Il
13 Ottobre si svolge la 15esima gara stagionale in Giappone, sullo storico
circuito di Suzuka. Vettel ha, prima di questa gara, 77 punti di vantaggio sul
suo diretto inseguitore in classifica, Alonso.
Numero giri: 53
Condizioni meteo: soleggiato
Pole position: Mark Webber (Redbull)
Griglia di partenza: Webber, Vettel, Hamilton,
Grosjean, Massa, Rosberg, Hulkenberg, Alonso, Raikkonen, Button, Perez, Di
Resta, Bottas, Gutierrez, Maldonado, Ricciardo, Vergne, Chilton, Van Der Garde,
Pic, Bianchi, Sutil.
La
gara inizia con un colpo di scena: approfittando di una partenza non ottimale
di entrambi i piloti della Redbull, Grosjean riesce a conquistare la
leadership. Ci prova anche Hamilton, cerca di infilarsi davanti a Vettel, ma
fora dopo un contatto con il pilota della Redbull che accusa invece un danno
all’ala anteriore che però non gli impedirà di proseguire. Precipitato in ultima
posizione, Hamilton sarà costretto a una sosta ai box alla fine del primo giro,
ma riscontrerà problemi sulla vettura e in seguito si ritirerà soltanto otto
giri più tardi.
Nelle
retrovie la partenza è caotica ancora più che davanti: un contatto tra Van Der
Garde e Bianchi mette fuori gioco entrambi al via.
Nei
primi giri la top-ten è così composta: Grosjean, Webber, Vettel, Rosberg,
Massa, Alonso, Hulkenberg, Perez, Di Resta e Button. Quest’ultimo verrà
superato da Raikkonen al settimo giro e rientrerà ai box subito dopo: Button è
infatti uno dei piloti che effettueranno tre soste.
I
pit-stop, per gli altri piloti della top-ten, iniziano qualche giro più tardi:
Hulkenberg rientra all’11° giro (e, sfruttando le gomme nuove, riuscirà a
recuperare posizioni), seguito da Webber, Massa e Raikkonen al 12°, Grosjean,
Rosberg e Perez al 13° (in questa circostanza a Rosberg viene dato il via
mentre sopraggiunge Perez e tra i due si sfiora il contatto), mentre Alonso si
ferma al 14° e un giro più tardi Vettel.
A
questo punto Grosjean, Webber e Vettel sono ancora nelle prime tre posizioni,
segue a una notevole distanza Ricciardo (che rimanderà la prima sosta, essendo
partito con le gomme hard anziché con le medium), che tiene dietro Rosberg (che
sarà immediatamente penalizzato con un drive-through per quanto accaduto nella
pit-lane un paio di giri prima), Hulkenberg, Massa, Alonso, Gutierrez,
Raikkonen e le due McLaren, con Perez che ha strappato la posizione a Button
all’uscita dai box.
È proprio
grazie al ritardo nella prima sosta di Ricciardo che la gara viene animata: i
piloti che lo seguivano avevano distacchi abbastanza consistenti l’uno dall’altro,
ma ritrovandosi rallentati dalla Toro Rosso che gira su tempi già piuttosto
alti, finiscono per avvicinarsi l’uno all’altro in un lungo trenino di vetture.
Chi riesce ad approfittarne è al 20° giro Alonso, che dopo essersi avvicinato a
Massa (che si era difeso dai suoi attacchi nella prima parte di gara) riesce a
superarlo. Un giro più tardi sia Hulkenberg sia lo stesso Alonso riescono a
mettersi dietro Ricciardo (che subito dopo rientrerà ai box), mentre dietro di
loro Gutierrez attacca Massa, lo supera ma perde immediatamente la posizione e
si ritrova negli scarichi anche Raikkonen dal quale viene infatti sorpassato. Perez,
intanto, viene superato da Rosberg, tornato in pista alle sue spalle dopo avere
scontato la penalità.
Al
26° giro Webber si ferma ai box per la sua seconda sosta. Sembra evidente fin
da subito che i piloti della Redbull sono su due diverse strategie: Vettel
proseguirà, fermandosi soltanto due volte, mentre Webber farà tre pit-stop,
cercando di rimanere davanti a Grosjean sfruttando le gomme fresche. Infatti fin
da subito Webber, rientrato in pista terzo, riesce a girare su tempi molto
migliori rispetto a quelli dei due piloti che lo precedono.
Tra i
piloti su due soste è Massa il primo a rientrare (29°), e tra l’altro a causa
di un eccesso di velocità nella pit-lane verrà penalizzato con un drive-through
poco più tardi. Nei giri successivi si fermano anche Grosjean (che rientra in
pista alle spalle di Webber, come facilmente intuibile dai tempi su cui girava
l’australiano) e Hulkenberg (30°), Alonso (31°) e Raikkonen (32°) mentre Vettel
per il momento prosegue.
Dalla
quarta posizione in poi le posizioni rimangono stabili, mentre nelle retrovie
ci sono vari duelli in atto: in queste circostanze Ricciardo finisce fuori
pista tagliando una curva e, rientrando, si ritrova davanti a Di Resta, non gli
cede la posizione e per questo dovrà scontare un drive-through.
Vettel
rientra per la seconda e ultima sosta al 38° giro, torna in pista terzo alle
spalle di Grosjean ma supera il pilota della Lotus soltanto quattro giri dopo:
ora le due Redbull sono in prima e seconda posizione. Webber rientra però a
dieci giri dal termine e monta stavolta gomme medium. Torna in pista terzo, a
circa tre secondi di distacco da Grosjean e a otto secondi da Vettel. Stando ai
tempi su cui gira, sembra avere buone probabilità di riuscire a tornare in
testa alla gara nelle fasi conclusive. La strategia di per sé è buona, ma è
stato sottovalutato Grosjean, che si difende egregiamente dall’attacco dell’australiano,
che gli rimane dietro più a lungo del previsto.
Dalla
quarta posizione in poi il fattore gomme conta parecchio specie nella fase
conclusiva: i piloti che hanno anticipato rispetto agli altri il secondo
pit-stop iniziano ad avere problemi di decadimento e questo fa sì che chi è
riuscito a risparmiare le gomme riesca a trarne vantaggio.
Al 46°
giro Alonso riesce a superare Hulkenberg, che fino a quel momento era stato
stabilmente in quarta posizione e che nelle fasi conclusive perderà un’altra
posizione a vantaggio di Raikkonen; mentre Massa che al momento era 8° (alle
spalle di un brillante Gutierrez) viene superato sempre al 46° giro da Rosberg (che
poco prima era stato protagonista di un contatto con Perez, in cui quest’ultimo
aveva rimediato una foratura) e a due giri dalla fine da Button, entrambi su
gomme più performanti dato che hanno effettuato tre soste anziché due.
Il sorpasso
più importante avviene comunque a meno di due giri dalla conclusione: Webber
riesce finalmente a mettersi dietro Grosjean, conquistando una seconda posizione
che avrebbe potuto essere qualcosa di più se fosse riuscito a liberarsi del
francese qualche giro prima.
È Vettel
a conquistare la vittoria, la quarta nel gran premio del Giappone, la quinta
consecutiva nonché nona vittoria stagionale. A quattro gran premi dalla fine
della stagione (il prossimo in India, tra due settimane) il titolo sembra ormai
sempre più indiscutibilmente nelle sue mani, e soltanto la matematica lascia
ancora qualche minima speranza ad Alonso, che però in India dovrà ottenere
almeno 22 punti in più rispetto a Vettel per poter continuare a sperare.
Risultato
1.
Sebastian Vettel Red Bull 1:26:49.301
2.
Mark Webber Red Bull +7.129
3.
Romain Grosjean Lotus +9.910
4.
Fernando Alonso Ferrari +45.605
5.
Kimi Räikkönen Lotus +47.325
6.
Nico Hülkenberg Sauber +51.615
7.
Esteban Gutiérrez Sauber +1:11.630
8.
Nico Rosberg Mercedes +1:12.023
9.
Jenson Button McLaren +1:20.821
10.
Felipe Massa Ferrari +1:29.263
11.
Paul di Resta Force India +1:38.572
12.
Jean-Eric Vergne Toro Rosso +1 Lap
13.
Daniel Ricciardo Toro Rosso +1 Lap
14.
Adrian Sutil Force India +1 Lap
15.
Sergio Perez McLaren +1 Lap
16.
Pastor Maldonado Williams +1 Lap
17.
Valtteri Bottas Williams +1 Lap
18.
Charles Pic Caterham +1 Lap
19.
Max Chilton Marussia +1 Lap
DNF.
Lewis Hamilton Mercedes +46 Laps
DNF.
Giedo van der Garde Caterham +53 Laps
DNF.
Jules Bianchi Marussia +53 Laps
I top
- la
Sauber: all’inizio della stagione sembravano molto più indietro della
concorrenza, adesso si prendono il lusso di stare (per buona parte della gara)
davanti ai piloti della Ferrari, si sono dimostrati meritevoli anche Hulkenberg
(chi dopo il gran premio della Corea sosteneva che il suo 4° posto fosse stato
un episodio isolato destinato a non ripetersi evidentemente si sbagliava) e Gutierrez
(ora che gli errori di inesperienza stanno diventando meno frequenti, sta
dimostrando che qualcosa di positivo può farlo anche lui);
- la
Redbull: va riconosciuto sicuramente il merito dei due piloti che, a parte una
partenza non certo da ricordare, hanno comunque disputato una gara senza
particolari errori, ma sicuramente anche al team... qualcuno dovrebbe prendere
lezioni di strategia da loro;
- ma
soprattutto Grosjean: da quando ha imparato a superare indenne la prima curva,
si sta davvero mostrando al top e ha indubbiamente meritato questo podio... e
forse meritava anche di stare un po’ più in alto!
I flop
La
scelta è alquanto difficile perché, in linea di massima, tutti hanno fatto una
gara quantomeno discreta e un giudizio negativo può essere dato soltanto sui
singoli errori.
Spiccano
in particolare, come menzioni d’onore:
- la
Mercedes, che ha fatto ripartire Rosberg nel momento meno opportuno;
- i
commissari, per avere inflitto in questo caso una penalità diversa rispetto a
quelle con cui erano stati penalizzati in questa stagione casi simili;
- Massa,
per l’eccesso di velocità nella pit-lane (o eventualmente il limitatore della
sua monoposto, nel caso ciò sia stato provocato da un errore di taratura di
quest’ultimo.
Decido
comunque di attribuire il titolo di flop della gara a Ricciardo perché,
diversamente dai casi di Rosberg e Massa in cui a infrazione avvenuta non c’era
modo di evitare il drive-through, avrebbe potuto benissimo evitare penalità se
avesse restituito a Di Resta la posizione conquistata tagliando sull’erba.
Milù Sunshine per F1GC forum.
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