Yaaaayyyy, andiamo a scoprire un gran premio del passato piuttosto stylish visto con una telecronaca brasiliana arrivata a noi in low quality e un video in italiano con solo una parte della gara (in caso di citazioni belle di Poltronieri le inserirò quindi in questo post). Siamo ad Adelaide per il primo Gran Premio d'Australia valido per un campionato di Formula 1. Un certo francese dal naso elegante ha già vinto il mondiale, ma in pista è pieno di piloti decisi a mettersi in mostra. O in alternativa, dato che stavamo parlando di nasi, a tornarsene a casa con il naso rotto. Guardando la griglia ci sono venticinque vetture ("venticinque partenti" - cit.), guidate da questi soggetti più o meno illustri:
Senna - Mansell
Rosberg - Prost
Alboreto - Surer
Berger - Tambay
Piquet - De Angelis
Boutsen - Warwick
Cheever - Patrese
Johansson - Lauda
Brundle - Streiff
Jones - Laffite
Ghinzani - Capelli
Martini - Fabi
Rothengatter (forever alone)
La gara inizia con Nigel Mansell e Ayrton Senna affiancati e con tante Sensell vibes. Mansell infatti mette i suoi baffi davanti al brasiliano, che tuttavia gli dice che per quanto lo riguarda i suoi baffi possono anche tornarsene a casa e gli tira una ruotata. È l'altra Williams guidata da Keke Rosberg quindi da un'altra filosofia di baffi, ad approfittarne e a portarsi in testa. Senna è costretto ad accodarsi, ma va peggio a Mansell, che entra ai box dove è costretto ad accettare un'amara verità: sulla sua vettura una sospensione ha fatto esattamente la fine che lui vorrebbe far fare al naso di Senna. I non-più-championship contenders Michele Alboreto e Alain Prost frattanto sono terzo e quarto e conducono una gara piuttosto tranquilla. Il pilota della McLaren scivolerà per breve tempo dietro alla Arrows di Gerhard Berger, ma non sarà una cosa lunga. Anche grazie a difficoltà (Alboreto) e soste (Berger) altrui, si ritroverà in un secondo momento addirittura terzo, insidiato dalla Brabham di Marc Surer, che si farà anche qualche giro al terzo posto.
L'altra Brabham, quella di Nelson Piquet, va a fuoco. Poltronieri osserva che il pilota non ha potuto portare la vettura ai box ma che ha dovuto abbandonarla. Nonostante ciò, diversamente da come usa in epoca più moderna, non ci costruisce attorno una teoria del kompl8. Questo accade comunque prima che Surer raggiunga la terza posizione e non è nemmeno il solo ritirato. Si è già ritirato l'americano di Roma Eddie Cheever (Alfa Romeo), è stato costretto a rientrare da una bandiera nera Elio De Angelis (Lotus), colpevole di essere partito in ritardo nel giro di formazione e poi di essersi messo nella sua casella della griglia invece che partire dal fondo, poi si ritireranno anche l'idolo degli imolesi Patrick Tambay (Renault) e l'idolo locale Alan Jones (Lola Haas). La popolazione dell' "Australia del sud" (cit.) probabilmente si sta chiedendo chi sia Jones, ma nevermind. Immaginiamoci un mondo in cui pensano a Jones invece che a Rosberg che fugge dagli attacchi di Senna e considerato che Senna guida esattamente come se volesse andare a sbattere il naso sui muretti giusto per far vedere a Mansell che non teme per la sorte del naso stesso, per ora Rosberg non se la passa neanche male.
La McLaren del campione del mondo in carica si ritira in una nuvola di fumo quando stiamo per raggiungere un terzo di gara. Tornato da poco terzo, lascia nuovamente la terza piazza a Marc Surer, mentre Niki Lauda, al suo ultimo gran premio in carriera, si ritrova adesso in quarta posizione. Alboreto, che dopo avere perso posizioni in precedenza si era poi fermato ai box a cambiare gomme adesso è quinto, mentre il suo compagno di squadra Stefan Johansson si trova ben più arretrato, come più si addice a un pilota che porta il numero 28 quindi non sarà mai considerato un esponente della categoria dei very fighy (a dirla tutta la gente di oggi chesi indignava perché è stata dedicata la Parabolica ad Alboreto, sembra non considerare un verohhhh figohhhh neanche il pilota milanese, ma direi che possiamo soprassedere). La sesta piazza viene occupata a vario titolo e in vari momenti dalla Renault superstite (Derek Warwick) o dalle Ligier (Philippe Streiff e Jacques Laffite).
Fermi tutti, siamo a metà gara e in testa ci sono vicini "due concorrenti di grande temperamento" (cit.) con Senna ormai negli scarichi di Rosberg. Sexy Baffo sembra in difficoltà con le gomme e il pilota della Lotus non aspetta altro che il momento opportuno. Il momento, però, non è tanto opportuno, Rosberg rallenta per rientrare ai box e Senna gli rifila una tamponata perdendo metà ala anteriore. Tenta imperterrito di continuare in prima posizione, ma in due giri passati da Senna a girare per prati, Rosberg lo raggiunge e lo passa gesticolando contro di lui. A quel punto Senna decide di rientrare, mentre probabilmente Surer si dispera perché è stato abbandonato dal motore e nessuno lo prende in considerazione. È solo uno dei vari piloti che si aggiungono ai ritirati, che sono ormai parecchi.
Sono fuori entrambe le Toleman di Piercarlo Ghinzani e Teo Fabi, è fuori l'Alfa di Riccardo Patrese ed è già fuori da un po' anche la Arrows di Thierry Boutsen. La gara, però, la fa chi è ancora in pista: Senna nel frattempo dopo la sosta è terzo alle spalle di Lauda e niente, non c'è pace neanche per un povero anziano. Lo supera e si porta secondo, ritrovandosi in testa un po' di giri dopo quando Rosberg effettua un secondo cambio gomme in cui qualcosa va storto dato che rimane fermo piuttosto a lungo. Il povero anziano nel frattempo non ha intenzione di stare a guardare, si riavvicina a Senna e si prende la leadership della gara! Dura solo un paio di giri, poi sulla vettura si rompe qualcosa e va a spalmarsi contro un muretto, finendo con un po' d'anticipo la sua carriera di pilota. Da parte sua, adesso Senna è in testa, ma anche lui non ci rimane a lungo: il motore decide che percorrere tre quarti di gara è sufficiente ed è costretto a rientrare ai box e a parcheggiare mestamente. "Probabilmente Mansell lo aspetterà per dirgli cosa pensa di lui", Poltronieri la tocca pianissimo nel commentare il suo ritiro!
Tra parentesi, secondo il sito statsf1 Mansell non sembra avere preso molto bene l'incidente al primo giro, tanto che viene citata una sua dichiarazione in cui dà a Senna dello scarso. Non ci facciamo mancare proprio niente... e non è ancora finita. Tornando a noi, Rosberg è di nuovo in testa, Alboreto è secondo, ma la Ferrari numero 27 lo abbandona ed costretto al ritiro, così come già accaduto anche a Warwick, con la Renault che finisce così anzitempo la sua storia come team (quella Renault lì, almeno), secondo c'è quindi un certo V3KkYaCçY0 al volante di una Ligier. Poi Rosberg è costretto a un terzo cambio gomme, oppure sceglie di fermarsi tanto ha un ampio vantaggio, e Poltronieri si lascia andare: "e vuoi vedere che Laffite che si dovrebbe ritirare va a vincere il gran premio?" Non ci credo, sta perculando la gente che dice che Laffite è troppo vecchio per la Formula 1, questa è pura poesia. Come ci siamo arrivati da queste osservazioni sagaci degli anni '80 a quelle tipiche del giorno d'oggi, in cui certi telecronisti si inventano di sana pianta l'imminente ritiro dalle competizioni dei piloti troppo vecchi, quando questi hanno in realtà dieci anni di meno di quelli di Laffite nel 1985?
Ci sono al momento otto vetture in pista, anzi nove, dato che Martin Brundle (Tyrrell) sta ancora girando in pista nonostante abbia avuto problemi piuttosto grossi e sia doppiato di qualcosa come una trentina di giri. I primi tre sono Rosberg/ Laffite/ Streiff, tutti a debita distanza gli uni dagli altri. Al quarto posto al volante di una Tyrrell, Ivan Capelli si lancia alla scoperta dei segreti del tracciato, poi ci sono Berger e Johansson. Prima della fine della gara, Johansson dice a Berger "sai quanti sorpassi devi ancora subire prima di guidare una Ferrari numero 28?" e si appropria del quinto posto, relegando il pilota della Arrows in sesta posizione. Non hanno speranze di risalire in zona punti invece Huub Rothengatter (Osella) e Pierluigi Martini (Minardi), il che comunque mi dispiace perché corrono per due squadre piuttosto pittoresche e il primo dei due ha anche un nome con un sound piuttosto pittoresco. Sembra ormai che tutto stia andando verso una situazione di calma piatta, nessuno sembra sul punto di farsi notare più del dovuto...
Però non è finita, non ancora, c'è un'ultima ciliegina da mettere sulla torta. C'è Streiff (che sta al posto di Andrea De Cesaris, appiedato da Guy Ligier dopo essere cappottato nel GP d'Austria ed essere uscito dall'incidente sporco di fango - non che sia il fango ad avere contribuito al suo licenziamento) che sta andando like a boss, avvicinandosi a Laffite. I due guidano le Ligier, che tra i suoi sponsor ha Candy. È anche l'ultima gara in cui la sponsorizzazione Candy è presente in Formula 1, quindi è bene chiudere in bellezza. Nei giri finali Streiff raggiunge Laffite e lo attacca varie volte, con Laffite che gesticola contro di lui. Insomma, non sembra molto propenso a cedere, ma Streiff non si lascia intimidire e lo super-... e cerca di superarlo a un giro dalla fine. Cozza contro di lui, una ruota si stacca e resta penzolante... e niente, Laffite termina la gara secondo e Streiff terzo su tre ruote, conquistando il podio. Secondo statsf1 Laffite è un tipo controllato, si limita a fare la predica all'irruento compagno di squadra, il quale si difende sostenendo di non sapere che Laffite era a pieni giri e che credeva di doverlo doppiare.
PS. Quella di Keke Rosberg in Australia è l'ultima vittoria ottenuta in Formula 1 da un pilota nato negli anni '40.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
domenica 23 gennaio 2022
Anziani che vincono, anziani che si ritirano, Sensell vibes e un finale sugar candy // GP Australia 1985
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