venerdì 8 maggio 2020

GP Monaco 1982: la gara in cui nessuno sembrava intenzionato a tagliare il traguardo

Oggetto del Rewatch del mercoledì è stato questa settimana il Gran Premio di Monaco 1982, una gara dal finale alquanto pittoresco che, di conseguenza, è stata apprezzata particolarmente dai commentatori di Youtube, che ne hanno glorificato immediatamente l'epoca. Quell'epoca aveva ovviamente i suoi lati positivi, ma anche i suoi lati negativi: quel GP di Monaco veniva disputato esattamente quindici giorni dopo la morte di Gilles Villeneuve, di cui tristemente oggi cade l'anniversario, essendo avvenuta l'8 maggio 1982. Quello di quel giorno a Montecarlo, di fatto, deve essere stato un gran premio molto triste per tutti i ferraristi e non solo, anche per tutti gli appassionati di motori.

Venti vetture in griglia al posto delle solite ventisei, perché Monaco è un circuito angusto e tortuoso e ventisei vetture sono troppe. Il massimo della gloria la raggiungono Teo Fabi (Toleman), Riccardo Paletti (Osella), Raul Boesel (March), Chico Serra (Copersucar) ed Emilio De Villota (March) che non si prequalificano nemmeno, costringendoci a rinunciare alla presenza delle loro vetture epiche.
Va un po' meglio a Mauro Baldi (Arrows), Jan Lammers (Theodore), Jochen Mass (March), Derek Warwick (Toleman), Jean-Pierre Jarier (Osella) e Roberto Guerrero (Ensign): loro alle qualifiche ci arrivano, giusto per risultare non qualificati.

Le Renault di René Arnoux e Alain Prost sono al primo e al terzo posto, intervallate dall'Alfa Romeo di Bruno Giacomelli.
A partire dalla pole è il vecchio compagno di scorribande di Villeneuve a Digione, inseguito dal pilota italiano che rimane secondo per quattro giri. Poi si ritira, addio sogni di gloria. Arnoux nel frattempo stacca chi ha dietro e inizia la propria scalata, che si conclude dopo una quindicina di giri di gara, quando finisce fuori, cedendo la leadership della gara al suo compagno di squadra.
Alain Prost (Renault), Riccardo Patrese (Brabham), Didier Pironi (Ferrari), questa è la top-3 che ci ritroviamo in lungo e in largo nel corso della gara, una gara che perde un protagonista dopo l'altro... o meglio, una comparsa dopo l'altra.

Fuori la ATS di Salazar (futuro compagno di risse di Piquet), le Liguer di Cheever e Laffite, anche l'altra ATS guidata da quel Manfred Winkelhock che ha generato un eroe in arancione...
Murray Walker ricorda che alla vigilia della gara Niki Lauda veniva considerato il favorito, ma la vittoria non sembra minimamente alla sua portata e il podio neanche. In McLaren le cose non vanno bene per niente: quella di John Watson si ferma in corso d'opera e lo farà anche quella dello stesso Lauda, diversi giri dopo. Nel frattempo la gara ha perso un altro non-protagonista: Nelson Piquet su Brabham motorizzata BMW che, diversamente dal compagno di squadra che guida una Brabham motorizzata Ford e che è ancora nel bel mezzo del vano inseguimento di Prost.

Tra i primi tre non succede niente di particolare, quindi la regia sta per una ventina di minuti a riprendere il duello per il quarto posto tra Andrea De Cesaris (Alfa Romeo) e Keke Rosberg (Williams): il boscaiolo errante tenta l'attacco in più di un'occasione, ma è sempre De Cesaris a spuntarla e continuerà a farlo anche una volta che le telecamere l'avranno abbandonato.
A gara ormai inoltrata avviene un grande mistero, infatti Walker osserva come De Cesaris fosse fino al giro precedente inseguito da Rosberg che gli stava negli scarichi, ma di punto in bianco Rosberg non sia più negli scarichi di De Cesaris. Il suo destino rimarrà totalmente ignoto fino alla fine della gara, perché negli anni '80 poteva succedere anche questo: un pilota in top-5 ritirato senza che nessuno si degnasse di scoprire che cosa gli fosse accaduto. Secondo Wikipedia italiana, Rosberg risulta essersi ritirato per un problema di sospensioni. Nella stessa pagina, tuttavia, è scritto anche che si è ritirato per un contatto con la Tyrrell di Michele Alboreto, che qualche giro dopo invece si è ritirato per un problema di sospensioni.

Nella fase finale della gara inizia a piovere e a quel punto si scatena il caos, perché a Montecarlo va così: si sta tutti in trenino finché non succede qualcosa. A volte succede qualcosa, a volte no. Il 1982 è decisamente una volta sì.
Avevamo lasciato Prost e il suo naso in prima posizione fin dal quindicesimo giro quando Arnoux si era levato di torn. Di giri ne sono passati quasi una sessantina e ne mancano due o tre alla fine, si può dire che ormai Prost abbia la vittoria in tasca, almeno finché non si mette a ballare andando a schiantarsi contro le barriere.
A quel punto il pilota che l'ha inseguito pazientemente per tutta la gara è finalmente in testa, si tratta di quello che la grafica indica sistematicamente come "Ricardo Patrese" con una sola "C", perché un po' d'aura latino-americana non poteva mancare.

Patrese non ha ancora ottenuto una vittoria in Formula 1, quindi è finalmente sul tetto del mondo, è finalmente davanti a tutti... e poi finisce a sbattere.
Passa in testa Didier Pironi, a cui non resta altro da fare che completare due giri di gara e tagliare il traguardo. Va abbastanza lento in confronto a qualche doppiato che si sdoppia, ma tiene dietro Andrea De Cesaris.
Certe cose non cambiano mai e, se guidi una Ferrari, è più che opportuno che ti succedano cose strane. Pironi completa il penultimo giro, inizia l'ultimo...
...
...
...e quell'ultimo non lo finirà mai, rimanendo a piedi prima. A quel punto passa in testa De Cesaris... anzi no, è rimasto a piedi anche lui e Murray Walker si chiede se Derek Daly, alla sua prima gara sulla Williams e doppiato, potrebbe vincere a sorpresa. No, Daly non vince a sorpresa, perché si è perso per le stradine di Montecarlo andando a sbattere. Ed è allora che Patrese, riuscito a ripartire perché si trovava in discesa, si dirige verso la bandiera a scacchi.

Per la gioia di James Hunt, che si è appena lamentato del fatto che nessuno sembri volere andare a tagliare il traguardo, Patrese vince il gran premio. Ah, no, immagino che Hunt non abbia provato la benché minima gioia di fronte all'accaduto.
Nel frattempo Patrese si ferma per raccattare Pironi che vaga a piedi sotto al tunnel. Lo carica sulla propria vettura e, stando a un'intervista che ha rilasciato lo scorso anno, sembra essersene dimenticato ed essere ripartito ad alta velocità, finché Pironi non gli ha ricordato della sua presenza tirandogli un pugno sul casco.
Poi, come un Button qualsiasi, sta andando a parcheggiare a caso in pitlane, quando gli vieneo suggerito di recarsi al parc fermé in qualità di vincitore. Come un Mario Dominguez qualsiasi, Patrese infatti non si è reso conto di avere vinto e di essere atteso sul podio al cospetto del Principe Ranieri e Grace Kelly.

Didier Pironi e Andrea De Cesaris vengono classificati in seconda e terza posizione, anche se questo lo si scoprirà un po' dopo perché al momento è Elio De Angelis a dirigersi verso il podio.
Il pilota della Lotus è arrivato quinto alle spalle del compagno di squadra Nigel Mansell, mentre Derek Daly è l'ultimo pilota classificato in zona punti.
Grazie al fatto che molti piloti erano doppiati di una vita, Prost riesce ad arrivare settimo nonostante non sia mai arrivato: Brian Henton e Marc Surer, rispettivamente piloti Tyrrell e Arrows, infatti, sono classificati ottavo e nono a quattro e sei giri di gap dal vincitore (e considerando le peripezie del vincitore, sarebbero stati ancora di più se non ci fosse stato tutto quel caos. Decimo classificato in un periodo storico in cui essere decimo non dà alcun privilegio, è Alboreto, che si è fermato ben prima del caos.

Monaco 1982 finisce così, emblema di un mondiale contorto con tanti vincitori a caso, un po' come fosse una stagione di Formula CART. Anche la gara di per sé sembra un po' una gara di Formula CART (anche se verosimilmente negli States una gara del genere sarebbe stata redflaggata al comparire della pioggia e non ci sarebbe mai stato quel finale).
Sono contenta per Patrese, ma mi dispiace per De Cesaris, che nonostante la sua reputazione varie volte si è trovato in testa, senza mai riuscire a concretizzare e senza mai vincere un gran premio, pilota più a volte sul podio senza mai vincere, prima che Heidfeld gli togliesse quel primato.


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Milly Sunshine