giovedì 28 maggio 2020

CART the Platinum Days: Indianapolis 500 1995

Il 28 maggio di venticinque anni fa a Indianapolis si svolgeva l'ultima Cinquecento Miglia prima dello split, con ancora i piloti della CART, insomma, quelli che venivano presi sul serio, anche se alcuni erano sempre gli stessi.
Era passata una settimana dal drama, quello occorso quando al bump day erano usciti di scena anche alcuni piloti di un certo spessore, come Emerson Fittipaldi e Al Unser Jr.

Scott Brayton partiva dalla pole position, con Arje Luyendyk e Scott Goodyear a completare la prima fila.
Non è stata una gara facile, non è stata una gara iniziata bene, c'è stato un pile-up al via, chi ci ha rimesso di più è stato Stan Fox che ha riportato un grave trauma cranico e un infortunio di lunga durata che ha messo fine alla sua carriera di pilota.
Fuori anche Eddie Cheever, Lyn St James e Carlos Guerrero. Dieci giri dietro la safety car, con Goodyear in testa, poi rimpiazato da Luyendyk al restart.

Dopo un breve periodo di calma, c'è stata una safety car per detriti. Un giovane pilotino dall'aria smarrita non si è reso conto di essere in testa, in quel momento, e ha superato la safety car pensando di doversi accodare dietro ad altre vetture.
Quel giovane pilotino era destinato ad affrontre diverse peripezie, compreso un pitstop in cui per poco non usciva con il bocchettone della benzina ancora inserito, poi è anche stato penalizzato di due giri per la questione del sorpasso alla safety car. Sembrava destinato all'oblio... e invece ci occuperemo di lui più tardi.

Fuori Michael Andretti mentre era in testa, fuori anche Scott Sharp, dentro la safety car, fermo André Ribeiro, dentro di nuovo la safety car... questo, in realtà, è successo in 60/70 giri di gara (mentre perdevamo per la strada nell'anonimato Buddy Lazier come tanto anonimamente avevamo perso per strada un certo Eric Bachelart), nel corso dei quali il pilotino di prima in un modo o nell'altro è tornato a pieni giri: niente male.
Nel frattempo Mauricio Gugelmin era in testa, ha passato in testa oltre un quarto di gara, ma un problema tecnico di Paul Tracy e dei suoi occhiali da secchione ha rimescolato, con una nuova safety car, le carte in tavola: Jimmy Vasser, Scott Pruett e Scott Goodyear erano la top-3, anche se le cose cambiavano un po' per via di pitstop in regime di green flag.

Ad ogni modo un incidente di Davy Jones e la suddetta safety car sono state clementi con Vasser, che era ancora in testa quando le cose si sono stabilizzate. Almeno fino al momento in cui non è andato a sbattere lui stesso lasciando gli Scott^2 a contendersi la prima posizione.
Goodyear ha avuto la meglio su Pruett, che poi è finito a muro a sedici giri dalla fine. A quel punto è accaduto l'inverosimile: Goodyear era in testa dietro la safety car quando questa si apprestava a rientrare in pitlane a dieci giri dalla fine.
Aveva già rallentato, ma era ancora lì, quando Goodyear ha fatto un sorpassone like a boss sulla safety car mentre tutti rallentavano. WHAT. THE. F*CK?! Penso che questo sia stato il modo più assurdo di mandare in vacca una potenziale vittoria.

Molto stranamnte è stato penalizzato per l'accaduto, anche se poi la cosa ha suscitato molte polemiche.
Goodyear doveva scontare uno stop and go che non ha scontato su istruzione del team e ha proseguito così, in testa alla gara, anche se a cinque giri dalla fine i suoi giri hanno smesso di essere contati, un po' come se fosse stato blackflaggato, senza tuttavia essere blackflaggato. Il leader della gara era, ufficialmente, a quel punto, proprio il pilotino dall'aria smarrita che era stato penalizzato di due giri molto tempo prima per avere superato la safety car ed era risalito a pieni giri già da molto tempo. Quel pilotino dall'aria smarrita era destinato a diventare il primo (e ad oggi unico) canadese a vincere la Indy 500, oltre che in seguito l'unico canadese a vincere il mondiale di Formula 1.

Immagino avrete capito (forse anche dal titolo anche se non era ancora l'epoca della tinta) che a vincere quella Cinquecento Miglia è stato Jacques Villeneuve, Rookie of the Year dell'anno precedente in cui si era classificato secondo. E, plot twist, era al volante di una vettura numero... 27 (frutto o di una casualità o di una scelta mirata del team Green, neoentrante in quella stagione, dato che i team hanno numeri fissi e che quel 27 resiste anche ai giorni nostri nel team Andretti, che è subentrato a Green).
Christian Fittipaldi e Bobby Rahal hanno completato il podio, con Eliseo Salazar, Robby Gordon, Mauricio Gugelmin, Arje Lujendyk, Teo Fabi, Danny Sullivan e il grande eroe Hiro Matsushita a completare la top-10.
Alessandro Zampedri, Roberto Guerrero e Bryan Herta hanno preceduto Scott Goodyear classificato quattordicesimo, davanti a gente indietro di diversi giri, ovvero Hideshi Matsuda, Stefan Johansson, Scott Brayton e André Ribeiro (che evidentemente era ripartito dopo le sue peripezie).


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Milly Sunshine