domenica 13 ottobre 2013

La domenica di Suzuka

Il 13 Ottobre si svolge la 15esima gara stagionale in Giappone, sullo storico circuito di Suzuka. Vettel ha, prima di questa gara, 77 punti di vantaggio sul suo diretto inseguitore in classifica, Alonso.

Numero giri: 53
Condizioni meteo: soleggiato
Pole position: Mark Webber (Redbull)

Griglia di partenza: Webber, Vettel, Hamilton, Grosjean, Massa, Rosberg, Hulkenberg, Alonso, Raikkonen, Button, Perez, Di Resta, Bottas, Gutierrez, Maldonado, Ricciardo, Vergne, Chilton, Van Der Garde, Pic, Bianchi, Sutil.

La gara inizia con un colpo di scena: approfittando di una partenza non ottimale di entrambi i piloti della Redbull, Grosjean riesce a conquistare la leadership. Ci prova anche Hamilton, cerca di infilarsi davanti a Vettel, ma fora dopo un contatto con il pilota della Redbull che accusa invece un danno all’ala anteriore che però non gli impedirà di proseguire. Precipitato in ultima posizione, Hamilton sarà costretto a una sosta ai box alla fine del primo giro, ma riscontrerà problemi sulla vettura e in seguito si ritirerà soltanto otto giri più tardi.
Nelle retrovie la partenza è caotica ancora più che davanti: un contatto tra Van Der Garde e Bianchi mette fuori gioco entrambi al via.

Nei primi giri la top-ten è così composta: Grosjean, Webber, Vettel, Rosberg, Massa, Alonso, Hulkenberg, Perez, Di Resta e Button. Quest’ultimo verrà superato da Raikkonen al settimo giro e rientrerà ai box subito dopo: Button è infatti uno dei piloti che effettueranno tre soste.

I pit-stop, per gli altri piloti della top-ten, iniziano qualche giro più tardi: Hulkenberg rientra all’11° giro (e, sfruttando le gomme nuove, riuscirà a recuperare posizioni), seguito da Webber, Massa e Raikkonen al 12°, Grosjean, Rosberg e Perez al 13° (in questa circostanza a Rosberg viene dato il via mentre sopraggiunge Perez e tra i due si sfiora il contatto), mentre Alonso si ferma al 14° e un giro più tardi Vettel.
A questo punto Grosjean, Webber e Vettel sono ancora nelle prime tre posizioni, segue a una notevole distanza Ricciardo (che rimanderà la prima sosta, essendo partito con le gomme hard anziché con le medium), che tiene dietro Rosberg (che sarà immediatamente penalizzato con un drive-through per quanto accaduto nella pit-lane un paio di giri prima), Hulkenberg, Massa, Alonso, Gutierrez, Raikkonen e le due McLaren, con Perez che ha strappato la posizione a Button all’uscita dai box.

È proprio grazie al ritardo nella prima sosta di Ricciardo che la gara viene animata: i piloti che lo seguivano avevano distacchi abbastanza consistenti l’uno dall’altro, ma ritrovandosi rallentati dalla Toro Rosso che gira su tempi già piuttosto alti, finiscono per avvicinarsi l’uno all’altro in un lungo trenino di vetture. Chi riesce ad approfittarne è al 20° giro Alonso, che dopo essersi avvicinato a Massa (che si era difeso dai suoi attacchi nella prima parte di gara) riesce a superarlo. Un giro più tardi sia Hulkenberg sia lo stesso Alonso riescono a mettersi dietro Ricciardo (che subito dopo rientrerà ai box), mentre dietro di loro Gutierrez attacca Massa, lo supera ma perde immediatamente la posizione e si ritrova negli scarichi anche Raikkonen dal quale viene infatti sorpassato. Perez, intanto, viene superato da Rosberg, tornato in pista alle sue spalle dopo avere scontato la penalità.

Al 26° giro Webber si ferma ai box per la sua seconda sosta. Sembra evidente fin da subito che i piloti della Redbull sono su due diverse strategie: Vettel proseguirà, fermandosi soltanto due volte, mentre Webber farà tre pit-stop, cercando di rimanere davanti a Grosjean sfruttando le gomme fresche. Infatti fin da subito Webber, rientrato in pista terzo, riesce a girare su tempi molto migliori rispetto a quelli dei due piloti che lo precedono.
Tra i piloti su due soste è Massa il primo a rientrare (29°), e tra l’altro a causa di un eccesso di velocità nella pit-lane verrà penalizzato con un drive-through poco più tardi. Nei giri successivi si fermano anche Grosjean (che rientra in pista alle spalle di Webber, come facilmente intuibile dai tempi su cui girava l’australiano) e Hulkenberg (30°), Alonso (31°) e Raikkonen (32°) mentre Vettel per il momento prosegue.
Dalla quarta posizione in poi le posizioni rimangono stabili, mentre nelle retrovie ci sono vari duelli in atto: in queste circostanze Ricciardo finisce fuori pista tagliando una curva e, rientrando, si ritrova davanti a Di Resta, non gli cede la posizione e per questo dovrà scontare un drive-through.

Vettel rientra per la seconda e ultima sosta al 38° giro, torna in pista terzo alle spalle di Grosjean ma supera il pilota della Lotus soltanto quattro giri dopo: ora le due Redbull sono in prima e seconda posizione. Webber rientra però a dieci giri dal termine e monta stavolta gomme medium. Torna in pista terzo, a circa tre secondi di distacco da Grosjean e a otto secondi da Vettel. Stando ai tempi su cui gira, sembra avere buone probabilità di riuscire a tornare in testa alla gara nelle fasi conclusive. La strategia di per sé è buona, ma è stato sottovalutato Grosjean, che si difende egregiamente dall’attacco dell’australiano, che gli rimane dietro più a lungo del previsto.

Dalla quarta posizione in poi il fattore gomme conta parecchio specie nella fase conclusiva: i piloti che hanno anticipato rispetto agli altri il secondo pit-stop iniziano ad avere problemi di decadimento e questo fa sì che chi è riuscito a risparmiare le gomme riesca a trarne vantaggio.
Al 46° giro Alonso riesce a superare Hulkenberg, che fino a quel momento era stato stabilmente in quarta posizione e che nelle fasi conclusive perderà un’altra posizione a vantaggio di Raikkonen; mentre Massa che al momento era 8° (alle spalle di un brillante Gutierrez) viene superato sempre al 46° giro da Rosberg (che poco prima era stato protagonista di un contatto con Perez, in cui quest’ultimo aveva rimediato una foratura) e a due giri dalla fine da Button, entrambi su gomme più performanti dato che hanno effettuato tre soste anziché due.

Il sorpasso più importante avviene comunque a meno di due giri dalla conclusione: Webber riesce finalmente a mettersi dietro Grosjean, conquistando una seconda posizione che avrebbe potuto essere qualcosa di più se fosse riuscito a liberarsi del francese qualche giro prima.
È Vettel a conquistare la vittoria, la quarta nel gran premio del Giappone, la quinta consecutiva nonché nona vittoria stagionale. A quattro gran premi dalla fine della stagione (il prossimo in India, tra due settimane) il titolo sembra ormai sempre più indiscutibilmente nelle sue mani, e soltanto la matematica lascia ancora qualche minima speranza ad Alonso, che però in India dovrà ottenere almeno 22 punti in più rispetto a Vettel per poter continuare a sperare.

Risultato
1. Sebastian Vettel  Red Bull  1:26:49.301
2. Mark Webber  Red Bull  +7.129
3. Romain Grosjean  Lotus  +9.910
4. Fernando Alonso  Ferrari  +45.605
5. Kimi Räikkönen  Lotus  +47.325
6. Nico Hülkenberg  Sauber  +51.615
7. Esteban Gutiérrez  Sauber  +1:11.630
8. Nico Rosberg  Mercedes  +1:12.023
9. Jenson Button  McLaren  +1:20.821
10. Felipe Massa  Ferrari  +1:29.263
11. Paul di Resta  Force India  +1:38.572
12. Jean-Eric Vergne  Toro Rosso  +1 Lap
13. Daniel Ricciardo  Toro Rosso  +1 Lap
14. Adrian Sutil  Force India  +1 Lap
15. Sergio Perez  McLaren  +1 Lap
16. Pastor Maldonado  Williams  +1 Lap
17. Valtteri Bottas  Williams  +1 Lap
18. Charles Pic  Caterham  +1 Lap
19. Max Chilton  Marussia  +1 Lap
DNF. Lewis Hamilton  Mercedes  +46 Laps
DNF. Giedo van der Garde  Caterham  +53 Laps
DNF. Jules Bianchi  Marussia  +53 Laps

I top
- la Sauber: all’inizio della stagione sembravano molto più indietro della concorrenza, adesso si prendono il lusso di stare (per buona parte della gara) davanti ai piloti della Ferrari, si sono dimostrati meritevoli anche Hulkenberg (chi dopo il gran premio della Corea sosteneva che il suo 4° posto fosse stato un episodio isolato destinato a non ripetersi evidentemente si sbagliava) e Gutierrez (ora che gli errori di inesperienza stanno diventando meno frequenti, sta dimostrando che qualcosa di positivo può farlo anche lui);
- la Redbull: va riconosciuto sicuramente il merito dei due piloti che, a parte una partenza non certo da ricordare, hanno comunque disputato una gara senza particolari errori, ma sicuramente anche al team... qualcuno dovrebbe prendere lezioni di strategia da loro;
- ma soprattutto Grosjean: da quando ha imparato a superare indenne la prima curva, si sta davvero mostrando al top e ha indubbiamente meritato questo podio... e forse meritava anche di stare un po’ più in alto!

I flop
La scelta è alquanto difficile perché, in linea di massima, tutti hanno fatto una gara quantomeno discreta e un giudizio negativo può essere dato soltanto sui singoli errori.
Spiccano in particolare, come menzioni d’onore:
- la Mercedes, che ha fatto ripartire Rosberg nel momento meno opportuno;
- i commissari, per avere inflitto in questo caso una penalità diversa rispetto a quelle con cui erano stati penalizzati in questa stagione casi simili;
- Massa, per l’eccesso di velocità nella pit-lane (o eventualmente il limitatore della sua monoposto, nel caso ciò sia stato provocato da un errore di taratura di quest’ultimo.
Decido comunque di attribuire il titolo di flop della gara a Ricciardo perché, diversamente dai casi di Rosberg e Massa in cui a infrazione avvenuta non c’era modo di evitare il drive-through, avrebbe potuto benissimo evitare penalità se avesse restituito a Di Resta la posizione conquistata tagliando sull’erba.


Milù Sunshine per F1GC forum.

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