Non so se ve ne ricordate, ma c'è stata un'epoca remota in cui il mercoledì dopo un gran premio non si stava più parlando del gran premio. Io, nello specifico, probabilmente pensavo già a quello che ci sarebbe stato dieci giorni dopo.
Ora, però, non ha importanza. Il mercoledì dopo un gran premio si parla ancora del gran premio e, se al giorno d'oggi si comunica in un certo modo, vuole dire che ci sta bene comunicare in un certo modo.
Quello che è certo è che tre giorni fa ci siamo ritrovati di fronte a uno di quegli episodi che fanno discutere e che probabilmente tirano fuori il peggio di molti di noi... perché a quanto pare regna la convinzione che il motorsport sia una scienza esatta e che sia necessario aderire al Pensiero Unico. Chi non aderisce è un traditorehhhh della kausahhhh, anche se non si sa di quale causa si stia parlando. Da parte sua, chi non aderisce al Pensiero Unico può farlo in modo più o meno sensato, ma l'impressione è che farlo in modo meno sensato sia l'opzione prescelta da molti e sinceramente sto iniziando a preferire il clan "la penalità non c'era perché tutti dicono che non c'era" al "la penalità c'era perché [motivo randon con correlazione zero]".
In questo post intendo dare la mia impressione sulle cose che ho letto in questi giorni, spiegare perché condivido certi pareri del Pensiero Unico, perché ne condivido di meno altri e perché non condivido molte argomentazioni del clan Anti-Pensiero Unico.
LA PENALITÀ C'ERA/ LA PENALITÀ NON C'ERA ---> come ho detto poco fa, il motorsport non è una scienza esatta e, se in certi casi è facile affermare quando ci sia una penalità senza ombra di dubbio, in altri non lo è. Ci sono due cose, tuttavia, che mi fanno storcere il naso dal punto di vista dell'applicazione.
La prima riguarda la ragione per cui Vettel è stato penalizzato, ovvero "unsafe rejoining the track" o qualcosa del genere. Non mi convince. Fosse stato penalizzato per il taglio di chicane o per avere tratto vantaggio dal taglio di chicane, secondo me avrebbe dato un po' meno l'impressione di essere una penalità campata in aria. L'argomentazione "importanza della sicurezza" fornita da Pirro (commissario) non mi convince, perché non mi sembra che in quanto accaduto la sicurezza di qualcuno sia mai stata messa in pericolo.
La seconda questione, però, è quella che mi preme maggiormente: non so se avete presente in che modo si gareggi là indietro, per intenderci scontri Perez vs Magnussen vs Grosjean vs piloti che stanno nelle loro vicinanze. Manovre come quella avvenuta tra Vettel e Hamilton sono all'ordine del giorno. Non vengono penalizzate se non in rari casi e alla fine chi arriva davanti prende più punti, con conseguente effetto su classifica costruttori e soldi dei diritti televisivi.
Perché un pilota che lotta per il decimo posto può mettere in atto un certo tipo di difesa e un pilota che lotta per la vittoria no? Purtroppo a pensare male ci si azzecca e mi viene da pensare che se invece di una Ferrari e una Mercedes fossero state una Racing Point e una Haas una penalità avrebbe avuto meno valore commerciale.
SE VETTEL NON AVESSE SBAGLIATO METTENDO LE RUOTE SULL'ERBA, TUTTO CIÒ NON SAREBBE SUCCESSO ---> 100% d'accordo. Tutto ciò che è successo dopo è stata una conseguenza di questo evento e, per effetto del suo taglio di chicane, Vettel si è sicuramente meritato di ritrovarsi Hamilton attaccato al retrotreno.
SE VETTEL NON AVESSE SBAGLIATO METTENDO LE RUOTE SULL'ERBA, TUTTO CIÒ NON SAREBBE SUCCESSO, QUINDI LA PENALITÀ È GIUSTA ---> Niente affatto, perché sono certa che in nessun punto del regolamento ci sia scritto che se un pilota commette un errore deve essere penalizzato a prescindere dalla presenza di infrazioni. Se viene appurata un'infrazione è giusto che ci sia una penalità, se non risultano infrazioni non è che lo diventa per via dell'errore del pilota.
ANCHE IN CANADA 2011 VETTEL COMMISE UN ERRORE QUANDO ERA IN TESTA, QUINDI LA PENALITÀ È GIUSTA ---> sono completamente d'accordo con questa affermazione. Nel regolamento c'è sicuramente scritto che se un pilota è finito fuori pista debba essere penalizzato a otto anni di distanza per qualcosa che non c'entra niente. Ah, no, sono sobria, quindi non posso fare altro che pensare che una simile affermazione sia una stronzata colossale. Chiedo scusa per il termine, ma non me ne viene in mente uno più educato.
È GIUSTO CHE VETTEL SIA STATO PENALIZZATO PERCHÉ NON VALE QUANTO HAMILTON/ NON MERITA DI STARE IN FERRARI/ NON ERA VELOCE ABBASTANZA PER POTERE PUNTARE ALLA VITTORIA ---> sono sicura che, se le persone che affermano cose del genere facessero un piccolo sforzo di immaginazione, si renderebbero conto che il regolamento non vieti a un pilota di essere inferiore a un altro, di non essere considerato all'altezza della monoposto che guida e, in realtà, che non dica nemmeno che un pilota che si trova in testa "da outsider" sia costretto a cedere la posizione ad altri sul fatto che si meriterebbero di vincere più di lui.
Ciascuna di queste cose può essere tranquillamente discussa nelle sedi più opportune. Però le sedi più opportune sono le pause pranzo nelle mense aziendali o i raduni al bar sfogliando la Gazzetta dello Sport. Questi argomenti non dovrebbero nemmeno essere minimamente considerato all'interno della cabina dei commissari. Sarebbe come volere dare venti secondi di penalità a Kubica sulla base del fatto che ha preso mezzo minuto da Russell: facendo questo paragone, forse potrebbe sembrare un'assurdità anche a chi ha affermato tutto ciò.
Secondo me dovremmo metterci nella testa che le posizioni in pista non devono essere assegnate in modo arbitrario a seconda del valore dei piloti, ma che devono essere effetto di quello che succede in gara. Le penalità ovviamente ne fanno parte, ma devono essere assegnate in maniera equa. Penalizzare qualcuno sulla base che chi gli sta dietro è un pilota migliore di lui è puro nonsense: significherebbe che i piloti migliori abbiano il diritto di essere lasciati passare, affermazione che fino a questo momento avevo sentito soltanto dai fanboy di Answers Yahoo dei tempi d'oro.
VETTEL POST-GARA SI È COMPORTATO AI LIMITI DEL BORDERLINE QUINDI LA PENALITÀ ERA GIUSTA/ HAMILTON POST-GARA SI È COMPORTATO AI LIMITI DEL BORDERLINE QUINDI LA PENALITÀ ERA SBAGLIATA ---> Affermare tutto ciò significa che un pilota non ci sta simpatico quindi deve essere penalizzato, oppure che non ci sta simpatico il pilota che ha dietro quindi non deve essere penalizzato.
Parallelamente alla volontà di penalizzare gli outsider per permettere a piloti migliori di loro di vincere, mi sembra pura follia, specie considerando che (al di là del fatto che nel momento in cui la penalità è stata assegnata tutto ciò che è successo dopo la gara non era ancora accaduto) non mi sembra di avere visto cose particolarmente esagerate. Per intenderci, non ho visto nessuno speronare altri nel giro d'onore, né ho visto risse che coinvolgevano una decina di persone, né nessuna delle altre cose che sarebbero successe in NASCAR.
Con questo non credo di avere altro da dire, se non un'ultima cosa. Prima di tutto sono certa che da parte dei commissari la penalità sia stata ragionata. Però rimango del parere che ci voglia coerenza nel tempo e che la posizione per cui due piloti stanno lottando non debba avere importanza nella valutazione.
Però rimane il fatto che a pensare male ci si azzecca e non posso fare a meno di pensare che, per sopperire all'assenza di un duello vero e proprio Ferrari vs Mercedes, se ne sia voluto creare a tutti i costi uno apparente, in modo da non fare sentire troppo la mancanza della lotta per il titolo.
Il punto è che la lotta per il titolo esiste e che, per quanto la penalità sia stata assegnata a un pilota che con la lotta per il titolo non c'entra nulla, può avere comunque degli effetti sulla lotta per il titolo. Hamilton è venuto a guadagnare, in circostanze discutibili, sette punti su Bottas in più di quelli che avrebbe guadagnato senza penalità (ammesso che non effettuasse il sorpasso in pista, ma questo non lo scopriremo mai).
Questo potrebbe avere delle conseguenze molto rilevanti alla fine della stagione. Per intenderci, una penalità discutibile che in altre circostanze analoghe non sarebbe stata applicata, potrebbe essere la ragione dell'assegnazione del titolo a Hamilton piuttosto che a Bottas in caso di un gap inferiore a sette punti tra i due a fine anno.
Inoltre c'è di più: la Ferrari ha presentato ricorso e, in linea teorica, esiste la remota possibilità che la decisione venga ribaltata. In questo caso, se fosse Bottas a vincere il mondiale per meno di sette punti, si solleverebbe un ulteriore polverone. So che si tratta di ipotesi e che con tutta probabilità Hamilton vincerà il mondiale molto prima di Abu Dhabi, ma a mio parere sono tutte considerazioni che non dovrebbero essere ignorate a cuore leggero.
Ovviamente rispetto tutte le opinioni in proposito, a condizione che siano argomentate.
In più ritengo importante portare comunque un po' di rispetto a chiunque a prescindere, anche se porta argomenti un po' troppo campati in aria: non possiamo al contempo criticare un pilota perché invoca una penalità per un altro o uno perché sposta dei cartelli, poi riservare insulti gratuiti a chi non concorda con il nostro parere o, peggio ancora, a chi non concorda con il parere della maggioranza in assenza di un nostro vero e proprio parere.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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