Più tardi sarà la volta di sorpassi subiti da varie altre vetture. Sembra che in Ferrari non abbiano fatto una buona scelta in termini di mescola di gomme e Lole sarà costretto prima a fermarsi ai box e poi a una lunga rimonta. La regia nel frattempo inquadra quasi sempre e solo Andretti, che per lungo tempo è seguito dalle due Brabham a debita distanza. Dietro di loro ci sono la Tyrrell di Patrick Depailler e la McLaren di James Hunt, al quarto e al quinto posto. Resteranno dietro alle Brabham, ma non è destinato a rimanere dov'è Watson, che prima rallenta e poi si ritira per un guasto al motore. Adesso Lauda si trova secondo, mentre Depailler e Hunt sono terzo e quarto. Le posizioni dei primi quattro a questo punto sono ormai definite.
Dietro di loro ci sono Ronnie Peterson (Lotus) e Jacques Laffite (Ligier) in lotta per la quinta posizione. Sembra il francese a spuntarla ed effettivamente si porta davanti, ma la sua vettura lo abbandona quando mancano appena due giri al termine: è costretto a rientrare ai box e ad abbadonare la gara, lasciando la quinta piazza a Peterson. Completa la zona punti Patrick Tambay (McLaren), mentre il pilota di casa, che avevamo abbandonato al proprio destino accennando a una rimonta, arriva a occupare la settima piazza strappandola al compagno di squadra Gilles Villeneuve. La maggior parte di queste cose, comunque, le possiamo scoprire solo dalle cronache della gara: la regia argentina lascia davvero a desiderare.
Una curiosità: il direttore di gara in questo gran premio è nientemeno che Juan Manuel Fangio e a causa di un suo errore la gara viene a durare un giro meno del previsto. Invece di attendere il passaggio di Andretti sul traguardo, sventola la bandiera a scacchi al passaggio di Peterson, che però è in primo luogo in quinta piazza e in secondo luogo ha appena terminato il suo penultimo giro. La gara di fatto prosegue per la sua percorrenza originaria, ma l'ultimo giro di fatto è come se non fosse mai esistito (anche se non cambia niente relativamente al risultato): è un caso analogo a Cina 2014, Canada 2018 e Giappone 2019, certi errori a quanto pare accadevano anche in passato e da parte di personalità autorevoli!
Se in Argentina abbiamo trovato un Carlos Reutemann non troppo competitivo, in Brasile a Jacarepaguà è tutta un'altra storia. Parte dalla terza fila, ma non appena si accende il semaforo verde scatta meglio di tutti e si appropria della leadership davanti al poleman Peterson. Questo non regge molto al secondo posto, lo superano anche Hunt già dopo un giro e poi Andretti di lì a poco. Con Hunt in difficoltà - è costretto a fermarsi ai box e a cambiare gomme - Marione ne approfitta per portarsi secondo ed è al momento seguito dal compagno di squadra. Poi accade l'impensabile e il pubblico brasiliano urla coprendo il rumore dei motori: una sagoma gialla svetta al terzo posto, ormai davanti alla Lotus del pilota svedese.
È la Copersucar di Emerson Fittipaldi! E siccome siamo nel 1978 e il 1984 è ancora lontano, l'idolo dei brasiliani è Emmo. Tornando a noi, Peterson nel frattempo non se la passa molto bene e si ritrova Villeneuve negli scarichi. I due si toccano e il telecronista tedesco ricorda più volte che i due hanno avuto un incidente insieme anche in Giappone nel 1977 (quel famoso incidente in cui Villeneuve è cappottato su un gruppo di spettatori che si trovavano in un'area proibita). I due sono costretti a fermarsi ai box e Peterson pare a farlo definitivamente. Villeneuve torna in pista, invece, e ci uscirà in seguito dalla pista stessa andando a sbattere. Non è il solo, prima di lui tocca alle McLaren di Hunt e di Tambay. Hans-Joachim Stuck, su Shadow, nel frattempo ha fatto il figo per un po' in quarta piazza, salvo poi essere costretto al ritiro.
La gara prosegue tranquilla, nessuno nota niente di strano quando una persona attraversa la pista alla cazzum, Reutemann è stabilmente in testa, Andretti è stabilmente secondo, Fittipaldi è stabilmente terzo e, una volta che Stuck si è definitivamente levato di mezzo, quarto c'è Lauda. Di vetture ne sono rimaste poche in pista e qualcuna di quelle in pista sembra in difficoltà. Una di queste è quella di Andretti, che a pochi giri dalla fine viene superato da Fittipaldi, con un'altra esplosione di urla da parte del pubblico ormai in delirio. Anche Lauda riesce a superare Marione - che sarà quarto al traguardo - ma non è brasiliano e non corre per la Copersucar quindi Niki levati che al pubblico non interessi.
Reutemann taglia il traguardo da vincitore, del resto uno spettatore(?) ha attraversato la pista a caso quindi per forza doveva vincere una Ferrari... e in quel momento stesso il pubblico invade la pista. Sono tutti very uominy ed evidentemente sperano di morire da very uominy, investiti dal loro idolo Fittipaldi che a debita distanza da Lole deve ancora finire la gara. Miracolosamente nessuno spettatore viene investito e né Emmo né altri piloti avranno nessuno sulla coscienza. Per la Copersucar si tratta del primo podio e per giunta nel gran premio di casa. Il telecronista tedesco in precedenza ha descritto un'inquadratura con le parole "dramatisch, naturlich, in der Box von Fittipaldi".
Quel "dramatisch in der Box" mi ricorda molto il remix di DJ Visage in "Formula 1 2000", ma gli anni 2000 sono lontani. Anche l'epoca odierna è ben lontana, purtroppo perché quel pubblico brasiliano mi sembra molto scatenato. Mi piace pensare che qualcuno stia cantando a squarciagola un inno a lui dedicato: "Emmo, Emmo, super Emmo! Emmo, Emmo, super Emmo Emmo!!!!111!!!11!!11!!!" Mi piace anche pensare che quella della Copersucar sia un'anticipazione di tanti trionfi futuri, ma purtroppo non è così e ci tocca di accontentarci del poco a cui abbiamo assistito, il che fa comodo anche ai ferraristi. A proposito, Reutemann scarrozza nel giro d'onore una persona non identificata.
PS. In questi due gran premi la Hesketh ha schierato una vettura guidata da Divina Galica. Al successivo evento viene sostituita da Eddie Cheever a sua volta rimpiazzato da Derek Daly per altri tre gran premi prima del fallimento. Dei tre, Cheever sarà l'unico a riuscire a qualificarsi.
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