Nel mondo del motorsport, Leilani Munter è probabilmente la persona più lontana dal mio modo di pensare in termini di alimentazione. Questo non perché io abbia qualcosa contro il veganesimo, ma perché combatto da tutta la vita contro persone che non fanno altro che dirmi quello che dovrei o non dovrei mangiare. In più credo che l'alimentazione non sia un concetto universale: c'è chi può/riesce a mangiare certe cose e chi non può e arrivati a un certo punto penso che bisognerebbe non preoccuparsi troppo dell'alimentazione altrui. Leilani Munter invece dà l'impressione di appartenere a quel tipo di persone che, se bevi un bicchiere di latte, ti considera uno sKiFoSo kRiMiNaLe indegno di vivere. In più trovo abbastanza incoerente che una persona che come professione è pilota di stock car faccia propaganda contro le auto perché inquinano, ma nevermind, ciascuno è libero di rendersi incoerente quanto gli pare.
Nonostante ciò, Leilani Munter non mi è indifferente. La ammiro per quello che rappresenta come pilota. È vero, è una backmarker, ma si tratta di una persona che ha iniziato a gareggiare a ventisette anni, mediamente oltre 20+ anni più tardi rispetto all'età in cui la maggior parte dei piloti sono stati messi al volante di un kart, e nonotante ciò non sembra neanche tanto peggio di tanti backmarker che magari hanno iniziato a gareggiare molto prima.
Diciamo che Leilani Munter è un'attivista ecologica che, a un certo punto, ha deciso di diventare pilota e che c'è riuscita, in un contesto in cui l'essere un pilota pagante non è neanche tanto malvisto.
Poi, siccome tutto finisce, a un certo punto, alla vigilia dei suoi quarantacinque anni, che compirà il 18 febbraio, anche la Munter ha deciso di mettere fine alla sua carriera agonistica. Non è chiaro se sia per l'assenza conno di sponsor o perché ha deciso di passare oltre, quello che è chiaro è che il 2018 è stato forse il migliore anno della sua carriera: otto partecipazioni nell'ARCA (su un totale di diciannove in una carriera iniziata nel 2010), due top-ten, miglior risultato di sempre un ottavo posto. La cosa che colpisce, casomai, è che la Munter abbia deciso di ritirarsi proprio arrivata a quello che sembrava il momento migliore della propria carriera e dopo una qualificazione in terza posizione alla Lucas Oil 200 di Daytona del 9 Febbraio.
Dalla pole position partiva Christian Eckes, uno che con tutta probabilità vedremo in NASCAR, prima o poi. Secondo, invece, c'era Thad Moffitt, un tipo con i capelli rossi ricci lunghi fino alle spalle e con il numero 46.
Il format lo conoscevo già: ottanta giri sul circuito di Daytona, essenzialmente come la NASCAR, ma con molti meno giri e con una griglia di partenza variegata, composta da ragazzini che puntano alla NASCAR o piloti avanti con gli anni che non sono validi abbastanza per puntare alla NASCAR.
La gara è iniziata con la vettura verde sponsorizzata Vegan Power in bella vista e i telecronisti che parlavano del ritiro imminente di Vegan Leilani dalle competizioni, con quel tono che lascia pensare che, in fin dei conti, Leilani Munter sia entrata nel cuore degli apassionati pià di tanti altri.
Ci sono stati un paio di giri di calma, poi il campione in carica Michael Self è andato a sbattere, facend entrare la safety car, mentre lui raggungeva i box con la sua monoposto che ha l'immagine di un dinosauro verde stilizzato. Self ha ventotto anni, non è neanche giovane quanto pensassi.
Non è che poi la Munter sia sparita nel nulla, e appunto per questo mi chiedo che cosa l'abbia portata a optare per il ritiro proprio adesso: dopo il restart si aggirava intorno al quarto/quinto posto e, anche quando la situazione è cambiata, in seguito, si trovava ancora al quarto posto... per una che in carriera ha ottenuto due top-ten, doveva essere come per Heidfeld trovarsi in testa a un gran premio di Formula 1.
A questo punto della gara c'era Gus Dean, in testa, davanti a Harrison Burton e a Christian Eckes. Poi un certo Eric Caudell è andato a sbattere, verso metà gara: di nuovo la safety car e in seguito c'è stato un ulteriore incidente, con varie vetture coinvolte. Dalla grafica ho letto i nomi di Connor Halt e Paul Williamson, ma penso che ci fossero anche altri piloti coinvolti.
Dopo il restart Vegan Leilani era sesta, curiosamente davanti a un'altra ragazza, quella Natalie Decker tacciata dalle Tumblr Ladies di essere nell'ARCA solo perché ha i capelli sempre in ordine... giusto, i capelli perfetti. Per parcondicio il mondo dovrebbe essere pieno di gente che li considera la ragione per cui Castroneves ha vinto tre volte la 500 miglia di Indianapolis e per cui Rosberg ha vinto un mondiale di Formula 1.
Mentre la Munter era sesta, Burton era in testa davanti a Eckes, ma mi sembrava più spontaneo pensare alla Munter, che stava per concludere la gara con un apparente happy ending, il miglior risultato della sua carriera.
Poi, a dieci giri dalla fine, quel Thad Moffitt di prima, precipitato nelle retrovie, è finito in testacoda. Un'altra vettura ha cozzato contro di lui ed è entrata di nuovo la safety car.
Al rstart mancavano cinque giri alla fine e la vettura verde shocking di Vegan Leilani era ancora ben viibile, in quinta posizione dietro la safety car.
E poi, la fine delle speranze.
La sagoma verde è lentamente scivolata giù, senza che nessuno se la filasse.
A due giri dalla fine c'è stato un altro crash, uno dei piloti coinvolti era Gus Dean. Al restart Harrson Burton ha mantenuto la prima posizione fino al finale (in rigoroso overtime), mentre Eckes, che era secondo, è stato superato da altre vetture ed è finito fuori dal podio, sempre ammeso che esista. In ogni caso ci sono finiti sopra due 2000 e un 1998 nato a dicembre, quindi il massimo che era concesso poteva essere l'acqua di rose.
La carriera di Leilani Munter è finita, nell'anonimato, con una quindicesima posizione, a ricordarci che non importa quanto le cose sembrino andare meglio dello standard, siamo condannati al #MaiUnaGioia.
1. Harrison Burton
2. Todd Gilliland
3. Grant Quinlan
4. Christian Eckes
5. Sean Corr
6. Natalie Decker
7. Codie Rohrbaugh
8. Travis Braden
9. Andy Seuss
10. Riley Herbst...
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
lunedì 18 febbraio 2019
ARCA 2019: il ritiro dalle competizioni di Vegan Leilani
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per essere arrivato/a fino in fondo. Se vuoi, fammi cosa ne pensi con un commento. :-) Puoi farlo anche in maniera anonima.
Se sei capitato/a qui per caso ti invito a visitare il mio blog, in particolare le etichette "Commenti ai GP" e "F1 vintage".
Se invece mi leggi abitualmente e sei arrivato/a qui di proposito, ti ringrazio per l'apprezzamento e spero continuerai a leggermi.
Buon proseguimento di giornata (o a seconda dell'orario, di serata, o buona notte). <3
Milly Sunshine