sabato 16 maggio 2020

GP Germania 2000 e GP Gran Bretagna 2003: Rubens Barrichello vs gli invasori di pista

"Non preoccuparti per quando
ti ritirerai, saprò cosa fare in
presenza di pazzi in pista..."
Corre l'anno 2009 e, mentre la stagione si appresta a involarsi verso gli eventi finali, un vecchio veterano e un giovane ragazzino brufoloso, componenti unici del Comitato degli Avversari di Jenson Button Senza Speranze di Strappargli il Titolo, dibattono dei vecchi tempi.
"Sono fermamente convinto" declama il vecchio veterano, che per convenzione chiameremo Rubens Barrichello, "Che nessun pilota a parte me possa avere mai più l'onore di vincere a bordo di una Ferrari un gran premio caratterizzato dall'ingresso in pista di un invasore fuori di testa."
Il giovane ragazzino brufoloso, che sempre per convenzione chiameremo Sebastian Vettel, riflette per un po', poi osserva: "Secondo me non è impossibile. Penso che se ci fossi io al posto tuo, potrei riuscire anch'io a vincere un gran premio in cui entra in pista un tipo fuori di testa."
Il vecchio veterano non è molto convinto, borbotta qualcosa contro la gioventù che crede di saperne tanto, ma in realtà non sa nulla. La gioventù che crede di saperne tanto l'avrà vinta contro i vecchi veterani quando un tipo deciderà di scattarsi un selfie accanto alle vetture durante il GP di Singapore 2015, ma il 2015 è ben lontano, anche se in realtà questo post è datato 2020. Nello specifico, in questo post, andiamo a parlare del GP di Germania 2000 (visto per conto mio su Youtube con telecronaca tedesca) e del GP di Gran Bretagna 2003 (il rewatch ufficiale di mercoledì sera).

Ci sono momenti in cui tutto ti rema contro e magari ti ritrovi a partire diciottesimo, mentre il tuo compagno di squadra scatta dalla prima fila, secondo accanto a David Coulthard. Sembra questo il triste destino di Rubens Barrichello, a Hockenheim, alla sua prima stagione in Ferrari, al fianco di Michael Schumacher.
Su chi comandi nel team è tutto chiaro, ma ciò non toglie che a volte possono esserci anche momenti di gloria. O di poca gloria, a seconda delle circostanze. Schumacher infatti si ritrova dietro alle due McLaren, quando Mika Hakkinen passa in mezzo ai due piloti che scattavano dalla prima fila. Il Mascellone scozzese si accoda senza grosse difficoltà, mentre dietro si scatena l'inferno: il secondo esponente della stirpe dei mascelloni si allarga, lanciandosi all'inseguimento dei McLaren Bros. Lo fa esattamente nel punto della pista in cui Giancarlo Fisichella sta transitando e pare avere deciso di non frenare per venire incontro alle sue esigenze. Va male per tutti e due: Schumacher colpito al posteriore prende a girare come una trottola, Fisichella che scattava terzo si ritira a sua volta in una via di fuga con la macchina a pezzi, guardandosi intorno con l'aria un po' sconvolta.
L'orgoglio italiano è comunque abbastanza alto, al momento Jarno Trulli è terzo, anche se il mondo si preoccupa dell'assenza dell'unica Ferrari superstite dalla zona punti. Per Rubinho infatti si prospettano alcuni giri di sofferenza dietro quel gruppetto di piloti che possono essere definiti "i vari Jos Verstappen di turno". Tempo cinque giri, comunque, e lo troviamo in top-5, alle spalle di Pedro De La Rosa, che è proprio il compagno di Verstappen. Si prenderà anche qualche soddisfazione in più, destinato a strappare la quarta piazza a DLR e poi a involarsi anche verso il terzo posto, dove si trova prima di fermarsi ai box.

Tutto rimane tranquillo con le McLaren nelle prime due posizioni e senza eccessivi colpi di scena, almeno fino a quando, a poco meno di metà gara, accade l'impensabile: un individuo che indossa un mantello con varie scritte (e si scoprirà essere tale Robert Sehli, un ex dipendente della Mercedes che protesta contro il marchio) sta camminando all'indietro sull'erba sintetica a lato della pista, che poi attraversa.
Viene mandata in pista la safety car mentre il tipo continua ad andarsene in giro in apparenza indisturbato. I vari piloti rientrano ai box, questo rimescola un po' le carte in tavola, troviamo Barrichello adesso dietro a una vettura gialla... Coulthard nel frattempo deve rientrare ai box più tardi e se fosse Bottas sarebbe già cascato il mondo, perché al momento è sesto.
In testa c'è Hakkinen.
Lo seguono Trulli e Barrichello.
Poi c'è De La Rosa, in una quarta piazza che dimostra quanto, in fin dei conti, sia stato più al centro della scena di quanto ricordassimo, nel corso degli anni passati.
Al quinto posto c'è un'altra Jordan gialla, se ci fosse Mazzoni narrerebbe le eroiche gesta di Heinz Harald Frentzen, figlio di un impresario di pompe funebri, di origini spagnole da parte di madre ed ex fidanzato di Corinna Schumacher. Però c'è il telecronista di RTL(?) a cui non importa un fico secco dei fatti privati di Frentzen, che commenta, rincuorato: "era ora".

Tutto rimane tale e quale, escluso un testacoda di Ralf Schumacher e una ruota persa da Alesi - non roba da poco questa, perché entra di nuovo la safety car, dietro alla quale Wurz andrà in testacoda, cosa che per la sua reputazione avrei preferito evitare di scrivere.
Tale e quale comunque la top-6, finché non vediamo, più tardi, una vettura gialla, ma niente paura, è la Minardi del nuessssstro amigo Gené. Nel frattempo una B.A.R. Honda va in testacoda, è quella di Jacques Villeneuve, protagonista durante i motori rotti altrui. Non è il solo che va per prati, lo fanno anche altri, perché la pista è umida, sta iniziando a piovere e tutti iniziano a precipitarsi ai box per passare alle gomme più opportune per la situazione.
Hakkinen va ai box, Trulli anche (e ci tornerà per scontare uno stop and go a un certo punto). I meccanici della Ferrari escono ma rientrano, nel frattempo Rubinho è in testa mentre Coulthard e Frentzen duellano per la seconda piazza, con il Mascellone davanti. Ricardo Zonta è quarto ma verrà mandato ai box a scontare uno stop and go, con Coulthard che abbandona il duello con Frentzen per andare a mettere gomme da bagnato, lasciando Frentzen in balia di Hakkinen, almeno finché non lo vedremo fermarsi anzitempo.

In tutto questo Barrichello tiene botta, in certi tratti di pista si solleva un bel po' d'acqua, in certi tratti l'asfalto è quasi asciutto.
Tiene botta fino alla fine e ottiene la sua prima vittoria in carriera, al cospetto di tutto il team radunato, Michael e Corinna Schumacher compresi, mentre il pubblico sventola bandiere della Ferrari. Vince davanti a Hakkinen e Coulthard, con Button, Salo e De La Rosa che vanno a prendersi le ultime posizioni di una piccola zona punti a sei posti. Si vede fumo arancione farsi largo dalle tribune, eppure Jos Verstappen si è ritirato, mentre Max al momento deve ancora compiere tre anni e probabilmente sta correndo nel soggiorno di casa a bordo di una macchinina a pedali, incitato dalla madre che gli dice: "Max, mi raccomando, quando diventi grande cerca di vincere qualcosa, non diventare un inetto come tuo padre". Verstappino risponde: "Certo, mamma, non voglio farmi ridere dietro, voglio diventare un idolo delle folle, un po' come Barrichello in questo gran premio".
Michael Schumacher si intrufola al parc fermé per andare a pomiciare con il suo compagno di squadra, che viene in seguito festosamente accolto anche dai McLaren Bros, prima di andare sul podio ad asciugarsi le lacrime con una bandiera del Brasile ed essere sollevato dai piloti McLaren a cerimonia terminata, un po' come accaduto anche a Massa e Maldonado nel decennio a venire.

Dal 2000 al 2003, stavolta Rubinho è un pilota decisamente più affermato e considerato, alla luce delle vittorie occasionali degli anni precedenti e dei mondiali costruttori vinti dalla Ferrari. Scatta dalla pole, davanti a Jarno Trulli e Kimi Raikkonen, che hanno molto contro la sua supremazia e infatti lo passano così come se niente fosse relegandolo al terzo posto, seguito dai fratelli Schumacher. Fortunatamente dietro di lui c'è quello che non corre per la stessa scuderia.
Nel frattempo David Coulthard perde pezzi, entra la safety car, la safety car si leva di torno, poi Barrichello riesce finalmente a prendersi la seconda piazza a scapito di Raikkonen.
È un attimo prima della follia più trash a cui la Formula 1 sia mai andata incontro: un tipo fuori di testa sta andando avanti e indietro per la pista, dove *per la pista* intendo proprio quello che ho detto. Indossa una gonna scozzese, un berretto scozzese e della carta svolazzante che si scoprirà essere una Bibbia. Il tipo è infatti un fanatico religioso che risponde al nome di Neil Horan e che nel corso del tempo farà invasione di altri eventi sportivi. Il suo curriculum mi sembra abbastanza preoccupante, ma non sono qui per disquisire di pazzi sconclusionati se non per la loro rilevanza motoristica che, nel suo caso, è destinata a esaurirsi in tempi molto brevi.

Il tipo viene infatti immediatamente bloccato, viene mandata in pista la safety car e vari piloti rientrano in branco. Non lo fanno i due piloti Toyota: siamo di fronte a un inaspettato evento, ovvero la leadership protratta per diversi giri di nientemeno che Cristiano Da Matta, seguito in un primo momento dal compagno di squadra, quell'Olivahhhh Panis che spunta come il prezzemolo in ogni race replay.
Nel giro dei pitstop ci rimette Jarno Trulli, mentre ci guadagnano Kimi Raikkonen e Ralf Schumacher, che si ritrovano davanti al nostro eroe Rubinho.
Niente paura, mentre Raikkonen è a inseguire Da Matta, che resiste in testa alla gara per diversi giri, ma che si leverà di torno per andare a rifornire, Barrichello risale a poco a poco, dopo che anche loro, a loro volta, si fermano per la sosta successiva, approfitta della situazione per attaccarsi al fondoschiena di Iceman. Complice un errore di quest'ultimo, si invola quindi verso la testa della gara, il tutto mentre Michael Schumacher è a lottare per le posizioni basse della zona punti con Fernando Alonso. Risalirà almeno in parte, mentre Alonso si ritirerà più avanti a gara inoltrata per un problema al cambio.
Raikkonen resterà secondo fino a una dozzina di giri dalla fine, quando verrà sopravanzato da Juan Pablo Montoya, che non ho ancora nominato perché evidentemente stava aspettando il momento propizio per dare la sua zampata trionfale.

Niente da fare, a Barrichello devono accadere cose strane anche nei momenti di calma piatta e, mentre la gara va verso la sua fine, proprio all'ultimo giro viene un po' intralciato da una Minardi che ritrova sulla propria strada.
Michael Schumacher arriva quarto, davanti a Coulthard, Trulli (questi due impegnati in un duello tra di loro nelle fasi conclusive), Da Matta e Button, adesso i primi otto prendono punti e il primo a non prenderne è Ralf Schumacher, divenuto irrilevante nel corso della gara.
Questa vittoria di Rubinho non ha l'epicità della prima, ma quella penso sia più o meno irripetibile. Lo vediamo al parc fermé, mentre scende dalla vettura e intanto che è chinato Montoya gli tira una pacca sulla schiena. Poi Montoya si toglie il casco... e non sono abituata per niente a vederlo con i capelli ancora neri invece che brizzolati. Sembra ieri e invece sono passati quasi diciassette anni e alcuni dei pilotini junior di Formula 3 e Formula 4 non erano nemmeno ancora nati.
Schumacher va verso le bilance, stavolta non lo vediamo pomiciare con Barrichello, che da parte sua è già sul podio, ma è circondato comunque dall'ammmmore, a giudicare da come si guardano lui e Montoya.
Anche stavolta sembra in lacrime, ma tutto mi lascia indifferente di fronte a qualcosa di incredibile: laggiù, dall'altro lato del podio, c'è un bimbetto biondo piuttosto giovane. Poi, mentre gli altri piloti stringono la mano ai vari tipi che hanno consegnato i trofei e che se ne stanno andando, il bimbetto ha già portato la bottiglia di champagne alla bocca: se non altro certe cose non cambiano mai!


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