lunedì 17 giugno 2019

Il dilemma dei commenti

Non ho mai avuto problemi ad essere riconosciuta come appassionata di F1, anche dalle persone a cui della F1 non importa assolutamente un fico secco, a condizione che ci sia stato qualche motivo per cui in un certo contesto è venuto fuori il mio interesse per la F1. So tramite il web che non per tutte le ragazze appassionate di motori ha funzionato nello stesso modo e che qualcuna si è sentita dire cose tipo "non è una cosa da donne", "lo fai solo perché trovi figo qualche pilota" oppure "se tu fossi una vera appassionata di F1 oggi indosseresti un paio di pantaloni da tuta invece che una gonna", o tutte cose leggermente fuori dal mondo. Per me non ha mai funzionato così, al massimo ho sentito commenti del calibro di "sei la prima donna che conosco che segue la F1 con così tanto interesse"... ma mai con connotazione negativa. Sarà una questione geografica: siamo emiliani quindi è nostro dovere sostenere la Ferrari, o cose del genere.
L'unica differenza tra me e l'appassionato medio sia quella che non metto la Ferrari al centro di tutto. Nel senso, io vedo un gran premio di cui la Ferrari fa parte, mentre la maggior parte delle altre persone vedono la Ferrari con un gran premio che fa da contorno alla Ferrari stessa. Questa concezione di pensiero, per molti, è impossibile. Il mio dovere dovrebbe essere o quello di sostenere la Ferrari come un'ultrà, oppure dare contro alla Ferrari come un'ultrà. Io ho capito molto tempo fa di non appartenere alla prima categoria. Il grosso problema è che non appartengo nemmeno alla seconda, quindi agli occhi degli "altri" è difficile trovarmi una collocazione.
In certe occasioni sono dovuta arrivare a giustificarmi, a spiegare che si erano sbagliati, che non tifavo per un certo pilota o un certo team. Sono arrivata a sentire battute sul fatto che fossi "depressa per i risultati della Ferrari".
Mi chiedo come reagirebbero se scoprissi che a volte i risultati negativi mi hanno fatto l'effetto opposto. Ho visto la luce tutte le volte in cui un certo pluricampione del mondo sembrava non dare peso al fatto di non riuscire neanche ad arrivare a podio o al fatto di arrivare dietro al suo compagno di squadra ogni tre per due. Ho capito tante cose, una delle quali che non avevo mai avuto alcuna ragione valida per provare attaccamento nei confronti di quel MSC che correva per la Benetton o per la Ferrari. Era quello che stava in Mercedes che mi piaceva, quello che se non avessi avuto un pilota preferito avrebbe avuto molte possibilità di diventare il mio pilota preferito.

Quello che non mi aspettavo era che certe sfaccettature della *real life* un giorno potessero arrivare anche sul web, nelle interazioni tipo tra gli appassionati di motori, per intenderci, quelli che non sarebbero nemmeno al corrente dell'esistenza l'uno dell'altro se non fosse per la loro comune passione.
È stato questo che a un certo punto mi ha messa con le spalle al muro. Mi sono ritrovata a chiedermi se avesse ancora senso scrivere i commenti ai gran premi, se questi parlano di vampiri fescion, Pokemon e piloti usciti da uova di gabbiani, mentre chi li legge reagisce in modo improvvisamente serio, tacciandomi magari di non dare abbastanza spazio a quello che la stampa nazionale e internazionale riporta quotidianamente.
Mi viene da dire, perché dovrei spendere interi commenti a criticare i risultati di Vettel e di Gasly, quando la mia filosofia dei commenti ai gran premi è sempre stata completamente diversa? e magari quando, se avessi criticato altri in passato per analoghe ragioni, si sarebbe sollevata indignazione da parte dei loro tifosi? Il fatto che Vettel e Gasly non abbiano dei tifosi dovrebbe cambiare qualcosa? No, mi vorrebbe da dire. Il web è pieno di fonti che non fanno altro che dibattere di argomenti di questo tipo e, in tutta sincerità, il principio alla base dei miei commenti ai gran premi è sempre stato narrare i gran premi come li avrei narrati io, non imitare quello che la stampa avrebbe scritto a proposito dei gran premi stessi, per giunta facendo ironia sulla stampa stessa e sul tifoso medio. Tecnicamente, con la mia mentalità di qualche anno fa, avrei dovuto piuttosto ironizzare sulla stampa che scriveva articoli fatti con lo stampino, in questo caso a proposito di Vettel e Gasly.
Non è mio interesse farlo, perché penso che i media e la stampa abbiano vissuto momenti peggiori. Fino a prova contraria stanno continuando a criticare anche in Ferrari uno che criticavano prima che arrivasse in Ferrari, è un passo avanti notevole rispetto ad altre circostanze. In più stanno criticando uno che in generale non veniva visto come pronto per la Redbull, quindi anche in questo caso c'è stata una certa coerenza. La ripetitività non costituisce a mio parere valore aggiunto, ma ribadisco che ho visto cose ben peggiori nel corso del tempo...
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...quindi penso che non ci sia niente di sguaiato, alla fine, se mi limito a mettere da parte i media e a commentare le gare dalla mia prospettiva.
So che quello che dico può sembrare strano, ma quando scrivo sento molto la mancanza della Marussia e della Caterham, quel continuo sperare in una Q2 o in una top-ten, quel continuo potere dedicare spazio anche a questo aspetto.

Ho già scritto due commenti, da quando ho iniziato a valutare la possibilità di smetterla, di mettere fine a quello che da certi punti di vista si è rivelato un po' uno strazio.
Ne ho scritto uno che rispecchiava tutti i miei standard e uno che non li rispecchiava affatto. Pur non sapendo come si sarebbe evoluta la situazione, sentivo che non avrei potuto scrivere un commento "normale", come tutti gli altri, al GP del Canada.
È quella la ragione, non il risultato in sé, per cui mi sono discostata molto dai miei canoni standard. È quella la ragione, non ne sono pentita, ma sono ancora fedele all'ironia e penso che ci saranno tante altre possibilità per tornare a divertirmi facendo quello che mi sono sempre divertita a fare.
Ho capito che smettere non è la scelta migliore. Quando scrivo un commento lo faccio prima di tutto per divertirmi e per ricordarmi in futuro il gran premio stesso. Di quello che pensano gli altri, dopotutto, dovrebbe importarmene poco...

2 commenti:

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Milly Sunshine