In questo weekend è tornata la W Series ed è tornata con una novità, che di fatto non è una novità poi così grossa: l'assenza di Emma Kimilainen.
Originariamente autrice di tempi di un certo spessore, ha avuto un incidente nella gara inaugurale di Hockenheim, è tornata nelle prove libere di Zolder, ma non ha preso parte alla gara. Stavolta ha spiegato con più precisione che cosa le sia successo. A Hockenheim ha avuto un contatto con un'altra vettura e mentre era girata è stata colpita da una vettura che sopraggiungeva da dietro. Ha raccontato che dopo il primo contatto non se ne aspettava un altro e che si stava muovendo all'interno della vettura. Il secondo impatto le ha provocato un trauma al collo, dal momento che aveva la testa girata da un lato.
Vivien Keszthelyi è quindi stata convocata ancora una volta per sostituirla e la griglia ha raggiunto quota diciannove, vista la presenza anche di Sarah Bovy, il cui ruolo non è che sia poi così chiaro, non ho capito se sia una cosa definitiva oppure no.
Vivien ha scritto un Tweet in cui si dichiarava felice di potere gareggiare contro le venti donne migliori del mondo. Ora, mi rendo conto che la definizione è da prendere con le pinze, ma personalmente mi sarei focalizzata più che altro che la signorina in questione avrebbe bisogno di qualche ripetizione di matematica. Se sono diciannove in tutto, gareggia contro altre diciotto.
Sophia Florsch, naturalmente, deve avere trovato tutto ciò intollerabile, dal momento che ha deciso di smerdarla pubblicamente, sostenendo che sono solo venti donne, non le venti migliori.
Ci ho letto un "siete tutte peggiori di me" grande come una casa, che stonava dopo che Pippa Mann, grande critica della W Series, ha apparentemente invitato come propria ospite a Indianapolis Jamie Chadwick, pilota di questo campionato, e pare in rapporti amichevoli sia con lei sia con Alice Powell.
Facendo un esempio terra a terra e più facilmente comprensibile, immaginate di pensare che studiare in un collegio femminile gestito da suore non sia la cosa migliore per la cultura di una ragazza. Pippa Mann è la versione motorsport di chi esprime questo pensiero. Sophia Florsch è la versione di motorsport di chi, pensando che i collegi femminili gestiti da suore non siano una buona opzione scolastica, bullizza le studentesse di tali collegi ripetendo loro a ogni soffio di vento che sono delle m*rde.
In più mi risulta che la Florsch l'anno scorso sia arrivata penultima nella F3 Europea, ci sta che era la sua prima stagione e che ora in Formula Regional si stia migliorando, ma credo che abbia ancora un po' di strada da fare prima di criticare le performance altrui. Forse focalizzarsi sulla propria carriera sarebbe la cosa migliore da fare, in questo momento.
QUALIFICHE:
Wohlwend - Chadwick
Visser - Powell
Piria - Koyama
Garcia - Hawkey
Moore - Pepper...
...
...
...
...e niente, Vivien si è qualificata undicesima e, dopo la retrocessione di cinque posizioni della Hawkey, è risalita in top-ten.
La gara è iniziata con la Chadwick che si portava in testa, le inquadrature che andavano sul retro della griglia e, quando tornava ad essere inquadrata la parte davanti del gruppo, una vettura stava rischiando di cappottare dopo un contatto.
Il contatto era Wohlwend vs Powell, per il terzo posto dopo che la Visser era risalita seconda, e quella che si trovava in una via di fuga con la vettura a pezzi era la Powell.
Proprio ieri leggevo una sua intervista in cui le chiedevano che cos'avesse fatto il giorno prima di partire per l'Austria per la prima selezione, rispondeva che aveva sturato un urinatoio ostruito nel bagno dell'azienda di suo padre.
Non ho una simpatia specifica per la Powell, però è forse la capostipite dei piloti la cui carriera è andata a pezzi, per la quale non posso far altro che sperare che la W Series possa rilanciare la sua carriera e per la quale ho sempre seriamente pensato che abbia faticato a trovare degli sponsor per questioni di immagine, perché non ha né dei lineamenti né un portamento tali da risultare particolarmente appetibile dal punto di vista del marketing. Il suo ritiro mi è dispiaciuto. Ho sempre pensato che potesse giocarsela con la Chadwick e la Visser e il suo duello con la Chadwick la volta scorsa è stato A+.
È entrata la safety car, poi al restart le prime tre erano tutte molto vicine, Jamie stavolta in una vettura viola, Beitske in una vettura fucsiahhhh perché dopotutto è veloce abbastanza per meritarsela e la Wohlwend in una vettura nera e gialla.
Un po' più indietro, invece, Piria e Koyama erano in lotta per la quarta posizione, con la giapponse che è riuscita a superare la nostra connazionale a metà gara e a mettere un po' di distacco tra di loro.
Non si è invee avvicinata al terzetto di testa, dove specie la Chadwick e a Visser erano sempre vicinissime.
Chadwick si è tenuta dietro la vincitrice dell'evento di Zolder, ma in certi momenti aveva sicuramente la sensazione di avere un peperoncino gigante a due passi dal posteriore.
In una gara in cui le posizioni sono rimaste abbastanza stabili, la Chadwick ha mantenuto la prima posizione fino al traguardo, con la Visser ancora attaccata al fondoschiena.
La Cook ha sorpreso in positivo classificandosi ottava dopo essere partita quindicesima, mentre la Kezthelyi ha raggiunto la gloria della top-ten. Sono sembrate ancora in difficoltà invece le ragazze della F3 Americas, dato che avrebbero chiuso penultima e ultima se non fosse stato per un testacoda della Schiff verso la fine della gara.
RISULTATO: 1. Jamie Chadwick, 2. Beitske Visser, 3. Fabienne Wohlwend, 4. Miki Koyama, 5. Vicky Piria, 6. Marta Garcia, 7. Tasmin Pepper, 8. Sabré Cook, 9. Sarah Moore, 10. Vivien Keszthelyi, 11. Esmee Hawkey, 12. Sarah Bovy, 13. Gosia Rdest, 14. Caitlin Wood, 15. Jessica Hawkins (retrocessa dall'11° posto per jump start), 16. Shea Holbrook, 17. Megan Gilkes, 18. Naomi Schiff, Rit. Alice Powell.
BILANCIO DI META' STAGIONE: finora abbiamo visto gare che personalmente mi sono sembrate abbastanza interessanti, forse sarebbe più bello se fossero un po' più lunghe oppure se il campionato stesso fosse più lungo o ci fosse Gara 1 + Gara 2 come in altre serie. L'apice è stato a mio parere il duello tra la Chadwick e la Powell a Zolder... e credetemi, il fatto che nessuna delle due possedesse un pene non era di disturbo, in un simile contesto.
In generale questo campionato finora mi ha convinta in positivo, anche se comprendo le critiche iniziali e quelle che stanno proseguendo, a condizione che siano critiche rivolte verso la serie e non verso chi ha scelto di cogliere questa opportunità perché la riteneva la piùeconomicamente sostenibile per la propria carriera, per accumulare maggiore esperienza o per avere una maggiore esposizione mediatica che le consentisse di procurarsi degli sponsor per gareggiare anche altrove. Seguo molti profili social delle ragazze della line-up della W Series e una cosa che ho notato è che mi sembrano in gran parte persone di classe, che non si atteggiano più di tanto, che non si mettono da sole su un piedistallo e che magari elogiano le loro stesse colleghe invece di stare sempre lì con il coltello puntato alla gola di qualcuno.
In generale, comunque, mi sarebbe piaciuto vedere la Florsch gareggiare in questo campionato, per vedere se la sua presunta convinzione che tutte le altre ragazze a parte lei siano delle scarse sia vera. Mi auguro che prima o poi si ritrovi a gareggiare contro altre ragazze in campionati misti (sta già succedendo, nella Formula Regional, ma Sharon Scolari corre per un team indipendente, senza big money, e sembra alle primissime armi sulle open wheel, è un po' come la Life della Formula Regional).
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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