendo ogni volta sempre più indietro in griglia di quella precedente (5° in Gran Bretagna 1981, 10° in Belgio 1982, 17° negli Stati Uniti Est 1982, 23° negli Stati Uniti Ovest 1983). Rimanendo nel 1976, però, vince con Penske dando al team la sua ultima vittoria (sarà in seguito rilevato dall'ATS). Ad oggi è anche l'ultima vittoria in Formula 1 per un costruttore statunitense, ma sicuramente la Haas interromperà a breve questo digiuno di vittorie. *roll eyes* Laffite e Nilsson completano il podio e Hunt giunge in quarta posizione seguito a debita distanza da un mancato Presidente della Repubblica.
Specifico peraltro di avere visto questa gara il 28/01, in cui un parlamentare o rappresentante di una regione piuttosto estroso, nel corso della quinta(?) votazione ha votato Mario Andretti come Presidente della Repubblica. Voci di corridoio (Twitter) raccontano che su LA7 in studio da Mentana qualcuno abbia commentato la cosa con le parole "ma è morto". Quindi invito Marione a darsi un'abbondante grattata alle parti intime e poi basta, chiusa parentesi, torniamo nel 1976, in cui sta al volante di una Lotus e giunge al traguardo davanti a Peterson, che completa la zona punti. Seguono Jochen Mass (McLaren), Harald Ertl (Hesketh), Henri Pescarolo (Surtees) e Brett Lunger (Surtees).
Quelli che ho citato sono i primi dieci, in pista al momento ci sono altre tre vetture (non li ho citati nel corso della mia narrazione, ma ci sono stati parecchi piloti che si sono visti mentre si ritiravano specie per guasti). L'undicesima piazza va a una Tyrrell di un team privato, il pilota è Alessandro Pesenti-Rossi. Poi ci sono due Brabham private del team RAM. La numero 32 la guida Loris Kessel, che ha avuto problemi tecnici piuttosto seri ed è sotto di tanti giri, tanto che nell'ordine d'arrivo viene dato non classificato e ha percorso anche meno strada rispetto all'ultimo ritirato. Poi c'è la Brabham-RAM numero 33, di cui trovate uno screenshot dalla griglia di partenza.
A guidarla è Lella Lombardi e questo sarà il suo ultimo gran premio. Ad oggi è l'ultima partecipazione femminile A UNA GARA di Formula 1 (dove per gara si intende qualificarsi ed essere presente in griglia). O meglio, ci sarebbe Desiré Wilson al GP del Sudafrica 1981, ma quello era considerato un gran premio ufficiale nel momento in cui si è svolto, poi è stato declassato a non championship event, quindi l'ultima presenza femminile ad una gara rimane quella della Lombardi, presente in modo sporadico alla stagione 1976 così come era stata presente in modo sporadico in quelle precedenti, tendenzialmente al volante di team privati random.
Adesso veniamo al punto dolente. La polemica a cui ho preso parte non riguarda Lella Lombardi, ma le due più prominenti donne del motorsport open-wheel della storia recente, ovvero Danica Patrick (che ha all'attivo una vittoria, alcune pole e qualche piazzamento a podio in Indycar) e Simona De Silvestro (l'ultima donna ad essere salita sul podio in Indycar), forse le due donne più valide del motorsport a ruote scoperte recente, anche se profondamente diverse... e diverse anche nell'aspetto: la Patrick dipinta come una sorta di bomba sexy, la De Silvestro una ragazza molto acqua e sapone. Il grande dubbio è: perché si è arrivati a parlare di questo?
È sempre la stessa solita storia, sembra che le personalità femminili del motorsport debbano per forza essere giudicate dall'aspetto. La persona con cui ne ho discusso ha criticato Danica Patrick perché, a causa del suo aspetto, le donne percepite come meno attraenti tipo Simona De Silvestro sono state messe da parte. A causa dell'aspetto di Danica Patrick. A CAUSA DELL'ASPETTO DI DANICA PATRICK. Se qualcuno dice a una donna "non sei bella abbastanza per essere presa sul serio" non è colpa della mentalità. No, sono le donne più belle, colpevoli di esistere e di mostrarsi per quello che sono. Se si sforzassero di essere meno appariscenti, allora ci sarebbe un mondo più equo.
La Patrick ha perfino i buchi alle orecchie e porta gli orecchini, per questa ragione le donne senza buchi alle orecchie come la De Silvestro non hanno sponsor. SORRY WHAT?! Siamo nel 2022 e la parità di genere passa per una guerra tra donne, per decidere quali sono dolci e kawaii e quali sono delle z*ccolonehhhh che rovinano la vita a quelle dolci e kawaii. Perché le vere donne sono solo quelle che non vengono percepite come abbastanza femminili, le altre sono feccia da evitare come la peste. SORRY WHAT AL QUADRATO?! Grazie al cielo almeno questo sembra essere un uomo, ma ho avuto modo di sentire categorizzazioni di questo genere anche alcune donne e lo trovo piuttosto debilitante.
A proposito, siamo nel 2022 e la nostra mentalitàhhhh illuminatahhhh ci dice questo, ma vorrei segnalare che nei "bui" anni '70 Lella Lombardi, dall'aspetto moooolto tomboy decisamente più tomboy della De Silvestro, ha partecipato a un'edizione della 24 Ore di Le Mans alternandosi al volante con una tale Marie-Claude Beaumont, pilota di rally e di endurance, la quale aveva un aspetto diametralmente opposto al suo. Perché ho il vago sentore che negli anni '70 (quando la gente aveva mediamente molti più pregiudizi di adesso ma la sana abitudine di non divulgare pubblicamente ogni proprio pensiero) fossero decisamente in pochi a volere stabilire che tra la Lombardi e la Beaumont ci dovesse essere un modo giusto e uno sbagliato di essere?
Concludo questo post con un appello a chi mi legge, specie se sono ragazze e se sono giovani: la parità di genere a mio parere passa anche e soprattutto per non cadere in questa trappola. Nello stesso modo in cui insistete nell'affermarvi sostenendo che non possono essere gli uomini a decidere come dovete essere, siate altrettanto insistenti nel comprendere che nemmeno le altre donne dovrebbero avere il potere di decidere come dovete essere. Quando qualcuna vi dice che l'affermazione femminile passa per "andare tutte nella stessa direzione" significa che è convinta che la sua direzione sia quella giusta e che chi non la segue sia una traditricehhhh della kausahhhh. Non lo siete, non siete obbligate ad essere i cloni di altre persone.
sabato 29 gennaio 2022
La Formula 1 degli anni '70: stagione 1979
Dal momento che nel corso dei mesi scorsi e anche delle ultime settimane ho visto tutta la stagione 1979, ritengo doveroso dedicarvi un intero post. Quale data migliore del 29/01 per pubblicarlo? Il 29/01 è infatti il compleanno di Jody Scheckter, che in quella stagione ha vinto il mondiale.
ENTRY LIST - mi sembra doveroso elencare i piloti che hanno preso parte al mondiale, anche se la maggior parte non verranno nominati molto di frequente o non verranno nominati affatto. Vi ricordo che i numeri di gara nel 1979 sono fissi già da alcuni anni e rispetto alla stagione precedente cambia solo il numero 1/2. Nel 1978 stavano sulla Brabham in quanto guidata dal campione del mondo in carica. Nel 1979 sono andati alla Lotus, che ha ceduto i propri numeri 5/6 alla Brabham. Per il resto i numeri assegnati agli altri team rimangono invariati.
LOTUS: #1 Mario Andretti, #2 Carlos Reutemann
TYRRELL: #3 Didier Pironi, #4 Jean-Pierre Jarier // Jarier è assente per malattia da due gran premi, venendo sostituito prima da Geoff Lees e poi da Derek Daly, Daly guida in seguito una terza vettura numero #33
BRABHAM: #5 Niki Lauda, #6 Nelson Piquet // Lauda lascia la Formula 1 con due gran premi d'anticipo venendo sostituito da Ricardo Zunino
MCLAREN: #7 John Watson, #8 Patrick Tambay
ATS: #9 Hans-Joachim Stuck
FERRARI: #11 Jody Scheckter, #12 Gilles Villeneuve
COPERSUCAR: #14 Emerson Fittipaldi // solo nelle ultime due gare il team schiera una seconda vettura #19 Alex Ribeiro
RENAULT: #15 Jean-PierreJabouille, #16 René Arnoux
SHADOW: #17 Jan Lammers, #18 Elio De Angelis
WOLF: #20 James Hunt/ Keke Rosberg // l'avvicendamento avviene a metà stagione dopo il ritiro di Hunt dalle competizioni
ENSIGN: #22 Derek Daly/ Patrick Gaillard/ Marc Surer // Daly lascia il team a metà stagione e viene sostituito prima dall'uno e poi dall'altro
MERZARIO: #24 Arturo Merzario // sostituito per un solo gran premio da Gianfranco Brancatelli
LIGIER: #25 Patrick Depailler, #26 Jacques Laffite // quando Depailler resta infortunato in un incidente in deltaplano, verso metà stagione, viene sostituito da Jacky Ickx
WILLIAMS: #27 Alan Jones, #28 Clay Regazzoni
ARROWS: #29 Riccardo Patrese, #30 Jochen Mass
REBAQUE: #31 Hector Rebaque
ALFA ROMEO: presente a soli cinque gran premi, di cui solo due con due vetture, #35 Bruno Giacomelli, #36 Vittorio Brambilla
KAHUSEN: in precedenza usa il #36 con Gianfranco Brancatelli prendendo parte a due gran premi (o per meglio dire alle loro prequalifiche) prima di uscire di scena
LA STAGIONE - il campionato prevede un totale di 15 gran premi e la stagione inizia con il gran premio d'Argentina al quale segue il gran premio del Brasile (a questi due gran premi ho dedicato un post unico insieme al GP di Spagna - a breve capirete perché). La Ligier sembra la vettura più performante del lotto, con Laffite e Depailler che si qualificano rispettivamente in pole e in seconda posizione.
Laffite riesce a vincere entrambe le gare, mentre Depailler dopo essere stato costretto da una foratura a cedere la seconda posizione a Buenos Aires, riesce finalmente a portarla fino al traguardo a Interlagos, dove completa la doppietta.
Le cose cambiano a Kyalami in Sudafrica (gran premio con un post dedicato), dove a lottare per la vittoria, in una gara condizionata da una bandiera rossa per forte pioggia e in seguito dalla pista umida, sono i due piloti della Ferrari. Tra Villeneuve e Scheckter non c'è uno scontro diretto, quanto piuttosto un confronto a livello strategico. Villeneuve passa dalle gomme da pioggia a quelle da asciutto, Scheckter tenta il restart su gomme da asciutto. A uscirne vincente è Villeneuve, mentre Scheckter deve accontentarsi del secondo posto.
Villeneuve vince di nuovo precedendo il compagno di squadra il gran premio degli Stati Uniti Ovest a Long Beach, circuito sul quale la stagione precedente aveva avuto un incidente mentre era in testa (ho scritto un unico post sulle edizioni 1978 e 1979 di Long Beach).
Il quinto gran premio della stagione si svolge in Spagna e la Ligier torna a monopolizzare la prima fila. In gara (il cui resoconto è insieme alle altre due vittorie della Ligier a inizio anno) Depailler parte meglio del compagno di squadra e se lo mette dietro. Viene inseguito da Laffite fino al ritiro di quest'ultimo. La Ferrari, tuttavia, sta per dare una svolta alla propria stagione e nello specifico lo sta per fare Scheckter... un po' a sorpresa, in realtà.
Al gran premio del Belgio che si svolge a Zolder (per questa gara c'è un post dedicato) sembrano ancora i piloti Ligier a dettare legge, con Jones che cerca di mettersi in mezzo, ma del trio rimane solo Laffite dopo il ritiro degli altri due. Nella fase finale della gara, tuttavia, è costretto a cedere e Scheckter conquista così la prima vittoria della stagione.
Non è la sola, vincerà anche a Montecarlo (anche per questa gara c'è un post apposito) in una gara nella quale il suo compagno di squadra Villeneuve è stato a lungo secondo prima del ritiro. Quello di Montecarlo è l'ultimo gran premio disputato da Depailler 1979, nonché il suo ultimo gran premio con la Ligier.
L'ottavo evento della stagione si svolge a Digione in Francia (vi ho dedicato anche un intero post, seppure più di riflessioni che non una cronaca dettagliata), gara caratterizzata per buona parte della sua durata da una certa piattezza, ma salvata negli ultimi giri da un evento entrato negli annali del motorsport.
Inizialmente Villeneuve è in testa seguito dalle Renault, che nella seconda parte di gara sono più performanti, tanto che Jabouille supera il pilota della Ferrari e si porta in testa. Vince la gara, è la prima vittoria di un motore turbo, ma gli occhi sono tutti puntati sul duello per il secondo posto tra Villeneuve e Arnoux. Non penso di dovere aggiungere altro.
Anzi, sì: se al giorno d'oggi questo duello viene tanto elogiato e usato come esempio dei vecchi tempi in cui i piloti erano molto più liberi di osare, non si può dire che questa sia la corrente di pensiero effettivamente nel 1979, dove i critici del comportamento tenuto da Villeneuve e Arnoux non mancano.
Si apre a questo punto una nuova fase, che vede susseguirsi ben quattro vittorie della Williams. Curiosamente la prima va a Regazzoni, che nel team occupa il ruolo di seconda guida. In Gran Bretagna (gara alla quale ho dedicato un post) prende la prima posizione dopo il ritiro del compagno di squadra Jones e non la lascia più, salendo quindi sul gradino più alto del podio davanti ad Arnoux e a Jarier.
Il pilota di punta della Williams si impone nelle tre gare successive in Germania, Austria e Olanda (ho scritto a suo tempo un post unico per Hockenheim e Zeltweg, mentre uno a parte per Zandvoort). Nel primo di questi appuntamenti il pilota australiano, tornato alla vittoria dopo avere già vinto in precedenza con la Shadow nel 1977, fa doppietta insieme a Regazzoni, mentre torna sul podio Laffite, giungendo terzo, risultato che curiosamente ripeterà anche in occasione delle due successive vittorie di Jones.
La Ferrari torna sul podio sia in Austria con Villeneuve sia in Olanda con Scheckter, rimediando due secondi posti. A Zandvoort tuttavia il pilota Ferrari che passa più alla storia non è Scheckter che va a podio, bensì Villeneuve che dopo avere forato compie un intero giro su tre ruote per rientrare ai box.
Il tredicesimo appuntamento della stagione è il gran premio d'Italia (al quale ho dedicato un post diversi mesi fa), con le conseguenti polemiche: il circuito di Monza, infatti, ha su di sé l'aura nefasta della stagione precedente, quando è avvenuto l'incidente costato la vita a Ronnie Peterson.
Con due soli eventi a seguire, sul tracciato monzese può essere assegnato il titolo con anticipo. Scheckter è leader della classifica, ma l'aritmetica lascia ancora delle speranze sia a Laffite sia a Villeneuve. Il ritiro del pilota della Ligier, tuttavia, mette fine ai suoi sogni di gloria anzitempo. Villeneuve, da parte sua, rimane dietro al compagno di squadra. I due fanno doppietta e questo per Scheckter significa la certezza del titolo mondiale. Quella di Monza sarà anche la sua ultima vittoria in carriera, ma questo lo scopriremo solo molto tempo più tardi, quando si ritirerà un anno dopo.
Non solo, si tratta anche dell'ultima volta in cui sale sul podio, dal momento che in Canada giunge quarto mentre al gran premio degli Stati Uniti Est si ritira. A Montreal (al quale ho dedicato un post, anche se più che altro incentrato sulla copertura televisiva dell'evento stesso) torna alla vittoria Jones. Per il pilota australiano si tratta del quarto successo stagionale, il che lo rende il pilota con il maggior numero di vittorie della stagione, un presagio forse di come andrà il 1980.
Secondo classificato nella gara di casa, Villeneuve chiude la stagione con una vittoria sotto la pioggia a Watkins Glen (di cui ho parlato alla fine del post su Long Beach). Si classifica secondo nel mondiale alle spalle del compagno di squadra, 51 punti vs 47. Jones si classifica terzo nel mondiale piloti con 40 punti, segue Laffite a 36, poi Regazzoni a 29. Sesto classificato c'è Depailler, 20 punti nonostante abbia saltato mezza stagione. Tornerà in pista nel 1980 all'Alfa Romeo, e il resto credo che purtroppo lo conosciate. Ickx che l'ha sostituito nella seconda parte della stagione, invece, ha avuto grandi difficoltà ad adattarsi alla monoposto e il gran premio finale di Watkins Glen è anche la sua ultima partecipazione in Formula 1.
PS. Non ho parlato di lui perché la Brabham non ha ottenuto grandi risultati nel corso della stagione, ma a suo modo tra i protagonisti va segnalato Lauda che, con due eventi ancora da disputare, decide di lasciare in anticipo le competizioni. A soli 30 anni (sì, perché non il vecchio decrepito che viene descritto) si ritira, per dedicarsi alla vita imprenditoriale e alla sua compagnia aerea. Tornerà con la McLaren nel 1982, ma quella è un'altra storia.
ENTRY LIST - mi sembra doveroso elencare i piloti che hanno preso parte al mondiale, anche se la maggior parte non verranno nominati molto di frequente o non verranno nominati affatto. Vi ricordo che i numeri di gara nel 1979 sono fissi già da alcuni anni e rispetto alla stagione precedente cambia solo il numero 1/2. Nel 1978 stavano sulla Brabham in quanto guidata dal campione del mondo in carica. Nel 1979 sono andati alla Lotus, che ha ceduto i propri numeri 5/6 alla Brabham. Per il resto i numeri assegnati agli altri team rimangono invariati.
LOTUS: #1 Mario Andretti, #2 Carlos Reutemann
TYRRELL: #3 Didier Pironi, #4 Jean-Pierre Jarier // Jarier è assente per malattia da due gran premi, venendo sostituito prima da Geoff Lees e poi da Derek Daly, Daly guida in seguito una terza vettura numero #33
BRABHAM: #5 Niki Lauda, #6 Nelson Piquet // Lauda lascia la Formula 1 con due gran premi d'anticipo venendo sostituito da Ricardo Zunino
MCLAREN: #7 John Watson, #8 Patrick Tambay
ATS: #9 Hans-Joachim Stuck
FERRARI: #11 Jody Scheckter, #12 Gilles Villeneuve
COPERSUCAR: #14 Emerson Fittipaldi // solo nelle ultime due gare il team schiera una seconda vettura #19 Alex Ribeiro
RENAULT: #15 Jean-PierreJabouille, #16 René Arnoux
SHADOW: #17 Jan Lammers, #18 Elio De Angelis
WOLF: #20 James Hunt/ Keke Rosberg // l'avvicendamento avviene a metà stagione dopo il ritiro di Hunt dalle competizioni
ENSIGN: #22 Derek Daly/ Patrick Gaillard/ Marc Surer // Daly lascia il team a metà stagione e viene sostituito prima dall'uno e poi dall'altro
MERZARIO: #24 Arturo Merzario // sostituito per un solo gran premio da Gianfranco Brancatelli
LIGIER: #25 Patrick Depailler, #26 Jacques Laffite // quando Depailler resta infortunato in un incidente in deltaplano, verso metà stagione, viene sostituito da Jacky Ickx
WILLIAMS: #27 Alan Jones, #28 Clay Regazzoni
ARROWS: #29 Riccardo Patrese, #30 Jochen Mass
REBAQUE: #31 Hector Rebaque
ALFA ROMEO: presente a soli cinque gran premi, di cui solo due con due vetture, #35 Bruno Giacomelli, #36 Vittorio Brambilla
KAHUSEN: in precedenza usa il #36 con Gianfranco Brancatelli prendendo parte a due gran premi (o per meglio dire alle loro prequalifiche) prima di uscire di scena
LA STAGIONE - il campionato prevede un totale di 15 gran premi e la stagione inizia con il gran premio d'Argentina al quale segue il gran premio del Brasile (a questi due gran premi ho dedicato un post unico insieme al GP di Spagna - a breve capirete perché). La Ligier sembra la vettura più performante del lotto, con Laffite e Depailler che si qualificano rispettivamente in pole e in seconda posizione.
Laffite riesce a vincere entrambe le gare, mentre Depailler dopo essere stato costretto da una foratura a cedere la seconda posizione a Buenos Aires, riesce finalmente a portarla fino al traguardo a Interlagos, dove completa la doppietta.
Le cose cambiano a Kyalami in Sudafrica (gran premio con un post dedicato), dove a lottare per la vittoria, in una gara condizionata da una bandiera rossa per forte pioggia e in seguito dalla pista umida, sono i due piloti della Ferrari. Tra Villeneuve e Scheckter non c'è uno scontro diretto, quanto piuttosto un confronto a livello strategico. Villeneuve passa dalle gomme da pioggia a quelle da asciutto, Scheckter tenta il restart su gomme da asciutto. A uscirne vincente è Villeneuve, mentre Scheckter deve accontentarsi del secondo posto.
Villeneuve vince di nuovo precedendo il compagno di squadra il gran premio degli Stati Uniti Ovest a Long Beach, circuito sul quale la stagione precedente aveva avuto un incidente mentre era in testa (ho scritto un unico post sulle edizioni 1978 e 1979 di Long Beach).
Il quinto gran premio della stagione si svolge in Spagna e la Ligier torna a monopolizzare la prima fila. In gara (il cui resoconto è insieme alle altre due vittorie della Ligier a inizio anno) Depailler parte meglio del compagno di squadra e se lo mette dietro. Viene inseguito da Laffite fino al ritiro di quest'ultimo. La Ferrari, tuttavia, sta per dare una svolta alla propria stagione e nello specifico lo sta per fare Scheckter... un po' a sorpresa, in realtà.
Al gran premio del Belgio che si svolge a Zolder (per questa gara c'è un post dedicato) sembrano ancora i piloti Ligier a dettare legge, con Jones che cerca di mettersi in mezzo, ma del trio rimane solo Laffite dopo il ritiro degli altri due. Nella fase finale della gara, tuttavia, è costretto a cedere e Scheckter conquista così la prima vittoria della stagione.
Non è la sola, vincerà anche a Montecarlo (anche per questa gara c'è un post apposito) in una gara nella quale il suo compagno di squadra Villeneuve è stato a lungo secondo prima del ritiro. Quello di Montecarlo è l'ultimo gran premio disputato da Depailler 1979, nonché il suo ultimo gran premio con la Ligier.
L'ottavo evento della stagione si svolge a Digione in Francia (vi ho dedicato anche un intero post, seppure più di riflessioni che non una cronaca dettagliata), gara caratterizzata per buona parte della sua durata da una certa piattezza, ma salvata negli ultimi giri da un evento entrato negli annali del motorsport.
Inizialmente Villeneuve è in testa seguito dalle Renault, che nella seconda parte di gara sono più performanti, tanto che Jabouille supera il pilota della Ferrari e si porta in testa. Vince la gara, è la prima vittoria di un motore turbo, ma gli occhi sono tutti puntati sul duello per il secondo posto tra Villeneuve e Arnoux. Non penso di dovere aggiungere altro.
Anzi, sì: se al giorno d'oggi questo duello viene tanto elogiato e usato come esempio dei vecchi tempi in cui i piloti erano molto più liberi di osare, non si può dire che questa sia la corrente di pensiero effettivamente nel 1979, dove i critici del comportamento tenuto da Villeneuve e Arnoux non mancano.
Si apre a questo punto una nuova fase, che vede susseguirsi ben quattro vittorie della Williams. Curiosamente la prima va a Regazzoni, che nel team occupa il ruolo di seconda guida. In Gran Bretagna (gara alla quale ho dedicato un post) prende la prima posizione dopo il ritiro del compagno di squadra Jones e non la lascia più, salendo quindi sul gradino più alto del podio davanti ad Arnoux e a Jarier.
Il pilota di punta della Williams si impone nelle tre gare successive in Germania, Austria e Olanda (ho scritto a suo tempo un post unico per Hockenheim e Zeltweg, mentre uno a parte per Zandvoort). Nel primo di questi appuntamenti il pilota australiano, tornato alla vittoria dopo avere già vinto in precedenza con la Shadow nel 1977, fa doppietta insieme a Regazzoni, mentre torna sul podio Laffite, giungendo terzo, risultato che curiosamente ripeterà anche in occasione delle due successive vittorie di Jones.
La Ferrari torna sul podio sia in Austria con Villeneuve sia in Olanda con Scheckter, rimediando due secondi posti. A Zandvoort tuttavia il pilota Ferrari che passa più alla storia non è Scheckter che va a podio, bensì Villeneuve che dopo avere forato compie un intero giro su tre ruote per rientrare ai box.
Il tredicesimo appuntamento della stagione è il gran premio d'Italia (al quale ho dedicato un post diversi mesi fa), con le conseguenti polemiche: il circuito di Monza, infatti, ha su di sé l'aura nefasta della stagione precedente, quando è avvenuto l'incidente costato la vita a Ronnie Peterson.
Con due soli eventi a seguire, sul tracciato monzese può essere assegnato il titolo con anticipo. Scheckter è leader della classifica, ma l'aritmetica lascia ancora delle speranze sia a Laffite sia a Villeneuve. Il ritiro del pilota della Ligier, tuttavia, mette fine ai suoi sogni di gloria anzitempo. Villeneuve, da parte sua, rimane dietro al compagno di squadra. I due fanno doppietta e questo per Scheckter significa la certezza del titolo mondiale. Quella di Monza sarà anche la sua ultima vittoria in carriera, ma questo lo scopriremo solo molto tempo più tardi, quando si ritirerà un anno dopo.
Non solo, si tratta anche dell'ultima volta in cui sale sul podio, dal momento che in Canada giunge quarto mentre al gran premio degli Stati Uniti Est si ritira. A Montreal (al quale ho dedicato un post, anche se più che altro incentrato sulla copertura televisiva dell'evento stesso) torna alla vittoria Jones. Per il pilota australiano si tratta del quarto successo stagionale, il che lo rende il pilota con il maggior numero di vittorie della stagione, un presagio forse di come andrà il 1980.
Secondo classificato nella gara di casa, Villeneuve chiude la stagione con una vittoria sotto la pioggia a Watkins Glen (di cui ho parlato alla fine del post su Long Beach). Si classifica secondo nel mondiale alle spalle del compagno di squadra, 51 punti vs 47. Jones si classifica terzo nel mondiale piloti con 40 punti, segue Laffite a 36, poi Regazzoni a 29. Sesto classificato c'è Depailler, 20 punti nonostante abbia saltato mezza stagione. Tornerà in pista nel 1980 all'Alfa Romeo, e il resto credo che purtroppo lo conosciate. Ickx che l'ha sostituito nella seconda parte della stagione, invece, ha avuto grandi difficoltà ad adattarsi alla monoposto e il gran premio finale di Watkins Glen è anche la sua ultima partecipazione in Formula 1.
PS. Non ho parlato di lui perché la Brabham non ha ottenuto grandi risultati nel corso della stagione, ma a suo modo tra i protagonisti va segnalato Lauda che, con due eventi ancora da disputare, decide di lasciare in anticipo le competizioni. A soli 30 anni (sì, perché non il vecchio decrepito che viene descritto) si ritira, per dedicarsi alla vita imprenditoriale e alla sua compagnia aerea. Tornerà con la McLaren nel 1982, ma quella è un'altra storia.
venerdì 28 gennaio 2022
Il debutto di Senna e Bellof, ma soprattutto di Brundle // GP Brasile 1984
Anno 1984: una giovane promessa si affaccia finalmente al mondo della Formula 1 facendo il proprio debutto nel Gran Premio del Brasile. L'ho trovato con telecronaca brasiliana, quindi ai telecronisti do Brasil ovviamente non importa un fico secco di quella giovane promessa al volante di una Tyrrell (no, Martin Brundle, non parlo di te, anche se in effetti anche tu potevi reclamare quello status), perché sono focalizzati sui piloti loro connazionali e quindi anche su Ayrton Senna che ugualmente fa il proprio debutto al volante di una Toleman. Però siamo all'epoca in cui le inquadrature televisive sono focalizzate in prevalenza sulla parte avanzata della gara, quindi è destinato a passare in secondo piano almeno per quanto riguarda le immagini.
Andiamo quindi a cercare di ricostruire la sua gara tramite il sito statsf1, nella pagina "lap by lap" del suddetto gran premio. Partito sedicesimo, risulta tredicesimo al completamento del primo giro, ma al termine del secondo ha perso una posizione, sopravanzato da nientemeno che da Stefan Bellof! No, fatemi capire, c'è stato un duello epico tra di loro fin dalla prima gara e nessuno si preoccupa di riscrivere la storia della Formula 1 incentrandola su questo episodio? E non solo, la cosa viene anche ignorata alla massima potenza? Il mondo è ingiusto, così come è ingiusto che le loro vetture, tempo una manciata di giri, decidano poi di lasciarli a piedi, facendo sì che il potenziale proseguimento del duello non continui e che non sia possibile. Di conseguenza ci toccherà fare un passo indietro e parlare d'altro.
Scattanohhhh le vetturehhhh e la Lotus di Elio De Angelis dalla pole position non è che scatti più di tanto. La testa della gara se la prende quindi Michele Alboreto, alla sua prima gara su Ferrari, facendo sì che la gara non sia resa falsata. Più avanti il telecronista brasiliano, ricapitolando, osserverà come in questa gara ci siano stati colpi di scena relativi alla leadership della gara. Alboreto finirà per prati in quel momento stesso, in stile "sentite come suonano le trombe". Sopravanzato dalla McLaren di Niki Lauda e dalla Renault di Derek Warwick, sarà costretto ad accodarsi al terzo posto. Poi rientrerà ai box due volte di seguito e la seconda non ne uscirà, il tutto mentre il suo predecessore Patrick Tambay, adesso in Renault, viaggia in bassa zona punti. L'altra Renault invece scivola al terzo posto: Niki Lauda e Alain Prost adesso sono 1/2.
Lauda rimane in testa fino oltre metà gara, poi è costretto a rallentare e Prost lo supera. Si dirige a quel punto ai box, ma non per una normale sosta di routine. Niki è costretto al ritiro, lasciando nelle mani del suo giovane compagno di squadra la possibilità di portare a casa la vittoria. Non rimane tuttavia in testa molto a lungo: si ferma per cambiare gomme e va in testa nientemeno che Warwick! Prost torna in pista secondo con un vantaggio abbondante nei confronti del terzo, ovvero l'ex ferrarista Tambay. A proposito di ferraristi, René Arnoux risulta ritirato - prima era in bassa zona punti - per un guasto, senza più alcuna Rossa in pista, solo una sua versione stilizzata su un pannello pubblicitario (il cui testo celebra il titolo costruttori 1983), che di tanto in tanto viene inquadrato insieme ad altre cose interessanti.
Ecco, veniamo al punto dolente: tra le "cose interessanti" da vedere ci sono delle persone che, da un certo punto della gara in poi, sembrano attraversare sistematicamente la pista in un suo specifico punto. Sembra che siano spettatori, così, a intuito, e non è chiaro per quale motivo da un lato vadano all'altro, a volte andando in giro in branco come se fossero papere (metafora di GS, quando ha letto il mio post sui commissari del Belgio che attraversavano la pista in gruppo nel lontano e ancora piuttosto vicino 1978). Non mi sembra di avere sentito qualcuno in telecronaca che commentasse il fatto, evidentemente nel 1984 attraversare la pista così come se niente fosse durante una gara di Formula 1 deve essere considerato un evento di routine. Non faccio io le regole della Formula 1 dei very uominy desiderosi di diventare very cadavery.
Non faccio nemmeno le regole a proposito della possibilità di Warwick di procacciarsi una vittoria, infatti la sua vettura decide di costringerlo prima a rientrare ai box e poi a uscire dalla vettura stessa quando mancano ormai pochi giri ed è ancora in testa, nonostante Prost gli si stia verosimilmente avvicinando. Prost si ritrova di nuovo leader e andrà a vincere la sua prima gara con la McLaren, mentre c'è chi non sarà altrettanto fortunato da portarsi a casa la posizione: Tambay, secondo, si ritira nel corso del penultimo giro. Secondo statsf1 il suo commento post-gara sarà che il pilota non conta più niente e che conta solo la macchina, tanto che chiunque potrebbe vincere con una macchina che giunge al traguardo: dichiarazioni che sigillano un ritrovato rapporto di amicizia e collaborazione tra diverse epoche motoristiche!
Comunque vorrei segnalare che le Renault si distinguono l'una dall'altra per i colori dell'ala posteriore, su quella di Warwick ci sono tonalità di blu e su quella di Tambay tonalità di rosso, in tinta anche con la tuta rossa indossata da Patrick. Un ex ferrarista in tuta rossa mentre è al volante di una vettura che non è una Ferrari, nessuno che lo considera un traditore della patria? Ad ogni modo la seconda piazza di sua proprietà se la aggiudica Keke Rosberg su Williams, mentre il terzo posto va all'unica Lotus che non è uscita di pista. Nigel Mansell si è ritirato, quindi il poleman nonché best friend forever di Rosberg sale sul podio in presenza di Rosberg stesso: KEKELIO VIBES! Sul podio mentre fanno la foto di gruppo, De Angelis tira anche una pacca su una spalla a Rosberg, senza essere preso molto in considerazione da Sexy Baffo.
Al quarto posto si piazza Eddie Cheever su Alfa Romeo, mentre dietro di lui giunge quinto all'esordio Martin Brundle! Brundle che tuttavia sarà squalificato mesi dopo per la faccenda dei rifornimenti di acqua mista piombo della Tyrrell e i punti del quinto posto andranno a Tambay, che precede le Arrows di Thierry Boutsen e Marc Surer e la RAM di Jonathan Palmer. Soltanto nove vetture su un totale di ventisei partenti giunge al traguardo, perché sono gli anni '80 e l'affidabilità nel corso della gara non è mai una garanzia. A volte non lo è nemmeno prima della gara stessa, perché abbandonando Jacapareguà per Kyalami, scopriamo che in Sudafrica Prost è costretto a partire dai box e non dalla griglia per problemi avuti prima di andarci, in griglia.
A proposito, in Brasile le Brabham di Nelson Piquet e Teo Fabi si sono ritirate dopo non essere mai stati nessuno tra i protagonisti, mentre qui li ritroviamo 1/2 nella prima parte della gara, anche se il loro destino non è tanto diverso. Prima si ritira Fabi e poi Piquet, quest'ultimo si trova in seconda posizione alle spalle di Lauda prima del ritiro. Prost, nel frattempo, risale dall'ultima posizione fino alla seconda, finendo per fare doppietta insieme al compagno di squadra Lauda. A Warwick va meglio che in Brasile, stavolta riesce ad arrivare terzo, mentre Riccardo Patrese (Alfa Romeo) e Andrea De Cesaris (Ligier). In sesta posizione chiude uno dei due giovani di cui parlavo all'inizio del post. Si tratta di Senna, che non guidando una Tyrrell riesce a conservare il punto conquistato anche nei mesi a venire.
Curiosità: a circa tre quarti di gara Bellof si ritrova proprio davanti a Senna, anche se è costretto al ritiro per un guasto. Non è chiaro se ci sia stato un duello epico tra di loro, anche perché la regia sudafricana lascia un po' a desiderare (anche dal punto di vista della grafica, perfino le posizioni dei primi sei passano in sovrimpressione una volta ogni secolo). La gloria della top-6 arriverà per Bellof con un sesto posto alla gara seguente in Belgio (di cui ho parlato in un post di mesi fa sulle vittorie di Alboreto in Ferrari). Per via della sua conseguente squalifica, tuttavia, il punto del sesto posto andrà in seguito proprio a Senna, giunto in settima posizione sul tracciato di Zolder. Niente da fare, a quanto pare il destino di Bellof è quello di trascorrere tutto il 1984 senza ottenere soddisfazioni di alcun tipo!
Andiamo quindi a cercare di ricostruire la sua gara tramite il sito statsf1, nella pagina "lap by lap" del suddetto gran premio. Partito sedicesimo, risulta tredicesimo al completamento del primo giro, ma al termine del secondo ha perso una posizione, sopravanzato da nientemeno che da Stefan Bellof! No, fatemi capire, c'è stato un duello epico tra di loro fin dalla prima gara e nessuno si preoccupa di riscrivere la storia della Formula 1 incentrandola su questo episodio? E non solo, la cosa viene anche ignorata alla massima potenza? Il mondo è ingiusto, così come è ingiusto che le loro vetture, tempo una manciata di giri, decidano poi di lasciarli a piedi, facendo sì che il potenziale proseguimento del duello non continui e che non sia possibile. Di conseguenza ci toccherà fare un passo indietro e parlare d'altro.
Scattanohhhh le vetturehhhh e la Lotus di Elio De Angelis dalla pole position non è che scatti più di tanto. La testa della gara se la prende quindi Michele Alboreto, alla sua prima gara su Ferrari, facendo sì che la gara non sia resa falsata. Più avanti il telecronista brasiliano, ricapitolando, osserverà come in questa gara ci siano stati colpi di scena relativi alla leadership della gara. Alboreto finirà per prati in quel momento stesso, in stile "sentite come suonano le trombe". Sopravanzato dalla McLaren di Niki Lauda e dalla Renault di Derek Warwick, sarà costretto ad accodarsi al terzo posto. Poi rientrerà ai box due volte di seguito e la seconda non ne uscirà, il tutto mentre il suo predecessore Patrick Tambay, adesso in Renault, viaggia in bassa zona punti. L'altra Renault invece scivola al terzo posto: Niki Lauda e Alain Prost adesso sono 1/2.
Lauda rimane in testa fino oltre metà gara, poi è costretto a rallentare e Prost lo supera. Si dirige a quel punto ai box, ma non per una normale sosta di routine. Niki è costretto al ritiro, lasciando nelle mani del suo giovane compagno di squadra la possibilità di portare a casa la vittoria. Non rimane tuttavia in testa molto a lungo: si ferma per cambiare gomme e va in testa nientemeno che Warwick! Prost torna in pista secondo con un vantaggio abbondante nei confronti del terzo, ovvero l'ex ferrarista Tambay. A proposito di ferraristi, René Arnoux risulta ritirato - prima era in bassa zona punti - per un guasto, senza più alcuna Rossa in pista, solo una sua versione stilizzata su un pannello pubblicitario (il cui testo celebra il titolo costruttori 1983), che di tanto in tanto viene inquadrato insieme ad altre cose interessanti.
Ecco, veniamo al punto dolente: tra le "cose interessanti" da vedere ci sono delle persone che, da un certo punto della gara in poi, sembrano attraversare sistematicamente la pista in un suo specifico punto. Sembra che siano spettatori, così, a intuito, e non è chiaro per quale motivo da un lato vadano all'altro, a volte andando in giro in branco come se fossero papere (metafora di GS, quando ha letto il mio post sui commissari del Belgio che attraversavano la pista in gruppo nel lontano e ancora piuttosto vicino 1978). Non mi sembra di avere sentito qualcuno in telecronaca che commentasse il fatto, evidentemente nel 1984 attraversare la pista così come se niente fosse durante una gara di Formula 1 deve essere considerato un evento di routine. Non faccio io le regole della Formula 1 dei very uominy desiderosi di diventare very cadavery.
Non faccio nemmeno le regole a proposito della possibilità di Warwick di procacciarsi una vittoria, infatti la sua vettura decide di costringerlo prima a rientrare ai box e poi a uscire dalla vettura stessa quando mancano ormai pochi giri ed è ancora in testa, nonostante Prost gli si stia verosimilmente avvicinando. Prost si ritrova di nuovo leader e andrà a vincere la sua prima gara con la McLaren, mentre c'è chi non sarà altrettanto fortunato da portarsi a casa la posizione: Tambay, secondo, si ritira nel corso del penultimo giro. Secondo statsf1 il suo commento post-gara sarà che il pilota non conta più niente e che conta solo la macchina, tanto che chiunque potrebbe vincere con una macchina che giunge al traguardo: dichiarazioni che sigillano un ritrovato rapporto di amicizia e collaborazione tra diverse epoche motoristiche!
Comunque vorrei segnalare che le Renault si distinguono l'una dall'altra per i colori dell'ala posteriore, su quella di Warwick ci sono tonalità di blu e su quella di Tambay tonalità di rosso, in tinta anche con la tuta rossa indossata da Patrick. Un ex ferrarista in tuta rossa mentre è al volante di una vettura che non è una Ferrari, nessuno che lo considera un traditore della patria? Ad ogni modo la seconda piazza di sua proprietà se la aggiudica Keke Rosberg su Williams, mentre il terzo posto va all'unica Lotus che non è uscita di pista. Nigel Mansell si è ritirato, quindi il poleman nonché best friend forever di Rosberg sale sul podio in presenza di Rosberg stesso: KEKELIO VIBES! Sul podio mentre fanno la foto di gruppo, De Angelis tira anche una pacca su una spalla a Rosberg, senza essere preso molto in considerazione da Sexy Baffo.
Al quarto posto si piazza Eddie Cheever su Alfa Romeo, mentre dietro di lui giunge quinto all'esordio Martin Brundle! Brundle che tuttavia sarà squalificato mesi dopo per la faccenda dei rifornimenti di acqua mista piombo della Tyrrell e i punti del quinto posto andranno a Tambay, che precede le Arrows di Thierry Boutsen e Marc Surer e la RAM di Jonathan Palmer. Soltanto nove vetture su un totale di ventisei partenti giunge al traguardo, perché sono gli anni '80 e l'affidabilità nel corso della gara non è mai una garanzia. A volte non lo è nemmeno prima della gara stessa, perché abbandonando Jacapareguà per Kyalami, scopriamo che in Sudafrica Prost è costretto a partire dai box e non dalla griglia per problemi avuti prima di andarci, in griglia.
A proposito, in Brasile le Brabham di Nelson Piquet e Teo Fabi si sono ritirate dopo non essere mai stati nessuno tra i protagonisti, mentre qui li ritroviamo 1/2 nella prima parte della gara, anche se il loro destino non è tanto diverso. Prima si ritira Fabi e poi Piquet, quest'ultimo si trova in seconda posizione alle spalle di Lauda prima del ritiro. Prost, nel frattempo, risale dall'ultima posizione fino alla seconda, finendo per fare doppietta insieme al compagno di squadra Lauda. A Warwick va meglio che in Brasile, stavolta riesce ad arrivare terzo, mentre Riccardo Patrese (Alfa Romeo) e Andrea De Cesaris (Ligier). In sesta posizione chiude uno dei due giovani di cui parlavo all'inizio del post. Si tratta di Senna, che non guidando una Tyrrell riesce a conservare il punto conquistato anche nei mesi a venire.
Curiosità: a circa tre quarti di gara Bellof si ritrova proprio davanti a Senna, anche se è costretto al ritiro per un guasto. Non è chiaro se ci sia stato un duello epico tra di loro, anche perché la regia sudafricana lascia un po' a desiderare (anche dal punto di vista della grafica, perfino le posizioni dei primi sei passano in sovrimpressione una volta ogni secolo). La gloria della top-6 arriverà per Bellof con un sesto posto alla gara seguente in Belgio (di cui ho parlato in un post di mesi fa sulle vittorie di Alboreto in Ferrari). Per via della sua conseguente squalifica, tuttavia, il punto del sesto posto andrà in seguito proprio a Senna, giunto in settima posizione sul tracciato di Zolder. Niente da fare, a quanto pare il destino di Bellof è quello di trascorrere tutto il 1984 senza ottenere soddisfazioni di alcun tipo!
giovedì 27 gennaio 2022
La prima baguette non si scorda mai // GP Francia 1981
Siccome sono una persona romantica, specie quando si tratta di motori,vi comunico qualora vi sia sfuggito che ieri 26 gennaio 2022 Jacques Villeneuve ha annunciato la nascita del suo quinto figlio. Il suddetto figlio è stato chiamato Gilles. <3 Ora dopo questo richiamo alla Formula 1 vintage possiamo dedicarci sul serio alla Formula 1 vintage, ovvero all'epoca in cui il Gilles Villeneuve(R) originale stava in Ferrari. Non che sia il protagonista di questa gara, ma la location è comunque molto legata alla sua carriera. E poi di recente ho visto proprio questa, quindi direi che possiamo accontentarci. Dopotutto quello che conta è calarci in un'atmosfera early 80s e pensare a quanto era bella la Formula 1 quando anche le blogger erano very uominy, ma non esistevano i blog e il concetto di blogger, quindi al massimo potevano parlare al bar dei gran premo che avevano visto. Let's go!
Sotto a un cielo nuvoloso, il semaforo tentenna e Arnoux tentenna come il semaforo. La Brabham di Nelson Piquet si porta in testa davanti alla McLaren di John Watson. Questo viene tuttavia superato in tempi brevi da una sagoma gialla. È la Renault di Alain Prost mentre il suo compagno di squadra ormai è nel dimenticatoio. Arnoux infatti finisce fuori dalla zona punti e anche se recupererà qualcosa nei giri a venire non sembra certo in una situazione nella quale possa avere alcunché sotto controllo. Una delle vetture superate in corso d'opera sembra essere la Ferrari di Villeneuve ma purtroppo i due non si esibiscono in un replay del loro duello del 1979 pieno di Arneuve vibes. Anzi, sembra che Villeneuve precipiti ben presto nel dimenticatoio. Va comunque peggio ad Alan Jones, a proposito, chi è Alan Jones? Non l'ho mai sentito nominare... ;-)
Tornando seri, il campione del mondo in carica entra e esce dal box della Williams per problemi di non precisata natura, diversamente dal suo best friend forever (in stile Manselquet) e compagno di squadra Carlos Reutemann è stabilmente al quarto posto. Le prime quattro posizioni sono stabili, così come la quinta di Arnoux, mentre la gara si svolge in maniera abbastanza tranquilla. Il principale fulcro di interesse sono i doppiaggi, dato che per tutta la parte centrale di gara ci sono vetture da doppiare e solo i primi tre rimangono a pieni giri. Poi, quando si va verso i tre quarti di gara, scoppia un acquazzone improvviso e tutti i piloti sono su gomme da asciutto. Siccome è la Formula 1 dei very uominy, succede quello che succedeva nella Formula 1 vintage: nessuno corre ai box a cambiare gomme e nessuno si lamenta di dover correre sulla pista bagnata.
Nessuno può farlo anche e soprattutto perché la gara è appena stata redflaggata e tutti si sono già fermati al giro 58 di 80. Mancano due giri per raggiungere il 75% quindi il punteggio pieno. Se il 75% fosse stato completato, nella Formula 1 dei very uominy si andrebbe tutti a casa senza riprendere la gara. Mi dispiace, carissimi nonna Maria Antonella e zio Piersalvatore (nomi di fantasia) che seguite la gara al bar lamentandovi che ciò è inaccettabile...
...
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...ma siamo nel 1981 e non ci sono i social network, quindi non potrete andare a minacciare di morte il social media manager della Ferrari pensando che a leggere le minacce sia il team principal, sostenendo che va contro ai tifosi perché non va dalla direzione gara a farsi assegnare la vittoria a tavolino. In ogni caso, per la cronaca, Villeneuve si è già ritirato da tempo, forse sul tavolino ci sta giocando a briscola con Keke Rosberg che si è ugualmente ritirato già da un po'. Qualora vincesse la partita a carte potrebbe valere come vittoria a tavolino.
Nel frattempo il tempo passa portandosi via l'acquazzone e ci si appresta a ripartire per una manche da 22 giri. In Renault e anche altrove vengono montate gomme da qualifica perché nella Formula 1 dei very uominy si fa una sprint qualifying anche quando non è valevole come qualifica. Quando ri-scattano le vetture Alain Jones e John Watson duellano in modo acceso per la leadership con il francese che la spunta senza essere messo sotto investigazione nonostante Watson abbia messo le ruote sull'erba mentre il pilota della Renault si prende la prima posizione di forza. L'altra Renault si trova al terzo posto già distante mentre dietro di loro si scatena il caos. Carlos Reutemann fa a gomitate con la Ligier di Jacques Laffite e la Brabham di Hector Rebaque, mentre la Brabham che conta, quella di Piquet, ripartita dalla prima casella della griglia, si trova ormai stabilmente al quarto posto.
Anzi, neanche troppo stabilmente perché scivola in breve tempo dietro alla Ferrari di Didier Pironi e rischia in seguito di perdere la posizione anche nei confronti della McLaren di Andrea De Cesaris. Nel frattempo Prost e Watson allungano, così come fa un po' chiunque a parte Piquet. Forse chiunque è una parola grossa, dato che i 22 giri della seconda manche vengono completati da soli nove piloti (i tre non ancora citati sono Marione Andretti su Alfa Romeo e poi le due Lotus di Nigel Mansell ed Elio De Angelis) nonostante in pista ce ne siano forse quasi il doppio, gli altri di fatto si fanno doppiare. Mentre il cielo minaccia ancora pioggia, i primi sei a vedere il traguardo sono Prost, Watson, Arnoux, Pironi, Piquet e De Cesaris. Però vi ricordo dell'esistenza dei tempi aggregati e di conseguenza i primi sei risultano essere Prost, Watson, Piquet, Arnoux, Pironi e De Angelis...
E no, non intendo spiegarvi in che modo De Angelis sia finito sesto perché non l'ho capito nemmeno io. Il resto della top-5 era già più intuibile, ma la posizione di De Angelis resterà un mistero. La top-ten viene completata (sempre nel risultato ufficiale, quello con la somma dei tempi delle due manche) da Mansell, Andretti, Rebaque e Reutemann, con De Cesaris soltanto undicesimo. Segue la Theodore di Marc Surer, dopodiché Eddie Cheever (Tyrrell), Riccardo Patrese (Arrows), Bruno Giacomelli (Alfa Romeo) e Michele Alboreto (Tyrrell). Chiude ultimo il campione del mondo precipitato sotto di alcuni giri dopo i problemi a inizio gara. Risultano ritirati, oltre a Villeneuve e Rosberg già citati, le Ligier, Derek Daly ed Eliseo Salazar... questo è stato proprio il primo dei ritirati, quindi questo spiega perché in generale i doppiaggi siano avvenuti senza intoppi. :-P
Giudizio finale: una gara al contempo abbastanza tranquilla nel complesso ma anche movimentata per certi versi, complimenti a Prost per essersi procacciato in questa occasione la prima vittoria in Formula 1. Mi sarebbe piaciuto pubblicare un post sulla sua prima vittoria il mese prossimo nel giorno del suo compleanno, ma non mi andava di tenermelo solo per me per un mese intero o poco ci manca, quindi ho deciso di anticipare. Dopotutto se in occasione del compleanno di Prost volessi eventualmente parlare di una sua vittoria avrei solo l'imbarazzo della scelta... In ogni caso ne approfitto per comunicarvi che a quanto pare nel 2022 non vedremo più il suo elegante naso alla francese nel box dell'Alpine, perché non occupa più alcun ruolo nel team. :-((( Noi fangirl a cui piace il vintage non approviamo neanche da lontano questo elemento.
mercoledì 26 gennaio 2022
Gran Premio di Germania 1983: Arnoux for president
Carissimi motori turbo che finiscono in fumo ogni tre per due, oggi parliamo di un gran premio vintage che avrebbe potuto essere il debutto in Formula 1 per Stefan Bellof. Pare infatti che fosse stato originariamente scelto dall'ATS per rimpiazzare Manfred Winkelhock, ma che poi la cosa non sia andata in porto e che sia stato poi Winkelhock a disputare il gran premio, dove "disputare il gran premio" è una metafora dato che non si è qualificato, rimanendo a giocare a briscola con Corrado Fabi (Osella) e Kenny Acheson (March). Però who kers di chi non parte nemmeno, concentriamoci sui piloti che partivano davanti e nello specifico sul fatto che c'era una prima fila tutta Ferrari quindi era un gran premio importante etichettato come "must watch".
A renderlo ancora più must watch era il fatto che a partire dalla pole position fosse l'idolo dei ferraristi Patrick Tambay, che ha passato in testa circa un terzo di gara, seguito dal compagno di squadra, dalla Brabham di Nelson Piquet e dalle Renault di Alain Prost e dell'americano di Roma Eddie Cheever che hanno sopravanzato l'Alfa Romeo di Andrea De Cesaris fin dalle prime tornate. Le Ferrari sono state 1/2 fintanto che il leader non ha avuto problemi, cedendo la posizione al compagno di squadra René Arnoux e rientrando due volte consecutive ai box, la seconda delle quali per ritirarsi. Prima di quel momento c'erano già stati vari ritirati, tutti per problemi tecnici, ovvero Roberto Guerrero (Theodore), Michele Alboreto (Tyrrell) ed Elio De Angelis (Lotus) e ce ne sarebbero stati altri.
Mentre andavamo verso metà gara è toccato infatti anche alla Spirit di Stefan Johansson, alle Toleman di Derek Warwick e Bruno Giacomelli e all'Alfa Romeo di Mauro Baldi. Si sono ritirati tutti per guasti al motore così come sarebbe capitato più avanti a Raoul Boesel (Ligier) e a Piercarlo Ghinzani (Osella), ma come potrete tranquillamente immaginare il ritiro di costoro non era considerato sicuramente interessante agli occhi del tifoso medio. Non che vedendo la gara qualcuno abbia fatto questa considerazione, ma nevermind, la faccio io perché la Formula 1 è un campionato incentrato sulla Ferrari e in particolare su quella di Tambay. Arnoux, da parte sua, era in prima posizione e l'ha mantenuta, se non nel momento in cui è rientrato ai box.
Era un contesto in cui tutti rientravano ai box, alcuni per fare rifornimento e cambiare gomme, altri solo per cambiare gomme. Tra i team che rifornivano c'era la Brabham e il fatto che sulla vettura di Riccardo Patrese sia stato fatto un rifornimento della durata di meno di dieci secondi è stato colto per l'epoca come un record o qualcosa che ci andava molto vicino. Nel frattempo le posizioni dei piloti, a sosta effettuata, non erano cambiate più di tanto, se non che le Renault sembravano in difficoltà: Prost aveva perso alcune posizioni, mentre è andata peggio all'americano di Roma che è stato direttamente costretto a ritirarsi. A questo punto ci si avviava sempre più verso la fine della gara, con Arnoux, Piquet e Patrese in apparenza destinati al podio... anzi, no, non proprio.
La vettura di Piquet aveva ben altri programmi, tipo quello di andare a fuoco tre giri prima che la gara terminasse abbandonando il proprio pilota (o in alternativa, si potrebbe dire venendo abbandonata dal pilota stesso) e costringendo vari commissari a intervenire attraversando la pista con gli estintori. Tutto è andato bene, nessuno di loro è stato investito, mentre per quanto riguarda il secondo posto un oscuro individuo al volante di un'Alfa Romeo è passato esclamando "it's coming Rome!"... si trattava di De Cesaris che si è appropriato della seconda piazza e non era neanche l'unico italiano a podio, perché era risalito terzo Patrese, che precedeva la Renault di Prost in quarta piazza come se fosse stata la Renault di Hulkenberg.
Posso immaginare che sia stata una giornata terribile per gli imolesi tifosi di Tambay. Immagino che molti di loro siano usciti di casa al momento del ritiro del loro Yd0l0 per andare a pescare e che alla sera, al telegiornale, abbiano appreso che oltraggiosamente Patrese aveva osato andare a podio! Arnoux intanto li salutava con la mano dalla TV ricordando loro di avere vinto la gara, ma who kers di Arnoux, il ferrarista medio si può concentrare sull'adorazione di un unico pilota e non era certo lui il prescelto. Ad ogni modo non è andata male solo ai tifosi di Tambay, ma anche e soprattutto a Niki Lauda, quinto classificato davanti alla McLaren del compagno di squadra John Watson, è stato squalificato per avere fatto retromarcia in pitlane dopo essere arrivato lungo.
Settimo al traguardo, è risalito al sesto posto Jacques Laffite (Williams), precedendo Marc Surer (Arrows), Jean-Pierre Jarier (Ligier), Thierry Boutsen (Arrows), Keke Rosberg (Williams), Johnny Cecotto (Theodore) e Danny Sullivan (Tyrrell). A conti fatti, sono arrivate al traguardo solo dodici vetture su un totale di ventisei presenti alla partenza, il che la dice lunga sull'affidabilità, specie alla luce del fatto che nessuno si è ritirato per incidente. Prost al momento aveva nel frattempo nove punti di vantaggio su Piquet con un terzo del mondiale ancora da disputare, ma vi ho già raccontato tempo fa come sia finita. Mi concentro quindi su una cosa interessante che ho letto sul sito statsf1, ovvero che con il suo secondo posto a Hockenheim De Cesaris avrebbe attirato l'interesse di Enzo Ferrari. Sembra di stare in un alternate universe. <3
A renderlo ancora più must watch era il fatto che a partire dalla pole position fosse l'idolo dei ferraristi Patrick Tambay, che ha passato in testa circa un terzo di gara, seguito dal compagno di squadra, dalla Brabham di Nelson Piquet e dalle Renault di Alain Prost e dell'americano di Roma Eddie Cheever che hanno sopravanzato l'Alfa Romeo di Andrea De Cesaris fin dalle prime tornate. Le Ferrari sono state 1/2 fintanto che il leader non ha avuto problemi, cedendo la posizione al compagno di squadra René Arnoux e rientrando due volte consecutive ai box, la seconda delle quali per ritirarsi. Prima di quel momento c'erano già stati vari ritirati, tutti per problemi tecnici, ovvero Roberto Guerrero (Theodore), Michele Alboreto (Tyrrell) ed Elio De Angelis (Lotus) e ce ne sarebbero stati altri.
Mentre andavamo verso metà gara è toccato infatti anche alla Spirit di Stefan Johansson, alle Toleman di Derek Warwick e Bruno Giacomelli e all'Alfa Romeo di Mauro Baldi. Si sono ritirati tutti per guasti al motore così come sarebbe capitato più avanti a Raoul Boesel (Ligier) e a Piercarlo Ghinzani (Osella), ma come potrete tranquillamente immaginare il ritiro di costoro non era considerato sicuramente interessante agli occhi del tifoso medio. Non che vedendo la gara qualcuno abbia fatto questa considerazione, ma nevermind, la faccio io perché la Formula 1 è un campionato incentrato sulla Ferrari e in particolare su quella di Tambay. Arnoux, da parte sua, era in prima posizione e l'ha mantenuta, se non nel momento in cui è rientrato ai box.
Era un contesto in cui tutti rientravano ai box, alcuni per fare rifornimento e cambiare gomme, altri solo per cambiare gomme. Tra i team che rifornivano c'era la Brabham e il fatto che sulla vettura di Riccardo Patrese sia stato fatto un rifornimento della durata di meno di dieci secondi è stato colto per l'epoca come un record o qualcosa che ci andava molto vicino. Nel frattempo le posizioni dei piloti, a sosta effettuata, non erano cambiate più di tanto, se non che le Renault sembravano in difficoltà: Prost aveva perso alcune posizioni, mentre è andata peggio all'americano di Roma che è stato direttamente costretto a ritirarsi. A questo punto ci si avviava sempre più verso la fine della gara, con Arnoux, Piquet e Patrese in apparenza destinati al podio... anzi, no, non proprio.
La vettura di Piquet aveva ben altri programmi, tipo quello di andare a fuoco tre giri prima che la gara terminasse abbandonando il proprio pilota (o in alternativa, si potrebbe dire venendo abbandonata dal pilota stesso) e costringendo vari commissari a intervenire attraversando la pista con gli estintori. Tutto è andato bene, nessuno di loro è stato investito, mentre per quanto riguarda il secondo posto un oscuro individuo al volante di un'Alfa Romeo è passato esclamando "it's coming Rome!"... si trattava di De Cesaris che si è appropriato della seconda piazza e non era neanche l'unico italiano a podio, perché era risalito terzo Patrese, che precedeva la Renault di Prost in quarta piazza come se fosse stata la Renault di Hulkenberg.
Posso immaginare che sia stata una giornata terribile per gli imolesi tifosi di Tambay. Immagino che molti di loro siano usciti di casa al momento del ritiro del loro Yd0l0 per andare a pescare e che alla sera, al telegiornale, abbiano appreso che oltraggiosamente Patrese aveva osato andare a podio! Arnoux intanto li salutava con la mano dalla TV ricordando loro di avere vinto la gara, ma who kers di Arnoux, il ferrarista medio si può concentrare sull'adorazione di un unico pilota e non era certo lui il prescelto. Ad ogni modo non è andata male solo ai tifosi di Tambay, ma anche e soprattutto a Niki Lauda, quinto classificato davanti alla McLaren del compagno di squadra John Watson, è stato squalificato per avere fatto retromarcia in pitlane dopo essere arrivato lungo.
Settimo al traguardo, è risalito al sesto posto Jacques Laffite (Williams), precedendo Marc Surer (Arrows), Jean-Pierre Jarier (Ligier), Thierry Boutsen (Arrows), Keke Rosberg (Williams), Johnny Cecotto (Theodore) e Danny Sullivan (Tyrrell). A conti fatti, sono arrivate al traguardo solo dodici vetture su un totale di ventisei presenti alla partenza, il che la dice lunga sull'affidabilità, specie alla luce del fatto che nessuno si è ritirato per incidente. Prost al momento aveva nel frattempo nove punti di vantaggio su Piquet con un terzo del mondiale ancora da disputare, ma vi ho già raccontato tempo fa come sia finita. Mi concentro quindi su una cosa interessante che ho letto sul sito statsf1, ovvero che con il suo secondo posto a Hockenheim De Cesaris avrebbe attirato l'interesse di Enzo Ferrari. Sembra di stare in un alternate universe. <3
lunedì 24 gennaio 2022
Formula Regional Asia e Formula 4 Emirati 2022 - Round #1 Abu Dhabi
FORMULA REGIONAL - a Yas Marina il campionato (che prevede cinque eventi in cinque fine settimana consecutivi) parte con ben 28 piloti al via, anche se due di loro, quelli indicati tra parentesi, hanno lo status di DNS/withdraw per via della positività al coronavirus:
- ABU DHABI RACING BY PREMA - Paul Aron, Jak Crawford, Hamda Al Qubaisi, Amna Al Qubaisi, Khaled Al Qubaisi
- HITECH - Gabriele Minì, Leonardo Fornaroli, Isack Hadjar, Joshua Dufek
- BLACKARTS - Thomas Luedi, Brice Morabito, (Ido Cohen)
- MUMBAI FALCONS - Dino Beganovic, Arthur Leclerc, Sebastian Montoya
- EVANS GP - Nicola Marinangeli, Cem Bolukbasi, Frederick Lubin
- EVANS GP ACADEMY - Levente Revesz, David Morales
- 3Y BY R-ACE - Oliver Goethe, Lorenzo Fluxà, Hadrien David, Gabriel Bortoleto
- PINNACLE MOTORSPORT - Pepe Martì, (Dilano Van't Hoff), Salij Yoluc, Ayato Iwasaki
Quest'anno in linea di massima i piloti arrivano in gran parte dalle formule minori sottostanti e nessuno dalla Formula 2 per racimolare punti superlicenza, con un paio dalla Formula 3. Non è sempre andata così, e il vincitore della passata edizione Zhou era andato lì proprio per quello scopo anche se, di fatto, con il terzo posto ottenuto poi in Formula 2 non ne avrebbe avuto bisogno. Il canale Youtube della serie ci tiene a ricordare che sia passato dalle loro parti e che si appresti a fare il proprio debutto in Formula 1 con l'Aston Martin.
...Con l'Aston Martin?!?!?!?!?!? Go home, you're drunk, un po' come ci fossero andati loro in Alfa Romeo a sbevazzare like a boss (o like a Bottas, cosa più probabile).
GARA 1 - Montoyino parte dalla pole position e di fatto mantiene la posizione per tutta la gara, che di per sé vede qualche duello nelle posizioni basse della classifica, ma gran parte del tempo viene "tagliato" dall'ingresso della safety car. Non è una novità, è quello che avviene spesso in queste gare brevi in cui su 30 minuti di gara un incidente o due possono dimezzare il tempo di effettiva competizione. Senza mai essere riuscito a vincere una gara in due anni di Formula 4, Sebas si impone così alla sua prima in Formula 3, guidando una vettura di un team indiano invece della Prema con cui ha gareggiato nelle due stagioni precedenti. Minì e Leclerc completano il podio, Hadjar, Beganovic, Fluxà, Lubin, Fornaroli, Dufek e Bortoleto si classificano in top-ten, che consiste nella reverse grid della gara seguente.
GARA 2 - si ripete il copione, nuovamente il pilota partito dalla prima posizione, la mantiene per tutta la durata della gara. Ancora una volta ci sono delle safety car, dovute a incidenti vari. In uno di questi incidenti Khaled Al Qubaisi viene speronato da una vettura che, dai colori, sembra una di quelle delle sue figlie, anche se non è ben chiaro se la "colpevole" sia Amna o Hamda. Nessuno sembra interessato ad approfondire, le polemiche riguardano la guida poco tranquilla di Hadrien David e il fatto che Cem Bolukbasi, idolo dell'intera Turchia, si sia ritirato per la seconda volta in due gare. I tifosi brasiliani invece sono contenti, perché Bortoleto vince, con Fluxà e Leclerc a podio. Prendono punti anche Montoya, Fornaroli, Dufek, Crawford, Lubin, Levesz e Amna Al Qubaisi, che per il momento si rivela a sorpresa la punta di diamante dell'intera famiglia.
GARA 3 - si inizia male, molto male: varie vetture faticano a partire e una di queste, nelle retrovie, è quella di Bolukbasi. Centrato in pieno da Amna Al Qubaisi, spicca il volo e si ribalta colpendo Yoluc, i segni sull'halo della vettura di quest'ultimo lasciano intendere che ancora una volta grazie all'halo ci sia un pilota che ha ancora la testa attaccata al collo. I due piloti turchi vengono visti scendere dalle vetture, mentre le condizioni fisiche di Amna rimangono un mistero fintanto chr non sarà lei stessa a confermare di stare bene, tramite un tweet pubblicato dopo la gara.
La gara, da parte sua, viene redflaggata e si riparte da distanza originale dietro la safety car, triggerando gli hater di Minì che si lamentano perché nonostante abbia faticato a partire perdendo posizioni possa partire dalla pole (ottenuta per questa gara con una specifica sessione di qualifiche). Il pilota siciliano va a vincere e si porta in testa alla classifica piloti nonostante il ritiro nella gara precedente, completano il podio Crawford e Hadjar. Seguono Martì, Leclerc, Bortoleto, Aron, Fluxà, David e Montoya a completare la top-ten. Leclerc e Montoya, compagni di squadra nel già citato team indiano, grazie ai punti ottenuti, si trovano al momento in seconda e terza posizione nella classifica piloti.
PODIO GARA 1: Sebastian Montoya, Gabriele Minì, Arthur Leclerc
PODIO GARA 2: Gabriel Bortoleto, Lorenzo Fluxà, Arthur Leclerc
PODIO GARA 3: Gabriele Minì, Jak Crawford, Isack Hadjar
******
FORMULA 4 - la griglia è ugualmente ben fornita in questa stagione, al contrario di quanto avvenuto in altre edizioni. Dei piloti presenti uno risulta withdraw (non so se si tratti di coronavirus anche nel suo caso), mentre Rafael Camara doveva disputare questo evento con Prema ma per la positività al coronavirus riscontrata nei giorni precedenti al weekend viene sostituito da Andrea Kimi Antonelli. L'entry list risulta quindi la seguente:
- XCEL MOTORSPORT - Nandhavud Bhirombhakdi, Ismoilkhuja Akhmedkhodjae, Jamie Day, Ivan Domingues
- HITECH - Alex Dunne, Oliver Gray
- ABU DHABI RACING BY PREMA - James Wharton, Aiden Neate
- PREMA - Charlie Wurz, Andrea Kimi Antonelli
- MP MOTORSPORT - Rik Koen, Tasanapol Inthrapuvasak, Suleiman Zanfari, Miron Pingasov
- PHM - Nikita Bedrin, Jonas Ried, Taylor Barnard
- AKM - Brando Badoer, (Eron Rexhepi)
- GRS - Vladislav Ryabov
- CRAM-HITECH - Ricardo Escotto, Anshul Gandhi
- MUMBAI FALCON - Sohil Saha
- JHR DEVELOPMENTS - Michael Shin
- 3Y BY R-ACE - Martinius Stenshorne, Victoria Blokhina, Nikhil Bohra
- PINNACLE MOTORSPORT - Jules Castro
GARA 1 - le gare sono quattro in totale e la prima, quella del venerdì, è la prima gara open wheel del 2022 (la F.Regional gareggia sabato e domenica). Si inizia subito in maniera piuttosto stylish (non per Inthrapuvasak che scatta dalla pole ma fa fatica a partire, e nemmeno per i vari giri disputati dietro safety car a seguito di un incidente. Neate passa in testa quasi tutta la gara, ma inseguito da Antonelli che gli sta negli scarichi. Lo supera, ma andando palesemente in giro per le vie di fuga, quindi è costretto a cedergli la posizione. Però non è finita, lo passa di nuovo e i due arrivano ruota contro ruota sul traguardo. Antonelli, pilota bolognese classe 2006 (nato nel corso del weekend in cui Felipe Massa ha ottenuto la prima pole e la prima vittoria in Formula 1), vince per tre millesimi di secondo quella che di fatto è la sua prima vittoria in una gara open wheel. Neate arriva secondo, terzo chiude un altro "premino", ovvero Wharton.
GARA 2, GARA 3 e GARA 4 - la gara seguente inizia con Inthrapuvasak di nuovo in pole, ma che perde posizioni in partenza (chiuderà quarto). Antonelli dopo un tratto di gara al secondo posto si prende la prima posizione e va a conquistarsi la seconda vittoria. Partito dalla pole nella gara seguente, sarebbe tre su tre ma viene penalizzato come tanti altri per track limits. Seppure sia stato il primo a tagliare il traguardo, la vittoria va quindi a Inthrapuvasak. Si segnala inoltre il ritiro di Wharton all'ultimo giro quandi era in zona podio.
La quarta gara, infine, si svolge con reverse grid dei primi 12 di quest'ultima gara, dove la vittoria va al pilota partito dal sesto posto. Si tratta di Barnard, che ai tempi dei kart a quanto ho capito correva per un team di proprietà di Nico Rosberg. Wharton partito 24° è arrivato nono, Antonelli che partiva decimo è risalito fino alla seconda posizione, conquistando un'ulteriore risultato di spessore. In linea teorica, non dovrebbe essere al via del prossimo evento.
PODIO GARA 1: A.K.Antonelli, Aiden Neate, James Wharton
PODIO GARA 2: A.K.Antonelli, Aiden Neate, Oliver Gray
PODIO GARA 3: Tasanapol Inthrapuvasak, Charlie Wurz, A.K.Antonelli
PODIO GARA 4: Taylor Barnard, A.K.Antonelli, Jamie Day
- ABU DHABI RACING BY PREMA - Paul Aron, Jak Crawford, Hamda Al Qubaisi, Amna Al Qubaisi, Khaled Al Qubaisi
- HITECH - Gabriele Minì, Leonardo Fornaroli, Isack Hadjar, Joshua Dufek
- BLACKARTS - Thomas Luedi, Brice Morabito, (Ido Cohen)
- MUMBAI FALCONS - Dino Beganovic, Arthur Leclerc, Sebastian Montoya
- EVANS GP - Nicola Marinangeli, Cem Bolukbasi, Frederick Lubin
- EVANS GP ACADEMY - Levente Revesz, David Morales
- 3Y BY R-ACE - Oliver Goethe, Lorenzo Fluxà, Hadrien David, Gabriel Bortoleto
- PINNACLE MOTORSPORT - Pepe Martì, (Dilano Van't Hoff), Salij Yoluc, Ayato Iwasaki
Quest'anno in linea di massima i piloti arrivano in gran parte dalle formule minori sottostanti e nessuno dalla Formula 2 per racimolare punti superlicenza, con un paio dalla Formula 3. Non è sempre andata così, e il vincitore della passata edizione Zhou era andato lì proprio per quello scopo anche se, di fatto, con il terzo posto ottenuto poi in Formula 2 non ne avrebbe avuto bisogno. Il canale Youtube della serie ci tiene a ricordare che sia passato dalle loro parti e che si appresti a fare il proprio debutto in Formula 1 con l'Aston Martin.
...Con l'Aston Martin?!?!?!?!?!? Go home, you're drunk, un po' come ci fossero andati loro in Alfa Romeo a sbevazzare like a boss (o like a Bottas, cosa più probabile).
GARA 1 - Montoyino parte dalla pole position e di fatto mantiene la posizione per tutta la gara, che di per sé vede qualche duello nelle posizioni basse della classifica, ma gran parte del tempo viene "tagliato" dall'ingresso della safety car. Non è una novità, è quello che avviene spesso in queste gare brevi in cui su 30 minuti di gara un incidente o due possono dimezzare il tempo di effettiva competizione. Senza mai essere riuscito a vincere una gara in due anni di Formula 4, Sebas si impone così alla sua prima in Formula 3, guidando una vettura di un team indiano invece della Prema con cui ha gareggiato nelle due stagioni precedenti. Minì e Leclerc completano il podio, Hadjar, Beganovic, Fluxà, Lubin, Fornaroli, Dufek e Bortoleto si classificano in top-ten, che consiste nella reverse grid della gara seguente.
GARA 2 - si ripete il copione, nuovamente il pilota partito dalla prima posizione, la mantiene per tutta la durata della gara. Ancora una volta ci sono delle safety car, dovute a incidenti vari. In uno di questi incidenti Khaled Al Qubaisi viene speronato da una vettura che, dai colori, sembra una di quelle delle sue figlie, anche se non è ben chiaro se la "colpevole" sia Amna o Hamda. Nessuno sembra interessato ad approfondire, le polemiche riguardano la guida poco tranquilla di Hadrien David e il fatto che Cem Bolukbasi, idolo dell'intera Turchia, si sia ritirato per la seconda volta in due gare. I tifosi brasiliani invece sono contenti, perché Bortoleto vince, con Fluxà e Leclerc a podio. Prendono punti anche Montoya, Fornaroli, Dufek, Crawford, Lubin, Levesz e Amna Al Qubaisi, che per il momento si rivela a sorpresa la punta di diamante dell'intera famiglia.
GARA 3 - si inizia male, molto male: varie vetture faticano a partire e una di queste, nelle retrovie, è quella di Bolukbasi. Centrato in pieno da Amna Al Qubaisi, spicca il volo e si ribalta colpendo Yoluc, i segni sull'halo della vettura di quest'ultimo lasciano intendere che ancora una volta grazie all'halo ci sia un pilota che ha ancora la testa attaccata al collo. I due piloti turchi vengono visti scendere dalle vetture, mentre le condizioni fisiche di Amna rimangono un mistero fintanto chr non sarà lei stessa a confermare di stare bene, tramite un tweet pubblicato dopo la gara.
La gara, da parte sua, viene redflaggata e si riparte da distanza originale dietro la safety car, triggerando gli hater di Minì che si lamentano perché nonostante abbia faticato a partire perdendo posizioni possa partire dalla pole (ottenuta per questa gara con una specifica sessione di qualifiche). Il pilota siciliano va a vincere e si porta in testa alla classifica piloti nonostante il ritiro nella gara precedente, completano il podio Crawford e Hadjar. Seguono Martì, Leclerc, Bortoleto, Aron, Fluxà, David e Montoya a completare la top-ten. Leclerc e Montoya, compagni di squadra nel già citato team indiano, grazie ai punti ottenuti, si trovano al momento in seconda e terza posizione nella classifica piloti.
PODIO GARA 1: Sebastian Montoya, Gabriele Minì, Arthur Leclerc
PODIO GARA 2: Gabriel Bortoleto, Lorenzo Fluxà, Arthur Leclerc
PODIO GARA 3: Gabriele Minì, Jak Crawford, Isack Hadjar
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FORMULA 4 - la griglia è ugualmente ben fornita in questa stagione, al contrario di quanto avvenuto in altre edizioni. Dei piloti presenti uno risulta withdraw (non so se si tratti di coronavirus anche nel suo caso), mentre Rafael Camara doveva disputare questo evento con Prema ma per la positività al coronavirus riscontrata nei giorni precedenti al weekend viene sostituito da Andrea Kimi Antonelli. L'entry list risulta quindi la seguente:
- XCEL MOTORSPORT - Nandhavud Bhirombhakdi, Ismoilkhuja Akhmedkhodjae, Jamie Day, Ivan Domingues
- HITECH - Alex Dunne, Oliver Gray
- ABU DHABI RACING BY PREMA - James Wharton, Aiden Neate
- PREMA - Charlie Wurz, Andrea Kimi Antonelli
- MP MOTORSPORT - Rik Koen, Tasanapol Inthrapuvasak, Suleiman Zanfari, Miron Pingasov
- PHM - Nikita Bedrin, Jonas Ried, Taylor Barnard
- AKM - Brando Badoer, (Eron Rexhepi)
- GRS - Vladislav Ryabov
- CRAM-HITECH - Ricardo Escotto, Anshul Gandhi
- MUMBAI FALCON - Sohil Saha
- JHR DEVELOPMENTS - Michael Shin
- 3Y BY R-ACE - Martinius Stenshorne, Victoria Blokhina, Nikhil Bohra
- PINNACLE MOTORSPORT - Jules Castro
GARA 1 - le gare sono quattro in totale e la prima, quella del venerdì, è la prima gara open wheel del 2022 (la F.Regional gareggia sabato e domenica). Si inizia subito in maniera piuttosto stylish (non per Inthrapuvasak che scatta dalla pole ma fa fatica a partire, e nemmeno per i vari giri disputati dietro safety car a seguito di un incidente. Neate passa in testa quasi tutta la gara, ma inseguito da Antonelli che gli sta negli scarichi. Lo supera, ma andando palesemente in giro per le vie di fuga, quindi è costretto a cedergli la posizione. Però non è finita, lo passa di nuovo e i due arrivano ruota contro ruota sul traguardo. Antonelli, pilota bolognese classe 2006 (nato nel corso del weekend in cui Felipe Massa ha ottenuto la prima pole e la prima vittoria in Formula 1), vince per tre millesimi di secondo quella che di fatto è la sua prima vittoria in una gara open wheel. Neate arriva secondo, terzo chiude un altro "premino", ovvero Wharton.
GARA 2, GARA 3 e GARA 4 - la gara seguente inizia con Inthrapuvasak di nuovo in pole, ma che perde posizioni in partenza (chiuderà quarto). Antonelli dopo un tratto di gara al secondo posto si prende la prima posizione e va a conquistarsi la seconda vittoria. Partito dalla pole nella gara seguente, sarebbe tre su tre ma viene penalizzato come tanti altri per track limits. Seppure sia stato il primo a tagliare il traguardo, la vittoria va quindi a Inthrapuvasak. Si segnala inoltre il ritiro di Wharton all'ultimo giro quandi era in zona podio.
La quarta gara, infine, si svolge con reverse grid dei primi 12 di quest'ultima gara, dove la vittoria va al pilota partito dal sesto posto. Si tratta di Barnard, che ai tempi dei kart a quanto ho capito correva per un team di proprietà di Nico Rosberg. Wharton partito 24° è arrivato nono, Antonelli che partiva decimo è risalito fino alla seconda posizione, conquistando un'ulteriore risultato di spessore. In linea teorica, non dovrebbe essere al via del prossimo evento.
PODIO GARA 1: A.K.Antonelli, Aiden Neate, James Wharton
PODIO GARA 2: A.K.Antonelli, Aiden Neate, Oliver Gray
PODIO GARA 3: Tasanapol Inthrapuvasak, Charlie Wurz, A.K.Antonelli
PODIO GARA 4: Taylor Barnard, A.K.Antonelli, Jamie Day
PS. Se vi siete persi le gare, potete vederle tutte sui canali Youtube "FR Asian Championship certified by FIA" e "F4EAU". Speriamo che vengano trasmesse anche quelle della prossima settimana a Dubai.
domenica 23 gennaio 2022
Anziani che vincono, anziani che si ritirano, Sensell vibes e un finale sugar candy // GP Australia 1985
Yaaaayyyy, andiamo a scoprire un gran premio del passato piuttosto stylish visto con una telecronaca brasiliana arrivata a noi in low quality e un video in italiano con solo una parte della gara (in caso di citazioni belle di Poltronieri le inserirò quindi in questo post). Siamo ad Adelaide per il primo Gran Premio d'Australia valido per un campionato di Formula 1. Un certo francese dal naso elegante ha già vinto il mondiale, ma in pista è pieno di piloti decisi a mettersi in mostra. O in alternativa, dato che stavamo parlando di nasi, a tornarsene a casa con il naso rotto. Guardando la griglia ci sono venticinque vetture ("venticinque partenti" - cit.), guidate da questi soggetti più o meno illustri:
Senna - Mansell
Rosberg - Prost
Alboreto - Surer
Berger - Tambay
Piquet - De Angelis
Boutsen - Warwick
Cheever - Patrese
Johansson - Lauda
Brundle - Streiff
Jones - Laffite
Ghinzani - Capelli
Martini - Fabi
Rothengatter (forever alone)
La gara inizia con Nigel Mansell e Ayrton Senna affiancati e con tante Sensell vibes. Mansell infatti mette i suoi baffi davanti al brasiliano, che tuttavia gli dice che per quanto lo riguarda i suoi baffi possono anche tornarsene a casa e gli tira una ruotata. È l'altra Williams guidata da Keke Rosberg quindi da un'altra filosofia di baffi, ad approfittarne e a portarsi in testa. Senna è costretto ad accodarsi, ma va peggio a Mansell, che entra ai box dove è costretto ad accettare un'amara verità: sulla sua vettura una sospensione ha fatto esattamente la fine che lui vorrebbe far fare al naso di Senna. I non-più-championship contenders Michele Alboreto e Alain Prost frattanto sono terzo e quarto e conducono una gara piuttosto tranquilla. Il pilota della McLaren scivolerà per breve tempo dietro alla Arrows di Gerhard Berger, ma non sarà una cosa lunga. Anche grazie a difficoltà (Alboreto) e soste (Berger) altrui, si ritroverà in un secondo momento addirittura terzo, insidiato dalla Brabham di Marc Surer, che si farà anche qualche giro al terzo posto.
L'altra Brabham, quella di Nelson Piquet, va a fuoco. Poltronieri osserva che il pilota non ha potuto portare la vettura ai box ma che ha dovuto abbandonarla. Nonostante ciò, diversamente da come usa in epoca più moderna, non ci costruisce attorno una teoria del kompl8. Questo accade comunque prima che Surer raggiunga la terza posizione e non è nemmeno il solo ritirato. Si è già ritirato l'americano di Roma Eddie Cheever (Alfa Romeo), è stato costretto a rientrare da una bandiera nera Elio De Angelis (Lotus), colpevole di essere partito in ritardo nel giro di formazione e poi di essersi messo nella sua casella della griglia invece che partire dal fondo, poi si ritireranno anche l'idolo degli imolesi Patrick Tambay (Renault) e l'idolo locale Alan Jones (Lola Haas). La popolazione dell' "Australia del sud" (cit.) probabilmente si sta chiedendo chi sia Jones, ma nevermind. Immaginiamoci un mondo in cui pensano a Jones invece che a Rosberg che fugge dagli attacchi di Senna e considerato che Senna guida esattamente come se volesse andare a sbattere il naso sui muretti giusto per far vedere a Mansell che non teme per la sorte del naso stesso, per ora Rosberg non se la passa neanche male.
La McLaren del campione del mondo in carica si ritira in una nuvola di fumo quando stiamo per raggiungere un terzo di gara. Tornato da poco terzo, lascia nuovamente la terza piazza a Marc Surer, mentre Niki Lauda, al suo ultimo gran premio in carriera, si ritrova adesso in quarta posizione. Alboreto, che dopo avere perso posizioni in precedenza si era poi fermato ai box a cambiare gomme adesso è quinto, mentre il suo compagno di squadra Stefan Johansson si trova ben più arretrato, come più si addice a un pilota che porta il numero 28 quindi non sarà mai considerato un esponente della categoria dei very fighy (a dirla tutta la gente di oggi chesi indignava perché è stata dedicata la Parabolica ad Alboreto, sembra non considerare un verohhhh figohhhh neanche il pilota milanese, ma direi che possiamo soprassedere). La sesta piazza viene occupata a vario titolo e in vari momenti dalla Renault superstite (Derek Warwick) o dalle Ligier (Philippe Streiff e Jacques Laffite).
Fermi tutti, siamo a metà gara e in testa ci sono vicini "due concorrenti di grande temperamento" (cit.) con Senna ormai negli scarichi di Rosberg. Sexy Baffo sembra in difficoltà con le gomme e il pilota della Lotus non aspetta altro che il momento opportuno. Il momento, però, non è tanto opportuno, Rosberg rallenta per rientrare ai box e Senna gli rifila una tamponata perdendo metà ala anteriore. Tenta imperterrito di continuare in prima posizione, ma in due giri passati da Senna a girare per prati, Rosberg lo raggiunge e lo passa gesticolando contro di lui. A quel punto Senna decide di rientrare, mentre probabilmente Surer si dispera perché è stato abbandonato dal motore e nessuno lo prende in considerazione. È solo uno dei vari piloti che si aggiungono ai ritirati, che sono ormai parecchi.
Sono fuori entrambe le Toleman di Piercarlo Ghinzani e Teo Fabi, è fuori l'Alfa di Riccardo Patrese ed è già fuori da un po' anche la Arrows di Thierry Boutsen. La gara, però, la fa chi è ancora in pista: Senna nel frattempo dopo la sosta è terzo alle spalle di Lauda e niente, non c'è pace neanche per un povero anziano. Lo supera e si porta secondo, ritrovandosi in testa un po' di giri dopo quando Rosberg effettua un secondo cambio gomme in cui qualcosa va storto dato che rimane fermo piuttosto a lungo. Il povero anziano nel frattempo non ha intenzione di stare a guardare, si riavvicina a Senna e si prende la leadership della gara! Dura solo un paio di giri, poi sulla vettura si rompe qualcosa e va a spalmarsi contro un muretto, finendo con un po' d'anticipo la sua carriera di pilota. Da parte sua, adesso Senna è in testa, ma anche lui non ci rimane a lungo: il motore decide che percorrere tre quarti di gara è sufficiente ed è costretto a rientrare ai box e a parcheggiare mestamente. "Probabilmente Mansell lo aspetterà per dirgli cosa pensa di lui", Poltronieri la tocca pianissimo nel commentare il suo ritiro!
Tra parentesi, secondo il sito statsf1 Mansell non sembra avere preso molto bene l'incidente al primo giro, tanto che viene citata una sua dichiarazione in cui dà a Senna dello scarso. Non ci facciamo mancare proprio niente... e non è ancora finita. Tornando a noi, Rosberg è di nuovo in testa, Alboreto è secondo, ma la Ferrari numero 27 lo abbandona ed costretto al ritiro, così come già accaduto anche a Warwick, con la Renault che finisce così anzitempo la sua storia come team (quella Renault lì, almeno), secondo c'è quindi un certo V3KkYaCçY0 al volante di una Ligier. Poi Rosberg è costretto a un terzo cambio gomme, oppure sceglie di fermarsi tanto ha un ampio vantaggio, e Poltronieri si lascia andare: "e vuoi vedere che Laffite che si dovrebbe ritirare va a vincere il gran premio?" Non ci credo, sta perculando la gente che dice che Laffite è troppo vecchio per la Formula 1, questa è pura poesia. Come ci siamo arrivati da queste osservazioni sagaci degli anni '80 a quelle tipiche del giorno d'oggi, in cui certi telecronisti si inventano di sana pianta l'imminente ritiro dalle competizioni dei piloti troppo vecchi, quando questi hanno in realtà dieci anni di meno di quelli di Laffite nel 1985?
Ci sono al momento otto vetture in pista, anzi nove, dato che Martin Brundle (Tyrrell) sta ancora girando in pista nonostante abbia avuto problemi piuttosto grossi e sia doppiato di qualcosa come una trentina di giri. I primi tre sono Rosberg/ Laffite/ Streiff, tutti a debita distanza gli uni dagli altri. Al quarto posto al volante di una Tyrrell, Ivan Capelli si lancia alla scoperta dei segreti del tracciato, poi ci sono Berger e Johansson. Prima della fine della gara, Johansson dice a Berger "sai quanti sorpassi devi ancora subire prima di guidare una Ferrari numero 28?" e si appropria del quinto posto, relegando il pilota della Arrows in sesta posizione. Non hanno speranze di risalire in zona punti invece Huub Rothengatter (Osella) e Pierluigi Martini (Minardi), il che comunque mi dispiace perché corrono per due squadre piuttosto pittoresche e il primo dei due ha anche un nome con un sound piuttosto pittoresco. Sembra ormai che tutto stia andando verso una situazione di calma piatta, nessuno sembra sul punto di farsi notare più del dovuto...
Però non è finita, non ancora, c'è un'ultima ciliegina da mettere sulla torta. C'è Streiff (che sta al posto di Andrea De Cesaris, appiedato da Guy Ligier dopo essere cappottato nel GP d'Austria ed essere uscito dall'incidente sporco di fango - non che sia il fango ad avere contribuito al suo licenziamento) che sta andando like a boss, avvicinandosi a Laffite. I due guidano le Ligier, che tra i suoi sponsor ha Candy. È anche l'ultima gara in cui la sponsorizzazione Candy è presente in Formula 1, quindi è bene chiudere in bellezza. Nei giri finali Streiff raggiunge Laffite e lo attacca varie volte, con Laffite che gesticola contro di lui. Insomma, non sembra molto propenso a cedere, ma Streiff non si lascia intimidire e lo super-... e cerca di superarlo a un giro dalla fine. Cozza contro di lui, una ruota si stacca e resta penzolante... e niente, Laffite termina la gara secondo e Streiff terzo su tre ruote, conquistando il podio. Secondo statsf1 Laffite è un tipo controllato, si limita a fare la predica all'irruento compagno di squadra, il quale si difende sostenendo di non sapere che Laffite era a pieni giri e che credeva di doverlo doppiare.
PS. Quella di Keke Rosberg in Australia è l'ultima vittoria ottenuta in Formula 1 da un pilota nato negli anni '40.
Senna - Mansell
Rosberg - Prost
Alboreto - Surer
Berger - Tambay
Piquet - De Angelis
Boutsen - Warwick
Cheever - Patrese
Johansson - Lauda
Brundle - Streiff
Jones - Laffite
Ghinzani - Capelli
Martini - Fabi
Rothengatter (forever alone)
La gara inizia con Nigel Mansell e Ayrton Senna affiancati e con tante Sensell vibes. Mansell infatti mette i suoi baffi davanti al brasiliano, che tuttavia gli dice che per quanto lo riguarda i suoi baffi possono anche tornarsene a casa e gli tira una ruotata. È l'altra Williams guidata da Keke Rosberg quindi da un'altra filosofia di baffi, ad approfittarne e a portarsi in testa. Senna è costretto ad accodarsi, ma va peggio a Mansell, che entra ai box dove è costretto ad accettare un'amara verità: sulla sua vettura una sospensione ha fatto esattamente la fine che lui vorrebbe far fare al naso di Senna. I non-più-championship contenders Michele Alboreto e Alain Prost frattanto sono terzo e quarto e conducono una gara piuttosto tranquilla. Il pilota della McLaren scivolerà per breve tempo dietro alla Arrows di Gerhard Berger, ma non sarà una cosa lunga. Anche grazie a difficoltà (Alboreto) e soste (Berger) altrui, si ritroverà in un secondo momento addirittura terzo, insidiato dalla Brabham di Marc Surer, che si farà anche qualche giro al terzo posto.
L'altra Brabham, quella di Nelson Piquet, va a fuoco. Poltronieri osserva che il pilota non ha potuto portare la vettura ai box ma che ha dovuto abbandonarla. Nonostante ciò, diversamente da come usa in epoca più moderna, non ci costruisce attorno una teoria del kompl8. Questo accade comunque prima che Surer raggiunga la terza posizione e non è nemmeno il solo ritirato. Si è già ritirato l'americano di Roma Eddie Cheever (Alfa Romeo), è stato costretto a rientrare da una bandiera nera Elio De Angelis (Lotus), colpevole di essere partito in ritardo nel giro di formazione e poi di essersi messo nella sua casella della griglia invece che partire dal fondo, poi si ritireranno anche l'idolo degli imolesi Patrick Tambay (Renault) e l'idolo locale Alan Jones (Lola Haas). La popolazione dell' "Australia del sud" (cit.) probabilmente si sta chiedendo chi sia Jones, ma nevermind. Immaginiamoci un mondo in cui pensano a Jones invece che a Rosberg che fugge dagli attacchi di Senna e considerato che Senna guida esattamente come se volesse andare a sbattere il naso sui muretti giusto per far vedere a Mansell che non teme per la sorte del naso stesso, per ora Rosberg non se la passa neanche male.
La McLaren del campione del mondo in carica si ritira in una nuvola di fumo quando stiamo per raggiungere un terzo di gara. Tornato da poco terzo, lascia nuovamente la terza piazza a Marc Surer, mentre Niki Lauda, al suo ultimo gran premio in carriera, si ritrova adesso in quarta posizione. Alboreto, che dopo avere perso posizioni in precedenza si era poi fermato ai box a cambiare gomme adesso è quinto, mentre il suo compagno di squadra Stefan Johansson si trova ben più arretrato, come più si addice a un pilota che porta il numero 28 quindi non sarà mai considerato un esponente della categoria dei very fighy (a dirla tutta la gente di oggi chesi indignava perché è stata dedicata la Parabolica ad Alboreto, sembra non considerare un verohhhh figohhhh neanche il pilota milanese, ma direi che possiamo soprassedere). La sesta piazza viene occupata a vario titolo e in vari momenti dalla Renault superstite (Derek Warwick) o dalle Ligier (Philippe Streiff e Jacques Laffite).
Fermi tutti, siamo a metà gara e in testa ci sono vicini "due concorrenti di grande temperamento" (cit.) con Senna ormai negli scarichi di Rosberg. Sexy Baffo sembra in difficoltà con le gomme e il pilota della Lotus non aspetta altro che il momento opportuno. Il momento, però, non è tanto opportuno, Rosberg rallenta per rientrare ai box e Senna gli rifila una tamponata perdendo metà ala anteriore. Tenta imperterrito di continuare in prima posizione, ma in due giri passati da Senna a girare per prati, Rosberg lo raggiunge e lo passa gesticolando contro di lui. A quel punto Senna decide di rientrare, mentre probabilmente Surer si dispera perché è stato abbandonato dal motore e nessuno lo prende in considerazione. È solo uno dei vari piloti che si aggiungono ai ritirati, che sono ormai parecchi.
Sono fuori entrambe le Toleman di Piercarlo Ghinzani e Teo Fabi, è fuori l'Alfa di Riccardo Patrese ed è già fuori da un po' anche la Arrows di Thierry Boutsen. La gara, però, la fa chi è ancora in pista: Senna nel frattempo dopo la sosta è terzo alle spalle di Lauda e niente, non c'è pace neanche per un povero anziano. Lo supera e si porta secondo, ritrovandosi in testa un po' di giri dopo quando Rosberg effettua un secondo cambio gomme in cui qualcosa va storto dato che rimane fermo piuttosto a lungo. Il povero anziano nel frattempo non ha intenzione di stare a guardare, si riavvicina a Senna e si prende la leadership della gara! Dura solo un paio di giri, poi sulla vettura si rompe qualcosa e va a spalmarsi contro un muretto, finendo con un po' d'anticipo la sua carriera di pilota. Da parte sua, adesso Senna è in testa, ma anche lui non ci rimane a lungo: il motore decide che percorrere tre quarti di gara è sufficiente ed è costretto a rientrare ai box e a parcheggiare mestamente. "Probabilmente Mansell lo aspetterà per dirgli cosa pensa di lui", Poltronieri la tocca pianissimo nel commentare il suo ritiro!
Tra parentesi, secondo il sito statsf1 Mansell non sembra avere preso molto bene l'incidente al primo giro, tanto che viene citata una sua dichiarazione in cui dà a Senna dello scarso. Non ci facciamo mancare proprio niente... e non è ancora finita. Tornando a noi, Rosberg è di nuovo in testa, Alboreto è secondo, ma la Ferrari numero 27 lo abbandona ed costretto al ritiro, così come già accaduto anche a Warwick, con la Renault che finisce così anzitempo la sua storia come team (quella Renault lì, almeno), secondo c'è quindi un certo V3KkYaCçY0 al volante di una Ligier. Poi Rosberg è costretto a un terzo cambio gomme, oppure sceglie di fermarsi tanto ha un ampio vantaggio, e Poltronieri si lascia andare: "e vuoi vedere che Laffite che si dovrebbe ritirare va a vincere il gran premio?" Non ci credo, sta perculando la gente che dice che Laffite è troppo vecchio per la Formula 1, questa è pura poesia. Come ci siamo arrivati da queste osservazioni sagaci degli anni '80 a quelle tipiche del giorno d'oggi, in cui certi telecronisti si inventano di sana pianta l'imminente ritiro dalle competizioni dei piloti troppo vecchi, quando questi hanno in realtà dieci anni di meno di quelli di Laffite nel 1985?
Ci sono al momento otto vetture in pista, anzi nove, dato che Martin Brundle (Tyrrell) sta ancora girando in pista nonostante abbia avuto problemi piuttosto grossi e sia doppiato di qualcosa come una trentina di giri. I primi tre sono Rosberg/ Laffite/ Streiff, tutti a debita distanza gli uni dagli altri. Al quarto posto al volante di una Tyrrell, Ivan Capelli si lancia alla scoperta dei segreti del tracciato, poi ci sono Berger e Johansson. Prima della fine della gara, Johansson dice a Berger "sai quanti sorpassi devi ancora subire prima di guidare una Ferrari numero 28?" e si appropria del quinto posto, relegando il pilota della Arrows in sesta posizione. Non hanno speranze di risalire in zona punti invece Huub Rothengatter (Osella) e Pierluigi Martini (Minardi), il che comunque mi dispiace perché corrono per due squadre piuttosto pittoresche e il primo dei due ha anche un nome con un sound piuttosto pittoresco. Sembra ormai che tutto stia andando verso una situazione di calma piatta, nessuno sembra sul punto di farsi notare più del dovuto...
Però non è finita, non ancora, c'è un'ultima ciliegina da mettere sulla torta. C'è Streiff (che sta al posto di Andrea De Cesaris, appiedato da Guy Ligier dopo essere cappottato nel GP d'Austria ed essere uscito dall'incidente sporco di fango - non che sia il fango ad avere contribuito al suo licenziamento) che sta andando like a boss, avvicinandosi a Laffite. I due guidano le Ligier, che tra i suoi sponsor ha Candy. È anche l'ultima gara in cui la sponsorizzazione Candy è presente in Formula 1, quindi è bene chiudere in bellezza. Nei giri finali Streiff raggiunge Laffite e lo attacca varie volte, con Laffite che gesticola contro di lui. Insomma, non sembra molto propenso a cedere, ma Streiff non si lascia intimidire e lo super-... e cerca di superarlo a un giro dalla fine. Cozza contro di lui, una ruota si stacca e resta penzolante... e niente, Laffite termina la gara secondo e Streiff terzo su tre ruote, conquistando il podio. Secondo statsf1 Laffite è un tipo controllato, si limita a fare la predica all'irruento compagno di squadra, il quale si difende sostenendo di non sapere che Laffite era a pieni giri e che credeva di doverlo doppiare.
PS. Quella di Keke Rosberg in Australia è l'ultima vittoria ottenuta in Formula 1 da un pilota nato negli anni '40.
sabato 22 gennaio 2022
L'evoluzione del fanboy: categorie e comportamenti tipici negli anni 2020
Disclaimer: per come la vedo io, il termine "fanboy" si riferisce alle sfaccettature del tifoso da bar, quindi può esistere anche UNA fanboy, mentre il termine "fangirl" lo vedo riferito ad altri tipi di atteggiamento, come comportarsi da aspirante groupie, ragione per cui può esistere anche UN fangirl. A mio vedere si osservano certi tipi di comportamenti da fanboy e comportamenti da fangirl da parte di tifosi/e di ogni genere, ma per questione di praticità declinerò il termine "fanboy" al maschile e il termine "fangirl" al femminile. Sappiate quindi che quando parlo di fanboy ci può essere tranquillamente anche nonna Maria Antonella che segue i gran premi al bar lamentandosi che la Formula 1 è morta nel 1979 a causa della bandiera a scacchi che ha messo fine al gran premio di Francia invece di far durare il duello degli Arneuve per tutta l'eternità a venire, mentre quando parlo di fangirl ci può essere suo nipote Piergiuseppe appassionato di bulldog inglesi che ha iniziato a seguire la Formula 1 scoprendola grazie alle fanpage dei Roscoco. Adesso che questo concetto è passato, possiamo proseguire con le varie categorie.
IL TIFOSO DA BAR - personaggio che sta andando ormai scomparendo, guarda le gare insieme ai suoi pari (o le commenta su appositi spazi web a tema insieme a loro), elogiando il proprio team o pilota del cuore e screditando a prescindere chiunque altro, specie se effettivamente contrapposto al proprio team del cuore. Occasionalmente fa qualche rant a proposito di eventi passati che gli stanno a cuore, in genere nel quale il proprio team o pilota del cuore è stato a suo avviso vittima di presunte ingiustizie (compresa quella di non vincere il mondiale in caso di superiorità di altre scuderie). Se è italiano, generalmente è ferrarista. Se è britannico, spesso tifa per la squadra britannica più vicina alla sua residenza. Se questa squadra non è più un top team da tempo o non è più esistente, cosa molto probabile al giorno d'oggi, tende o ad avere un atteggiamento moderato o a passare alla prossima categoria.
IL TIFOSO DA BAR VINTAGE - è un'evoluzione della categoria precedente, che in genere non fa polemica sui fatti attuali perché non si sente coinvolto dalle competizioni contemporanee. Per lui il vero motorsport è quello un passato solitamente molto generico e astratto in cui i piloti erano very uominy e le gare erano più belle e movimentate. Spesso rielabora il passato eliminando selettivamente gli elementi allora già esistenti che però screditerebbe se riferiti all'epoca attuale e negando che siano mai esistiti. In genere uno o più dei suoi idoli del passato sono morti al volante di una monoposto. In alternativa è tifoso di un team decaduto. Occasionalmente lancia invettive della durata di mesi e mesi contro qualche innovazione (come ad esempio l'halo) sostenendo che snatura un campionato già snaturato, salvo poi dimenticarsi improvvisamente delle proprie battaglie da un giorno all'altro e dimostrare indifferenza verso ciò contro cui aveva lungamente combattuto qualora l'interesse generale per tale battaglia dovesse placarsi.
IL FANBOY BIMBOMINCHIA - altra categoria ormai in via di estinzione, in genere è un adolescente che segue la Formula 1 non avendola scoperta tramite i nuovi media, ma semplicemente in vecchio stile perché qualche suo parente o amico ci guarda (oppure è una persona adulta che ha si comporta ancora da adolescente quando si tratta di tifo) e idolizza un team o un pilota contemporaneo. In genere il pilota contemporaneo di cui è tifoso è il pilota di punta del team a sua volta idolatrato e viene elevato allo status di divinità, status che può perdere da un giorno all'altro in caso cambi team non accettato o abbia un calo di risultati, seguendo la moda del momento. Qualora in futuro tornare a divinizzare l'ex idolo torni di moda per qualche ragione, si comporterà come se non l'avesse mai screditato.
LA FANGIRL BIMBAMINCHIA - idolizza i piloti esattamente tanto quanto il fanboy, ma con alcune differenze principali: 1) mentre il fanboy idolatra un pilota elevandolo allo status di divino, la fangirl lo idolatra anche per le sue vere o presunte qualità umane, 2) invece di glorificare un solo idolo, spesso ne idolatra una decina, 3) ha un comportamento tendenzialmente più ossessivo nei confronti del suo idolo, parlandone costantemente anche quando non ci sono i gran premi, diversamente dal fanboy che di solito vi si focalizza solo nei weekend di gara. Se la fangirl ha scoperto la Formula 1 tramite parenti o amici (anche i nuovi media possono generare questo tipo di fan) spesso per spirito di ribellione tifa piloti o team diversi da quelli tifati dai familiari o dagli amici. Spesso smette di seguire la Formula 1 quando il pilota da lei tifato per ribellarsi passa a un team mainstream tifato da parenti o amici. Oppure, se è divenuta fangirl per sopperire alla mancanza di una relazione sentimentale, smette di seguirla dopo essersi fidanzata con una persona vera.
LA FANGIRL DI TUMBLR - evoluzione del punto precedente, ha l'abitudine di aggiornare un profilo social con pensieri sui suoi idoli, edit sui suoi idoli e foto nelle quali si vedono al meglio i loro occhi, specie se sono azzurri.
LA FANGIRL AUTRICE DI FAN FICTION - evoluzione o variante dei due punti precedenti, oltre a idolatrare i piloti scrive anche fan fiction su di loro. Se utilizza Tumblr scrive fan fiction, generalmente romantiche o erotiche, in cui il suo idolo ha una relazione con il proprio compagno di squadra. Se utilizza Wattpad è di solito per le fan fiction self insert, dove immagina sé stessa in una relazione sentimentale o erotica con il suo idolo. Nonostante le fan fiction ad alto contenuto erotico, spesso si indigna in caso di fidanzamento del suo idolo, che nel suo immaginario deve mantenersi casto e possibilmente vergine solo per lei.
LA FANGIRL DELIRANTE/ LA TROLLANDER - deriva molto estremista del fangirlismo, ha la seria convinzione di conoscere il suo idolo, di sapere che cosa sia giusto per il suo idolo e addirittura pensa che un giorno si fidanzerà con il suo idolo. Se il suo idolo ha una relazione, bersaglierà la persona con la quale ha una relazione con insulti su social network e insinuerà che sarà la sua rovina oppure si rivolgerà direttamente a lui pregandolo di lasciarla. In certe occasioni a causa di questo comportamento viene bloccata anche dall'idolo stesso. È inoltre seriamente convinta che TUTTI dovrebbero tifare per il suo idolo e addirittura seguire la Formula 1 per il suo idolo.
IL DRIVERTOSURVIVER - non avrebbe mai conosciuto la Formula 1 se non fosse stato per "Drive to Survive", ha solo un'infarinatura generale e talvolta segue le gare solo per fare da contorno tra una stagione e l'altra della serie, ciò nonostante 1) è convinto di saperne molto di più rispetto ai conoscitori più profondi della categoria e del motorsport in generale, 2) scredita quelli che ne sanno di più, sostenendo che non sia necessario conoscere il campionato per parlarne, e arriva anzi a sbeffeggiare chi ha almeno un po' di cultura in proposito.
IL FANBOY DRIVERTOSURVIVER - si distingue dal caso precedente in quanto "Drive to Survive" in realtà non l'ha fatto appassionare alla Formula 1 in sé, quanto piuttosto che a un pilota che vi prende parte. Di solito tifa per uno dei piloti più vincenti del momento ed è convinto che TUTTI debbano tifare per il pilota vincente del momento. Spesso è convinto che i piloti che non sono top driver siano schierati a favore di uno dei championship contender e che abbiano il dovere di aiutarlo a ottenere risultati indipendentemente dal fatto di correre o meno per la stessa scuderia. Di solito litiga con i fanboy dell'altro top driver o fa il troll. Ha spesso la convinzione che il suo idolo sia stato l'unico grande pilota della storia. In casi deliranti può arrivare a convincersi che i piloti del passato abbiano vinto gare e ottenuto record in termini di numeri o di età solo per rendere le cose più difficili al suo idolo se sta inseguendo tali record (per esempio, c'è gente che pensa che Schumacher abbia vinto sette mondiali per fare un dispetto a Hamilton e che Vettel abbia fatto la stessa cosa contro Verstappen quando è diventato il più giovane campione del mondo).
IL FANBOY BLESS AMERICA - è un drivertosurviver statunitense e applica gli standard statunitensi al pubblico europeo. È convinto che la Formula 1 non sia mai stata seguita dal pubblico mainstream nemmeno nei paesi nei quali è nata e che tutti gli appassionati di Formula 1 europei siano anziani e ricchi sfondati che seguono le gare bevendo champagne a bordo del loro yacht ormeggiato nel porto di Montecarlo. Pensa quindi che "Drive to Survive" abbia salvato la Formula 1 dal declino in quanto ha fatto sì che arrivasse a raggiungere il "vero pubblico", quello dei ragazzini teledipendenti che la abbandoneranno quando si appassioneranno a un'altra serie televisiva.
IL TIFOSO DA BAR - personaggio che sta andando ormai scomparendo, guarda le gare insieme ai suoi pari (o le commenta su appositi spazi web a tema insieme a loro), elogiando il proprio team o pilota del cuore e screditando a prescindere chiunque altro, specie se effettivamente contrapposto al proprio team del cuore. Occasionalmente fa qualche rant a proposito di eventi passati che gli stanno a cuore, in genere nel quale il proprio team o pilota del cuore è stato a suo avviso vittima di presunte ingiustizie (compresa quella di non vincere il mondiale in caso di superiorità di altre scuderie). Se è italiano, generalmente è ferrarista. Se è britannico, spesso tifa per la squadra britannica più vicina alla sua residenza. Se questa squadra non è più un top team da tempo o non è più esistente, cosa molto probabile al giorno d'oggi, tende o ad avere un atteggiamento moderato o a passare alla prossima categoria.
IL TIFOSO DA BAR VINTAGE - è un'evoluzione della categoria precedente, che in genere non fa polemica sui fatti attuali perché non si sente coinvolto dalle competizioni contemporanee. Per lui il vero motorsport è quello un passato solitamente molto generico e astratto in cui i piloti erano very uominy e le gare erano più belle e movimentate. Spesso rielabora il passato eliminando selettivamente gli elementi allora già esistenti che però screditerebbe se riferiti all'epoca attuale e negando che siano mai esistiti. In genere uno o più dei suoi idoli del passato sono morti al volante di una monoposto. In alternativa è tifoso di un team decaduto. Occasionalmente lancia invettive della durata di mesi e mesi contro qualche innovazione (come ad esempio l'halo) sostenendo che snatura un campionato già snaturato, salvo poi dimenticarsi improvvisamente delle proprie battaglie da un giorno all'altro e dimostrare indifferenza verso ciò contro cui aveva lungamente combattuto qualora l'interesse generale per tale battaglia dovesse placarsi.
IL FANBOY BIMBOMINCHIA - altra categoria ormai in via di estinzione, in genere è un adolescente che segue la Formula 1 non avendola scoperta tramite i nuovi media, ma semplicemente in vecchio stile perché qualche suo parente o amico ci guarda (oppure è una persona adulta che ha si comporta ancora da adolescente quando si tratta di tifo) e idolizza un team o un pilota contemporaneo. In genere il pilota contemporaneo di cui è tifoso è il pilota di punta del team a sua volta idolatrato e viene elevato allo status di divinità, status che può perdere da un giorno all'altro in caso cambi team non accettato o abbia un calo di risultati, seguendo la moda del momento. Qualora in futuro tornare a divinizzare l'ex idolo torni di moda per qualche ragione, si comporterà come se non l'avesse mai screditato.
LA FANGIRL BIMBAMINCHIA - idolizza i piloti esattamente tanto quanto il fanboy, ma con alcune differenze principali: 1) mentre il fanboy idolatra un pilota elevandolo allo status di divino, la fangirl lo idolatra anche per le sue vere o presunte qualità umane, 2) invece di glorificare un solo idolo, spesso ne idolatra una decina, 3) ha un comportamento tendenzialmente più ossessivo nei confronti del suo idolo, parlandone costantemente anche quando non ci sono i gran premi, diversamente dal fanboy che di solito vi si focalizza solo nei weekend di gara. Se la fangirl ha scoperto la Formula 1 tramite parenti o amici (anche i nuovi media possono generare questo tipo di fan) spesso per spirito di ribellione tifa piloti o team diversi da quelli tifati dai familiari o dagli amici. Spesso smette di seguire la Formula 1 quando il pilota da lei tifato per ribellarsi passa a un team mainstream tifato da parenti o amici. Oppure, se è divenuta fangirl per sopperire alla mancanza di una relazione sentimentale, smette di seguirla dopo essersi fidanzata con una persona vera.
LA FANGIRL DI TUMBLR - evoluzione del punto precedente, ha l'abitudine di aggiornare un profilo social con pensieri sui suoi idoli, edit sui suoi idoli e foto nelle quali si vedono al meglio i loro occhi, specie se sono azzurri.
LA FANGIRL AUTRICE DI FAN FICTION - evoluzione o variante dei due punti precedenti, oltre a idolatrare i piloti scrive anche fan fiction su di loro. Se utilizza Tumblr scrive fan fiction, generalmente romantiche o erotiche, in cui il suo idolo ha una relazione con il proprio compagno di squadra. Se utilizza Wattpad è di solito per le fan fiction self insert, dove immagina sé stessa in una relazione sentimentale o erotica con il suo idolo. Nonostante le fan fiction ad alto contenuto erotico, spesso si indigna in caso di fidanzamento del suo idolo, che nel suo immaginario deve mantenersi casto e possibilmente vergine solo per lei.
LA FANGIRL DELIRANTE/ LA TROLLANDER - deriva molto estremista del fangirlismo, ha la seria convinzione di conoscere il suo idolo, di sapere che cosa sia giusto per il suo idolo e addirittura pensa che un giorno si fidanzerà con il suo idolo. Se il suo idolo ha una relazione, bersaglierà la persona con la quale ha una relazione con insulti su social network e insinuerà che sarà la sua rovina oppure si rivolgerà direttamente a lui pregandolo di lasciarla. In certe occasioni a causa di questo comportamento viene bloccata anche dall'idolo stesso. È inoltre seriamente convinta che TUTTI dovrebbero tifare per il suo idolo e addirittura seguire la Formula 1 per il suo idolo.
IL DRIVERTOSURVIVER - non avrebbe mai conosciuto la Formula 1 se non fosse stato per "Drive to Survive", ha solo un'infarinatura generale e talvolta segue le gare solo per fare da contorno tra una stagione e l'altra della serie, ciò nonostante 1) è convinto di saperne molto di più rispetto ai conoscitori più profondi della categoria e del motorsport in generale, 2) scredita quelli che ne sanno di più, sostenendo che non sia necessario conoscere il campionato per parlarne, e arriva anzi a sbeffeggiare chi ha almeno un po' di cultura in proposito.
IL FANBOY DRIVERTOSURVIVER - si distingue dal caso precedente in quanto "Drive to Survive" in realtà non l'ha fatto appassionare alla Formula 1 in sé, quanto piuttosto che a un pilota che vi prende parte. Di solito tifa per uno dei piloti più vincenti del momento ed è convinto che TUTTI debbano tifare per il pilota vincente del momento. Spesso è convinto che i piloti che non sono top driver siano schierati a favore di uno dei championship contender e che abbiano il dovere di aiutarlo a ottenere risultati indipendentemente dal fatto di correre o meno per la stessa scuderia. Di solito litiga con i fanboy dell'altro top driver o fa il troll. Ha spesso la convinzione che il suo idolo sia stato l'unico grande pilota della storia. In casi deliranti può arrivare a convincersi che i piloti del passato abbiano vinto gare e ottenuto record in termini di numeri o di età solo per rendere le cose più difficili al suo idolo se sta inseguendo tali record (per esempio, c'è gente che pensa che Schumacher abbia vinto sette mondiali per fare un dispetto a Hamilton e che Vettel abbia fatto la stessa cosa contro Verstappen quando è diventato il più giovane campione del mondo).
IL FANBOY BLESS AMERICA - è un drivertosurviver statunitense e applica gli standard statunitensi al pubblico europeo. È convinto che la Formula 1 non sia mai stata seguita dal pubblico mainstream nemmeno nei paesi nei quali è nata e che tutti gli appassionati di Formula 1 europei siano anziani e ricchi sfondati che seguono le gare bevendo champagne a bordo del loro yacht ormeggiato nel porto di Montecarlo. Pensa quindi che "Drive to Survive" abbia salvato la Formula 1 dal declino in quanto ha fatto sì che arrivasse a raggiungere il "vero pubblico", quello dei ragazzini teledipendenti che la abbandoneranno quando si appassioneranno a un'altra serie televisiva.
venerdì 21 gennaio 2022
Cosa farebbero i piloti odierni a uno sciopero tipo quello del GP del Sudafrica 1982
Esattamente 40 anni fa, giovedì 21 gennaio 1982, dovevano svolgersi le prove libere del GP del Sudafrica (glorioso evento al quale tempo fa ho dedicato un post). Però non si sono svolte, per la questione delle superlicenze per la quale i piloti hanno deciso di scioperare, rifugiandosi in un albergo di Johannesburg(?), dove hanno trascorso la notte in una sala dell'albergo stesso dormendo in branco su dei materassi matrimoniali. Quindi ho cercato di immaginarmi cosa potrebbe succedere se in una situazione simile ci fossero i piloti di oggi. Nello specifico, cosa succederebbe se ci fossero i piloti di oggi che di comune accordo decidessero di non usare cellulari o social per contrastare il modo in cui la gestione moderna della Formula 1 utilizza la loro immagine per istigare gli ultrà. Cosa farebbe ciascuno di loro? Andiamo a scoprirlo.
ALONSO - parla di quanto gli piacerebbe dormire in una stanza insieme a tutti i piloti della 24 Ore di Le Mans o con quelli della Indy 500. Si lamenta perché Sainz lo invita con insistenza a dormire nel suo stesso letto.
BOTTAS - dopo avere organizzato un festino alcolico, va a letto completamente nudo e vuole dormire scoperto, nonostante tutti lo preghino di mettersi almeno un paio di mutande. Vorrebbe dormire insieme a Hamilton, ma quando questo si rifiuta chiama Zhou a raggiungerlo.
GASLY - litiga con Ocon per uno dei pochi letti singoli. Tra i due c'è uno scontro che si chiude in parità, quindi dovranno andare a letto insieme... abbracciati nel letto singolo.
HAMILTON - siccome è spaventato da Bottas, va a rifugiarsi in bagno e si addormenta dentro la vasca. Non vedendolo, i suoi colleghi pensano che abbia deciso di lasciare la Formula 1. In realtà sta solo facendo un sogno molto aaaawwww nel quale Roscoe, divenuto improvvisamente un cane giocherellone, non vede l'ora di andare in giro, di giocare e di fare una vita frenetica.
LATIFI - dopo avere scoperto che Stroll ha finto di essere finito in bancarotta per non pagare il conto, cerca di convincere i suoi colleghi a dividersi le spese in maniera equa per non pagare lui stesso.
LECLERC - in un letto matrimoniale insieme a Vettel, i due si sfidano a delle challenge. Vettel è molto comprensivo e per permettergli di fare qualche punto gli suggerisce le risposte.
MAZEPIN - cerca di spingere Schumacher giù dal letto, sostenendo che se dovesse comprarsi tutto l'albergo non gli permetterebbe più di dormire nemmeno all'interno della stanza.
NORRIS - piange perché vuole che la mamma gli scaldi il latte. Per farlo smettere, Bottas lo fa riscaldare facendogli assaggiare la vodka.
OCON - cerca di strappare via il lenzuolo a Gasly, il quale si mette a inveire contro di lui in francese minacciandolo di inseguirlo con una baguette.
PEREZ - gli hanno lasciato un letto a lato della stanza e non al centro della scena. I suoi tifosi in Messico però insistono a dire che il suo letto è proprio quello centrale e che gli europei che affermano il contrario odiano i latino-americani.
RICCIARDO - racconta barzellette, ride in modo sguaiato e disturba chiunque stia cercando di prendere sonno. Prima di farlo entrare nella stanza, i suoi colleghi l'hanno costretto a lavarsi i piedi.
RUSSELL - cerca di prendere a sberle Bottas accusandolo di avergli rovesciato addosso della vodka di proposito "solo perché è lui".
SAINZ - tormenta Alonso chiedendogli di raccontargli tutti i dettagli di come sarebbe uno sciopero organizzato dai piloti della 24 Ore di Le Mans e in che modo si abbinerebbero nei letti. Alonso lo ignora fingendo di essersi addormentato.
SCHUMACHER - rimasto impassibile mentre Mazepin cercava di spingerlo giù dal letto, finge di dormire ignorandolo. L'altro, per impedirgli di dormire, si mette a cantare. La canzone scelta è "Dammi solo un minuto" dei Pooh.
STROLL - finge di non volere pagare il conto dell'albergo, ma in realtà ha già comprato l'albergo stesso e stanno tutti scroccando da lui.
TSUNODA - si infila nel letto più piccolo presente nella stanza e si mette a dormire da bravo bambino, senza che nessuno noti la sua presenza.
VERSTAPPEN - si mette nel letto al centro della stanza, incurante del fatto che secondo alcuni in quel letto avrebbe dovuto dormirci Hamilton per otto scioperi di seguito. Dorme vestito, perché vuole evitare che i suoi detrattori facciano commenti sul suo peso sostenendo che i very fighy sono magri come Hamilton.
VETTEL - dopo avere battuto Leclerc in ogni possibile challenge, lo abbraccia e si addormenta abbracciato a lui. Fanno un sogno in telepatia, in cui sono compagni di squadra e fanno a sportellate. Nel sogno, Binotto sostiene che è tutta colpa di Leclerc. Entrambi si svegliano di soprassalto, sconvolti da tutto ciò.
ZHOU - non è per niente intimorito dalla nudità integrale di Bottas e anzi, prende la decisione di emularlo, perché anche lui è un vero maschio alfa.
Quelli originali ovviamente resterebbero i migliori ;-))) |
ALBON - mostra le foto in formato cartaceo dei propri animali domestici e, quando nessuno lo ca*a, per attirare l'attenzione parla di incidenti replicati al simulatore. Incoraggiato dai colleghi, prepara una bozza del proprio curriculum per candidarsi come aiutante di Chandhok a Sky Sport.
ALONSO - parla di quanto gli piacerebbe dormire in una stanza insieme a tutti i piloti della 24 Ore di Le Mans o con quelli della Indy 500. Si lamenta perché Sainz lo invita con insistenza a dormire nel suo stesso letto.
BOTTAS - dopo avere organizzato un festino alcolico, va a letto completamente nudo e vuole dormire scoperto, nonostante tutti lo preghino di mettersi almeno un paio di mutande. Vorrebbe dormire insieme a Hamilton, ma quando questo si rifiuta chiama Zhou a raggiungerlo.
GASLY - litiga con Ocon per uno dei pochi letti singoli. Tra i due c'è uno scontro che si chiude in parità, quindi dovranno andare a letto insieme... abbracciati nel letto singolo.
HAMILTON - siccome è spaventato da Bottas, va a rifugiarsi in bagno e si addormenta dentro la vasca. Non vedendolo, i suoi colleghi pensano che abbia deciso di lasciare la Formula 1. In realtà sta solo facendo un sogno molto aaaawwww nel quale Roscoe, divenuto improvvisamente un cane giocherellone, non vede l'ora di andare in giro, di giocare e di fare una vita frenetica.
LATIFI - dopo avere scoperto che Stroll ha finto di essere finito in bancarotta per non pagare il conto, cerca di convincere i suoi colleghi a dividersi le spese in maniera equa per non pagare lui stesso.
LECLERC - in un letto matrimoniale insieme a Vettel, i due si sfidano a delle challenge. Vettel è molto comprensivo e per permettergli di fare qualche punto gli suggerisce le risposte.
MAZEPIN - cerca di spingere Schumacher giù dal letto, sostenendo che se dovesse comprarsi tutto l'albergo non gli permetterebbe più di dormire nemmeno all'interno della stanza.
NORRIS - piange perché vuole che la mamma gli scaldi il latte. Per farlo smettere, Bottas lo fa riscaldare facendogli assaggiare la vodka.
OCON - cerca di strappare via il lenzuolo a Gasly, il quale si mette a inveire contro di lui in francese minacciandolo di inseguirlo con una baguette.
PEREZ - gli hanno lasciato un letto a lato della stanza e non al centro della scena. I suoi tifosi in Messico però insistono a dire che il suo letto è proprio quello centrale e che gli europei che affermano il contrario odiano i latino-americani.
RICCIARDO - racconta barzellette, ride in modo sguaiato e disturba chiunque stia cercando di prendere sonno. Prima di farlo entrare nella stanza, i suoi colleghi l'hanno costretto a lavarsi i piedi.
RUSSELL - cerca di prendere a sberle Bottas accusandolo di avergli rovesciato addosso della vodka di proposito "solo perché è lui".
SAINZ - tormenta Alonso chiedendogli di raccontargli tutti i dettagli di come sarebbe uno sciopero organizzato dai piloti della 24 Ore di Le Mans e in che modo si abbinerebbero nei letti. Alonso lo ignora fingendo di essersi addormentato.
SCHUMACHER - rimasto impassibile mentre Mazepin cercava di spingerlo giù dal letto, finge di dormire ignorandolo. L'altro, per impedirgli di dormire, si mette a cantare. La canzone scelta è "Dammi solo un minuto" dei Pooh.
STROLL - finge di non volere pagare il conto dell'albergo, ma in realtà ha già comprato l'albergo stesso e stanno tutti scroccando da lui.
TSUNODA - si infila nel letto più piccolo presente nella stanza e si mette a dormire da bravo bambino, senza che nessuno noti la sua presenza.
VERSTAPPEN - si mette nel letto al centro della stanza, incurante del fatto che secondo alcuni in quel letto avrebbe dovuto dormirci Hamilton per otto scioperi di seguito. Dorme vestito, perché vuole evitare che i suoi detrattori facciano commenti sul suo peso sostenendo che i very fighy sono magri come Hamilton.
VETTEL - dopo avere battuto Leclerc in ogni possibile challenge, lo abbraccia e si addormenta abbracciato a lui. Fanno un sogno in telepatia, in cui sono compagni di squadra e fanno a sportellate. Nel sogno, Binotto sostiene che è tutta colpa di Leclerc. Entrambi si svegliano di soprassalto, sconvolti da tutto ciò.
ZHOU - non è per niente intimorito dalla nudità integrale di Bottas e anzi, prende la decisione di emularlo, perché anche lui è un vero maschio alfa.
giovedì 20 gennaio 2022
Quando i commissari di percorso erano very uominy... o per meglio dire, erano da wtf
Ci sono gare trash che entrano nella storia del motorsport e gare altrettanto trash che passano inosservate. Quella di cui andrò a parlare in questo post appartiene alla seconda categoria. Chi di voi, così, per sentito dire o per memoria storica, sa che cosa sia successo nel Gran Premio del Belgio del 1978? Molto probabilmente, di per sé, non vi dice nulla, oppure vi suggerisce una doppietta Lotus. Ebbene, questa gara quando l'ho vista ero tentata ogni tre per due di sbattere la testa contro al muro. Fortunatamente non ero abbastanza vicina a un muro da poterlo fare, perché... wtf?! Stava succedendo qualcosa che andava davvero oltre la mia immaginazione e di gran premi del passato ne ho visti abbastanza da non stupirmi troppo da quello che succede.
Arrivati a un certo punto della gara, neanche metà, avevo già contato DODICI ATTRAVERSAMENTI DI PISTA DA PARTE DI COMMISSARI. Proprio ero sconcertata da tutto ciò, ecco che in un colpo solo hanno attraversato la pista IN CINQUE. E questo è stato solo l'inizio: TUTTA la gara è stata un susseguirsi di attraversamenti pedonali da parte dei commissari che così di botto andavano da un lato all'altro, per... sinceramente non lo so. In alcune occasioni sono intervenuti effettivamente per spostare delle vetture, ma obiettivamente credo ci siano stati ben più attraversamenti di pista (parlo di quelli inquadrati, probabilmente ne sono sfuggiti altri) che incidenti. C'era anche un punto nel quale si sono visti commissari passare da un lato all'altro di continuo, anche più di uno per volta.
Venendo alla gara di per sé, all'inizio non è stata molto tranquilla, ci sono stati vari incidenti al via, oppure non ho capito se sia stato un incidente solo che ha coinvolto anche gente non proprio nelle immediate vicinanze. Alla prima curva erano già fuori, non per essersi toccati tra di loro, Lauda, Hunt e Fittipaldi. Nelle retrovie ho anche notato una vettura non identificata che tamponava qualcuno facendo un lieve saltello, cosa che non sembra avere provocato ulteriori ritiri. Davanti nel frattempo la Lotus di Andretti prendeva il largo davanti alla Ferrari di Villeneuve. Al terzo e al quarto posto c'erano due vetture entrambe nere che vista la low quality del video non riuscivo a distinguere bene. Non erano vetture gemelle, bensì la Wolf di Scheckter e la Lotus di Peterson.
La gara di Scheckter non è durata molto a lungo, aveva dei problemi, non mi è chiaro se fosse stato coinvolto a qualche titolo nell'incidente iniziale, probabilmente sì. Lo si è visto finire in testacoda, lo si è visto successivamente perdere la terza posizione e poi ritirarsi. Al quarto posto è risalito a quel punto Patrese sulla Arrows, che è rimasto in quella posizione per parecchi giri. Costretto al ritiro a sua volta, ha lasciato il quarto posto alla Ferrari di Reutemann. A proposito di Ferrari, Villeneuve era ancora all'inseguimento di Andretti, ma sempre più lontano più la gara andava avanti. Poi ha dovuto fermarsi ai box, penso per un cambio gomme, ed è tornato in pista in bassa zona punti. A quel punto le Lotus erano 1/2 e lo sono rimaste fino a gara inoltrata, quando Peterson è rientrato per un cambio gomme(?).
Specifico, tutto ciò accadeva in parallelo con i millemila attraversamenti pedonali, con le vetture che ogni tanto dovevano schivare qualche commissario, ma soprattutto quando sembrava che ci fossero in pista più commissari che correvano qua e là piuttosto che monoposto. Più si andava avanti e più la situazione sembrava peggiorare e lo ribadisco, wtf?! Peterson, comunque, da parte sua, stava risalendo e cercando di riprendersi la seconda posizione. Aveva un paio di vetture da superare, prima ha passato Laffite e poi Reutemann, ritrovandosi quindi di nuovo al secondo posto, a debita distanza dal compagno di squadra Andretti. Intanto è accaduta una scena strappalacrime: Giacomelli ha fatto un testacoda perdendo la posizione di bassa zona punti che si era in precedenza procacciato.
La gara andava verso la fine con le prime due posizioni delle due Lotus ormai ben definite, ma allo stesso tempo non era per niente definita la terza piazza. Laffite era sempre più vicino a Reutemann e all'ultimo giro tra di loro c'è stato un contatto che ha mandato Laffite a insabbiarsi in mezzo alle campagne di Zolder. La terza piazza di Reutemann è stata quindi consolidata perché ai tempi i commissari erano very uominy e non si mettevano in mezzo ai duelli tra very uominy che avvenivano in pista. Poi la gara è finita e quando la grafica ha mostrato l'ordine d'arrivo sono stata molto soddisfatta di vedere che Giacomelli era arrivato ben quinto. Non avevo idea di come fosse possibile, visto il suo incidente... e niente, facendo qualche verifica ho scoperto che non era possibile: l'ordine d'arrivo mostrato dalla regia era sbagliato.
Facendo un controllo sul sito ufficiale della Formula 1 ho scoperto che in quinta posizione si è classificato Laffite, nonostante l'incidente all'ultimo giro. Quello che non è chiaro perché sia saltata fuori quella presunta quinta piazza proprio di Giacomelli (tra parentesi, ai tempi pilota McLaren), messo lì a caso mentre tutto il resto sembra giusto, quando Giacomelli si è classificato in realtà in ottava posizione. Direi che ci teniamo ben stretto questo mistero e ci concentriamo sulle cose stylish: nel dopogara Andretti e Peterson salgono sul podio (mentre non ci va Reutemann, pare, nonostante il terzo posto) sfoggiando tute non abbinate tra di loro (beige per Andretti, gialla per Peterson) né tantomeno abbinate al colore delle Lotus. Mi piacerebbe se queste cose accadessero anche al giorno d'oggi e i piloti portassero tute con colori a caso.
Arrivati a un certo punto della gara, neanche metà, avevo già contato DODICI ATTRAVERSAMENTI DI PISTA DA PARTE DI COMMISSARI. Proprio ero sconcertata da tutto ciò, ecco che in un colpo solo hanno attraversato la pista IN CINQUE. E questo è stato solo l'inizio: TUTTA la gara è stata un susseguirsi di attraversamenti pedonali da parte dei commissari che così di botto andavano da un lato all'altro, per... sinceramente non lo so. In alcune occasioni sono intervenuti effettivamente per spostare delle vetture, ma obiettivamente credo ci siano stati ben più attraversamenti di pista (parlo di quelli inquadrati, probabilmente ne sono sfuggiti altri) che incidenti. C'era anche un punto nel quale si sono visti commissari passare da un lato all'altro di continuo, anche più di uno per volta.
Venendo alla gara di per sé, all'inizio non è stata molto tranquilla, ci sono stati vari incidenti al via, oppure non ho capito se sia stato un incidente solo che ha coinvolto anche gente non proprio nelle immediate vicinanze. Alla prima curva erano già fuori, non per essersi toccati tra di loro, Lauda, Hunt e Fittipaldi. Nelle retrovie ho anche notato una vettura non identificata che tamponava qualcuno facendo un lieve saltello, cosa che non sembra avere provocato ulteriori ritiri. Davanti nel frattempo la Lotus di Andretti prendeva il largo davanti alla Ferrari di Villeneuve. Al terzo e al quarto posto c'erano due vetture entrambe nere che vista la low quality del video non riuscivo a distinguere bene. Non erano vetture gemelle, bensì la Wolf di Scheckter e la Lotus di Peterson.
La gara di Scheckter non è durata molto a lungo, aveva dei problemi, non mi è chiaro se fosse stato coinvolto a qualche titolo nell'incidente iniziale, probabilmente sì. Lo si è visto finire in testacoda, lo si è visto successivamente perdere la terza posizione e poi ritirarsi. Al quarto posto è risalito a quel punto Patrese sulla Arrows, che è rimasto in quella posizione per parecchi giri. Costretto al ritiro a sua volta, ha lasciato il quarto posto alla Ferrari di Reutemann. A proposito di Ferrari, Villeneuve era ancora all'inseguimento di Andretti, ma sempre più lontano più la gara andava avanti. Poi ha dovuto fermarsi ai box, penso per un cambio gomme, ed è tornato in pista in bassa zona punti. A quel punto le Lotus erano 1/2 e lo sono rimaste fino a gara inoltrata, quando Peterson è rientrato per un cambio gomme(?).
Specifico, tutto ciò accadeva in parallelo con i millemila attraversamenti pedonali, con le vetture che ogni tanto dovevano schivare qualche commissario, ma soprattutto quando sembrava che ci fossero in pista più commissari che correvano qua e là piuttosto che monoposto. Più si andava avanti e più la situazione sembrava peggiorare e lo ribadisco, wtf?! Peterson, comunque, da parte sua, stava risalendo e cercando di riprendersi la seconda posizione. Aveva un paio di vetture da superare, prima ha passato Laffite e poi Reutemann, ritrovandosi quindi di nuovo al secondo posto, a debita distanza dal compagno di squadra Andretti. Intanto è accaduta una scena strappalacrime: Giacomelli ha fatto un testacoda perdendo la posizione di bassa zona punti che si era in precedenza procacciato.
La gara andava verso la fine con le prime due posizioni delle due Lotus ormai ben definite, ma allo stesso tempo non era per niente definita la terza piazza. Laffite era sempre più vicino a Reutemann e all'ultimo giro tra di loro c'è stato un contatto che ha mandato Laffite a insabbiarsi in mezzo alle campagne di Zolder. La terza piazza di Reutemann è stata quindi consolidata perché ai tempi i commissari erano very uominy e non si mettevano in mezzo ai duelli tra very uominy che avvenivano in pista. Poi la gara è finita e quando la grafica ha mostrato l'ordine d'arrivo sono stata molto soddisfatta di vedere che Giacomelli era arrivato ben quinto. Non avevo idea di come fosse possibile, visto il suo incidente... e niente, facendo qualche verifica ho scoperto che non era possibile: l'ordine d'arrivo mostrato dalla regia era sbagliato.
Facendo un controllo sul sito ufficiale della Formula 1 ho scoperto che in quinta posizione si è classificato Laffite, nonostante l'incidente all'ultimo giro. Quello che non è chiaro perché sia saltata fuori quella presunta quinta piazza proprio di Giacomelli (tra parentesi, ai tempi pilota McLaren), messo lì a caso mentre tutto il resto sembra giusto, quando Giacomelli si è classificato in realtà in ottava posizione. Direi che ci teniamo ben stretto questo mistero e ci concentriamo sulle cose stylish: nel dopogara Andretti e Peterson salgono sul podio (mentre non ci va Reutemann, pare, nonostante il terzo posto) sfoggiando tute non abbinate tra di loro (beige per Andretti, gialla per Peterson) né tantomeno abbinate al colore delle Lotus. Mi piacerebbe se queste cose accadessero anche al giorno d'oggi e i piloti portassero tute con colori a caso.
PS. Depennato dalla classifica di Zolder dalla regia, Laffite si è ripreso in pieno al Jarama nel gran premio successivo andando a podio. Si è classificato terzo dietro al duo della Lotus (Andretti ha perso la prima posizione per pochi giri dopo un breve exploit di Hunt a inizio gara, ma dopo ha fatto tutta la gara in testa, mentre Peterson dopo avere perso varie posizioni in partenza è risalito fino al secondo posto. È andata decisamente peggio a Reutemann, che in Belgio era andato a podio, mentre in Spagna ha finito la gara ribaltandosi contro le barriere e procurandosi un trauma cranico di lieve entità. In questo successivo gran premio, decisamente più tranquillo, non ci sono stati commissari altrettanto temerari che attraversavano la pista a caso, per fortuna.
mercoledì 19 gennaio 2022
Gli angusti e tortuosi rewatch: GP Montecarlo 1973
Le edizioni del 1971 e quella del 1973 del gran premio monegasco hanno avuto lo stesso vincitore, ma quella del 1971 ad oggi è introvabile su Youtube. Quella del 1973 invece c'è, in una versione della TV francese, quindi a spezzoni, della durata di circa 45 minuti, a causa di un problema tecnico a causa del quale il canale stesso non ha potuto trasmettere anche una parte della gara pianificata, quella immediatamente successiva allo start, che ci viene raccontata a voce: la Tyrrell di Jackie Stewart è in pole, ma a portarsi in testa il suo compagno di squadra François Cevert, che partiva quarto. Al secondo posto si inserisce la Lotus di Ronnie Peterson e anche la BRM di Clay Regazzoni si piazza davanti al pilota scozzese. Dopo un giro, però, Cevert vernicia un muretto, deve fermarsi ai box, torna in pista ultimo e il nuovo leader Peterson. Dopo alcuni giri Regazzoni fa un errore ed è costretto a una sosta (e più tardi al ritiro), mentre Peterson ha un problema di natura tecnica che gli fa perdere terreno, ma gli permette di proseguire comunque la gara, seppure varie posizioni più indietro. Il nuovo leader è quindi Stewart.
Emerson Fittipaldi (Lotus) si trova in seconda posizione seguito a debita distanza da Niki Lauda (BRM), che tuttavia sarà costretto al ritiro da un problema al cambio. Gli succederà in terza posizione Jacky Ickx su Ferrari, ma anche lui, più avanti, sarà costretto al ritiro, stesso destino del compagno di squadra Arturo Merzario che tuttavia si trova in una posizione più arretrata. Il gap tra Stewart e Fittipaldi è sugli otto/nove secondi, mentre i piloti che si succedono al terzo posto sono piuttosto distaccati. Fuori Lauda e fuori Ickx, è il turno della Brabham di Wilson Fittipaldi, futuro fondatore del team Copersucar. Al momento però la nascita di questa gloriosa scuderia è ancora lontana, tutto ciò che può fare Wilson è puntare al podio. Spoiler: non ci riuscirà, sarà costretto al ritiro a sua volta, come Lauda, come Ickx e come tanta gente che non è mai stata al terzo posto in questa gara (venticinque piloti partiti, undici classificati - di questi undici, due sono ritirati dopo avere completato il 90% di percorrenza, uno dei due è Wilson Fittipaldi, l'altro è James Hunt al suo primo gran premio in carriera con la March).
Nel frattempo sia Cevert sia Peterson stanno risalendo e non di poco dopo i problemi iniziali. Cevert, giunto a un giro di distacco alle spalle di Stewart, per un tratto di gara fa il free rider dietro al compagno di squadra: standogli in coda, cerca di superare le vetture che Stewart sta doppiando. È tuttavia lui stesso che in un secondo momento viene superato, da Peterson. Il pilota svedese sale quindi al terzo posto e Cevert conclude la gara in un quarto posto piuttosto rispettabile visto dove si trovava al secondo giro. Le due McLaren di Peter Revson e Denny Hulme completano la zona punti a due giri dal leader, seguiti da Andrea De Adamich (Brabham), Mike Hailwood (Surtees) e il futuro fondatore della Arrows ovvero Jackie Oliver (Shadow), quest'ultimo doppiato di numerosi giri tanto che invece che nono viene classificato decimo dietro a James Hunt, ritirato per guasto al motore a pochissimi giri dal termine. Quella di Stewart è la sua terza vittoria ottenuta sul suolo monegasco, oltre che nel 1971 già citato ha vinto in precedenza a Monaco nel 1966.
Emerson Fittipaldi (Lotus) si trova in seconda posizione seguito a debita distanza da Niki Lauda (BRM), che tuttavia sarà costretto al ritiro da un problema al cambio. Gli succederà in terza posizione Jacky Ickx su Ferrari, ma anche lui, più avanti, sarà costretto al ritiro, stesso destino del compagno di squadra Arturo Merzario che tuttavia si trova in una posizione più arretrata. Il gap tra Stewart e Fittipaldi è sugli otto/nove secondi, mentre i piloti che si succedono al terzo posto sono piuttosto distaccati. Fuori Lauda e fuori Ickx, è il turno della Brabham di Wilson Fittipaldi, futuro fondatore del team Copersucar. Al momento però la nascita di questa gloriosa scuderia è ancora lontana, tutto ciò che può fare Wilson è puntare al podio. Spoiler: non ci riuscirà, sarà costretto al ritiro a sua volta, come Lauda, come Ickx e come tanta gente che non è mai stata al terzo posto in questa gara (venticinque piloti partiti, undici classificati - di questi undici, due sono ritirati dopo avere completato il 90% di percorrenza, uno dei due è Wilson Fittipaldi, l'altro è James Hunt al suo primo gran premio in carriera con la March).
Nel frattempo sia Cevert sia Peterson stanno risalendo e non di poco dopo i problemi iniziali. Cevert, giunto a un giro di distacco alle spalle di Stewart, per un tratto di gara fa il free rider dietro al compagno di squadra: standogli in coda, cerca di superare le vetture che Stewart sta doppiando. È tuttavia lui stesso che in un secondo momento viene superato, da Peterson. Il pilota svedese sale quindi al terzo posto e Cevert conclude la gara in un quarto posto piuttosto rispettabile visto dove si trovava al secondo giro. Le due McLaren di Peter Revson e Denny Hulme completano la zona punti a due giri dal leader, seguiti da Andrea De Adamich (Brabham), Mike Hailwood (Surtees) e il futuro fondatore della Arrows ovvero Jackie Oliver (Shadow), quest'ultimo doppiato di numerosi giri tanto che invece che nono viene classificato decimo dietro a James Hunt, ritirato per guasto al motore a pochissimi giri dal termine. Quella di Stewart è la sua terza vittoria ottenuta sul suolo monegasco, oltre che nel 1971 già citato ha vinto in precedenza a Monaco nel 1966.
martedì 18 gennaio 2022
Long Beach 1978 vs Long Beach 1979 // Gran Premio degli Stati Uniti Ovest
Ricordate il mio post con i miei "buoni propositi per il 2022" relativamente al blog? Scrivevo, testualmente: "se fossi una persona organizzata mi piacerebbe anche postare cose vintage con un po' di contesto, a titolo di esempio postando nei giorni dei compleanni di certi piloti vintage post su gare da loro vinte, ma non mi spingo così in là, perché sono consapevole di non essere capace di gestire un simile tipo di organizzazione".
Bene, non sono una persona organizzata, ma costruiamola questa organizzazione, almeno adesso che siamo a gennaio! Poi da domani magari si torna ai vecchi standard, ma adesso proviamoci. Il 18 gennaio 1950 nasceva Gilles Villeneuve (che invece affermava di essere nato il 18 gennaio 1952) e quindi oggi 18 gennaio 2022 esce sul blog la narrazione di una sua vittoria.
Anzi, no. Raccontare quella e basta is for kids, raccontare che ha vinto nello stesso posto in cui un anno prima era uscito mentre era in testa is for adults. Quindi andiamo avanti con Long Beach 1978 e poi proseguiamo con Long Beach 1979, entrambe gare che ho visto durante le ferie che ho avuto la prima settimana di gennaio.
Inutile dilungarsi sulle cose che vi ho già raccontato: circuito cittadino americano, epoca che precede la proliferazione di circuiti cittadini americani trash, mezzi dei commissari che ogni tanto entrano in pista come fosse Yeongam, ecc... Credo che sia meglio focalizzarsi sui fatti di queste due specifiche edizioni (e poi anche un bonus, ma lo scoprirete alla fine). Preparate i pop-corn perché ci sono retroscena interessanti tra cui una rissa tra backmarker e una polemica tra connazionali, entrambe nel 1979! Prima, però, dobbiamo passare per il 1978.
LONG BEACH 1978 - la grande legge non scritta del motorsport afferma che se ci sono due vetture rosse in testa a un gran premio che controllano la gara, accadrà qualcosa affinché il team che schiera le suddette vetture rosse perda la gara. Di vetture rosse in testa qui ce ne sono ben *quattro*, le Ferrari e le Brabham in ordine sparso: Villeneuve, Watson, Lauda e Reutemann con le Ferrari prima e quarta e le Brabham seconda e terza.
Quattro vetture rosse scombinano un po' il destino che sorveglia il motorsport, quindi questo opera per vie di difficile intuizione. Leva di mezzo Watson, nella prima fase. Poi leva di mezzo anche Lauda, entrambi i piloti Brabham fermati da problemi tecnici. A quel punto Villeneuve e Reutemann sono primo e secondo. Per il momento tutto sembra filare liscio, quindi possiamo concentrarci sulla gara degli altri. Per esempio quella di Andretti, che su Lotus seguiva il quartetto di testa, ma adesso è dietro alla Williams di Jones.
Jones da parte sua è dietro a Reutemann, dove per dietro si intende in senso letterale, lo segue a distanza molto ravvicinata e sembra potere insidiare la Ferrari. Long Beach, però, è una gara lunga e sfiancante e può accadere di tutto, come dimostrato dal fatto che numerosi piloti parcheggiano nelle vie di fuga per guasti vari. O per incidente, come ha fatto Hunt già da tempo: il pilota della McLaren è stato il primo ritirato della gara, dopo solo cinque giri.
Il colpo di scena, quello che stravolge l'esito della gara, avviene esattamente a metà percorrenza: Villeneuve si appresta a doppiare Regazzoni e lo fa come se Regazzoni fosse uno Schlesser qualsiasi in giro per Monza. La vettura di Villeneuve è sbalzata contro una barriera di pneumatici, dove sbatte il posteriore. Reutemann si ritrova così in testa alla gara e, contro tutte le leggi non scritte del motorsport sul fatto che avere le Ferrari 1/2 sia un segno premonitore, almeno la sua Ferrari resta in testa fino alla fine della gara... nonostante va segnalato che a un certo punto ci ha anche provato a fare un testacoda e a mandare la gara in vacca, ma senza successo. CARLOS WINS!
Ci siamo fermati tuttavia con Jones negli scarichi del leader, colui che in futuro sarà suo compagno di squadra alla Williams, ma Jones ha perso terreno ed è già stato sfilato da Andretti, così come in seguito da altre vetture. Marione riesce a mantenere la seconda posizione fino al traguardo, così come Depailler risalito da tempo al terzo posto a bordo della Tyrrell. Quando mancano ormai pochi giri di gara un incidente tra Tambay e Laffite, in lotta per il quarto posto dopo il ritiro di Scheckter messo out dalla propria vettura, apre la strada alla Lotus di Peterson, che supera entrambi. Tambay si ritira, Laffite no e chiude la gara al quinto posto, con la Arrows di Patrese a completare la zona punti.
In totale undici vetture vedono la luce del traguardo e nessuna di queste è la Renault di Jabouille che, come da copione, si è ritirato per un guasto al motore poco oltre la metà della gara. Tornando a noi, Patrese ha superato Jones nelle fasi finali, Jones che deve quindi accontentarsi del settimo posto davanti alla Copersucar di Fittipaldi, alla Arrows di Stommelen, alla Shadow di Regazzoni e alla ATS di Jarier. Si chiude così questa edizione, non sono segnalate risse o polemiche, quindi andiamo subito al 1979, che forse ci divertiamo di più. Prima però mettete a letto i bambini, perché nel 1979 c'è doppietta Ferrari e potrebbero rimanere traumatizzati da tutto ciò!
GP LONG BEACH 1979 - in un anno le cose cambiano e non di poco, nel 1978 Villeneuve era considerato un pilota giovane e caotico, nel 1979 arriva a Long Beach, quarta gara della stagione, dall'alto della sua vittoria al precedente GP del Sudafrica, a "casa" di Scheckter, suo compagno di squadra passato in questa stagione in Ferrari provenendo dalla Wolf. Reutemann invece ha lasciato la Ferrari per la Lotus e parte secondo affiancato al poleman Villeneuve. O per meglio dire dovrebbe, perché ha problemi nel giro di formazione ed è costretto ad andare ai box dopo un problema.
Le Ferrari potrebbero essere 1/2 perché Scheckter è terzo in griglia, ma Depailler, che ha lasciato la Tyrrell per la Ligier, si inserisce tra i due piloti Ferrari. Villeneuve da parte sua va dritto senza problemi, mentre per Scheckter le cose vanno peggio: viene superato da Jarier, che non corre più per la ATS né per la Lotus ma per la Tyrrell, e che va a infastidire anche Depailler superandolo. Scheckter ne approfitta per superare poco dopo la Ligier e poi, vari giri più tardi, anche la Tyrrell. A questo punto le Ferrari sono 1/2, con i piloti a debita distanza l'uno dall'altro e con il gruppo degli inseguitori che si distanzia a sua volta da loro. Le Ferrari resteranno 1/2 fino alla fine e faranno doppietta, smentendo la legge non scritta del motorsport che ho già citato più volte, con Villeneuve che si riprenderà in grande stile dalla delusione della stagione precedente.
Si forma un trenino con Jarier, Depailler e Andretti. Poi si aggiunge Jones, che supera Andretti, mentre Depailler cerca con insistenza di superare Jarier che da parte sua le tenta tutte per tenerselo dietro. Quando Depailler finalmente ci riesce è perché le gomme di Jarier sono ormai andate ed è costretto a rientrare ai box. Adesso Depailler è stabilmente terzo davanti a Jones e Andretti, tuttavia nel corso della gara è costretto a rallentare e ad accontentarsi del quinto posto dietro a Jones che va a podio e Andretti che si classifica quarto.
Depailler ha superato Jarier, dicevo, quindi sarà soddisfatto e non avrà niente da ridire in seguit-... ah, no, non andrà esattamente così. Traducendo alla lettera quanto scritto sul sito francese statsf1, "i due si scambiano parole piuttosto violente dopo la bandiera a scacchi". Insomma, finisce tutto con un probabile lancio di baguette. Però non è finita qui, anzi, il meglio è venuto in pista, non inquadrato dalle telecamere, ma riferito sempre da statsf1.
Dobbiamo fare un passo indietro e tornare al momento del cambio gomme di Jarier. A quel punto risale infatti in sesta posizione Rebaque al volante di una Lotus privata del team di sua proprietà. Rebaque in zona punti, e ci rimane anche piuttosto a lungo... finché un doppiato non gli cozza sopra, con doppio ritiro. Il doppiato è Daly su Ensign e Rebaque non la prende proprio bene. Secondo quanto riportato da statsf1, si avvicina a Daly e gli rifila una sberla sul casco! A questo modo, tra parentesi, Jarier risale al sesto posto, posizione che mantiene fino al traguardo. Al traguardo ci arrivano in nove, gli altri tre sono De Angelis su Shadow, Piquet su Brabham e Mass su Arrows. Segnalo che le Renault non hanno preso parte alla gara, dopo incidenti dovuti a guasti avvenuti nelle prove libere che hanno messo in dubbio la sicurezza delle monoposto.
BONUS TRACK - il post era partito per parlare della vittoria di Villeneuve a Long Beach, ma mi rendo conto di avere parlato veramente poco della vittoria di Villeneuve a Long Beach, quindi vi informo che nel 1979 la sua terza vittoria stagionale avviene nell'ultima gara della stagione, il GP degli Stati Uniti Est che si svolge sul circuito permanente di Watkins Glen. Questa gara non sono riuscita a trovarla su Youtube in versione integrale, ma tuttavia è presente una sintesi della durata di poco meno di mezz'ora. Quindi penso di potervela narrare in breve(?) come chiusura di questo post.
Non so quanto effettivamente parlerò di Villeneuve, perché si inizia con un co-protagonista di un certo livello: Daly che non corre più sulla Ensign adesso è divenuto terzo pilota della Tyrrell... nel senso che ci sono tre Tyrrell e Daly ne guida una con un numero di gara altisonante, il 33 (e la ragione per cui viene schierata una terza vettura sembra essere che c'è montata sopra una telecamera). Cerchiamo comunque di rimanere in topic, concentriamoci sulla gara che sta per partire su pista bagnata e su Jones in pole. Accanto a lui Piquet sulle slick, scelta che non paga dato che viene superato da chiunque.
Villeneuve, partito terzo, si porta subito in testa seguito da Jones in quella che sembra destinata a diventare una gara a eliminazione. Viene lungamente seguito dall'australiano, mentre non piove più, ma la pista è ancora bagnata e i primi a montare le slick sembrano non averne vantaggi. Nel frattempo la gara prosegue tra testacoda, ritiri, vetture parcheggiate a bordo pista e occasionali camioncini dei commissari che portano via alcune monoposto incidentate, perché è l'epoca in cui i piloti sono very uominy. Il più verohhhh uomohhhh di tutti è Jabouille che risale al terzo posto, ma è costretto a subire l'ennesima umana delusione, il ritiro per un guasto alla vettura.
Davanti Villeneuve fatica a tenere dietro Jones, che verso metà percorrenza lo supera e si porta in testa. I due sono ancora sulle slick e Villeneuve è il primo dei due a effettuare il cambio gomme. Jones entra ai box dopo di lui e subisce un undercut ritrovandosi secondo... non per molto perché è tornato in pista con una ruota non fissata ed è subito costretto al ritiro. A grande sorpresa le Ferrari si ritrovano 1/2, dato che Scheckter inizialmente attardato da una sosta anticipata adesso sta andando like a boss... finché non fora e si ritrova con una gomma distrutta. Fosse Villeneuve in Olanda cercherebbe di andare ai box così distruggendo il fondo della vettura, ma si ferma lì e, raccolto ciò che rimane della gomma perduta, lo butta al di là di un muretto.
Ci siamo tuttavia persi un dettaglio di un certo livello: Daly sta facendo una gara eccellente (anche se statsf1 riporta che finora è riuscito nell'opera di buttare fuori pista Jarier, che non è uno qualsiasi ma è uno dei suoi compagni di squadra) e prima del ritiro di Scheckter si trova addirittura al terzo posto, seppure non si sia mai fermato ai box e sia ancora su gomme da bagnato. Perde quindi due posizioni, venendo superato dalla Renault di Arnoux e dall'altra Tyrrell di Pironi, che dopo il ritiro di Scheckter si ritrovano secondo e terzo e vi resteranno fino alla bandiera a scacchi.
Daly si trova in un primo momento quarto, ma la sua gara finisce in modo piuttosto deludente, con un testacoda a seguito del quale la sua vettura viene inquadrata da *dietro* una barriera, quindi non riesce a mettere in mostra lo sponsor Candy. De Angelis e Stuck risalgono quarto e quinto portando gli unici punti stagionali a Shadow e ATS, si classifica sesto Watson su McLaren infine ultimo Fittipaldi. Leggo su statsf1 che dopo questi gran premio c'è una sorta di "fusione" tra la Wolf, che cessa l'attività, e la Copersucar che in questo modo si salva da un potenziale fallimento.
Termina così la stagione 1979, con Villeneuve vincitore dell'ultima gara stagionale con un ampio vantaggio sulle poche vetture giunte al traguardo, un ottimo finale per la Ferrari. Il 1980 non andrà esattamente così per la Rossa, anzi... ma questa è un'altra storia e mi sembra che abbiamo divagato anche troppo. Con questo vi saluto e spero che questo ennesimo viaggio nel tempo sia stato di vostro gradimento, o che almeno l'abbiate gradito di più di quanto se siete ferraristi incalliti potreste gradire i risultati del mondiale 1980.
Bene, non sono una persona organizzata, ma costruiamola questa organizzazione, almeno adesso che siamo a gennaio! Poi da domani magari si torna ai vecchi standard, ma adesso proviamoci. Il 18 gennaio 1950 nasceva Gilles Villeneuve (che invece affermava di essere nato il 18 gennaio 1952) e quindi oggi 18 gennaio 2022 esce sul blog la narrazione di una sua vittoria.
Anzi, no. Raccontare quella e basta is for kids, raccontare che ha vinto nello stesso posto in cui un anno prima era uscito mentre era in testa is for adults. Quindi andiamo avanti con Long Beach 1978 e poi proseguiamo con Long Beach 1979, entrambe gare che ho visto durante le ferie che ho avuto la prima settimana di gennaio.
Inutile dilungarsi sulle cose che vi ho già raccontato: circuito cittadino americano, epoca che precede la proliferazione di circuiti cittadini americani trash, mezzi dei commissari che ogni tanto entrano in pista come fosse Yeongam, ecc... Credo che sia meglio focalizzarsi sui fatti di queste due specifiche edizioni (e poi anche un bonus, ma lo scoprirete alla fine). Preparate i pop-corn perché ci sono retroscena interessanti tra cui una rissa tra backmarker e una polemica tra connazionali, entrambe nel 1979! Prima, però, dobbiamo passare per il 1978.
LONG BEACH 1978 - la grande legge non scritta del motorsport afferma che se ci sono due vetture rosse in testa a un gran premio che controllano la gara, accadrà qualcosa affinché il team che schiera le suddette vetture rosse perda la gara. Di vetture rosse in testa qui ce ne sono ben *quattro*, le Ferrari e le Brabham in ordine sparso: Villeneuve, Watson, Lauda e Reutemann con le Ferrari prima e quarta e le Brabham seconda e terza.
Quattro vetture rosse scombinano un po' il destino che sorveglia il motorsport, quindi questo opera per vie di difficile intuizione. Leva di mezzo Watson, nella prima fase. Poi leva di mezzo anche Lauda, entrambi i piloti Brabham fermati da problemi tecnici. A quel punto Villeneuve e Reutemann sono primo e secondo. Per il momento tutto sembra filare liscio, quindi possiamo concentrarci sulla gara degli altri. Per esempio quella di Andretti, che su Lotus seguiva il quartetto di testa, ma adesso è dietro alla Williams di Jones.
Jones da parte sua è dietro a Reutemann, dove per dietro si intende in senso letterale, lo segue a distanza molto ravvicinata e sembra potere insidiare la Ferrari. Long Beach, però, è una gara lunga e sfiancante e può accadere di tutto, come dimostrato dal fatto che numerosi piloti parcheggiano nelle vie di fuga per guasti vari. O per incidente, come ha fatto Hunt già da tempo: il pilota della McLaren è stato il primo ritirato della gara, dopo solo cinque giri.
Il colpo di scena, quello che stravolge l'esito della gara, avviene esattamente a metà percorrenza: Villeneuve si appresta a doppiare Regazzoni e lo fa come se Regazzoni fosse uno Schlesser qualsiasi in giro per Monza. La vettura di Villeneuve è sbalzata contro una barriera di pneumatici, dove sbatte il posteriore. Reutemann si ritrova così in testa alla gara e, contro tutte le leggi non scritte del motorsport sul fatto che avere le Ferrari 1/2 sia un segno premonitore, almeno la sua Ferrari resta in testa fino alla fine della gara... nonostante va segnalato che a un certo punto ci ha anche provato a fare un testacoda e a mandare la gara in vacca, ma senza successo. CARLOS WINS!
Ci siamo fermati tuttavia con Jones negli scarichi del leader, colui che in futuro sarà suo compagno di squadra alla Williams, ma Jones ha perso terreno ed è già stato sfilato da Andretti, così come in seguito da altre vetture. Marione riesce a mantenere la seconda posizione fino al traguardo, così come Depailler risalito da tempo al terzo posto a bordo della Tyrrell. Quando mancano ormai pochi giri di gara un incidente tra Tambay e Laffite, in lotta per il quarto posto dopo il ritiro di Scheckter messo out dalla propria vettura, apre la strada alla Lotus di Peterson, che supera entrambi. Tambay si ritira, Laffite no e chiude la gara al quinto posto, con la Arrows di Patrese a completare la zona punti.
In totale undici vetture vedono la luce del traguardo e nessuna di queste è la Renault di Jabouille che, come da copione, si è ritirato per un guasto al motore poco oltre la metà della gara. Tornando a noi, Patrese ha superato Jones nelle fasi finali, Jones che deve quindi accontentarsi del settimo posto davanti alla Copersucar di Fittipaldi, alla Arrows di Stommelen, alla Shadow di Regazzoni e alla ATS di Jarier. Si chiude così questa edizione, non sono segnalate risse o polemiche, quindi andiamo subito al 1979, che forse ci divertiamo di più. Prima però mettete a letto i bambini, perché nel 1979 c'è doppietta Ferrari e potrebbero rimanere traumatizzati da tutto ciò!
GP LONG BEACH 1979 - in un anno le cose cambiano e non di poco, nel 1978 Villeneuve era considerato un pilota giovane e caotico, nel 1979 arriva a Long Beach, quarta gara della stagione, dall'alto della sua vittoria al precedente GP del Sudafrica, a "casa" di Scheckter, suo compagno di squadra passato in questa stagione in Ferrari provenendo dalla Wolf. Reutemann invece ha lasciato la Ferrari per la Lotus e parte secondo affiancato al poleman Villeneuve. O per meglio dire dovrebbe, perché ha problemi nel giro di formazione ed è costretto ad andare ai box dopo un problema.
Le Ferrari potrebbero essere 1/2 perché Scheckter è terzo in griglia, ma Depailler, che ha lasciato la Tyrrell per la Ligier, si inserisce tra i due piloti Ferrari. Villeneuve da parte sua va dritto senza problemi, mentre per Scheckter le cose vanno peggio: viene superato da Jarier, che non corre più per la ATS né per la Lotus ma per la Tyrrell, e che va a infastidire anche Depailler superandolo. Scheckter ne approfitta per superare poco dopo la Ligier e poi, vari giri più tardi, anche la Tyrrell. A questo punto le Ferrari sono 1/2, con i piloti a debita distanza l'uno dall'altro e con il gruppo degli inseguitori che si distanzia a sua volta da loro. Le Ferrari resteranno 1/2 fino alla fine e faranno doppietta, smentendo la legge non scritta del motorsport che ho già citato più volte, con Villeneuve che si riprenderà in grande stile dalla delusione della stagione precedente.
Si forma un trenino con Jarier, Depailler e Andretti. Poi si aggiunge Jones, che supera Andretti, mentre Depailler cerca con insistenza di superare Jarier che da parte sua le tenta tutte per tenerselo dietro. Quando Depailler finalmente ci riesce è perché le gomme di Jarier sono ormai andate ed è costretto a rientrare ai box. Adesso Depailler è stabilmente terzo davanti a Jones e Andretti, tuttavia nel corso della gara è costretto a rallentare e ad accontentarsi del quinto posto dietro a Jones che va a podio e Andretti che si classifica quarto.
Depailler ha superato Jarier, dicevo, quindi sarà soddisfatto e non avrà niente da ridire in seguit-... ah, no, non andrà esattamente così. Traducendo alla lettera quanto scritto sul sito francese statsf1, "i due si scambiano parole piuttosto violente dopo la bandiera a scacchi". Insomma, finisce tutto con un probabile lancio di baguette. Però non è finita qui, anzi, il meglio è venuto in pista, non inquadrato dalle telecamere, ma riferito sempre da statsf1.
Dobbiamo fare un passo indietro e tornare al momento del cambio gomme di Jarier. A quel punto risale infatti in sesta posizione Rebaque al volante di una Lotus privata del team di sua proprietà. Rebaque in zona punti, e ci rimane anche piuttosto a lungo... finché un doppiato non gli cozza sopra, con doppio ritiro. Il doppiato è Daly su Ensign e Rebaque non la prende proprio bene. Secondo quanto riportato da statsf1, si avvicina a Daly e gli rifila una sberla sul casco! A questo modo, tra parentesi, Jarier risale al sesto posto, posizione che mantiene fino al traguardo. Al traguardo ci arrivano in nove, gli altri tre sono De Angelis su Shadow, Piquet su Brabham e Mass su Arrows. Segnalo che le Renault non hanno preso parte alla gara, dopo incidenti dovuti a guasti avvenuti nelle prove libere che hanno messo in dubbio la sicurezza delle monoposto.
BONUS TRACK - il post era partito per parlare della vittoria di Villeneuve a Long Beach, ma mi rendo conto di avere parlato veramente poco della vittoria di Villeneuve a Long Beach, quindi vi informo che nel 1979 la sua terza vittoria stagionale avviene nell'ultima gara della stagione, il GP degli Stati Uniti Est che si svolge sul circuito permanente di Watkins Glen. Questa gara non sono riuscita a trovarla su Youtube in versione integrale, ma tuttavia è presente una sintesi della durata di poco meno di mezz'ora. Quindi penso di potervela narrare in breve(?) come chiusura di questo post.
Non so quanto effettivamente parlerò di Villeneuve, perché si inizia con un co-protagonista di un certo livello: Daly che non corre più sulla Ensign adesso è divenuto terzo pilota della Tyrrell... nel senso che ci sono tre Tyrrell e Daly ne guida una con un numero di gara altisonante, il 33 (e la ragione per cui viene schierata una terza vettura sembra essere che c'è montata sopra una telecamera). Cerchiamo comunque di rimanere in topic, concentriamoci sulla gara che sta per partire su pista bagnata e su Jones in pole. Accanto a lui Piquet sulle slick, scelta che non paga dato che viene superato da chiunque.
Villeneuve, partito terzo, si porta subito in testa seguito da Jones in quella che sembra destinata a diventare una gara a eliminazione. Viene lungamente seguito dall'australiano, mentre non piove più, ma la pista è ancora bagnata e i primi a montare le slick sembrano non averne vantaggi. Nel frattempo la gara prosegue tra testacoda, ritiri, vetture parcheggiate a bordo pista e occasionali camioncini dei commissari che portano via alcune monoposto incidentate, perché è l'epoca in cui i piloti sono very uominy. Il più verohhhh uomohhhh di tutti è Jabouille che risale al terzo posto, ma è costretto a subire l'ennesima umana delusione, il ritiro per un guasto alla vettura.
Davanti Villeneuve fatica a tenere dietro Jones, che verso metà percorrenza lo supera e si porta in testa. I due sono ancora sulle slick e Villeneuve è il primo dei due a effettuare il cambio gomme. Jones entra ai box dopo di lui e subisce un undercut ritrovandosi secondo... non per molto perché è tornato in pista con una ruota non fissata ed è subito costretto al ritiro. A grande sorpresa le Ferrari si ritrovano 1/2, dato che Scheckter inizialmente attardato da una sosta anticipata adesso sta andando like a boss... finché non fora e si ritrova con una gomma distrutta. Fosse Villeneuve in Olanda cercherebbe di andare ai box così distruggendo il fondo della vettura, ma si ferma lì e, raccolto ciò che rimane della gomma perduta, lo butta al di là di un muretto.
Ci siamo tuttavia persi un dettaglio di un certo livello: Daly sta facendo una gara eccellente (anche se statsf1 riporta che finora è riuscito nell'opera di buttare fuori pista Jarier, che non è uno qualsiasi ma è uno dei suoi compagni di squadra) e prima del ritiro di Scheckter si trova addirittura al terzo posto, seppure non si sia mai fermato ai box e sia ancora su gomme da bagnato. Perde quindi due posizioni, venendo superato dalla Renault di Arnoux e dall'altra Tyrrell di Pironi, che dopo il ritiro di Scheckter si ritrovano secondo e terzo e vi resteranno fino alla bandiera a scacchi.
Daly si trova in un primo momento quarto, ma la sua gara finisce in modo piuttosto deludente, con un testacoda a seguito del quale la sua vettura viene inquadrata da *dietro* una barriera, quindi non riesce a mettere in mostra lo sponsor Candy. De Angelis e Stuck risalgono quarto e quinto portando gli unici punti stagionali a Shadow e ATS, si classifica sesto Watson su McLaren infine ultimo Fittipaldi. Leggo su statsf1 che dopo questi gran premio c'è una sorta di "fusione" tra la Wolf, che cessa l'attività, e la Copersucar che in questo modo si salva da un potenziale fallimento.
Termina così la stagione 1979, con Villeneuve vincitore dell'ultima gara stagionale con un ampio vantaggio sulle poche vetture giunte al traguardo, un ottimo finale per la Ferrari. Il 1980 non andrà esattamente così per la Rossa, anzi... ma questa è un'altra storia e mi sembra che abbiamo divagato anche troppo. Con questo vi saluto e spero che questo ennesimo viaggio nel tempo sia stato di vostro gradimento, o che almeno l'abbiate gradito di più di quanto se siete ferraristi incalliti potreste gradire i risultati del mondiale 1980.
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