sabato 8 gennaio 2022

Gli angusti e tortuosi rewatch d'epoca - GP Montecarlo 1970

Oggi facciamo un angusto e tortuoso viaggio agli albori degli anni '70, quando ventuno piloti tentavano di qualificarsi per il GP di Montecarlo e solo sedici andavano in griglia... ma quelli dei team principali (non mi è chiaro in base a che criterio), a quanto pare, avevano un posto in griglia garantito. Quindi perfino Rolf Stommelen e Andrea De Adamich, rispettivamente 12° e 13° tempo, non sono stati ammessi alla gara. Troppo tardi ormai per un BoYk0TtAgGy0 dell'evento per protestare contro il DNQ di De Adamich, unico italiano presente. Secondo statsf1 in teoria era iscritto all'evento anche Ignazio Giunti su Ferrari (al quale come numero assegnato d'ufficio - siamo in epoca in cui a ogni gara erano diversi - era stato messo tra parentesi il 27) ma non ha preso parte a nessuna sessione e verosimilmente non era nemmeno presente.

La scorsa settimana ho visto una sintesi della gara di 45+ minuti, di cui solo una trentina di azione, purtroppo non in una lingua da me conosciuta né vagamente comprensibile. I 15+ minuti iniziali sono stati inquadrature di contorno, compresa quella del Principe Ranieri che si è seduto ad assistere al gran premio... che forse non intendeva seguire con particolare attenzione, dato che in mano teneva un oggetto che sembrava un giornale. Detto questo, passiamo alle cose serie, la pole era di Jackie Stewart su March affiancato dal compagno di squadra Chris Amon, con un passato da pilota della Ferrari non elevato al livello di verohhhh figohhhh. Per questo evento gli era stato assegnato anche un numero iconico, il 28, tipico decenni dopo dei piloti Ferrari che non sono very fighy. Dietro di loro Denny Hulme su McLaren e Jack Brabham sulla vettura del proprio team.

Solo quinta in griglia l'unica Ferrari presente, quella di Jacky Ickx, che leggendo l'ordine d'arrivo risulta essere il primo dei ritirati a causa di un guasto che ha, di conseguenza, falsato questa gara! ;-) Stewart è stato in testa per un terzo di gara, poi lo si è visto fermo ai box. Erano tempi antichi in cui i piloti, in caso di soste, bevevano facendosi passare una bottiglia mentre erano ai box. In pista nelle retrovie, risulta essersi ritirato per un guasto dopo il secondo terzo di gara, destino similare a quello di Amon, fino a quel momento stabilmente secondo alle spalle del pilota succeduto a Stewart in testa, ovvero Brabham. Con il ritiro di Amon sono rimasti in pista solo otto piloti. Uno dei ritirati era Jean-Pierre Beltoise (Matra), visto ai box mentre si chinava per guardare qualcosa e il suo fondoschiena veniva inquadrato al centro della scena.

I ritirati che non ho citato, giusto per andare a verificare chi fosse presente in gara, erano John Surtees e Bruce McLaren, compagni di squadra nel team di quest'ultimo, Jackie Oliver (BRM) e Piers Courage (De Tomaso). Tornando ad Amon, dopo il suo ritiro, in seconda posizione è passato Jochen Rindt al volante di una Lotus, che aveva in precedenza rimontato alcune posizioni (partiva ottavo), che incredibilmente è andato a conquistare la vittoria quando, all'ultimo giro, Brabham è andato a sbattere contro una barriera. Se fosse accaduto al giorno d'oggi, qualcuno avrebbe detto che Brabham era un V3KkYaCçY0 e che doveva ritirarsi, avendo ai tempi ben 44 anni. È riuscito comunque ad arrivare secondo e il podio è stato completato da Henri Pescarolo, pilota Matra.

Podio completato a livello teorico, perché a Montecarlo nei tempi antichi sul podio ci saliva solo il vincitore, in questo caso in dolce compagnia, dato che Rindt si è portato al seguito la sua consorte nonché cronometrista Nina. Tornando a noi, dal quarto posto in poi si sono classificati Denny Hulme (McLaren), Graham Hill (Lotus), Pedro Rodriguez (BRM) e Ronnie Peterson (March) alla sua prima apparizione in Formula 1. Il compagno di squadra di quest'ultimo Jo Siffert era sesto quando si è ritirato a pochi giri dalla bandiera a scacchi, venendo di conseguenza classificato ottavo. A proposito di bandiera a scacchi, il tipo ad essa addetto era pericolosamente vicino alle vetture, ma era un must. C'era anche gente varia a pochissimi metri dalla pista, perché negli anni '70 erano very uominy anche loro ed era doveroso ricordarlo.

PS. Siccome sono una gossippara impenitente, aggiungo un'informazione che ho scoperto tempo fa. Dopo la morte del marito, Nina Rindt sembra essere stata per un periodo fidanzata con John Watson. Ronnie Peterson e la moglie Barbra, amici di Watson e Nina, hanno chiamato la loro figlia (nata intorno al 1975) Nina in suo onore. Dopodiché, a seguito della morte del marito, anche Barbra Peterson è stata fidanzata con John Watson, con il quale sembra che convivesse negli anni '80.


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