giovedì 21 maggio 2020

Riflessioni sul confronto che va tanto di moda Vettel vs Bourdais

Miei carissimi mass dumper, come alcuni di voi sapranno e altri no, ieri è uscito su Sky Sport un articolo che parlava del confronto tra due "vecchi" compagni di squadra, risalenti alla stagione 2008, ovvero Sebastian Vettel e Sebastien Bourdais alla Toro Rosso. Nello specifico l'articolo spiegava più o meno velatamente che la fortuna abbia giocato un ruolo chiave su chi dei due sia finito in un top team e su chi sia stato messo da parte e che, se Bourdais fosse riuscito a conservare il podio in Belgio o ad andare a podio in Italia, forse in Redbull al posto di Vettel avrebbe potuto finirci lui.
Era una riflessione molto interessante, che iniziava con l'interessante considerazione che le carriere dei due non avrebbero potuto essere più diverse: frutto della tendenza europea di non considerare davvero fino in fondo quello che succede di là dall'oceano, a quanto pare. Perché di là dall'oceano, in genere, nelle telecronache si parla dei giorni di gloria di Bourdais, quelli in cui era una giovane promessa che ha vinto quattro titoli dietro fila, per poi involarsi verso il nulla cosmico. Insomma, questa storia mi ricorderebbe anche qualcosa.

Le mie grosse perplessità, tuttavia, dipendono prevalentemente da un dettaglio: mi è sembrato che quell'articolo fosse pieno della mentalità della nostra specifica epoca, invece che di quella in cui si svolgevano i fatti. Non so se mi spiego: la Toro Rosso carretta i cui piloti sono o condannati all'oblio oppure destinati alla promozione in Redbull, dove potranno raggiungere l'Olimpo del motorsport...
Fermi tutti, quello era il 2008. In Redbull c'erano Mark Webber e David Coulthard, con quest'ultimo trentasettenne e ormai prossimo al ritiro. Obiettivo della Redbull non era quello del promuovere ragazzini a cui doveva ancora spuntare la barba e metterli in "prima squadra" a lottare per vittorie e titoli. Questo perché ai tempi i piloti Redbull non erano particolarmente giovani (okay, Webber aveva la stessa età che io ho adesso, ma era un pilota e i piloti over-30 si sa che sono vecchiaccihhhh che devonohhhh ritirarsihhhh) e soprattutto perché, andando a guardare i risultati del 2008, ne viene fuori una scoperta eccellente: la Redbull non era affatto un top team al momento, anzi, era lì lì con la Toro Rosso. Quindi un passaggio da Toro Rosso a Redbull era indubbiamente 1) dettato dalla necessità di rimpiazzare un pilota che si ritirava a fine anno, 2) più o meno come passare dalla Williams alla Force India ai tempi di Stroll, in termini di "promozione", solo senza comprarsi la squadra.

In più oserei aggiungere qualche tempistica: il GP del Belgio in cui Bourdais lottava per il podio in un finale caotico dettato da condizioni meteo che alla fine hanno premiato il caro vecchio Nick Heidfeld e la sua scelta di gomme e il GP d'Italia vinto da Vettel dopo che Bourdais si era ritrovato doppiato per lo spegnimento della monoposto in una partenza in regime di safety car (quindi senza formation lap, che gli avrebbe permesso di partire dai box a pieni giri invece che di partire dai box doppiato di un giro) sono avvenuti in settembre. Lo ribadisco, in SETTEMBRE. Tutto ciò, mentre in LUGLIO, in concomitanza con il GP di Gran Bretagna, era stato annunciato il ritiro di Coulthard e che Vettel avrebbe preso il suo posto. Ho trovato perfino un articolo di AGOSTO in cui si affermava che Takuma Sato era il principale candidato a sostituire Vettel e che il suo compagno di squadra sarebbe stato probabilmente uno tra Sebastien Buemi e Bruno Senna, che all'epoca avevano fatto test sulla Toro Rosso.
Nel 2009, il duo della Toro Rosso era Bourdais-Buemi e se non vado errata a Sato era capitata una cosa in stile Van Der Garde, ovvero un contratto ma senza un volante, cosa che dovrebbe essere finita anche in tribunale. Tutto questo lascia pensare che non solo non sia mai esistito un ballottaggio Vettel vs Bourdais per un passaggio in Redbull (che per i tempi non doveva neanche sembrare un salto di qualità esagerato, un pluricampione di Indycar che si fosse rivelato un fenomeno forse avrebbe ambito a qualcosa di più), ma che ben prima di Belgio e Italia, Bourdais rischiasse addirittura di non vedersi rinnovare il contratto in Toro Rosso.

Nell'articolo che ho letto non si parlava affatto di tutto questo. Anzi, da come la questione veniva posta sembrava che sono gli "esterni" potessero vedere il vero valore di Bourdais e i suoi risultati dettati dalla sfortuna. Eppure cos'è successo? Bourdais si è visto rinnovare il contratto (anche se poi, in corso d'opera, l'anno dopo è stato appiedato proprio quando finalmente stava avendo risultati in linea con il compagno di squadra, ma questa è un'altra storia) per il 2009. Da questo ne deduco che il vero valore di cui si discute nell'articolo sia proprio quello che gli è valso la conferma in Toro Rosso che, ai tempi, non significava assolutamente passaggio imminente in Redbull.
Coulthard se n'era andato, ma nessuno parlava di una revisione della coppia Vettel/Webber ai tempi e vorrei ricordarvi che Webber è rimasto in Redbull per i cinque anni successivi, fino al proprio ritiro all'età di trentasette anni, senza che nessuno lo cacciasse via a calci. Solo a quel punto, nei cinque anni successivi, cinque piloti diversi sono stati promossi a un certo punto in Redbull. La questione della "promozione" quindi, associata al 2008 appare quantomeno come anacronismo.

Il fatto che Bourdais abbia avuto delle sfortune nel corso degli albori della propria carriera è innegabile: in Australia viaggiava verso il quarto posto, in Belgio viaggiava verso il podio, in Italia come asserito dall'articolo viaggiava a quaranta secondi di distacco da Vettel accumulati in gara, che per un pilota venuto dall'Indycar dove non si gareggia con la pioggia poteva anche essere qualcosa di positivo ma che così come è stato scritto prendere quaranta secondi dal compagno di squadra nel corso di un gran premio non mi pare neanche una cosa così tanto positiva come veniva fatta passare...
Il punto è che, sfortunatamente per lui, Bourdais ha collezionato in tutto il 2008 soltanto due arrivi in zona punti, uno proprio in Australia (ritiro oltre il 90% di gara con pochissime vetture al traguardo) e uno in Belgio. Di conseguenza è vero che ha avuto sfortuna in alcuni momenti, ma è altrettanto vero che nelle altre quindici(?) gare della stagione era ben lontano dalla zona punti o dall'ottenere risultati memorabili. Più che di una bellissima stagione fatta di sfortune, parlerei piuttosto di una stagione tutto sommato abbastanza deludente, in cui la sfortuna gli ha dato addosso molto più del dovuto nei pochi casi in cui avrebbe potuto salvare il salvabile.

Credo che purtroppo la carriera di Sebastien Bourdais in Formula 1 abbia qualche parallelismo di troppo con quella di Brendon Hartley: pilota di successo in un'altra categoria, arrivato in Formula 1 non più giovanissimo (sui 28/29 anni), non in grado di ripetere in Formula 1 i successi ottenuti altrove e non riuscendo a convincere. Entrambi sono stati caratterizzati da molto #MaiUnaGioia, ma nessuno dei due ha mai fatto parlare molto di sé in positivo.
Probabilmente mi verrete a dire che Bourdais ha avuto risultati superiori a quelli di Hartley, ma andando a guardarci bene, ne siamo proprio così certi? Bourdais ha come miglior risultato in qualifica un quarto posto e un settimo posto come miglior risultato in gara, Hartley un sesto(?) posto in qualifica e un nono posto come risultato migliore in gara. Però la Toro Rosso di Hartley non era esattamente come la Toro Rosso di Bourdais.
Ad ogni modo, per quanto l'articolo potesse avere il nobile intento di dare credito a Bourdais, il messaggio di fondo che è passato tra i lettori è stato "Vettel era scarso tanto quanto Bourdais, ma ha solo avuto cu*o". Non sono sicura che questo sia il preludio a un'apertura culturale: "pilota che vince in Indycar ma non in Formula 1 = scarsohhhh". Che poi inizio seriamente a chiedermi che cosa sarebbe accaduto se Bourdais fosse stato un pilota vincente in Formula 1... forse un articolo che suonava così: "molti anni fa Bourdais fece 30+ punti contro i 4 di Vettel che oggi gestisce un circuito per corse di tosaerba, è inspiegabile come la sua carriera in F1 sia andata avanti più agevolmente".

PS. Ho una profonda stima per Bourdais come pilota di Indycar, sono tuttora profondamente abbattuta per l'incresciosa sventura accaduta a Monza, sono fermamente convinta che quel giorno la Toro Rosso avrebbe potuto fare 1-2 o almeno 1-3... e onestamente mi sarebbe piaciuto vederlo in Formula 1 più a lungo, specie alla luce del fatto che, risultati alla mano, nel 2009 stesse andando molto meglio che nel 2008. Però purtroppo non è andata così e credo che dipingerlo come una vittimahhhh del sistemahhhh non sia particolarmente corretto nei suoi confronti: "Bourdais ha fatto solo tre gare buone su diciotto nel 2008 ed è andato male perché a un certo punto della stagione Vettel si è saputo adattare alla nuova vettura e lui no, ma era solo un pilota di Indycar, dopotutto, quello che ha fatto è pura poesia per uno che viene dagli States"...


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