sabato 9 maggio 2020

Una gara in stile fan fiction: GP Spagna 2016

F1 The Golden Days: un gran premio di Spagna del passato (recente) nel weekend in cui si doveva correre in Spagna

Quando si scrivono racconti o fan fiction e si è alle prime armi è difficile non incappare in qualche cliché. Se avete un po' di affinità e avete frequentato almeno una volta nella vita luoghi virtuali in cui si pubblica qualcosa, vi sarete probabilmente accorti di quanto molti autori e autrici, specialmente giovani, finiscano per imitare trame che già conoscono. A titolo di esempio, provate a leggere qualche racconto a tematica adolescenziale/ scolastica scritto da una ragazzina. Ci troverete nella maggior parte dei casi stereotipi visti in qualunque teen drama.
Quando si tratta di fan fiction sulla Formula 1, ovviamente, non ci sono cliché da teen drama (a meno che non ci sia una contaminazione con un contesto adolescenziale/ scolastico), ma ci sono comunque molti potenziali cliché.

Una delle trame più gettonate, un tempo, era scrivere storie che suonavano più o meno così: il protagonista/ la protagonista è un/a giovane pilota emergente che, di punto in bianco, si ritrova da un giorno all'altro in un top team, magari il più tamarro e teen-friendly presente sulla griglia di partenza.
Tutti sono perplessi: va bene che di solito il predecessore del/la giovane emergente è un pilota cacciato via a calci con infamia per qualche motivo strano o per qualche azione fuori dagli schemi che ne giustifichi la defenestrazione immediata, ma nessuno scommetterebbe un fico secco sul/la giovane emergente, perché si tratta di un/a giovane emergente e perché sono altri i piloti che stanno vincendo a ripetizione in quel campionato. Anche se il/la giovane emergente è arrivato a caso in un top team e quindi si presume che qualcuno nel top team credesse almeno un minimo in lui/in lei.

Naturalmente per il/la giovane emergente le cose non possono iniziare ad andare bene fin da subito già dal venerdì, a meno che l'autore/ l'autrice non sia talmente esagerato o inetto dal volere rendere irrealistico ogni singolo dettaglio della sua fan fiction.
Il venerdì sono altri a dominare, il sabato sono altri a ottenere la pole, tutto sommato il/la giovane protagonista fa dei buoni tempi, che iniziano a giustificare almeno la sua presenza in una squadra di prima fascia o che sta a metà tra la prima e la seconda fascia. Qualcuno inizia a pensare che, prima o poi, avrà un grande futuro... ed ecco che, alla domenica, le cose iniziano ad andare decisamente bene: i championship contenders si ritrovano in un modo o nell'altro fuori dai giochi senza potere battere ciglio, i piloti che di solito vincono quando i championship contenders sono impossibilitati incappano in qualche strategia che non è quella vincente...

Ecco che tutto, per magia, converge verso lo scenario ideale: protagonista che vince a sorpresa e consacrazione, almeno nell'immaginario collettivo. L'autore o l'autrice della fan fiction, ovviamente, è consapevole del fatto che cose del genere non succedano nella realtà, ma l'obiettivo è quello di generare pathos e per generare pathos ci vuole una vittoria a caso.
Fan fiction del genere ne sono state scritte tante nel corso degli anni e magari in tanti le hanno lette pensando, con una certa leggerezza, "tutto ciò non potrà mai accadere nella realtà".
Poi, all'improvviso, è arrivato il giorno in cui la realtà stessa ha deciso di travestirsi da fan fiction stereotipata e l'ha fatto il giorno in cui Daniil Kvyat è stato sbattuto a calci in Toro Rosso e Max Verstappen ha preso il suo posto in Redbull.

Correva l'anno 2016 e stavamo assistendo all'ennesimo scontro Lewis Hamilton vs Nico Rosberg per il titolo. Il Gangster Rapper partiva dalla pole position, come accaduto in tante occasioni. Ha anche avuto un'esitazione, probabilmente pensando a Snapchat e alle orecchie da coniglio da appioppare a Sainz in un'altra occasione.
Poi ha cercato di riprendersi la posizione, Britney Bitch si è messo tra lui e i suoi sogni di gloria e, a quel punto, è accaduto il fatto che tutti ricordano: le due Mercedes si sono spalmate l'una contro l'altra e i Rosbilton sono finiti fuori. Voci di corridoio narrano che in seguito tra i due ci sia stato un chiarimento sul bordo della piscina condominiale, avvenuto prima di un ulteriore loro incidente che non andiamo ad analizzare in quanto non pertinente con la nostra ricostruzione.

A quel punto Daniel Ricciardo si trovava in testa alla gara e pensava già con ansia al momento in cui si sarebbe sbarazzato dei suoi avversari sul podio, servendo loro champagne dentro le sue scarpe intrise di sudore, per celebrare la vittoria. Visto dove abita, possiamo ipotizzare che non faccia uso di pinne quando nuota nella piscina condominiale, altrimenti quel chiarimento tra i Rosbilton sarebbe avvenuto a distanza di anni luce dalla piscina, per evitare di essere coinvolti in un improvviso shoey acquatico. Questo, però, non ci riguarda, perché dopotutto i fescion model sono usciti al primo giro, quindi non c'è ragione per cui debbano essere protagonisti di questo recap. Però meritano sicuramente più loro lo status di protagonisti rispetto a Kevin Magnussen e Jolyon Palmer, ulteriormente protagonisti di un contatto tra compagni di squadra nelle retrovie.

Le strategie differenziate hanno portato in un secondo momento Max Verstappen e Kimi Raikkonen a lottare per la vittoria, davanti ai rispettivi compagni di squadra al terzo e al quarto posto, nello specifico in ordine sparso, dato che Dani-Smile era precipitato al quarto posto come un Hulkenberg qualsiasi.
Dato che l'ho nominato, specifico anche il Principe dei Poveri è stato il secondo ritirato della giornata, ragione per cui non è stato lui a salire sul podio (insieme a molte altre). Oltre a lui si sono ritirati, giusto per non farsi mancare niente, anche due habitué come Fernando Alonso e Romain Grosjean, il primo causa GP2, il secondo perché, evidentemente, le sue vetture si rifiutano di essere guidate da lui.
Max Verstappen, Kimi Raikkonen, Sebastian Vettel, questo il podio, con Dani-Smile relegato in quarta posizione a debita distanza da tutto e da tutti. Precedeva Valtteri Bottas, Carlos Sainz, Sergio Perez, Felipe Massa, Jenson Button (unico pervenuto della classe GP2) e Daniil Kvyat a completare la top-ten.

Mentre il nostro protagonista giovane emergente vinceva il gran premio come nelle migliori fan fiction, Kvyat decideva di vendicarsi trollando tutti per il giro più veloce. Ai tempi non comportava alcunché, niente punti, solo il riconoscimento di vedere il proprio nome scritto nella storia del motorsport... scritto molto in piccolo, un po' come le condizioni contrattuali sui moduli della banca o come le definizioni nei giornali di certi cruciverba che mia madre ha bisogno di guardare con la lente di ingrandimento.
Quello del Russo di Roma si tratta dell'unico giro più veloce mai ottenuto dalla Toro Rosso e, visto il rebranding, è destinato anche a rimanere unico, dato che il prossimo sarà firmato Alpha Tauri.

PS. Da allora le fan fiction stereotipate a proposito di potenziali giovani emergenti che vincono alla loro prima gara per un top team sono notevolmente diminuite. Quando la realtà batte la fantasia, bisogna correre ai ripari e inventarsi qualcos'altro.


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Milly Sunshine